coperta colon retto:coperta colon retto 12/01/15 18.35 Pagina 1 L E N G UIDE eoplasie del colon - retto: una terapia per ogni paziente Fondazione Federico Calabresi colon retto OK 2014:colon retto 13/04/15 16.41 Pagina 1 N eoplasie del colon retto: una terapia per ogni paziente Cristina Tasca Laura Ghilardi Roberto Labianca Cancer Center Ospedale Papa Giovanni XXIII Bergamo colon retto OK 2014:colon retto 13/04/15 16.41 Pagina 2 NEOPLASIE DEL COLON RETTO: GENERALITA E TRATTAMENTO I l colon-retto, o intestino crasso, rappresenta la parte terminale dell’apparato digerente ed è deputato alla fase finale della formazione delle feci tramite l’assorbimento dell’acqua ed alla loro evacuazione. Può essere soggetto a malattie infiammatorie o degenerative e allo sviluppo di neoplasie. 2 colon retto OK 2014:colon retto 13/04/15 16.41 Pagina 3 EPIDEMIOLOGI I l carcinoma del colon-retto rappresenta la terza neoplasia più diffusa nel mondo. E’ la terza patologia neoplastica più frequente nel sesso maschile e la seconda nel sesso femminile, ed è responsabile del 1011% della mortalità per cancro. Negli USA rappresenta la seconda causa di morte per cancro (circa il 15% delle morti per neoplasie). L’incidenza (numero di nuovi casi all’anno) nel mondo del carcinoma del colon-retto varia notevolmente fra i paesi e le razze: la più alta incidenza di questa patologia si registra nei paesi industrializzati dell’Occidente, come l’Europa settentrionale ed occidentale, la Gran Bretagna e il Canada; incidenze minori vengono invece registrate nei Paesi a basso e medio sviluppo come 3 colon retto OK 2014:colon retto 13/04/15 16.41 Pagina 4 Asia e Africa. All’interno dei singoli paesi, l’incidenza è maggiore nelle aree urbane rispetto a quelle agricole. In Europa vengono diagnosticati circa 250.000 nuovi caso all’anno, pari al 9% di tutti i tumori. Negli Stati Uniti vengono diagnosticati circa 150.000 nuovi casi ogni anno di tumore del colon-retto e approssimativamente 57.000 pazienti muoiono a causa di questa neoplasia, anche se negli ultimi anni si è registrato una diminuzione di tali valori, con circa 130.000 nuovi casi e circa 56.300 morti stimati nell’anno 2000. In Italia si registrano circa 8.000 nuovi casi all’anno con circa 20.000 morti; il rischio di ammalarsi di tumore del colon nel corso dell’intera vita, per un cittadino italiano, è di circa il 5-6%, approssimativamente 1 caso su 20 uomini e 1 caso ogni 32 femmine. L’incidenza di questa malattia è pressochè analoga nei due sessi, con una leggera prevalenza delle forme del colon nelle donne e del retto negli uomini. 4 colon retto OK 2014:colon retto 13/04/15 16.41 Pagina 5 E’una neoplasia dell’età media, abbastanza rara sotto i 45 anni, e che raggiunge un picco d’incidenza tra i 60 ed i 70 anni (circa il 70% dei pazienti ha più di 65 anni). La prevalenza (numero di soggetti affetti tra la popolazione in un dato momento) della malattia nei soggetti di età superiore a 65 anni e di 956/100.000 per le neoplasie del colon e 573/100.000 per le neoplasie del retto. 5 colon retto OK 2014:colon retto 13/04/15 16.41 Pagina 6 EZIOLOGIA N umerose ricerche sono state effettuate allo scopo di identificare eventuali condizioni predisponenti l’insorgenza del carcinoma del grosso intestino. L’età è sicuramente il parametro che influenza maggiormente il rischio di malattia: infatti, l’incidenza è circa 10 volte superiore nella classe d’età compresa tra 60-64 anni rispetto a quella 40-44 anni ed aumenta ulteriormente nei soggetti di età superiore a 75 anni dove si osservano 20 nuovi casi ogni 1.000.000 abitanti. Alcune malattie infiammatorie croniche quali la colite ulcerosa e la malattia di Crohn costituiscono un fattore di rischio, così come il precedente riscontro di un polipo adenomatoso (adenoma del colon-retto), individuabile in 6 colon retto OK 2014:colon retto 13/04/15 16.41 Pagina 7 circa il 30% della popolazione sana dopo i 50 anni, con una incidenza di circa 30.000 nuovi casi/anno. Fattori di rischio dietetici sono stati riportati in numerosi studi: una dieta ricca di grassi e di carboidrati raffinati e povera in fibre sembra essere associata con un’aumentata incidenza del cancro del colon. La dieta ricca di carne a derivazione bovina o di grassi animali predisporrebbe al carcinoma del colon poiché comporta un aumentato apporto di sostanze, potenziali agenti cancerogeni, nel lume intestinale. La dieta con grassi animali non comporta solo un’alterazione delle sostanze presenti nel lume intestinale ma, soprattutto, modifica quantitativamente e qualitativamente la flora batterica (popolazione di microrganismi normalmente presente nell’intestino), provocando un relativo incremento nel 7 colon retto OK 2014:colon retto 13/04/15 16.41 Pagina 8 numero d’anaerobi, batteri che sono in grado di convertire gli acidi biliari o il colesterolo in prodotti in grado di iniziare o favorire la trasformazione neoplastica. Questa stretta correlazione tra aumento d’incidenza del tumore ed introduzione di grassi con l’alimentazione è stata dimostrata in Giappone, dove negli ultimi 50 anni la dieta ha subito una drastico cambiamento: il consumodi grassi è aumentato dal 10% al 25% dell’apporto energetico complessivo, e ciò è stato accompagnato da un rapido aumento della mortalità per cancro del colon. Studi epidemiologici suggeriscono inoltre che la mortalità per cancro del colon diminuisca con l’apporto attraverso la dieta di una maggiore percentuale di fibre alimentari, frutta e verdura. Si ritiene, infatti, che alcuni vegetali, come verze, broccoli, cavolini di Bruxelles, cavolfiori, inibiscano la produzione di tumori attraverso un meccanismo enzimatico. Inoltre, l’aumento della massa fecale, ascrivibile all’alto contenuto di fibre, avrebbe un ruolo di protezione riducendo la con8 colon retto OK 2014:colon retto 13/04/15 16.41 Pagina 9 centrazione delle sostanze cancerogene od ostacolandone il legame alla parete intestinale. Tale argomentazione risulta da studi epidemiologici condotti presso i Bantu, che si nutrono