G. MASSA Primo soccorso a bordo GiuseppeMASSA Primosoccorso abordo Manuale per il conseguimento del certificato di competenza in materia di primo soccorso sanitario a bordo delle navi mercantili 1 G. MASSA Primo soccorso a bordo Premessa Il manuale è destinato ai candidati a sostenere l’esame per ottenere il Certificato di competenza in materia di primo soccorso sanitario a bordo di navi mercantili, secondo le disposizioni del Decreto del Ministero della Sanità del 25 agosto 1997, pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale della Repubblica Italiana n. 215 del 15. 9. 1997. Quindi un manuale ad uso della gente di mare che, in genere, ha poca dimestichezza con la cultura medica; anche se non pochi marittimi a bordo delle loro navi hanno dovuto rimboccarsi le maniche in diverse occasioni, in Mediterraneo come in Atlantico, per affrontare situazioni di emergenza medica, con o senza l’ausilio dei consigli medici del CIRM. E’ stata una scelta ragionata quella di trattare gli argomenti del programma di esame in maniera semplice ed elementare. Ciò però non deve far credere che il manuale sia un lavoro superficiale; al contrario contiene informazioni precise ed aggiornate, nonchè nozioni pratiche per permettere ad un operatore non sanitario di poter affrontare con dignità, non solo l’esame, ma anche situazioni di emergenze a bordo di navi mercantili. Il testo è arricchito da 23 foto e 26 illustrazioni a colori, da 20 tabelle e ciò per renderlo non solo più gradevole alla lettura, ma ancor più facilmente memorizzabile. Ovviamente dietro la semplicità della trattazione si nasconde un lavoro di sintesi. Basti pensare all’argomento “struttura del corpo umano e funzioni delle varie parti”, tanto per citare uno dei primi argomenti, dove si è inteso fornire le nozioni essenziali dell’anatomia e della fisiologia del corpo umano sia perchè non basterebbe l’intero manuale per scendere in qualche dettaglio anatomico o fisiologico, sia perchè lo spirito delle convezioni IMO è quello di fornire le informazioni di base per la salvaguardia della vita umana in mare e le relative specifiche competenze. Mi sia concesso dedicare questa mia fatica al capitano ESPOSITO Gennaro (1° ufficiale di coperta della TIRRENIA di Navigazione) per la competenza, la sensibilità e grande disponibilità umana: senza il suo intervento questo manuale non avrebbe mai visto la luce. Napoli, aprile 1998 dr Giuseppe MASSA Indice 2 G. MASSA Primo soccorso a bordo Premessa ....................................................................................................... 2 1. Equipaggiamento di primo soccorso ...................................................... 4 2. Struttura del corpo umano e funzioni delle varie parti .................... 6 3. Esame dell’ammalato ................................................................................... 28 4. Fratture, distorsioni e lussazioni................................................................. 35 5. Ustioni ......................................................................................................... 40 6. Cure mediche alle persone soccorse in mare ...................................... 42 7. Arresto cardiaco e respiratorio. Rianimazione cardio-polmonare 46 8. Rischi da avvelenamento e da intossicazioni a bordo delle navi . 55 9. Farmacologia ................................................................................................. 59 10. Sterilizzazione ............................................................................................... 65 11. Consigli medici via radio ............................................................................... 66 12. Significato di alcuni termini medici .......................................................... 69 L'approdo a Procida. 3 G. MASSA Primo soccorso a bordo 1. Equipaggiamento di primo soccorso I medicinali, gli oggetti di medicatura e gli utensili di cui devono essere dotate le navi mercantili da traffico e da pesca, nonchè le imbarcazioni e le navi da diporto sono previste dal Decreto del Ministero della Sanità (D.M.) del 25.05.1988 n. 279. L’equipaggiamento è dettagliatamente indicato nell’apposito elenco allegato al D.M. Tale elenco è suddiviso in tre gruppi: 1) medicinali per uso interno 2) medicinali per uso esterno 3) materiale per medicazione Sono indicati nel totale 131 articoli. I medicinali del primo e secondo gruppo sono raggruppati secondo la classe farmaceutica (analgesici, antibiotici, antipertensivi, lassativi, colliri, pomate, insetticidi), inoltre è indicata per ciascuno di essi la forma farmaceutica (compresse, fiale, supposte) e brevi istruzioni per l’uso. Molto importante è la quantità minima indispensabile di ciascun articolo, indicata schematicamente in quattro tipi di tabelle (A-B-C-D). Ogni tabella varia secondo la navigazione a cui la nave è abilitata e secondo il tipo di nave (definizioni date in precisi articoli di legge). Qui in breve riportiamo a quale tipo di tabella ogni nave deve far riferimento: Tabella A: navi abilitate alla navigazione nazionale litoranea, navigazione nazionale ed internazionale costiera, pesca costiera ravvicinata, navigazione da diporto "senza alcun limite". Tabella B: navi abilitate alla navigazione nazionale, pesca mediterranea o d'altura. Tabella C: navi abilitate alla navigazione internazionale breve e lunga, pesca oltre gli stretti od oceanica. Tabella D: navi abilitate alla pesca costiera locale, alla pesca costiera ravvicinata (con stazza inferiore alle 10 t), navi ed imbarcazioni da diporto (senza equipaggio arruolato). 4 G. MASSA Primo soccorso a bordo Per esempio il M/T Capo Sandalo della Tirrenia è una nave abilitata alla navigazione nazionale pertanto l’equipaggiamento deve essere quello previsto nella tabella B. Altro esempio: una nave abilitata alla pesca costiera locale deve avere a bordo ciò che è indicato nella tabella D. Sulle navi con la dotazione delle tabelle A, B, C deve essere tenuto un registro di carico e 1 1 5 1 1 1 1 1 1 1 1 scarico dei farmaci, su quelle di cui alle tabelle B e C ci sarà anche un registro per i farmaci stupefacenti. Per le navi assegnate nella tabella D è prevista la sola presenza di una cassetta di pronto soccorso, la cui dotazione è riportata nella tabella che segue. La cassetta dovrà essere di materiale rigido, a chiusura stagna, facilmente asportabile e galleggiante: Tab. D. Equipaggiamento di una cassetta di pronto soccorso - disinfettante liquido, cc 250 - ammoniaca, in flaconi di vetro scuro - bende di Cambric, di varia misura - cerotto adesivo - cerotto medicato (confezione) - cotone idrofilo (pacco da 250 gr) - forbici comuni - garza idrofila compresse (confezione) - garza vaselinata compresse (confezione) - laccio emostatico - stecche per frattura (confezione) 5 G. MASSA Primo soccorso a bordo Nello schema seguente invece riportiamo una dotazione minima di strumenti, attrezzatura e materiali che dovrebbero essere presenti in una valigetta di pronto soccorso, per un'utilizzazione più ampia: Tab. II. Dotazione di una valigetta di pronto soccorso - fonendoscopio e sfigmomanometro (per misurare la pressione) - termometro (per misurare la temperatura del corpo) - abbassalingua e pinza tiralingua (per controllare la cavità della bocca) - torcia elettrica (per controllare il riflesso pupillare alla luce) - siringhe monouso da 5 e 10 ml (per eventuali iniezioni di farmaci) - guanti sterili e non sterili (per proteggere il paziente e se stessi dalle infezioni) - pallone di AMBU (o di rianimazione, per la respirazione artificiale) - lacci emostatici (per rallentare le emorragie) - cerotto, garze sterili, bende, disinfettanti, alcool, ovatta (medicazioni) - farmaci vari di comune impiego (da usare su ind. medica) 6 G. MASSA Primo soccorso a bordo 2. Struttura del corpo umano e funzioni delle varie parti. E’ importante la conoscenza della struttura del corpo umano e delle sue funzioni, perchè di fronte ad un primo soccorso a cui potremmo essere chiamati, dovremo non solo saper localizzare la parte lesa guardando la persona vestita, ma dovremo anche saper localizzare gli organi all’interno del corpo. E’ necessario inoltre conoscere la terminologia medica per poter comunicare, con precisione di dati, con operatori sanitari. fig. 1. Forma delle cellule Diversi tessuti collegati per svolgere una singola funzione formano l’ORGANO. Più organi che collaborano per svolgere una precisa funzione formano un APPARATO. Inoltre tessuti dello stesso tipo, ma che svolgono più funzioni, costituiscono un SISTEMA. Il corpo umano è costituto da miliardi di cellule. Esse sono molto piccole ed hanno varie forme e dimensioni a seconda delle loro diverse funzioni (fig. 1). Un gruppo di cellule uguali, cioè dello stesso tipo e che svolgono la stessa funzione forma un TESSUTO. 7 G. MASSA Primo soccorso a bordo Continuando la spiegazione della terminologia medica ci sono due termini molto importanti: anatomia e fisiologia. L’ANATOMIA è lo studio della struttura del corpo umano, mentre la FISIOLOGIA è lo studio delle funzioni normali dei vari organi ed apparati. Prima di cominciare l’esplorazione del nostro corpo è opportuno ricordare il significato di altri termini che si utilizzano in anatomia. La posizione ANATOMICA è quella che considera il corpo in stazione eretta posto davanti a voi, le braccia sono distese lungo il corpo con le palme delle mani rivolte in avanti. Questa posizione è la posizione di base a cui ci si riferisce se non viene indicato diversamente (fig. 2). Il termine di ANTERIORE viene usato per indicare la parte frontale del corpo, mentre POSTERIORE viene usato per indicare la parte che sta dietro (fig. 3). Molte parti del corpo umano possono essere indicate come anteriori o posteriori seguendo le cuciture laterali dei vestiti. fig. 2. posizione anatomica fig. 3. Anteriore e posteriore. 8 G. MASSA Primo soccorso a bordo Il piano SAGITTALE è un piano verticale immaginario che suddivide il corpo in una parte destra ed in una parte sinistra. Tutto ciò che è vicino al piano sagittale viene detto MEDIALE, mentre tutto ciò che è distante viene detto LATERALE (fig. 2 bis). PROSSIMALE sta ad indicare ciò che è più prossimo al corpo, DISTALE ciò che è più distante. Il corpo umano non viene descritto sempre in posizione ANATOMICA, cioè in posizione eretta. Possiamo avere una posizione SUPINA che si ha quando il corpo è disteso su di un piano con l’appoggio di schiena (fig. 4); quando invece è appoggiato con il petto si dice che è in posizione PRONA (fig. 5). Il corpo disteso su di un fianco di dice che è in posizione di DECUBITO LATERALE, se appoggia il fianco destro è in posizione di DECUBITO LATERALE DESTRO (fig. 6); se appoggia con il fianco sinistro in DECUBITO LATERALE SINISTRO (fig. 7). fig. 2 bis. fig. 4. posizione supina 9 G. MASSA Primo soccorso a bordo fig. 5. posizione prona fig. 6. decubito laterale destro. fig. 7. decubito laterale sinistro 10 G. MASSA Primo soccorso a bordo E veniamo ad alcuni termini per descrivere il movimento. Parliamo di ABDUZIONE quando si vuol descrivere un movimento di allontanamento dal corpo (fig. 8); di ADDUZIONE se invece il movimento è di avvicinamento al corpo (fig. 9). Ricordiamo poi il movimento di SUPINAZIONE e di PRONAZIONE descritti nelle fig. 10 ed 11. fig.8. abduzione: allontanamento braccio al corpo. fig. 9. adduzione: avvicinamento del del braccio dal corpo. palmo della mano sia anteriore, come nella posizione anatomica. fig. 10. supinazione: rotazione dell'avambraccio in maniera che il 11 G. MASSA Primo soccorso a bordo fig. 11. pronazione: rotazione dell'avambraccio in maniera che il dorso della mano sia anteriore. 12 G. MASSA Primo soccorso a bordo VISIONE GENERALE Il corpo umano può essere suddiviso in tre regioni fondamentali: 1) testa. 2) tronco. 3) arti. Nella regione della distinguiamo: - il cranio: in alto e dietro - la faccia: in basso ed avanti Tutta la superficie del corpo è ricoperta dalla cute, che in corrispondenza degli orifici naturali (bocca, narici, ano, vagina) si continua con le mucose, che rivestono le cavità interne. Poi ci sono i muscoli che consentono il movimento e che rappresentano il 40-50% del peso corporeo. All'interno del corpo ci sono gli organi, collegati tra loro da strutture nervose e dai vasi sangugni. Si inizierà con la descrizione della posizione degli organi nel corpo umano, poi seguirà la spiegazione delle funzioni degli apparati e sistemi: 1) scheletrico 2) tegumentario 3) muscolare 4) cardio-vascolare 5) respiratorio 6) intestinale 7) urinario 8) riproduttivo 9) sistema nervoso 10) sistema endocrino. In conclusione verranno descritti due organi di senso: l’occhio e l’orecchio. testa Nel tronco distinguiamo: - il collo: in alto - il torace: in avanti - la schiena: in dietro - l’addome: in avanti ed al centro - il bacino: in basso Gli arti si distinguono in: superiori: braccio, avambraccio e mano. - inferiori: coscia, gamba e piede. Il corpo umano è sorretto da un’impalcatura ossea il cui insieme costituisce lo scheletro. 13 G. MASSA Primo soccorso a bordo gli organi Vediamo ora brevemente dove e come sono sistemati gli organi nel corpo umano. Ricordiamo che un organo è l'insieme di diversi tessuti collegati per svolgere la stessa funzione. Nella figura seguente mostriamo alcuni organi della testa e del collo: fig. 13. Cavità toracica Nella figura seguente sono stati inseriti anche i polmoni: fig. 12. Organi della testa e del collo. Nel torace hanno sede diversi organi: i polmoni, il cuore ed i grossi vasi sanguigni, la trachea, l' esofago. Nella figura seguente si può notare la posizione del cuore, della trachea, dell’ esofago nella cavità toracica. fig. 14. Organi del torace. Il diaframma è un muscolo che separa la cavità toracica da quella addominale: si trova al di sopra del fegato ed ovviamente sotto i polmoni. 