La giustificazione luterana per la Sola Fede e il Credo della Chiesa

1
LA GIUSTIFICAZIONE LUTERANA PER LA SOLA FEDE, E LA SUA
INTEGRAZIONE NELLA CELEBRAZIONE E NEL CREDO DELLA CHIESA.
La Dichiarazione congiunta sulla dottrina della Giustificazione tra la Chiesa cattolica e
la Federazione luterana mondiale del 31/10/ 1999 rappresenta una meta consolante di accordo
su Verità fondamentali, che aprono la strada verso altre necessarie concordanze, quelle
menzionate nel n. 43: <la relazione esistente tra la parola di Dio e l'insegnamento della Chiesa,
l'ecclesiologia, l'autorità della Chiesa e la sua unità, il Ministero ed i Sacramenti, e infine la
relazione tra giustificazione ed etica sociale>1
Per quali vie procedere? la stessa Dichiarazione congiunta mi sembra indicare una strada
opportuna, proprio li dove l'accordo su verità fondamentali della Giustificazione ha trovato le
maggiori difficoltà di intesa, ed appella ad ulteriori studi: mi riferisco al n. 28, <l'essere
peccatore del giustificato>, e all'integrazione della dottrina della Giustificazione nel contesto
della Celebrazione sacramentale e della Professione, la Regola della fede ecclesiale.(nn. 17.18).
Vorrei interessarmi espressamente di questo secondo argomento, ampio ed organico,
decisivo anche per un accordo più limpido sulla questione sfuggente, nella prospettiva luterana,
della vera giustizia del peccatore giustificato21 .
Procedo così: anzitutto individuare alcune espressioni della <giustificazione per la sola
fede> non solo negli scritti di Lutero, ma soprattutto nelle Confessioni ufficiali della comunità
evangelico-riformata. Vederle nel contesto storico proprio, di una Theologia crucis con la
tendenza di opporsi ad una Theologiae gloriae.3
1
Ench.
Il Testo della Dichiarazione congiunta si può trovare in
Vaticanum
(E.V.)17,744-817;
La
conferma
ufficiale
avvenuta a Ausburg il 31/11/ 1999, e l'Allegato
dichiarazione ufficiale comune in E.V. 18, 1080-1095.
alla
Cfr J. RATZINGER, Jusqu'ou porte le consensus sur la
doctrine de la justification ?, in Communio (francese), n XXVI,
5,2001, 50-52.
2
3
L'opposizione tra Theologia crucis, Dio solo ci salva
nella croce di Cristo, e Theologia gloriae , le opere umane non
hanno valore salvifico, appare nella Disputa di Heidelberg,
1518, tesi nn XIX-XXIV, in Luthers Werke in Auswahl, funfter
2
Esaminiamo quindi, sobriamente, i secoli della contrapposizione, che ha bloccato il fronte
teologico delle relazioni tra Theologia crucis, della Giustificazione per la sola fede, e la
Theologia gloriae, teologia della creazione, della partecipazione del tutto subordinata a Cristo
Crocifisso, dei mezzi della grazia, della corrispondenza dell'uomo alla sua salvezza.
Contrapposizione finalmente superata per il riaprirsi del confronto teologico
nell'amplissima Dogmatica ecclesiale di K.Barth: il suo forte Cristocentrismo vuole valorizzare
Creazione, Chiesa Sacramenti.....
Cercheremo di percepire gli stimoli barthiani attraverso gli studi di H.Kung, e
specialmente di von Balthasar.
Vedremo poi brevemente questo fronte ormai riaperto, esercitarsi nei molteplici dialoghi
confessionali4; il salto di qualità realizzato con l'Accordo sulla Giustificazione, quando sul
riconoscimento reciproco di Verità fondamentali si è dato un impegno autoritativo chiaro e
vincolante.
Qui, in questo fronte teologico riaperto con buoni frutti, vorrei inserire una osservazione
storica-dogmatica: il principio della Giustificazione per la fede, inteso in modo più ampio come
Mistero della Pasqua redentrice, di Alleanza-Riconciliazione, non è sempre stato attivo nei
tempi della Rivelazione biblica, della Chiesa apostolica, dei Grandi Concili, per delineare una
salvezza dell'uomo che sia più completo recupero della sua dignità creaturale?
Questa operazione ermeneutica, nei tempi della Chiesa, non ha sempre avuto come
Band, Berlin 1955, 379-389.
ricordiamo
i
principali:
Dialoghi
internazionali
:COMMISSIONE DI STUDIO EVANGELICA-LUTERANA - CATTOLICO ROMANA,
4
Rapporto il Vangelo e la Chiesa, Malta 1972 in E.OE. 1, EDB
1986, 554-588. COMMISSIONE CATTOLICA-LUTERANA negli USA,
Giustificazione per fede, 1983 in E. OE. 2,EDB 1988, 1455-1558.
COMMISSIONE CONGIUNTA CATTOLICA ROMANA- EVANGELICO LUTERANA,
Documento Chiesa e giustificazione:.La comprensione della
Chiesa alla luce della dottrina della giustificazione, 11 /11
/1993, in E.OE. 3, EDB 1995.
Ricordiamo a parte i Dialoghi in territorio germanico, che
hanno
dato
origine
più
diretta
all'accordo
sulla
giustificazione del 31 /10/ 1999, e sono considerati fonti
dello stesso:
K. LEHMANN, W. PANNENBERG,(a cura di), Leherverurteilungenkirchentrennend ? vol 1: Rechtfertigung, Sakramente unt Amt in
Zeitalter der Reformation und heute, Freiburg 1986.
3
riferimento, luogo teologico forte l'Umanità SS del Crocifisso glorioso, così come viene
accolta, riconosciuta , ricevuta nel Memoriale eucaristico ?
I. L'articolo della Giustificazione per la sola fede, negli scritti di Lutero, nelle Confessioni di
fede riformata.
"È il concetto centrale delle concezioni teologiche di Lutero"5. Matura, come risposta alla sua
ansia di salvezza, nel Commento a S. Paolo e Salmi, ove la Giustificazione per la sola fede (Rm
1,17) si accompagna alla svalutazione del significato salvifico delle opere umane; nella Disputa
di Heidelberg (1518) assumerà la forma della opposizione tra Theologia Crucis e Theologia
gloriae.
L'importanza salvifica decisiva della Giustificazione per la sola fede risulta dal vigore
delle affermazioni luterane:
" ....iacente articulo iustificationis iacent omnia. Necesse igitur est ut quotidie
acuamus....et inculcemus eum. Nam satis vel nimium non potest concepi et teneri" (Commento
a Galati, 1535)6.
"[la giustificazione per fede] è l'articolo principale della nostra dottrina [...]. Quest'unico
articolo sostiene la Chiesa di Cristo: la dove viene a mancare sono perduti sia Lui sia la sua
Chiesa, e si perdono anche la conoscenza delle Dottrine e lo Spirito. E' il sole, il giorno, la luce
della Chiesa". (Commento al Salmo 51,1538)7.
E risulta naturale, nella prospettiva di Lutero, che sia già divenuto il criterio decisivo per
l'assunzione del Ministero nella comunità riformata :
"L'articolo della giustificazione è il maestro e il principe, il signore ed il rettore e il
5M.
LIENHARD, Martin Lutero la passione di Dio, l'Avventura
interiore, ed. Borla 2001,227; per la maturazione di questa
prospettiva salvifica nell'angoscia del Monaco agostiniano,
cfr.
J. LORTZ,Storia della riforma in Germania, vol.I, Jaca
Book, Milano 1971, 203-210.
citato da H. KUNG, La giustificazione, Bibl. di teolo.
contemp. 2, Queriniana Brescia 1969, 23
6
7
citato da M.LIENHARD, Martino Lutero, cit. 227.
4
giudice su ogni genere di dottrina; esso conserva e governa ogni dottrina ecclesiastica e solleva
la nostra coscienza di fronte a Dio. Senza questo articolo il mondo non è che morte e tenebre"8
Al di là delle appassionate dichiarazioni del Riformatore, hanno maggior importanza,
per il dialogo ecumenico, le Confessioni di Fede. Ricordiamo quella Augustana, 1530, che così
recita al n.IV, Sulla Giustificazione :
"Pure insegnano che gli uomini non si possono giustificare di fronte a Dio con le proprie
forze, con i propri meriti ed opere, ma in modo gratuito vengono giustificati a causa del Cristo, e
attraverso la fede, e quando credono di essere ricevuti nella grazia, e che i peccati vengono
rimessi a causa di Cristo, che colla propria morte saldò il debito per i nostri peccati. Questa fede
Dio la mette in conto e la ascrive come giustizia di fronte a sè (Rom 3 e 4 )".9
Più incisive e polemiche con le supposte posizioni papali le affermazioni degli Articoli
di Smalcalda (1536); la prima parte di questa confessione di fede riguarda la SS Trinità e la
Pasqua del Figlio incarnato: Lutero commenta < Questi articoli non sono oggetto di lotta o
8
riportato da E.JÜNGEL, Per amore di Dio - Chiarezza!,
Osservazioni critiche circa la sottovalutazione criteriologica
dell'articolo
della
giustificazione,
in
occasione
della
dichiarazione congiunta sulla dottrina della giustificazione,
in
A.
MAFFEIS,(ed.),
Dossier
sulla
giustificazione,
La
dichiarazione
congiunta
cattolico-luterana,
commento
e
dibattito teologico, GDT 276, Queriniana Brescia 2000,161.
9M.
BENDISCIOLI,
La
confessione
augustana
del
1530,
introduzione, testo,traduzione e commento, Marzorati ed. Milano
1969,55-57; la Confutazione pontificia precisa senza polemiche
:"Tuttavia tutti i cattolici confessano che le nostre opere di
per sè non hanno alcun merito, però la grazia di Dio fa si che
esse siano degne di vita eterna. Così dice S. Giovanni
:<Cammineranno con me con bianche vesti, poiché ne sono degni>
(Ap. 3,4). E S.Paolo ai Colossesi (1,12):<Ringraziamo con gioia
Dio Padre che ci ha resi degni di partecipare alla sorte dei
santi nella luce": M.CASSESE ed., La Confessione augustana e la
confutazione pontificia, Libera facoltà biblica internazionale,
Milano 1981, 246.
