EUROPA L`Europa è una regione geografica della Terra

EUROPA
L'Europa è una regione geografica della Terra costituita principalmente da una penisola situata nella
parte occidente del continente Eurasia. In conseguenza a fattori storico-culturali, è comunque
considerata essa stessa un continente, benché fra i più piccoli, la sua superficie infatti si estende per
soli 10.400.000 km² (estensione soltanto di poco superiore all'Oceania ed all'Antartide, i due continenti
più piccoli della Terra) popolati tuttavia da 800.000.000 di abitanti che la portano ad essere il terzo
continente più popolato (dopo l'Asia e l'Africa).
Il suo confine naturale è costituito per un lungo tratto dal mare: è delimitata a nord dal mare Glaciale
Artico, ad ovest dall'oceano Atlantico, a sud dal mar Mediterraneo, a sud-est dal mar Nero e dal
Caucaso, ad est dal mar Caspio, dalla catena montuosa degli Urali e dal fiume Ural.
La storia europea e la sua cultura hanno influenzato notevolmente tutto il mondo civilizzato. La
posizione centrale dell'Europa, rispetto agli altri continenti, e la penetrazione del mare hanno sempre
favorito le comunicazioni fra le popolazioni delle diverse regioni e le migrazioni verso le altre regioni
del mondo. Il clima mite di buona parte del continente, inoltre, ha fatto sì che divenisse densamente
abitata.
Il toponimo "Europa" viene da una figura della mitologia greca. Europa (in greco Ευρώπη, che
significa "largo viso", probabilmente un appellativo della luna) era la figlia di Agenore re di Tiro.
Zeus, innamoratosi di Europa, decise di rapirla; per non essere riconosciuto si trasformò in uno
splendido toro bianco. Le apparve mentre Europa stava cogliendo fiori in riva al mare. Notando il
toro che le si avvicinava, Europa inizialmente si spaventò ma il toro si sdraiò ai suoi piedi così Europa
si tranquillizzò. Vedendo che si lasciava accarezzare, Europa salì sulla groppa del toro, che subito si
gettò in mare e la condusse fino a Creta. Zeus le apparve nelle sue vere sembianze e le rivelò il suo
amore.
Dall'unione di Zeus ed Europa nacquero tre figli: Minosse, Sarpedonte e Radamanto. Il primogenito
Minosse divenne re di Creta e diede vita alla civiltà cretese, culla della civiltà europea. Il nome
Europa, da quel momento, indicò le terre bagnate dal Mar Mediterraneo.
Il sacerdote e pensatore francese Guillaume Postel propose più tardi di rinominare l'Europa Iapezia,
in riferimento a Jafet, uno dei figli di Noè dal quale discenderebbero le popolazioni caucasiche.
In epoca greca e romana l'Europa era un termine geografico indefinito, che comprendeva tutte le terre
bagnate dal Mediterraneo. Nella ricostruzione del geografo greco Ecateo di Mileto (m. 480 a.C) il
limite occidentale erano le Colonne d'Ercole, a nord vi erano le sconosciute regioni iperboree (i greci,
infatti, non conoscevano i confini settentrionali del continente); il limite orientale era l'«Asia» (nel suo
significato antico di Anatolia o Asia Minore). Nell'Europa erano compresi anche l'Egitto e la Libia.
Assai raramente gli autori latini citano i termini "Europa" ed "europei". Il primo che usa il termine
con un significato assai pertinente alla fine del VI secolo fu l'abate irlandese San Colombano, futuro
fondatore dell'abbazia di Bobbio, nell'Appennino settentrionale, che lo citò (tutus Europae) in una
delle lettere al papa Gregorio Magno.
In seguito alla conquista islamica delle terre a sud del Mediterraneo (secoli VII e VIII), il termine
"Europa" passò ad indicare le terre a nord del Mediterraneo, abitate da cristiani.