14 G. MASSA Primo soccorso a bordo Esaminiamo ora la cavità addominale: nella figura seguente i diversi organi che la occupano sono stati tolti. abbiamo inserito la vescica, i reni, la milza, il pancreas, l’intestino tenue. Nella figura seguente, completiamo l’inserimento. E cioè inseriamo anche lo stomaco, il fegato e l’intestino crasso: fig. 15. cavità addominale 1. In alto si può notare il diaframma, al centro l’esofago ed i grossi vasi sangugni. Abbiamo visto nella figura precedente la cavità addominale senza i principali organi, ora, per individuare la loro posizione, ne inseriamo qualcuno: fig. 17. organi dell'addome. fig. 16. cavità addominale 2. 15 G. MASSA Primo soccorso a bordo Lo scheletro Oltre alla funzione di sostegno lo scheletro ha altre funzioni: - protegge gli organi vitali e le strutture molli - produce le cellule del sangue - accumula sostanze minerali Lo scheletro umano è formato da 206 ossa, ciascuno ha un nome. fig. 18. Scheletro. 16 G. MASSA Primo soccorso a bordo Tronco: lo scheletro del tronco comprende innanzittutto la colonna vertebrale, formata da 3233 vertebre. La colonna vertebrale in alto sostiene il teschio, in basso si attacca alle ossa del bacino. E’ molto importante la divisione della colonna vertebrale in cinque parti: Suddividiamo lo scheletro in tre parti: testa, tronco ed arti. Testa: lo scheletro della testa è chiamato teschio ed è costituito da due parti: 1) il cranio formato da 8 ossa, racchiude il cervello. 2) la faccia composta da numerose ossa. fig. 19. Colonna vertebrale. 1) cervicale: la zona del collo 2) dorsale: la zona superiore della schiena 3) lombare: la zona media della schiena 4) sacrale: la zona inferiore della schiena 5) coccigea: l’estremità inferiore della colonna Le costole si attaccano si uniscono in avanti con lo sterno alla parte dorsale della colonna e ed insieme formano la gabbia 17 G. MASSA Primo soccorso a bordo toracica che protegge il cuore, i polmoni, i grossi vasi sanguigni. Arti: superiore ed inferiore: - arto superiore: l’osso del braccio è l’omero, le ossa dell’avambraccio sono l’ulna ed il radio. Lo scheletro della mano è costituito dal carpo (8 ossa), dal metacarpo (5 ossa) e dalle falangi, che sono le ossa delle dita. - arto inferiore: l’osso della coscia è il femore. Le ossa della gamba sono la tibia ed il perone. Il piede è formato dal tarso (7 ossa), dal metarso (5 ossa) e dalle falangi delle dita. Gli arti superiori si uniscono alla gabbia toracica con il cingolo scapolare costituito dalla scapola e dalla clavicola. Gli arti inferiori si uniscono alla colonna vertebrale tramite il cingolo pelvico, costituito dall’ileo, ischio e pube. 18 G. MASSA Primo soccorso a bordo Apparato tegumentario: Cute ed annessi. - le membrane mucose rivestono gli organi del corpo che sono esposti all’ambiente esterno (la bocca, le vie aeree, il tubo digestivo, il tratto urinario, la vagina). - le membrane sierose rivestono le cavità corporee chiuse e coprono gli organi interni. Hanno diversi nomi per es. quella che riveste la cavità addominale si chiama peritoneo, la cavità toracica è rivestita dalla pleura. - le membrane sinoviali rivestono le articolazioni con la funzione di ridurre l’attrito durante il movimento. La cute ricopre il corpo. E’ l’organo più esteso ed ha moltepli funzioni: 1) protezione 2) termo-regolazione 3) traspirazioneescrezione- assorbimento 4) produzione di vit. D 5) immunitaria Gli annessi cutanei sono: i peli, le unghie, le ghiandole sebacee, le ghiandole sudoripare. Per affinità di funzione ricordiamo qui le membrane del corpo umano, che hanno la funzione di proteggere gli organi da lesioni ed infezioni, sono: le membrane mucose, le m. sierose, le m. sinoviali. Apparato muscolare I muscoli sono gli organi che permettono il movimento del corpo. Si distinguono in: muscoli volontari ed involontari. - i muscoli volontari, detti anche muscoli striati, rappresentano la massa carnosa che modella la forma del corpo, sono circa 500. Sono i muscoli che sono comandati dalla volontà. Per es. i muscoli dell’arto superiore sono muscoli volontari. - i muscoli involontari, detti anche muscoli lisci, si contraggono senza l’intervento della volontà. Essi fanno parte delle pareti degli organi. Per es. i muscoli della parete dell’intestino sono muscoli involontari, il cuore è formato da muscoli involontari. 19 G. MASSA Primo soccorso a bordo Apparato cardio-vascolare L’apparato cardiovascolare è composto dal cuore, organo centrale e motore del sistema, dai vasi sanguigni (arterie, vene, capillari), dai vasi linfatici e dal sangue (fig. 20). sono messe in comunicazione tra loro dal sangue. Il sangue è costituito da una parte liquida e da una parte corpuscolata. La parte liquida è chiamata plasma, mentre la parte corpuscolata è formata dai globuli rossi, dai globuli bianchi, dalle piastrine. Il sangue trasporta ossigeno e anidride carbonica sui globuli rossi, e trasporta, disciolte nel plasma, sostanze nutritive e sostanze di rifiuto. Il sangue circola in un sistema chiuso di condotti: i vasi sangugni. Per seguire il percorso del sangue, prendiamo in considerazione, quale punto di partenza, il cuore: di qui il sangue parte e va verso gli organi e tessuti periferici, portando ossigeno e sostanze nutritive. Lungo questo percorso cede alle cellule tali sostanze e riceve da esse anidride carbonica e sostanze di rifiuto. Così carico ritorna al cuore. Questa prima parte della circolazione del sangue (cuoreorgani-cuore) viene chiamata circolazione generale (vedi fig. 21 - 1). Dal cuore il sangue riparte per andare ai polmoni: qui scarica l’anidride carbonica ed, in contemporanea, si carica di ossigeno; quindi ritorna al cuore. Questa seconda parte della circolazione del sangue (cuore- fig. 20. Apparato cardiovascolare. Tutte le parti, o meglio tutte le cellule del corpo umano 20 G. MASSA Primo soccorso a bordo polmoni-cuore) viene chiamata circolazione polmonare (fig. 21 2). Il sangue, ritornato al cuore, ricomincia il ciclo. Le sostanze di rifiuto vengono scaricate attraverso l’apparato urinario. I vasi sanguigni che partono dal cuore, e arrivano agli organi e tessuti periferici, vengono chiamati arterie; mentre i vasi che partono dagli organi e tessuti periferici per ritornare al cuore, sono detti vene. Nelle figure i vasi colorati in rosso trasportano sangue con ossigeno, mentre quelli colorati in blu trasportano sangue con anidride carbonica. Le arterie hanno pareti più spesse e più forti, mentre le vene hanno pareti più sottili e più deboli, questo perchè le arterie devono sopportare carichi di pressioni più alti, causati dal pompaggio del cuore per far fluire il sangue dal cuore verso gli organi e tessuti periferici. Le arterie, una volta arrivate all'organo periferico, si ramificano in vasi sempre più piccoli di diametro, fino a diventare vasi capillari. E' proprio qui e per mezzo di essi che avviene lo scambio di sostanze tra il sangue e le cellule. I vasi capillari arteriosi si continuano in quelli venosi, poi confluiscono in vasi di diametro maggiore, per diventare vene e per trasportare il sangue verso il cuore. I vasi capillari, quindi, sono le ramificazioni delle arterie e delle vene in periferia; ed essendo gli uni la continuazione degli altri, sono i condotti che mettono in comunicazione le arterie con le vene. Dobbiamo anche accennare all’esistenza dei vasi fig. 21. 1 Circolazione generale e 2 circolazione polmonare. Occorre precisare brevemente che le sostanze nutritive riversate nel sangue sono il risultato di un lungo processo di trasformazione che avviene durante la digestione; inoltre le sostanze di rifiuto, provenienti dalle cellule, vengono anch’esse trasformate nel rene prima di essere eliminate. 21 G. MASSA Primo soccorso a bordo linfatici. I vasi linfatici sono anch’essi dei condotti, prendono origine da tutti gli spazi che esistono tra le cellule e confluiscono nelle vene. Essi trasportano la linfa verso le vene. La linfa è un liquido prodotto dalle cellule, esso contiene sostanze di rifiuto, che non hanno “trovato la strada” per scaricarsi nei capillari per diverse ragioni (per esempio sono delle sostanze troppo grandi per “entrare” nei vasi capillari). Lungo il decorso dei vasi linfatici esistono dei filtri per trattenere microbi e materiale da distruggere. Tali filtri sono le ghiandole linfatiche che hanno anche la funzione di produrre i linfociti, cellule importanti per le difese immunitarie. Le ghiandole linfatiche più famose sono le tonsille. Inoltre anche la milza (situata nella cavità addominale, in alto a sinistra, protetta dalle ultime costole), svolge funzioni di filtro per aumentare le difese immunitarie. Essa, pur non essendo indispensabile alla vita, svolge anche altre funzioni, tra cui quella di distruggere le cellule del sangue invecchiate o danneggiate. 22 G. MASSA Primo soccorso a bordo Apparato respiratorio L’apparato respiratorio è composto dai polmoni, dall’albero bronchiale, dalla trachea, dalla laringe e dal naso- faringe (fig. 22). La respirazione è quel processo attraverso il quale si ha uno scambio di gas tra l’aria ed il sangue, e cioè l’ossigeno passa dall’aria nel sangue e l’anidride carbonica passa dal sangue nell’aria. Più precisamente con l’atto dell’ inspirazione l’aria entra nei polmoni che si dilatano per accogliere l’aria esterna e con l’espirazione si elimina l’aria dai polmoni, dopo l’avvenuto scambio. L’aria entra attraverso il naso o la bocca per poi procedere lungo la faringe, entra poi nella trachea ed attraverso i bronchi ed i bronchioli giunge ai sacchi alveolari, piccole cavità poste alla fine dei bronchioli, dove avviene lo scambio dei gas (ossigeno e anidride carbonica). fig. 22. Apparato respiratorio. 23 G. MASSA Primo soccorso a bordo Apparato digerente L’apparato digerente è composto dal canale gastroenterico e da vari accessori (le ghiandole salivari, il fegato ed il pancreas). La funzione che accomuna gli organi riuniti nell’apparato digerente è detta digestione, processo attraverso il quale gli alimenti vengono demoliti in sostanze solubili, assorbibili ed utilizzabili dalle cellule per nutrirsi. La digestione inizia nella bocca dove il cibo viene masticato dai denti e bagnato dalla saliva prodotta dalle ghiandole salivari. Il cibo, diventato poltiglia (bolo alimentare), può essere facilmente deglutito; quindi attraversa la faringe, l’esofago, e giunge nello stomaco. Lo stomaco è una sacca elastica dove il bolo alimentare sosta per qualche ora per mescolarsi al succo gastrico, prodotto da alcune ghiandole dello stomaco. Il bolo alimentare, diventato semi-liquido (chimo), viene poi spinto, da movimenti dello stomaco, nella prima parte dell’intestino tenue: il duodeno. Qui la digestione continua con l’aggiunta di bile (un succo prodotto dal fegato) e di succo pancreatico (prodotto dal pancreas). Il chimo avanza lentamente nell'intestino tenue, mescolandosi anche al succo enterico, prodotto dalle cellule dell’intestino stesso. Nelle anse intestinali la parte di chimo che è stata trasformata completamente viene assorbita dai villi intestinali, che sono delle pieghe della mucosa dell’intestino tenue nel cui interno scorrono i capillari sanguigni ed i vasi linfatici. La parte del chimo non digerita completamente procede nell’intestino crasso, dove avviene principalmente l’assorbimento di acqua. Viene così a formarsi la massa delle feci, che verrà eliminata con la defecazione. Il fegato è un importante organo dell’apparato digerente. E’ situato nell’addome in alto a destra. Tutto il sangue proveniente dall’intestino, e contenente i prodotti assorbiti grazie alla digestione, passa per il fegato che compie numerose altre trasformazioni di tali prodotti per renderli utilizzabili dalle cellule. Il pancreas è situato anch’esso nell’addome, ma in alto a sinistra; produce il succo pancreatico, che viene versato nel duodeno per facilitare la digestione degli alimenti, e l’insulina, che viene versata direttamente nel sangue. Ricordiamo che l’insulina è un’importante sostanza che permette la regolazione della quantità di zucchero presente nel sangue, e cioè della glicemia. 