Terapia medica dello Scompenso Cardiaco: i farmaci di oggi e di domani Pietro Ameri UO Clinica di Malattie dell’Apparato Cardiovascolare IRCCS AOU San Martino - IST, Dipartimento di Medicina Interna e Specialità Mediche Università degli Studi di Genova FARMACI DI OGGI SCOMPENSO CARDIACO CON FEVS RIDOTTA ACE-inibitori o antag. del recettore dell’AngII β-bloccanti antag. del recettore dei mineralcorticoidi diuretici ivabradina digossina nitrati levosimendan AHA guidelines. Circulation. 2013;128:e240-327. ESC guidelines. Eur Heart J. 2012;33:1787-847. Quanto sono usati gli inibitori neurormonali nello scompenso cardiaco con FEVS ridotta? Scompenso acuto - alla dimissione Scompenso cronico Scompenso cronico con FEVS ≤45% ACEi e/o antag. AngII 77% 89,2% 92,2% β-bloccante 71,8% 88,9% 92,7% antag. aldosterone 55,3% 59,3% 67% Registro ESC di 211 Cardiologie, periodo censito maggio 2011 - aprile 2013. 12440 pazienti, dei quali 5039 (40,5%) ricoverati per scompenso cardiaco acuto e 7401 (59,5%) ambulatoriali con scompenso cardiaco cronico - di questi ultimi, 76,2% con FEVS ≤45%. Maggioni AP, et al. Eur J Heart Fail. 2013;15:1173-84. Quanto sono usati gli inibitori neurormonali nello scompenso cardiaco con FEVS ridotta? Scompenso acuto - alla dimissione Scompenso cronico Scompenso cronico con FEVS ≤45% ACEi e/o antag. AngII 77% 89,2% 92,2% β-bloccante 71,8% 88,9% 92,7% antag. aldosterone 55,3% 59,3% 67% nel complesso, l’impiego degli inibitori neuroormonali è alto, perlomeno nei pazienti ambulatoriali stabilizzati esistono tuttavia categorie di soggetti nei quali queste terapie sono sovente omesse inoltre, la tempistica con cui gli inibitori neuroormonali sono avviati è spesso non ideale. Maggioni AP, et al. Eur J Heart Fail. 2013;15:1173-84. Studio GISSI-HF. NO-COPD (N=5442) COPD (N=1533) 66±11 76% 26.9±4.4 72±13 126±18 77±10 67% 31% 2% 71±9 86% 27.6±4.7 75±14 128±18 76±9 51% 44% 5% <0.0001 <0.0001 <0.0001 <0.0001 0.002 0.02 50% 33±8 9% 50% 34±9 11% 0.8 0.002 0.002 1.2±0.5 1.3±0.5 <0.0001 94% 71% 89% 39% 91% 44% 93% 40% <0.0001 <0.0001 <0.0001 0.7 CLINICAL CHARACTERISTICS Age, yrs Male gender BMI, kg/m2 Heart rate, beats/min Systolic blood pressure, mmHg Diastolic blood pressure, mmHg NYHA II NYHA III NYHA IV HF CHARACTERISTICS Ischaemic etiology Left ventricular ejection fraction, % Left ventricular ejection fraction >40% LABS Serum creatinine, mg/dL MEDICATIONS AT RANDOMIZATION ACE inhibitors / ARBs Beta-blockers Diuretic drugs Spironolactone P value <0.0001 Canepa M, et al. Manoscritto in revisione. 710 prime visite effettuate presso l’Ambulatorio dello Scompenso dell’IRCCS AOU San Martino - IST dall’1/01/2004 al 31/05/2015, per le quali fosse disponibile un valore di creatininemia. Modello 1 Modello 2 OR IC 95% OR IC 95% Sesso maschile 1,576 1,045-2,376 1,588 1,060-2,378 Creatininemia 0,635 0,485-0,830 0,599 0,465-0,773 Anemia cronica 0,854 0,469-1,557 - - Neoplasia 0,543 0,315-0,936 0,512 0,298-0,879 Eziologia ischemica 1,461 0,931-2,295 1,534 1,048-2,245 PAS 1,014 1,003-1,024 1,014 1,004-1,025 β-bloccante 1,608 1,036-2,497 1,544 1,005-2,373 Statina 1,079 0,069-1,694 - - Amiodarone 1,876 1,008-3,494 - - Allopurinolo 0,738 0,474-1,149 Allopurinolo - Ameri P, et al. Manoscritto in preparazione. 710 prime visite effettuate presso l’Ambulatorio dello Scompenso dell’IRCCS AOU San Martino - IST dall’1/01/2004 al 31/05/2015, per le quali fosse disponibile un valore di creatininemia. Ameri P, et al. Manoscritto in preparazione. Blocco del SRA nello scompenso cardiaco con FEVS ridotta: a prescindere dalla funzione renale basale? Registro danese, 24283 pazienti con scompenso cardiaco e FEVS ≤39%, di cui 2410 con creatinina (Cr) >2,5 mg/dL o eGFR <30 mL/min/1.73m2 (66% in ACEi o antag. AngII vs. 93% in soggetti senza insufficienza renale severa) Edner M, et al. Eur Heart J. 2015;36:2318-26. Blocco del SRA nello scompenso cardiaco con FEVS ridotta: a prescindere dalla risposta renale? Trial SOLVD: 2569 pazienti con scompenso cardiaco con FEVS ≤35%, per il 