GiuseppeMASSA Primosoccorso abordo

G. MASSA Primo soccorso a bordo
GiuseppeMASSA
Primosoccorso
abordo
Manuale per il conseguimento del certificato
di competenza in materia di primo soccorso sanitario a
bordo delle navi mercantili
1
G. MASSA Primo soccorso a bordo
Premessa
Il manuale è destinato ai candidati a sostenere l’esame per ottenere il
Certificato di competenza in materia di primo soccorso sanitario a bordo di navi
mercantili, secondo le disposizioni del Decreto del Ministero della Sanità del 25
agosto 1997, pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale della Repubblica Italiana n. 215
del 15. 9. 1997.
Quindi un manuale ad uso della gente di mare che, in genere, ha poca
dimestichezza con la cultura medica; anche se non pochi marittimi a bordo delle
loro navi hanno dovuto rimboccarsi le maniche in diverse occasioni, in
Mediterraneo come in Atlantico, per affrontare situazioni di emergenza medica,
con o senza l’ausilio dei consigli medici del CIRM.
E’ stata una scelta ragionata quella di trattare gli argomenti del programma
di esame in maniera semplice ed elementare. Ciò però non deve far credere che il
manuale sia un lavoro superficiale; al contrario contiene informazioni precise ed
aggiornate, nonchè nozioni pratiche per permettere ad un operatore non sanitario di
poter affrontare con dignità, non solo l’esame, ma anche situazioni di emergenze a
bordo di navi mercantili.
Il testo è arricchito da 23 foto e 26 illustrazioni a colori, da 20 tabelle e ciò
per renderlo non solo più gradevole alla lettura, ma ancor più facilmente
memorizzabile. Ovviamente dietro la semplicità della trattazione si nasconde un
lavoro di sintesi. Basti pensare all’argomento “struttura del corpo umano e funzioni
delle varie parti”, tanto per citare uno dei primi argomenti, dove si è inteso fornire
le nozioni essenziali dell’anatomia e della fisiologia del corpo umano sia perchè
non basterebbe l’intero manuale per scendere in qualche dettaglio anatomico o
fisiologico, sia perchè lo spirito delle convezioni IMO è quello di fornire le
informazioni di base per la salvaguardia della vita umana in mare e le relative
specifiche competenze.
Mi sia concesso dedicare questa mia fatica al capitano ESPOSITO
Gennaro (1° ufficiale di coperta della TIRRENIA di Navigazione) per la
competenza, la sensibilità e grande disponibilità umana: senza il suo intervento
questo manuale non avrebbe mai visto la luce.
Napoli, aprile 1998
dr Giuseppe MASSA
Indice
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G. MASSA Primo soccorso a bordo
Premessa .......................................................................................................
2
1. Equipaggiamento di primo soccorso ......................................................
4
2. Struttura del corpo umano e funzioni delle varie parti ....................
6
3. Esame dell’ammalato ................................................................................... 28
4. Fratture, distorsioni e lussazioni.................................................................
35
5. Ustioni ......................................................................................................... 40
6. Cure mediche alle persone soccorse in mare ...................................... 42
7. Arresto cardiaco e respiratorio. Rianimazione cardio-polmonare 46
8. Rischi da avvelenamento e da intossicazioni a bordo delle navi . 55
9. Farmacologia ................................................................................................. 59
10. Sterilizzazione ............................................................................................... 65
11. Consigli medici via radio ............................................................................... 66
12. Significato di alcuni termini medici .......................................................... 69
L'approdo a Procida.
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G. MASSA Primo soccorso a bordo
1. Equipaggiamento di primo soccorso
I medicinali, gli oggetti di
medicatura e gli utensili di cui
devono essere dotate le navi
mercantili da traffico e da pesca,
nonchè le imbarcazioni e le navi da
diporto sono previste dal Decreto
del Ministero della Sanità (D.M.)
del 25.05.1988 n. 279.
L’equipaggiamento
è
dettagliatamente
indicato
nell’apposito elenco allegato al
D.M. Tale elenco è suddiviso in tre
gruppi:
1) medicinali per uso interno
2) medicinali per uso esterno
3) materiale per medicazione
Sono indicati nel totale
131 articoli. I medicinali del primo
e secondo gruppo sono raggruppati
secondo la classe farmaceutica
(analgesici,
antibiotici,
antipertensivi, lassativi, colliri,
pomate, insetticidi), inoltre è
indicata per ciascuno di essi la
forma farmaceutica (compresse,
fiale, supposte) e brevi istruzioni
per l’uso.
Molto importante è la
quantità minima indispensabile di
ciascun
articolo,
indicata
schematicamente in quattro tipi di
tabelle (A-B-C-D).
Ogni tabella varia secondo
la navigazione a cui la nave è
abilitata e secondo il tipo di nave
(definizioni date in precisi articoli
di legge).
Qui in breve riportiamo a
quale tipo di tabella ogni nave deve
far riferimento:
Tabella A: navi abilitate
alla
navigazione
nazionale
litoranea, navigazione nazionale ed
internazionale
costiera,
pesca
costiera ravvicinata, navigazione da
diporto "senza alcun limite".
Tabella B: navi abilitate
alla navigazione nazionale, pesca
mediterranea o d'altura.
Tabella C: navi abilitate
alla navigazione internazionale
breve e lunga, pesca oltre gli stretti
od oceanica.
Tabella D: navi abilitate
alla pesca costiera locale, alla pesca
costiera ravvicinata (con stazza
inferiore alle 10 t), navi ed
imbarcazioni da diporto (senza
equipaggio arruolato).
4
G. MASSA Primo soccorso a bordo
Per esempio il M/T Capo
Sandalo della Tirrenia è una nave
abilitata alla navigazione nazionale
pertanto l’equipaggiamento deve
essere quello previsto nella tabella
B. Altro esempio: una nave abilitata
alla pesca costiera locale deve
avere a bordo ciò che è indicato
nella tabella D.
Sulle navi con la dotazione
delle tabelle A, B, C deve essere
tenuto un registro di carico e
1
1
5
1
1
1
1
1
1
1
1
scarico dei farmaci, su quelle di cui
alle tabelle B e C ci sarà anche un
registro per i farmaci stupefacenti.
Per le navi assegnate nella tabella D
è prevista la sola presenza di una
cassetta di pronto soccorso, la cui
dotazione è riportata nella tabella
che segue.
La cassetta
dovrà essere di materiale rigido, a
chiusura
stagna,
facilmente
asportabile e galleggiante:
Tab. D. Equipaggiamento di una cassetta di pronto
soccorso
- disinfettante liquido, cc 250
- ammoniaca, in flaconi di vetro scuro
- bende di Cambric, di varia misura
- cerotto adesivo
- cerotto medicato (confezione)
- cotone idrofilo (pacco da 250 gr)
- forbici comuni
- garza idrofila compresse (confezione)
- garza vaselinata compresse (confezione)
- laccio emostatico
- stecche per frattura (confezione)
5
G. MASSA Primo soccorso a bordo
Nello schema seguente
invece riportiamo una dotazione
minima di strumenti, attrezzatura e
materiali che
dovrebbero essere presenti in una
valigetta di pronto soccorso, per
un'utilizzazione più ampia:
Tab. II. Dotazione di una valigetta di pronto soccorso
- fonendoscopio e sfigmomanometro (per misurare la pressione)
- termometro (per misurare la temperatura del corpo)
- abbassalingua e pinza tiralingua (per controllare la cavità della bocca)
- torcia elettrica (per controllare il riflesso pupillare alla luce)
- siringhe monouso da 5 e 10 ml (per eventuali iniezioni di farmaci)
- guanti sterili e non sterili (per proteggere il paziente e se stessi dalle
infezioni)
- pallone di AMBU (o di rianimazione, per la respirazione artificiale)
- lacci emostatici (per rallentare le emorragie)
- cerotto, garze sterili, bende, disinfettanti, alcool, ovatta (medicazioni)
- farmaci vari di comune impiego (da usare su ind. medica)
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G. MASSA Primo soccorso a bordo
2. Struttura del corpo umano e funzioni delle varie parti.
E’ importante
la
conoscenza della struttura del corpo
umano e delle sue funzioni, perchè
di fronte ad un primo soccorso a cui
potremmo
essere
chiamati,
dovremo non solo saper localizzare
la parte lesa guardando la persona
vestita, ma dovremo anche saper
localizzare gli organi all’interno del
corpo. E’ necessario inoltre
conoscere la terminologia medica
per
poter
comunicare,
con
precisione di dati, con operatori
sanitari.
fig. 1. Forma delle cellule
Diversi tessuti collegati
per svolgere una singola funzione
formano l’ORGANO.
Più organi che collaborano
per svolgere una precisa funzione
formano un APPARATO.
Inoltre tessuti dello stesso
tipo, ma che svolgono più funzioni,
costituiscono un SISTEMA.
Il corpo umano è costituto
da miliardi di cellule. Esse sono
molto piccole ed hanno varie forme
e dimensioni a seconda delle loro
diverse funzioni (fig. 1).
Un gruppo di cellule
uguali, cioè dello stesso tipo e che
svolgono la stessa funzione forma
un
TESSUTO.
7
G. MASSA Primo soccorso a bordo
Continuando
la
spiegazione della terminologia
medica ci sono due termini molto
importanti: anatomia e fisiologia.
L’ANATOMIA è lo studio della
struttura del corpo umano, mentre
la FISIOLOGIA è lo studio delle
funzioni normali dei vari organi ed
apparati.
Prima
di
cominciare
l’esplorazione del nostro corpo è
opportuno ricordare il significato di
altri termini che si utilizzano in
anatomia.
La
posizione
ANATOMICA è quella che
considera il corpo in stazione eretta
posto davanti a voi, le braccia sono
distese lungo il corpo con le palme
delle mani rivolte in avanti. Questa
posizione è la posizione di base a
cui ci si riferisce se non viene
indicato diversamente (fig. 2).
Il termine di ANTERIORE
viene usato per indicare la parte
frontale
del
corpo,
mentre
POSTERIORE viene usato per
indicare la parte che sta dietro (fig.
3). Molte parti del corpo umano
possono essere indicate come
anteriori o posteriori seguendo
le cuciture laterali dei vestiti.
fig. 2. posizione anatomica
fig. 3. Anteriore e posteriore.
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G. MASSA Primo soccorso a bordo
Il piano SAGITTALE è un
piano verticale immaginario che
suddivide il corpo in una parte
destra ed in una parte sinistra. Tutto
ciò che è vicino al piano sagittale
viene detto MEDIALE, mentre
tutto ciò che è distante viene detto
LATERALE
(fig.
2
bis).
PROSSIMALE sta ad indicare ciò
che è più prossimo al corpo,
DISTALE ciò che è più distante.
Il corpo umano non viene
descritto sempre in posizione
ANATOMICA, cioè in posizione
eretta.
Possiamo
avere
una
posizione SUPINA che si ha
quando il corpo è disteso su di un
piano con l’appoggio di schiena
(fig. 4); quando invece è appoggiato
con il petto si dice che è in
posizione PRONA (fig. 5). Il corpo
disteso su di un fianco di dice che è
in posizione di DECUBITO
LATERALE, se appoggia il fianco
destro
è
in
posizione
di
DECUBITO
LATERALE
DESTRO (fig. 6); se appoggia con
il fianco sinistro in DECUBITO
LATERALE SINISTRO (fig. 7).
fig. 2 bis.
fig.
4. posizione supina
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G. MASSA Primo soccorso a bordo
fig. 5. posizione prona
fig. 6. decubito laterale destro.
fig. 7. decubito laterale sinistro
10
G. MASSA Primo soccorso a bordo
E veniamo ad alcuni termini per descrivere il movimento. Parliamo di
ABDUZIONE quando si vuol descrivere un movimento di allontanamento dal
corpo (fig. 8); di ADDUZIONE se invece il movimento è di avvicinamento al
corpo (fig. 9). Ricordiamo poi il movimento di SUPINAZIONE e di
PRONAZIONE descritti nelle fig. 10 ed 11.
fig.8. abduzione: allontanamento
braccio al corpo.
fig. 9. adduzione: avvicinamento del
del braccio dal corpo.
palmo della mano sia anteriore,
come nella posizione anatomica.
fig. 10. supinazione: rotazione
dell'avambraccio in maniera che il
11
G. MASSA Primo soccorso a bordo
fig. 11. pronazione: rotazione
dell'avambraccio in maniera che il
dorso della mano sia anteriore.
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G. MASSA Primo soccorso a bordo
VISIONE GENERALE
Il corpo umano può essere
suddiviso
in
tre
regioni
fondamentali:
1) testa. 2) tronco. 3) arti.
Nella
regione
della
distinguiamo:
- il cranio: in alto e dietro
- la faccia: in basso ed avanti
Tutta la superficie del corpo è
ricoperta dalla cute, che in
corrispondenza degli orifici naturali
(bocca, narici, ano, vagina) si
continua con le mucose, che
rivestono le cavità interne. Poi ci
sono i muscoli che consentono il
movimento e che rappresentano il
40-50% del peso corporeo.
All'interno del corpo ci sono gli
organi, collegati tra loro da strutture
nervose e dai vasi sangugni.
Si
inizierà
con
la
descrizione della posizione degli
organi nel corpo umano, poi seguirà
la spiegazione delle funzioni degli
apparati e sistemi:
1) scheletrico 2) tegumentario 3)
muscolare 4) cardio-vascolare
5) respiratorio
6) intestinale 7) urinario
8) riproduttivo 9) sistema nervoso
10) sistema endocrino.
In conclusione verranno
descritti due organi di senso:
l’occhio e l’orecchio.
testa
Nel tronco distinguiamo:
- il collo: in alto
- il torace: in avanti
- la schiena: in dietro
- l’addome: in avanti ed al centro
- il bacino: in basso
Gli arti si distinguono in:
superiori:
braccio,
avambraccio e mano.
- inferiori: coscia, gamba e
piede.
Il corpo umano è sorretto
da un’impalcatura ossea il cui
insieme costituisce lo scheletro.
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G. MASSA Primo soccorso a bordo
gli organi
Vediamo ora brevemente
dove e come sono sistemati gli
organi
nel
corpo
umano.
Ricordiamo che un organo è
l'insieme di diversi tessuti
collegati per svolgere la stessa
funzione.
Nella figura
seguente
mostriamo alcuni organi della
testa e del collo:
fig.
13.
Cavità
toracica
Nella figura seguente sono stati
inseriti anche i polmoni:
fig. 12. Organi della testa e del
collo.
Nel torace hanno sede diversi
organi: i polmoni, il cuore ed i
grossi vasi sanguigni, la trachea, l'
esofago.
Nella figura seguente si può
notare la posizione del cuore,
della trachea, dell’ esofago nella
cavità toracica.
fig. 14. Organi del torace.
