TESSUTI VEGETALI

annuncio pubblicitario
I TESSUTI VEGETALI SI DIVIDONO IN:
MERISTEMATICI:
Le cellule che
formano i tessuti
meristematici si
dividono
continuamente.
Determinano
l’accrescimento.
Meristemi
Primari:
Determinano
l’accrescimento
in altezza
Apicali:
all’apice del
fusto o
della radice
Intercalari
negli
internodi
Tegumentali:
di
rivestimento
Meristemi
Secondari:
Determinano
l’accrescimento
in spessore
Cambio
cribrovascolare
ADULTI:
Le cellule che lo
formano non si
dividono ma si
sono
differenziate in
un certo tipo di
tessuto.
Meccanici
di
sostegno
Collenchima
e
sclerenchima
-epidermide;
-sughero;
-Rizoderma.
Parenchimatici:
di riempimento
Conduttori o
vascolari:
Conducono la linfa
fellogeno
clorofilliani
di riserva
xilema
floema
MERISTEMI PRIMARI: a) APICALI
I tessuti meristematici primari sono quei meristemi che
permettono l'allungamento sia della parte aerea sia delle
radici della pianta.
Si collocano sugli apici del fusticino e della radichetta della
pianta già nella fase embrionale e, nella pianta formata, sugli
apici dei rametti e delle radici in tutte le loro diramazioni.
Sono costituiti da cellule giovani e indifferenziate. Quelli
posizionati agli apici dei rami attivano la duplicazione
durante la stagione vegetativa, cioè in primavera/estate,
mentre nel periodo di riposo vegetativo stazionano racchiusi
nella parte aerea, costituendo le gemme.
Sono allocati anche sugli apici delle radici dove, a differenza
di ciò che avviene nella chioma, sono in attività anche nel
periodo invernale (sempre che il freddo non sia tale da
bloccare ogni attività) e possono continuare ad accrescersi.
Sono protetti, in questo continuo lavoro di
approfondimento, da uno strato di cellule, la cuffia, che ha
anche il compito di lubrificare.
Nella bella stagione i meristemi primari continuano a
produrre nuovi tessuti e, man mano che la pianta cresce,
procedono
ad
un
progressivo
indurimento
e
differenziazione.
MERISTEMI PRIMARI: b) INTERCALARI
I meristemi intercalari sono distribuiti tra i
tessuti definitivi adulti a livello degli
internodi nel fusto, ossia in quelle porzioni di
fusto, che si trovano tra un nodo e l’altro
(dove si inseriscono le foglie e le gemme, di
solito a intervalli regolari).
Tali meristemi contribuiscono alla rapida
crescita dei fusti o alla ricrescita a seguito di
un danneggiamento: sono tipici delle
monocotiledoni
(per
esempio
delle
graminacee, il bambù e anche le palme) che
hanno una veloce crescita in altezza.
MERISTEMI SECONDARI
I tessuti meristematici secondari derivano da cellule adulte
e già differenziate che, in un secondo tempo, riacquistano
la capacità di dividersi persa con la specializzazione. Le
cellule hanno DIMENSIONI MAGGIORI rispetto alle cellule
meristematiche primarie FORMA ALLUNGATA secondo
l’asse longitudinale dell’organo e APPIATTITA. Sono
localizzati nelle parti legnose dei fusti e delle radici e
quindi si trovano solo nelle Gimnosperme e nelle
Dicotiledoni legnose. Essi sono:
1) il CAMBIO CRIBROVASCOLARE: più interno, produce i
tessuti di conduzione, legno e libro, indispensabili per la
crescita della pianta ed è responsabile dell'aumento in
spessore, l'accrescimento secondario, dei fusti e delle
radici.
2) il FELLOGENO detto anche CAMBIO DEL SUGHERO o
cambio suberofellodermico: esterno, produce il sughero, il
tessuto di protezione che si sostituisce all'epidermide nelle
zone in struttura secondaria.
Questi due meristemi si definiscono "secondari" perchè
derivano, per la maggior parte, da cellule adulte che
hanno riacquistato la capacità di dividersi, e che sono
organizzate in modo diverso rispetto a quelle dei
meristemi primari, conservando alcuni caratteri tipici delle
cellule adulte: molte sono allungate e contengono dei
grossi vacuoli.
La parte evidenziata è il cambio cribrovascolare
La parte viola è il cambio del sughero
(la parte sottostante è il sughero)
TESSUTI ADULTI
A) TEGUMENTALI (DI RIVESTIMENTO)
Rivestono tutta la pianta ed hanno funzione di
protezione: SONO CELLULE APPIATTITE, SENZA SPAZI
INTERCELLULARI E MONOSTRATIFICATE.
I tessuti tegumentali che rivestono le parti aeree hanno,
come funzione principale quella di impedire una
traspirazione troppo elevata, che provocherebbe
l'avvizzimento della pianta, perciò sono costituiti, per la
maggior parte, da cellule a stretto contatto tra loro, senza
spazi intercellulari.
Il tessuto tegumentale che riveste le parti non legnose
della pianta (fusti giovani, foglie, frutti, fiori) è
l'EPIDERMIDE, mentre le parti lignificate sono rivestite
dal SUGHERO.