24 G. MASSA Primo soccorso a bordo Apparato urinario L’apparato urinario è composto dai reni, dagli ureteri, dalla vescica, dall’uretra (fig. 23). l'eliminazione dell’urina. La formazione dell’urina è una complessa operazione chimicofisica che avviene nei reni. L’urina, prodotta dai reni, si raccoglie dapprima nei bacinetti renali poi, attraverso gli ureteri arriva nella vescica urinaria. Qui l’urina si raccoglie fino a che, con un atto volontario, viene espulsa all’esterno attraverso l’uretra. I reni oltre a produrre urina svolgono anche altre funzioni importanti: - mantengono costante la quantità di importanti sostanze chimiche e minerali, eliminandone gli eccessi o riassorbendone (in caso di carenza) maggiori quantità. - mantengono costante la quantità e la composizione dei liquidi del nostro organismo. contribuiscono a regolare la pressione arteriosa. fig. 23. Apparato urinario. La funzione che accomuna gli organi dell’apparato urinario è quella di eliminare le sostanze di rifiuto contenute nel sangue, mediante la formazione e Apparato riproduttivo 25 G. MASSA Primo soccorso a bordo L’apparato della riproduzione è composto da organi, ghiandole e altre parti che hanno in comune la funzione di procreare altri esseri umani. E’ chiamato anche apparato sessuale ed è diverso nei due sessi. produzione degli spermatozoi, le cellule riproduttive maschili. Nella femmina (fig. 24, B) l’apparato sessuale è composto dalle ovaie, dalle salpingi, dall’utero, dalla vagina e dalle mammelle. Le ovaia o ghiandole sessuali femminili servono alla produzione degli ovuli, le cellule riproduttive femminili. L’ovulo, dopo essere stato prodotto, viene emesso nella salpinge, canale che va dall'ovaia all’utero. E’ in questo canale che, in genere, avviene la fecondazione, cioè l’incontro tra lo spermatozoo e l’ovulo. L’utero è l’organo dove l’ovulo fecondato si annida e continua la sua crescita (questo periodo dura 9 mesi e viene detto gravidanza). L’utero comunica con l’esterno mediante la vagina, o canale del parto, canale mediante il quale il nuovo essere viene partorito, cioè viene emesso all’esterno dell’organismo materno. Le mammelle sono due ghiandole destinate a produrre il latte, cioè l’alimento del bambino nei primi mesi di vita. I testicoli e le ovaie, oltre a produrre le cellule sessuali (spermatozoo ed ovulo) dalla cui unione si formerà il nuovo essere vivente, producono anche altre sostanze che servono per la crescita e lo sviluppo rispettivamente del corpo maschile e femminile. fig. 24. Apparato riproduttivo. Nel maschio (fig. 24, A) l’apparato sessuale è composto dai testicoli, dalla prostata, dalle vie spermatiche, dall’uretra, dal pene. I testicoli o ghiandole sessuali maschili servono alla 26 G. MASSA Primo soccorso a bordo Sistema nervoso Parliamo ora di sistema e non più di apparato, perché dobbiamo descrivere parti del corpo umano che sono formate dallo stesso tessuto, ma che svolgono diverse funzioni. Il sistema nervoso è composto dall’encefalo, dal midollo spinale e dai nervi (fig. 25). fig. 25. Sistema L’encefalo è contenuto nella scatola cranica ed è composto dal cervello e dal cervelletto. Il cervello è la sede del controllo dei muscoli volontari, dell’intelligenza, dell’attività psichica, della sensibilità tattile, visiva e uditiva; il cervelletto, che occupa la parte posteriore del cranio, è sede del controllo della precisione dei movimenti e la sede dell’equilibrio. Il midollo spinale è contenuto nella colonna vertebrale. Dal cervello hanno origine i nervi cranici (12 paia); dal midollo hanno origine i nervi spinali (33 paia). I nervi sono dei sottili cordoni di colore bianco (anche se nelle figure ho usato il colore giallo) formati da un insieme di fibre nervose, cioè i filamenti delle cellule nervose. La complessa funzione degli organi del sistema nervoso è il controllo della vita di relazione (movimenti, sensazioni, attività psichica) e il controllo del funzionamento degli organi del nostro corpo. nervoso. Sistema endocrino 27 G. MASSA Primo soccorso a bordo nel sangue, perciò le ghiandole sono dette endocrine, e sono trasportate dal sangue ai vari organi sui quali agiscono. Le ghiandole endocrine sono (fig.26): - l’ipofisi (è situata al centro della scatola cranica e regola l’attività di tutte le altre ghiandole). - la tiroide (situata nella regione del collo in avanti, all’altezza del pomo d’Adamo). - le paratiroidi (situate ai lati della tiroide). - il pancreas (situato, come abbiamo già visto nella cavità addominale, in alto a destra). - le surrenali (situate al di sopra dei reni). - le gonadi o ghiandole sessuali (testicoli nei maschi, ovaia nelle femmine). fig. 26. Sistema endocrino. Il sistema endocrino è composto da numerose ghiandole endocrine. La ghiandola è un insieme di cellule che produce delle sostanze, chiamate ormoni. Tali sostanze hanno la funzione di controllare l’accrescimento del corpo, il ricambio delle sostanze liquide, la riproduzione e numerose altre funzioni. Gli ormoni prodotti dalle ghiandole si versano direttamente Organi di senso 28 G. MASSA Primo soccorso a bordo I nostri cinque sensi sono: la vista, l’udito, il gusto, l’olfatto, il tatto. Gli organi di senso sono l’occhio, l’orecchio, la lingua, il naso, la pelle. Essi sono collegati strettamente con il sistema nervoso, mediante i relativi nervi. Ricordiamo in breve solo l’occhio e l’orecchio. alla cavità dell’orbita, facendolo muovere in ogni direzione. L’orecchio è composto da tre parti: - la parte esterna formata dal padiglione auricolare ed il condotto uditivo. - la parte media formata dal timpano, dalla tromba di Eustachio e dalla catena degli ossicini (incudine, staffa e martello). - la parte interna formata dal vestibolo, dai canali semicircolari e dalla coclea. fig. 27. L'occhio. Gli occhi sono due organi sferici, rivestiti da una membrana, che nella parte anteriore è trasparente ed è chiamata congiuntiva. La parte anteriore dell’occhio viene chiamata cornea ed è una membrana trasparente. L’iride è l’anello colorato dell’occhio, il foro dell’iride è chiamato pupilla, essa permette alla luce di entrare nell’occhio. Dietro alla pupilla c’è il cristallino, una sostanza gelatinosa che la funzione di una lente. La parte sensibile dell’occhio è la retina, un insieme di cellule fotosensibili situate in fondo all’occhio. Gli stimoli che arrivano alla retina vengono trasmessi al cervello tramite il nervo ottico. Ci sono poi sei muscoli che collegano l’occhio fig. 28. L'orecchio. L’orecchio, oltre ad essere l’organo che permette l’udito, partecipa anche a mantenere l’equilibrio del corpo grazie ai canali semicircolari. Ricordiamo che il suono è fatto di onde che raccolte dal padiglione auricolare passano nel condotto uditivo e che fanno vibrare la membrana del timpano. Le vibrazioni del timpano vengono trasmesse dalla catena delle ossicina alla coclea, la parte sensibile dell’orecchio a forma di spirale piena di liquido, che muovendosi per le vibrazioni, eccita le sue speciali cellule. Queste cellule trasmettono gli stimoli lungo il nervo acustico al cervello. 29 G. MASSA Primo soccorso a bordo 3. Esame dell’ammalato L’esame dell’ammalato consiste nella valutazione delle condizioni in cui si trova l'ammalato al nostro arrivo e nella raccolta di informazioni per stabilire che tipo di assistenza deve essere prestata. Prima di procedere all'esame nel dettaglio, è necessario stabilire rapidamente se esistano condizioni che possano minacciare la vita del soggetto malato, e correggerle. Occorre conoscere e distinguere le condizioni che possono diventare pericolose (che richiederanno l'intervento medico) da quelle che richiedono delle azioni immediate (dalla prima persona che presta soccorso). Per esempio un forte dolore addominale, localizzato nella zona dell’appendice, che dura da diverse ore, può essere un segno di un appendicite acuta, specie se poi esistono altri sintomi come il vomito, la febbre ed una frequenza del polso superiore ai 120 battiti al minuto: in questo caso la condizione dell'ammalato può diventare pericolosa, e l’assistenza dovrà essere necessariamente medica. Un’ostruzione delle vie respiratorie invece (per esempio una patata bloccata in bocca) richiede un'azione immediata dalla prima persona che presta soccorso: infatti l’ostruzione può portare rapidamente ad un arresto del respiro e quindi alla morte. Occorre quindi rimuovere il corpo estraneo: prendere l'ammalato alle spalle; cingerlo con le braccia ed esercitare delle compressioni sullo stomaco, in profondità e verso l'alto, in modo che l'onda pressioria così provocata possa rimuovere la causa dell'ostruzione. Quindi l'esame dell'ammalato va condotto in due fasi: in una prima fase occorre valutare i segni vitali ed in una seconda fase procedere ad un esame delle varie parti del corpo. Ecco quindi che occorre saper riconoscere i segni vitali. Tab. III. I segni vitali sono: 1) lo stato di coscienza 2) il polso 3) la respirazione 4) la pressione arteriosa 5) la temperatura cutanea 6) aspetto delle pupille 1) Lo stato di coscienza. Di solito è facile stabile se una 30 G. MASSA Primo soccorso a bordo persona è cosciente oppure non lo è. E' più difficile invece stabilire il livello di coscienza in quanto ciò richiede esperienza ed altre informazioni. Una persona è cosciente quando capisce ciò che sta succedendo intorno a lui, sa il proprio nome, sa dove si trova, sa rispondere a semplici domande. 2) Il polso. Quando si parla di polso ci si riferisce al polso arterioso. Il polso arterioso è la percezione, fatta con le punta delle dita, della dilatazione e del successivo restrigimento di un’arteria che viene compressa (dalle dita) contro un osso. Tale percezione corrisponde ai battiti cardiaci ed è dovuta all’arrivo in periferia dell’onda pressoria originata dall’azione di pompaggio del cuore. Il polso arterioso si può rilevare in diverse zone del corpo. In genere però quando si parla di “prendere il polso”, si intende la rilevazione del polso radiale, cioè il rilievo che si esegue palpando, con la punta dell'indice e del medio, l’arteria radiale nella parte laterale della regione anatomica del polso (fig. 29). fig. 29. Polso radiale. Una volta percepite le pulsazioni, si contano per 30 secondi e si moltiplica per due, così si determinano i battiti al minuto: abbiamo così rilevato la frequenza del polso. In genere la frequenza in una persona adulta è compresa tra i 60 e 80 battuti al minuto. Oltre alla frequenza, dalla percezione del polso radiale, possiamo avere altre importanti informazioni: possiamo sapere se l’intervallo tra un battito ed il successivo è sempre uguale, oppure no. Se le pulsazioni si succedono con lo stesso intervallo tra l’una ed un’altra possiamo dire che il polso è regolare. Se invece tra una pulsazione e la successiva l’intervallo non è sempre lo stesso diremo che il polso è irregolare. Un polso regolare si dice che è ritmico, altrimenti si parla genericamente di polso aritmico. Ancora, se la pulsazione viene percepita debolmente si parla di polso debole, al contrario se viene percepita forte si parla di polso forte e pieno. 31 G. MASSA Primo soccorso a bordo A volte per essere sicuri della rilevazione occorre prendere il polso più volte e non per 30 sec, ma per un intero minuto e più. La rilevazione del polso è un dato molto importante per fare una valutazione delle condizioni dell’apparato cardiocircolatorio del paziente. Se per esempio si rileva, in più di una volta, un polso con una frequenza superiore ai 120 battiti al minuto o al di sotto dei 50 battiti al minuto si deve considerare tale rilevazione come segnale dell’esistenza di una condizione molto grave; l'ammalato quindi dovrà essere visitato da un medico al più presto. E' necessario precisare che nei bambini da 1 a 5 anni la frequenza normale del polso è compresa tra 80 e 150 battiti al minuto; per i più grandicelli tra i 5 ed i 12 anni la frequenza è di solito compresa tra i 60 e 120 battiti al minuto. Frequenze al di sopra o al di sotto di tali valori richiedono l’immediata assistenza di un medico. che una persona effettua in un minuto. Può essere classificata in normale, lenta o rapida. La normale frequenza respiratoria per un adulto a riposo varia tra i 12 e i 20 respiri al minuto. Occorre tener presente che può essere considerata normale una respirazione influenzata dalle dimensioni corporee, da condizioni emotive o fisiche. Se comunque ci troveremo di fronte ad un adulto che ha una frequenza respiratoria superiore ai 28 respiri al minuto oppure al di sotto dei 10 respiri al minuto, dovremo considerare la situazione grave e far visitare il paziente da un medico. La natura del respiro comprende la rilevazione del ritmo, della profondità ed anche la presenza o meno di rumori respiratori. Per ciò che si riferisce al ritmo si considera un respiro regolare quando l’intervallo tra i respiri è sempre uguale e costante, si considera il respiro irregolare quando l’intervallo cambia di continuo. Per ciò che si riferisce alla profondità del respiro si deve considerare la quantità di aria che si inspira ed espira. I dati rilevati vanno confrontati con lo stato del respiro di un adulto a riposo. La rilevazione degli atti respiratori si fa osservando i movimenti del torace e contando i respiri per 30 secondi per poi moltiplicarli per due. Tale rilevazione è molto importante 3) La respirazione. Ricordiamo in breve che la respirazione è l’atto di immettere ed espellere aria dai polmoni. Quindi un singolo respiro è costituito da una inspirazione seguita da una espirazione. Anche per la respirazione si deve rilevare la frequenza e la natura del respiro. La frequenza respiratoria rappresenta il numero di respiri 32 G. MASSA Primo soccorso a bordo per valutare le condizioni dell’apparato respiratorio e di quello cardio-circolatorio. diastolica. Sgonfiate rapidamente lo sfigmo. Se non si è sicuri dei valori annotati bisogna ripetere l’operazione, aspettando qualche minuto. E’ importante anche annotare l’ora della misurazione perchè vanno effettuate varie misurazioni nel corso del periodo di assistenza. La misurazione della pressione arteriosa è importante per capire le condizioni del cuore e della circolazione del sangue. 