PERIODO TAISHŌ (19121926) CRESCITA ECONOMICA ED ESPANSIONE COLONIALE • • “Seconda rivoluzione industriale”, durante la Prima Guerra Mondiale: maggiore peso di settore metalmeccanico e industria pesante (a discapito del settore tessile) Tale sviluppo fu favorito dalla espansione del commercio internazionale giapponese: Occupazione nel corso del conflitto di svariati territori cinesi e delle isole del Pacifico sotto la dominazione tedesca: creazione di nuovi mercati Penetrazione nei mercati asiatici e in quelli dei Paesi Alleati (approfittando dell’impegno bellico europeo e del marginale impegno giapponese), soprattutto per tessuti di cotone, macchinari, armi Conseguenza: riduzione del divario economico fra Giappone e paesi industrializzati (e della dipendenza per gli armamenti) MUTAMENTI SOCIALI Aumento del numero degli uomini addetti al settore industriale: nascita del proletariato maschile Migrazione della popolazione dalle campagne ai centri urbani minori e alle grandi città Espansione del settore terziario e consolidarsi della media borghesia urbana, attratta dal liberalismo Accentuarsi degli antagonismi sociali ANTAGONISMI SOCIALI Principalmente, protesta diretta, soprattutto da parte del proletariato I partiti non riuscirono a mutare in organizzazioni politiche in grado di farsi interpreti delle masse (anche a causa delle leggi restrittive imposte dal blocco di potere, che legittimarono polizia e magistratura a intervenire pesantemente su di essi) Estate 1918: kome sōdō (moti del riso), con oltre 700.000 manifestanti, che protestarono per oltre due mesi, inizialmente appoggiati dai quotidiani a diffusione nazionale (poi colpiti dalla censura) Repressione dura da parte dell’esercito, con migliaia di arrestati (oltre a un numero di morti e feriti) MUTAMENTI POLITICI CONSEGUENTI AI MOTI DEL RISO • • Settembre 1918: dimissioni del primo ministro e salita al governo di Hara Takashi Nomina decisa dall’altro e non legata al parlamento, ma primo uomo di partito (cioè uomo che non faceva parte della oligarchia Meiji, ma era capo del partito di maggioranza alla Camera Bassa) a essere a capo del governo Nonostante questo, Forte peso all’interno del governo di funzionari civili e militari Posizioni conservatrici dello stesso Hara Hara fu sordo alle richieste di modifica della Costituzione in direzione del suffragio universale, contribuendo al mantenimento dei partiti in posizione subordinata “DEMOCRAZIA TAISHŌ”? • • • A livello di governo, declino solo molto relativo del blocco di potere dominante Meiji No messa in discussione degli equilibri di potere da parte dei ceti rurali (impregnati di ideali confuciani) Influenza degli ideali dei pensatori liberali sui ceti urbani, ma capacità di partecipazione effettiva molto limitata La piccola borghesia non mirava a rivoluzioni e anzi vedeva il proletariato come portatore di disordini Incapacità dei partiti di raccogliere le sollecitazioni degli intellettuali liberali, ed eliminazione dal Parlamento dei partiti effettivamente opposti al regime Limiti nelle stesse elaborazioni degli intellettuali, incapaci di analisi soddisfacenti della società e dei rapporti di classe esistenti ORGANIZZAZIONE DEL PROLETARIATO • • • • 1912: Suzuki Bunji fondò la prima associazione di mutuo soccorso giapponese, la Yūaikai (1912) Fine della Conferenza di Versailles: divenne la Sōdōmei, il primo sindacato giapponese, che si poneva come obiettivi Il miglioramento delle condizioni di vita dei lavoratori Più generali ottenimento di libertà democratiche Tuttavia, i risultati ottenuti non furono apprezzabili, Il sindacato riuscì a organizzare una minoranza ristretta di lavoratori e