Il primo a parlare dell'Europa come del continente abitato dai cristiani fu il monaco lusitano Isidoro
Pacensis, che in una sua opera composta dopo la Battaglia di Poitiers (732) scrisse:
latino
italiano
« Prospiciunt Europenses Arabum tentoria,
« Gli Europei osservano le tende degli Arabi,
nescientes cuncta esse pervacua. »
non sapendo che tutte erano vuote. »
(Isidoro Pacensis, Chronicon)
« Europenses vero … spoliis tantum et
manubiis decenter divisis, in suas se laeti
recipiunt patrias. »
« Ma gli Europei … dopo essersi divisi
equamente spoglie e bottino, ritornano lieti in
patria »
(Isidoro Pacensis, Chronicon)
La battaglia assunse presso i contemporanei un grande valore simbolico: l'Occidente cristiano,
idealmente rappresentato dall'Europa, aveva fermato l'espansione araba; e quindi Isidoro aveva usato
l'aggettivo "europeo" per attribuire un'identità collettiva ai guerrieri che avevano fermato gli invasori
musulmani.
L'Europa divenne per la prima volta una concreta e nuova realtà politica con l'Impero carolingio. Tra
la fine del VIII e l'inizio del IX secolo, alla fine di un trentennio di guerre contro Longobardi, Avari,
Sassoni e Slavi, nacque una nuova entità nella quale convergevano l'antica potenza di Roma,
l'autorità spirituale del sommo pontefice e la forza dei giovani popoli germanici. Carlo, giovane re
franco (quindi di stirpe germanica) fonda l'Europa, che da generica espressione geografica diventa un
grande Impero nel cui territorio circola la stessa moneta, che adotta il latino come lingua ufficiale
scritta e che professa una sola religione.
L'Europa è caratterizzata da una lunga storia di grandi successi culturali ed economici che hanno
inizio nell'età del bronzo. L'origine della cultura occidentale è generalmente attribuita agli antichi
greci e all'impero romano, che dominò il continente per molti secoli, spingendosi fino oltre il Reno e il
Danubio.
Dopo l'avvento del Cristianesimo e la caduta dell'impero romano, l'Europa entrò in un lungo periodo
di stasi, riportato dai pensatori rinascimentali come l'età buia, e indicato dagli storici moderni come
Medioevo. In questo periodo si ebbe l'Espansione del Cristianesimo in Europa tra V e VIII secolo e
molte comunità monastiche salvaguardarono le conoscenze accumulate precedentemente,
trascrivendole; tra di esse quelle colombaniane e benedettine.
La fine del Medioevo si ha con l'inizio del Rinascimento che da Firenze si diffonde in tutta l'Europa e
la nascita delle nuove monarchie nazionali che demarcarono l'inizio di un periodo di nuove scoperte, di
esplorazioni e di sviluppo scientifico. Nel XV secolo il Portogallo aprì la strada delle scoperte, presto
seguito dalla Spagna e da diverse altre nazioni europee, in particolare Francia e Gran Bretagna, che
costruirono vasti imperi coloniali nei territori di Africa, America ed Asia.
Dopo l'età delle scoperte, l'idea della democrazia si fece strada in Europa. Ebbero inizio le lotte per
l'indipendenza, in particolare in Francia, nel periodo noto come la Rivoluzione francese, alla quale
fecero eco molte altre rivoluzioni che si propagarono nel continente insieme alle idee che
propugnavano. La nascita della democrazia accrebbe le tensioni già preesistenti, dovute alla
competizione per la conquista del Nuovo Mondo. In particolare Napoleone Bonaparte riuscì a formare
un nuovo impero francese egemone in Europa, che tuttavia non resse alle guerre contro le coalizioni
formate dagli Imperi di Russia e Austria e i regni d'Inghilterra e Prussia appoggiati dal regno di
Portogallo e dalla guerriglia messa in atto dalla popolazione spagnola. Successivamente, l'Europa si
stabilizzò, anche se così non sarebbe stato per sempre.
Negli anni seguenti gli stati Europei stabilirono un dominio tecnologico, culturale, politico ed
economico sul resto del mondo, conquistando o riducendo in colonie enormi estensioni territoriali in
America, Africa ed Asia ed Oceania. In questo periodo nacquero in Europa anche nuove ideologie,
dapprima il romanticismo seguito poi dal capitalismo, il nazionalismo, il comunismo e il darwinismo.
Fu comunque un periodo di tensioni sociali caratterizzate dall'industrializzazione, i moti rivoluzionari
del 1848 e dalle politiche espansionistiche dei maggiori stati europei, tenuti in un precario stato di
pace durante la fine del secolo dal cancelliere tedesco Otto Von Bismarck grazie ad alleanze che
divisero in due il continente.