Il diaframma è un muscolo che
separa la cavità toracica da quella
addominale: si trova al di sopra
del fegato ed ovviamente sotto i
polmoni.
14
G. MASSA Primo soccorso a bordo
Esaminiamo ora la cavità
addominale: nella figura seguente
i diversi organi che la occupano
sono stati tolti.
abbiamo inserito la vescica, i reni,
la milza, il pancreas, l’intestino
tenue.
Nella
figura
seguente,
completiamo l’inserimento.
E cioè inseriamo anche
lo stomaco, il fegato e
l’intestino crasso:
fig. 15. cavità addominale 1.
In alto si può notare il diaframma,
al centro l’esofago ed i grossi vasi
sangugni.
Abbiamo visto nella figura
precedente la cavità addominale
senza i principali organi, ora, per
individuare la loro posizione, ne
inseriamo
qualcuno:
fig. 17. organi dell'addome.
fig. 16. cavità addominale 2.
15
G. MASSA Primo soccorso a bordo
Lo scheletro
Oltre alla funzione di sostegno lo scheletro ha altre funzioni:
- protegge gli organi vitali e le strutture molli
- produce le cellule del sangue
- accumula sostanze minerali
Lo scheletro umano è formato da 206 ossa, ciascuno ha un nome.
fig. 18. Scheletro.
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G. MASSA Primo soccorso a bordo
Tronco: lo scheletro del
tronco comprende innanzittutto la
colonna vertebrale, formata da 3233 vertebre. La colonna vertebrale
in alto sostiene il teschio, in basso
si attacca alle ossa del bacino. E’
molto importante la divisione
della colonna vertebrale in cinque
parti:
Suddividiamo
lo
scheletro in tre parti: testa, tronco
ed arti.
Testa: lo scheletro della
testa è chiamato teschio ed è
costituito da due parti: 1) il cranio
formato da 8 ossa, racchiude il
cervello. 2) la faccia composta da
numerose ossa.
fig. 19. Colonna vertebrale.
1) cervicale: la zona del collo
2) dorsale: la zona superiore della schiena
3) lombare: la zona media della schiena
4) sacrale: la zona inferiore della schiena
5) coccigea: l’estremità inferiore della colonna
Le costole si attaccano
si uniscono in avanti con lo sterno
alla parte dorsale della colonna e
ed insieme formano la gabbia
17
G. MASSA Primo soccorso a bordo
toracica che protegge il cuore, i
polmoni, i grossi vasi sanguigni.
Arti:
superiore
ed
inferiore:
- arto superiore: l’osso
del braccio è l’omero, le ossa
dell’avambraccio sono l’ulna ed il
radio. Lo scheletro della mano è
costituito dal carpo (8 ossa), dal
metacarpo (5 ossa) e dalle falangi,
che sono le ossa delle dita.
- arto inferiore: l’osso della coscia
è il femore. Le ossa della gamba
sono la tibia ed il perone. Il piede
è formato dal tarso (7 ossa), dal
metarso (5 ossa) e dalle falangi
delle dita.
Gli arti superiori si
uniscono alla gabbia toracica con
il cingolo scapolare costituito
dalla scapola e dalla clavicola. Gli
arti inferiori si uniscono alla
colonna vertebrale tramite il
cingolo
pelvico,
costituito
dall’ileo, ischio e pube.
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G. MASSA Primo soccorso a bordo
Apparato tegumentario: Cute ed annessi.
- le membrane mucose
rivestono gli organi del corpo che
sono esposti all’ambiente esterno
(la bocca, le vie aeree, il tubo
digestivo, il tratto urinario, la
vagina).
- le membrane sierose
rivestono le cavità corporee
chiuse e coprono gli organi
interni. Hanno diversi nomi per
es. quella che riveste la cavità
addominale si chiama peritoneo,
la cavità toracica è rivestita dalla
pleura.
- le membrane sinoviali
rivestono le articolazioni con la
funzione di ridurre l’attrito
durante il movimento.
La cute ricopre il corpo. E’
l’organo più esteso ed ha moltepli
funzioni:
1) protezione
2) termo-regolazione
3)
traspirazioneescrezione- assorbimento
4) produzione di vit. D
5) immunitaria
Gli annessi cutanei sono:
i peli, le unghie, le ghiandole
sebacee, le ghiandole sudoripare.
Per affinità di funzione
ricordiamo qui le membrane del
corpo umano, che hanno la
funzione di proteggere gli organi
da lesioni ed infezioni, sono: le
membrane mucose, le m. sierose,
le m. sinoviali.
Apparato muscolare
I muscoli sono gli organi
che permettono il movimento del
corpo. Si distinguono in: muscoli
volontari ed involontari.
- i muscoli volontari,
detti anche muscoli striati,
rappresentano la massa carnosa
che modella la forma del corpo,
sono circa 500. Sono i muscoli
che sono comandati dalla volontà.
Per es. i muscoli dell’arto
superiore sono muscoli volontari.
- i muscoli involontari,
detti anche muscoli lisci, si
contraggono senza l’intervento
della volontà. Essi fanno parte
delle pareti degli organi. Per es. i
muscoli della parete dell’intestino
sono muscoli involontari, il cuore
è formato da muscoli involontari.
19
G. MASSA Primo soccorso a bordo
Apparato cardio-vascolare
L’apparato
cardiovascolare è composto dal cuore,
organo centrale e motore del
sistema,
dai vasi sanguigni
(arterie, vene, capillari), dai vasi
linfatici e dal sangue (fig. 20).
sono messe in comunicazione tra
loro dal sangue.
Il sangue è costituito da
una parte liquida e da una parte
corpuscolata. La parte liquida è
chiamata plasma, mentre la parte
corpuscolata è formata dai globuli
rossi, dai globuli bianchi, dalle
piastrine.
Il
sangue
trasporta
ossigeno e anidride carbonica sui
globuli rossi, e trasporta, disciolte
nel plasma, sostanze nutritive e
sostanze di rifiuto.
Il sangue circola in un
sistema chiuso di condotti: i vasi
sangugni.
Per seguire il percorso
del
sangue,
prendiamo in
considerazione, quale punto di
partenza, il cuore: di qui il sangue
parte e va verso gli organi e
tessuti
periferici,
portando
ossigeno e sostanze nutritive.
Lungo questo percorso cede alle
cellule tali sostanze e riceve da
esse anidride carbonica e sostanze
di rifiuto. Così carico ritorna al
cuore. Questa prima parte della
circolazione del sangue (cuoreorgani-cuore) viene chiamata
circolazione generale (vedi fig. 21
- 1).
Dal cuore il sangue
riparte per andare ai polmoni: qui
scarica l’anidride carbonica ed, in
contemporanea, si carica di
ossigeno; quindi ritorna al cuore.
Questa seconda parte della
circolazione del sangue (cuore-
fig.
20.
Apparato
cardiovascolare.
Tutte le parti, o meglio
tutte le cellule del corpo umano
20
G. MASSA Primo soccorso a bordo
polmoni-cuore) viene chiamata
circolazione polmonare (fig. 21 2).
Il sangue, ritornato al
cuore, ricomincia il ciclo.
Le sostanze di rifiuto
vengono scaricate attraverso
l’apparato urinario.
I vasi sanguigni che
partono dal cuore, e arrivano agli
organi e tessuti periferici,
vengono chiamati arterie; mentre i
vasi che partono dagli organi e
tessuti periferici per ritornare al
cuore, sono detti vene. Nelle
figure i vasi colorati in rosso
trasportano sangue con ossigeno,
mentre quelli colorati in blu
trasportano sangue con anidride
carbonica.
Le arterie hanno pareti
più spesse e più forti, mentre le
vene hanno pareti più sottili e più
deboli, questo perchè le arterie
devono sopportare carichi di
pressioni più alti, causati dal
pompaggio del cuore per far fluire
il sangue dal cuore verso gli
organi e tessuti periferici.
Le arterie, una volta
arrivate all'organo periferico, si
ramificano in vasi sempre più
piccoli di diametro, fino a
diventare vasi capillari. E' proprio
qui e per mezzo di essi che
avviene lo scambio di sostanze tra
il sangue e le cellule.
I vasi capillari arteriosi si
continuano in quelli venosi, poi
confluiscono in vasi di diametro
maggiore, per diventare vene e
per trasportare il sangue verso il
cuore. I vasi capillari, quindi,
sono le ramificazioni delle arterie
e delle vene in periferia; ed
essendo gli uni la continuazione
degli altri, sono i condotti che
mettono in comunicazione le
arterie con le vene.
Dobbiamo
anche
accennare all’esistenza dei vasi
fig. 21. 1 Circolazione generale e
2 circolazione polmonare.
Occorre
precisare
brevemente che le sostanze
nutritive riversate nel sangue sono
il risultato di un lungo processo di
trasformazione
che
avviene
durante la digestione; inoltre le
sostanze di rifiuto, provenienti
dalle cellule, vengono anch’esse
trasformate nel rene prima di
essere eliminate.
21
G. MASSA Primo soccorso a bordo
linfatici. I vasi linfatici sono
anch’essi dei condotti, prendono
origine da tutti gli spazi che
esistono tra le cellule e
confluiscono nelle vene. Essi
trasportano la linfa verso le vene.
La linfa è un liquido prodotto
dalle cellule, esso contiene
sostanze di rifiuto, che non hanno
“trovato la strada” per scaricarsi
nei capillari per diverse ragioni
(per esempio sono delle sostanze
troppo grandi per “entrare” nei
vasi capillari).
Lungo il decorso dei vasi
linfatici esistono dei filtri per
trattenere microbi e materiale da
distruggere. Tali filtri sono le
ghiandole linfatiche che hanno
anche la funzione di produrre i
linfociti, cellule importanti per le
difese immunitarie. Le ghiandole
linfatiche più famose sono le
tonsille.
Inoltre anche la milza
(situata nella cavità addominale,
in alto a sinistra, protetta dalle
ultime costole), svolge funzioni di
filtro per aumentare le difese
immunitarie. Essa, pur non
essendo indispensabile alla vita,
svolge anche altre funzioni, tra cui
quella di distruggere le cellule del
sangue invecchiate o danneggiate.
22
G. MASSA Primo soccorso a bordo
Apparato respiratorio
L’apparato respiratorio è
composto dai polmoni, dall’albero
bronchiale, dalla trachea, dalla
laringe e dal naso- faringe (fig.
22).
La respirazione è quel processo
attraverso il quale si ha uno
scambio di gas tra l’aria ed il
sangue, e cioè l’ossigeno passa
dall’aria nel sangue e l’anidride
carbonica passa dal sangue
nell’aria. Più precisamente con
l’atto dell’ inspirazione l’aria
entra nei polmoni che si dilatano
per accogliere l’aria esterna e con
l’espirazione si elimina l’aria dai
polmoni,
dopo
l’avvenuto
scambio.
L’aria entra attraverso il
naso o la bocca per poi procedere
lungo la faringe, entra poi nella
trachea ed attraverso i bronchi ed i
bronchioli giunge ai sacchi
alveolari, piccole cavità poste alla
fine dei bronchioli, dove avviene
lo scambio dei gas (ossigeno e
anidride carbonica).
fig. 22. Apparato respiratorio.
23
G. MASSA Primo soccorso a bordo
Apparato digerente
L’apparato digerente è
composto dal canale gastroenterico e da vari accessori (le
ghiandole salivari, il fegato ed il
pancreas).
La
funzione
che
accomuna gli organi riuniti
nell’apparato digerente è detta
digestione, processo attraverso il
quale gli alimenti vengono
demoliti in sostanze solubili,
assorbibili ed utilizzabili dalle
cellule per nutrirsi.
La digestione inizia nella
bocca dove il cibo viene masticato
dai denti e bagnato dalla saliva
prodotta dalle ghiandole salivari.
Il cibo, diventato poltiglia (bolo
alimentare), può essere facilmente
deglutito; quindi attraversa la
faringe, l’esofago, e giunge nello
stomaco. Lo stomaco è una sacca
elastica dove il bolo alimentare
sosta per qualche ora per
mescolarsi al succo gastrico,
prodotto da alcune ghiandole
dello stomaco. Il bolo alimentare,
diventato semi-liquido (chimo),
viene poi spinto, da movimenti
dello stomaco, nella prima parte
dell’intestino tenue: il duodeno.
Qui la digestione continua con
l’aggiunta di bile (un succo
prodotto dal fegato) e di succo
pancreatico
(prodotto
dal
pancreas). Il chimo avanza
lentamente nell'intestino tenue,
mescolandosi anche al succo
enterico, prodotto dalle cellule
dell’intestino stesso. Nelle anse
intestinali la parte di chimo che è
stata trasformata completamente
viene assorbita dai villi intestinali,
che sono delle pieghe della
mucosa dell’intestino tenue nel
cui interno scorrono i capillari
sanguigni ed i vasi linfatici. La
parte del chimo non digerita
completamente
procede
nell’intestino
crasso,
dove
avviene
principalmente
l’assorbimento di acqua. Viene
così a formarsi la massa delle
feci, che verrà eliminata con la
defecazione.
Il fegato è un importante
organo dell’apparato digerente. E’
situato nell’addome in alto a
destra.
Tutto
il
sangue
proveniente
dall’intestino,
e
contenente i prodotti assorbiti
grazie alla digestione, passa per il
fegato che compie numerose altre
trasformazioni di tali prodotti per
renderli utilizzabili dalle cellule.
Il pancreas è situato
anch’esso nell’addome, ma in alto
a sinistra; produce il succo
pancreatico, che viene versato nel
duodeno
per
facilitare
la
digestione degli alimenti, e
l’insulina, che viene versata
direttamente
nel
sangue.
Ricordiamo che l’insulina è
un’importante
sostanza
che
permette la regolazione della
quantità di zucchero presente nel
sangue, e cioè della glicemia.
24
G. MASSA Primo soccorso a bordo
Apparato urinario
L’apparato urinario è
composto dai reni, dagli ureteri,
dalla vescica, dall’uretra (fig. 23).
l'eliminazione
dell’urina. La
formazione dell’urina è una
complessa operazione chimicofisica che avviene nei reni.
L’urina, prodotta dai reni, si
raccoglie dapprima nei bacinetti
renali poi, attraverso gli ureteri
arriva nella vescica urinaria. Qui
l’urina si raccoglie fino a che, con
un atto volontario, viene espulsa
all’esterno attraverso l’uretra.
I reni oltre a produrre
urina svolgono anche altre
funzioni importanti:
- mantengono costante la
quantità di importanti sostanze
chimiche
e
minerali,
eliminandone gli eccessi o
riassorbendone (in
caso
di
carenza) maggiori quantità.
- mantengono costante la
quantità e la composizione dei
liquidi
del
nostro
organismo.
contribuiscono
a
regolare la pressione arteriosa.
fig. 23. Apparato urinario.