lotte, a causa Della sua debolezza interna Della difficoltà di far comprendere ai lavoratori l’importanza dell’unità di classe LA “VITTORIA MUTILATA” “Vittoria mutilata”: tradimento delle attese della popolazione giapponese (sia le classi dominanti che i ceti popolari) nella Conferenza di pace di Versailles (1919) Rimozione di alcune delle conquiste territoriali giapponesi Mancato riconoscimento della parità razziale (soprattutto per il timore statunitense e australiano verso la crescente immigrazione di asiatici) Conseguenze: Blocco dominante: indignazione e crescente convinzione che le Potenze occidentali volessero mantenere il Giappone in uno stato di subordinazione politica ed economica Masse: sciovinismo e antioccidentalismo Situazione che non mutò con le successive conferenze internazionali (come quella di Washington, 1921-22) CRISI DEI PRIMI ANNI VENTI Fine del conflitto e riconversione produttiva: caduta della domanda dall’estero e conseguente crisi nelle esportazioni per il Giappone Andamento altalenante della produzione industriale, con contrazione dei salari ed estendersi dei licenziamenti Stagnazione agricola, con massiccio ricorso all’affittanza e pessime condizioni di vita per i contadini Accentuarsi dei conflitti sociali da parte di contadini poveri, proletariato e ceti medi urbani 1923: TERREMOTO DEL KANTŌ Grande perdita di vite umane (100.000 morti e 3,3 milioni di feriti) Ingenti danni materiali e necessità di massiccia importazione di beni di consumo e materiali per le ricostruzione Disordini: i gruppi di volontari che affiancarono le forze di polizia iniziarono con la connivenza dei poliziotti una violenta persecuzione dei cinesi e coreani presenti a Tōkyō (assassinio di 4000 coreani e 400 cinesi, rimasto impunito) STRETTA POLITICA AUTORITARIA 1924-1932: stagione dei “governi di partito”, ovvero serie di governi giapponesi nati sulla base di una maggioranza parlamentare VS i successivi “governi trascendenti” varati dai consiglieri dell’Imperatore senza necessariamente una maggioranza parlamentare, susseguitisi fino al 1945) Tuttavia, anche i governi di partito furono sottoposti alle ingerenze del blocco dominante tradizionale, con cui comunque erano allineati 1925: Approvazione della legge che stabiliva il suffragio universale maschile (5 maggio), ma Immediatamente dopo, a conseguenza delle tensioni sociali, approvazione della Chian Ijihō (Legge per il mantenimento dell’Ordine pubblico, 12 maggio) CHIAN IJIHŌ • • Svolta fondamentale nel processo politico giapponese: venuta meno della certezza del diritto Legge “speciale” e volutamente ambigua, applicabile secondo la convenienza politica per colpire legalmente ogni opinione difforme all’ideologia dominante (e successivamente emendata con l’introduzione della pena di morte): Stabiliva il divieto di “alterare il kokutai” (sistema nazionale) Perseguiva i “crimini di pensiero”: possibilità di perseguire attività sia politiche che ideologiche considerate “pericolose” Segnò la definitiva entrata nella fase del regime fascista GLI ANNI DEL FASCISMO E DELLA SECONDA GUERRA MONDIALE “FASCISMO” GIAPPONESE • • Tennōsei fashizumu: definizione data al regime costituitosi fra le due guerre mondiali, formato dal blocco di potere già esistente (zaibatsu, alti comandi militari, funzionari civili superiori, Camera alta e Corte imperiale), che occupò lo Stato dall’interno togliendo potere ai partiti e soffocando libertà politiche e diritti civili non si costituì come movimento “dal basso” (si formò un fascismo dal basso, ma fu rimosso dopo il 1937) N.B.: dibattito storiografico riguardo la definizione di “fascismo” in relazione al regime giapponese, e