Nel 1914 tali tensioni sfociarono nella Prima guerra mondiale durata fino al 1918 e che vide sconfitti i
due più grandi Imperi continentali, quello tedesco e quello austro-ungarico. Le tensioni sociali e fra gli
stati europei crebbero nuovamente a tal punto da sfociare nella Seconda guerra mondiale, la quale è
stata principalmente provocata dalla politica aggressiva messa in atto poco prima dai governi fascisti
e nazionalsocialisti rispettivamente d'Italia e Germania appoggiati in Asia dall'Impero Giapponese.
Le due guerre prima incrinarono e poi spezzarono l'egemonia del continente sul resto del pianeta
lasciando il posto di leader mondiale agli Stati Uniti contrastati solo dall'Unione Sovietica.
Dal 1945 al 1991 l'Europa si ritrovò attraversata dalla linea di confine fra Il blocco occidentalecapitalista e quello orientale-comunista, situazione finita con la disgregazione dell'URSS e che al
momento è ancora in fase di assestamento, con la creazione dell'Unione europea, il problema dei
rapporti con il mondo arabo nel bacino del mediterraneo e del confronto con il ruolo egemonico
assunto dagli U.S.A. nel nuovo scacchiere internazionale.
Il continente europeo è interamente contenuto nell'emisfero boreale. Geograficamente l'Europa è una
parte del supercontinente eurasiatico.
Il confine ad est del continente parte dai monti Urali in Russia, continuando con il fiume Ural, il mar
Caspio e la depressione del Kuma-Manych a sud, che lo separa dall'Asia. Questa linea di demarcazione
fu così definita dallo zar di Russia fin dal 1730 sulla base dei lavori geografici del tedesco Philip Johan
von Strahlenberg. Tuttavia non tutti accettano questa convenzione: così, al di là del fiume Ural,
anche l'Emba può essere usato come confine, e le vette del Caucaso possono sostituirsi ai fiumi Kuma
e Manych.
Il mar Nero, il Bosforo, il mar di Marmara e i Dardanelli concludono il confine con l'Asia. Il mar
Mediterraneo a sud separa l'Europa dall'Africa, mentre ad ovest il confine è dato dall'Oceano
Atlantico, includendo l'Islanda. Non è ancora stato concluso il dibattito su dove sia il centro
geografico dell'Europa.
Queste frontiere ad est dell'Europa sono soltanto politiche, economiche e culturali, ma non
geografiche. Ciò ha dato origine a diverse interpretazioni sui confini europei e quindi sul territorio di
cui l'Europa è composta, includendo o escludendo interi paesi. Quasi tutti i paesi europei fanno parte
del Consiglio d'Europa, eccetto la Bielorussia, la Città del Vaticano, il Kazakistan e Kosovo.
L'idea del continente Europeo, però, non è universalmente accettata. Alcune aree geografiche
all'esterno dell'Europa tendono a riferirsi al continente Euroasiatico o vedono l'Europa come un subcontinente, non essendo completamente circondato dal mare, definibile più come un'area culturale che
geografica. In passato questa suddivisione era ritenuta valida per il fatto che separava il territorio dei
cristiani dai non cristiani.
La parola Europa è alle volte usata come abbreviazione per la Comunità Europea (CE) (in seguito
diventata Unione Europea) e dei suoi stati membri, che dal 1º gennaio 2007 sono 27.
La distribuzione delle risorse idriche in Europa è irregolare. Il Vecchio Continente, dopo le Americhe e
l'Oceania, è tuttavia il continente con maggiore disponibilità di risorse idriche in rapporto alla
popolazione.
Inoltre in Europa sorgono diverse isole : Sardegna, Sicilia, Corsica, Creta e Cipro
L'Europa è composta da un insieme di penisole connesse. Le più grandi tra queste sono la
"terraferma" europea e la Scandinavia a nord, divise dal mar Baltico. Tre penisole minori, Iberia,
Italia e Balcani, spuntano dal margine meridionale dell'entroterra nel mar Mediterraneo, che le separa
dall'Africa. Ad est, la terraferma europea si allarga fino al confine con l'Asia sui monti Urali.
I rilievi in Europa mostrano grandi dislivelli in aree relativamente piccole. Le regioni meridionali,
comunque, sono prevalentemente montuose, mentre, procedendo verso nord, il terreno scende da
Alpi, Pirenei e Carpazi, verso altipiani collinosi e poi le ampie e basse pianure del nord,
particolarmente vaste a oriente. La zona pianeggiante è conosciuta come la Grande Pianura Europea,
e ha il suo centro nella Pianura Tedesca del Nord. Un arco montano esiste anche sulla costa nordoccidentale, comincia ad ovest con le Isole Britanniche e continua lungo l'asse montagnoso, tagliato
dai fiordi, della Norvegia.