di una dieta ricca di fibre e che presentano una più bassa incidenza di carcinoma del colon rispetto agli africani urbanizzati, che hanno una dieta diversa. Meno certa è la correlazione con l’assunzione di frutta. Riso e pasta, pur se d’origine vegetale, non sembrano correlati con una riduzione del rischio. Il pesce sembrerebbe avere un effetto protettivo, mentre le uova comporterebbero un effetto favorente l’insorgenza del tumore del colon. Il National Cancer Institute (NCI) ha formulato una serie di raccomandazioni al fine di ridurre il rischio d’insorgenza di questa patologia (vedi tabella 1). Tali raccomandazioni sono sostenute da prove documentate che confermano 9 colon retto OK 2014:colon retto 13/04/15 16.41 Pagina 10 l’effetto protettivo della dieta ricca in frutta, verdure e cereali, il rischio di una dieta ricca di grassi e l’opportunità di bilanciare l’apporto calorico con un’adeguata attività fisica. Infatti, la vita sedentaria sembrerebbe correlata con una maggiore incidenza di neoplasie del colon-retto. Tabella 1. Linee guida di comportamento suggerite dall’ N.C.I. al fine di prevenire/ridurre il rischio di sviluppare un carcinoma del colon. ! Ridurre l’assunzione di grassi al 30% delle calorie totali ! Includere nella dieta quotidiana una ampia varietà di frutta e verdure ! Assumere alcolici con moderazione ! Evitare l’obesità/mantenere un peso corporeo desiderabile ! Aumentare l’apporto di fibre ! Minimizzare il consumo di cibi salati, conservati o affumicati 10 colon retto OK 2014:colon retto 13/04/15 16.41 Pagina 11 Esiste una correlazione sicura tra fumo di tabacco, in particolare sigari e pipa, ed il rischio di sviluppare un tumore del colon-retto. Anche il consumo di sigarette, è sicuramente correlato con lo sviluppo di polipi che possono, a loro volta, rappresentare un fattore di rischio. Il rischio è relativo sia alla quantità di tabacco consumato giornalmente che alla durata d’esposizione al fumo. Il tabacco è un fattore iniziale della cancerogenesi. L’assunzione di alcolici è correlata con un aumento del rischio. Ad esempio un consumo di 15 litri di birra al mese aumenta il rischio di 3 volte rispetto ai non bevitori. Sebbene la maggior parte dei carcinomi del colon sia correlata a fattori acquisiti, prevalentemente alimentari, si deve considerare anche una generica tendenza ereditaria, considerando i rapporti di queste neoplasie con alcune 11 colon retto OK 2014:colon retto 13/04/15 16.41 Pagina 12 condizioni predisponenti, geneticamente trasmesse, e la maggior incidenza in gruppi familiari con anamnesi positiva per tale malattia. Circa l’ 80-85% dei nuovi casi di carcinoma del colon-retto si verifica in persone che non hanno fattori predisponenti (=carcinoma sporadici), ma è sicuramente noto che la presenza di alcuni fattori porta ad aumentato rischio di carcinoma del colon-retto. La familiarità positiva (parenti di I grado: fratelli, sorelle, genitori, figli) per la neoplasia del colonretto si ha nel 10-15% dei casi. Il rischio è raddoppiato nei familiari di pazienti che abbiano sviluppato un carcinoma del colon-retto dopo i 55 anni, triplicato se la diagnosi era stata fatta tra i 45 ed i 55 anni e quadruplicato se la diagnosi era antecedente ai 45 anni. Inoltre il rischio è aumentato di 1,72 volte nel caso di un familiare affetto e di 2,75 volte di due o più familiari affetti. La familiarità (circa il 15-20% dei carcinomi del colon retto) non è associata 12 colon retto OK 2014:colon retto 13/04/15 16.41 Pagina 13 ad alcuna sindrome geneticamente evidenziabile. Accanto alla familiarità esiste anche una trasmissione ereditaria (5% dei casi) del carcinoma del colon-retto. In realtà non si eredita il tumore ma alcune condizioni fortemente predisponenti. L’ereditarietà del rischio per coloncarcinoma appare sostanzialmente legata alla presenza di due sindromi: le poliposi familiari e la sindrome ereditaria del carcinoma colonrettale senza poliposi (HNPCC). 13 colon retto OK 2014:colon retto 13/04/15 16.41 Pagina 14 POLIPOSI ADENOMATOSA FAMILIARE (FAP) M cKusick ha descritto sei distinte sindromi: le quattro più importanti sono la poliposi adenomatosa familiare (FAP), la sindrome di Gardner, la sindrome di Peutz-Jeghers, e la sindrome di Turcot. La FAP è una condizione morbosa ereditabile che colpisce tutti i discendenti che abbiano ereditato il gene responsabile, e cioè almeno il 50% dei figli, e che interessa tutto l’intestino, il quale è tappezzato di polipi adenomatosi (con numero da 100 fino a qualche migliaia). E’ una malattia rara (1-2/100.000), ed i polipi non compaiono prima della seconda e terza decade di vita, aumentando di numero con l’aumentare dell’età. Nonostante la loro somiglianza morfologica con gli adenomi sporadici beni14 colon retto OK 2014:colon retto 13/04/15 16.41 Pagina 15 gni, i polipi in questa affezione ereditaria presentano un’alta incidenza di trasformazione maligna. La FAP incide per circa l’1% dei carcinomi colorettali. La sindrome di Gardner è stata tradizionalmente distinta dalla FAP per la presenza di lesioni esterne al colon ed anche per un numero minore di adenomi, che mostrano la tendenza a raggrupparsi in entrambe le estremità del colon. La sindrome di Peutz-Jeghers consiste, invece, in polipi che si sviluppano nel tratto gastrointestinale, con frequenza decrescente dal duodeno allo stomaco e in ultimo al colon, associati con pigmentazione melanica della mucosa orale, delle labbra, del palmo della mano, delle dita e della pianta dei piedi. Questi polipi non vanno incontro a trasformazione maligna; tuttavia, gli individui portatori di questa sindrome possono sviluppare adenomi neoplasti15 colon retto OK 2014:colon retto 13/04/15 16.41 Pagina 16 ci e carcinomi, anche in sedi extraintestinali. La sindrome di Turcot si riscontra in quei pazienti affetti da poliposi adenomatosa con sviluppo concomitante di neoplasie cerebrali, di cui il glioblastoma è la forma più frequentemente osservata. Gli adenomi sono principalmente situati nel colon, ma possono anche