Anche la radice è rivestita, nelle parti non lignificate, da
un'epidermide, il RIZODERMA, che ha una funzione
completamente diversa: quella di assorbire acqua e sali
minerali dal terreno: anche qui le cellule sono
strettamente a contatto tra di loro ma hanno parete
molto permeabile e alcune cellule possiedono delle
lunghe estroflessioni, i peli radicali, che servono per
aumentarne la superficie assorbente
Si notano le cellule dell’epidermide
interrotte dallo stoma
sughero
Rizoderma con peli radicali
B) PARENCHIMATICI (DI RIEMPIMENTO)
Parenchimi clorofilliani
Parenchima acquifero
Sono considerati i tessuti “fondamentali” delle piante perché
comprendono i tessuti deputati alla fotosintesi. LE CELLULE SONO
TONDEGGIANTI O A SPIGOLI ARROTONDATI E DISTINTE FRA LORO DA
AMPI SPAZI INTERCELLULARI, PLURISTRATIFICATE. Ricordiamo:
-I PARENCHIMI CLOROFILLIANI hanno la funzione di svolgere la
fotosintesi e si trovano perifericamente in tutte le parti verdi della pianta,
principalmente nella foglia e nei fusti giovani. Nella foglia si possono
presentare sotto due forme differenti: nel parenchima a palizzata, con
cellule allungate, disposte parallelamente in uno o pochi strati, ricche di
numerosi cloroplasti, è privilegiata la fase luminosa della fotosintesi,
mentre nel parenchima lacunoso, caratterizzato da ampi spazi
intercellulari, cellule arrotondate a minor numero di cloroplasti, viene
privilegiata la fase oscura. In diverse specie, tuttavia, non è possibile il
parenchima clorofilliano non è nettamente distinguibile in questi due
aspetti.
-I PARENCHIMI DI RISERVA hanno la funzione di accumulare, conservare
e fornire sostanze diverse. Essi sono localizzati più internamente rispetto
ai precedenti, particolarmente nel fusto (soprattutto in quelli sotterranei
come tubero, rizoma e bulbo), nelle radici, nei semi, nei frutti. La maggior
parte di essi va incontro a fasi di accumulo e fasi di utilizzo delle riserve,
rappresentate da amido (parenchima amilifero, ricco di amiloplasti),
proteine (parenchima aleuronico ricco di corpi proteici), lipidi
(parenchima oleifero, ricco di oleosomi), acqua (parenchima acquifero).
In particolare il PARENCHIMA ACQUIFERO è tipico delle piante di climi
caldi ed aridi conserva grandi quantità d’acqua per lo più grazie a
molecole fortemente idrofile (emicellulose e mucillaggini) che la
trattengono.
C) CONDUTTORI
Non si tratta di tessuti semplici, ma complessi che
costituiscono dei veri e propri sistemi di trasporto.
Lo XILEMA o legno ha il compito di trasportare linfa
grezza, acqua e sali minerali dalle radici alle foglie.
Ogni
elemento
di
conduzione
deriva
dalla
sovrapposizione lungo un asse di cellule allungate che
hanno subito una progressiva lignificazione delle pareti
sino alla morte.
Il FLOEMA o cribro o libro, al contrario dello xilema, è un
tessuto vivo e ha la funzione di condurre le sostanze
elaborate con la fotosintesi dalle foglie agli altri organi.
Gli elementi caratterizzanti sono le cellule cribrose (più
primitive e localizzate nelle parti in crescita) e i tubi
cribrosi. Questi sono privi di nucleo e di altri organuli;
derivano dalla sovrapposizione lungo un asse di più
cellule con pareti dotate di placche cribrose fornite di
numerose perforazioni. I tubi cribrosi non necessitano di
rinforzi di lignina come lo xilema perché la densità della
linfa che vi viene trasportata è molto maggiore di quella
dell’acqua.
Gli elementi conduttori del floema restano funzionanti
per un breve periodo (generalmente non più di una
stagione), dopodiché cessano di trasportare. La stagione
favorevole alla ripresa vegetativa è pertanto
accompagnata dalla produzione di nuovo floema.
Xilema
floema
Sezione orizzontale di un ramo
D) MECCANICI (DI SOSTEGNO)
I principali tessuti meccanici o di sostegno si rinvengono nelle parti
aeree e in modo più limitato, negli organi sotterranei.
Il COLLENCHIMA è un tessuto vivo caratterizzato da cellule con
parete ispessita di cellulosa.
Il collenchima conferisce resistenza, ma permette una certa
flessibilità; si ritrova perifericamente (di solito immediatamente
sotto gli strati epidermici) in particolare nei fusti erbacei o poco
lignificati e nei piccioli. Spesso le fibre del collenchima sono riunite
in cordoni disposti lungo il fusto per irrobustirlo senza irrigidirlo.
Quando il deposito di cellulosa aumenta le cellule collenchimatiche
muoiono e assumono il carattere di SCLERENCHIMA.
Lo sclerenchima è un tessuto morto con cellule la cui parete si è
progressivamente e completamente ispessita di cellulosa e poi si è
lignificata. Lo sclerenchima irrobustisce gli organi in cui è
localizzato e ne aumenta la rigidità.
Esso comprende due tipi di cellule: 1) le fibre sclerenchimatiche
particolarmente allungate. Le fibre sono spesso aggregate in
cordoni o guaine che possono circondare completamente o
parzialmente il fusto o i fasci svolgendo una funzione di
irrobustimento e protezione con lunghezza variabile da pochi mm a
qualche metro. Esse sono sfruttate industrialmente per tessuti,
cordami, ecc. (lino, canapa, juta, ecc.). 2) le sclereidi (non
allungate): per esempio i granellini duri della polpa di pera o i
tessuti molto duri e legnosi quali il guscio della noce di cocco o del
nocciolo di albicocche, pesche ecc.
Collenchima lamellare
fibre
sclereide
I DIFFERENTI TESSUTI NELLA PIANTA
Scarica