5
contesa, perché li professiamo insieme, loro [i papisti] e noi>.
La seconda parte contiene gli articoli che trattano del Mistero e dell'opera di Gesù
Cristo, ossia della nostra Redenzione:
"Ecco il primo articolo, quello fondamentale [....] è chiaro e certo che ci giustifica solo
quella fede di cui parla S. Paolo ai Romani 3 [...]
Su questo articolo non si può cedere o fare concessioni neppure dovessero cadere il cielo
e la terra , o tutto ciò che è perituro. <Non c'è infatti alcun altro nome che sia stato dato agli
uomini per il quale noi abbiamo ad essere salvati> dice san Pietro (At 4), <e per le sue piaghe
noi abbiamo avuto guarigione> (Is 53). Su questo articolo si fonda tutto ciò che insegniamo e
viviamo contro il Papa, il Diavolo, il mondo. Perciò dobbiamo esserne assolutamente certi e
non dubitarne, altrimenti tutto è perduto e il Papa, il Diavolo e tutto hanno ragione contro di
noi e ottengono la vittoria".10
A differenza dei più irenici articoli della Confessione Augustana, che riservano la critica
anti-papista alla II parte (XXIV de Missa), Smalcalda, in base al primo articolo della
Giustificazione per la sola fede, passa nel 2 Articolo al totale rifiuto della Messa:
"Il secondo articolo: La Messa deve essere considerata la più grande e orribile
abominazione esistente nel papismo, dato che essa contraddice direttamente e brutalmente
quell'articolo fondamentale [...]. Si ritiene infatti che il sacrificio o l'opera della messa , anche
se celebrata da un mascalzone, liberi l'uomo dai peccati, sia in questa vita che là in
Purgatorio[...]
Anche su questo articolo non si può cedere o fare alcuna concessione, perché il primo
articolo non lo consente".
Per il nostro argomento, dell'integrazione dell'Articolo della giustificazione per la sola
Fede nel contesto della celebrazione e professione della fede, notiamo l'aspetto del tutto positivo
del suo inquadramento nel Dogma trinitario; dispiace si sorvoli sulla Creazione, ma è appunto
su di essa che viene disteso un velo di noncuranza.
Si manifesta con chiarezza la difficoltà a valutare positivamente, in modo del tutto
subordinato all'efficacia salvifica della Croce di Cristo, le opere dell'uomo, si direbbe anche la
mediazione della SS Umanità di Cristo.
10Die
Schmalkaldischen Artikel, 1536 ,WA 50,199,21-200,5.
Testo italiano R. FABBRI, ed., Confessioni di fede delle Chiese
Cristiane, EDB 1996,334-335.
6
Qui, secondo gli studi di Congar11, si nasconde la vera difficoltà della teologia e della
fede di Lutero: Dio anche in Cristo, nella sua SS Umanità fa tutto nell'ordine salvifico; inoltre,
per una certa debolezza dell'uso corretto della Communicatio idiomatum, si assiste ad una certa
confusione del divino ed umano in Cristo; un umano che sembra aprirsi troppo, perdendo in
personalità, a tutto ciò che può indicare un'attività di Dio nel corporale, creaturale.12
Lutero ha l'ansia di lottare contro le <opere>, e critica in modo indignato la Messa del
Papa e dei monaci, che ritiene una indebita opera umana; l'articolo fondamentale della
giustificazione per la fede, fede che risponde al solo annuncio della Croce di Cristo, lo porta a
rifiutare l'attualizzazione della Redenzione, che la continua tradizione di Oriente ed Occidente
vede realizzarsi sacramentalmente nella celebrazione liturgica dell'Eucaristia.
Si è indebolito l'assioma fondamentale:<legem credendi lex statuit supplicandi>13; nella
celebrazione del Memoriale eucaristico, nel suo esatto affidamento a Pietro e agli Apostoli, si
trasferisce, rende presente tutta la pienezza della Rivelazione , Evento Pasquale, Redenzione; il
benedettino G.Lafont parla della narrazione-consacrazione eucaristica come evento fondatore
della Comunità, di tutte le sue istituzioni portanti, Scrittura e Magistero.14
Le ansietà salvifiche nel realizzare vita coerentemente morale, un certo disturbo di
presentazioni infelici della prassi penitenziale nella Chiesa dei suoi tempi, con la necessaria
revisione di alcune pratiche ecclesiali, sono rifluiti, nella teologia della Riforma, in un certo
11Y.
CONGAR,
Chrétiens
en
dialogue,
Cerf
1964,
La
Christologie de Luther,453-486.Id., Lutherana. Théologie de
l'Eucharistie et Christologie chez Luther, in Rev. de Sc. ph.
Th. 66 (1982), 169-197.
12
Cfr Y. CONGAR, Chrétiens en dialogue, cit. 488
Cfr. C.GIRAUDO, Eucaristia per la Chiesa, prospettive
teologiche
sull'Eucaristia
a
partire
dalla
lex
orandi,
Gregorian university peess-Morcelliana, Roma-Brescia, 1989, 1433.
13
Cfr STEFANO MARIA
L'Eucaristia, fondamento
14
MOSCHETTI, Eucaristia e Teologia.
e orizzonte unificante l'intera
teologia: Fondamentale, Sistematica, Morale-Spirituale, la
Sapienza cristiana, in Theologica & Historica, XIX (2005), 89s.
7
disprezzo delle capacità creaturale dell'uomo.
La via corretta sarebbe stata quella rivelata, evangelica, dei momenti migliori del
pensiero cristiano: una redenzione, giustificazione per Cristo Crocifisso glorioso, che ricupera
nel comportamento e nella valutazione di fede e ragione, il valore corretto della creazione, tutta
voluta sin dagli inizi in, per, verso Cristo. È stato l'impegno di S. Francesco d'Assisi.
Purtroppo, eccetto alcuni pionieri della teologia cattolica (l'oratoriano L. Thommasin, il
gesuita Dionigi Petau15), il fronte teologico si irrigidisce: la teologia riformata, per l'articolo
fondamentale della Giustificazione per la sola fede, nello schema semplificato dell'annuncio e
dell'accoglienza di fede, si concentra in una Theologia crucis, il solo soprannaturale; su tutto ciò
che sa di partecipazione subordinata della natura umana cade il sospetto di un indebito
appropriarsi di Dio, della salvezza.
Da una parte si ricerca il contatto immediato, con il minimo di mediazioni, con la
Giustizia di Dio, una tendenziale noncuranza della teologia della creazione: una Theologia
crucis senza il debito collegamento con la Theologia gloriae, della creazione.
Dall'altra parte, in campo cattolico, assistiamo ad una reazione di fiducia nella creatura
uomo, l'esaltazione del pensiero cristiano, delle capacità naturali filosofiche dell'uomo. La difesa
di un ordine naturale, con la sua consistenza, ma come tendenza, debolmente collegato col
Mistero della Croce-Risurrezione, l'ordine soprannaturale.
II. Il riaprirsi del fronte teologico Giustificazione- creazione nella Dogmatica ecclesiale di
K.Barth; le osservazioni cattoliche
Il pensiero teologico di K.Barth è passato dalla dialettica accecante dei primi due
commenti alla Lettera ai Romani, all'ampio respiro teologico della sua Dogmatica ecclesiale.16
Cfr L. SCHEFFCZYK, Creation et providence, Cerf, Paris
1967,
quando
a
pag.
180ss.
tratta
dell'impostazione
attualistica di Lutero, che rende la creatura <maschera di
Dio>, e come in campo cattolico non si percepirono queste
difficoltà, veramente fondamentali; come anche non si colse il
<buono> riformato di una impostazione più cristologica. Per
Thommasin e Petau, vedi pag.188s.
15
K. BARTH, Der Romerbrief, 1 ediz. Berna 1919; 2 ediz.
Monaco 1922( tr. it. L'Epistola ai Romani, Feltrinelli Milano
16
8
Barth si rese conto che la semplice dialettica, che non rispetta lo statuto proprio del
Creatore di fronte alla sua opera, finisce per dissolvere i soggetti, Divino ed umano, i partner
della storia salvifica, Dio e uomo.
Il suo procedere teologico rappresenta il passaggio da una filosofia dialettica, di
ispirazione hegeliana, rivestita di teologia, ad una teologia di contenuti rivelati, con l'aiuto di
una filosofia secondo necessità . Un ordine meglio articolato tra creazione e l'Incarnazione
redentrice, il soprannaturale: solo una creatura, l'altro da Dio, può essere invitato alla
Comunione dell'Alleanza, ma restando creatura libera davanti a Dio.
Le relazioni tra alleanza, mistero della giustificazione, redenzione, e la creazione
vengono esposte con più scioltezza nel terreno proprio della storia salvifica: è ben nota la
qualifica barthiana, che la creazione risulta il <fondamento esterno dell'alleanza>, mentre a sua
volta l'alleanza, cioè l'ordinamento dell'incarnazione e della redenzione, è il fondamento
interiore della creazione.17
Questo notevole progresso di integrazione della Giustificazione nel contesto più ampio
della storia salvifica, il fondamento della creazione, viene ancora portato avanti nella forma
mentis riformata; risulta incomprensibile che la Grazia divina possa servirsi cosi intensamente
della creatura e delle condizioni umane per raggiungere più sicuramente l'uomo bisognoso di
giustificazione .
Di fronte a tanta prodigalità il protestante sembra ritirarsi spaventato18; inoltre anche la
lucida e accecante sicurezza delle universale predestinazione alla salvezza sembra riportarlo a
riformate prospettive attualistiche: nell'ordine della salvezza Dio sembra ancora fare tutto, e
diviene finalmente ancora una volta problematica una vera libertà dell'uomo.
Per il dialogo riformato-cattolico sulla giustificazione è bene ora considerare quanto la
novità della teologia barthiana è stata percepita in campo cattolico: due autori vi hanno dato
1962.
Id., Die Kirchliche Dogmatik, traduzione francese: Dogmatique,
ed. Labor et Fides, Genève, 1953-1974.