La
funzione
che
accomuna gli organi dell’apparato
urinario è quella di eliminare le
sostanze di rifiuto contenute nel
sangue, mediante la formazione e
Apparato riproduttivo
25
G. MASSA Primo soccorso a bordo
L’apparato
della
riproduzione è composto da
organi, ghiandole e altre parti che
hanno in comune la funzione di
procreare altri esseri umani. E’
chiamato anche apparato sessuale
ed è diverso nei due sessi.
produzione degli spermatozoi, le
cellule riproduttive maschili.
Nella femmina (fig. 24, B)
l’apparato sessuale è composto
dalle ovaie, dalle salpingi,
dall’utero, dalla vagina e dalle
mammelle. Le ovaia o ghiandole
sessuali femminili servono alla
produzione degli ovuli, le cellule
riproduttive femminili.
L’ovulo, dopo essere
stato prodotto, viene emesso nella
salpinge, canale che va dall'ovaia
all’utero. E’ in questo canale che,
in
genere,
avviene
la
fecondazione, cioè l’incontro tra
lo spermatozoo e l’ovulo. L’utero
è l’organo dove l’ovulo fecondato
si annida e continua la sua
crescita (questo periodo dura 9
mesi e viene detto gravidanza).
L’utero comunica con l’esterno
mediante la vagina, o canale del
parto, canale mediante il quale il
nuovo essere viene partorito, cioè
viene
emesso
all’esterno
dell’organismo
materno.
Le
mammelle sono due ghiandole
destinate a produrre il latte, cioè
l’alimento del bambino nei primi
mesi di vita.
I testicoli e le ovaie, oltre
a produrre le cellule sessuali
(spermatozoo ed ovulo) dalla cui
unione si formerà il nuovo essere
vivente, producono anche altre
sostanze che servono per la
crescita
e
lo
sviluppo
rispettivamente
del
corpo
maschile e femminile.
fig. 24. Apparato riproduttivo.
Nel maschio (fig. 24, A)
l’apparato sessuale è composto
dai testicoli, dalla prostata,
dalle vie spermatiche, dall’uretra,
dal pene. I testicoli o ghiandole
sessuali maschili servono alla
26
G. MASSA Primo soccorso a bordo
Sistema nervoso
Parliamo ora di sistema e
non più di apparato, perché
dobbiamo descrivere parti del
corpo umano che sono formate
dallo stesso tessuto, ma che
svolgono diverse funzioni.
Il sistema nervoso è
composto
dall’encefalo,
dal
midollo spinale e dai nervi
(fig. 25).
fig.
25.
Sistema
L’encefalo è contenuto nella
scatola cranica ed è composto dal
cervello e dal cervelletto. Il
cervello è la sede del controllo dei
muscoli
volontari,
dell’intelligenza,
dell’attività
psichica, della sensibilità tattile,
visiva e uditiva; il cervelletto, che
occupa la parte posteriore del
cranio, è sede del controllo della
precisione dei movimenti e la
sede dell’equilibrio.
Il midollo spinale è
contenuto
nella
colonna
vertebrale. Dal cervello hanno
origine i nervi cranici (12 paia);
dal midollo hanno origine i nervi
spinali (33 paia). I nervi sono dei
sottili cordoni di colore bianco
(anche se nelle figure ho usato il
colore giallo) formati da un
insieme di fibre nervose, cioè i
filamenti delle cellule nervose.
La complessa funzione
degli organi del sistema nervoso è
il controllo della vita di relazione
(movimenti, sensazioni, attività
psichica) e il controllo del
funzionamento degli organi del
nostro corpo.
nervoso.
Sistema endocrino
27
G. MASSA Primo soccorso a bordo
nel sangue, perciò le ghiandole
sono dette endocrine, e sono
trasportate dal sangue ai vari
organi sui quali agiscono.
Le ghiandole endocrine
sono (fig.26):
- l’ipofisi (è situata al
centro della scatola cranica e
regola l’attività di tutte le altre
ghiandole).
- la tiroide (situata nella
regione del collo in avanti,
all’altezza
del pomo
d’Adamo).
- le paratiroidi (situate
ai lati della tiroide).
- il pancreas (situato,
come abbiamo già visto nella
cavità addominale, in alto a
destra).
- le surrenali (situate al
di sopra dei reni).
- le gonadi o ghiandole
sessuali (testicoli nei maschi,
ovaia nelle femmine).
fig. 26. Sistema endocrino.
Il sistema endocrino è
composto da numerose ghiandole
endocrine. La ghiandola è un
insieme di cellule che produce
delle sostanze, chiamate ormoni.
Tali sostanze hanno la funzione di
controllare l’accrescimento del
corpo, il ricambio delle sostanze
liquide,
la
riproduzione e
numerose altre funzioni.
Gli ormoni prodotti dalle
ghiandole si versano direttamente
Organi di senso
28
G. MASSA Primo soccorso a bordo
I
nostri cinque sensi
sono: la vista, l’udito, il gusto,
l’olfatto, il tatto. Gli organi di
senso sono l’occhio, l’orecchio, la
lingua, il naso, la pelle. Essi sono
collegati strettamente con il
sistema nervoso, mediante i
relativi nervi.
Ricordiamo in breve solo
l’occhio e l’orecchio.
alla cavità dell’orbita, facendolo
muovere in ogni direzione.
L’orecchio è composto
da tre parti:
- la parte esterna formata
dal padiglione auricolare ed il
condotto uditivo.
- la parte media formata
dal timpano, dalla tromba di
Eustachio e dalla catena degli
ossicini (incudine, staffa e
martello).
- la parte interna formata
dal
vestibolo,
dai
canali
semicircolari e dalla coclea.
fig. 27. L'occhio.
Gli occhi sono due organi sferici,
rivestiti da una membrana, che
nella parte anteriore è trasparente
ed è chiamata congiuntiva. La
parte anteriore dell’occhio viene
chiamata cornea ed è una
membrana trasparente. L’iride è
l’anello colorato dell’occhio, il
foro dell’iride è chiamato pupilla,
essa permette alla luce di entrare
nell’occhio. Dietro alla pupilla c’è
il cristallino, una sostanza
gelatinosa che la funzione di una
lente.
La
parte
sensibile
dell’occhio è la retina, un insieme
di cellule fotosensibili situate in
fondo all’occhio. Gli stimoli che
arrivano alla retina vengono
trasmessi al cervello tramite il
nervo ottico. Ci sono poi sei
muscoli che collegano l’occhio
fig. 28. L'orecchio.
L’orecchio, oltre ad essere
l’organo che permette l’udito, partecipa
anche a mantenere l’equilibrio del corpo
grazie ai canali semicircolari.
Ricordiamo che il suono è
fatto di onde che raccolte dal padiglione
auricolare passano nel condotto uditivo
e che fanno vibrare la membrana del
timpano. Le vibrazioni del timpano
vengono trasmesse dalla catena delle
ossicina alla coclea, la parte sensibile
dell’orecchio a forma di spirale piena di
liquido, che muovendosi per le
vibrazioni, eccita le sue speciali cellule.
Queste cellule trasmettono gli stimoli
lungo il nervo acustico al cervello.
29
G. MASSA Primo soccorso a bordo
3. Esame dell’ammalato
L’esame
dell’ammalato
consiste nella valutazione delle
condizioni in cui si trova
l'ammalato al nostro arrivo e nella
raccolta di informazioni per
stabilire che tipo di assistenza
deve essere prestata. Prima di
procedere all'esame nel dettaglio,
è necessario stabilire rapidamente
se esistano condizioni che
possano minacciare la vita del
soggetto malato, e correggerle.
Occorre conoscere e
distinguere le condizioni che
possono diventare pericolose (che
richiederanno l'intervento medico)
da quelle che richiedono delle
azioni immediate (dalla prima
persona che presta soccorso). Per
esempio
un
forte
dolore
addominale, localizzato nella
zona dell’appendice, che dura da
diverse ore, può essere un segno
di un appendicite acuta, specie se
poi esistono altri sintomi come il
vomito, la febbre ed una
frequenza del polso superiore ai
120 battiti al minuto: in questo
caso la condizione dell'ammalato
può diventare pericolosa, e
l’assistenza
dovrà
essere
necessariamente medica.
Un’ostruzione delle vie
respiratorie invece (per esempio
una patata bloccata in bocca)
richiede un'azione immediata
dalla prima persona che presta
soccorso: infatti l’ostruzione può
portare rapidamente ad un arresto
del respiro e quindi alla morte.
Occorre quindi rimuovere il corpo
estraneo: prendere l'ammalato alle
spalle; cingerlo con le braccia ed
esercitare delle compressioni
sullo stomaco, in profondità e
verso l'alto, in modo che l'onda
pressioria così provocata possa
rimuovere
la
causa
dell'ostruzione.
Quindi
l'esame
dell'ammalato va
condotto in
due fasi: in una prima fase occorre
valutare i segni vitali ed in una
seconda fase procedere ad un
esame delle varie parti del corpo.
Ecco quindi che occorre
saper riconoscere i segni vitali.
Tab. III. I segni vitali sono:
1) lo stato di coscienza
2) il polso
3) la respirazione
4) la pressione arteriosa
5) la temperatura cutanea
6) aspetto delle pupille
1) Lo stato di coscienza.
Di solito è facile stabile se una
30
G. MASSA Primo soccorso a bordo
persona è cosciente oppure non lo
è. E' più difficile invece stabilire
il livello di coscienza in quanto
ciò richiede esperienza ed altre
informazioni. Una persona è
cosciente quando capisce ciò che
sta succedendo intorno a lui, sa il
proprio nome, sa dove si trova, sa
rispondere a semplici domande.
2) Il polso. Quando si
parla di polso ci si riferisce al
polso arterioso. Il polso arterioso
è la percezione, fatta con le punta
delle dita, della dilatazione e del
successivo
restrigimento
di
un’arteria che viene compressa
(dalle dita) contro un osso. Tale
percezione corrisponde ai battiti
cardiaci ed è dovuta all’arrivo in
periferia
dell’onda
pressoria
originata
dall’azione
di
pompaggio del cuore. Il polso
arterioso si può rilevare in diverse
zone del corpo. In genere però
quando si parla di “prendere il
polso”, si intende la rilevazione
del polso radiale, cioè il rilievo
che si esegue palpando, con la
punta dell'indice e del medio,
l’arteria radiale nella parte laterale
della regione anatomica del polso
(fig. 29).
fig. 29. Polso radiale.
Una volta percepite le
pulsazioni, si contano per 30
secondi e si moltiplica per due,
così si determinano i battiti al
minuto: abbiamo così rilevato la
frequenza del polso. In genere la
frequenza in una persona adulta è
compresa tra i 60 e 80 battuti al
minuto.
Oltre alla frequenza,
dalla percezione del polso radiale,
possiamo avere altre importanti
informazioni: possiamo sapere se
l’intervallo tra un battito ed il
successivo è sempre uguale,
oppure no. Se le pulsazioni si
succedono con lo stesso intervallo
tra l’una ed un’altra possiamo dire
che il polso è regolare. Se invece
tra una pulsazione e la successiva
l’intervallo non è sempre lo stesso
diremo che il polso è irregolare.
Un polso regolare si dice che è
ritmico, altrimenti si parla
genericamente di polso aritmico.
Ancora, se la pulsazione
viene percepita debolmente si
parla di polso debole, al contrario
se viene percepita forte si parla di
polso forte e pieno.
31
G. MASSA Primo soccorso a bordo
A volte per essere sicuri
della rilevazione occorre prendere
il polso più volte e non per 30 sec,
ma per un intero minuto e più.
La rilevazione del polso
è un dato molto importante per
fare una valutazione delle
condizioni dell’apparato cardiocircolatorio del paziente. Se per
esempio si rileva, in più di una
volta, un polso con una frequenza
superiore ai 120 battiti al minuto
o al di sotto dei 50 battiti al
minuto si deve considerare tale
rilevazione
come
segnale
dell’esistenza di una condizione
molto grave; l'ammalato quindi
dovrà essere visitato da un medico
al più presto.
E' necessario precisare
che nei bambini da 1 a 5 anni la
frequenza normale del polso è
compresa tra 80 e 150 battiti al
minuto; per i più grandicelli tra i 5
ed i 12 anni la frequenza è di
solito compresa tra i 60 e 120
battiti al minuto. Frequenze al di
sopra o al di sotto di tali valori
richiedono l’immediata assistenza
di un medico.
che una persona effettua in un
minuto. Può essere classificata in
normale, lenta o rapida. La
normale frequenza respiratoria per
un adulto a riposo varia tra i 12 e i
20 respiri al minuto. Occorre tener
presente
che
può
essere
considerata
normale
una
respirazione influenzata dalle
dimensioni
corporee,
da
condizioni emotive o fisiche. Se
comunque ci troveremo di fronte
ad un adulto che ha una frequenza
respiratoria superiore ai 28 respiri
al minuto oppure al di sotto dei 10
respiri al minuto, dovremo
considerare la situazione grave e
far visitare il paziente da un
medico.
La natura del respiro
comprende la rilevazione del
ritmo, della profondità ed anche la
presenza o meno di rumori
respiratori. Per ciò che si riferisce
al ritmo si considera un respiro
regolare quando l’intervallo tra i
respiri è sempre uguale e costante,
si considera il respiro irregolare
quando l’intervallo cambia di
continuo.
Per ciò che si riferisce
alla profondità del respiro si deve
considerare la quantità di aria che
si inspira ed espira.
I dati rilevati vanno
confrontati con lo stato del respiro
di un adulto a riposo.
La rilevazione degli atti
respiratori si fa osservando i
movimenti del torace e contando i
respiri per 30 secondi per poi
moltiplicarli per due. Tale
rilevazione è molto importante
3) La respirazione.
Ricordiamo in breve che la
respirazione è l’atto di immettere
ed espellere aria dai polmoni.
Quindi un singolo respiro è
costituito da una inspirazione
seguita da una espirazione. Anche
per la respirazione si deve rilevare
la frequenza e la natura del
respiro.
La frequenza respiratoria
rappresenta il numero di respiri
32
G. MASSA Primo soccorso a bordo
per valutare le condizioni
dell’apparato respiratorio e di
quello cardio-circolatorio.
diastolica. Sgonfiate rapidamente
lo sfigmo.
Se non si è sicuri dei
valori annotati bisogna ripetere
l’operazione, aspettando qualche
minuto. E’ importante anche
annotare l’ora della misurazione
perchè vanno effettuate varie
misurazioni nel corso del periodo
di assistenza.
La
misurazione
della
pressione
arteriosa è importante per capire
le condizioni del cuore e della
circolazione del sangue.