90% NYHA II o III, randomizzati a placebo o enalapril 2,5-20 mg/d (frequenza di β-bloccanti e risparmiatori di potassio 7-8% e 9%, rispettivamente). Esclusione se Cr >2,5 mg/dL. o Iniziale peggioramento della funzione renale → maggiore mortalità nel gruppo placebo (HR 1,4; IC95% 1,1-1,8), ma non in quello assegnato a enalapril (HR 1,0; IC95% 0,8-1,3) o Migliore sopravvivenza dei pazienti rimasti in terapia con enalapril nonostante un peggioramento della funzione renale (HR mortalità 0,66; IC95% 0,5-0,9). o D’altra parte, incidenza di aumento della Cr a >2,5 mg/dL doppia con enalapril vs. placebo (1,9% vs. 0,5%; se preesistente malattia renale cronica 4,3% vs. 1%). Bowling CB, et al. Int J Cardiol. 2013;167:151-6. Testani JM, et al. Circ Heart Fail. 2011;4:685-91. Misurazione dell’Indice resistivo reNale nell’insufficienza carDiaca cronIca Con frazione d’eiezione deprEssa: possibili implicazioni per la terapia con ACE-inibitori [studio INDICE] Come associare ivabradina e β-bloccanti? Trial SHIFT SHIFT: 2569 pazienti con scompenso cardiaco con FEVS ≤35%, NYHA II-III, ricoverati per scompenso nei 12 mesi precedenti, ma stabili da almeno 4 settimane, con FC ≥70 bpm, randomizzati a ivabradina fino a 7,5 mg b.i.d o placebo. Al basale: β-bloccanti nel 90%, ACEi nel 79%. o meno ricoveri e morti per scompenso cardiaco (HR 0,74; IC95% 0,66-0,83 e HR 0,74; IC95% 0,58-0,94) con ivabradina o a prescindere dal tipo e dalla dose di β-bloccante contemporaneamente assunto. Secondo le linee guida delle maggiori Società Scientifiche, i β-bloccanti devono essere progressivamente titolati sino alla dose target dei grandi trials, o comunque fino alla dose massima tollerata. Questo approccio rende difficoltosa la contemporanea terapia con ivabradina, sia essa iniziata in parallelo con quella β-bloccante o successivamente. Possiamo limitare la posologia dei β-bloccanti, in modo da consentire l’aggiunta di ivabradina? Tavazzi L, et al. Eur Heart J. 2013;34:2792-4. Guglin M. Heart Fail Rev. 2013;18:517-28. Bocchi EA, et al Cardiology. 2015 ;131:218-24. Swedberg K, et al. JACC. 2012;59:1938-45. Swedberg K, et al. Lancet. 2010;376:875-85. Up-and-down di ivabradina e β-bloccanti negli stessi trials dei β-bloccanti, il 22-53% dei partecipanti non ha raggiunto la dose target registro ESC 2011-2013: β-bloccanti in oltre il 90% dei pazienti con scompenso cardiaco cronico e FEVS ≤45%, ma alla dose target solo nel 17,5% nello studio SHIFT solo il 56% dei pazienti in β-bloccante assumeva almeno il 50% della dose target ed il 46% di questi la dose target. FARMACI DI OGGI SCOMPENSO CARDIACO CON FEVS CONSERVATA “No treatment has yet been shown, convincingly, to reduce morbidity and mortality in patients with HFpEF.” ACE-inibitori o antag. del recettore dell’AngII β-bloccanti (nebivololo?) antag. del recettore dei mineralcorticoidi nitrati diuretici digossina calcio-antagonisti non-diidropiridinici sildenafil antagonisti del recettore dell’endotelina inibitori delle metalloproteinasi ESC guidelines. Eur J Heart Fail. 2012;14:803-69. FARMACI DI OGGI SCOMPENSO CARDIACO CON FEVS CONSERVATA 52 pazienti con PAPm >25 mm/Hg, pressione d’incuneamento polmonare >15 mm/Hg e FEVS ≥45%, randomizzati a sildenafil fino a 60 mg 3 volte/d o placebo per 12 settimane. Hoendermis ES, et al. Eur Heart J. 2015;36:2565-73. FARMACI DI DOMANI SACUBITRIL / VALSARTAN (LCZ696) Inibitore del recettore dell’Ang II e della neprilisina, endopeptidasi responsabile della degradazione di peptidi natriuretici ed altri peptidi vasoattivi. Recentemente approvato dalla Food and Drug Administration per il trattamento dello scompenso cardiaco cronico con FEVS ridotta (Entresto®). angiotensinogeno sostanza P, adrenomedullina, altri peptidi vasoattivi Ang I Ang II recettore per Ang II di tipo 1 neprilisina peptidi natriuretici (ANP, BNP, CNP, urodilatina) Sacubitril / valsartan vs. enalapril nell’insufficienza cardiaca cronica con FEVS ridotta: PARADIGM-HF NYHA II-IV; FEVS ≤40%; BNP ≥150 pg/mL o NT-proBNP ≥600 pg/mL o, nel caso