Cfr H.U. von BALTHASAR, La teologia di K Barth, Jaca
book, Milano 1985, quando a pag. 138 inizia la discussione
sulla Creazione e alleanza nella Dogmatica ecclesiale di Barth,
t. 5
17
18
Cfr ibidem, 412
9
particolare attenzione: H. Kung e H.U. von Balthasar.
II,1. La dottrina sulla Giustificazione di K.Barth nella riflessione teologica di H.Kung.19
Si dà una svolta decisiva, positiva che H. Kung pone anzitutto in risalto: l'articulum
stantis vel cadentis ecclesiae nella teologia di K.Barth non consiste nella giustificazione, ma
nella confessione di Gesù Cristo. Per il teologo di Basilea dogmatica significa teologia
radicalmente cristologica.
In realtà la Giustificazione, come tutte le opere di Dio, sono fondate:
" nell'eterna scelta di grazia di Dio in Cristo, e solo per tale libera ed eterna
autodeterminazione in Cristo, nella quale Dio si determina in favore dell'uomo peccatore e
perciò l'uomo peccatore si determina per Dio; Dio è il Dio creatore, riconciliatore e redentore, e
solo perciò egli è anche il Dio che giustifica"20
In K.Barth la dottrina della Creazione è, nel senso più profondo, dottrina di salvezza,
che può essere sviluppata solo nella Fede. La Creazione, in quanto prima opera di Dio Trino,
non è ancora come tale riconciliazione o compimento; ma riconciliazione e compimento
trovano in essa il loro presupposto, e quindi da essa traggono inizio.
Creazione, Cristologia, dottrina del peccato, soteriologia e dottrina sui frutti dello Spirito
Santo, sono i livelli in cui si articola la Dottrina della riconciliazione; ma nessun livello può
essere considerato autonomo, perché interferiscono reciprocamente e si riuniscono tutti nel loro
centro, la Cristologia.21
Ma anche in questa impostazione intensamente Cristocentrica, con un forte ricupero di
creazione, si può ancora notare la forma mentis riformata. In questo rigoroso cristocentrismo,
come si manifesta l'articolo fondamentale della Giustificazione ?
Si manifesta, nota H.Kung, come grazia, giustizia, santità di Dio in Cristo, del tutto
superiori, anzi estranee per l'uomo. Ogni mattina dobbiamo percepire la Grazia come favore
nuovo ed estraneo, che esige dall'uomo un abbandono assoluto, senza che l'uomo così graziato
pensi ciò che egli da se stesso potrebbe dare a Dio.22
Cfr H. KUNG, La Giustificazione, Bibl. di teol. contemp.
2, Queriniana, Brescia 1969.
19
20Ibid.
29
21Ibidem
40
22Ibidem
44
10
Di fronte a questo eccesso di grazia, K.Barth si pone la domanda, che era quella dei
primi riformatori: "La dottrina cattolica prende sul serio la giustificazione come l'atto libero e
sovrano di Dio, prende veramente sul serio la grazia come grazia ? "
A questo interrogativo del Riformato al cattolico, H.Kung risponde con la domanda al
Riformato: "La dottrina di K.Barth considera veramente sul serio la riconciliazione e la
giustificazione come una riconciliazione e giustificazione dell'uomo? La grazia di Dio
raggiunge veramente l'uomo ? L'affermazione della gratificazione dell'uomo è più che una
semplice affermazione ?23
In K.Barth la dottrina della giustificazione di tradizione riformata è certo meglio situata;
seguendo la migliore tradizione viva cattolica, viene sviluppata nel dogma centrale del
cristianesimo, il Mistero di Cristo: il Mistero nel quale è rivelato il Dio uno e trino, come anche
il mistero di tutta la creazione, creata buona, decaduta, redenta e da glorificare.24
Tutta la teologia, creazione , peccato, giustificazione, debbono essere una costante
riflessione su Cristo. Solo così sarà possibile superare la divisione dei Cristiani, frutto
drammatico di quella sterminata battaglia teologica, che è alla radice della più grande catastrofe
che abbia colpito la Chiesa cattolica nella sua storia bimillenaria.
In questo anche la teologia cattolica è concorde: il sospetto che essa relativizzi l'altezza e
la sovranità di Dio, spadroneggi Cristo e la sua grazia, è ingiustificabile ed insostenibile.25
Si deve bensì riconoscere nella teologia cattolica una forma di reazione alla riforma;
come il protestantesimo, per salvaguardare la preminenza assoluta di Cristo tende a svalutare
l'uomo, così la teologia cattolica si è concentrata sull'uomo stesso: le sue capacità naturali che il
peccato non distrugge, il suo rinnovamento radicale, da proseguirsi in una lotta spirituale
continua.
La teologia cattolica ha insistito sull'uomo: non bisognava forse dire, se si voleva
veramente salvare la sovranità della Grazia di Dio, che altresì l'uomo è veramente giustificato,
che nel peccato non ha semplicemente perduto la sua creaturalità, che la grazia non scorre
semplicemente nel vuoto ?26
23Ibidem
46s
24cfr
ibidem 136
25cfr
ibidem 207
26cfr
ibidem 118
11
Si tratta certamente di forme mentali che hanno guidato nei tempi della polemica
l'esposizione delle dottrine; ma si tratta di deficienze ora meglio rilevabili e guaribili, che non
giustificano una separazione della Chiesa.
H.Kung tende a vedere una conciliabilità tra insegnamento cattolico e prospettive
barthiane circa la giustificazione: "La dottrina cattolica dunque dà ragione a K.Barth quando
questi vuole mettere in risalto l'aspetto teocentrico della grazia. Per cui tra quella e lui non
esistono serie differenze, se si deve definire la grazia come la benevolenza personale libera di
Dio, come un potente atto della sua sovranità, se si deve insegnare la sua unità ed indivisibilità
in quanto grazia di Gesù Cristo.
D'altronde anche K.Barth non ha trascurato l'aspetto antropologico della grazia[...].
Anch'egli riconosce che attraverso la grazia avviene realmente qualcosa nell'uomo, che proprio
l'uomo è gratificato, che l'uomo viene essenzialmente mutato.
Perciò nel fondamentale problema della dottrina della grazia non esitiamo a constatare
un sostanziale accordo di K.Barth con la dottrina cattolica."27
Quale valutazione dare di queste considerazioni positive di H. Kung sulla conciliabilità
tra l'insegnamento di K.Barth e la dottrina cattolica? B.Gherardini avverte un certo irenismo in
H.Kung: tra Trento e Barth le differenze rimangono.28
H.U. von Balthasar ci ha offerto la maggiore disamina sulla Teologia di K.Barth: anche
il teologo cattolico pone il Cristocentrismo come base del dialogo, augurandosi che possa ridare
"Vitalità al vecchio e cristallizzato fronte che corre tra la riforma ed il Tridentino".29
Von Balthasar auspica che "i presupposti di Kung vengano ampliati ed elaborati con
circospezione, che vengano gettati ponti anche verso la teologia fondamentale e la filosofia, e
che l'intera storia della teologia venga messa in movimento intorno alle nuove problematiche. Il
dialogo in corso non deve cristallizzarsi".30
27Ibidem
217
B. GHERARDINI,Dal peccato alla grazia. La dottrina della
giustificazione in un confronto cattolico-luterano, ed. Le
Lettere, Firenze 1997
28
29H.U.
von BALTHASAR, La teologia di K.Barth, Jaca book,
Milano 1985,8.
30Ibidem
8
12
Questo proposito del teologo cattolico di integrazione ancor più ampia della
giustificazione, ormai cristocentrismo, nel contesto amplissimo del dogma, la sua storia, i suoi
presupposti filosofici, ci stimola ad un essenziale esame del suo pensiero.
II,2. Cristocentrismo, Analogia fidei ed entis, predestinazione barthiana nella riflessione di
H.U. von Balthasar.
La giustificazione dei riformatori ora viene presentata nelle forme teologiche di un grandioso
cristocentrismo: il concretissimo evento storico del Verbo incarnato, la sua Pasqua, risulta il
cuore orientante e qualificante tutte le articolazioni della storia salvifica, della dogmatica
ecclesiale.
Von Balthasar ritiene necessario porre in risalto la forma mentis barthiana, la sua
intenzione profonda, la sua visione del mondo, che produce anche uno schematismo di pensiero.
Desiderio di non abbandonare mai il centro cristico, in cui si dà la Rivelazione di Dio, ma anche
dell'uomo biblico, del profeta, del vero credente:
"Non dimenticare un solo istante che l'esistenza creata non ha altro senso che la sola Dei
gloria: vedere, adorare questa gloria, amarla al di sopra di ogni cosa, presentarla a tutti come la
cosa maggiormente degna di amore. Raramente nella cristianità l'amore di Dio ha cantato una
melodia così infinita come in quest'opera di una vita [ in K. Barth ]."31
Anche il cattolico, vengono citati Guardini, Schmaus, Przywara32, si lascia condurre da
una simile sintesi e fondamento cristico. A partire da esso, in una analogia fidei, vengono
articolate storia salvifica, le sue dimensioni rivelate.
K. Barth si abbandona ancora a una settoriale polemica con l'analogia entis cattolica33, quasi
si volesse racchiudere in universali filosofici la pienezza del Mistero di Cristo.
Ma specialmente nelle sue opere posteriori, con la benevolenza della vecchiaia, il suo
sguardo si riposa sempre più sereno anche sulle cose create, partecipe dello sguardo creatore di
Dio, che rende le cose create quello che devono essere per Lui34. Qui l'analogia entis può
31
Ibidem 1887s.
32
Ibidem 272-274. 349-357.
33
Ibidem 180-186.
Ibidem 188; cfr LADARIA L.F.,Il Dio vivo e vero, Il
mistero
della
Trinità,
San
Paolo,Cinisello
Balsamo,
34
13
trovare il suo luogo nel contesto della rivelata Analogia fidei.
Il progresso del dialogo ecumenico appare evidente: nella Riforma del XVI sec. le
difficoltà della vita ecclesiale-sacramentale erano rifluite in una considerazione pessimistica
della stessa creazione, delle opere umane; a sua volta in questa visione così compromessa per il
peccato dell'uomo, era poi teologicamente impossibile una sistematica ecclesiale-sacramentale.