trovarsi nell’intestino tenue e nello stomaco. In alcune famiglie è stato riportato un marcato aumento del rischio ereditario di cancro del colon senza una poliposi florida, e questa sindrome è denominata hereditary nonpolyposis colorectal cancer (HNPCC). Può essere sospettata quando vi siano almeno 3 parenti in almeno 2 generazioni e con almeno un parente di primo grado che abbiano sviluppato un tumore del colon retto con un caso antecedente ai 50 anni. La prevalenza (nume- 16 colon retto OK 2014:colon retto 13/04/15 16.41 Pagina 17 ro di soggetti malati sul totale degli abitanti) di tale patologia è di 1-2/400 ed il rischio dei soggetti affetti di sviluppare il tumore del colon è di circa l’80-85%. E’ ampiamente accettato che i carcinomi derivino da lesioni adenomatose preesistenti. I polipi adenomatosi sono potenzialmente maligni e rappresentano circa i due terzi delle formazioni polipoidi rimosse con l’endoscopia. Il restante terzo è generalmente rappresentato da formazioni iperplastiche senza alcuna potenzialità maligna (polipi iperplastici, amartomi, polipi linfoidi benigni, polipi infiammatori). Gli individui portatori di adenomi hanno una probabilità di avere altri adenomi sincroni (contemporaneamente) dal 40 al 50%, mentre tra coloro che ne hanno avuto l’asportazione hanno un 30% di rischio in più di sviluppare ancora un adenoma. 17 colon retto OK 2014:colon retto 13/04/15 16.41 Pagina 18 STADIO CLINICO E PATOLOGICO C irca il 70-75% dei carcinomi del grosso intestino è localizzato a livello rettale, retto-sigmoideo o sigmoideo; il restante 25-30% si distribuisce in corrispondenza dei tratti più prossimali, fino al cieco. A seconda che le lesioni si manifestino nel colon sinistro oppure nel colon destro, esse assumono caratteristiche morfologiche differenti. I carcinomi della porzione sinistra tendono a crescere in maniera circolare attorno al viscere e danno luogo ad una stenosi dell’intestino detta ad “anello di tovagliolo” (lesione scirrosa) con precoci sintomi di ostruzione. I carcinomi del colon destro tendono a formare masse polipoidi, che si estendono lungo la parete del colon ascen- 18 colon retto OK 2014:colon retto 13/04/15 16.41 Pagina 19 dente e cieco (forma vegetante); l’ostruzione si manifesta raramente a causa del maggior calibro di questa sezione intestinale. Diversamente dalla patologia macroscopica, le caratteristiche microscopiche dei carcinomi del colon destro e sinistro sono simili. 19 colon retto OK 2014:colon retto 13/04/15 16.41 Pagina 20 QUADRO CLINICO I l tumore del grosso intestino si manifesta generalmente con sintomi che variano a seconda della localizzazione della neoplasia nel colon. I sintomi precoci, vaghi, saltuari, aspecifici e spesso sottovalutati, sono l’astenia (stanchezza ingiustificata), l’anemia, la perdita di peso. Talvolta, il segno premonitore è rappresentato dai mutamenti dell’alvo (con stipsi alternata a diarrea). I carcinomi che si sviluppano nel colon destro difficilmente danno luogo ad occlusione perché in questo segmento il contenuto ha ancora carattere liquido. Tendono a raggiungere grosse dimensioni e a ulcerarsi, determinando uno stillicidio ematico cronico e, in alcuni casi, melena (emissione di feci nerastre per il contenuto di sangue 20 colon retto OK 2014:colon retto 13/04/15 16.41 Pagina 21 digerito). Si tratta prevalentemente di forme vegetanti ed in genere si manifestano con sintomi colitici per il frequente sovrapporsi di processi flogistici; le turbe dell’alvo sono rappresentate dalla diarrea e frequenti sono i disturbi dispeptici (difficoltà di digestione, dolori addominali postprandiali), l’anoressia (mancanza di appetito) e la febbre. I carcinomi del colon sinistro sono prevalentemente di tipo stenosante e si accrescono in un segmento dove il lume è più stretto e poco distensibile e il materiale fecale è solido; per tale motivo sono frequentemente causa di manifestazioni occlusive o subocclusive. La sintomatologia è di tipo colico, con stipsi e dolori addominali crampiformi. Talvolta questi pazienti presentano una diarrea paradossa (emissione di feci liquide o poco formate in presenza di occlusione intestinale), in quanto una 21 colon retto OK 2014:colon retto 13/04/15 16.41 Pagina 22 parte del contenuto intestinale supera forzatamente l’ostruzione neoplastica. I carcinomi del colon possono infiltrare la parete intestinale fino a determinare una perforazione con conseguente peritonite. Nei carcinomi del retto sintomo principale è l’alterazione dell’alvo con sensazione di tenesmo rettale e presenza di episodi di proctorragia (emissione di sangue rosso vivo durante la defecazione). Elementi essenziali per la diagnosi Colon destro ! Dolore addominale ! Astenia ! Melena ! Nausea ! Massa addominale Colon sinistro ! Dolore addominale 22 colon retto OK 2014:colon retto 13/04/15 16.41 Pagina 23 ! Stipsi ! Modificazioni dell’alvo ! Melena Sigma ! Stipsi ! Difficoltà dell’evacuazione ! Melena ! Dolore addominale Retto ! Difficoltà dell’evacuazione ! Tenesmo rettale ! Proctorragie ! Dolore addominale o perineale 23 colon retto OK 2014:colon retto 13/04/15 16.41 Pagina 24 ESAMI DIAGNOSTICI Esame clinico L ’esplorazione rettale può rivelare la presenza di una lesione sospetta, per cui deve costituire parte fondamentale dell’esame clinico. Inoltre, vi possono essere masse addominali palpabili, ed in presenza di metastasi epatiche si può apprezzare un ingrandimento del fegato, di consistenza aumentata e dolente. Esami radiologici ed endoscopici La radiologia e l’endoscopia sono i principali mezzi diagnostici per il cancro del colon. Con il clisma opaco a doppio contrasto i radiologi possono evidenziare piccole lesioni della mucosa e piccoli polipi, anche se la pancolonscopia è più sensibile. Quest’ultima tecnica permette, infatti, di confermare la 24 colon retto OK 2014:colon retto 13/04/15 16.41 Pagina 25 presenza di lesioni sospette, evidenziate al clisma opaco, e di documentarne la natura istologica mediante biopsia. Con la pancolonscopia possono essere