alle differenze fra “fascismo” giapponese e fascismo italiano/nazismo tedesco Maruyama Masao: kazokushugi (familismo) e keiei kazokushugi (familismo imprenditoriale), nōhonshugi (ruralismo) e panAjiashugi (panasiatismo) come caratteristiche distintive del fascismo giapponese INTERVENTI REPRESSIVI SEGUITI ALLA CHIAN IJIHŌ 1925-1928: interventi in chiave antimarxista e antiproletaria Censura delle idee: misure contro i “reati di opinione”: • Definizione di un elenco di riviste e libri di cui era vietata la circolazione • Inserimento di supervisori nei gruppi di ricerca • Arresti/epurazioni di intellettuali che si mostrarono critici verso il regime Istituzione del Tokubetsu kōtō keisatsu (o Tokkō, Apparato di polizia speciale superiore, che svolse le funzioni di una polizia segreta) e dei “procuratori del pensiero” presso i tribunali Applicazione della pratica del tenkō (abiura della posizione ideologica), che sfruttava le capacità di pressione della microstruttura sociale L’EFFICACIA DELLE MISURE Efficacia della repressione (6124 condanne) e della pratica del tenkō (vi si adeguarono circa 6000 incriminati) • • Pressoché totale eliminazione del dissenso, e assenza di ogni forma di resistenza attiva al regime Uniche forme di resistenza: Resistenza passiva da parte degli intellettuali (rifiuto a pubblicare opere/agire come corrispondenti di guerra) Vertenze sindacali operaie negli anni Trenta, ma Rivendicazioni pratiche e senza elaborazione teorica Interrotte dal richiamo all’unità nazionale dopo l’inizio della guerra contro la Cina (sospensione degli scioperi per non sabotare la produzione bellica) LA “FABBRICA DEL CONSENSO” I tentativi di veicolare il consenso ebbero peso equivalente agli interventi repressivi. Si realizzarono attraverso Associazioni sotto il controllo dell’esercito, per la propaganda e la preparazione paramilitare: • Teikoku zaigō gunjikai (Associazione imperiale dei riservisti, fondata nel 1910) • I seinen dan (gruppi giovanili), organizzati dalle sezioni locali della associazione dei riservisti e riuniti in una associazione nazionale dal 1915 Il sistema scolastico Sia le associazioni che il sistema scolastico operarono per l’affermazione dell’ideologia del tennōsei (sistema imperiale: idea della discendenza divina dell’imperatore, simbolo del kokutai) e dei valori di armonia sociale, pietà filiale, lealtà e obbedienza, in chiave nazionalistica IL FASCISMO “DAL BASSO” • • Oltre alle associazioni dei riservisti, nacquero, fino alla metà degli anni Venti, associazioni più piccole, in reazione alle tensioni sociali del dopoguerra e promosse dai ceti piccolo-borghesi urbani pseudo-intellettuali (fascismo “dal basso”) Uno dei maggiori ideologi di questo “fascismo dal basso” fu Kita Ikki (1883-1937), sostenitore Del tennōsei fashizumu come rapporto diretto fra Imperatore e sudditi, con l’eliminazione delle “cricche” militare, burocratica, economica e politica (incluso il Parlamento e gli zaibatsu ) Dell’espansione, contro l’ “imperialismo bianco” Alcune delle idee di Kita Ikki avrebbero influenzato il blocco di potere, nel corso di tutti gli anni del regime SOPPRESSIONE DEL “FASCISMO DAL BASSO” Il fascismo dal basso ispirò gruppi di giovani ufficiali che effettuarono attentati contro esponenti del blocco di potere, sommandosi alle tensioni sociali che continuarono a percorrere gli anni Venti e Trenta Finale soppressione del fascismo dal basso “Incidente del 26 febbraio” 1936: repressione del movimento, dopo l’ennesimo attentato, con la condanna a morte di tredici ufficiali e sei civili (incluso Kita Ikki) Fine dei tentativi di rivolta dei ceti piccolo-borghesi e definitiva soppressione