In Barth il Cristocentrismo guida una riflessione teologica, sistematica in cui si attenua
la forma mentis riformata: una visione della natura creata, cristicamente qualificata, che non
rappresenta una coartazione limitante la grazia sovrana di Cristo, ma gli offre strumenti di
efficace espressione, le permette di scendere in profondità nelle realtà umane, esercitarvi la sua
divina sovranità.
Permangono difficoltà: il cristocentrismo risulta così forte da indurre Barth ad una
lucida predestinazione. Cristo ha già assunto su di sè ogni riprovazione, e superandola l'ha già
abolita per sempre. Definitiva è soltanto la grazia, la benedizione, mentre ogni riprovazione,
giudizio non può essere che provvisorio. Anche nella sua caduta più estrema, profonda, l'uomo
rimane colui che è stato creato e redento nella grazia di Cristo.
La creatura è come circondata da tutte le parti dall'anello di fuoco di questo amore
misericordioso. "Alla violenza potremmo sottrarci, ma non all'amore".35
Barth, nota von Balthasar è quasi stupito da queste affermazioni così ardite, che hanno
deboli, nulli addentellati nella tradizione cristiana; si tratta ancora di una Teologia dell'uomo in
cammino verso la vita eterna ?
Von Balthasar può affermare che "Barth ha già immurato l'idea della redenzione
universale nel muro maestro della sua dottrina della creazione. Anzi l'uomo può esistere soltanto
perché proviene dalla Grazia di Cristo ed ad essa ritorna; la sua natura rimane intatta e non
viene rovinata definitivamente nemmeno dal peccato [...]"36.
Proprio questo apparentemente inaudito rappresenta per Barth la cosa normale, anzi è:
"[...] il cardine ,il perno di tutta questa teologia; con essa sta è cade l'intera dottrina di
Dio e del mondo, della creazione e della redenzione, dell'uomo e della provvidenza [...] Nella
sua stupefacente compattezza questo sistema denuncia i tratti di un modo di pensare o di vedere
2012,496.517: La questione dell’analogia.
35Ibidem
190
36Ibidem
205s
14
ben definito, per il quale esso si discosta sia dalla forma di pensare di altri protestanti che da
quella cattolica (o dalle forme cattoliche di pensiero)"37.
La Giustificazione per la sola fede, ora nelle vesti di un vigoroso cristocentrismo, porta
ad una sua integrazione con il suo "fondamento esterno,"della creazione; questo inserimento da
una parte mostra come la regola della fede richieda questo intrinseco rapporto, requisito
necessario per l'elaborazione di una corretta sacramentaria ed ecclesiologia.
Ma d'altra parte vengono a mancare in Barth quelle articolazioni tra Cristo, creazione,
uomo come ritroviamo nella tradizione cattolica millenaria. Notiamo nel teologo di Basilea un
quasi <murare> la redenzione nel mistero stesso della creazione in Cristo, per cui il buon
acquisto dell'integrazione tra il primo articolo della fede riguardante la creazione, e il secondo
della Pasqua-redenzione diventa quasi inservibile per una dottrina della Chiesa sacramenti.
Comprendiamo come von Balthasar, in dialogo con la forma mentis barthiana, si senta
impegnato a sviluppare la forma mentis cattolica, dando ampio spazio alla discussione circa le
relazioni tra il sovrannaturale cristico e la natura umana; cioè il modo con cui la teologia
occidentale ha ripreso e sviluppato nel secondo millennio, in un contesto di maggior attenzione
all'antropologia, le definizioni cristologiche maturate nei Concili ecumenici, da Nicea( DH 125),
a Efeso, Calcedonia (DH 301 s.) sino al Costantinopolitano III (Monotelismo DH 558)38.
Von Balthasar descrive il passaggio dalla visione di una situazione soprannaturale unica
concretamente esistente, secondo l'insegnamento della Scrittura e dei Padri, alle prospettive
della teologia scolastica del XIII sec. In essa la situazione parimenti concretamente
soprannaturale, presenta al suo interno un ampio sviluppo della creazione, una natura mai
esistente alla stato puro, ma considerata in tutta la sua ricevuta consistenza.
Infine la novità teologica della prospettiva riformata: una situazione soprannaturale esigita
dalla creatura, talmente necessaria da rendere difficili le articolazioni Theologia crucis,
theologia gloriae.39
Come già abbiamo notato, nei sec. XVI-XVIII da parte sia cattolica sia luterana si
presentano gravi ritardi nel porre in luce come le incomprensioni fondamentali, poi divenute
37
Ibidem 206 s.
38
Ibidem 287ss
39
Ibidem 276-286
15
esplosive e dirompenti in ambito eucaristico- ecclesiale, fossero situate a questo livello della
creazione e antropologia40. Ma non del tutto, se pensiamo alle voluminose riflessioni sul
soprannaturale (il termine ora entra pure nell'uso del Magistero DH 1921-1923)) sviluppate dai
teologi gesuiti del 1600, come S.Roberto Bellarmino ed il Ripalda, in dialogo con l'agostinismo
eterodosso, nei suoi atteggiamenti polemici nei riguardi del Magistero.41
La dogmatica ecclesiale di K. Barth presenta il grande vantaggio di avere rimesso in
movimento, e alla grande, il dialogo teologico tra la giustificazione, ora esposta in un vigoroso
cristocentrismo, e le altre verità rivelate, in modo particolare quella della creazione.
I risultati complessivi, a parte la rigidità della predestinazione, dell'ampia disamina di Barth
sono, a parere di von Balthasar, ampiamente positivi, tanto da non più giustificare, dal punto di
vista del primo articolo del credo, creazione-antropologia, la divisione ecclesiale.
Al prius assoluto della grazia di Cristo e della rivelazione, tesoro comune del pensiero
cristiano, corrisponde un prius relativo della natura e delle sue capacità, quella consistenza
dell'uomo graziato, giustificato dalla Croce gloriosa di Cristo, che è stato sempre a cuore nella
tradizione cattolica.42
Nella tradizione cattolica questo servizio, cooperazione della natura, è sempre un
servizio comandato, sostenuto, guidato e reso possibile dalla grazia. Questo servizio della natura
alla grazia , non diviene mai misura della grazia. Nel cattolicesimo si dà importanza alla discesa
della grazia nella natura: è la stessa grazia che nella Chiesa assume forme ufficiali e adatte alle
circostanze, per raggiungere meglio l'uomo pellegrinante tra la Pasqua e la Parusia, secondo
l'Istituzione eucaristico-ecclesiale del Signore.
La croce di Cristo elimina ogni pretesa da parte della natura; e dipende sempre dalla
Croce che il grano della natura sviluppi la sua fecondità nella grazia; una grazia che non solo
purifica, eleva la natura, ma anche la mortifica nell'uomo peccatore e mortale, affinché dia i
frutti della Giustizia di Cristo.43
In questa prospettiva il riformato può superare il timore che per la via delle opere umane
40
Cfr L. SCHEFFCZYK, Creation et providence cit.,181 ss
Cfr von Balthasar, La teologia di K. Barth, cit., 297;
G. COLOMBO, Del soprannaturale, Glossa, Milano 1996.
41
42
Cfr Ibidem 408
43
Cfr. Ibidem 111; 186
16
possa irrompere nella Chiesa, la sua fede e teologia, ogni sorta di paganesimo e modernismo.
Anzi la grazia di Cristo mostra tutta la sua sovranità nel servirsi della natura umana, la sua
attività, per già ora realizzare segni del <Dio tutto in tutti>(1 Cor 15,28), sino all'estremo
dell'Eucaristia, e del Ministero apostolico per essa necessario .
Qui il Riformato si arresta spaventato: è mai possibile tanta prodigalità divina, la Croce
gloriosa di Cristo può giungere così vicina alla vita dell'uomo cristiano ?44
Anche la stessa mariologia, settore teologico dolorosamente mancante nella teologia
riformata, aiuterebbe Barth ad evitare quella sua lucida predestinazione: in Cristo la grazia vince
completamente il peccato dell'uomo . Questa vittoria completa si è realizzata pienamente
nell'Immacolata Madre del Signore, la radicalmente redenta, nel pieno consenso di una vera
libertà, la prima dei credenti. In questo contesto di una Chiesa, che nel suo principio mariano si
presenta nella sua pienezza di giustificazione, fede ,speranza, carità(LG nn 63-65), in una
solidarietà di Preghiera e sacrificio, vita eucaristica, si può avere speranza per tutti, rispettando
l'esercizio libero della responsabilità umana.45
III. I tempi dei dialoghi teologici <ufficiali> sulla Giustificazione tra Cattolici ed
evangelici-luterani.
La Dogmatica ecclesiale di K. Barth e la riflessione suscitata in ambito cattolico ha il grande
merito di avere attivato il dialogo ecumenico sulla Giustificazione, dopo secoli di indifferenza
reciproca. <Catholica non leguntur...cimiteria> si sussurrava in ambito riformato, reagendo ad
una certa razionalità e rigidità di impostazione di alcuni testi scolastici46.
Il cambiamento progressivo di mentalità ha beneficiato di numerosi altri studi, oltre a
quelli precedentemente esaminati47
44
Cfr Ibidem 410-415
45
H.U. vov BALTHASAR, Sperare per tutti, Jaca book Milano
1989
46
Cfr H. KUNG, La giustificazione, cit. 122
G. SOEHNGEN, Geseth und evangelium, K.Alber, FreiburgMunchen
1957;
per
altri
riferimenti
vedi
A.
DULLES,
47
Justification
in
Contemporary
catholic
Theology,
in
Justification by Faith. Una disamina di autori si può trovare
in: Commissione cattolica-Luterana negli USA, Giustificazione
17
Si sono sperimentati i frutti del diffondersi e radicarsi del Movimento e spiritualità ecumenica:
il dialogo da iniziativa di singoli teologi si è esteso a gruppi interconfessionali, sino a
raggiungere qualifiche di ufficialità riconosciuta dalle Chiese.