4) La pressione arteriosa. Per
misurare la pressione arteriosa
occorre un fonendoscopio ed uno
sfigmomanometro. Mettete il
fonendoscopio appeso al collo,
con gli auricolari puntati in
avanti, mettetevi poi al fianco del
paziente ed applicate lo sfigmo al
braccio dopo esservi assicurati
che non vi siano lesioni. Lo
sfigmo va applicato sul braccio
nudo. Avvolgete lo sfigmo attorno
al braccio, subito dopo il gomito.
Inserite
il
microfono
del
fonendoscopio verso la parte
mediale. Gonfiate lo sfigmo.
Inserite gli auricolari del fonendo
(ricordarsi: con le punte rivolte in
avanti). Mentre gonfiate sarete in
grado di sentire le pulsazioni.
Gonfiate
l’apparecchio
controllando
l’indicatore
di
pressione. Ad un certo punto non
sentirete più le pulsazioni. A
questo punto fate defluire
lentamente l’aria dallo sfigmo
aprendo la valvola: l’indicatore di
pressione scende. Ascoltando con
attenzione, ad un certo punto
sentirete di nuovo le pulsazioni;
annotate la lettura dell’indicatore:
è il valore della pressione
massima o sistolica. Continuate a
sgonfiare l’apparecchio fino al
punto in cui le pulsazioni non si
avvertiranno più; annotate la
lettura dell’indicatore: è il valore
della
pressione
minima
o
5) La temperatura
cutanea. Non si tratta in senso
assoluto di un segno vitale, ma è
molto
utile
conoscere
la
temperatura di un ammalato nel
corso di un’ assistenza, poichè
molti disturbi sono legati ad
alterazioni della temperatura.
Ovviamente
occorre
un
termometro e, per comodità e
facilità
di
rilevazione,
ci
limiteremo alla misurazione della
temperatura
ascellare,
tralasciando la misurazione orale
e quella rettale, anche se sono più
attendibili.
Mentre si effettua la
misurazione è buona norma notare
le condizioni della pelle. Se al
momento non fosse possibile la
misurazione della temperatura con
il termometro, è possibile avere
delle informazioni attendibili
toccando la fronte del paziente
con il dorso della propria mano.
Si rileverà cosi se la pelle appare
calda, caldissima, fresca, fredda o
normale (cioè con la stessa
33
G. MASSA Primo soccorso a bordo
temperatura della nostra mano).
Allo stesso tempo possiamo
notare se la pelle è secca, umida o
fredda ed umida. Si può annotare
se l'ammalato ha la cosiddetta
“pelle d’oca” associata a brividi.
6)
L’aspetto
delle
pupille. Non è un segno vitale in
senso stretto, ma dal controllo
dell’aspetto delle pupille si
possono ottenere informazioni
importanti sullo stato di salute del
soggetto che ha bisogno della
nostra assistenza. Infatti molte
importanti e gravi malattie
possono
rivelarsi
con
un
cambiamento delle dimensioni
delle pupille (come per esempio
l’uso di sostanze stupefacenti è
rilevato da pupille di ridotte
dimensioni che non rispondono
agli stimoli di maggiore luce).
Per esaminare l’aspetto
delle pupille occorre munirsi di
una lampada.
Nel soggetto
normale, sano, le dimensioni delle
pupille variano secondo la
quantità di luce che arriva
all’occhio (fig. 30): poca luce
comporta una apertura della
pupilla, cioè la pupilla si dilata;
invece molta luce comporta una
riduzione immediata del diametro
pupillare: cioè la pupilla si
contrae.
fig. 30. Diametri della pupilla.
Ora si può iniziare la
seconda
fase
dell'esame
dell’ammalato. Si procede in
modo sistematico, ma non si deve
seguire sempre lo stesso ordine: si
cambierà di volta in volta a
seconda dei disturbi che accusa
l’ammalato e secondo le norme
del buon senso.
La procedura che si
segue è la stessa che abbiamo
descritto per la presentazione del
corpo umano:
Tab. IV. Seconda fase
dell'esame dell'ammalato.
Si esegue nell'ordine l'esame:
- della testa
- del collo
- del torace
- dell’addome
- degli arti
- della schiena
Descriveremo ora le cose
più importanti da valutare:
- Testa. Va controllato se
esistono emorragie, gonfiori sia
sul cuoio capelluto, sia sulla
faccia. Particolare attenzione va
prestata nel controllo degli occhi e
34
G. MASSA Primo soccorso a bordo
delle dimensioni delle pupille, ma
va controllato anche il naso, la
bocca e l’orecchio per rilevare la
presenza di sangue od altro.
- Collo. Va esaminato
con
cautela,
specie
negli
infortunati. La regola da seguire,
in questi casi, è di mantenere
sempre il collo in asse con il
corpo e non effettuare movimenti
bruschi di spostamenti laterali.
- Torace. Va controllato
se il torace si espande in modo
uniforme e vanno ricercati segni
di tagli, gonfiori, fratture delle
costole.
- Addome. Occorre
sempre ricercare la presenza di
lesioni, ma va anche controllata
l’origine di eventuali dolori. A tal
proposito, per dare un punto di
riferimento per la localizzazione
del dolore addominale, è utile la
suddivisione
dell'addome
in
quattro quadranti, tracciando due
linee immaginarie che passano
per l'ombelico (una orizzontale e
l'altra verticale), così come
illustrato nella fig. 31. Così
potremo
descrivere
la
localizzazione del dolore: per
esempio nel quadrante superiore
destro oppure nel quadrante
inferiore sinistro e così via.
fig. 31. Quadranti addominali.
- Arti. Oltre alla presenza di
lesioni, va controllato il polso, il
colore della pelle delle estremità e
la funzionalità dei movimenti.
- Schiena. Quando è il
caso, controllare l’esistenza di
lesioni.
In conclusione, nel fare l'esame dell'ammalato occorre:
Tab. V. Esame dell'ammalato.
1) capire subito se l'ammalato è cosciente, oppure non lo è.
2) stabilire se l'ammalato rischia di morire: capire quali sono i segni
vitali.
3) essere preparati al fatto che le condizioni dell'ammalato possono
cambiare all’improvviso in peggio, ma anche in meglio.
4) non muovere l’infortunato prima di aver capito la dinamica
dell’incidente ed individuato la regione del corpo interessata.
35
G. MASSA Primo soccorso a bordo
5) cercare nell’infortunato ferite evidenti, ustioni, fratture,
deformazioni o gonfiori.
6) descrivere la sede di eventuali dolori.
7) parlare, comunicare sempre con l'ammalato ed informarlo con
chiarezza quello che avete intenzione di fare.
8) cercate, palpate, annusate, ascoltate, ma soprattutto ricordatevi di
prendere le precauzioni necessarie per la vostra incolumità.
36
G. MASSA Primo soccorso a bordo
4. Fratture, distorsioni e lussazioni.
Spesso
è
difficile
stabilire con certezza, senza
l'aiuto di una radiografia, quali
lesioni siano state provocate da
urto violento: frattura, distorsione
oppure lussazione. A bordo delle
navi non è importante fare una
diagnosi della lesione, ma occorre
conoscere e capire l'importanza di
queste
patologie,
per
non
provocare
ulteriori
danni
all'infortunato.
Diamo ora brevi cenni
sulle patologie suddette.
La frattura è la rottura di
un osso. Nella maggioranza dei
casi l'osso si rompe mantenendo il
suo allineamento, ma non sempre
è così. Esistono diversi tipi di
fratture, ma è da ricordare la
differenza tra frattura chiusa e
frattura esposta: una frattura
chiusa si ha nella rottura di un
osso senza la lacerazione e la
perforazione della pelle, mentre la
frattura esposta si ha quando un
frammento dell'osso rotto lacera
la pelle e viene a contatto con
l'aria (fig. 34).
In genere quando si
verifica una frattura, oltre al
danno all'osso, si verificano anche
danni ai tessuti che circondano
l'osso, i cosiddetti tessuti molli (in
contrapposizione al tessuto duro
dell'osso) e si possono verificare
anche lesioni ai vasi sanguigni ed
ai nervi che circondano l'osso (fig.
35).
Fig. 34. Tipi di frattura.
Fig.
35.
Complicanze
delle fratture.
I danni ai tessuti molli
non danno preoccupazioni: in
genere si tratta di piccole
emorraggie e di gonfiori locali.
Rappresentano invece danni gravi
le lesioni (quando sono presenti)
37
G. MASSA Primo soccorso a bordo
ai grossi vasi sanguigni od ai
nervi. La lesione di un'arteria
provoca l'uscita abbondante di
sangue dalla ferita, in caso di
frattura esposta. La caratteristica
della lesione arteriosa è il gettito
intermittente di sangue che va di
pari passo con il battito del cuore.
La lesione di un nervo, invece,
provoca un formicolio della zona
interessata.
Nelle fratture inoltre
assume importanza la parte dello
scheletro colpita. Le fratture più
gravi sono quelle della colonna
vertebrale, seguono poi le fratture
del cranio, della gabbia toracica,
del bacino ed infine, le meno
importanti, sono le fratture degli
arti.
Le ossa vengono tenute
unite tra di loro nelle articolazioni
dai legamenti. La distorsione si
verifica quando vengono lesionati
i legamenti di un'articolazione (in
parte od in toto) in un urto oppure
in una trazione violenta.
La lussazione è, invece,
lo spostamento di un'estremità di
un osso dalla
sua sede
nell'articolazione.
Il trattamento di primo
soccorso
per
tutte
queste
patologie, oltre agli impacchi di
ghiaccio, è l'immobilizzazione
della parte colpita. Nel caso di
frattura
esposta,
prima
dell'immobilizzazione,
occorre
disinfettare la ferita e poi coprirla
con garze sterili. Non bisogna
tentare di far rientrare l'osso,
come non bisogna tentare di
raddrizzare un osso in caso di
deformità evidenti.
Una
particolare
attenzione bisogna dedicare alle
lesioni della colonna vertebrale,
per la loro importanza.
Le lesioni della colonna
vertebrale comprendono:
- le fratture delle vertebre
- le lussazioni della
colonna vertebrale
- le fratture e gli
schiacciamenti
dei
dischi
intervertebrali
Ricordiamo
che
la
colonna vertebrale è formata da
una serie di 33 vertebre
sovrapposte e che tra una vertebra
e l’altra è interposto un disco di
materiale elastico, il disco
intervertebrale. Le vertebre non
sono tutte uguali, esse hanno una
forma diversa
38
G. MASSA Primo soccorso a bordo
secondo
la
posizione
che
occupano nella colonna.
La fig. 32 mostra una
vertebra dorsale.
fig.
33.
Midollo
spinale.
Una lesione del sistema
nervoso (come complicanza di
una lesione della colonna
vertebrale) può condurre alla
paralisi motoria degli arti, alla
perdita di sensibilità e, in casi
estremi, può portare alla morte.
Le lesioni della colonna
vertebrale sono frequenti in
incidenti violenti, come una
caduta, in cui il soggetto batte con
violenza la testa o il torace, la
schiena od il coccige.
Agli
operatori
non
sanitari non si chiede di
riconoscere e curare le lesioni
vertebrali, ma almeno di saperne
l’esistenza e la loro importanza
per evitare di fare danni
irreparabili nel soccorrere in
modo incauto l'infortunato.
fig. 32. Vertebra.
Comunque
elementi
comuni a tutte le vertebre sono il
corpo, un arco e dei peduncoli.
L’arco unendosi ai peduncoli
delimita un foro e la successione
dei fori vertebrali forma il canale
vertebrale dove è racchiuso il
midollo
spinale.
La
sovrapposizione delle vertebre
determina, lateralmente, due fori
(detti intervertebrali) da cui
fuoriescono i nervi spinali (fig.
33).
L’importanza
delle
lesioni vertebrali sta nel fatto che
ad esse possono essere associate
lesioni del sistema nervoso.
39
G. MASSA Primo soccorso a bordo
In tale situazione non
bisogna spostare l'incidentato,
senza aver fatto la dovuta
valutazione (vedi Tab. VI).
Tab. VI. Valutazione sul posto, di un eventuale lesione del midollo
associata ad una probabile lesione vertebrale.
1) osservare come l'infortunato respira.
2) dare un pizzicotto sulle mani e sui piedi ed osservare la
reazione.
3) con l'infortunato cosciente, chiedergli di agitare la mano ed il
piede.
4) con l'infortunato cosciente, chiedergli di stringere la mano e di
spingere il piede.
5) con l'infortunato cosciente, chiedergli di sollevare il braccio e la gamba.
Anche una sola risposta negativa (l'infortunato non reagisce al pizzicotto,
oppure non solleva un braccio) va ritenuta importante per una possibile lesione
del midollo spinale e va segnalata al medico.
Nel frattempo, in attesa
del medico o dei suoi consigli,
occorre rispettare delle precise
norme.
Assicurare alla colonna
vertebrale sempre un sostegno
rigido ed immobilizzare la testa
ed il collo. Se non si ha in
dotazione un collare rigido,
occorre farlo con le mani. Bisogna
tener presente che testa e collo
vanno mantenuti allineati con la
colonna
vertebrale.
Occorre
procurarsi un asse rigido per
sistemare e poi trasportare
l'infortunato. Basterà allo scopo
una lunga tavola di legno o la
barella rigida a canoa.
Nello
spostare
l'infortunato
sull'asse
rigido
occorre essere in tre o più persone
e bisogna fare molta attenzione
nel coordinare i movimenti,
perchè è necessario non procurare
ulteriori
spostamenti
della
colonna vertebrale, mantenendo
sempre immobile la testa.
L'infortunato dovrà essere trattato
come se fosse un unico pezzo
rigido, se possibile far scivolare
l'asse sotto di lui. Occorrerà poi
riempire i vuoti a livello del collo,
del tronco, delle ginocchia, delle
caviglie prima di assicurare
l'infortunato all'asse con delle
fasce. L'immobilizzazione verrà
completata assicurando all'asse la
testa ed il collo.
La persona con sospetta
frattura della colonna vertebrale
va tenuta sempre sotto stretta
osservazione
e,
se
c’è
disponibilità di ossigeno, iniziarne
subito la somministrazione, anche
se il paziente respira bene; ciò sia
prima che durante il trasferimento
a terra.
Nel caso in cui la vittima
dell'incidente sia in stato di
incoscienza è buona norma
considerare sempre la possibilità
di una lesione vertebrale, con le
40
G. MASSA Primo soccorso a bordo
probabili complicanze sul sistema
nervoso.
esistono i sospetti di una gravità
del trauma.
Non bisogna perdere
tempo se l'infortunato presenta
perdita di coscienza, se ha
movimenti
bruschi
ed
incontrollati, se ci sono disturbi
visivi o se le pupille sono di
dimensioni diverse, se esiste un
sanguinamento dall'orecchio, dal
naso o dalla bocca, se esiste
vomito violento.