di ogni opposizione al blocco di potere ESPANSIONE IMPERIALISTA GIAPPONESE E GUERRA • • Espansionismo giapponese: avviato in periodo Meiji e proseguito in periodo Taishō con le annessioni durante la Prima Guerra Mondiale riprese a partire dagli anni ’30, con l’avvio della “Guerra dei quindici anni” Settembre 1931: invasione della Manciuria e creazione dello stato fantoccio del Manchukuo Nominalmente affidato a Pu Yi (ultimo discendente della dinastia cinese Qing) ma in realtà sotto pieno controllo giapponese Governo di un Governatore generale militare e viceministri giapponesi Sfruttamento economico da parte degli zaibatsu L’AVVIO DELLA “GUERRA TOTALE” • • • Reazione di Washington e Londra: condanna del Giappone da parte della Società delle Nazioni (abbandonata nel 1933) Crescente frustrazione giapponese verso le politiche occidentali Accentuata propaganda sull’espansionismo Sostenuto da alti comandi militari, zaibatsu, burocrazia civile, partiti conservatori, alcuni intellettuali Crescente presa sull’opinione pubblica 1937: aggressione contro la Cina Il 13 dicembre: occupazione e “massacro”, o “Stupro” di Nanchino: oltre 350.000 vittime calcolate e innumerevoli episodi di violenza (stupri, saccheggi, incendi) Prima delle molte atrocità commesse dai soldati giapponesi contro la popolazione civile delle regioni invase Inizio della Guerra dell’Asia Orientale IDEOLOGIA FASCISTA E IMPERIALISMO Giustificazione ideologica data all’espansione: Difesa dell’onore del Paese degli dei e del kokutai/tennō Lotta contro l’“imperialismo bianco”: • il giornalista Ryū Shintarō, fra gli altri, sostenne la necessità di attaccare i possedimenti britannici e francesi nel Pacifico, e che il mondo sarebbe stato diviso in blocchi, uno dei quali “naturalmente” spettava al Giappone • Idea ripresa all’inizio del 1941 dal Ministro degli Esteri Matsuoka Yōsuke, che formulò la “dottrina Matsuoka” sulle “quattro zone”: USA: America settentrionale e meridionale URSS: attuali paesi sovietici più India e Iran Germania nazista: Europa e Africa Giappone: Asia orientale e sud-orientale LO SCOPPIO DELLA GUERRA “MONDIALE” 1 aprile 1938: Legge di mobilitazione nazionale generale (Kokka sōdōinho) per il “Nuovo Ordine” in Asia 1940: patto tripartito con Italia e Germania 1941: occupazione dell’Indocina settentrionale ed estensione dell’occupazione della Cina Tensioni con gli Stati Uniti: mancata risposta alla richiesta statunitense di garanzie per le Filippine (colonia statunitense) e del ritiro delle truppe dalla Cina Dopo la firma del Patto di neutralità fra Giappone e Unione Sovietica e l’invasione giapponese dell’Indocina meridionale, embargo totale da parte degli Stati Uniti 8 dicembre 1941: attacco giapponese (prima della dichiarazione di guerra) a Pearl Harbour e dichiarazione di guerra tedesca agli Stati Uniti Scoppio della guerra “mondiale” PROGRESSIONE DELLA GUERRA E RESA Iniziali vittorie delle forze giapponesi nel Pacifico Giugno 1942: vittoria statunitense nelle Midway, che iniziò a mutare le sorti del conflitto nel Pacifico Estate 1944: bombardamenti nelle città giapponesi 25 aprile 1945: liberazione dell’Italia 8 maggio 1945: liberazione della Germania e fine del conflitto in Europa. Nonostante la sconfitta giapponese fosse ormai certa, no resa Giugno 1945: occupazione di Okinawa (dopo uno scontro durato mesi ed estremamente sanguinoso, in cui la popolazione civile fu costretta a lanciarsi contro le forze armate) 6-9 agosto 1945: bombardamenti atomici di Hiroshima e Nagasaki 15 agosto 1945: resa incondizionata giapponese RIFLESSI INTERNI DELLA “GUERRA TOTALE” Principali conseguenze della “guerra totale” in Giappone: Riorganizzazione del sistema politico Tolto il potere al Parlamento e partiti assorbiti in un partito unico (Taisei yokusankai) • Il Giappone mutò in uno stato interamente militarizzato Ristrutturazione dell’economia per lo sforzo bellico: Dirigismo economico (già avviato dopo la crisi del ‘29): pressoché totale controllo statale su economia e forze sociali, con • Industria indirizzata soprattutto verso il settore bellico attraverso investimenti/mobilitazione ad hoc delle risorse • Regolamentazione di commercio e finanza • Razionamento prodotti alimentari RIFLESSI SULLA VITA MATERIALE DELLA POPOLAZIONE FORME DI CONTROLLO NEGLI AMBIENTI DI LAVORO E DELLA VITA QUOTIDIANA: Corporativismo industriale: fondazione della DaiNippon sangyō hōkokukai (Associazione patriottica per l’industria del Grande Giappone) I conflitti nei luoghi di lavoro vennero trattati come minacce al kokutai, ovvero come veri e propri crimini sociali e politici I rapporti di lavoro nell’industria vennero equiparati a rapporti famigliari, appellandosi a una logica confuciana Associazioni di vicinato (tonarigumi) e di rione (chōnaikai) poi confluite nel partito unico, e a cui le famiglie vennero spinte a iscriversi Si rifacevano alle forme di mutuo soccorso e controllo tipiche del periodo Tokugawa. CHIAMATA A SOSTEGNO DELLO SFORZO BELLICO: Reclutamento dei soldati, spesso costretti a fronteggiare carenze di rifornimenti e votati a missioni suicide (kamikaze) Ampie fasce di popolazione (donne, studenti di superiori e università) chiamate a sostituire la manodopera maschile in imprese e servizi pubblici, industrie belliche, campagne RAZIONAMENTI: Dapprima sui prodotti tessili, poi, dal 1941, su tutti i beni di consumo, con un sistema di distribuzione basato su carte annonarie e gestito da tonarigumi e chōnaikai Data la scarsità di cibo, fiorire del “mercato nero” e dei crimini economici (violazioni del controllo dei prezzi) BOMBARDAMENTI: Iniziati nell’estate del 1944, colpirono, prima degli attacchi nucleari a Hiroshima e Nagasaki, tutte le maggiori città, (compresa Tōkyō, che il 9-10 marzo 1945 subì un’incursione che causò 84.000 morti) IL DOPOGUERRA LE CONDIZIONI DEL GIAPPONE NELL’IMMEDIATO DOPOGUERRA “SMACCO MORALE” DELLA RESA E SMANTELLAMENTO DELL’IDEOLOGIA DEL KOKUTAI: Primo discorso radiofonico dell’Imperatore, pronunciato il 15 agosto 1945, che invitava tutti i cittadini giapponesi ad abbassare le armi, per evitare ulteriori devastazioni del “nuovo e crudele tipo di bomba” impiegato dai nemici Secondo discorso radiofonico del 1 gennaio 1946, in cui l’Imperatore ripudiava l’idea della natura divina della famiglia imperiale DIFFICILI CONDIZIONI ECONOMICHE E UMANE: Perdita del 70 % della flotta Perdita di tutte le colonie: riassegnate alla dominazione europea e americana (inclusa la Corea del Sud, fino al 38° parallelo, assegnata agli Stati Uniti) o a quella cinese (Taiwan e Manciuria) Insieme ai bombardamenti, questo segnò la perdita di due terzi del potenziale industriale giapponese 8 milioni di senzatetto e 9 milioni di disoccupati, a cui si sommavano i milioni di soldati di ritorno in patria Conseguenze dei bombardamenti atomici (hibakusha) L’OCCUPAZIONE ALLEATA (1945-1952) Pianificata sin dal 1942 da un gruppo di esperti e uomini politici, fu avviata dopo la conferenza di Postdam del luglio 1945 Affidata in primo luogo al Supreme Commander for the Allied Powers (SCAP) e gestita quasi esclusivamente dagli Stati Uniti (a eccezione di un piccolo contingente australiano) Comando dello SCAP: affidato al generale Douglas Mc Arthur Obiettivi: democratizzare e smilitarizzare il Giappone Modalità di operazione: attraverso direttive