rivelati carcinomi sincroni del colon, che spesso sfuggono all’esame radiologico e che si riscontrano nell’1-5% dei pazienti con cancro del colon. La pancolonscopia è fondamentale nel followup dei pazienti dopo resezione intestinale parziale, allo scopo di identificare precocemente sia recidive sia polipi del colon. La Colonscopia virtuale consente di effettuare una valutazione dell’intestino che si avvicina molto a quanto ottenibile con la colonscopia. Al momento attuale però non è in grado di sostituirla come precisione diagnostica e soprattutto non consente l’esame istologico o la rimozione delle lesioni sospette. L’indagine endoscopica viene effettuata generalmente ogni anno dopo l’inter25 colon retto OK 2014:colon retto 13/04/15 16.41 Pagina 26 vento chirurgico e, se l’esame risulta negativo, ogni 2-3 anni. Inoltre la pancolonscopia è consigliata nei soggetti di età superiore ai 40 anni che hanno un parente di primo grado con cancro del colon, per l’aumentato rischio a cui esso sono esposti. Ricerca del sangue occulto nelle feci Questa metodica, di facile applicazione e ben accettata dal paziente, permette di scoprire neoplasie asintomatiche del grosso intestino. La presenza di sangue nelle feci non è di per sé diagnostica, e la presenza di un tumore va esclusa o confermata mediante altre indagini strumentali. 26 colon retto OK 2014:colon retto 13/04/15 16.41 Pagina 27 SCREENING L o screening, cioè l’esecuzione di esami in soggetti che non presentano i sintomi della malattia, è particolarmente rilevante nel carcinoma del colon-retto, poiché è in grado di ridurre la mortalità correlata alla malattia attraverso il riconoscimento di una neoplasia in fase molto iniziale, e quindi con una migliore prognosi e con più possibilità di terapia. Inoltre lo screening può, nel caso del carcinoma del colon-retto, evitare l’insorgenza della malattia attraverso l’asportazione di lesioni pre-cancerose, non ancora neoplastiche ma che potrebbero diventarlo se lasciate in sede, quali i polipi. Gli esami indicati per lo screening sono la ricerca del sangue occulto fecale effettuata ogni anno a partire dai 50 anni o la colonscopia ogni 5-10 anni dalla stessa età. Poiché quest’ultimo esame è più 27 colon retto OK 2014:colon retto 13/04/15 16.41 Pagina 28 preciso ma gravato anche di maggiori effetti collaterali e di maggiori costi, i programmi di screenig attualmente in atto o in fase di attivazione prevedono l’impiego della ricerca del sangue occulto lasciando la colonscopia ai casi risultati positivi al sangue occulto. I benefici delle campagne di screening si manifestano come aumento di sopravvivenza che come risparmio di spesa grazie alla riduzione dei malati e soprattutto delle fasi più avanzate della malattia. 28 colon retto OK 2014:colon retto 13/04/15 16.41 Pagina 29 STADIAZIONE I criteri di stadiazione dei carcinomi dell’intestino sono sempre stati oggetto di studio e la varietà di classificazioni adottate dai vari autori (a partire dalla prima classificazione di Dukes del 1932) è stata dettata dal tentativo di uniformare i criteri di identificazione di fattori di rischio responsabili della prognosi e della sopravvivenza. Una fra le classificazioni più utilizzate è quella di Astler-Coller (1954), mentre quella recentemente proposta dall’UICC (2002) prevede la classificazione clinico-patologica post-chirurgica in stadi secondo il Sistema TNM dei carcinomi del colon. Nella tabella seguente viene riportato il confronto tra i sistemi di stadiazione del carcinoma del colon-retto più comunemente impiegati: classificazione 29 30 T1 N0 M0 T2 N0 M0 T3 N0 M0 T4 N0 M0 T1 2N1 3M0 T3 N1 3M0 T4 N1 2M0 Ogni T, Ogni N, M1 Stadio II Stadio III Stadio IV TNM Stadio I Classificazione AJCC D C1 C2 C3 metastasi a distanza metastasi linfonodali B2 esteso parte esterna muscolare B3 infiltrante organi vicini A limitato alla mucosa B1 esteso parte interna muscolare Classificazione di Astler-Coller modificata colon retto OK 2014:colon retto 13/04/15 16.41 Pagina 30 di Astler-Coller modificata, ilTNM e la classificazione AJCC (American Joint Commission on Cancer. colon retto OK 2014:colon retto 13/04/15 16.41 Pagina 31 La sopravvivenza dei carcinomi del colon-retto è condizionata dallo stadio clinico. Infatti, se la sopravvivenza globale (considerando tutti gli stadi) è dell’77-79% a 1 anno, del 57-58% a 5 anni e del 54% a 10 anni, negli stadi iniziali (A, B1) la sopravvivenza a 5 anni è del 75-100%, nello stadio B2 scende al 50 %, nello stadio C è inferiore al 40% ed in presenza di metastasi è inferiore al 5%. 31 colon retto OK 2014:colon retto 13/04/15 16.41 Pagina 32 TERAPIA DEL CARCINOMA DEL COLON N el trattamento del carcinoma del colon retto disponiamo di tre fondamentali armi terapeutiche: la chirurgia, la radioterapia e la terapia medica (di cui la componente quasi esclusiva è la chemioterapia in associazione o meno ai farmaci biologici di nuova generazione). Nel corso degli anni si è progressivamente capito come queste diverse terapie non debbano essere impiegate separatamente e come il risultato migliore si ottenga da un’integrazione dei tre trattamenti. Assume, dunque, importanza una valutazione d’equipe tra tutti i clinici interessati( dette valutazione collegiale o multidisciplinare), al fine di poter programmare il trattamento ottimale. 