4) La pressione arteriosa. Per misurare la pressione arteriosa occorre un fonendoscopio ed uno sfigmomanometro. Mettete il fonendoscopio appeso al collo, con gli auricolari puntati in avanti, mettetevi poi al fianco del paziente ed applicate lo sfigmo al braccio dopo esservi assicurati che non vi siano lesioni. Lo sfigmo va applicato sul braccio nudo. Avvolgete lo sfigmo attorno al braccio, subito dopo il gomito. Inserite il microfono del fonendoscopio verso la parte mediale. Gonfiate lo sfigmo. Inserite gli auricolari del fonendo (ricordarsi: con le punte rivolte in avanti). Mentre gonfiate sarete in grado di sentire le pulsazioni. Gonfiate l’apparecchio controllando l’indicatore di pressione. Ad un certo punto non sentirete più le pulsazioni. A questo punto fate defluire lentamente l’aria dallo sfigmo aprendo la valvola: l’indicatore di pressione scende. Ascoltando con attenzione, ad un certo punto sentirete di nuovo le pulsazioni; annotate la lettura dell’indicatore: è il valore della pressione massima o sistolica. Continuate a sgonfiare l’apparecchio fino al punto in cui le pulsazioni non si avvertiranno più; annotate la lettura dell’indicatore: è il valore della pressione minima o 5) La temperatura cutanea. Non si tratta in senso assoluto di un segno vitale, ma è molto utile conoscere la temperatura di un ammalato nel corso di un’ assistenza, poichè molti disturbi sono legati ad alterazioni della temperatura. Ovviamente occorre un termometro e, per comodità e facilità di rilevazione, ci limiteremo alla misurazione della temperatura ascellare, tralasciando la misurazione orale e quella rettale, anche se sono più attendibili. Mentre si effettua la misurazione è buona norma notare le condizioni della pelle. Se al momento non fosse possibile la misurazione della temperatura con il termometro, è possibile avere delle informazioni attendibili toccando la fronte del paziente con il dorso della propria mano. Si rileverà cosi se la pelle appare calda, caldissima, fresca, fredda o normale (cioè con la stessa 33 G. MASSA Primo soccorso a bordo temperatura della nostra mano). Allo stesso tempo possiamo notare se la pelle è secca, umida o fredda ed umida. Si può annotare se l'ammalato ha la cosiddetta “pelle d’oca” associata a brividi. 6) L’aspetto delle pupille. Non è un segno vitale in senso stretto, ma dal controllo dell’aspetto delle pupille si possono ottenere informazioni importanti sullo stato di salute del soggetto che ha bisogno della nostra assistenza. Infatti molte importanti e gravi malattie possono rivelarsi con un cambiamento delle dimensioni delle pupille (come per esempio l’uso di sostanze stupefacenti è rilevato da pupille di ridotte dimensioni che non rispondono agli stimoli di maggiore luce). Per esaminare l’aspetto delle pupille occorre munirsi di una lampada. Nel soggetto normale, sano, le dimensioni delle pupille variano secondo la quantità di luce che arriva all’occhio (fig. 30): poca luce comporta una apertura della pupilla, cioè la pupilla si dilata; invece molta luce comporta una riduzione immediata del diametro pupillare: cioè la pupilla si contrae. fig. 30. Diametri della pupilla. Ora si può iniziare la seconda fase dell'esame dell’ammalato. Si procede in modo sistematico, ma non si deve seguire sempre lo stesso ordine: si cambierà di volta in volta a seconda dei disturbi che accusa l’ammalato e secondo le norme del buon senso. La procedura che si segue è la stessa che abbiamo descritto per la presentazione del corpo umano: Tab. IV. Seconda fase dell'esame dell'ammalato. Si esegue nell'ordine l'esame: - della testa - del collo - del torace - dell’addome - degli arti - della schiena Descriveremo ora le cose più importanti da valutare: - Testa. Va controllato se esistono emorragie, gonfiori sia sul cuoio capelluto, sia sulla faccia. Particolare attenzione va prestata nel controllo degli occhi e 34 G. MASSA Primo soccorso a bordo delle dimensioni delle pupille, ma va controllato anche il naso, la bocca e l’orecchio per rilevare la presenza di sangue od altro. - Collo. Va esaminato con cautela, specie negli infortunati. La regola da seguire, in questi casi, è di mantenere sempre il collo in asse con il corpo e non effettuare movimenti bruschi di spostamenti laterali. - Torace. Va controllato se il torace si espande in modo uniforme e vanno ricercati segni di tagli, gonfiori, fratture delle costole. - Addome. Occorre sempre ricercare la presenza di lesioni, ma va anche controllata l’origine di eventuali dolori. A tal proposito, per dare un punto di riferimento per la localizzazione del dolore addominale, è utile la suddivisione dell'addome in quattro quadranti, tracciando due linee immaginarie che passano per l'ombelico (una orizzontale e l'altra verticale), così come illustrato nella fig. 31. Così potremo descrivere la localizzazione del dolore: per esempio nel quadrante superiore destro oppure nel quadrante inferiore sinistro e così via. fig. 31. Quadranti addominali. - Arti. Oltre alla presenza di lesioni, va controllato il polso, il colore della pelle delle estremità e la funzionalità dei movimenti. - Schiena. Quando è il caso, controllare l’esistenza di lesioni. In conclusione, nel fare l'esame dell'ammalato occorre: Tab. V. Esame dell'ammalato. 1) capire subito se l'ammalato è cosciente, oppure non lo è. 2) stabilire se l'ammalato rischia di morire: capire quali sono i segni vitali. 3) essere preparati al fatto che le condizioni dell'ammalato possono cambiare all’improvviso in peggio, ma anche in meglio. 4) non muovere l’infortunato prima di aver capito la dinamica dell’incidente ed individuato la regione del corpo interessata. 35 G. MASSA Primo soccorso a bordo 5) cercare nell’infortunato ferite evidenti, ustioni, fratture, deformazioni o gonfiori. 6) descrivere la sede di eventuali dolori. 7) parlare, comunicare sempre con l'ammalato ed informarlo con chiarezza quello che avete intenzione di fare. 8) cercate, palpate, annusate, ascoltate, ma soprattutto ricordatevi di prendere le precauzioni necessarie per la vostra incolumità. 36 G. MASSA Primo soccorso a bordo 4. Fratture, distorsioni e lussazioni. Spesso è difficile stabilire con certezza, senza l'aiuto di una radiografia, quali lesioni siano state provocate da urto violento: frattura, distorsione oppure lussazione. A bordo delle navi non è importante fare una diagnosi della lesione, ma occorre conoscere e capire l'importanza di queste patologie, per non provocare ulteriori danni all'infortunato. Diamo ora brevi cenni sulle patologie suddette. La frattura è la rottura di un osso. Nella maggioranza dei casi l'osso si rompe mantenendo il suo allineamento, ma non sempre è così. Esistono diversi tipi di fratture, ma è da ricordare la differenza tra frattura chiusa e frattura esposta: una frattura chiusa si ha nella rottura di un osso senza la lacerazione e la perforazione della pelle, mentre la frattura esposta si ha quando un frammento dell'osso rotto lacera la pelle e viene a contatto con l'aria (fig. 34). In genere quando si verifica una frattura, oltre al danno all'osso, si verificano anche danni ai tessuti che circondano l'osso, i cosiddetti tessuti molli (in contrapposizione al tessuto duro dell'osso) e si possono verificare anche lesioni ai vasi sanguigni ed ai nervi che circondano l'osso (fig. 35). Fig. 34. Tipi di frattura. Fig. 35. Complicanze delle fratture. I danni ai tessuti molli non danno preoccupazioni: in genere si tratta di piccole emorraggie e di gonfiori locali. Rappresentano invece danni gravi le lesioni (quando sono presenti) 37 G. MASSA Primo soccorso a bordo ai grossi vasi sanguigni od ai nervi. La lesione di un'arteria provoca l'uscita abbondante di sangue dalla ferita, in caso di frattura esposta. La caratteristica della lesione arteriosa è il gettito intermittente di sangue che va di pari passo con il battito del cuore. La lesione di un nervo, invece, provoca un formicolio della zona interessata. Nelle fratture inoltre assume importanza la parte dello scheletro colpita. Le fratture più gravi sono quelle della colonna vertebrale, seguono poi le fratture del cranio, della gabbia toracica, del bacino ed infine, le meno importanti, sono le fratture degli arti. Le ossa vengono tenute unite tra di loro nelle articolazioni dai legamenti. La distorsione si verifica quando vengono lesionati i legamenti di un'articolazione (in parte od in toto) in un urto oppure in una trazione violenta. La lussazione è, invece, lo spostamento di un'estremità di un osso dalla sua sede nell'articolazione. Il trattamento di primo soccorso per tutte queste patologie, oltre agli impacchi di ghiaccio, è l'immobilizzazione della parte colpita. Nel caso di frattura esposta, prima dell'immobilizzazione, occorre disinfettare la ferita e poi coprirla con garze sterili. Non bisogna tentare di far rientrare l'osso, come non bisogna tentare di raddrizzare un osso in caso di deformità evidenti. Una particolare attenzione bisogna dedicare alle lesioni della colonna vertebrale, per la loro importanza. Le lesioni della colonna vertebrale comprendono: - le fratture delle vertebre - le lussazioni della colonna vertebrale - le fratture e gli schiacciamenti dei dischi intervertebrali Ricordiamo che la colonna vertebrale è formata da una serie di 33 vertebre sovrapposte e che tra una vertebra e l’altra è interposto un disco di materiale elastico, il disco intervertebrale. Le vertebre non sono tutte uguali, esse hanno una forma diversa 38 G. MASSA Primo soccorso a bordo secondo la posizione che occupano nella colonna. La fig. 32 mostra una vertebra dorsale. fig. 33. Midollo spinale. Una lesione del sistema nervoso (come complicanza di una lesione della colonna vertebrale) può condurre alla paralisi motoria degli arti, alla perdita di sensibilità e, in casi estremi, può portare alla morte. Le lesioni della colonna vertebrale sono frequenti in incidenti violenti, come una caduta, in cui il soggetto batte con violenza la testa o il torace, la schiena od il coccige. Agli operatori non sanitari non si chiede di riconoscere e curare le lesioni vertebrali, ma almeno di saperne l’esistenza e la loro importanza per evitare di fare danni irreparabili nel soccorrere in modo incauto l'infortunato. fig. 32. Vertebra. Comunque elementi comuni a tutte le vertebre sono il corpo, un arco e dei peduncoli. L’arco unendosi ai peduncoli delimita un foro e la successione dei fori vertebrali forma il canale vertebrale dove è racchiuso il midollo spinale. La sovrapposizione delle vertebre determina, lateralmente, due fori (detti intervertebrali) da cui fuoriescono i nervi spinali (fig. 33). L’importanza delle lesioni vertebrali sta nel fatto che ad esse possono essere associate lesioni del sistema nervoso. 39 G. MASSA Primo soccorso a bordo In tale situazione non bisogna spostare l'incidentato, senza aver fatto la dovuta valutazione (vedi Tab. VI). Tab. VI. Valutazione sul posto, di un eventuale lesione del midollo associata ad una probabile lesione vertebrale. 1) osservare come l'infortunato respira. 2) dare un pizzicotto sulle mani e sui piedi ed osservare la reazione. 3) con l'infortunato cosciente, chiedergli di agitare la mano ed il piede. 4) con l'infortunato cosciente, chiedergli di stringere la mano e di spingere il piede. 5) con l'infortunato cosciente, chiedergli di sollevare il braccio e la gamba. Anche una sola risposta negativa (l'infortunato non reagisce al pizzicotto, oppure non solleva un braccio) va ritenuta importante per una possibile lesione del midollo spinale e va segnalata al medico. Nel frattempo, in attesa del medico o dei suoi consigli, occorre rispettare delle precise norme. Assicurare alla colonna vertebrale sempre un sostegno rigido ed immobilizzare la testa ed il collo. Se non si ha in dotazione un collare rigido, occorre farlo con le mani. Bisogna tener presente che testa e collo vanno mantenuti allineati con la colonna vertebrale. Occorre procurarsi un asse rigido per sistemare e poi trasportare l'infortunato. Basterà allo scopo una lunga tavola di legno o la barella rigida a canoa. Nello spostare l'infortunato sull'asse rigido occorre essere in tre o più persone e bisogna fare molta attenzione nel coordinare i movimenti, perchè è necessario non procurare ulteriori spostamenti della colonna vertebrale, mantenendo sempre immobile la testa. L'infortunato dovrà essere trattato come se fosse un unico pezzo rigido, se possibile far scivolare l'asse sotto di lui. Occorrerà poi riempire i vuoti a livello del collo, del tronco, delle ginocchia, delle caviglie prima di assicurare l'infortunato all'asse con delle fasce. L'immobilizzazione verrà completata assicurando all'asse la testa ed il collo. La persona con sospetta frattura della colonna vertebrale va tenuta sempre sotto stretta osservazione e, se c’è disponibilità di ossigeno, iniziarne subito la somministrazione, anche se il paziente respira bene; ciò sia prima che durante il trasferimento a terra. Nel caso in cui la vittima dell'incidente sia in stato di incoscienza è buona norma considerare sempre la possibilità di una lesione vertebrale, con le 40 G. MASSA Primo soccorso a bordo probabili complicanze sul sistema nervoso. esistono i sospetti di una gravità del trauma. Non bisogna perdere tempo se l'infortunato presenta perdita di coscienza, se ha movimenti bruschi ed incontrollati, se ci sono disturbi visivi o se le pupille sono di dimensioni diverse, se esiste un sanguinamento dall'orecchio, dal naso o dalla bocca, se esiste vomito violento. Nei traumi cranici, senza fratture evidenti, la gravità è dovuta al pericolo di emorragie all'interno del cranio, perchè l'accumulo di sangue, esercitando compressione, danneggia il cervello. Quindi occorre organizzare il trasporto a terra dell'infortunato non appena 41 G. MASSA Primo soccorso a bordo 5. Ustioni o scottature Le ustioni sono delle lesioni della cute che possono interessare anche i tessuti sottocutanei. Per capire la gravità dell’ustione occorre considerare (tab. VII): Tab. VII. Gravità dell'ustione. Stabilire: 1) l’agente causale dell’ustione 2) la superficie del corpo colpita 3) il grado dell’ustione 4) la presenza di altre malattie e/o lesioni. alle vie aeree, nonchè procurare danni estetici notevoli. E’ importante valutare anche l’estensione dell’area ustionata, specie nelle ustioni che coinvolgono più parti del corpo. A tal fine è utile ricordare "la regola del 9": ognuna delle seguenti aree ustionate rappresenta il 9% della superficie del corpo: testa e collo, parte anteriore del torace, schiena, addome, lombi e natiche, ogni arto superiore, faccia anteriore dell'arto inferiore, faccia posteriore dell'arto inferiore. 