impartite al governo giapponese, responsabile della loro applicazione AZIONE DELLO SCAP FINO AL GIUGNO 1946 • • • Abolizione delle istituzioni che avevano sostenuto la guerra e il mantenimento del regime: Ministero della Guerra, Ministero della Marina, Ministero degli Approvvigionamenti militari, Ministero degli Interni Scioglimento della Taisei Yokusankai e libertà di ricostituire partiti politici e sindacati Liberazione dei prigionieri politici Sospesi tutti i corsi scolastici, da riaprire solo dopo aver riscritto tutti i testi di storia, geografia ed etica (banditi quelli esistenti come illegali) Stilati piani per Una nuova costituzione Lo scioglimento degli zaibatsu Le epurazioni dei sostenitori del regime DOPO IL 1946 • • • 1946-47: “inversione di rotta” nel rapporto fra Usa e Giappone, con Una azione meno incisiva dello SCAP Mutamento nelle dinamiche del rapporto fra i due paesi Il Giappone divenne il principale alleato statunitense in Asia Causa dell’inversione: Resistenze del governo giapponese (Soprattutto) mutamento del clima internazionale, con i prodromi della Guerra Fredda Riflessi principali di questa inversione di rotta: la gestione della “giustizia dei vincitori”, incluso l’atteggiamento statunitense nei confronti dell’imperatore LA “GIUSTIZIA DEI VINCITORI” EPURAZIONI: Inizialmente, 200.000 persone (90% militari), ma molti riabilitati successivamente attraverso Commissioni per la revisione delle sanzioni agli epurati PROCESSO AI CRIMINALI DI GUERRA: Giudizio per i crimini di “classe A” (crimini contro la pace, di cui dovettero rispondere alti ufficiali e politici istigatori della guerra): gestito dallo IMTFE (International Military Tribunal for the Far East), anche noto come Tribunale di Tōkyō, costituito il 3 maggio 1946 Giudizio per i crimini di “classe B” (crimini di guerra convenzionali, commessi da militari in battaglia o contro civili di popoli nemici) e di “classe C” (crimini contro l’umanità): tribunali istituiti in varie città dell’Asia, fra cui Yokohama ESITI DEL PROCESSO: Crimini di “classe A”: 28 imputati, di cui due morti prima del termine del processo. La sentenza, emessa il 12 novembre 1948, stabilì 7 condanne a morte, 18 pene di detenzione e dichiarò un imputato insano di mente Crimini di “classe B” e “classe C”: mancanza di una chiara distinzione fra i due, nel caso giapponese. Comminate complessivamente 984 condanne a morte, 475 ergastoli, 2944 pene detentive, per lo più a giapponesi, ma in parte anche a collaborazionisti taiwanesi e coreani Si evitò di considerare alcuni gravi crimini, di cui si ignorarono le evidenti prove: • Massacro di Nanchino • Esperimenti su cavie umane (unità 731) • Comfort women IMPERATORE HIROHITO Dichiarato non perseguibile, per varie ragioni: Rischio dell’instaurazione di una Repubblica • Possibilità per l’Imperatore, rimasto nella sua posizione, di fungere da modello per la popolazione giapponese durante l’occupazione (viaggi imperiali) Rischio che l’abdicazione dell’imperatore (possibilità non prevista dalla Costituzione del 1889) potesse portare a una sollevazione popolare, data l’incidenza della teoria della discendenza divina imperiale (nonostante il discorso radiofonico che la aveva smentita) Rischio di una delegittimazione (o di dimissioni) dei vertici burocratici, con conseguenti disordini interni LA NUOVA COSTITUZIONE • • Promulgazione: 3 novembre 1946 (ed entrata in vigore il 3 maggio 1947) Su richiesta dello SCAP, basata sui principi della democrazia parlamentare Ridefinizione della natura dell’imperatore Definito “simbolo (shōchō) dello Stato e dell’unione del popolo giapponese”, con la perdita di tutte le precedenti prerogative