Nei traumi cranici, senza
fratture evidenti, la gravità è
dovuta al pericolo di emorragie
all'interno del cranio, perchè
l'accumulo di sangue, esercitando
compressione,
danneggia
il
cervello.
Quindi
occorre
organizzare il trasporto a terra
dell'infortunato
non
appena
41
G. MASSA Primo soccorso a bordo
5. Ustioni o scottature
Le ustioni sono delle
lesioni della cute che possono
interessare anche i tessuti
sottocutanei. Per capire la gravità
dell’ustione occorre considerare
(tab. VII):
Tab. VII. Gravità dell'ustione.
Stabilire:
1) l’agente causale dell’ustione
2) la superficie del corpo colpita
3) il grado dell’ustione
4) la presenza di altre malattie e/o
lesioni.
alle vie aeree, nonchè procurare
danni estetici notevoli.
E’ importante valutare
anche
l’estensione
dell’area
ustionata, specie nelle ustioni che
coinvolgono più parti del corpo. A
tal fine è utile ricordare "la regola
del 9": ognuna delle seguenti aree
ustionate rappresenta il 9% della
superficie del corpo: testa e collo,
parte anteriore del torace, schiena,
addome, lombi e natiche, ogni
arto superiore, faccia anteriore
dell'arto
inferiore,
faccia
posteriore dell'arto inferiore.
1) L’agente causale
dell’ustione. Può essere:
termico
(fiamme,
calore, liquidi bollenti)
- chimico (acidi, caustici)
- elettrico
- luce solare
- radioattivo
Spesso è utile anche conoscere la
fonte dell’ustione, per esempio
ustione termica, causata da acqua
bollente. Inoltre non bisogna dare
mai per scontata la fonte di
un’ustione, occorre sempre avere
informazioni precise.
3) Il grado dell’ustione. Le
ustioni possono essere classificate
di primo, secondo e terzo grado.
Ustione di primo grado: è
un ustione superficiale. La pelle si
presenta arrossata, la guarigione è
spontanea e non lascia cicatrici.
Ustione
di
secondo
grado: è un ustione più profonda.
La pelle oltre ad essere arrossata
presenta le caratteristiche “bolle",
la guarigione può dare esito anche
a cicatrici.
Ustione di terzo grado: è
un ustione che colpisce tutti gli
strati della pelle. Oltre alle
"bolle", sono presenti aree
carbonizzate. La guarigione lascia
cicatrici evidenti.
4) La presenza di
altre malattie e/o lesioni. Le
persone con malattie cardiache,
respiratorie o con il diabete
reagiscono con maggiori difficoltà
2) La superficie del corpo
colpita. Le ustioni delle mani o
dei piedi vanno considerate con
attenzione, perchè la formazione
di cicatrici può determinare poi la
perdita del movimento della dita.
Le ustioni del volto sono
preoccupanti perchè possono
esistere delle lesioni agli occhi ed
42
G. MASSA Primo soccorso a bordo
alle ustioni. Come pure la
presenza di altre lesioni associate
all’ustione comportano seri rischi.
Quindi
bisogna
ottenere
informazioni sullo stato di salute
dell’infortunato e cercare possibili
altre lesioni associate all’ustione
(ferite, fratture).
Per ciò che riguarda il
trattamento delle ustioni occorre
tener presente che a bordo si
possono curare solo:
- le ustioni di 1° grado
- le ustioni di 2° grado
che interessano meno del 12-15%
della superficie del corpo.
- le ustioni di 3° grado
che interessano meno del 3%
della superficie corporea.
- le ustioni che non
interessano le mani, i piedi ed la
faccia.
Per le ustioni di 1° grado
applicare solo un pò di pomata di
Foille nei primi giorni. Per quanto
riguarda le ustioni di 2° grado e le
piccole ustioni di 3°, esse vanno
prima raffreddate con acqua pulita
poi vanno disinfettate con acqua
ossigenata. Occorre poi asciugare
con garze sterili e disinfettare con
altro
liquido
disinfettante,
asciugare poi sempre con garze
sterili. Non bisogna rompere "le
bolle". Coprire con garze sterili
umide (tipo Fitostimoline) e
completare
la
medicazione
coprendo con garze sterili e
bendaggio. La medicazione va
cambiata ogni giorno. Durante
queste operazioni è importante
rispettare le norme di pulizia e di
sterilità, per evitare il pericolo di
infezioni.
Tutti gli altri tipi di
ustioni vanno curati in ambiente
ospedaliero e cioé:
- le ustioni di 2° grado
che interessano una superficie del
corpo maggiore del 12-15%.
- le ustioni di 3° grado
che interessano superfici maggiori
del 3%.
le
ustioni
che
interessano le mani, i piedi o la
faccia.
Per
questo
secondo
gruppo di ustioni occorre mettersi
subito in contatto con il CIRM ed
organizzare
il
trasporto
dell'infortunato a terra, in quanto
potrebbero
sorgere
complicanze
respiratorie e circolatorie, che a
bordo non si possono curare.
43
G. MASSA Primo soccorso a bordo
7. Cure mediche alle persone soccorse in mare
Le persone soccorse in
mare possono presentare problemi
di diversa natura. Ricordiamo i
più frequenti e più importanti:
- problemi psicologici
problemi
causati
dall’esposizione alle basse od alte
temperature
- annegamento
nostro corpo dobbiamo ricordare
che
nel nostro organismo
avvengono
delle
reazioni
chimiche. Queste si verificano
durante qualsiasi attività: mentre
parliamo, mentre dormiamo,
mentre mangiamo, quando ci
muoviamo o siamo fermi.
Elemento necessario a tali
reazioni
è
una
precisa
temperatura, che corrisponde alla
temperatura che il nostro corpo ha
in condizioni normali e che cerca
di mantenere sempre costante.
Infatti qualsiasi condizione che
altera tale temperatura stimola nel
nostro organismo una reazione
tesa a riportare la temperatura ai
valori normali, e cioè sui 37 gradi
C.
I processi chimici che si
svolgono
costantemente
nel
nostro organismo producono
comunque calore. Quello che non
serve per il mantenimento della
temperatura
corporea,
viene
disperso nell’ambiente attraverso
la respirazione e la pelle.
In condizioni normali si
stabilisce un equilibrio tra il
calore dell’ambiente, il calore
generato dal corpo e quello ceduto
o assorbito dall’ambiente.
Quando ci veniamo a
trovare in un ambiente molto
caldo accade che già l’aria che
inaliamo è calda e la pelle assorbe
il caldo dell’ambiente. A ciò
dobbiamo aggiungere che se c’è
umidità nell’aria, la nostra
Problemi psicologici. Le
persone soccorse in mare hanno
bisogno in ogni caso di un
conforto psicologico perchè hanno
vissuto per diverso tempo in
condizioni di pura sopravvivenza.
Le condizioni emotive in cui
possiamo trovare queste persone
sono varie e dipendono dal grado
di sopportazione dei disagi subiti.
La maggior parte di queste
persone avrà semplici disturbi del
comportamento dovuti allo stress
psicologico avuto, in genere,
ricevendo assistenza, tendono a
calmarsi
ed
assumere
comportamenti normali man
mano che passa il tempo.
Se esistono problemi
comportamentali gravi, occorre
assicurarsi che non esistano altre
lesioni al corpo o problemi di
natura medica. E' bene usare
parole semplici per comunicare e
non lasciare mai queste persone
da sole.
Problemi
causati
dall’esposizione alle basse od
alte temperature. Per capire gli
effetti del caldo e del freddo sul
44
G. MASSA Primo soccorso a bordo
evaporazione di sudore rallenta, e
se non c’è ventilazione il calore
dell’ambiente si accumula. In tali
condizioni, di calore in eccesso,
l’organismo umano soffre perchè
non riesce a mantenere costante la
propria temperatura. Ecco quindi
comparire malesseri come i
crampi da calore, il collasso ed il
colpo di calore.
I crampi sono dei dolori
muscolari dovuti alla perdita di
sali. Questa avviene poichè c’è
stata una prolungata esposizione
al calore con conseguente
sudorazione eccessiva: il sudore è
composto da acqua e sali.
Anche nel collasso da
calore c’è una perdita massiccia di
acqua e sali, e ciò accade quando
si lavora in ambienti troppo caldi,
non aerati.
Nel colpo da calore
invece il corpo non riesce a
disperdere con il sudore il calore
in eccesso.
Comunque in tutti i
malesseri
dovuti
al
caldo
eccessivo occorre fare bere acqua
e raffreddare il corpo.
In un ambiente freddo, il
calore verrebbe inevitabilmente
ceduto all’ambiente. Allora il
corpo cerca di mantenere la sua
temperatura
riducendone
la
cessione e cioè diminuendo il
numero dei respiri e riducendo la
circolazione del sangue nella pelle
(la cosiddetta pelle d’oca). Può
aversi
anche
un’aumento
dell’attività
muscolare
per
produrre più calore (brividi). Se
questi tentativi, insieme ad altri,
non riescono a compensare le
perdite di calore, il freddo
ambientale provocherà prima dei
danni alle zone del corpo più
esposte e poi danni all’intero
organismo fino alla morte.
Nei
casi
di
raffreddamenti
localizzati
si
hanno i congelamenti e le zone
più colpite sono le orecchie, il
naso, le mani ed i piedi. Il
raffreddamento generale del corpo
è chiamato assideramento (il
termine medico più usato è
ipotermia).
Nei casi di congelamento
più frequenti, cioè congelamento
delle mani o dei piedi (ma esiste
anche il congelamento del naso,
delle orecchie), è il colore della
pelle che indica la gravità del
congelamento. Se la pelle è
arrossata ci troviamo di fronte ad
un congelamento iniziale, se la
pelle diventa bianca si tratta di
congelamento superficiale, se il
colore della pelle passa da bianco
a chiazze, a grigio blu si tratta di
congelamento profondo.
Nei casi di congelamento
occorre riscaldare le zone colpite
ed il riscaldamento può essere
effettuato immergendo l'arto in un
contenitore contenente acqua
calda. E' chiaro che i casi più
gravi vanno subito trasferiti in
ospedale.
Nei casi invece di
persone
assiderate
il
riscaldamento del corpo nel primo
soccorso deve avvenire in un
modo preciso onde evitare danni.
Non bisogna riscaldare subito gli
45
G. MASSA Primo soccorso a bordo
arti, il riscaldamento del corpo
deve
iniziare
dal
tronco,
lentamente,
mai velocemente.
Può essere utile un bagno caldo,
ma sempre lasciando nelle fase
iniziale gli arti fuori dall'acqua
calda. Ciò per evitare di mettere
in circolazione il sangue freddo
delle estremità che potrebbe
provocare dei danni al cuore.
Nei casi di ipotermia
grave il paziente è privo di
conoscenza ed è anche difficile
stabilire se è presente il polso od
il respiro. Non bisogna tentare di
riscaldare questo paziente, ma
occorre trasportarlo in ospedale al
più presto. Nell'attesa il paziente
va coperto e trattato con molta
attenzione, la posizione della testa
deve restare sempre più in basso
dei piedi, somministrare ossigeno
o cominciare le manovre di
rianimazione cardio-polmonari.
un annegato, ma è una persona
che ha avuto un principio di
annegamento. Ed è verso questo
tipo di soccorso che ci riferiamo
quando si parla genericamente di
annegato. In questi casi le
manovre di rianimazione possono
riuscire a mantenere in vita il
paziente per il tempo necessario
prima dell' assistenza ospedaliera.
La persona che ha avuto
un principio di annegamento in un
primo momento deve essere
distesa in decubito laterale, ciò
per facilitare la fuoriuscita di
acqua dalle vie aeree; subito dopo
porre l'ammalato in posizione
supina
per
praticare
la
respirazione
artificiale.
Nell'effettuare le insufflazioni,
bisogna
aspettarsi
maggiore
resistenza per la presenza di acqua
nei polmoni e quindi effettuare la
respirazione artificiale con più
forza. La respirazione artificiale si
può effettuare sia con il metodo
bocca a bocca, sia con il pallone
di
Ambu
o
pallone
di
rianimazione. Possono essere
necessarie anche manovre di
rianimazione cardiache se il cuore
non batte più.
Quando
si
presta
soccorso ad una persona che ha
avuto
un
principio
di
annnegamento occorre sempre
fare un esame dell'ammalato e
occorre indagare sulla dinamica
della caduta in acqua: ciò per
escludere altre possibili lesioni e
per avere informazioni precise da
comunicare poi ai sanitari.
Annegamento. Si parla
di annegamento quando si ha un
blocco del respiro causato dalla
penetrazione di acqua nelle vie
respiratorie. Se l'acqua raggiunge
i polmoni, può causare da sola la
morte. In una piccola percentuale
di casi la morte avviene per
asfissia, cioè per mancanza di aria
nei polmoni. Bisogna però fare
attenzione: la persona annegata
può non essere morta ancora
(quando viene soccorsa) e ciò
dipende dal tempo che è
intercorso dall'annegamento al
ritrovamento.
Chiaramente una persona
che respira e vomita acqua non è
46
G. MASSA Primo soccorso a bordo
47
G. MASSA Primo soccorso a bordo
7. Arresto cardiaco e respiratorio.
Rianimazione cardio-polmonare.
La respirazione è il
processo con il quale si effettua
uno scambio di gas tra l’aria ed il
sangue, e cioè l’ossigeno passa
dall’aria inspirata nel sangue e
l’anidride carbonica passa dal
sangue nell’aria espirata.
La
circolazione
del
sangue consente il trasporto
dell’ossigeno alle cellule e
consente la raccolta dell' anidride
carbonica da espellere.
L’ossigeno
è
indispensabile alla vita, perchè
avvengano le reazioni chimiche
dell’organismo.
L’anidride
carbonica è il gas di scarico
risultante dalle reazioni chimiche
avvenute.
Quindi una persona che
non
respira,
non
può
sopravvivere,
come
non
sopravvive una persona in cui il
sangue non circola perchè il cuore
si è fermato. La funzione
anche che l’ossigeno venga
trasportato alle cellule ed allo
stesso tempo venga espulsa
l’anidride
carbonica.
Quindi
respirazione e circolazione sono
processi strettamente collegati.
Una
respirazione
normale di un adulto maschio a
riposo consente dai 12 ai 20 atti
respiratori al minuto, il cuore
pompa circa 5 litri di sangue al
minuto con una frequenza di 6070 battiti al minuto. Uno stato di
insufficienza respiratoria indica
una respirazione non normale, in
genere una riduzione degli atti
respiratori che possono ridursi
fino all’arresto respiratorio.
respiratoria dunque non può
essere separata dalla circolazione
del sangue.