Ricordiamo il cosiddetto < Rapporto di Malta > su <Il Vangelo e la Chiesa>, frutto di
cinque anni di lavoro congiunto.48
Come fonti dell'accordo del 31 ottobre 1999 viene citato il lavoro a cura di K. LEHMANN,
W. PANNENBERG, Lherverurteilungen- -kirchentrennend? vol. 1: Rechtfertigung, Sakrament
und Amt im Zeitalter der Reformation und heute, Freiburg 198649.
"Quasi nello stesso momento, la commissione cattolica-luterana degli Stati Uniti, che
dal 1965 lavora con grande competenza, ha concluso il suo ampio lavoro sul tema
Giustificazione per fede [...] Si tratta della trattazione più approfondita della questione della
giustificazione in un dialogo interconfessionale".50
Il Documento termina con questa dichiarazione: <siamo ora riconoscenti di poter
professare insieme quello che i nostri antenati cattolici e luterani hanno cercato di affermare
rispondendo in modi diversi al messaggio biblico della giustificazione. E' necessario un
consenso fondamentale [fundamental consensus] sul Vangelo per dare credibilità alle nostre
precedenti dichiarazioni comuni sul Battesimo, sull'Eucaristia e sulle forme dell'autorità della
per fede, 1983, in E. OE. 2 , EDB 1988, 1502-1504, note 130132.
Cfr inoltre K. LEHMANN, Uniti nella comprensione del messaggio
della giustificazione ? Esperienze ed insegnamenti in relazione
alla situazione ecumenica attuale, in A. MAFFEIS ed., Dossier
sulla Giustificazione, La dichiarazione congiunta cattolicoluterana, commento e dibattito teologico, GDT 276, Queriniana
Brescia 2000, 208.
48
Traduzione italiana in E. OE. 1, EDB 1986,554-588.
A questo lavoro fondamentale, frutto dei lavori della
Commissione Luterana-cattolica, sono seguiti volumi di commento
e
documentazione,
come
quello
coordinato
da
K.LEHMANN,
Lehrverurteilung-kirchentrennend ? II Materialien zum den
Lehrverurteilungen und zur theologie der Rechtiferung, (Dialog
der Kirchen 5) Freiburg-Gottingen 1989
49
50
traduzione italiana i E.OE. 2, 1455-1558, vedi nota 4
18
chiesa. Crediamo di avere raggiunto tale consenso>.51
Per la nostra finalità, di considerare la debita integrazione tra Giustificazione, operare
salvifico del Redentore, e la fede celebrata e professata dalla Chiesa, questo riconoscimento che
l'accordo fondamentale sulla giustificazione è necessario per trovare e valorizzare l'accordo su
altri punti necessari della fede professata e celebrata, risulta della massima importanza.
La commissione congiunta cattolica romana - evangelica luterana ha infine prodotto,
con questa metodologia, un Documento su <Chiesa e giustificazione, la comprensione della
Chiesa nella luce dell'insegnamento sulla Giustificazione>52.
Rappresenta il punto di arrivo di tutto il dialogo di questi anni. Come risulta dallo stesso
titolo, Chiesa e giustificazione, " giustificazione non è letta in prospettiva individuale (il fatto
che riguarda il singolo credente in quanto è reso giusto), ma come tema ecclesiologico (ruolo
della Chiesa nel trasmettere la salvezza)".53
L'azione di Dio, per raggiungere l'uomo, persona nei suoi intrinseci vincoli sociali, deve
incarnarsi realmente nel mondo, un anticipo del rinnovamento escatologico. "La fondazione
della Chiesa, il suo fondamento nell'evento di Cristo, e l'instaurazione di questi elementi
strutturali ed istituzionali [Scrittura, Battesimo, Cena del Signore, Ministero, Verità di fede],
sono quindi indissolubilmente legati." 54
Questi elementi strutturali ed istituzionali, risultano inoltre necessari per il carattere
<esterno> del processo della giustificazione, che gli viene offerto, che l'uomo non può darsi da
se stesso.
Il Documento Chiesa e giustificazione , nella quinta e ultima parte, Missione e
compimento della Chiesa, esamina il compito della comunità cristiana e dei singoli credenti,
nella gestione dei problemi umani, il contesto della creazione.
K. LEHMANN, cit. 212 s.; M. FARCI, Pietro e il suo
ministero nel dibattito teologico e nei dialoghi ufficiali
Cattolico-Luterani nella seconda metà del Novecento, Cagliari
1998
51
52
Traduzione italiana in Regno Documenti, 1994, 603-640
53A.
FILIPPI, Passi concreti di unità, Regno attualità, 39
(1994), 457.
54
Ibidem, n 177
19
"Essi hanno una particolare responsabilità nei confronti dell'oscuramento della volontà
creatrice e provvidente di Dio nel mondo segnato dal peccato.
[...] In tal modo, come singoli e come comunità ecclesiali, essi riconducono la creazione ai
valori e norme che le sono state date da Dio [...]"55
Nonostante questi orientamenti comuni, il cammino storico di impegno nel temporale è
molto divaricato . La prospettiva dei <due regni>, del Vangelo e della legge, abbozzato in modo
non sistematico da Lutero, non ha corrispondenza con La Dottrina sociale della Chiesa. Anche
questo è argomento che richiede ulteriori studi.
Esorbita dal nostro compito un esame completo di questo ampio Documento, che nella
prospettiva della Chiesa, realizza un grande progresso per integrare la Giustificazione,
nell'accezione cristica più ampia in cui ora viene considerata, nella fede non solo professata, ma
anche celebrata e vissuta; voglio solo ricordare l'insegnamento dell'inizio del n. 70 :
"Le nostre Chiese hanno in comune la convinzione che la Koinonia ecclesiale ha la sua
sorgente e la sua forza nella Koinonia eucaristica con Cristo e attraverso Cristo".56
Il grande valore di convergenza ecumenica, anche se limitata, di questi Documenti
comuni corre sempre il pericolo di venire disperso, non influire sulla vita della Chiesa, il suo
crescere verso il comune riconoscimento della sua Unità voluta dal Signore Gesù: è necessario
per raggiungere questa finalità che le Chiese vi appongano un riconoscimento e valutazione
ufficiale, reciprocamente impegnativo, anche se su verità ancora limitate.
Il grande merito di avere incoraggiato in ogni modo un impegnativo riconoscimento sia
da parte del Magistero della Chiesa, sia da parte dell'autorità dottrinale delle comunità luterane,
di un documento comune sulla Giustificazione, va a Giovanni Paolo II.57
Questo salto di qualità di vero impegno dottrinale presenta la Dichiarazione congiunta
COMMISIONE CONGIUNTA CATTOLICA ROMANA - EVANGELICA
LUTERANA, Documento Chiesa e giustificazione. La comprensione
della Chiesa alla luce della Dottrina della giustificazione,
1993, trad. italiana in E OE 3, EDB 1995, n 260,pag.671 s.
55
56
Ibidem 588.
57
Cfr.Gruppo
di
dialogo
cattolico-luterano
di
Norvegia,
Dichiarazione la Giustificazione, 1991, traduzione italiana in
E.OE. 4, 607-635.
20
sulla dottrina della giustificazione tra la Chiesa Cattolica e la Federazione Luterana mondiale
del 31/Ottobre 1999.
E' bene che ora vi poniamo attenzione, per ricevere autorevole orientamento
nell'impostare gli studi circa l'integrazione dell'articolo della Giustificazione nell'insieme della
fede celebrata professata e vissuta dalla Chiesa cattolica.
IV. L'integrazione della Giustificazione nell'insieme organico della Fede, secondo l'Accordo
vincolante del 31 ottobre 1999.
La giustificazione, nel suo senso ampliato di tutto l'agire salvifico di Cristo per l'uomo
peccatore, secondo la molteplicità di espressioni che già troviamo nella S.Scrittura, costituisce
l'annuncio, la realtà salvifica fondamentale, che sostiene ogni vita cristiana58 Evidentemente su
questo <principio basilare> tutte le comunità cristiane concordano.
La difficoltà sorge sul modo di accordare questo articolo principale con gli altri articoli,
e verità celebrate e vissute nella Chiesa.
Criterio, principio significa strumento che permette di decidere della verità di
proposizioni; pensiamo in Filosofia al Principio di non contraddizione (Fides et ratio n 4 ).
Anche S. Ignazio inizia i suoi Esercizi spirituali, in contemporaneità alla riforma luterana,
col <principio e fondamento>, la realtà portante della creazione, dipendenza radicale da Dio,
aperta al <magis>, al di più dell'Incarnazione-redenzione, Misteri di Cristo in cui si impegnerà
la contemplazione dell'esercitante.
Quasi, senza polemica, a contrastare la debolezza luterana della Teologia della creazione
(Theologia gloriae), S.Ignazio pone questo principio fondamentale, che tutto è sempre creatura
di Dio:
Anche S.Paolo sente il bisogno, nella lettera prima ai
Corinzi 15,3-5 di professare il Kerigma fondamentale ."Vi ho
dunque trasmesso dunque anzitutto quello che anch'io ho
ricevuto :che cioè Cristo morì per i nostri peccati secondo le
Scritture, fu sepolto ed è risuscitato al terzo giorno secondo
le Scritture, e che apparve a Cefa e quindi ai Dodici."
Necessario notare che previamente, cioè in 1 Cor 11,23,
con le stesse espressioni del trasmettere ciò che è stato
ricevuto, si comunicano gli stessi contenuti del Kerigma, in
quanto nella celebrazione del Memoriale vengono resi presenti
nella Chiesa, per la Vita della Chiesa, la qualità cristiana
delle relazioni personali in Essa.
58
21
"L'uomo è creato per lodare, riverire e servire Dio nostro Signore, e mediante questo
[libere scelte] salvare la propria anima".59
Principio non significa in alcun modo un assioma a partire dal quale tutte le parti della
Dottrina della fede potrebbero essere dedotte.