1) L’agente causale dell’ustione. Può essere: termico (fiamme, calore, liquidi bollenti) - chimico (acidi, caustici) - elettrico - luce solare - radioattivo Spesso è utile anche conoscere la fonte dell’ustione, per esempio ustione termica, causata da acqua bollente. Inoltre non bisogna dare mai per scontata la fonte di un’ustione, occorre sempre avere informazioni precise. 3) Il grado dell’ustione. Le ustioni possono essere classificate di primo, secondo e terzo grado. Ustione di primo grado: è un ustione superficiale. La pelle si presenta arrossata, la guarigione è spontanea e non lascia cicatrici. Ustione di secondo grado: è un ustione più profonda. La pelle oltre ad essere arrossata presenta le caratteristiche “bolle", la guarigione può dare esito anche a cicatrici. Ustione di terzo grado: è un ustione che colpisce tutti gli strati della pelle. Oltre alle "bolle", sono presenti aree carbonizzate. La guarigione lascia cicatrici evidenti. 4) La presenza di altre malattie e/o lesioni. Le persone con malattie cardiache, respiratorie o con il diabete reagiscono con maggiori difficoltà 2) La superficie del corpo colpita. Le ustioni delle mani o dei piedi vanno considerate con attenzione, perchè la formazione di cicatrici può determinare poi la perdita del movimento della dita. Le ustioni del volto sono preoccupanti perchè possono esistere delle lesioni agli occhi ed 42 G. MASSA Primo soccorso a bordo alle ustioni. Come pure la presenza di altre lesioni associate all’ustione comportano seri rischi. Quindi bisogna ottenere informazioni sullo stato di salute dell’infortunato e cercare possibili altre lesioni associate all’ustione (ferite, fratture). Per ciò che riguarda il trattamento delle ustioni occorre tener presente che a bordo si possono curare solo: - le ustioni di 1° grado - le ustioni di 2° grado che interessano meno del 12-15% della superficie del corpo. - le ustioni di 3° grado che interessano meno del 3% della superficie corporea. - le ustioni che non interessano le mani, i piedi ed la faccia. Per le ustioni di 1° grado applicare solo un pò di pomata di Foille nei primi giorni. Per quanto riguarda le ustioni di 2° grado e le piccole ustioni di 3°, esse vanno prima raffreddate con acqua pulita poi vanno disinfettate con acqua ossigenata. Occorre poi asciugare con garze sterili e disinfettare con altro liquido disinfettante, asciugare poi sempre con garze sterili. Non bisogna rompere "le bolle". Coprire con garze sterili umide (tipo Fitostimoline) e completare la medicazione coprendo con garze sterili e bendaggio. La medicazione va cambiata ogni giorno. Durante queste operazioni è importante rispettare le norme di pulizia e di sterilità, per evitare il pericolo di infezioni. Tutti gli altri tipi di ustioni vanno curati in ambiente ospedaliero e cioé: - le ustioni di 2° grado che interessano una superficie del corpo maggiore del 12-15%. - le ustioni di 3° grado che interessano superfici maggiori del 3%. le ustioni che interessano le mani, i piedi o la faccia. Per questo secondo gruppo di ustioni occorre mettersi subito in contatto con il CIRM ed organizzare il trasporto dell'infortunato a terra, in quanto potrebbero sorgere complicanze respiratorie e circolatorie, che a bordo non si possono curare. 43 G. MASSA Primo soccorso a bordo 7. Cure mediche alle persone soccorse in mare Le persone soccorse in mare possono presentare problemi di diversa natura. Ricordiamo i più frequenti e più importanti: - problemi psicologici problemi causati dall’esposizione alle basse od alte temperature - annegamento nostro corpo dobbiamo ricordare che nel nostro organismo avvengono delle reazioni chimiche. Queste si verificano durante qualsiasi attività: mentre parliamo, mentre dormiamo, mentre mangiamo, quando ci muoviamo o siamo fermi. Elemento necessario a tali reazioni è una precisa temperatura, che corrisponde alla temperatura che il nostro corpo ha in condizioni normali e che cerca di mantenere sempre costante. Infatti qualsiasi condizione che altera tale temperatura stimola nel nostro organismo una reazione tesa a riportare la temperatura ai valori normali, e cioè sui 37 gradi C. I processi chimici che si svolgono costantemente nel nostro organismo producono comunque calore. Quello che non serve per il mantenimento della temperatura corporea, viene disperso nell’ambiente attraverso la respirazione e la pelle. In condizioni normali si stabilisce un equilibrio tra il calore dell’ambiente, il calore generato dal corpo e quello ceduto o assorbito dall’ambiente. Quando ci veniamo a trovare in un ambiente molto caldo accade che già l’aria che inaliamo è calda e la pelle assorbe il caldo dell’ambiente. A ciò dobbiamo aggiungere che se c’è umidità nell’aria, la nostra Problemi psicologici. Le persone soccorse in mare hanno bisogno in ogni caso di un conforto psicologico perchè hanno vissuto per diverso tempo in condizioni di pura sopravvivenza. Le condizioni emotive in cui possiamo trovare queste persone sono varie e dipendono dal grado di sopportazione dei disagi subiti. La maggior parte di queste persone avrà semplici disturbi del comportamento dovuti allo stress psicologico avuto, in genere, ricevendo assistenza, tendono a calmarsi ed assumere comportamenti normali man mano che passa il tempo. Se esistono problemi comportamentali gravi, occorre assicurarsi che non esistano altre lesioni al corpo o problemi di natura medica. E' bene usare parole semplici per comunicare e non lasciare mai queste persone da sole. Problemi causati dall’esposizione alle basse od alte temperature. Per capire gli effetti del caldo e del freddo sul 44 G. MASSA Primo soccorso a bordo evaporazione di sudore rallenta, e se non c’è ventilazione il calore dell’ambiente si accumula. In tali condizioni, di calore in eccesso, l’organismo umano soffre perchè non riesce a mantenere costante la propria temperatura. Ecco quindi comparire malesseri come i crampi da calore, il collasso ed il colpo di calore. I crampi sono dei dolori muscolari dovuti alla perdita di sali. Questa avviene poichè c’è stata una prolungata esposizione al calore con conseguente sudorazione eccessiva: il sudore è composto da acqua e sali. Anche nel collasso da calore c’è una perdita massiccia di acqua e sali, e ciò accade quando si lavora in ambienti troppo caldi, non aerati. Nel colpo da calore invece il corpo non riesce a disperdere con il sudore il calore in eccesso. Comunque in tutti i malesseri dovuti al caldo eccessivo occorre fare bere acqua e raffreddare il corpo. In un ambiente freddo, il calore verrebbe inevitabilmente ceduto all’ambiente. Allora il corpo cerca di mantenere la sua temperatura riducendone la cessione e cioè diminuendo il numero dei respiri e riducendo la circolazione del sangue nella pelle (la cosiddetta pelle d’oca). Può aversi anche un’aumento dell’attività muscolare per produrre più calore (brividi). Se questi tentativi, insieme ad altri, non riescono a compensare le perdite di calore, il freddo ambientale provocherà prima dei danni alle zone del corpo più esposte e poi danni all’intero organismo fino alla morte. Nei casi di raffreddamenti localizzati si hanno i congelamenti e le zone più colpite sono le orecchie, il naso, le mani ed i piedi. Il raffreddamento generale del corpo è chiamato assideramento (il termine medico più usato è ipotermia). Nei casi di congelamento più frequenti, cioè congelamento delle mani o dei piedi (ma esiste anche il congelamento del naso, delle orecchie), è il colore della pelle che indica la gravità del congelamento. Se la pelle è arrossata ci troviamo di fronte ad un congelamento iniziale, se la pelle diventa bianca si tratta di congelamento superficiale, se il colore della pelle passa da bianco a chiazze, a grigio blu si tratta di congelamento profondo. Nei casi di congelamento occorre riscaldare le zone colpite ed il riscaldamento può essere effettuato immergendo l'arto in un contenitore contenente acqua calda. E' chiaro che i casi più gravi vanno subito trasferiti in ospedale. Nei casi invece di persone assiderate il riscaldamento del corpo nel primo soccorso deve avvenire in un modo preciso onde evitare danni. Non bisogna riscaldare subito gli 45 G. MASSA Primo soccorso a bordo arti, il riscaldamento del corpo deve iniziare dal tronco, lentamente, mai velocemente. Può essere utile un bagno caldo, ma sempre lasciando nelle fase iniziale gli arti fuori dall'acqua calda. Ciò per evitare di mettere in circolazione il sangue freddo delle estremità che potrebbe provocare dei danni al cuore. Nei casi di ipotermia grave il paziente è privo di conoscenza ed è anche difficile stabilire se è presente il polso od il respiro. Non bisogna tentare di riscaldare questo paziente, ma occorre trasportarlo in ospedale al più presto. Nell'attesa il paziente va coperto e trattato con molta attenzione, la posizione della testa deve restare sempre più in basso dei piedi, somministrare ossigeno o cominciare le manovre di rianimazione cardio-polmonari. un annegato, ma è una persona che ha avuto un principio di annegamento. Ed è verso questo tipo di soccorso che ci riferiamo quando si parla genericamente di annegato. In questi casi le manovre di rianimazione possono riuscire a mantenere in vita il paziente per il tempo necessario prima dell' assistenza ospedaliera. La persona che ha avuto un principio di annegamento in un primo momento deve essere distesa in decubito laterale, ciò per facilitare la fuoriuscita di acqua dalle vie aeree; subito dopo porre l'ammalato in posizione supina per praticare la respirazione artificiale. Nell'effettuare le insufflazioni, bisogna aspettarsi maggiore resistenza per la presenza di acqua nei polmoni e quindi effettuare la respirazione artificiale con più forza. La respirazione artificiale si può effettuare sia con il metodo bocca a bocca, sia con il pallone di Ambu o pallone di rianimazione. Possono essere necessarie anche manovre di rianimazione cardiache se il cuore non batte più. Quando si presta soccorso ad una persona che ha avuto un principio di annnegamento occorre sempre fare un esame dell'ammalato e occorre indagare sulla dinamica della caduta in acqua: ciò per escludere altre possibili lesioni e per avere informazioni precise da comunicare poi ai sanitari. Annegamento. Si parla di annegamento quando si ha un blocco del respiro causato dalla penetrazione di acqua nelle vie respiratorie. Se l'acqua raggiunge i polmoni, può causare da sola la morte. In una piccola percentuale di casi la morte avviene per asfissia, cioè per mancanza di aria nei polmoni. Bisogna però fare attenzione: la persona annegata può non essere morta ancora (quando viene soccorsa) e ciò dipende dal tempo che è intercorso dall'annegamento al ritrovamento. Chiaramente una persona che respira e vomita acqua non è 46 G. MASSA Primo soccorso a bordo 47 G. MASSA Primo soccorso a bordo 7. Arresto cardiaco e respiratorio. Rianimazione cardio-polmonare. La respirazione è il processo con il quale si effettua uno scambio di gas tra l’aria ed il sangue, e cioè l’ossigeno passa dall’aria inspirata nel sangue e l’anidride carbonica passa dal sangue nell’aria espirata. La circolazione del sangue consente il trasporto dell’ossigeno alle cellule e consente la raccolta dell' anidride carbonica da espellere. L’ossigeno è indispensabile alla vita, perchè avvengano le reazioni chimiche dell’organismo. L’anidride carbonica è il gas di scarico risultante dalle reazioni chimiche avvenute. Quindi una persona che non respira, non può sopravvivere, come non sopravvive una persona in cui il sangue non circola perchè il cuore si è fermato. La funzione anche che l’ossigeno venga trasportato alle cellule ed allo stesso tempo venga espulsa l’anidride carbonica. Quindi respirazione e circolazione sono processi strettamente collegati. Una respirazione normale di un adulto maschio a riposo consente dai 12 ai 20 atti respiratori al minuto, il cuore pompa circa 5 litri di sangue al minuto con una frequenza di 6070 battiti al minuto. Uno stato di insufficienza respiratoria indica una respirazione non normale, in genere una riduzione degli atti respiratori che possono ridursi fino all’arresto respiratorio. respiratoria dunque non può essere separata dalla circolazione del sangue. Per vivere non è sufficiente respirare: c’è bisogno 48 G. MASSA Primo soccorso a bordo L’arresto respiratorio si può sviluppare nel corso di diverse malattie, ma anche in corso di un attacco cardiaco improvviso, di un annegamento, in un violento urto toracico, per soffocamento ecc. L’arresto cardiaco, cioè quando il cuore si ferma, può svilupparsi sia nel corso di diverse malattie