32 colon retto OK 2014:colon retto 13/04/15 16.41 Pagina 33 CHIRURGIA I l trattamento chirurgico rappresenta indiscutibilmente la terapia di prima istanza nelle forme localizzate, essendo l’unica arma terapeutica potenzialmente guaritiva. Occorre però considerare che il 20% dei pazienti si presenta all’esordio con malattia avanzata non operabile ed il 35% dei pazienti operati recidiva entro 5 anni; inoltre i risultati non sono altrettanto efficaci nei pazienti affetti da malattia localmente avanzata, o con localizzazioni a distanza, nonostante il miglioramento delle tecniche chirurgiche. Il trattamento chirurgico della malattia localizzata deve prevedere la resezione di metà del colon (emicolectomia), includente il colon destro o sinistro, e la asportazione dei linfonodi regionali (linfoadenectomia). Nel caso del carcinoma del retto, soprattuto quando la malattia è molto vicina al canale anale, può rendersi 33 colon retto OK 2014:colon retto 13/04/15 16.41 Pagina 34 necessaria la colostomia definitiva, cioè la deviazione del colon sulla parete addominale con creazione di un ano artificiale: le feci vengono quindi raccolte in un “sacchetto” applicato sulla parete addominale. Recentemente si è sviluppata, in alternativa al tradizionale accesso attraverso il taglio della parete addominale, una chirurgia miniinvasiva che non comporta grandi cicatrici. Tale tecnica, nota come chirurgia laparoscopica, sembra in grado di ottenere gli stessi risultati della chirurgia tradizionale quando effettuata da chirurghi con una specifica competenza. La chirurgia laparoscopica deve comunque essere effettuata secondo criteri di radicalità oncologica che comprendono l’esplorazione degli organi intraaddominali e l’asportazione di un numero adeguato di resezioni. In caso di non sicurezza è necessario convertire l’intervento in chirurgia tradizionale. Il ruolo della chirurgia appare importante anche in caso di metastasi 34 colon retto OK 2014:colon retto 13/04/15 16.41 Pagina 35 epatiche, il 30% delle quali risulta operabile radicalmente con una sopravvivenza a 5 anni prossima al 30%. E’ attualmente indicato l’intervento di resezione in caso di presenza di meno di 3 metastasi epatiche con coinvolgimento di tessuto epatico inferiore al 50%, ottime condizioni generali, età inferiore ai 75 anni ed assenza di malattia extraepatica. In alcuni casi la chirurgia può essere impiegata anche per resezione di metastasi polmonari limitate, particolarmente in presenza di un lungo intervallo tra la diagnosi del tumore primitivo e la comparsa delle metastasi. La chirurgia può avere anche un effetto palliativo (cioè di controllo dei sintomi) anche in presenza di malattia avanzata per prevenire complicanze tardive come l’occlusione o la perforazione. 35 colon retto OK 2014:colon retto 13/04/15 16.41 Pagina 36 RADIOTERAPIA L e radiazioni ionizzanti sono in grado di determinare la morte delle cellule tumorali. Purtroppo, però, i loro effetti tossici colpiscono anche i tessuti sani compresi nel campo di irradiazione, con conseguenti effetti collaterali sia cutanei che a carico degli organi interessati. Ciò può a volte determinare importanti tossicità intestinali, vescicali ed al midollo osseo. Nel carcinoma del retto può essere impiegata pre-operatoriamente, allo scopo di ridurre la dimensione del tumore e consentire un intervento chirurgico radicale, nei casi inizialmente non operabili, o un intervento conservativo invece che uno più demolitivo, o dopo l’intervento chirurgico per ridurre il rischio di recidiva locale. Il suo impiego è spesso associato alla chemioterapia sia prima che dopo l’intervento. 36 colon retto OK 2014:colon retto 13/04/15 16.41 Pagina 37 Inoltre può avere un ruolo palliativo in caso di malattia non operabile o disseminata, sia nel tumore del retto che nel tumore del colon, al fine di controllare la sintomatologia da infiltrazione locale e la sintomatologia dolorosa, ad esempio da interessamento osseo. 37 colon retto OK 2014:colon retto 13/04/15 16.41 Pagina 38 CHEMIOTERAPIA L a chemioterapia è l’impiego di farmaci capaci di uccidere le cellule tumorali. Questi farmaci sono purtroppo gravati di importanti effetti collaterali ma, se usati correttamente, i benefici sono ampiamente superiori agli svantaggi e gli effetti collaterali ben controllabili e raramente severi. La chemioterapia viene principalmente somministrata per via endovenosa e, in alcuni casi, è possibile assumerla per bocca tramite compresse o capsule. I farmaci chemioterapici, sia endovenosi che assunti per bocca, vengono portati tramite il sangue a tutto l’organismo raggiungendo le cellule tumorali ovunque esse si trovino. Di norma il trattamento chemioterapico prevede la somministrazione dei farmaci scelti in più giorni seguiti da una pausa di 1-2 settimane per dare modo all’organismo di riprendersi. Questo 38 colon retto OK 2014:colon retto 13/04/15 16.41 Pagina 39 schema (assunzione del farmaco+ pausa) viene chiamato “ciclo” di trattamento. La chemioterapia si protrae per diversi mesi nell’ambito dei quali vengono effettuati dai 6 ai 12 cicli di trattamento. Indipendentemente dai farmaci e dai regimi utilizzati, si possono distinguere tre condizioni diverse per l’impiego della chemioterapia: 1. chemioterapia dopo intervento chirurgico radicale (= adiuvante); 2. chemioterapia per malattia metastatica; 3. chemioterapia per rendere operabile una malattia inizialmente non operabile (=neo-adiuvante). Chemioterapia dopo intervento chirurgico radicale Quando il tumore è stato per intero asportato dal chirurgo, il paziente in genere può considerarsi guarito. Al contrario però di altre malattie non tumorali, anche dopo l’asportazione radicale sussiste il rischio che la malattia possa ripresentarsi, nel colon (recidiva locale di malattia) o in altri organi (diffusione metastatica). Il rischio è principalmente legato all’estensione della malattia al momento dell’intervento: maggiori sono la dimensione del tumore ed il numero di linfonodi 39 colon retto OK 2014:colon retto 13/04/15 16.41 Pagina 40 coinvolti dal processo tumorale, più alte sono le probabilità che la malattia si ripresenti. Il medico, dunque, si trova a dover definire questo rischio e, se questo risulta rilevante, proporre una serie di cicli di chemioterapia – in genere per sei mesi –, allo scopo di ridurre le probabilità di “recidive”. Sperimentazioni cliniche hanno, infatti, dimostrato che se i linfonodi asportati durante l’intervento risultano sede di malattia, la chemioterapia preventiva riduce di circa il 30% le probabilità di recidiva della malattia stessa: questo beneficio giustifica l’eventuale tossicità causata dalla chemioterapia. Se, invece, i linfonodi sono negativi (non sono, cioè, sede di malattia), il