Parimenti per <l'Articulum stantis vel cadentis Ecclesiae> si deve, ancor più,
riconoscere che:
"Il messaggio della giustificazione ci orienta in modo particolare verso il centro stesso
della testimonianza che il Nuovo testamento dà all'azione salvifica di Dio in Cristo: essa ci dice
che noi, in quanto peccatori, dobbiamo la vita nuova soltanto alla misericordia di Dio che
perdona e che fa nuove tutte le cose, misericordia che noi possiamo ricevere soltanto come dono
nella fede, ma che non possiamo meritare mai e in nessun modo" (Dichiarazione congiunta n
17).
Continua la Dichiarazione congiunta al n 18 :" Pertanto la Dottrina della giustificazione
che assume e sviluppa tale messaggio, non è soltanto una singola parte dell'insegnamento di
fede cristiano. Essa si pone in una relazione essenziale con tutte le verità che vanno considerate
interiormente connesse fra loro.
Essa è un criterio irrinunciabile che orienta continuamente a Cristo tutta la dottrina e
prassi della Chiesa.
Quando i luterani sottolineano il significato del tutto singolare di questo criterio, essi
non negano la connessione ed il significato di tutte le verità di fede"
Citando come fonte Lehrverurteilungen, si spiega :
"Perciò la giustificazione e soprattutto il suo fondamento biblico, conserva per sempre
nella Chiesa una funzione specifica: quella di mantenere viva nella coscienza dei cristiani la
consapevolezza che noi peccatori viviamo unicamente grazie all'amore misericordioso di Dio,
che noi possiamo soltanto accettare che egli effonda su di noi, ma che in alcun modo possiamo
<meritare>, seppure in qualche forma limitata, né possiamo vincolare a condizioni previe o a
postcondizioni che dipendessero da noi"60
La difficoltà che storicamente si è presentata, nella tradizione luterana, consiste nella sua
IGNAZIO DI LOIOLA, Gli scritti, a cura di M Gioia, UTET
1977, 100s.
59
K.
LEHMANN,
W.
PANNENBERG,
(a
75.Traduzione italiana in E V 17, 793-795
60
cura
di)
cit.,
22
riduzione alla struttura dell'Annuncio e della risposta di fede, in relazione al Battesimo e alla
Cena del Signore; abbiamo già fatto notare come negli articoli di Smalcalda in base a questo
criterio cosi ridotto, si dichiara un totale rifiuto dell'Eucaristia-sacrificio, come opera umana,
invenzione papale.
Il progredire degli studi biblici e liturgici, un più disteso dialogo ecumenico ha già
attenuato la durezza di queste impostazioni. La Giustificazione così intesa (annuncio- fede in
ridotto contesto sacramentale) non può essere un astratto metacriterio per decidere della verità
della fede professata e celebrata.
Osserva con molta saggezza A. Maffeis :"La teologia cattolica riconosce la validità
dell'istanza luterana che chiede di attribuire alla dottrina della giustificazione il significato di
criterio per la Chiesa; la Chiesa infatti non ha altra ragione d'essere se non quella di essere segno
della salvezza donata in Cristo all'umanità, e strumento della sua attualizzazione.
Al tempo stesso ritiene che questo criterio non debba funzionare in modo riduttivo, con
la conseguenza di riconoscere come necessari per la Chiesa solo gli elementi immediatamente
legati all'annuncio della parola che suscita la fede per mezzo della quale si ottiene la
giustificazione.
Le strutture ecclesiali che la tradizione cattolica riconosce come necessarie non
compromettono il carattere incondizionato della salvezza, ma intendono essere al servizio della
piena realizzazione della comunione ecclesiale"61
L'Accordo sulla Giustificazione rappresenta un notevole progresso, in quanto si dichiara
apertamente il suo contesto Cristologico-Trinitario, Sacramentale.
La Risposta della Chiesa cattolica, previa alla firma del 31 ottobre 1999, nella seconda
precisazione richiede : "Un'altra difficoltà si trova nel n 18 della dichiarazione congiunta, ove si
evidenza una chiara differenza nell'importanza che la dottrina della giustificazione ha per i
cattolici ed i luterani, in quanto criterio per la vita e la prassi della Chiesa.
Mentre per i luterani questa dottrina ha assunto un significato del tutto singolare, per
quanto riguarda la Chiesa cattolica il messaggio della giustificazione, seguendo la Scrittura e fin
dai tempi dei Padri, deve essere organicamente inserito nel criterio fondamentale della <regula
fidei>, cioè la confessione del Dio Uno e Trino, cristologicamente centrata e radicata nella
Chiesa viva e nella sua vita sacramentale".62
61A.
A. MAFFEIS, cit., 18.
62A.
MAFFEIS, cit. 70.
23
Reazioni, talora allarmate, forti, si sono avute in casa luterana: dal Convegno di
Honkong della FLM (Fed. Luterana Mond.), alle reazioni dei singoli teologi, o pronunciamenti
comuni.63
Reazioni comprensibili: l'articolo sulla giustificazione, concordemente accolto, fa cadere
l'assunto vetero-luterano sulla decadenza o caduta della Chiesa di Roma; la constatazione che la
Chiesa di Roma accoglie pienamente la dottrina fondamentale della giustificazione, ed il suo
inserimento nel contesto della fede professata e celebrata, viene percepito come una "sorta di
bomba ad orologeria dello Spirito, tale da provocare nella Chiesa delle conseguenze che vanno
al di là dei nostri desideri e della nostra immaginazione"64
Necessità riconosciuta dalla Dichiarazione comune di ulteriori studi: "L'importanza
criteriologica della giustificazione nell'ambito della dottrina dei sacramenti, dell'ecclesiologia e
dell'etica richiede studi più approfonditi"65
Come nostro piccolo contributo, vogliamo porre in risalto quanto la situazione di
Alleanza, accolta e celebrata nei suoi Memoriali dell'Antico e Nuovo testamento, risulta
decisiva per ricuperare il senso della creazione, del suo offrire strumenti alle mediazioni di
grazia giustificante, affinché la Redenzione di Cristo raggiunga in profondità il cuore e la vita
comunitaria dell'uomo.
V. Dall'Alleanza e Redenzione professata e celebrata, alla fede nell'Unico creatore: in,
per, verso Cristo tutto è stato creato.
Già sappiamo come la Theologia crucis di Lutero, la Giustificazione che gratuitamente
il Crocifisso glorioso offre all'uomo peccatore, presenta relazioni conflittuali con la Theologia
gloriae, le opere della creatura uomo in campo salvifico.
Una visione più armonica, nella debita sottomissione al primato assoluto della grazia
Cfr. A. MAFFEIS,Dossier sulla giustificazione, cit.
Documento dei docenti di teologia circa la dichiarazione
congiunta sulla dottrina della giustificazione (1998),147-150.
E. JUNGEL,Per amore di Dio - chiarezza! (1997), 151-168.
63
L. SCHEFFCZYK, Ecumene in cammino e differenze che
permangono nella dottrina della giustificazione, in A.MAFFEIS,
ed. cit. 188.
64
65
A. MAFFEIS, Dossier sulla giustificazione, cit. ,46.
24
giustificante, delle due teologie risulta bloccata per decenni, secoli, anzi, possiamo dire sino alla
grandiosa opera sistematica di K.Barth.
Questo fronte così indurito, ora in pieno movimento nel dialogo ecumenico, presenta
corrispondenze a quanto avvenuto nei tempi biblici della Rivelazione, del pensiero credente del
primo millennio?
Constatare, come sobriamente vedremo, che le relazioni Salvezza, alleanza e creazione
sono sempre aperte, in movimento ci conforta a proseguire, su questo terreno, il dialogo
ecumenico: tra il primo articolo del Credo, la creazione per Cristo nello Spirito Santo, ed il
secondo articolo, dell'Incarnazione-Pasqua, certo centrale, decisivo per la giustificazionesalvezza, ed il terzo della Chiesa, della comunione <dei santi> nelle <cose sante, l'Eucaristia> in
attesa della Parusia, si è data sempre una corrispondenza e continuo influsso.
V.1 .Le relazioni Salvezza, Alleanza e Creazione nei tempi della Rivelazione biblica
vetero e neo testamentaria.
Nei tempi <biblici> come si è formato il Pentateuco, la legge fondamentale di Israele ?
Gli esegeti sono concordi che la Preistoria biblica (Gen 1-11), la narrazione della creazione e
formazione del mondo per l'uomo, creato secondo l'Immagine di Dio, costituisce il prezioso
frutto di una grandiosa, ispirata, operazione teologica a partire dalla fede in JHWH, Dio
dell'esodo, della salvezza e alleanza, <creatore> misericordioso del suo popolo sacerdotale.66
La narrazione delle origini del mondo e dell'uomo, che nel mito, talora tenebroso,
presenta una realtà iniziale divino-mondana confusa (Enuma elis), viene, nella prospettiva di
JHWH Dio unico, trascendete, personale, santo, ricondotta alla sua verità; non si dà alcuna
confusione tra il divino ed il mondano, il Dio della salvezza alleanza, JHWH, è Lui stesso
Cfr.L F. LADARIA, Antropologia teologica, Piemme-Ed.
Pont. Univer. Gregoriana, Casale Monferrato-Roma, 18-29;
M.FLICK-Z.ALSZEGHY, Fondamenti di una antropologia teologica,
Lib. ed. fiorentina 1968, 23; W. EICHRODT, Teologia dell'Antico
Testamento, vol. I, Dio ed il popolo, Paideia, Brescia 1979;
N. NEGRETTI, C. WESTERMANN, G. von RADT, Gli inizi della nostra
salvezza, Marietti Torino 1974;E. TESTA, Genesi, introduzione
storia primitiva, Marietti, Torino-Roma, 1969; J.L. SKA,
Introduzione
alla
lettura
del
Pentateuco.chiave
per
l'interpretazione dei primi cinque capitoli della Bibbia, ed.
Dehoniane Roma 1998.
66
25
l'unico universale creatore.
JHWH recupera così la pienezza e verità di ELOHIM; nella dipendenza dal Creatore,
appare anche la bontà fondamentale della Creatura, dell'uomo: creato secondo l'Immagine di
Dio, può ricevere i doni dell'Alleanza; divenuto peccatore, il per-dono in una storia salvifica.