cardiache e non, sia in seguito ad un urto violento, ad una scossa elettrica, dopo un arresto respiratorio, ecc. Quando il cuore cessa di battere, il sangue non circola più ed il respiro si blocca, si ha la morte clinica del paziente. Se questo stato persiste oltre 10 minuti, sopravviene la morte biologica. Esiste quindi una differenza tra morte clinica e morte biologica. La morte clinica si ha quando il cuore cessa di battere ed il paziente non respira più. Contrariamente a ciò che si crede comunemente, la morte clinica è reversibile: in alcune occasioni dalla morte clinica si può ritornare indietro e ritornare a vivere. La morte biologica, invece, si ha dopo 10 minuti che il sangue non arriva più al cervello: a causa di ciò le sue cellule subiscono danni irreversibili per la mancanza prolungata di ossigeno. A differenza di quella clinica, la morte biologica è irreversibile; dalla morte biologica non si torna indietro: è veramente la morte definitiva del paziente. In condizioni naturali, alla morte clinica segue sempre la morte biologica. In condizioni particolari si potrebbe fare in modo che la morte biologica non succeda a quella clinica. Ci si riferisce a casi in cui il cuore cessa di battere e/o il respiro si blocca in seguito a cause accidentali che colpiscono le persone all’improvviso in pieno benessere. E' in situazioni particolari come questa che si può intervenire e fermare il processo naturale. In questi casi si può lottare contro il tempo e in quei 10 minuti tentare di far ripartire il cuore e la respirazione con le manovre di rianimazione cardiopolmonari. Queste si attuano al fine di non far mancare ossigeno al cervello e allo stesso tempo cercare di far riprendere la funzionalità del cuore e dei polmoni. In breve con le manovre di respirazione a bocca a bocca si immette artificialmente aria nei polmoni e con manovre di compressione esterna del torace si fa circolare il sangue. Occorre qui sottolineare che le persone che ricevono un'assistenza di rianimazione sul luogo dell'incidente e cioè nei primi minuti dall'avvenuto arresto respiratorio e/o cardiaco, hanno una grande probabilità di sopravvivere rispetto a coloro che non la ricevono. Quindi con l'attuazione delle manovre di rianimazione si può 49 G. MASSA Primo soccorso a bordo veramente salvare la vita ad alcune persone. Rianimazione cardio-polmonare. Le manovre di rianimazione sono semplici da attuare, ma nessuna persona deve essere sottoposta ad esse se non dopo aver effettuato una attenta valutazione, per stabilire la loro effettiva necessità. La procedura da seguire consiste di una serie di azioni successive, ciascuna preceduta sempre da una fase di valutazione. Il riconoscimento di un arresto respiratorio e/o cardiaco va fatto con semplici e rapide manovre, da eseguire nell'ordine stabilito nella tab. IX : Tab. IX. Riconoscimento di un arresto cardio-respiratorio. Procedura: Prima fase: Valutazione dello stato di coscienza. Seconda fase: Capire se la persona respira. Terza fase: Valutazione della circolazione. Tab. VIII. Arresto cardiorespiratorio. Occorre tener presente innanzittutto che una persona in arresto cardio-respiratorio si presenta: - senza coscienza - senza respiro - senza polso Nelle pagine seguenti viene spiegata in dettaglio la procedura da seguire nelle singole fasi del riconoscimento di un arresto cardio-respiratorio con le relative manovre da fare. Va sottolineato che tale procedura va condotta in tempi rapidissimi, perchè ogni istante è prezioso nel tentativo di salvare la vita dell'infortunato. 50 G. MASSA Primo soccorso a bordo Tab. X. 1) Valutazione dello stato di coscienza: la persona risponde se chiamata o scossa? - Se la persona risponde: lasciarla nella posizione in cui si trova. La persona non è in arresto cardiocircolatorio e non necessita essere rianimata. Ricercare eventuali altre lesioni presenti e continuare l'assistenza. - Se la persona non risponde: significa che non è cosciente. E' una situazione grave: occorre CHIEDERE AIUTO. Se si è da soli procedere nel seguente modo: a) assicurarsi che non esistono traumi alla colonna cervicale. b) posizionare la persona in posizione supina, su di un piano rigido, mantenendo capo e collo su di un unico piano ed allineato al corpo. c) liberare la bocca da eventuali materiali presenti (corpi estranei, vomito, protesi dentali mobili). d) garantire la via libera all'aria di entrare nei polmoni (nella persona incosciente la caduta all'indietro della lingua impedisce il passaggio dell'aria): - effettuare la manovra di sub-lussazione della mantibola se si sospettano traumi alla colonna cervicale (vedi fig. 36); - altrimenti iperestendere il capo e sollevare il mento (se non esistono traumi alla colonna cervicale) (vedi fig. 37). 51 fig. 36. sub-lussazione della mantibola: spingere in alto ed in avanti con gli indici, facendo leva sui pollici. Non innalzare o ruotare la testa. fig. 37. Manovra di iperestensione della testa e sollevamento del mento. G. MASSA Primo soccorso a bordo Tab. XI. 2) Capire se la persona respira: mettersi nella posizione indicata nella fig. 38. a) guardare se ci sono movimenti del torace. b) ascoltare eventuali rumori respiratori. c) sentire il respiro sulla guancia. Risultato: - La persona respira. Allora non è in arresto respiratorio. Se non ha subito traumi, metterla in posizione di decubito laterale. - La persona non respira. Occorre subito praticare la respirazione bocca a bocca (meglio bocca-maschera!) con due ampie insufflazioni. Se si incontrano resistenze controllare di nuovo la bocca. fig. 38. Posizione per capire se la persona respira. Dopo aver effettuato le due insufflazioni e controllato che il torace si espande, bisogna esaminare se esiste il polso carotideo. Passiamo dunque alla terza fase. 52 G. MASSA Primo soccorso a bordo Il polso carotideo può essere palpato come indicato nella fig. 39. Tab. XII. 3) Valutazione della circolazione: si sente il polso carotideo? - Se si sente il polso carotideo la persona non è in arresto cardiaco, ma solo respiratorio. Quindi continuare la respirazione bocca a bocca per ancora dei minuti (al ritmo di 10 al minuto) e non fare le compressioni sul torace. - Se non si sente il polso carotideo la persona è in arresto cardiaco (oltre che respiratorio): quindi occorre praticare sia la respirazione bocca a bocca, sia le compressioni sul torace. Se si è da soli: praticare 2 insufflazioni ogni 15 compressioni. Se si è in due: praticare una insufflazione ogni 5 compressioni. QuickTime™ and a Photo - JPEG decompressor are needed to see this picture. A QuickTime™ and a Photo - JPEG decompressor are needed to see this picture. Per praticare il massaggio cardiaco, con compressioni ritmiche sul torace e con l'infortunato posto su di un piano rigido, occorre per prima cosa individuare il punto sul torace dove bisogna fare le compressioni. B fig. 39. Determinazione del polso carotideo: individuare il pomo d'Adamo (A) e far scivolare le dita nell'incavo dei muscoli del collo (B). 53 G. MASSA Primo soccorso a bordo Tab. XIII. Come si trova il punto corretto di compressione sul torace. Si fa così ( vedi fig. 40): a) inginocchiatevi a fianco del torace della persona da rianimare. b) localizzate il margine inferiore della cassa toracica, cioè il margine costale (utilizzando l'indice ed il medio). c) fate scivolare le dita lungo il margine costale fino al centro del torace, dove le coste si congiungono con lo sterno. d) tenete il dito medio sull'incisura. e) poggiate l'altra mano a piatto sul torace, mettendo il pollice a fianco all'indice già posizionato f) senza sollevare la mano poggiata sul torace, poggiatevi l'altra mano sopra di essa (vedi fig.41). g) siete pronti per effettuare le compressioni sul torace. a b c d-e fig. 40. Individuazione del punto di compressione sul torace. 54 G. MASSA Primo soccorso a bordo Osservare la corretta posizione delle mani nella figura seguente: fig. 41. Posizione delle mani per le compressioni toraciche. Osservare ora la posizione corretta da assumere per l'esecuzione delle compressioni sul torace nella figura seguente: fig. 42. Posizione per le compressioni toraciche. 55 G. MASSA Primo soccorso a bordo Tenere presente che una volta iniziate le compressioni occorre: - non sollevare la mani dal torace. - mantenere le braccia distese, cioè non piegarle. - comprimere con forza sul torace sfruttando il proprio peso, facendo perno sul bacino. - non staccare le mani dal torace dopo la prima compressione, e comprimere con ritmo. E' molto utile, a tal proposito, usare questo metodo: fare la prima compressione dicendo a voce alta: uno; fare subito la seconda dicendo: due; e così via. - le manovre di rianimazione vanno continuate per almeno 1520 minuti prima di fermarsi. 56 G. MASSA Primo soccorso a bordo 8. Rischi da avvelenamenti e da intossicazioni a bordo delle navi. La distinzione tra avvelenamento ed intossicazione che si faceva in passato, oggi non è più sostenibile, in quanto l’avvelenamento è comunque un’intossicazione. Esso è un’alterazione delle funzioni di uno o più organi del corpo causata da alcune sostanze, chiamate tossiche. Queste sostanze possono provenire dall’esterno (sostanze esogene), o possono essere prodotte dall’organismo stesso in particolari circostanze (sostanze endogene). Comunque la distinzione tra avvelenamento ed intossicazione è rimasta nella pratica. Per avvelenamento si intende l’alterazione della funzione di uno o più organi che avviene in maniera improvvisa e rapida dopo l'introduzione nell'organismo di sostanze tossiche. Mentre per intossicazione si intende sempre un’alterazione della funzione di uno o più organi ma che si manifesta in maniera lenta e caratterizzata da uno stato di malattia cronico, causato da sostanze tossiche prodotte dall’organismo stesso in particolari circostanze. Ci sembra opportuno chiarire subito che cosa si intende per sostanza tossica. Una sostanza viene definita tossica quando è capace di provocare, già in quantità minima,un’alterazionedel la funzionalità di uno o più organi, determinando dei danni che possono anche condurre alla morte. Esistono però anche delle sostanze che non sono tossiche, ma che possono diventarlo se introdotte nell’organismo in certe quantità. La determinazione della quantità con cui una data sostanza diventa tossica varia da sostanza a sostanza. Le sostanze velenose, per esempio, sono le sostanze tossiche per eccellenza, in quanto ingerite anche quantità minime possono causare dei danni (ed in certi casi la morte) dell’organismo. I farmaci sono invece delle sostanze che diventano tossiche solo se ingerite in quantità diverse dalle indicazioni mediche. 57 G. MASSA Primo soccorso a bordo A bordo delle navi le sostanze tossiche che possono causare un’avvelenamento sono di diverso tipo. Possono essere alimenti guasti, farmaci in alte dosi, insetticidi, detersivi, acidi corrosivi, prodotti tossici tipici trasportati (in caso di incidenti), ambienti saturi di anidride carbonica (in caso di incendi). Avvelenamenti acuti. Capire se una persona ha un avvelenamento acuto spesso è difficile: risulta impossibile o difficoltoso interrogare il malato, oppure avere informazioni da altre persone disinformate o reticenti sull'accaduto. Occorre quindi prendere nota dettagliata dei sintomi che si osservano. Se un quadro di sintomi (neurologici, gastro-enterici, renali, ecc.) insorge bruscamente in una persona in buone condizioni di salute e che non abbia un riferimento ad una precedente malattia, allora bisogna pensare ad un avvelenamento acuto. Nella maggioranza dei casi la penetrazione della sostanza tossica nell’organismo è avvenuta per via orale, pertanto occorre cercare di eliminare la sostanza dallo stomaco (con il vomito) o dall’intestino (con clisteri o con diarrea provocata da purganti) prima che venga assorbita del tutto. Dopo di ciò bisogna mettersi in contatto con un medico per mettere in atto tutte le misure adeguate alle proprietà del tossico: per esempio neutralizzazione del tossico con antidoti specifici, respirazione artificiale se si tratta di tossici gassosi. Intossicazioni. Nel caso di intossicazioni, il decorso lento della malattia permetterà di avere informazioni più dettagliate, con più calma, sul caso o sui casi presenti a bordo e di conseguenza il decidere sul da farsi. Nell’immediato occorre solo calmare i sintomi presenti con sedativi e/o antispastici. 58 G. MASSA Primo soccorso a bordo Descriviamo ora alcuni casi di avvenelamento, e/o intossicazioni, ed il trattamento da fare. Tab. XIV. Ingestione di veleni. Raccogliere informazioni il più presto possibile. Guardare intorno all’ammalato per scoprire eventuali contenitori del veleno. Diluire il veleno presente nello stomaco facendo bere all’ammalato un paio di bicchieri d’acqua e poi provocare il vomito. Se l’ammalato non è pienamente cosciente non tentate di provocare il vomito, nè di diluire il veleno. Posizionare l’ammalato in decubito laterale per evitare l’ingestione del vomito e controllare che le vie aeree siano libere. Mettersi subito in contatto con il CIRM. Organizzare il trasporto dell’ammalato a terra. Tab. XV. Sostanze tossiche inalate, cioè respirate Se sospettate casi di avvenelamento da sostanze tossiche inalate avvicinatevi con un equipaggiamento di protezione al luogo dell’incidente. Dopo aver recuperato la persona, allontanatevi il più presto possibile per prestare assistenza in un luogo sicuro. Assicuratevi che il paziente respiri, altrimenti somministrare ossigeno con maschera, posizionare sempre il paziente in decubito laterale. Chiamare il CIRM. Organizzare il trasporto dell’ammalato a terra. Tab. XVI. Sostanze tossiche iniettate. Le punture di insetti, ragni, api sono raramente pericolose. Comunque sono possibili in alcune persone delle reazioni allergiche che possono portare alla morte. Ai primi segni di malesseri generali contattare il CIRM. Anche un overdose di droga o un’intossicazione da farmaci possono condurre a quadri gravi. 