beneficio della chemioterapia non è altrettanto evidente e, quindi, la decisione di avviare o meno dei cicli di chemioterapia profilattica dipende da tanti altri fattori che il medico valuterà nel loro insieme. Nel corso degli anni e si è dimostrata l’efficacia della terapia precauzionale anche somministrata per via orale ed il possibile vantaggio con l’impiego di più farmaci associati tra loro. La chemioterapia preventiva (o adiuvante) ha, quindi, lo scopo di eliminare eventuali cellule “sfuggite” dal tumore di origine prima 40 colon retto OK 2014:colon retto 13/04/15 16.41 Pagina 41 dell’intervento chirurgico o al momento dell’intervento chirurgico stesso e ridurre il rischio di recidive locali o metastasi a distanza. Chemioterapia per malattia metastatica Quando la malattia si estende ad altri organi quali il fegato, i polmoni o il peritoneo, la chemioterapia risponde a tre obiettivi principali: 1. far star meglio i pazienti che soffrono di sintomi legati alla malattia; 2. migliorare la qualità di vita dei pazienti; 3. tentare di rendere operabili condizioni che inizialmente non lo sono. In queste condizioni, la chemioterapia viene generalemente prescritta per alcune settimane – in genere 6-12 settimane –, e viene prolungata solo se gli esami di controllo evidenziano una regressione o una stazionarietà della malattia ed un miglioramento delle condizioni del paziente. Quindi, a differenza di quanto accade nel corso della chemioterapia preventiva, in questo caso è molto importante verificare costantemente l’efficacia del trattamento, in modo da evitare di proseguire una terapia che non è efficace e passare a farmaci diversi. 41 colon retto OK 2014:colon retto 13/04/15 16.41 Pagina 42 Chemioterapia per rendere operabile una malattia inizialmente non operabile Sussistono condizioni in cui la chemioterapia viene eseguita prima dell’intervento chirurgico (neo-adivante). In generale questo accade in due circostanze: quando il tumore non è diffuso ma, piuttosto, localizzato al retto (l’ultimo tratto dell’intestino) oppure quando è diffuso solamente al fegato, per cui una sua riduzione è essenziale ai fini della sua asportazione chirurgica. Nel caso della malattia localizzata al retto, si preferisce ricorrere alla chemioterapia sempre, cioè anche quando il tumore è da subito operabile: infatti, la chemioterapia pre-operatoria, insieme alla radioterapia, migliora la riuscita dell’intervento chirurgico 42 colon retto OK 2014:colon retto 13/04/15 16.41 Pagina 43 I FARMACI A ttualmente sono disponibili circa una cinquantina di farmaci antitumorali, diversi tra loro sia in termini di efficacia - ogni farmaco è efficace contro determinati tumori ed assolutamente inefficace contro altri - che di tollerabilità - alcuni possono far cadere i capelli, altri possono causare nausea e/o vomito -. Durante l’infusione della chemioterapia vengono somministrati non solo i chemioterapici veri e propri ma anche farmaci “ di supporto” (ad esempio fisiologica, terapia anti vomito, cortisone) che migliorano la tollerabilità al trattamento riducendo gli effetti collaterali dei chemioterapici. Farmaci di supporto verranno prescritti anche per il domicilio in 43 colon retto OK 2014:colon retto 13/04/15 16.41 Pagina 44 modo da poter gestire a casa eventuali effetti collaterali che potrebbero verificarsi nei giorni subito successivi la terapia. Fino a qualche anno fa, l’unico farmaco utilizzato per il trattamento del tumore del colon-retto era il fluorouracile somministrato per via endovenosa, peraltro in commercio dal 1957. E’ logico, quindi, che la disponibilità di nuovi farmaci attivi contro questa malattia, resisi disponibili negli ultimi anni, è stata accolta con grande entusiasmo. Va sottolineato che la ricerca si è orientata secondo due direzioni principali: 1. scoperta di nuovi farmaci, completamente diversi dal fluorouracile; 2. semplificazione della somministrazione del fluorouracile. Sono state così prodotte nuove sostanze come l’oxaliplatino e l’irinotecan, oltre agli analoghi del fluorouracile attivi per via orale (esempio la capecitabina) Negli ultimissimi anni la ricerca si è rivolta verso farmaci che agiscono con un meccanismo diverso, in grado di agire su caratteristiche particolari delle 44 colon retto OK 2014:colon retto 13/04/15 16.41 Pagina 45 cellule tumorali e di fermarne la crescita con una minore tossicità sulle cellule normali. Questi farmaci, spesso chiamati impropriamente “farmaci intelligenti”, sono comunemente detti farmaci biologici o Target Teraphy ed agiscono solo in presenza di una particolare alterazione (=mutazione genetica) differente nelle diverse neoplasie. Fluorouracile in infusione Il fluorouracile è stato uno dei primi farmaci antitumorali scoperti e continua ad essere il farmaco più attivo contro la malattia del colon-retto. In generale il fluorouracile non è particolarmente tossico, con una discreta percentuale di pazienti che non lamenta disturbi o, al massimo, un leggero senso di affaticamento. Nella maggioranza dei casi, il paziente avverte per circa 2-4 giorni dopo la somministrazione del farmaco un lieve senso di nausea, può lamenta45 colon retto OK 2014:colon retto 13/04/15 16.41 Pagina 46 re modesti bruciori alla bocca ed avere qualche rara scarica di diarrea. Esistono, poi, situazioni nelle quali questi sintomi possono presentarsi maggiormente accentuati o essere tanto gravi da richiedere il ricovero del paziente. In queste circostanze, i medici modificano la dose del farmaco in modo da ridurne la tossicità; raramente il trattamento viene sospeso. Il fluorouracile è stato somministrato secondo almeno 10 schemi diversi ma, oggi, quello più comunemente utilizzato prevede la somministrazione endovenosa del farmaco per 3 giorni consecutivi ogni 2 settimane, oppure una somministrazione orale di cp 2 volte al giorno per 14 giorni consecutivi. Secondo lo schema della terapia infusiva, il farmaco viene messo in una pompa, ricaricata, che il paziente porta a casa. Il dosaggio del chemioterapico sia somministrato