Le successive tappe della vicenda della famiglia abramica, israelitica nomade, oppressa
in Egitto, guidata nell'esodo verso la terra promessa, restituita ad essa dall'esilio in Babilonia,
costituiscono una progressiva liberazione da una tenebrosa situazione peccaminosa, il recupero
della bontà della crezione, della fondamentale capacità dell'uomo di stare davanti a Dio,
divenire il suo popolo sacerdotale, invitato ad osservare la legge fondamentale delle dieci
parole, i dieci comandamenti.
Anche nella formazione dei Libri Sapienziali possiamo avvertire una continua
interazione tra la fede ormai consolidata dell'unico Dio della Creazione-alleanza, ed il suo
cosmo: la cultura ellenistica in cui Israele è immerso, parla ora di cosmo, una totalità unificata,
bella e razionale.
Anche in queste situazioni di una visione immanentista, tendenzialmente monista del
cosmo, la fede nel Dio della creazione-alleanza compie un'opera grandiosa di purificazione,
correzione: riportare il cosmo ellenistico alla sua verità fondamentale di creatura, ma qualificata
sin dalle origini da un progetto sapiente. 67
Non una sapienza chiusa, asfittica, immanentistica, ma una sapienza che viene da Dio,
che porta la presenza sua, del suo Spirito, sino all'interno della creatura, ma senza alcuna
confusione tra il divino ed il mondano.
E tutto questo affinché l'uomo, accogliendo in sè la Sapienza, il suo Spirito, divenga
amico, familiare di Dio (Sap 7,22-27), viva in sintonia col suo progetto sapiente, in una vita
morale sintetizzata nelle virtù cardinali (Sap 8,7); in questo contesto di vita religiosa, di
amicizia con Dio, di corrispondente vita morale, anche le acquisizioni, progressive e da
sottoporre a revisione, delle scienze sperimentali ellenistiche, possono essere integrate, perché
pur esse fondate nella stessa sapienza creatrice divina (Sap 7,17-21).
Qui, come già nella preistoria biblica, gli orizzonti sapienziali del popolo dell'alleanza,
diventano universali, validi per tutti gli uomini . La sapienza divina, ben conosce, è attiva, viene
diffusa alle origini in tutto l'operare divino (Prv 8,22-36; Sir 24,1-27), appella ad essere accolta
da ogni uomo, per assicurare la pienezza della sua vita.
Cfr.G.LARCHER, Etude sur le livre de la Sagesse, Gabalda,
Paris 1969.
67
26
Certo il cuore di queste acquisizioni sapienziali, il luogo del loro ritrovamento rimane il
popolo dell'alleanza, la sua legge fondamentale ricevuta da JHWH, il suo culto memoriale dei
doni dell'Esodo, col Memoriale più forte e caratteristico della cena pasquale.
La preghiera di ringraziamento del pasto, inserita nella cena pasquale come benedizione
del Calice più solenne, risulta nella tradizione giudaica tripartita: il primo benedire è per i doni
della creazione, in relazione al secondo benedire per i doni della terra promessa e dell'alleanza,
per poi invocarne la piena realizzazione.68
I due ultimi sapienziali, scritti ormai in pieno ambiente ellenistico, si concludono con la
lode dei Padri maestri di sapienza (Sir. 44-50; Sap. 10-19): anche così i doni di Alleanza
misericordiosa, vengono collegati al recupero delle verità fondamentali circa il sapiente progetto
di Dio iscritto nella stessa creazione.
Negli ultimi sapienziali, il progetto di Dio creatore e misericordiosamente alleato, risulta
così intimo, senza confusioni, alla vita religiosa morale dell'uomo, le sue istituzioni salvifiche,
realizza una tale tensione di qualificante presenza, da quasi avvisare, preparare il terreno a
quello che si affaccia ormai all'orizzonte della rivelazione: l'Incarnazione del Verbo , l'Immagine
filiale di Dio.
Anche a questo livello ultimo e decisivo della storia salvifica, notiamo, già nella stessa
narrazione evangelica, e soprattutto nell'insegnamento di Paolo, Giovanni, Ebrei, quanto la
presenza salvifica e giustificante della Croce gloriosa di Cristo, non solo assicura la
realizzazione definitiva di terra nuova e di cieli nuovi, non solo già ora ci santifica, giustifica.
Ma inoltre ci restituisce il senso stesso della creazione; una creazione, che sin dai suoi
inizi è fondata, qualificata, normata dal Crocifisso glorioso: tutto è creato in,per, verso Cristo,
per essere poi in Lui e per Lui riconciliato, pacificato nel sangue della sua Croce (Col 1, 15-20)
69
.
A questa professione di fede, <lex credendi>, corrisponde un comportamento morale,
comunitario, personale, <lex vivendi> che ha in Cristo la sua norma, la grazia santificante e
sanante cui attingere. Sono proprio le lettere della prigionia, Colossesi e d Efesini, che
sviluppano la dimensione <protologica> di Cristo: come tutto sia sin dagli inizi qualificato da
C.GIRAUDO, Eucaristia per la Chiesa, Gregorian University
Press- Morcelliana, Roma-Brescia 1989, 153-155.
68
Cfr L.F.LADARIA,cit.
Colossiens, Paris 1993.
69
,29-47;
J.N.
ALETTI,Epitre
aux
27
una costitutiva relazione, partecipazione in Cristo, per e verso di Lui. Sono proprio queste
fondazioni, secondo la misura del Verbo incarnato, a permettere le esposizioni più elaborate,
sintetiche del comportamento cristiano nella comunità ecclesiale, familiare, sociale di lavoro
(Col.3,1-4,1; Ef 5,1-6,9).
Cristo che redime, riconcilia, giustifica, compie questa sua opera, in attesa della perfetta
trasformazione della Parusia, offre all'uomo <giustificato> il retto inserimento nel suo corpo
ecclesiale, il corretto esercizio delle sue articolazioni costitutive( Ef 4,1-16), degli impegni di
lavoro, sociali, familiari. Lo può offrire perché tutto, sin dalla fondazione del mondo , e stato e
rimane creato in, per, verso di Lui.
Queste lettere della prigionia hanno uno spiccato tono <eucaristico>: il ringraziamento,
benedizione è esplicito, marcato agli inizi delle lettere, ma l'onda lunga eucaristica le qualifica
sino alla conclusione, ed affiora con evidenza ,forza in <dossologie>, glorificazioni di Dio
Padre per la conoscenza invocata, accresciuta dell'operare salvifico di Cristo.(Ef 3,21)
Si può intravedere il frutto della celebrazione eucaristica di Paolo, il Memoriale del
Signore, in cui partecipando al corpo di Cristo si edifica il suo corpo ecclesiale, "la pienezza di
Colui che si realizza interamente in tutte le cose"( Ef 1,23) 70.
Nella Chiesa apostolica tra annuncio del Kerigma fondamentale di Cristo morto e risorto
per la nostra salvezza (1 Cor 15,3-5), e la celebrazione eucaristica della Cena che rende presente
il Sacrificio del corpo dato e del sangue versato,(1 Cor 11,23-25) costruisce la Chiesa corpo
partecipato di Cristo (1 Cor 10,15s) e dà il tono vero, eucaristico alla preghiera e vita cristiana,
si presenta una corrispondenza di contenuti, di piena continuità.
<Lex credendi, Lex orandi et celebrandi, lex vivendi> sono strettamente unite, aperte
l'una all'altra, per offrire insieme la qualità propria, partecipata da Cristo, della vita cristiana.
Vorremo ora brevemente osservare come anche nel primo millennio questa
corrispondenza tra annuncio, celebrazione eucaristica, vita secondo comandamenti-beatitudini
sia la caratteristica dell'esistenza cristiana.
Sono i tempi sub-apostolici in cui , in relazione alla professione di fede battesimale, si forma
il Simbolo apostolico, la Preghiera eucaristica , ed in questo contesto si risolvono le questioni
della creazione, cristologiche-trinitarie.
Il nostro interesse ecumenico, dell'integrazione della Giustificazione, la redenzione
dell'uomo peccatore per la Croce gloriosa di Cristo, nell'insieme della regola, professione di
Cfr L. BOUYER, Eucaristia, teologia e spiritualità della
preghiera eucaristica, Torino 1983, 121.
70
28
fede ecclesiale nel suo contesto vivo battesimale-eucaristico, trova qui il suo sorgivo costituirsi
e manifestarsi.
Si tratta di conoscenze frutto del movimento biblico, patristico e liturgico degli ultimi
decenni, che per i riformatori e contro-riformatori del se. XVI erano quasi impensabili.
V.2. La teologia cristocentrica, biblica di Ireneo di Lione. Il ricupero della bontà della
Creazione, delle opere umane.
Ireneo ci offre la prima opera sistematica, in cui le realtà della fede vengono esposte,
coordinate, approfondite in relazione ad un centro incandescente, che tutte le regge e porta ad
unità, ricapitola in sè: il mistero di Cristo redentore, nel contesto eucaristico-ecclesiale di una
Chiesa apostolica, perchè in successione apostolica.71
Si può anche constatare una certa analogia tra i tempi di Ireneo e quelli della Riforma: la
gnosi contrastata da Ireneo contiene un certo disprezzo della realtà materiale, con una fuga
salvifica nell'accoglienza puramente intellettuale di germi, realtà spirituali.
Tutta la storia salvifica è vista da Ireneo come un impegno del Padre, attraverso l'operare
salvifico delle sue due mani (Ad. haer. IV, Introduzione), il Figlio e lo Spirito santo, per il
recupero dell'uomo peccatore, per dare all'uomo la conoscenza di Dio necessaria perchè abbia la
vita.
L'Eucaristia occupa un posto centrale, nel rendere presente il Sacrificio di Cristo che
tutto rinnova e ricapitola; inoltre costituisce la massima prova della bontà fondamentale della
creazione.