di ricovero per scompenso cardiaco nell’ultimo anno, BNP ≥100 pg/mL o NT-proBNP ≥400 pg/mL; terapia stabile da almeno 4 settimane Esclusione se ipotensione sintomatica o PAS <100 mm/Hg allo screening o 95 mm/Hg alla randomizzazione; eGFR <30 mL/min/1.73m2 o ridotto >25% tra screening e randomizzazione; K >5,2 mmol/L allo screening o >5.4 mmol/L alla randomizzazione; storia di effetti collaterali inaccettabili con ACEi o antag. AngII. Mediana follow-up 27 mesi McMurray JJ et al. Eur J Heart Fail. 2013;15:1062-73. NTT = 21 NTT = 32 LCZ696: maggior incidenza di ipotensione sintomatica, ma meno interruzioni di terapia per eventi avversi o disfunzione renale enalapril: maggior incidenza di tosse, Cr ≥2,5 mg/dL e K >6 mmol/L simile declino della funzione renale e progressione a malattia renale end-stage stessa incidenza di angioedema (9 e 10 casi, rispettivamente), mai grave Ulteriori benefici di LCZ696 vs. enalapril in PARADIGM-HF: o più bassi punteggi basati sui sintomi o ridotta necessità di intensificare la terapia medica o meno accessi al DEA per scompenso cardiaco o minor probabilità di ricovero per scompenso durante il primo mese dalla randomizzazione o ridotta probabilità di terapia intensiva, di trattamento con inotropi ev, di assistenza meccanica o di trapianto. Milton Packer, et al. Circulation. 2015;131:54-61. Sacubitril / valsartan vs. valsartan nell’insufficienza cardiaca cronica con FEVS preservata PARAMOUNT Studio di fase 2, ha confrontato LCZ696 e valsartan alla dose target di 200 mg b.i.d. e 160 mg b.i.d, rispettivamente, per 36 settimane in 301 pazienti con scompenso cardiaco, FEVS ≥45%, classe NYHA II–III, NT-proBNP >400 pg/mL e concomitante terapia diuretica. Rispetto a valsartan, sono stati dimostrati per LCZ696: o riduzione dei livelli di NT-proBNP a 12 settimane o riduzione del volume atriale sinistro e della classe NYHA a 36 settimane o minor declino dell’eGFR, ma aumento del rapporto albuminuria/ creatininuria o a prescindere dalla pressione arteriosa, significativamente più bassa con LCZ696 (9±15/5±11 vs. 3±17/2±12 mm/Hg). È in corso un trial randomizzato per valutare l’effetto di LCZ696 vs. valsartan sulla mortalità cardiovascolare ed i ricoveri per scompenso in pazienti con insufficienza cardiaca e FEVS conservata (PARAGON-HF, NCT01920711). Voors AA, et al. Eur J Heart Fail. 2015;17:510-7. Jhund PS, et al. Eur J Heart Fail. 2014;16:671-7. Solomon SD, et al. Lancet. 2012;380:1387-95. CONCLUSIONI: OGGI I farmaci a disposizione oggi - in particolare ACEi/antagonisti del recettore dell’Ang II, β-bloccanti e antagonisti del recettore dei mineralcorticoidi - permettono di rallentare significativamente la storia naturale dello scompenso cardiaco cronico con FEVS ridotta. Il loro utilizzo, tuttavia, è subottimale, specie per alcuni tipi di paziente. Devono essere compiuti ulteriori sforzi per potenziare l’utilizzo dei farmaci con impatto sul decorso di malattia ed è possibile che per raggiungere questo obiettivo sia necessario rivedere alcuni schemi terapeutici. Viceversa, ad oggi non esiste terapia medica sicuramente efficace per lo scompenso cardiaco con FEVS conservata, il trattamento del quale resta essenzialmente sintomatico o indiretto. CONCLUSIONI: DOMANI Grandi aspettative sono riposte sulla simultanea inibizione dell’azione di neprisilina e AngII. Molte altre terapie sono in corso di studio, alcune delle quali già in fase 3. Quelle più avanti nella sperimentazione clinica vertono sull’impiego di farmaci con dimostrata efficacia in altri contesti (es. statine o stimolatori della guanilato ciclasi nello scompenso con FEVS conservata) o sul miglioramento dell’assetto neuroormonale. La terapia neuroormonale rappresenta anche il domani al momento immaginabile per lo scompenso cardiaco acuto (ularitide, serelaxina). Nonostante la forte evidenza sperimentale che altri aspetti della fisiopatologia dello scompenso cardiaco possono essere bersaglio di nuovi farmaci, il futuro di terapie realmente innovative appare ancora lontano.