Per
vivere
non è
sufficiente respirare: c’è bisogno
48
G. MASSA Primo soccorso a bordo
L’arresto respiratorio si
può sviluppare nel corso di
diverse malattie, ma anche in
corso di un attacco cardiaco
improvviso, di un annegamento,
in un violento urto toracico, per
soffocamento ecc.
L’arresto cardiaco, cioè
quando il cuore si ferma, può
svilupparsi sia nel corso di diverse
malattie cardiache e non, sia in
seguito ad un urto violento, ad una
scossa elettrica, dopo un arresto
respiratorio, ecc.
Quando il cuore cessa di
battere, il sangue non circola più
ed il respiro si blocca, si ha la
morte clinica del paziente. Se
questo stato persiste oltre 10
minuti, sopravviene la morte
biologica. Esiste quindi una
differenza tra morte clinica e
morte biologica.
La morte clinica si ha
quando il cuore cessa di battere ed
il paziente non respira più.
Contrariamente a ciò che si crede
comunemente, la morte clinica è
reversibile: in alcune occasioni
dalla morte clinica si può ritornare
indietro e ritornare a vivere.
La morte biologica,
invece, si ha dopo 10 minuti che il
sangue non arriva più al cervello:
a causa di ciò le sue cellule
subiscono danni irreversibili per
la mancanza prolungata di
ossigeno. A differenza di quella
clinica, la morte biologica è
irreversibile;
dalla
morte
biologica non si torna indietro: è
veramente la morte definitiva del
paziente.
In condizioni naturali,
alla morte clinica segue sempre la
morte biologica.
In condizioni particolari
si potrebbe fare in modo che la
morte biologica non succeda a
quella clinica. Ci si riferisce a casi
in cui il cuore cessa di battere e/o
il respiro si blocca in seguito a
cause accidentali che colpiscono
le persone all’improvviso
in
pieno benessere. E' in situazioni
particolari come questa che si può
intervenire e fermare il processo
naturale. In questi casi si può
lottare contro il tempo e in quei
10 minuti tentare di far ripartire il
cuore e la respirazione con le
manovre di rianimazione cardiopolmonari. Queste si attuano al
fine di non far mancare ossigeno
al cervello e allo stesso tempo
cercare di far riprendere la
funzionalità del cuore e dei
polmoni. In breve con le manovre
di respirazione a bocca a bocca si
immette artificialmente aria nei
polmoni e con manovre di
compressione esterna del torace
si fa circolare il sangue.
Occorre qui sottolineare
che le persone che ricevono
un'assistenza di rianimazione sul
luogo dell'incidente e cioè nei
primi minuti dall'avvenuto arresto
respiratorio e/o cardiaco, hanno
una
grande
probabilità
di
sopravvivere rispetto a coloro che
non la ricevono.
Quindi con l'attuazione delle
manovre di rianimazione si può
49
G. MASSA Primo soccorso a bordo
veramente salvare la vita ad
alcune persone.
Rianimazione cardio-polmonare.
Le
manovre
di
rianimazione sono semplici da
attuare, ma nessuna persona deve
essere sottoposta ad esse se non
dopo aver effettuato una attenta
valutazione, per stabilire la loro
effettiva necessità. La procedura
da seguire consiste di una serie di
azioni
successive,
ciascuna
preceduta sempre da una fase di
valutazione.
Il riconoscimento di un
arresto respiratorio e/o cardiaco
va fatto con semplici e rapide
manovre, da eseguire nell'ordine
stabilito nella tab. IX :
Tab. IX. Riconoscimento di un
arresto
cardio-respiratorio.
Procedura:
Prima fase: Valutazione dello
stato di coscienza.
Seconda fase: Capire se la
persona respira.
Terza fase: Valutazione della
circolazione.
Tab. VIII. Arresto cardiorespiratorio.
Occorre
tener
presente
innanzittutto che una persona in
arresto cardio-respiratorio si
presenta:
- senza coscienza
- senza respiro
- senza polso
Nelle pagine seguenti
viene spiegata in dettaglio la
procedura da seguire nelle singole
fasi del riconoscimento di un
arresto cardio-respiratorio con le
relative manovre da fare.
Va sottolineato che tale
procedura va condotta in tempi
rapidissimi, perchè ogni istante è
prezioso nel tentativo di salvare la
vita dell'infortunato.
50
G. MASSA Primo soccorso a bordo
Tab. X.
1) Valutazione dello stato di
coscienza: la persona risponde se
chiamata o scossa?
- Se la persona risponde: lasciarla
nella posizione in cui si trova. La
persona non è in arresto cardiocircolatorio e non necessita essere
rianimata. Ricercare eventuali altre
lesioni
presenti
e
continuare
l'assistenza.
- Se la persona non risponde: significa
che non è cosciente.
E' una situazione grave: occorre
CHIEDERE AIUTO.
Se si è da soli procedere nel
seguente modo:
a) assicurarsi che non esistono traumi
alla colonna cervicale.
b) posizionare la persona in posizione
supina, su di un piano rigido,
mantenendo capo e collo su di un
unico piano ed allineato al corpo.
c) liberare la bocca da eventuali
materiali presenti (corpi estranei,
vomito, protesi dentali mobili).
d) garantire la via libera all'aria di
entrare nei polmoni (nella persona
incosciente la caduta all'indietro della
lingua
impedisce
il
passaggio
dell'aria): - effettuare la manovra di
sub-lussazione della mantibola se si
sospettano traumi alla colonna
cervicale (vedi fig. 36);
- altrimenti iperestendere il capo
e sollevare il mento (se non esistono
traumi alla colonna cervicale) (vedi
fig. 37).
51
fig. 36. sub-lussazione della
mantibola: spingere in alto ed
in avanti con gli indici, facendo
leva sui pollici. Non innalzare o
ruotare la testa.
fig. 37. Manovra di iperestensione
della
testa
e
sollevamento del mento.
G. MASSA Primo soccorso a bordo
Tab. XI.
2) Capire se la persona
respira: mettersi nella posizione
indicata
nella fig. 38.
a) guardare se ci sono
movimenti del torace.
b) ascoltare eventuali rumori
respiratori.
c) sentire il respiro sulla
guancia.
Risultato:
- La persona respira. Allora non
è in arresto respiratorio. Se non ha
subito traumi, metterla in
posizione di decubito laterale.
- La persona non respira.
Occorre subito praticare la
respirazione bocca a bocca
(meglio bocca-maschera!) con due
ampie insufflazioni.
Se si incontrano resistenze
controllare di nuovo la bocca.
fig. 38. Posizione per capire se la
persona respira.
Dopo aver effettuato le
due insufflazioni e controllato che
il torace si espande, bisogna
esaminare se esiste il polso
carotideo.
Passiamo dunque alla
terza fase.
52
G. MASSA Primo soccorso a bordo
Il polso carotideo può
essere palpato come indicato nella
fig. 39.
Tab. XII.
3)
Valutazione
della
circolazione: si sente il polso
carotideo?
- Se si sente il polso carotideo la
persona non è in arresto cardiaco,
ma solo respiratorio. Quindi
continuare la respirazione bocca a
bocca per ancora dei minuti (al
ritmo di 10 al minuto) e non fare
le compressioni sul torace.
- Se non si sente il polso carotideo
la persona è in arresto cardiaco
(oltre che respiratorio): quindi
occorre
praticare
sia
la
respirazione bocca a bocca, sia le
compressioni sul torace.
Se si è da soli: praticare 2
insufflazioni
ogni
15
compressioni.
Se si è in due: praticare una
insufflazione ogni 5 compressioni.
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A
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Per
praticare
il
massaggio
cardiaco,
con
compressioni ritmiche sul torace e
con l'infortunato posto su di un
piano rigido, occorre per prima
cosa individuare il punto sul
torace dove bisogna fare le
compressioni.
B
fig. 39. Determinazione del polso
carotideo: individuare il pomo
d'Adamo (A) e far scivolare le
dita nell'incavo dei muscoli del
collo (B).
53
G. MASSA Primo soccorso a bordo
Tab. XIII. Come si trova il punto corretto di compressione sul torace.
Si fa così ( vedi fig. 40):
a) inginocchiatevi a fianco del torace della persona da rianimare.
b) localizzate il margine inferiore della cassa toracica, cioè il margine
costale (utilizzando l'indice ed il medio).
c) fate scivolare le dita lungo il margine costale fino al centro del torace,
dove le coste si congiungono con lo sterno.
d) tenete il dito medio sull'incisura.
e) poggiate l'altra mano a piatto sul torace, mettendo il pollice a
fianco all'indice già posizionato
f) senza sollevare la mano poggiata sul torace, poggiatevi l'altra
mano
sopra di essa (vedi fig.41).
g) siete pronti per effettuare le compressioni sul torace.
a
b
c
d-e
fig. 40. Individuazione del punto di compressione sul torace.
54
G. MASSA Primo soccorso a bordo
Osservare la corretta posizione delle mani nella figura seguente:
fig. 41. Posizione delle mani per le compressioni toraciche.
Osservare ora la posizione corretta da assumere per l'esecuzione delle
compressioni sul torace nella figura seguente:
fig. 42. Posizione per le compressioni toraciche.
55
G. MASSA Primo soccorso a bordo
Tenere presente che una
volta iniziate le compressioni
occorre:
- non sollevare la mani dal torace.
- mantenere le braccia distese,
cioè non piegarle.
- comprimere con forza sul torace
sfruttando il proprio peso, facendo
perno sul bacino.
- non staccare le mani dal torace
dopo la prima compressione, e
comprimere con ritmo. E' molto
utile, a tal proposito, usare questo
metodo:
fare
la
prima
compressione dicendo a voce alta:
uno; fare subito la seconda
dicendo: due; e così via.
- le manovre di rianimazione
vanno continuate per almeno 1520 minuti prima di fermarsi.
56
G. MASSA Primo soccorso a bordo
8. Rischi da avvelenamenti
e da intossicazioni a bordo delle navi.
La
distinzione
tra
avvelenamento ed intossicazione
che si faceva in passato, oggi non
è più sostenibile, in quanto
l’avvelenamento è comunque
un’intossicazione.
Esso
è
un’alterazione delle funzioni di
uno o più organi del corpo causata
da alcune sostanze, chiamate
tossiche. Queste sostanze possono
provenire dall’esterno (sostanze
esogene), o possono essere
prodotte dall’organismo stesso in
particolari circostanze (sostanze
endogene).
Comunque la distinzione
tra
avvelenamento
ed
intossicazione è rimasta nella
pratica. Per avvelenamento si
intende
l’alterazione
della
funzione di uno o più organi che
avviene in maniera improvvisa e
rapida
dopo l'introduzione
nell'organismo
di
sostanze
tossiche.
Mentre
per
intossicazione si intende sempre
un’alterazione della funzione di
uno o più organi ma che si
manifesta in maniera lenta e
caratterizzata da uno stato di
malattia cronico, causato da
sostanze
tossiche
prodotte
dall’organismo
stesso
in
particolari circostanze.
Ci sembra opportuno
chiarire subito che cosa si intende
per sostanza tossica.
Una
sostanza
viene
definita tossica quando è capace
di
provocare,
già
in
quantità minima,un’alterazionedel
la funzionalità di uno o più
organi, determinando dei danni
che possono anche condurre alla
morte. Esistono però anche delle
sostanze che non sono tossiche,
ma che possono diventarlo se
introdotte nell’organismo in certe
quantità. La determinazione della
quantità con cui una data sostanza
diventa tossica varia da sostanza a
sostanza.
Le sostanze velenose, per
esempio, sono le sostanze tossiche
per eccellenza, in quanto ingerite
anche quantità minime possono
causare dei danni (ed in certi casi
la morte) dell’organismo. I
farmaci sono invece delle
sostanze che diventano tossiche
solo se ingerite in quantità diverse
dalle indicazioni mediche.
57
G. MASSA Primo soccorso a bordo
A bordo delle navi le
sostanze tossiche che possono
causare un’avvelenamento sono di
diverso tipo. Possono essere
alimenti guasti, farmaci in alte
dosi, insetticidi, detersivi, acidi
corrosivi, prodotti tossici tipici
trasportati (in caso di incidenti),
ambienti saturi di anidride
carbonica (in caso di incendi).
Avvelenamenti
acuti.
Capire se una persona ha un
avvelenamento acuto spesso è
difficile: risulta impossibile o
difficoltoso interrogare il malato,
oppure avere informazioni da altre
persone disinformate o reticenti
sull'accaduto. Occorre quindi
prendere nota dettagliata dei
sintomi che si osservano.
Se un quadro di sintomi
(neurologici,
gastro-enterici,
renali, ecc.) insorge bruscamente
in una persona in buone
condizioni di salute e che non
abbia un riferimento ad una
precedente
malattia,
allora
bisogna
pensare
ad
un
avvelenamento acuto.
Nella maggioranza dei
casi la penetrazione della sostanza
tossica nell’organismo è avvenuta
per via orale, pertanto occorre
cercare di eliminare la sostanza
dallo stomaco (con il vomito) o
dall’intestino (con clisteri o con
diarrea provocata da purganti)
prima che venga assorbita del
tutto. Dopo di ciò bisogna
mettersi in contatto con un
medico per mettere in atto tutte le
misure adeguate alle proprietà del
tossico:
per
esempio
neutralizzazione del tossico con
antidoti specifici, respirazione
artificiale se si tratta di tossici
gassosi.
Intossicazioni. Nel caso
di intossicazioni, il decorso lento
della malattia permetterà di avere
informazioni più dettagliate, con
più calma, sul caso o sui casi
presenti a bordo e di conseguenza
il decidere sul da farsi.
Nell’immediato occorre solo
calmare i sintomi presenti con
sedativi e/o antispastici.
58
G. MASSA Primo soccorso a bordo
Descriviamo ora alcuni casi di avvenelamento, e/o intossicazioni, ed il
trattamento da fare.
Tab. XIV. Ingestione di veleni.
Raccogliere informazioni il più presto possibile.
Guardare intorno all’ammalato per scoprire eventuali contenitori del
veleno.
Diluire il veleno presente nello stomaco facendo bere all’ammalato un
paio di bicchieri d’acqua e poi provocare il vomito.
Se l’ammalato non è pienamente cosciente non tentate di provocare il
vomito, nè di diluire il veleno.
Posizionare l’ammalato in decubito laterale per evitare l’ingestione
del vomito e controllare che le vie aeree siano libere.
Mettersi subito in contatto con il CIRM.
Organizzare il trasporto dell’ammalato a terra.
Tab. XV. Sostanze tossiche inalate, cioè respirate
Se sospettate casi di avvenelamento da sostanze tossiche inalate
avvicinatevi con un equipaggiamento di protezione al luogo
dell’incidente.
Dopo aver recuperato la persona, allontanatevi il più presto possibile
per prestare assistenza in un luogo sicuro.