Questa è una descrizione semplificata. Sotto regioni come l'Iberia e l'Italia contengono le loro proprie
complesse caratteristiche, come la terraferma europea stessa, dove i rilievi contengono molti altopiani,
valli dei fiumi e bacini che complicano la struttura generale. L'Islanda e le Isole Britanniche sono casi
speciali. Si credeva che fossero terre a sé nell'oceano settentrionale che viene considerato come una
parte dell'Europa, mentre adesso si pensa che siano aree montagnose un tempo unite alla terraferma
finché l'innalzamento del livello del mare non le ha tagliate fuori.
A causa delle poche generalizzazioni che si possono fare riguardo ai rilievi dell'Europa, non è
sorprendente che tante regioni separate abbiano ospitato altrettante nazioni indipendenti durante la
sua storia
La popolazione dell'Europa è circa 731.000.000 abitanti, distribuiti su 10.180.000 km². La densità
media è pari a 70/km².
L'Europa, pur essendo uno dei continenti più piccoli, è il più densamente popolato. Le cause di tale
concentrazione sono da ricercarsi in molteplici fattori, in primo luogo la posizione geografica: l'Europa
è infatti quasi del tutto compresa nella fascia temperata, e l'80% del territorio è utilizzabile per
l'agricoltura e le attività umane.
Nel corso dei secoli, il continente Europa ha subito forti incrementi e decrementi di popolazione, legati
agli avvenimenti storici. I primi dati attendibili risalgono all'era cristiana, quando si ritiene che in
Europa vivessero 40 milioni di persone, intorno alle rive del mar Mediterraneo. Con le invasioni
barbariche ci fu un forte calo dovuto alle guerre continue, alle carestie ed epidemie. Intorno all'anno
1000, grazie alla rinascita dell'agricoltura e alla conseguente ripresa economica, la popolazione si
assestò nuovamente sulle cifre dei secoli precedenti. A partire dall'XI secolo e fino agli inizi del XIV
secolo ci fu un costante aumento: dai circa 35 milioni di abitanti nell'anno 1000, si arrivò a 80 milioni
nel 1330. La crescita perdurò fino ad un nuovo crollo nel XIV in seguito a diverse ondate di peste, la
più terribile quella del 1347, che fecero venti milioni di vittime.
Nel Quattrocento la popolazione tornò ad aumentare ininterrottamente, con solo una fase di
stagnazione nella prima metà del XVII secolo.
Soltanto agli inizi del 1700 la popolazione tornò ad assestarsi sui 120-125 milioni. La causa
dell'incremento fu un forte calo della mortalità infantile, come conseguenza del miglioramento delle
condizioni igieniche e sanitarie di gran parte della popolazione, e del progresso economico conseguente
alla rivoluzione industriale e alla rivoluzione agricola.
Da quella data in poi l'incremento demografico fu continuo: 180 milioni nel 1800, 390 milioni nel
1900, 700 milioni nel 2000.
Dopo una fase di crescita zero, dal 2000 in poi la popolazione europea ha cominciato nuovamente un
declino demografico a causa della diminuzione della natalità.
Il caso dell'Europa è unico al mondo perché tutti gli altri continenti registrano ritmi di crescita
decisamente elevati.
Avendo vissuto fianco a fianco con la civiltà agricola e industriale per millenni, animali e piante
europei sono profondamente segnati dalla presenza e attività dell'uomo. Con l'eccezione della
Scandinavia e della Russia, si possono trovare poche aree incontaminate e selvatiche in Europa,
eccetto i parchi naturali.
La principale vegetazione naturale che ricopre l'Europa è la foresta. Le condizioni per la sua crescita
sono molto favorevoli. A nord, la Corrente del Golfo e la Corrente del Nord Atlantico riscaldano il
continente, a sud il clima è mediterraneo, e ci sono frequenti siccità estive in questa regione. Le creste
delle montagne hanno spesso molta influenza sulle condizioni climatiche, alcune (Alpi, Pirenei), sono
orientate dall'est all'ovest e permettono al vento di portare grandi masse d'acqua dall'oceano verso
l'interno. Altre sono orientate da sud a nord (Montagne Scandinave, Alpi Dinariche, Carpazi,
Appennini) e siccome la pioggia cade prima dal lato delle montagne orientato verso il mare, le foreste
crescono meglio da questa parte, mentre dall'altro lato, le condizioni sono molto meno favorevoli. Su
pochi angoli dell'Europa non è pascolato il bestiame nei millenni, e la massiccia deforestazione ha
causato danni incalcolabili all'ecosistema originario.
