Rivista Ligure di Meteorologia – n° 23 anno VII DIDATTICA Di: Diego Rosa Aurore polari Aurora boreale - Reykir - Islanda, 5 aprile 2006 Foto di: Massimo Riso Prima parte I più affascinanti fenomeni ottici dell’atmosfera sono senza dubbio le aurore polari, boreali od australi. Si verificano alle alte latitudini dell’emisfero N e a quelle basse dell’emisfero Sud. La zona artica di massima frequenza corre su una linea che partendo dalla parte nord della Norvegia, tocca la nuova Zemlia, la costa N della Siberia, l’Alaska, la Baia di Hudson, il Labrador e l’ Islanda. Esse sono generate dall’urto delle particelle cariche (elettroni, protoni, ioni) costituenti il così detto vento solare, con la parte più alta dell’atmosfera formata da particelle ionizzate (ad una altezza normalmente compresa tra i 90 ed i 300 Km) complice il campo magnetico terrestre che deviandole le concentra in una fascia circumpolare abbastanza ristretta. Esaminiamo separatamente questi due fattori: il magnetismo terrestre ed il vento solare e poi la loro iterazione. Il magnetismo terrestre I cinesi alcuni secoli prima di Cristo ed in seguito i Greci avevano notato che alcune rocce contenti ossidi di ferro avevano la proprietà di attirare limatura o pezzetti di ferro esercitando una forza misteriosa che in Occidente venne detta magnetica dalla città di Magnesia dove erano presenti giacimenti di tali minerali. Rivista Ligure di Meteorologia – n° 22 anno VI Fig 2 William Gilbert Un’altra curiosa proprietà era stata scoperta: sfregando (nello stesso senso) con una barretta di ferro la superfice di una roccia magnetica, la barretta stessa si magnetizzava, presentando alle sue estrimità 2 poli, positivo e negativo, come si poteva dedurre da fatto che due barrette similmente trattate si atttiravano o si respingevano alle rispettive estremità. Agli inizi del 1200 i cinesi fecero una scoperta fondamentale: un ago magnetizzato potendo ruotare con minimo attrito attorno ad un asse verticale puntava immancabilmente nella direzione N-S, avevano cioè inventato la bussola, strumento prezioso per la navigazione. Verso il 1290 la bussola apparve anche in Europa, forse inventata autonomamente od importata dall’oriente. La causa di tale comportamento dell’ago magnetizzato rimase incerta per secoli: normalmente si pensava che il polo che puntava a nord fosse attratto dalla stella polare. Finalmente nel 1600 il fisico e medico di corte della regina d’Ingilterra Elisabetta I, William Gilbert diede nel suo famoso trattato “De Magnete” la risposta più corretta : la Terra costituisce un enorme magnete con i poli magnetici approssimativamente collocati in corrispondenze di quelli geografici: i poli dell’ago della bussola sono attirati dai corrispondenti (ma di segno opposto) poli magnetici della terra sono cioè influenzati dal campo magnetico della terra. Fig. 3 Linee (schematiche) di forza del campo magnetico terrestre A sostegno di questa sua asserzione modellò un magnete a forma di sfera (terrella) e mostrò come un piccolo magnete esploratore posto sulla sua superficie si comportasse in modo simile alla bussola sulla terra. 2 Rivista Ligure di Meteorologia – n° 22 anno VI Fig 4 La terrella di Gilbert E’ noto dalla fondamentale scoperta di Oersted (una corrente elettrica devia la direzione di una bussola posta nelle sue vicinanze), dagli esperimenti di Ampère e dalle equazioni di Maxwell, che una corrente elettrica (od una carica in movimento) genera un campo magnetico e viceversa una variazione nel tempo del campo magnetico un campo elettrico ed una corrente in un circuito chiuso. Il nucleo centrale della terra composto da ferro ad alta temperatura ma solido per le estreme pressioni cui è sottoposto è circondato da una calotta sferica di metallo liquido. In tale mantello si ritiene che esistano delle correnti quasi stazionarie che producono un campo magnetico come un solenoide di un elettromagnete campo che rappresenta la quasi totalità di quello che si evidenzia sulla superficie terrestre. Una carica in movimento q di velocità v come un elemento di circuito elettrico orientato ds percorso da una corrente si producono rispettivamente in punto P identificato dal raggio vettore r congiungente la posizione istantanea della particella o dell’elemento di circuito o un vettore di induzione magnetica B e dB dati da: 1) B = α(qvX r)/r 3 3 2) dB = α i(dsXr)/r Avendo indicato con con α un fattore di proporzionalità (pari a 4π 10-7 nel sistema MKS) e con X il prodotto vettoriale. Il vettore induzione risultante è perpedicolare al piano formato da ds ed r o v ed r, ha il modulo pari a vrsen θ e direzione data dal senso di avanzamento della vite destrogira da v o ds a r. A sua volta una carica q in moto con velocità v od un elemento di un circuito ds percorcorso dalla corrente i in campo di induzione magnetica B sono soggette alla forza: 3) F = qvXB 4) F = idsXB Dunque una particella carica in moto in uno spazio dove esiste un campo B subisce una deviazione dovuta ad una forza costantemente perpendicolare alla sua velocità ed alla direzione di B cioè i alle linee del campo. Si può verificare che essa assumerà una traiettoria a spirale attorno a queste stesse linee. Il vento solare Con vento solare si indica il flusso di particelle elementari (in gran parte elettroni e protoni) emesse dal sole che investono la Terra. Tale flusso è particolarmente intenso quando le macchie solari ed i brillamenti sono più intensi ed essendo costituito da particelle cariche porta con sé anche un campo magnetico che viene ad interferire con quello terrestre Fine prima parte 3