Assicuratevi che il paziente respiri, altrimenti somministrare ossigeno
con maschera, posizionare sempre il paziente in decubito laterale.
Chiamare il CIRM.
Organizzare il trasporto dell’ammalato a terra.
Tab. XVI. Sostanze tossiche iniettate.
Le punture di insetti, ragni, api sono raramente pericolose.
Comunque sono possibili in alcune persone delle reazioni allergiche
che possono portare alla morte.
Ai primi segni di malesseri generali contattare il CIRM.
Anche un overdose di droga o un’intossicazione da farmaci possono
condurre a quadri gravi.
59
G. MASSA Primo soccorso a bordo
I morsi di serpenti meritano una particolare attenzione: è importante
sapere che un adulto morso da un serpente velenoso, a meno che non abbia una
reazione allergica grave, può sopravvivere per almeno un paio di giorni.
Tab. XVII. Cosa fare in caso di morso di serpente:
Se possibile catturare il serpente e depositarlo, morto, in un contenitore
sigillato.
Mantenere calmo l'infortunato.
Localizzare la zona del morso e pulirla con acqua e sapone.
Di frequente la morsicatura interessa gli arti, quindi porre un laccio al di sopra
del morso per rallentare la circolazione del sangue.
Immobilizzare l’arto colpito.
Porre una borsa di ghiaccio sulla zona del morso.
Contattare il CIRM.
Organizzare il trasporto dell’infortunato (e del serpente) a terra.
Tab. XVIII. Prima di contattare il CIRM nei casi di avvenelamento od
intossicazione è bene raccogliere le seguenti notizie:
- natura della sostanza che ha causato l'avvenelamento.
- la quantità ingerita, anche se presunta.
- tempo trascorso dall'ingestione.
- età e peso della persona avvenelata od intossicata.
- eventuali altre malattie sofferte.
- sintomi presenti ed assenti: bradicardia, tachicardia, pressione
arteriosa, tosse, difficoltà respiratorie, sonnolenza, convulsioni, stato di coscienza.
Oltre al CIRM, si può contattare anche uno dei numerosi Centri
antiveleni esistenti in Italia, che sono attivi 24 ore su 24.
Tab. XIX. Alcuni Centri antiveleni in Italia.
Napoli
Ospedale Cardarelli
Roma
Policlinico Umberto I
Ploliclinico Gemelli
Ospedale San Camillo
Genova
Ospedale San Martino
La Spezia
Ospedale Sant'Anna
Trieste
Istituto per l'infanzia
Lecce
Ospedale Fazzi
Messina
Facoltà di Farmacia
60
tel.081-5453333
tel. 06-490663
tel. 06-3054343
tel. 06-5373934
tel. 010-5484485
tel. 0187-533296
tel. 040-3785373
tel. 0832-665816
tel. 090-6764054
G. MASSA Primo soccorso a bordo
9. Farmacologia
La farmacologia è una
scienza che studia i farmaci. Per
farmaco si intende una sostanza
chimica che ha la possibilità di
determinare, in un organismo
vivente, una o più variazioni
funzionali.
La
variazione
funzionale
determinata
dal
farmaco
è
detta
azione
farmacologica.
sostanza, la forma e il tipo di
legame che esiste tra gli elementi
che la compongono. Infatti
l’esistenza di un grande numero di
sostanze chimiche è dovuto alla
variabilità della composizione e
dal modo con cui gli elementi si
uniscono tra loro. E la stessa
materia vivente non è altro che un
insieme di sostanze chimiche, con
specifiche
proprietà,
che,
trasformando
altre
sostanze
chimiche (come gli alimenti),
producono le attività funzionali
che permettono in definitiva la
vita dell’organismo stesso.
L’interferenza tra le
proprietà del farmaco e quelle
della materia vivente conduce
all’azione farmacologica, cioè alla
variazione di una determinata
funzione della materia vivente
(vedi fig. 43).
Dalle definizioni date ne
consegue che non tutte le sostanze
chimiche sono dei farmaci; infatti,
affinchè una certa sostanza
chimica abbia la capacità o la
possibilità di far cambiare una
funzione dell’organismo, deve
avere una particolare proprietà:
quella di interagire con le
proprietà simili della materia
vivente. La proprietà delle
sostanze chimiche a cui ci
riferiamo è la caratteristica
composizione degli elementi della
61
G. MASSA Primo soccorso a bordo
fig. 43. Azione farmacologica.
Attenzione: affinchè si verifichi
l’azione farmacologica sono
indispensabili alcune condizioni
precise, che interessano sia il
farmaco, sia l’organismo vivente.
Per il farmaco è importante la
quantità, cioè la dose che è
necessario
introdurre
nell’organismo
per
produrre
un’azione farmacologica, ma è
altrettanto importante la reale
possibilità di essere assorbito
I farmaci vengono usati
per curare i malati in diversi
modi, ma prima di conoscere altre
informazioni sull’uso dei farmaci
è necessario rendersi conto dei
pericoli e dei danni che si possono
avere dall’uso improprio dei
farmaci. Infatti i farmaci sono
dall’organismo vivente, cioè di
riuscire a stabilire un contatto con
le cellule per interagire con esse.
Dall’altra parte, cioè da parte
dell’organismo
vivente,
è
importante la preesistente attività
funzionale a cui ci riferiamo.
Variando uno di tali
elementi l’azione farmacologica
può non manifestarsi, oppure può
manifestarsi solo in parte.
delle sostanze che possono
provocare, contemporaneamente,
effetti benefici ma anche danni.
L’azione farmacologica infatti
può essere utile, ma può risultare
anche dannosa. Sono le condizioni
particolari nelle quali il farmaco
62
G. MASSA Primo soccorso a bordo
viene usato che determinano
l’azione benefica o dannosa.
Le
condizioni
che
possono trasformare il farmaco da
sostanza
utile
a
dannosa
riguardano:
il
farmaco,
l’organismo che assume il
farmaco, l’ambiente.
Tra le condizioni relative
al farmaco la più importante è la
dose. Esiste cioè un intervallo di
quantità entro il quale il farmaco
esercita
un’azione
benefica
(chiamato dosaggio terapeudico),
quantità superiori determinano
un’azione tossica e quantità
inferiori non producono effetti.
Tra le condizioni relative
all’organismo (che assume il
farmaco), la più importante è il
preesistente stato funzionale. Per
esempio se una persona adulta
assume un sonnifero alle normali
dosi terapeudiche, il farmaco gli
provocherà
uno
stato
di
sonnolenza che sarà benefico se la
persona vuole riposare, ma
risulterà dannosa se la persona
deve restare sveglia.
Tra le condizioni che
possono trasformare l’azione
farmacologica quelle relative
all’ambiente sono le meno
importanti; ricordiamo solo gli
effetti
della
temperatura
ambientale che condizionando le
attività dell’organismo di riflesso
condizionano anche l’azione
farmacologica.
Va comunque precisato
che gli effetti benefici del farmaco
sono, in teoria, limitati; viceversa
gli effetti dannosi sono da un lato
ancora sconosciuti e dall’altro
maggiori di gran lunga a quelli
benefici. Quindi bisogna avere la
massima attenzione quando si
usano i farmaci.
Dei farmaci occorre
sapere che delle varie forme
fisiche
che
conosciamo
(compresse,
capsule,
fiale,
supposte, sciroppi, polveri, ecc),
ognuna di esse è funzionale per
uno scopo preciso: cioè portare al
contatto efficace il farmaco con
l’organismo che lo assume. Il
contatto efficace per eccellenza
avviene con la presenza del
farmaco sciolto nel sangue.
Quindi immettere direttamente il
farmaco nel sangue provoca
l’immediato contatto del farmaco
con le cellule e l’istaurarsi
dell’interazione
che
porterà
all’azione farmacologica. Con un'
iniezione endovena del farmaco
non facciamo altro che sciogliere
il farmaco, in fiale, nel sangue.
Con un iniezione intramuscolare
sciogliamo il farmaco, in fiale, nel
tessuto
muscolare
che
è
riccamente irrorato di sangue,
pertanto di lì a poco il farmaco si
troverà sciolto nel sangue. Con
l’assunzione di una compressa, il
farmaco inghiottito si scioglierà
nello stomaco e di qui assorbito
dalla mucosa intestinale come gli
alimenti e passerà poi nel sangue.
Con la somministrazione in
supposte il farmaco si scioglierà
nel retto, verrà assorbito dalla
mucosa rettale e poi passerà nel
sangue.
63
G. MASSA Primo soccorso a bordo
Dal
momento
dell’assunzione del farmaco il
tempo di comparsa dell’azione
farmacologica dipende da vari
fattori. Uno dei quali è appunto la
via di somministrazione del
farmaco. Il farmaco assunto per
via endovenosa diretta esplica la
sua azione in più breve tempo,
pochi minuti se non pochi
secondi. Il farmaco assunto per
via rettale
(con supposte)
esplicherà la sua azione dopo
qualche ora. Una via intermedia è
la via intramuscolare in cui, dopo
una mezz' ora, inizia l’azione
farmacologica.
E’ ovvio quindi che se
occorre un’azione benefica in
tempi rapidi sono da scegliere la
via
endovenosa
o
quella
intramuscolare.
Va
precisato
che
l’intervallo tra l’assunzione e la
comparsa
dell’azione
è
direttamente proporzionale al
tempo in cui il farmaco esplica la
sua azione, e cioè più rapida è la
comparsa
dell’azione
farmacologica tanto poco durerà
l’azione stessa. Più tempo per la
comparsa, più tempo durerà
l’azione
farmacologica.
La
spiegazione è semplice: la
presenza nel sangue del farmaco
come permette il rapido contatto
con le cellule, così ne permette la
sua eliminazione.
64
G. MASSA Primo soccorso a bordo
Farmacia di bordo
A bordo delle navi, come
già ricordato all’inizio del
manuale, esiste una dotazione di
farmaci. Cerchiamo ora di capire
che tipo di farmaci abbiamo a
disposizione.
Ci
riferiremo
alle
famiglie di farmaci così come
sono raggruppati nelle tabelle
ministeriali (il nome commerciale
dei farmaci viene indicato tra
parentesi):
- analgesici stupefacenti: sono i
medicinali che alleviano il dolore
(morfina, talwin).
-analgesici–antipiretici: oltre ad
alleviare il dolore fanno anche
abbassare la temperatura del
corpo (aspirina, kilios, novalgina,
tachipirina).
- antispastici: sono medicinali
che rilasciano la muscolatura
liscia,
quella degli organi
(buscopan).
- decontratturanti: rilasciano la
muscolatura striata, i muscoli del
tronco e degli arti (lyseen).
- anestetici locali: fanno perdere
la sensibilità dolorifica a livello
locale (cloruro di etile, carbocaina
2%).
- antiacidi: combattono lo stato di
acidità in eccesso nello stomaco
(maalox, ranidil).
- antiasmatici: medicinali per
alleviare
l’affanno
(tefamin,
ventolin).
- antibiotici e sulfamidici:
medicinali usati nelle infezioni,
causano la morte dei batteri
responsabili
delle
infezioni
(amplital, trobocin, bactrim).
- antidiabetici: medicinali usati
per abbassare il livello della
glicemia (insulina, euglucon).
- antidiarroici: medicinali usati
per ridurre la diarrea (dissenten).
- antiemetici: medicinali usati per
ridurre il vomito (plasil).
- antiemorragici: medicinali usati
per aumentare la coagulazione del
sangue e quindi per ridurre
l’emorragia (tranex).
- antimalarici: usati contro la
malaria (metakelfin, chinino).
- antiipertensivi: usati per
abbassare la pressione arteriosa
(catapresan).
- antiallergici o antistaminici:
usati conto le allergie (polaramin).
- coronarodilatatori: usati per
dilatare le arterie coronarie, che
sono le arterie del cuore
(carvasin).
- cardiotonici: usati per dare un
aiuto alla contrazione del cuore
(lanitop, lanoxin).
- antiaritmici: medicinali usati
per combattere le aritmie del
cuore (ritmos elle).
- diuretici: usati per aumentare la
diuresi, cioè aumentare la quantità
di urina (lasix).
- lassativi: medicinali che aiutano
la
defecazione
(guttalax,
glicerina).
65
G. MASSA Primo soccorso a bordo
- sedativi: medicinali usati per
calmare gli stati di agitazione
psichica (valium, largactil).
- soluzioni per uso endovenoso:
sono soluzioni usate per diluire i
famaci o per aumentare la parte
liquida del sangue (soluz.
fisiologica, soluz. glucosata,
freamine).
Poi sono in dotazione
alla nave i medicinali per uso
esterno:
- colliri: sono medicinali destinati
alla cura degli occhi, nei stati di
arrossamento o di infezioni
(collirio alfa, tobral).
- colluttori: sono preparazioni
sciroppose per disinfettare il cavo
orale (tantum verde).
- lozioni antiparassitarie: usate
contro i pidocchi (mom).
- pomate: di vario tipo,
medicinali usati per alleviare, a
livello locali, diversi sintomi quali
dolore, arrossamenti, infezioni,
ustioni (lasonil, fargan, foille).
- disinfettanti: medicinali usati
per la pulizia delle ferite
(bialcool,
citrosil,
acqua
ossigenata).
- insetticidi: usati contro gli
insetti (baygon).
Per ciò che riguarda il
momento della somministrazione
dei farmaci occorre ricordare che
vanno somministrati:
- al momento della necessità:
analgesici
od
antidolorifici
durante il dolore, antispastici
durante il dolore di tipo colica.
- prima dei pasti: antidiabetici,
amari aperitivi.
- a fine pasto: in genere
compresse, capsule, aspirina,
antireumatici, amari digestivi.
- tra i pasti: le penicilline (un tipo
di antibiotico).
- a digiuno: purganti.
- ad ore stabilite: antibiotici.
Tab. XX. Corrispondenza in volume di
acqua.
1 cc
500 cc
20 gocce
1 cucchiaino da caffè
1cucchiaio da tavola
1 bicchiere da vino
1 bicchiere da acqua
un sorso d'acqua
=
=
=
=
=
=
=
=
66
1 ml
500 ml
1 ml
4 -5 ml
14 -15 ml
100 ml
150 ml
25 ml
G. MASSA Primo soccorso a bordo
10. Sterilizzazione
Sterilizzazione significa
l’uccisione
di
tutti
i
microorganismi, patogeni e non,
compresi spore e virus, presenti in
un oggetto o in un ambiente.
Disinfezione significa invece
distruzione
dei
soli
microorganismi patogeni.
Le
operazioni
di
disinfezione
riguardano
in
prevalenza l’ambiente e le
superfici del corpo, mentre le
operazioni
di
sterilizzazione
riguardano gli oggetti ed i
materiali ad uso prevelente
chirurgico.