Un tempo l'Europa era coperta tra l'80% e il 90% dalle foreste, che si estendevano dal Mediterraneo
all'Artico. Sebbene più della metà delle foreste originarie siano scomparse nei secoli di colonizzazione,
l'Europa ha ancora più di un quarto delle foreste mondiali, abeti nelle foreste della Scandinavia, vaste
foreste di pini in Russia, castagno nel Caucaso, e la quercia nel Mediterraneo. Recentemente, la
deforestazione si è arrestata e molti alberi sono stati piantati. Comunque, spesso le conifere sono state
preferiti agli origini alberi decidui, per via del veloce tempo di crescita. Le piantagioni e le
monocolture adesso coprono vaste aree di terra, e questo offre pochi habitat per le specie animali
originarie delle foreste europee. L'ammontare delle foreste originarie in Europa Occidentale è solo dal
due al tre per cento, nella Russia europea dal cinque al dieci per cento. Il paese meno coperto da
foreste è l'Irlanda (8%), quello più coperto è la Finlandia (72%).
Nella terraferma, prevalgono le foreste decidue. Le specie più importanti sono il faggio, la betulla e la
quercia. Nel nord, dove cresce la taiga, la betulla è molto comune. Nel Mediterraneo, molti ulivi sono
stati piantati, i quali si adattano molto bene al clima arido estivo. Un'altra specie comune nell'Europa
Meridionale sono i cipressi. Le foreste di conifere prevalgono ad altitudini elevate, sopra il confine
delle foreste, e nel nord di Russia e Scandinavia, all'avvicinarsi dell'Artico, predomina la tundra. Le
regioni semi-aride del mediterraneo ospitano anche piante del sottobosco. Una stretta lingua della
prateria euroasiatica, la steppa, si estende verso est dall'Ucraina e la Russia meridionale verso
l'Ungheria, e attraversa la taiga nel nord.
Sono endemiche europee due Specie di palme, la Chamaerops humilis, detta anche palma nana o di
San Pietro del Mediterraneo meridionale, e la Phoenix theophrasti o dattero di Creta, dell'isola
omonima.
La più recente glaciazione e la presenza dell'uomo, hanno influenzato la distribuzione della fauna
europea. In molte parti dell'Europa, predatori e grandi animali sono stati cacciati fino all'estinzione.
Il mammut e l'uro si sono estinti, e oggi, lupi (carnivori) e orsi (onnivori), sono a rischio di estinzione,
mentre un tempo si trovavano quasi ovunque nell'Europa. Comunque, la deforestazione ha costretto
questi animali a ritirarsi sempre di più. Già nel Medioevo l'habitat degli orsi era limitato a montagne
più o meno inaccessibili con abbastanza copertura boschiva. Oggi, l'orso bruno vive principalmente
nella penisola balcanica, nel nord e nella Russia; un minor numero di esemplari persiste ancora in
Europa (Austria, Pirenei, ecc.) ma in queste aree sono frammentati ed emarginati per la distruzione
del loro habitat. Nell'estremo nord dell'Europa si può trovare l'orso polare. Il lupo, il secondo più
grande predatore in Europa dopo l'orso bruno, si può trovare principalmente nell'Europa Orientale e
nei Balcani.
Altri carnivori importanti sono la lince eurasiatica, il gatto selvatico, le volpi (specialmente la volpe
rossa), sciacalli, martore, ricci, serpenti (vipere, bisce...), diversi uccelli e mammiferi, come roditori,
cervi, caprioli e cinghiali, nelle montagne marmotte, stambecchi e camosci tra gli altri.
Anche le creature marine sono importanti per la flora e la fauna europee. La flora marina è
specialmente fitoplancton. Altri animali importanti che vivono nei mari europei sono zooplancton,
molluschi, echinodermi, crostacei, calamari, polpi, pesci, delfini e balene.
Alcuni animali vivono in grotte, come i protei ed i pipistrelli.
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