per bocca che in vena, viene calcolato in base al peso ed all’altezza del singolo paziente. Occorre ricordare, però, che la tossicità è cumulativa: al primo manifestarsi di 46 colon retto OK 2014:colon retto 13/04/15 16.41 Pagina 47 bruciori alla bocca o formicolii o bruciori alle mani ed ai piedi è bene informare il medico, che valuterà l’opportunità o meno di sospendere il trattamento. In genere, i casi di grave tossicità sono proprio dovuti alla mancanza di una segnalazione tempestiva di questi disturbi al medico curante. Esistono anche altre forme di infusione prolungata di fluorouracile, ma tutte presentano lo stesso inconveniente: la via di accesso venosa. Infatti, avere una pompa collegata ad una vena del braccio non è assolutamente compatibile con una vita normale. Per ovviare a ciò vengono posizionati dei dispositivi chiamati CVC cioè cateteri venosi centrali. Ne esistono di due tipi: -il tipo Port-a-cath, dei “bottoni” di silicone che, attraverso un taglio della cute di circa 3 cm fatto in anestesia locale, vengono posti nel 47 colon retto OK 2014:colon retto 13/04/15 16.41 Pagina 48 sottocute della regione toracica anteriore per permettere la somministrazione protratta del farmaco -il tipo Groshong, un tubicino di materiale biocompatibile inserito in una vena centrale, anch’esso posizionato in anestesia locale. Entrambi i dispositivi permettono l’infusione intermittente o continua dei farmaci endovenosi, delle terapie nutrizionali e vengono utilizzati come accessi venosi per i prelievi ematici. Il fluorouracile, tra l’altro, è sempre somministrato insieme ad una vitamina, l’acido folinico, che ne potenzia l’attività. Fluorouracile per via orale Proprio la complessità del sistema infusionale, insieme al fastidio delle ripetute somministrazioni endovenose del fluorouracile, ha spinto la ricerca farmacologica verso la semplificazione di questi regimi: in ragione di queste premesse, è chiaro che la disponibilità di una forma di fluorouracile attiva per via 48 colon retto OK 2014:colon retto 13/04/15 16.41 Pagina 49 orale apparisse come la soluzione più pratica al problema. Nel lontano passato, il fluorouracile stesso era stato somministrato per via orale, ma il suo assorbimento nell’intestino non era risultato affidabile e, quindi, la sua utilizzazione poteva dar luogo ad effetti tossici senza averne alcuno sul tumore. Negli ultimi anni sono stati sviluppati analoghi del fluorouracile, tegafur in combinazione con uracile e capecitabina, che sono meglio assorbiti a livello instestinale e che ne mantengono tutta l’attività. In più, la somministrazione orale consente periodi di trattamento prolungati anche di 2 settimane, a somiglianza dell’infusione continua di fluorouracile. Gli studi di confronto tra il fluorouracile endovena ed i suoi analoghi somministrati per via orale hanno mostrato sostanziale equivalenza di efficacia, oltre ad evidenziare un miglioramento della tollerabilità del trattamento. 49 colon retto OK 2014:colon retto 13/04/15 16.41 Pagina 50 Gli effetti collaterali più comuni, legati all’utilizzazione di questi composti, sono principalmente a carico dell’apparato gastrointestinale – nausea, vomito stipsi/diarrea –, mentre si riducono in maniera significaiva i bruciori alla bocca (mucosite), alle mani ed ai piedi (detta Hand-foot sindrome) L’impiego della chemioterapia orale deve però ancora dimostrare di poter sostituire in ogni caso la somministrazione endovenosa. La presenza di patologie dell’apparato digerente superiore può determinare alterazioni dell’assorbimento che non consentono di considerare non più attuale la terapia endovenosa. Nei casi in cui debbano essere somministrati più farmaci deve ancora essere confermata la uguale efficacia dei farmaci orali. Irinotecan L’irinotecan è un farmaco per uso endovenoso resosi disponibille per il trattamento del tumore del colonretto. In generale, questo farmaco viene utilizzato in combinazione con il fluoro uracile (schema Folfiri) in quanto 50 colon retto OK 2014:colon retto 13/04/15 16.41 Pagina 51 l’uso associato risulta essere più efficace, sebbene più tossico, del trattamento eseguito con i due farmaci usati da soli. Invece, una questione ancora aperta è se convenga somministrare fluorouracile ed irinotecan contemporaneamente oppure se dare i due farmaci uno dopo l’altro, in sequenza. L’irinotecan causa caduta dei capelli nel 35% dei pazienti trattati, in genere provoca nausea e diarrea in percentuali maggiori rispetto a fluorouracile ed abbassa i valori dell’ emoglobina e dei globuli bianchi, un evento più raro con il fluorouracile. Il grande merito di questo farmaco, così come dell’oxaliplatino, è stato quello di aver dato molte più speranze alla chemioterapia, anche in quei casi in cui il fluorouracile da solo era destinato a non essere efficace. Inoltre, è grazie alle combinazioni di farmaci diverse che più frequentemente si arriva ad operare tumori inizialmente inoperabili. 51 colon retto OK 2014:colon retto 13/04/15 16.41 Pagina 52 Oxaliplatino L’Oxaliplatino è disponibile solo nella forma iniettabile e, come l’irinotecan, ha rappresentato un deciso passo in avanti nel trattamento del tumore del colon-retto. Anch’esso, però, è gravato da tossicità aggiuntive rispetto a quelle del fluorouracile: una, abbastanza frequente, è la sensazione di crampo o fomicolio (detta neuropatia periferica) localizzata alla gola che può insorgere nelle ore successive alla somministrazione, soprattutto in concomitanza con l’assunzione di bevande fredde, che è bene quindi evitare, o anche solo con il toccare con le mani o i piedi l’acqua fredda. In sè, l’effetto non è pericoloso ma fortemente sgradevole. Anche oxaliplatino, così come già sottolineato per irinotecan, viene in genere combinato con il fluorouracile, sia nella sua forma endovenosa (Folfox)che nella forma orale (Capox). 