Il
risultato
della
sterilizzazione è l’asepsi, parola
che significa assenza completa di
microorganismi. Siccome l’asepsi
non esiste in natura, su tutti gli
oggetti
sono
presenti
microorganismi.
La sterilizzazione è
indispensabile per gli strumenti ad
uso chirurgico, per i materiali per
le medicazioni di ferite, per le
siringhe, ecc.: ciò per non portare
a diretto contatto con il sangue i
microorganismi che possono
essere causa di infezioni.
E’ chiaro che prima della
disinfezione
e
della
sterilizzazione è necessario il
passaggio obbligato per le
operazioni di lavaggio e di pulizia
dello strumentario chirurgico.
Il mezzo più sicuro e più
importante per le operazioni di
sterilizzazione è il calore: calore
secco (180°C per 30 minuti) o
umido (ebollizzione in acqua per
25 minuti).
La
pratica
dell’ebollizione è di comune
impiego e può essere praticata
senza problemi anche sulle navi.
Occorre tener presente però che
l’acqua che si usa per sterilizzare
strumenti chirurgici dovrebbe
essere demineralizzata e che
l’ebollizione deve essere protratta
per almeno 25 minuti per essere
sicuri di distruggere le spore ed i
virus più termoresistenti.
I mezzi di sterilizzazione
possono essere anche chimici,
ricordiamo i comuni disinfettanti.
67
G. MASSA Primo soccorso a bordo
Il più importante agente chimico
che viene comunemente usato
negli ospedali, con apposite
apparecchiature,
per
la
sterilizzazione
dei
strumenti
chirurgici è l’ossido di etilene.
Di comune impiego, in
specie nei studi dei dentisti, per la
sterilizzazione dello strumentario
chirurgico, è anche l’uso dei raggi
ultravioletti.
Vogliamo ricordare la
definizione di un’altra operazione
molto importante, che si effettua
periodicamente, sulle navi: la
disinfestazione.
La disinfestazione è l’azione che
porta a distruggere od ad
allontanare dagli ambienti, da
derrate alimentari, da animali o da
persone organismi estranei, la cui
presenza è dannosa o comunque
indesiderabile; è rivolta contro
insetti, acari, roditori, erbe
dannose o superflue, ecc.
68
G. MASSA Primo soccorso a bordo
11. Consigli medici via radio.
Il CIRM è il Centro
Internazionale Radio Medico, ha
la sua sede in via dell’architettura,
41 00144 Roma.
Fornisce
assistenza
medica gratuita, via radio 24 ore
su 24, a tutti i marittimi, in tutti i
mari del mondo.
Le sue frequenze sono di:
4342, 6365,
8645, 12748,
12760, 17105 Khertz.
Oggi si può contattare il
CIRM attraverso le seguenti vie:
- telefono: + 39-6-5923331/ 2
- fax: +39-6-5923333
- telex: 612068 CIRM I
- stazioni radio costiere italiane
- stazioni radio della U.S. Coast
Guard.
Le richieste devono
portare la sigla MEDRAD oppure
DH-MEDICO.
Occorre tener presente, e
vale la pena di sottolinearlo, che
al CIRM è in ascolto un medico, e
nel chiedere consigli medici via
radio (vedi tab. XXI) occorre
innanzitutto
qualificarsi
e
comunicare le proprie capacità di
intervenire nel caso che si
sottopone. Inoltre è necessario
comunicare con un linguaggio
chiaro, usando una terminologia
precisa ed appropriata. Ciò per
facilitare il compito a chi vi
ascolta, di dare informazioni
concrete e semplici in rapporto
alla vostra capacità di intervenire,
ma non bisogna esitare a chiedere
spiegazioni se il medico usa
termini non conosciuti o se
qualcosa non è chiara.
Dopo aver fatto le
presentazioni, occorre descrivere,
con la massima chiarezza, il caso
che si è presentato e che
ovviamente non è nella capacità
del bordo di portare a chiarimento
o dare soluzione appropriata.
Nel descrivere il caso è
importante sottolineare gli aspetti
che destano più preoccupazione,
ma è altrettanto importante non
dilungarsi in particolari inutili.
Capire quali sono le informazioni
importanti da trasmettere deve far
parte delle preoccupazioni prima
di mettersi in contatto con il
CIRM.
Quindi
occorre
in
precedenza un
momento di
riflessione, e dedicarsi con la
massima attenzione per prendere
gli appunti necessari, o
per
discutere con gli altri membri
dell’equipaggio (vedi tab. XXII a
pag. 68).
69
G. MASSA Primo soccorso a bordo
Tab. XXI. Norme d'uso per comunicazioni via radio, ma che assumono
importanza notevole in caso di assistenza sanitaria.
- Esprimersi con calma.
- Parlare in maniera chiara, scandendo bene le parole.
- Usare la terminologia medica.
- Essere sicuri che il messaggio trasmesso venga compreso,chiedere
la
conferma per le informazioni di vitale importanza.
- Non cercare di intromettersi quando si sta ricevendo il messaggio di
risposta.
- Usare un blocco notes oppure un registratore portatile per prendere
appunti.
- La gentilezza è scontata in ogni comunicazione radio, non sprecare
tempo in ringraziamenti.
- Al contrario prolungare la conversazione se non si comprende
qualcosa
e chiedere la ripetizione o la spiegazione. Non fare finta di
aver capito
temendo di fare brutta figura.
Tab. XXII. Pro-memoria per le comunicazioni via radio, in caso di
richiesta di assistenza medica.
1° identificazione della nave, con la posizione
2° presentarsi e qualificarsi
3° fornire una breve descrizione del caso, dell'infortunio
4° riferire le informazione apprese
5° comunicare il risultato dell’esame dell'ammalato
6° comunicare le eventuali lesioni presenti o sospette
7° comunicare ciò che avete fatto
8° comunicare l’eventuale orario di arrivo in porto
Note: - al punto 3°: la
descrizione dell’infortunio è
importante per far capire le lesioni
possibili. Dire anche l'età
dell'infortunato.
malattie di cui la persona soffre
(ipertensione, diabete, ecc.) e
l'eventuale cura che faceva.
- al punto 5°: cominciare
con la valutazione globale
dell’ammalato (buone, discrete o
pessime condizioni
- al punto 4°: Non
perdere
tempo
a
riferire
informazioni del tipo “l’ammalato
non assume farmaci”, chi ascolta
parte dal presupposto che se
informazioni non vengono date,
non hanno importanza. Riferire le
generali) , poi riferire lo stato di
coscienza, la frequenza cardiaca,
il tipo di respiro, la pressione
arteriosa,
la
temperatura.
70
G. MASSA Primo soccorso a bordo
Proseguire con i segni e sintomi
presenti.
somministrato farmaci,
immobilizzato un arto,
sommistrato ossigeno,
caso di comunicare ciò
fatto per lesioni minori.
- al punto 6°: è
importante la valutazione che si fa
sul posto, anche se si comunicano
solo sospetti.
se si
se si
non è
che si
è
è
il
è
- al punto 8°: è
importante per far rendere conto
chi ascolta sul da farsi.
al
punto
7°:
comunicare
solo
le
cose
importanti, per es. se abbiamo
71
G. MASSA Primo soccorso a bordo
12. Significato
di alcuni termini medici
A
Allergia: capacità di un organismo vivente di reagire in modo anomalo verso
determinate sostanze (chiamate allergeni) con cui viene in contatto.
Angina pectoris: dolore toracico causato da insufficiente apporto di sangue al cuore.
Anteriore: ciò che sta davanti.
Arteria: condotto che trasporta il sangue dal cuore alla periferia.
Asma: stato patologico che indica la diminuzione del diametro dei bronchioli
provocando una riduzione del ricambio di aria.
B
Bile: liquido di colore giallo-verdastro prodotto dal fegato e versato, attraverso le vie
biliari, nel duodeno. Prima di essere versato nel duodeno può essere raccolta nella
cistifellea. La funzione principale della bile è facilitare la digestione dei grassi.
Bradicardia: frequenza bassa del battito cardiaco.
Bronchiolo: ramificazione del bronco.
C
Capillare: condotto sottilissimo, tipo capello, situato tra la fine di un arteria e
l'inizio di una vena. Nei capillari hanno luogo gli scambi di ossigeno-anidride
carbonica e sostanze nutritive-prodotti di rifiuto tra il sangue e le cellule dei tessuti.
Cavità addominale: cavità al di sotto del muscolo diaframma, contiene lo stomaco,
l'intestino, il fegato, il pancreas, i reni, la milza, grossi vasi sanguigni, la cistifellea,
la vescica urinaria.
Cavità toracica: cavità situata al di sopra del muscolo diaframma, contiene i
polmoni, il cuore, grossi vasi sangugni, la trachea, l'esofago.
Cianosi: colorito bluastro delle labbra, della pelle, delle unghie causato dalla
riduzione della quantità di ossigeno nel sangue.
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Coagulazione del sangue: fenomeno che segue la lesione dei vasi sanguigni:
impedisce l'uscita e la dispersione del sangue dal sistema circolatorio. E' un
fenomeno complesso che porta alla formazione di una rete in cui restano impigliate
le cellule del sangue, formando il coagulo. Sul coagulo si autoripara la lesione del
vaso.
Contusione: è la forma più lieve di un trauma, che causa lo schiacciameno dei tessuti
molli, senza causare tagli sulla pelle, nè lesioni all'osso.
Convulsione: contrazione brusca ed involontaria di muscoli degli arti, del collo,
della faccia. Le contrazioni hanno un carattere irregolare ed intermittente con una
durata variabile (in genere pochi minuti).
Coma: Stato patologico caratterizzato dalla perdita della coscienza, della sensibilità,
della motilità volontaria, ma la persona continua a respirare ed il cuore continua a
battere.
Consenso informato: concetto giuridico secondo il quale una persona dà il proprio
consenso a sottoporsi alle cure di pronto soccorso dopo essere stato informato sulle
sue condizioni di salute e sul trattamento medico da fare.
D
Diabete: è una malattia, e ne esistono diversi tipi. Comunemente ci si riferisce alla
forma più importante: il diabete mellito, che è caratterizzata da un aumento del
glucosio nel sangue (glicemia alta).
Diaframma: abbreviazione di muscolo diaframma: è il muscolo della respirazione,
che separa la cavità toracica da quella addominale.
Dispnea: difficoltà nel respirare.
Distorsione: lesione dei legamenti di un'articolazione, causata da un trauma che
comunque non provoca lesioni ossee, nè spostamenti delle ossa dell'articolazione.
Duodeno: prima parte dell'intestino tenue, origina dallo stomaco e si continua nel
digiuno. La sua lunghezza è di 20-30 cm. Nel duodeno arriva la bile ed il succo
pancreatico.
E
Ecchimosi: infiltrazione di sangue nel tessuto sottocutaneo. Si forma sulla pelle una
macchia violacea, per es. dopo un urto contro uno spigolo.
Edema: rigonfiamento dovuto all'accumulo di liquidi nei tessuti.
Ematoma: raccolta di sangue in un tessuto, proveniente dai vasi sanguigni lesionati.
Embolo: corpo estraneo solido, liquido o gassoso che in un condotto sanguigno ne
provoca in genere l'occlusione.
Emorragia: perdita di sangue.
Epistassi: emorragia dal naso.
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I
Infarto miocardico: morte di un gruppo di cellule del muscolo del cuore (miocardio)
per mancanza di ossigeno, dovuta ad un restringimento o chiusura delle arterie che
portano sangue al cuore.
Inferiore: ciò che sta sotto.Termine di relazione tra un organo od altra struttura del
corpo rispetto ad un altro. Es. il fegato è in posizione inferiore rispetto al diaframma.
Iper...: prefisso che indica un eccesso o maggiore quantità, rispetto alla condizione
di normalità.
Ipo...: prefisso che indica poco o minore quantità, rispetto alla condizione di
normalità.
Ischemia: indica l'insufficienza di irrorazione sanguigna in una zona del corpo.
L
Lipotimia: è il classico svenimento momentaneo. L'abolizione della coscienza a
volte non è completo, la persona continua a respirare ed il cuore continua a battere.
Lussazione: perdita di contatto tra le due ossa che formano un'articolazione.
M
Midriasi: dilatazione della pupilla.
Miosi: restrigimento della pupilla.
P
Piano sagittale: piano verticale immaginario che divide in corpo umano (in
verticale) in una parte sinistra ed una destra.
Plasma: la parte liquida del sangue.
Polso carotideo: pulsazione che si avverte nella zona del collo, di lato al pomo
d'Adamo, comprimendo leggermente con due dita l'arteria carotide.
Polso radiale: la pulsazione che si avverte nella zona del polso anatomica,
comprimendo leggermente con due dita l'arteria radiale.
Pomo d'Adamo: corrisponde sul collo alla cartilagine tiroidea.
Posteriore: ciò che sta dietro.
Pressione diastolica: pressione del sangue presente nelle arterie durante il
riempimento di sangue del cuore. La diastole è il rilassamento ritmico della
muscolatura del cuore, che consente il riempimento di sangue del cuore.
Pressione sistolica: pressione del sangue presente nelle arterie dopo la contrazione
dei ventricoli. La sistole è la contrazione ritmica della muscolatura del cuore che
consente l'espulsione del sangue dal cuore e la sua immissione nei vasi sanguigni.
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R
Rachide: colonna vertebrale.
Rianimazione: manovre tempestive per ripristinare una normale funzione
respiratoria e/o cardiaca (respirazione bocca a bocca e/o massaggio cardiaco
esterno).
S
Segno: ciò che si rileva nel corso dell'esame dell'ammalato.
Sfigmomanometro: apparecchio che serve per la misurazione della pressione
arteriosa.
Shock: condizione patologica determinata da una incapacità del sistema cardiovascolare di fornire una quantità sufficiente di sangue agli organi.
Shock anafillatico: Gravissima forma di una reazione allergica che mette in pericolo
la vita della persona.
Sintomo: ciò che l'ammalato riferisce per spiegare il suo disturbo di salute.
Spasmo: contrazione dei muscoli involontari, cioè quelli della parete degli organi.
Superiore: ciò che sta sopra. Termine di relazione tra un organo od una struttura del
corpo rispetto ad un altra.
T
Tachicardia: aumento della frequenza del battito cardiaco (100-120 battiti al
minuto).
Trauma: lesione determinata in modo violento con meccanismo fisico (per es. una
caduta) o psichico (per es. un forte emozione).
Trombo: un coagulo di sangue che si può formare nei vasi sanguigni o nel cuore.
V
Vasocostrizione: diminuzione del diametro di un vaso sanguigno causata dalla
contrazione della muscolatura liscia della sua parete.
Vasodilatazione: dilatazione del diametro di un vaso sanguigno causata dal
rilasciamento della muscolatura liscia della sua parete.
Vena: condotto che trasporta il sangue dalla periferia al cuore.
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