59 G. MASSA Primo soccorso a bordo I morsi di serpenti meritano una particolare attenzione: è importante sapere che un adulto morso da un serpente velenoso, a meno che non abbia una reazione allergica grave, può sopravvivere per almeno un paio di giorni. Tab. XVII. Cosa fare in caso di morso di serpente: Se possibile catturare il serpente e depositarlo, morto, in un contenitore sigillato. Mantenere calmo l'infortunato. Localizzare la zona del morso e pulirla con acqua e sapone. Di frequente la morsicatura interessa gli arti, quindi porre un laccio al di sopra del morso per rallentare la circolazione del sangue. Immobilizzare l’arto colpito. Porre una borsa di ghiaccio sulla zona del morso. Contattare il CIRM. Organizzare il trasporto dell’infortunato (e del serpente) a terra. Tab. XVIII. Prima di contattare il CIRM nei casi di avvenelamento od intossicazione è bene raccogliere le seguenti notizie: - natura della sostanza che ha causato l'avvenelamento. - la quantità ingerita, anche se presunta. - tempo trascorso dall'ingestione. - età e peso della persona avvenelata od intossicata. - eventuali altre malattie sofferte. - sintomi presenti ed assenti: bradicardia, tachicardia, pressione arteriosa, tosse, difficoltà respiratorie, sonnolenza, convulsioni, stato di coscienza. Oltre al CIRM, si può contattare anche uno dei numerosi Centri antiveleni esistenti in Italia, che sono attivi 24 ore su 24. Tab. XIX. Alcuni Centri antiveleni in Italia. Napoli Ospedale Cardarelli Roma Policlinico Umberto I Ploliclinico Gemelli Ospedale San Camillo Genova Ospedale San Martino La Spezia Ospedale Sant'Anna Trieste Istituto per l'infanzia Lecce Ospedale Fazzi Messina Facoltà di Farmacia 60 tel.081-5453333 tel. 06-490663 tel. 06-3054343 tel. 06-5373934 tel. 010-5484485 tel. 0187-533296 tel. 040-3785373 tel. 0832-665816 tel. 090-6764054 G. MASSA Primo soccorso a bordo 9. Farmacologia La farmacologia è una scienza che studia i farmaci. Per farmaco si intende una sostanza chimica che ha la possibilità di determinare, in un organismo vivente, una o più variazioni funzionali. La variazione funzionale determinata dal farmaco è detta azione farmacologica. sostanza, la forma e il tipo di legame che esiste tra gli elementi che la compongono. Infatti l’esistenza di un grande numero di sostanze chimiche è dovuto alla variabilità della composizione e dal modo con cui gli elementi si uniscono tra loro. E la stessa materia vivente non è altro che un insieme di sostanze chimiche, con specifiche proprietà, che, trasformando altre sostanze chimiche (come gli alimenti), producono le attività funzionali che permettono in definitiva la vita dell’organismo stesso. L’interferenza tra le proprietà del farmaco e quelle della materia vivente conduce all’azione farmacologica, cioè alla variazione di una determinata funzione della materia vivente (vedi fig. 43). Dalle definizioni date ne consegue che non tutte le sostanze chimiche sono dei farmaci; infatti, affinchè una certa sostanza chimica abbia la capacità o la possibilità di far cambiare una funzione dell’organismo, deve avere una particolare proprietà: quella di interagire con le proprietà simili della materia vivente. La proprietà delle sostanze chimiche a cui ci riferiamo è la caratteristica composizione degli elementi della 61 G. MASSA Primo soccorso a bordo fig. 43. Azione farmacologica. Attenzione: affinchè si verifichi l’azione farmacologica sono indispensabili alcune condizioni precise, che interessano sia il farmaco, sia l’organismo vivente. Per il farmaco è importante la quantità, cioè la dose che è necessario introdurre nell’organismo per produrre un’azione farmacologica, ma è altrettanto importante la reale possibilità di essere assorbito I farmaci vengono usati per curare i malati in diversi modi, ma prima di conoscere altre informazioni sull’uso dei farmaci è necessario rendersi conto dei pericoli e dei danni che si possono avere dall’uso improprio dei farmaci. Infatti i farmaci sono dall’organismo vivente, cioè di riuscire a stabilire un contatto con le cellule per interagire con esse. Dall’altra parte, cioè da parte dell’organismo vivente, è importante la preesistente attività funzionale a cui ci riferiamo. Variando uno di tali elementi l’azione farmacologica può non manifestarsi, oppure può manifestarsi solo in parte. delle sostanze che possono provocare, contemporaneamente, effetti benefici ma anche danni. L’azione farmacologica infatti può essere utile, ma può risultare anche dannosa. Sono le condizioni particolari nelle quali il farmaco 62 G. MASSA Primo soccorso a bordo viene usato che determinano l’azione benefica o dannosa. Le condizioni che possono trasformare il farmaco da sostanza utile a dannosa riguardano: il farmaco, l’organismo che assume il farmaco, l’ambiente. Tra le condizioni relative al farmaco la più importante è la dose. Esiste cioè un intervallo di quantità entro il quale il farmaco esercita un’azione benefica (chiamato dosaggio terapeudico), quantità superiori determinano un’azione tossica e quantità inferiori non producono effetti. Tra le condizioni relative all’organismo (che assume il farmaco), la più importante è il preesistente stato funzionale. Per esempio se una persona adulta assume un sonnifero alle normali dosi terapeudiche, il farmaco gli provocherà uno stato di sonnolenza che sarà benefico se la persona vuole riposare, ma risulterà dannosa se la persona deve restare sveglia. Tra le condizioni che possono trasformare l’azione farmacologica quelle relative all’ambiente sono le meno importanti; ricordiamo solo gli effetti della temperatura ambientale che condizionando le attività dell’organismo di riflesso condizionano anche l’azione farmacologica. Va comunque precisato che gli effetti benefici del farmaco sono, in teoria, limitati; viceversa gli effetti dannosi sono da un lato ancora sconosciuti e dall’altro maggiori di gran lunga a quelli benefici. Quindi bisogna avere la massima attenzione quando si usano i farmaci. Dei farmaci occorre sapere che delle varie forme fisiche che conosciamo (compresse, capsule, fiale, supposte, sciroppi, polveri, ecc), ognuna di esse è funzionale per uno scopo preciso: cioè portare al contatto efficace il farmaco con l’organismo che lo assume. Il contatto efficace per eccellenza avviene con la presenza del farmaco sciolto nel sangue. Quindi immettere direttamente il farmaco nel sangue provoca l’immediato contatto del farmaco con le cellule e l’istaurarsi dell’interazione che porterà all’azione farmacologica. Con un' iniezione endovena del farmaco non facciamo altro che sciogliere il farmaco, in fiale, nel sangue. Con un iniezione intramuscolare sciogliamo il farmaco, in fiale, nel tessuto muscolare che è riccamente irrorato di sangue, pertanto di lì a poco il farmaco si troverà sciolto nel sangue. Con l’assunzione di una compressa, il farmaco inghiottito si scioglierà nello stomaco e di qui assorbito dalla mucosa intestinale come gli alimenti e passerà poi nel sangue. Con la somministrazione in supposte il farmaco si scioglierà nel retto, verrà assorbito dalla mucosa rettale e poi passerà nel sangue. 63 G. MASSA Primo soccorso a bordo Dal momento dell’assunzione del farmaco il tempo di comparsa dell’azione farmacologica dipende da vari fattori. Uno dei quali è appunto la via di somministrazione del farmaco. Il farmaco assunto per via endovenosa diretta esplica la sua azione in più breve tempo, pochi minuti se non pochi secondi. Il farmaco assunto per via rettale (con supposte) esplicherà la sua azione dopo qualche ora. Una via intermedia è la via intramuscolare in cui, dopo una mezz' ora, inizia l’azione farmacologica. E’ ovvio quindi che se occorre un’azione benefica in tempi rapidi sono da scegliere la via endovenosa o quella intramuscolare. Va precisato che l’intervallo tra l’assunzione e la comparsa dell’azione è direttamente proporzionale al tempo in cui il farmaco esplica la sua azione, e cioè più rapida è la comparsa dell’azione farmacologica tanto poco durerà l’azione stessa. Più tempo per la comparsa, più tempo durerà l’azione farmacologica. La spiegazione è semplice: la presenza nel sangue del farmaco come permette il rapido contatto con le cellule, così ne permette la sua eliminazione. 64 G. MASSA Primo soccorso a bordo Farmacia di bordo A bordo delle navi, come già ricordato all’inizio del manuale, esiste una dotazione di farmaci. Cerchiamo ora di capire che tipo di farmaci abbiamo a disposizione. Ci riferiremo alle famiglie di farmaci così come sono raggruppati nelle tabelle ministeriali (il nome commerciale dei farmaci viene indicato tra parentesi): - analgesici stupefacenti: sono i medicinali che alleviano il dolore (morfina, talwin). -analgesici–antipiretici: oltre ad alleviare il dolore fanno anche abbassare la temperatura del corpo (aspirina, kilios, novalgina, tachipirina). - antispastici: sono medicinali che rilasciano la muscolatura liscia, quella degli organi (buscopan). - decontratturanti: rilasciano la muscolatura striata, i muscoli del tronco e degli arti (lyseen). - anestetici locali: fanno perdere la sensibilità dolorifica a livello locale (cloruro di etile, carbocaina 2%). - antiacidi: combattono lo stato di acidità in eccesso nello stomaco (maalox, ranidil). - antiasmatici: medicinali per alleviare l’affanno (tefamin, ventolin). - antibiotici e sulfamidici: medicinali usati nelle infezioni, causano la morte dei batteri responsabili delle infezioni (amplital, trobocin, bactrim). - antidiabetici: medicinali usati per abbassare il livello della glicemia (insulina, euglucon). - antidiarroici: medicinali usati per ridurre la diarrea (dissenten). - antiemetici: medicinali usati per ridurre il vomito (plasil). - antiemorragici: medicinali usati per aumentare la coagulazione del sangue e quindi per ridurre l’emorragia (tranex). - antimalarici: usati contro la malaria (metakelfin, chinino). - antiipertensivi: usati per abbassare la pressione arteriosa (catapresan). - antiallergici o antistaminici: usati conto le allergie (polaramin). - coronarodilatatori: usati per dilatare le arterie coronarie, che sono le arterie del cuore (carvasin). - cardiotonici: usati per dare un aiuto alla contrazione del cuore (lanitop, lanoxin). - antiaritmici: medicinali usati per combattere le aritmie del cuore (ritmos elle). - diuretici: usati per aumentare la diuresi, cioè aumentare la quantità di urina (lasix). - lassativi: medicinali che aiutano la defecazione (guttalax, glicerina). 65 G. MASSA Primo soccorso a bordo - sedativi: medicinali usati per calmare gli stati di agitazione psichica (valium, largactil). - soluzioni per uso endovenoso: sono soluzioni usate per diluire i famaci o per aumentare la parte liquida del sangue (soluz. fisiologica, soluz. glucosata, freamine). Poi sono in dotazione alla nave i medicinali per uso esterno: - colliri: sono medicinali destinati alla cura degli occhi, nei stati di arrossamento o di infezioni (collirio alfa, tobral). - colluttori: sono preparazioni sciroppose per disinfettare il cavo orale (tantum verde). - lozioni antiparassitarie: usate contro i pidocchi (mom). - pomate: di vario tipo, medicinali usati per alleviare, a livello locali, diversi sintomi quali dolore, arrossamenti, infezioni, ustioni (lasonil, fargan, foille). - disinfettanti: medicinali usati per la pulizia delle ferite (bialcool, citrosil, acqua ossigenata). - insetticidi: usati contro gli insetti (baygon). Per ciò che riguarda il momento della somministrazione dei farmaci occorre ricordare che vanno somministrati: - al momento della necessità: analgesici od antidolorifici durante il dolore, antispastici durante il dolore di tipo colica. - prima dei pasti: antidiabetici, amari aperitivi. - a fine pasto: in genere compresse, capsule, aspirina, antireumatici, amari digestivi. - tra i pasti: le penicilline (un tipo di antibiotico). - a digiuno: purganti. - ad ore stabilite: antibiotici. Tab. XX. Corrispondenza in volume di acqua. 1 cc 500 cc 20 gocce 1 cucchiaino da caffè 1cucchiaio da tavola 1 bicchiere da vino 1 bicchiere da acqua un sorso d'acqua = = = = = = = = 66 1 ml 500 ml 1 ml 4 -5 ml 14 -15 ml 100 ml 150 ml 25 ml G. MASSA Primo soccorso a bordo 10. Sterilizzazione Sterilizzazione significa l’uccisione di tutti i microorganismi, patogeni e non, compresi spore e virus, presenti in un oggetto o in un ambiente. Disinfezione significa invece distruzione dei soli microorganismi patogeni. Le operazioni di disinfezione riguardano in prevalenza l’ambiente e le superfici del corpo, mentre le operazioni di sterilizzazione riguardano gli oggetti ed i materiali ad uso prevelente chirurgico. Il risultato della sterilizzazione è l’asepsi, parola che significa assenza completa di microorganismi. Siccome l’asepsi non esiste in natura, su tutti gli oggetti sono presenti microorganismi. La sterilizzazione è indispensabile per gli strumenti ad uso chirurgico, per i materiali per le medicazioni di ferite, per le siringhe, ecc.: ciò per non portare a diretto contatto con il sangue i microorganismi che possono essere causa di infezioni. E’ chiaro che prima della disinfezione e della sterilizzazione è necessario il passaggio obbligato per le operazioni di lavaggio e di pulizia dello strumentario chirurgico. Il mezzo più sicuro e più importante per le operazioni di sterilizzazione è il calore: calore secco (180°C per 30 minuti) o umido (ebollizzione in acqua per 25 minuti). La pratica dell’ebollizione è di comune impiego e può essere praticata senza problemi anche sulle navi. Occorre tener presente però che l’acqua che si usa per sterilizzare strumenti chirurgici dovrebbe essere demineralizzata e che l’ebollizione deve essere protratta per almeno 25 minuti per essere sicuri di distruggere le spore ed i virus più termoresistenti. I mezzi di sterilizzazione possono essere anche chimici, ricordiamo i comuni disinfettanti. 