52 colon retto OK 2014:colon retto 13/04/15 16.41 Pagina 53 Farmaci Biologici Sono i già citati “farmaci intelligenti”. Ognuno di loro ha un diverso meccanismo d’azione. Per semplificare potremmo considerali come un “mazzo di chiavi” da cui dobbiamo scegliere quella adatta per la “serratura” rappresentata dall’anomalia della cellula tumorale. Questo aspetto rende interessante il ruolo di questi farmaci perché potenzialmente in grado di risolvere il danno che ha determinato la malattia. Questi farmaci hanno già dimostrato di poter, in alcuni casi, potenziare l’effetto della chemioterapia, mentre purtroppo sono ancora, per ora, poco efficaci quando usati da soli. 53 colon retto OK 2014:colon retto 13/04/15 16.41 Pagina 54 UNA CONDIZIONE PARTICOLARE: IL CARCINOMA DEL RETTO PRIMA DELLA CHIRURGIA C ome già accennato, nel caso del tumore del retto viene in genere preferita la chemioterapia preoperatoria anche quando il tumore è operabile. In questo caso, uno dei principali problemi è costituito dal fatto che la chemioterapia deve essere associata alla radioterapia, ed i due programmi devono essere coordinati. In Italia, ma anche all’estero, questo coordinamento non è sempre di facile realizzazione. A rendere le cose ulteriormente complicate c’è la certezza che il modo migliore di somministrare il fluorouracile in combinazione con la radioterapia è l’infusione continua, con tutte le difficoltà che abbiamo visto prima. Sono in corso tentativi di duplicare i risultati ottenuti dall’infusione continua di fluorouracile combinato alla radioterapia tramite l’im- 54 colon retto OK 2014:colon retto 13/04/15 16.41 Pagina 55 piego degli analoghi attivi per via orale: se i risultati saranno positivi, avremo compiuto un significativo passo in avanti nel miglioramento della combinazione chemio-radioterapia 55 colon retto OK 2014:colon retto 13/04/15 16.42 Pagina 56 CONCLUSIONI D i fronte a tutti questi farmaci, ai tanti schemi terapeutici ed alla possibile combinazione tra chemioterapia e radioterapia si può rimanere comprensibilmente confusi: domande del tipo “perchè con me usano questo farmaco” oppure “perchè vengo tutte le settimane in ospedale” sono assolutamente lecite e giustificate. La risposta, o le risposte, sono, al contrario, estremamente difficili, e rendono ragione del perchè, a volte, si ottengono pareri diversi consultando medici diversi. L’età, la gravità della malattia, la condizione per cui è usata la chemioterapia, le condizioni generali del paziente sono i maggiori determinanti di una scelta che può essere più o meno aggressiva. Si può andare dal solo analogo del fluorouracile attivo per via orale, cioè dallo schema di trattamento 56 colon retto OK 2014:colon retto 13/04/15 16.42 Pagina 57 efficace e poco tossico, fino all’uso combinato dei due nuovi farmaci, passando in questo percorso attraverso tutte le possibili combinazioni – analogo del fluororuracile attivo per via orale combinato ad uno dei due nuovi farmaci oppure fluorouracile endovenoso combinato ad uno dei due nuovi farmaci–. E’ importante, in definitiva, che il paziente capisca che ci sono varie opportunità di trattamento, e che l’oncologo è in grado di scegliere quella che più si adatta alle sue condizioni: in altre parole, bisogna convincersi che NON ESISTE LA CHEMIOTERAPIA MIGLIORE, MA ESISTE UNA CHEMIOTERAPIA ADATTA PER OGNI PAZIENTE. Ed è compito del medico stabilire quale. 57 colon retto OK 2014:colon retto 13/04/15 16.42 Pagina 58 Questo opuscolo è stato realizzato grazie alla Fondazione Federico Calabresi Onlus Organizzazione non lucrativa di utilità sociale Via Angelo Brunetti, 54 - 00186 Roma Cell. 349 3163072 [email protected] BANCA FINECO IBAN: IT15 D 03015 03200 000003470197 CONTO CORRENTE POSTALE 60171311 5x1000 Codice Fiscale 97355930583 Le Guide della Fondazione Calabresi sono ora disponibili gratuitamente anche per tablet con Sistema Operativo iOS e Android. È possibile scaricare l’applicazione su http://app.accmed.org o utilizzare il QRcode Se Vi è di aiuto sosteneteci a realizzarne altri! 58 colon retto OK 2014:colon retto 13/04/15 16.42 Pagina 59 OPUSCOLI PUBBLICATI Combattere il dolore per combattere La terapia ormonale nel carcinoma senza il dolore mammario E. Arcuri G. Masci, A. Santoro Consigli alimentari durante il trattamento oncologico M. Antimi, P. Tarantini, F. Quatrini Radioterapia. Guida pratica per il paziente U. de Paula, A. Di Palma, L. de Paula Ipertrofia prostatica benigna: guida per il paziente M. Lamartina, M. Rizzo, G.B. Ingargiola, M. Pavone Macaluso Trapianto di midollo osseo o di cellule staminali periferiche S. Capria, A. P. Iori Chemioterapia... se la conosci, non la temi T. Gamucci, S. De Marco Sopravvivere al cancro infantile. Tutto e bene quel che finisce bene J. E. W. M. Van Dongen - Melman Mieloma multiplo A. Nozza, A. Santoro Neoplassie del colon-retto. Una terapia per ogni paziente C. Tasca, L. Ghilardi, R. Labianca Occhio... alla bocca F. Cianfriglia, A. Lattanzi Occhio a quel neo che cresce! I. Stanganelli Il tumore del pancreas L. Ghilardi, C. Tasca, R. Labianca I tumori dei giovani adulti - La mammella E. Cammilluzzi, A. Maria Alberti et al. Perché devo smettere di fumare M. Pasquini, C. N. Sternberg Perché proprio a me? Come affrontare il disagio emotivo quando si ha un tumore B. Barcaccia, T. Gamucci Chemioterapia... se la conosci, non la temi T. Gamucci, S. De Marco Nausea e vomito da chemioterapia: cosa fare? S. Fatigoni, M. Picciafuoco, F. Roila Un aiuto al paziente con reazioni cutanee in corso di terapia con Cetuximab O. Martelli, A. Mancuso, S. Marenda, R. Labianca Un gioco da ragazze. Prevenire il crcinoma della cervice uterina con il vaccino Anti Papilloma Virus (HPV) R. Giuliani, L. E. Gialloreti, C. N. Sternberg Insieme, contro il tumore del polmone A. Gelibter, A. Ceribelli L’ascite neoplastica: Tumori e AIDS: prevenzione e terapia come, quando e perché G. D. Vultaggio, U. Tirelli G. Scambia, D. Lorusso, M. C. Masi, A. Pietragalla E’ possibile stampare le Guide in formato pdf dal sito Http://www.accmed.org/ffc 59 colon retto OK 2014:colon retto 13/04/15 16.42 Pagina 60 Finito di stampare nel mese di marzo 2015 dalla Pubblimax srl - Roma Ristampa aggiornata 60