e la creazione di vere basi per una monarchia parlamentare Ristrutturazione del potere politico: separazione dei poteri, parlamento con due camere elettive e a cui i ministri sono chiamati a rispondere Pacifismo (articolo 9): rinuncia alla guerra per la risoluzione dei conflitti e divieto di ricostituzione delle forze armate 1950 e 1954: creazione della Riserva di polizia nazionale e dell’Agenzia della difesa (Boeichō) L’ERA DI YOSHIDA SHIGERU (1948-1954) • • • Capo del partito liberale, che emerse nella fase di rapida formazione e dissoluzione di partiti seguita alla democratizzazione Fu il responsabile della transizione fase alla post-occupazione Aspetti fondamentali della sua politica: Rigide misure in ambito politico e sociale (opposizione agli scioperi nel settore pubblico e sostegno alla “purga rossa”) Negoziazione della posizione internazionale del Giappone: con protezione statunitense, pieno riconoscimento internazionale, avvenuto nel 1956 con l’ingresso nell’ONU Ricostruzione economica, a cui diede priorità assoluta, riportando l’economia giapponese ai livelli pre-conflitto per la metà degli anni Cinquanta (a prezzo però di grossi sacrifici della popolazione, oltre che di un certo interventismo statale in ambito industriale) DOPO L’OCCUPAZIONE POLITICA 1954: Hatoyama Ichirō, epurato durante gli anni dell’occupazione, venne riabilitato e salì alla presidenza del Partito Democratico che, con l’appoggio dei socialisti, mise in minoranza Yoshida e i Liberali 1956: unione di Liberali e Democratici nel Jiyū minshūtō, o Jimintō, il Partito Liberal Democratico Dominio in politica per tutta la seconda metà del ventesimo secolo (ad eccezione del biennio 19941996), anche per il forte indebolimento dell’opposizione dopo la “purga rossa” ECONOMIA A PARTIRE DAL 1955 E FINO AL 1965 Elaborazione di Programmi economici quinquennali in accordo con le associazioni di impresa (che fissano, in particolare, i termini dell’intervento statale in economia) Completamento della ripresa (soprattutto stimolando le esportazioni e limitando le importazioni) N.B: alti costi della ricostruzione: inquinamento, e sforzi della popolazione (con consumi molto ridotti) FINE ANNI ’60-FINE ANNI ‘80 Miglioramento generale delle condizioni di vita e sviluppo 1985: ingresso nella recessione INIZIO ANNI ’90 Scoppio della baburu economi RELAZIONI INTERNAZIONALI METÀ ANNI ‘50-INIZIO ANNI ‘70 “Ombrello” americano nelle relazioni internazionali In concomitanza con l’ingresso all’ONU (1956), riallacciarsi delle relazioni diplomatiche con l’Unione Sovietica (problema delle isole Curili a nord dello Hokkaidō, tutt’ora aperta) 1958-1960: partecipazione al Consiglio di sicurezza dell’ONU (come membro NON permanente: dal febbraio 1972, con entrata della Cina nel Consiglio di Sicurezza al posto di Taiwan, problema del rapporto con la Cina) Rapporti diplomatici diretti con Washington • Maggio 1972: Restituzione di Okinawa (ma mantenimento delle basi militari) • 1971: “Nixon shock”, “smacco” diplomatico del Giappone per le trattative fra America e Cina • 1978: avvio relazioni diplomatiche Cina-Giappone A PARTIRE DAGLI ANNI ’70 Maggiore indipendenza da Washington: • Gestione della crisi petrolifera: apertura verso i paesi arabi, per evitare interruzione nella fornitura di petrolio • Gestione dei rapporti con l’Iran durante la rivoluzione del 1979: occupazione dell’ambasciata statunitense a Teheran da studenti iraniani, e mancanza di una risposta forte dal Giappone Guerra del golfo e questione del riarmo del Giappone Nuovo contesto politico creato dal “disgelo” e rapporti con Cina, Russia e Corea del Nord (riapertura della diplomazia dal 1996)