La flora del Tagliamento - Progetto integrato cultura del Medio Friuli

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a cura di Paola Tubaro
Fig. 1- Un cespo di piantaggine d’acqua sul greto sassoso del fiume.
(Foto di Tommaso Pivetta)
Fig. 2 – Globularia cordifolia, specie prativa, adattata al greto.
vegetazione è frammentaria, ma i radi cespi d’erba fioriscono dal mese di aprile fino all’autunno
in un avvicendarsi di colori che ricordano il tocco
di un artista: dall’azzurro della Globularia cordifolia, al giallo delle euforbiacee e delle ranuncolacee, al rosa delicato delle campanule.
Nelle fasce meno frequentate dall’acqua si instaura una vegetazione arbustiva e arborea a salici: oltre al salice rosso (Salix purpurea), anche
il salice da ceste (S. triandra) e il salice fragile
(S. Fragilis), costruttori di vere e proprie isole all’interno dell’alveo. Il salice ripaiolo (S. eleagnos)
e il salice da vimini (S. viminalis) colonizzano
invece le rive, dove, in uno stadio più avanzato, si accompagnano spesso al pioppo nero (Populus nigra). A sud di Madrisio il fiume ha un
percorso più lineare e, soprattutto, la parte dell’alveo permanentemente sommersa garantisce
Scheda n° 3. 2. 12
Progetto Integrato Cultura del Medio Friuli
La flora del Tagliamento: il greto e le rive
Il percorso del Tagliamento accoglie un microcosmo di preziosi ecosistemi in buona parte conservati nella loro integrità, almeno nelle aree
più prossime al greto. La media e bassa pianura
coincidono con due tratti fluviali caratteristici
e diversi, per configurazione morfologica e per
comunità floristiche e faunistiche: l’uno quasi
costantemente in secca, colonizzato dalla flora
singolare dei magredi, l’altro a pieno alveo, immerso nel verde delle zone umide. Nel territorio
di Sedegliano, la superficie d’alveo è molto ampia, ricoperta in gran parte da alluvioni ghiaiose con ciottoli aventi dimensioni decimetriche.
L’acqua corrente è poco profonda e scorre in canali intrecciati che divagano sul greto, ospitando
qualche cespo di piantaggine, plantàgn di aghe
(Alisma plantago-acquatica), o poche, pervicaci
piantine che fluitano nell’acqua. La caratteristica
principale di questa vegetazione è la precarietà:
in qualsiasi punto il fiume cambia in continuazione e si rinnova ogni anno nel ciclo naturale di piene e magre, cancella canali, ne crea di
nuovi, erode, deposita sassi e sabbie, trasporta
semi, popola e distrugge la vegetazione delle sue
sponde. Una pianta di fiume deve perciò trovare
un equilibrio adattativo in cui sono in gioco la
velocità dell’acqua, la distanza dalla riva, la lunghezza dell’ancoraggio delle radici, la modalità
di propagazione dei semi, la resistenza agli sbalzi
di umidità, il contenuto di azoto nei terreni, la
struttura dei terreni stessi.
Le correnti, dopo le piene, abbandonano sottili
strisce sabbiose, che si alternano alla ghiaia, leggermente sopraelevate rispetto ad essa. Il suolo,
messo a nudo dai lunghi periodi di secca del fiume, essendo privo di sostanza organica, risulta
sterile per la maggior parte delle specie vegetazionali, ma non per tutte. Alcune erbe specializzate a sopravvivere sui greti, dette glareicole,
colonizzano ampi tratti, anche con piccoli popolamenti inusuali, alcune addirittura provenienti
dalla zona alpina e prealpina e i cui semi o le
piantine sono trasportati a valle dalle correnti
in piena. Si tratta di specie come la Gypsophila
repens, la Campanula glomerata (campanèlis a
grop) e la Linaria alpina, che in montagna si annidano entro le fessure delle rocce carbonatiche
riempite di quel poco materiale di dissoluzione
che permette alle piantine di radicarsi. Fra le erbe
più resistenti alle piene del fiume ricordiamo il
dente di Leone (Taraxacum officinale), la pelosella (Hieracium pilosella), l’erba pignola (Sedum
album), la lucernicchia, paianùt (Saxifraga tridactylites), il calcatreppolo, salàte di mus (Eryngium campestre), il timo (Thymus pulegioides).
La prateria marginale del greto, percorsa da piene ordinarie, è un tipico ambiente magredile, più
evidente nella zona di Rivis e Turrida, che occupa
il settore più meridionale dell’alta pianura. Qui la
Geografia
La flora del Tagliamento: il greto e le rive
Geografia
un esteso popolamento di piante acquatiche, i
cui steli lunghi, flessuosi ed estensibili seguono
i movimenti dell’acqua senza rompersi, adattandosi alle sue variazioni di regime. Nella parte a
fondale basso e meno esposta all’azione della
corrente, il canale è popolato da dense colonie
di lenticchie (Lemna minor), minuscole piante
formate da un’unica fogliolina rotonda, del diametro di 2 o 3mm, piatta e con una radichetta
immersa nell’acqua per trarre il necessario nutrimento minerale. In superficie emerge la lngua
d’acqua (Potamogeton natans), pianta notevole,
il cui rizoma porta fusti galleggianti che possono
oltrepassare i 2 m di lunghezza. Le foglie, ellittiche od ovoidali, di consistenza coriacea, galleggiano alla superficie e d’estate portano delle spighe affusolate composte di piccoli fiori verdastri
poco appariscenti. Sommersa e fluitante, la coda
di volpe (Ceratophyllum demersum), il cui fusto
può raggiungere la lunghezza di 50 centimetri-1
metro, è una strana pianta priva di radici che si
ancora al fondale mediante rizoidi. In forma di
estese colonie, anche il ranuncolo d’acqua (Ranunculus fluitans) si lascia agitare mollemente
dalla corrente, attaccato al fondo da un rizoma
che produce steli fino a 1-2 metri di lunghezza.
Le piante acquatiche producono numerosi servigi ai popolamenti faunistici perché compiono
un’azione riossigenante del sistema, ospitano
microorganismi che nutrono piccoli pesci e sono
esse stesse nutrimento per una grande varietà
di specie, senza contare che offrono ricovero e
protezione per le uova o per i piccoli.
La flora del Tagliamento: il greto e le rive
Fig. 3 - Arbusti di salice all’interno dell’alveo.
Fig. 4 - Colonia di lenticchie (Lemna minor) in un ‘ansa a sud di
Madrisio.
Bibliografia
Per ricercare e approfondire
• L. Poldini, I magredi, in “Inf. Bot. Ital”, 1973
M. Gortani, Flora friulana con speciale riguardo
alla Carnia, 1905-06
• L. Poldini, Nuovo atlante corologico delle piante
vascolari nel Friuli Venezia Giulia,
Università degli Studi di Trieste, 2002
• Le foglie, sia nelle piante terrestri, ma soprattutto in
quelle acquatiche hanno un’importanza determinante
nello sviluppo della pianta stessa. Riporta qualche
esempio sulla loro forma, consistenza e disposizione,
che confermi questa affermazione.
• Anche le radici possono essere diverse a seconda
delle condizioni dellla pianta e del terreno su cui questa
poggia. Riporta qualche esempio significativo.
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