67 G. MASSA Primo soccorso a bordo Il più importante agente chimico che viene comunemente usato negli ospedali, con apposite apparecchiature, per la sterilizzazione dei strumenti chirurgici è l’ossido di etilene. Di comune impiego, in specie nei studi dei dentisti, per la sterilizzazione dello strumentario chirurgico, è anche l’uso dei raggi ultravioletti. Vogliamo ricordare la definizione di un’altra operazione molto importante, che si effettua periodicamente, sulle navi: la disinfestazione. La disinfestazione è l’azione che porta a distruggere od ad allontanare dagli ambienti, da derrate alimentari, da animali o da persone organismi estranei, la cui presenza è dannosa o comunque indesiderabile; è rivolta contro insetti, acari, roditori, erbe dannose o superflue, ecc. 68 G. MASSA Primo soccorso a bordo 11. Consigli medici via radio. Il CIRM è il Centro Internazionale Radio Medico, ha la sua sede in via dell’architettura, 41 00144 Roma. Fornisce assistenza medica gratuita, via radio 24 ore su 24, a tutti i marittimi, in tutti i mari del mondo. Le sue frequenze sono di: 4342, 6365, 8645, 12748, 12760, 17105 Khertz. Oggi si può contattare il CIRM attraverso le seguenti vie: - telefono: + 39-6-5923331/ 2 - fax: +39-6-5923333 - telex: 612068 CIRM I - stazioni radio costiere italiane - stazioni radio della U.S. Coast Guard. Le richieste devono portare la sigla MEDRAD oppure DH-MEDICO. Occorre tener presente, e vale la pena di sottolinearlo, che al CIRM è in ascolto un medico, e nel chiedere consigli medici via radio (vedi tab. XXI) occorre innanzitutto qualificarsi e comunicare le proprie capacità di intervenire nel caso che si sottopone. Inoltre è necessario comunicare con un linguaggio chiaro, usando una terminologia precisa ed appropriata. Ciò per facilitare il compito a chi vi ascolta, di dare informazioni concrete e semplici in rapporto alla vostra capacità di intervenire, ma non bisogna esitare a chiedere spiegazioni se il medico usa termini non conosciuti o se qualcosa non è chiara. Dopo aver fatto le presentazioni, occorre descrivere, con la massima chiarezza, il caso che si è presentato e che ovviamente non è nella capacità del bordo di portare a chiarimento o dare soluzione appropriata. Nel descrivere il caso è importante sottolineare gli aspetti che destano più preoccupazione, ma è altrettanto importante non dilungarsi in particolari inutili. Capire quali sono le informazioni importanti da trasmettere deve far parte delle preoccupazioni prima di mettersi in contatto con il CIRM. Quindi occorre in precedenza un momento di riflessione, e dedicarsi con la massima attenzione per prendere gli appunti necessari, o per discutere con gli altri membri dell’equipaggio (vedi tab. XXII a pag. 68). 69 G. MASSA Primo soccorso a bordo Tab. XXI. Norme d'uso per comunicazioni via radio, ma che assumono importanza notevole in caso di assistenza sanitaria. - Esprimersi con calma. - Parlare in maniera chiara, scandendo bene le parole. - Usare la terminologia medica. - Essere sicuri che il messaggio trasmesso venga compreso,chiedere la conferma per le informazioni di vitale importanza. - Non cercare di intromettersi quando si sta ricevendo il messaggio di risposta. - Usare un blocco notes oppure un registratore portatile per prendere appunti. - La gentilezza è scontata in ogni comunicazione radio, non sprecare tempo in ringraziamenti. - Al contrario prolungare la conversazione se non si comprende qualcosa e chiedere la ripetizione o la spiegazione. Non fare finta di aver capito temendo di fare brutta figura. Tab. XXII. Pro-memoria per le comunicazioni via radio, in caso di richiesta di assistenza medica. 1° identificazione della nave, con la posizione 2° presentarsi e qualificarsi 3° fornire una breve descrizione del caso, dell'infortunio 4° riferire le informazione apprese 5° comunicare il risultato dell’esame dell'ammalato 6° comunicare le eventuali lesioni presenti o sospette 7° comunicare ciò che avete fatto 8° comunicare l’eventuale orario di arrivo in porto Note: - al punto 3°: la descrizione dell’infortunio è importante per far capire le lesioni possibili. Dire anche l'età dell'infortunato. malattie di cui la persona soffre (ipertensione, diabete, ecc.) e l'eventuale cura che faceva. - al punto 5°: cominciare con la valutazione globale dell’ammalato (buone, discrete o pessime condizioni - al punto 4°: Non perdere tempo a riferire informazioni del tipo “l’ammalato non assume farmaci”, chi ascolta parte dal presupposto che se informazioni non vengono date, non hanno importanza. Riferire le generali) , poi riferire lo stato di coscienza, la frequenza cardiaca, il tipo di respiro, la pressione arteriosa, la temperatura. 70 G. MASSA Primo soccorso a bordo Proseguire con i segni e sintomi presenti. somministrato farmaci, immobilizzato un arto, sommistrato ossigeno, caso di comunicare ciò fatto per lesioni minori. - al punto 6°: è importante la valutazione che si fa sul posto, anche se si comunicano solo sospetti. se si se si non è che si è è il è - al punto 8°: è importante per far rendere conto chi ascolta sul da farsi. al punto 7°: comunicare solo le cose importanti, per es. se abbiamo 71 G. MASSA Primo soccorso a bordo 12. Significato di alcuni termini medici A Allergia: capacità di un organismo vivente di reagire in modo anomalo verso determinate sostanze (chiamate allergeni) con cui viene in contatto. Angina pectoris: dolore toracico causato da insufficiente apporto di sangue al cuore. Anteriore: ciò che sta davanti. Arteria: condotto che trasporta il sangue dal cuore alla periferia. Asma: stato patologico che indica la diminuzione del diametro dei bronchioli provocando una riduzione del ricambio di aria. B Bile: liquido di colore giallo-verdastro prodotto dal fegato e versato, attraverso le vie biliari, nel duodeno. Prima di essere versato nel duodeno può essere raccolta nella cistifellea. La funzione principale della bile è facilitare la digestione dei grassi. Bradicardia: frequenza bassa del battito cardiaco. Bronchiolo: ramificazione del bronco. C Capillare: condotto sottilissimo, tipo capello, situato tra la fine di un arteria e l'inizio di una vena. Nei capillari hanno luogo gli scambi di ossigeno-anidride carbonica e sostanze nutritive-prodotti di rifiuto tra il sangue e le cellule dei tessuti. Cavità addominale: cavità al di sotto del muscolo diaframma, contiene lo stomaco, l'intestino, il fegato, il pancreas, i reni, la milza, grossi vasi sanguigni, la cistifellea, la vescica urinaria. Cavità toracica: cavità situata al di sopra del muscolo diaframma, contiene i polmoni, il cuore, grossi vasi sangugni, la trachea, l'esofago. Cianosi: colorito bluastro delle labbra, della pelle, delle unghie causato dalla riduzione della quantità di ossigeno nel sangue. 72 G. MASSA Primo soccorso a bordo Coagulazione del sangue: fenomeno che segue la lesione dei vasi sanguigni: impedisce l'uscita e la dispersione del sangue dal sistema circolatorio. E' un fenomeno complesso che porta alla formazione di una rete in cui restano impigliate le cellule del sangue, formando il coagulo. Sul coagulo si autoripara la lesione del vaso. Contusione: è la forma più lieve di un trauma, che causa lo schiacciameno dei tessuti molli, senza causare tagli sulla pelle, nè lesioni all'osso. Convulsione: contrazione brusca ed involontaria di muscoli degli arti, del collo, della faccia. Le contrazioni hanno un carattere irregolare ed intermittente con una durata variabile (in genere pochi minuti). Coma: Stato patologico caratterizzato dalla perdita della coscienza, della sensibilità, della motilità volontaria, ma la persona continua a respirare ed il cuore continua a battere. Consenso informato: concetto giuridico secondo il quale una persona dà il proprio consenso a sottoporsi alle cure di pronto soccorso dopo essere stato informato sulle sue condizioni di salute e sul trattamento medico da fare. D Diabete: è una malattia, e ne esistono diversi tipi. Comunemente ci si riferisce alla forma più importante: il diabete mellito, che è caratterizzata da un aumento del glucosio nel sangue (glicemia alta). Diaframma: abbreviazione di muscolo diaframma: è il muscolo della respirazione, che separa la cavità toracica da quella addominale. Dispnea: difficoltà nel respirare. Distorsione: lesione dei legamenti di un'articolazione, causata da un trauma che comunque non provoca lesioni ossee, nè spostamenti delle ossa dell'articolazione. Duodeno: prima parte dell'intestino tenue, origina dallo stomaco e si continua nel digiuno. La sua lunghezza è di 20-30 cm. Nel duodeno arriva la bile ed il succo pancreatico. E Ecchimosi: infiltrazione di sangue nel tessuto sottocutaneo. Si forma sulla pelle una macchia violacea, per es. dopo un urto contro uno spigolo. Edema: rigonfiamento dovuto all'accumulo di liquidi nei tessuti. Ematoma: raccolta di sangue in un tessuto, proveniente dai vasi sanguigni lesionati. Embolo: corpo estraneo solido, liquido o gassoso che in un condotto sanguigno ne provoca in genere l'occlusione. Emorragia: perdita di sangue. Epistassi: emorragia dal naso. 73 G. MASSA Primo soccorso a bordo I Infarto miocardico: morte di un gruppo di cellule del muscolo del cuore (miocardio) per mancanza di ossigeno, dovuta ad un restringimento o chiusura delle arterie che portano sangue al cuore. Inferiore: ciò che sta sotto.Termine di relazione tra un organo od altra struttura del corpo rispetto ad un altro. Es. il fegato è in posizione inferiore rispetto al diaframma. Iper...: prefisso che indica un eccesso o maggiore quantità, rispetto alla condizione di normalità. Ipo...: prefisso che indica poco o minore quantità, rispetto alla condizione di normalità. Ischemia: indica l'insufficienza di irrorazione sanguigna in una zona del corpo. L Lipotimia: è il classico svenimento momentaneo. L'abolizione della coscienza a volte non è completo, la persona continua a respirare ed il cuore continua a battere. Lussazione: perdita di contatto tra le due ossa che formano un'articolazione. M Midriasi: dilatazione della pupilla. Miosi: restrigimento della pupilla. P Piano sagittale: piano verticale immaginario che divide in corpo umano (in verticale) in una parte sinistra ed una destra. Plasma: la parte liquida del sangue. Polso carotideo: pulsazione che si avverte nella zona del collo, di lato al pomo d'Adamo, comprimendo leggermente con due dita l'arteria carotide. Polso radiale: la pulsazione che si avverte nella zona del polso anatomica, comprimendo leggermente con due dita l'arteria radiale. Pomo d'Adamo: corrisponde sul collo alla cartilagine tiroidea. Posteriore: ciò che sta dietro. Pressione diastolica: pressione del sangue presente nelle arterie durante il riempimento di sangue del cuore. La diastole è il rilassamento ritmico della muscolatura del cuore, che consente il riempimento di sangue del cuore. Pressione sistolica: pressione del sangue presente nelle arterie dopo la contrazione dei ventricoli. La sistole è la contrazione ritmica della muscolatura del cuore che consente l'espulsione del sangue dal cuore e la sua immissione nei vasi sanguigni. 74 G. MASSA Primo soccorso a bordo R Rachide: colonna vertebrale. Rianimazione: manovre tempestive per ripristinare una normale funzione respiratoria e/o cardiaca (respirazione bocca a bocca e/o massaggio cardiaco esterno). S Segno: ciò che si rileva nel corso dell'esame dell'ammalato. Sfigmomanometro: apparecchio che serve per la misurazione della pressione arteriosa. Shock: condizione patologica determinata da una incapacità del sistema cardiovascolare di fornire una quantità sufficiente di sangue agli organi. Shock anafillatico: Gravissima forma di una reazione allergica che mette in pericolo la vita della persona. Sintomo: ciò che l'ammalato riferisce per spiegare il suo disturbo di salute. Spasmo: contrazione dei muscoli involontari, cioè quelli della parete degli organi. Superiore: ciò che sta sopra. Termine di relazione tra un organo od una struttura del corpo rispetto ad un altra. T Tachicardia: aumento della frequenza del battito cardiaco (100-120 battiti al minuto). Trauma: lesione determinata in modo violento con meccanismo fisico (per es. una caduta) o psichico (per es. un forte emozione). Trombo: un coagulo di sangue che si può formare nei vasi sanguigni o nel cuore. V Vasocostrizione: diminuzione del diametro di un vaso sanguigno causata dalla contrazione della muscolatura liscia della sua parete. Vasodilatazione: dilatazione del diametro di un vaso sanguigno causata dal rilasciamento della muscolatura liscia della sua parete. Vena: condotto che trasporta il sangue dalla periferia al cuore. 75