"Come possono dire gli (gnostici) che andrà in corruzione e non avrà parte alla vita
quella carne che è nutrita dal corpo e dal sangue del Signore ? Cambino di opinione, oppure
cessino di fare le offerte di cui ho parlato. La nostra dottrina è in accordo con l'Eucaristia e a sua
volta l'Eucaristia conferma la nostra dottrina. Noi infatti offriamo a Dio cose sue, manifestando
con questo fatto la comunione e l'unione (del Verbo con il corpo ed il sangue ), e professando la
risurrezione della carne e dello spirito" (Ad haer. V,18,5)
Con questa finalità, nell'Adversus haereses, III,3,3
riporta la lista dei successori di Pietro in Roma, sino al
contemporaneo Eleuterio, al dodicesimo posto.
Per la ricapitolazione di tutte le <economie> in Cristo, vedi
B. SESBÖUÈ, Tout recapituler dans le Christ, Christologie et
soteriologie d'Irenée de Lyon, Descèe, Paris 2000.
71
29
L'Eucaristia viene segnalata da Ireneo come coppa della sintesi di tutta la storia salvifica:
a questo mirava il desiderio di Maria SS che a Cana Gesù procurasse il Vino delle nozze
messianiche, desse inizio all'<ora> della redenzione72.
Si dà in Ireneo perfetta integrazione tra dottrina professata, mistero celebrato, morale
spiritualità vissuta.
Percorriamo ora brevemente la storia teologica della formazione del Simbolo apostolico,
l'integrazione dei suoi articoli, la presentazione corretta del dogma cristologico.
V.3. Articolo dell'Incarnazione-redenzione e articolo della Creazione nella formazione del
simbolo Niceno-Costantinopolitano.
Il pensiero credente cristiano, nel contesto di un cosmo ellenistico il cui logos si
presentava immanente, sentì l'esigenza, per vivere pienamente della Croce redentrice del Figlio
incarnato, di esprimere con rigore il dato rivelato della sua relazione costitutiva con Dio Padre,
la sua identità divina, e quindi la sua partecipazione all'atto creatore.
La Redenzione del Figlio, Logos e Immagine filiale del Padre, per la sua Pasqua,
necessita la chiarificazione del dato di fede su due fronti, di Dio Padre e della creazione.
La sua generazione, non creazione, eterna dal Padre, di cui condivide la sostanza, la
precisazione del dogma trinitario; solo così, dopo avere confessato apertamente la sua
consustanzialità divina col Padre, si rende perspicua, la sua incarnazione sino alla morterisurrezione, la sua partecipazione all'atto creatore: <per quem omnia facta sunt>. Qui si dà
intensa integrazione della Redenzione per il Verbo incarnato, la sua consustanzialità con Dio
Padre (DH 125), e l'articolo fondamentale della creazione.73
Questa esplicazione, realizzata perché la Chiesa viva la sua identità, di unità, santità,
cattolicità apostolica, di comunione di santi per la cose sante (eucaristia), vivificata dallo Spirito
Santo, richiederà ulteriori chiarificazioni .
Di scendere in profondità nella verità del Verbo incarnato; la sua mediazione creatrice e
redentrice richiede l'affermazione di fede di quanto la Persona divina filiale si esprima, unione
72
Cfr. B. SESBÖUÈ,op.cit. 157-159.
Cfr J.N.D. KELLY,, I simboli della fede nella Chiesa
antica, ed. Dehoniane Napoli 1987. Id., Early christian
73
doctrines, Adam & Charles Black, London 1958; R. MINNERATH, Les
chrétiens et le monde, Gabalda Paris 1973
30
ipostatica, in una vera umanità, composta di anima, corpo, facoltà spirituali( DH 301; 553).
Nessuna confusione tra la Persona divina filiale e la vera umanità , ma anche nessuna
separazione, divisione.
Anche a questo livello si cercano le categorie atte ad esprimere il dato rivelato del
Mistero della redenzione: come il Figlio agisce per salvarci attraverso l'operare umano, la piena
corrispondenza della sua umanità a noi fraterna.
La cristologia-soteriologia che viene così a delinearsi, presentando il vero Adamo,
diviene modello dell'antropologia, l'uomo creato e redento dal Crocifisso glorioso; questo uomo,
anima espressa in un corpo, vivificato dallo Spirito Santo, la grazia cristica totalmente sovrana,
è reso attivo, capace di cooperare alla propria salvezza; senza alcuna confusione tra la grazia
cristica divina e la corrispondenza umana, in una stretta inseparabile comunione trasfigurante.74
Padre Congar nota acutamente come tutte queste esplicazioni del Mistero , che
rispettandolo, permettono la comprensione della storia evangelica, il suo vertice pasquale, la
vita cristiana nella comunità apostolica, sono come lette nella celebrazione del Mistero
eucaristico.75
Sarebbe quì fuori luogo sviluppare ulteriormente queste relazioni tra gli articoli di fede
della Creazione trinitaria, della redenzione per l'Incarnazione del Verbo, nella luce della sua
Pasqua giustificante, resa efficacemente presente nel suo Memoriale celebrato nella Chiesa
apostolica. Per il nostro fine di integrazione della Giustificazione nel contesto degli altri articoli
del credo, nella vita eucaristica della chiesa apostolica, è sufficiente l'accenno fatto.
Vorrei solo indicare una significativa corrispondenza terminologica .
A Nicea, il forte realismo professato dai Padri nel Mistero eucaristico, è il corpo e
sangue del Signore, ha fornito prova certa per confessare che Cristo è Figlio consustanziale al
Padre, la persona del Figlio sta totalmente dalla parte di Dio (DH 150), della stessa sostanza
divina.
All'inizio del secondo millennio, di fronte alle incertezze di Berengario, con la stessa
Accenniamo brevemente a questi sviluppi di antropologia,
da situarsi nel secondo millennio: per il Magistero, DH 902;
1440-1441
74
75
Cfr Y. CONGAR, Doctrines christologiques et Théologie de
l’eucharistie (simples notes) in Revue des sciences philos. et
théolog. 66(1982) 233ss.
31
categoria forte, la <verità della sostanza> sono state eliminate le ambiguità delle relazioni tra il
corpo eucaristico ed il corpo del Crocifisso glorioso: è la <verità della sostanza > di quello,
identità sostanziale, differenza solo nel modo di manifestarsi(DH 802; 1651s).
Anche nel Vaticano II, per una simile intuizione di fede, si ricorrerà ancora una volta
alle categorie <sostanziali> per professare con chiarezza le relazioni tra la chiesa petrinoapostolica, la Chiesa cattolica, e la Chiesa istituita da Cristo.
Tale Chiesa <subsistit in>, ha il suo luogo reale, esiste come soggetto individuabile,
nella verità di tutti i beni salvifici, nella Chiesa cattolica (LG n 8).
Potremo aggiungere: perché in essa si celebra l'Eucaristia, con l'autenticità intrinseca,
voluta dal Signore Gesù, del Ministero petrino-apostolico; l'Eucaristia, così celebrata porta con
sè tutte le mediazioni, i beni salvifici; anche se, per il peccato dei cristiani, si danno molteplicità
di Chiese, di Comunità, che portano con sè elementi salvifici.
Oltre all'uso cristologico, eucaristico, ecclesiale così strettamente collegato, notiamo
ancora un uso di categorie sostanziali, per indicare tutta la consistenza delle realtà salvifiche,
professate nella fede, e già presenti e trasfiguranti il cuore e la vita dei credenti.
Lo individuiamo nella lettera agli Ebrei; tale lettera, pur non parlando mai
espressamente di celebrazione eucaristica, si direbbe manifestarne <l'onda lunga> in un autore
che per l'intensa partecipazione al Sacrificio della nuova Alleanza, può parlare con facilità e
competenza della croce del Signore, evento salvifico realizzato una volta per sempre, efapax, in
Spirito eterno dal Sommo sacerdote, per divenire via vivente sempre aperta al Padre (Eb 9,14;
10,10.19-22).
Mi riferisco alla quasi definizione della fede, che troviamo all'inizio del cap. 11 :
"La fede è fondamento delle cose che si sperano, e prova di quelle che non si vedono".
In greco fondamento è <ipostasis>, in latino < substantia >.
Tenendo lo sguardo rivolto a Gesù (Eb 12,2), con la piena fiducia di entrare nel
santuario celeste per mezzo del sangue di Cristo (10,19s), le realtà definitive, sperate, per la fede
già attualmente ci trasformano, hanno presa in noi, per una presenza di tipo <sostanziale>, vera
nella sua realtà.
L'evento dell'Incarnazione Pasqua del Figlio consustanziale al Padre e a noi, la sua
presenza sostanziale attiva nell'Eucaristia, la consistenza secondo la verità dell'essere del
soggetto salvifico Chiesa cattolica per l'Eucaristia in essa celebrata, per offrire già, ai cuori
credenti, la sostanza trasfigurante delle realtà ancora invisibili e sperate: tutte realtà autentiche,
32
in una quasi reciproca <pericoresi> di sostanzialità.76
***************
Lo stimolo ricevuto dalla Dichiarazione congiunta sulla giustificazione, in quanto
richiede ulteriori studi per l'integrazione dell'irrinunciabile articolo <stantis vel cadentis
Ecclesiae) della giustificazione per la fede nell'insieme della Professione della fede nel contesto
della celebrazione sacramentale della Chiesa, ci ha portato forse un po' lontani; ma ritengo
costituisca un esercizio teologico utile, necessario, constatare quanto questa integrazione sia
semplicemente la norma del procedere della Chiesa, per assicurare che la Grazia del Crocefisso
glorioso, del tutto gratuita, possa raggiungerci, dimostrare tutta la sua efficacia salvifica,
giustificante.
L'irrigidimento delle relazioni tra la Teologia della Croce, nella quale, unicamente,
riponiamo la nostra fede, e la Teologia della creazione, la sua capacità recettiva della grazia di
Cristo in una corrispondenza del tutto subordinata, si è dimostrato non solo artificioso,
bloccante l'intelligenza della fede, con la vera catastrofe della divisione ecclesiale, ma anzitutto
contrario a ciò che la Chiesa unita ha sempre fatto.
Volevo solo mettere un po' in risalto, in modo ancora sommario, una prospettiva di
intelligenza della fede comune, una speranza in più, un modo di procedere gradito a tutti per
realizzare l'Unità della Chiesa, nel dialogo ecumenico.
76
S.M. MOSCHETTI, Eucaristia e teologia, cit., 109.