Ippologia, Anno 16, n. 4, Dicembre 2005
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RILIEVI ECOGRAFICI DELLA GRAVIDANZA
PRECOCE NELL’ASINA DI MARTINA FRANCA
ULTRASONOGRAPHIC EVALUATION OF THE EARLY PREGNACY
IN MARTINA FRANCA JENNIES
AUGUSTO CARLUCCIO, MARTA VILLANI1, ALBERTO CONTRI, UMBERTO TOSI,
MARIA CRISTINA VERONESI1
Dipartimento di Scienze Cliniche Veterinarie - Sez. Ostetricia-Ginecologia e Riproduzione Animale, Università di Teramo
1
Dipartimento di Scienze Cliniche Veterinarie - Sez. Clinica Ostetrica e Ginecologica Veterinaria, Università di Milano
Sommario
Il monitoraggio ecografico delle prime fasi della gravidanza è una metodica largamente utilizzata nella cavalla per valutare lo
sviluppo del prodotto del concepimento ed evidenziarne eventuali anomalie, mentre nella specie asinina sono presenti solo poche informazioni al riguardo. L’osservazione ecografica del conceptus tra l’8° e il 54° giorno di gravidanza, in sei asine di Martina Franca, ha rilevato che la blastocisti, identificata al 12° giorno, risulta mobile fino al 16°-18°giorno e che la sua velocità di
crescita, dapprima (12°-18° giorno) molto elevata (3 mm/die), subisce un forte rallentamento (0,4 mm/die) dal 20° al 28° giorno per poi aumentare nuovamente dopo il 30° giorno (1,8 mm/die). L’embrione è riconoscibile dal 22° giorno, la sua attività
cardiaca ed il sacco allantoideo si distinguono dal 26° giorno; il sacco vitellino è visibile fino al 44° giorno e la discesa ventrale
del feto si completa al 50° giorno. La velocità di crescita del corpo del conceptus, moderata (0,6 mm/die) durante la fase embrionale (12°-40° giorno), diventa più rapida nella fase fetale (1,2 mm/die). I dati e le caratteristiche morfometriche del conceptus asinino, rilevati in questo studio, sono assimilabili a quanto precedentemente riportato sia nell’asina che nella cavalla.
Summary
In the mare, ultrasonography is widely used during the early pregnancy for evaluating the development of the conceptus
and for highlight abnormalities. Instead, in the jenny, the ultrasonographic appearance of the early pregnancy has not been
jet thoroughly described. The ultrasonographic study of the conceptus between Days 8 and 54 of pregnancy in six Martina
Franca jennies has shown that the blastocyst was detected at Day 12 and its mobility ceased on Day 17. The growth rate of
the vescicle was very high (3 mm/die) from Days 12 to 18, reduced (0.4 mm/die) from Days 20 to 28, and then moderate
(1.8 mm/die) after Day 30. The embryo was first detected on Day 22, the allantoic sac and the heart beat on Day 26. The yolk
sac was detectable until Day 44, and the ventral descent of the fetus was complete on Day 50. The growth rate of the conceptus was moderate during the embryonic phase (between Days 12 and 40) and then higher during the fetal phase (after Day
40). Data and morphometric features of the donkey conceptus recorded in the present study were similar to those previously
reported in jennies and mares.
INTRODUZIONE
L’asino di Martina Franca (M.F.) è una razza domestica
originaria della regione Puglia, con una popolazione globale composta da poche centinaia di soggetti. Negli ultimi
anni si è sviluppato un crescente interesse nei confronti di
questa razza asinina, anche per il suo ritrovato impiego come animale da lavoro nei parchi naturali. Di conseguenza
è stato approntato un piano di ricerca finalizzato ad incrementare le capacità riproduttive di questa razza, per favorirne il ripopolamento. A questo scopo, nel tentativo di individuare precocemente le morti embrionali e l’eventuale
sviluppo anomalo del conceptus, sono state intraprese indagini ecografiche durante le prime fasi della gravidanza.
Tale metodica è largamente utilizzata sia in campo umano
che in campo veterinario. Questo esame permette di valutare lo sviluppo e la vitalità del conceptus, e di evidenziare
precocemente eventuali problemi o anomalie riguardanti
la gravidanza in corso. Mentre nella cavalla questa tecnica
diagnostica è stata ampiamente descritta e la bibliografia
riporta precisi riferimenti sia temporali che morfometrici,
riguardanti le caratteristiche dello sviluppo e l’indice di
crescita del conceptus durante la gravidanza precoce (Palmer e Driancourt 1980; Squires 1983; Ginther 1983a,b,
1984a,b, 1992; Leith e Ginther 1984, 1985; McKinnon et
al. 1993), nella specie asinina sono presenti solo poche
informazioni al riguardo (Bessent e Ginther 1988; Gastal
et al. 1993; Meira et al. 1998) e nessuna relativa specificatamente alla razza di M.F. In precedenti studi, in cui è stato comparato lo sviluppo embrionale nell’asina e nella ca-
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Rilievi ecografici della gravidanza precoce nell’asina di Martina Franca
valla, è risultato come, pur apparendo molto simili, le due
specie presentino alcune diversità.
Per questo motivo, lo scopo della presente indagine è
quello di descrivere le caratteristiche ecografiche del conceptus tra l’8° e il 54° giorno di gravidanza nell’asina di M.F.
MATERIALI E METODI
Lo studio ha interessato sette asine di razza M.F. provenienti dal Centro per la conservazione del patrimonio genetico dell’Asino di Martina Franca, Azienda Russoli, Regione Puglia, Crispiano (Ta). I soggetti in esame, di età
compresa tra 4 e 8 anni, con un peso di 400-450 kg ed
un’altezza al garrese di 140-150 cm, erano stabulati in paddock ed alimentati con fieno di prato polifita (Fig. 1). Prima dell’inizio dell’indagine tutti i soggetti sono stati testati
per Salmonellosi, Rinopolmonite Equina, Arterite Virale
Equina, Anemia Infettiva, Metrite Contagiosa e Morbo
Coitale Maligno, risultando negativi.
Il rilevamento del calore nelle asine è stato effettuato
mediante “teasing”. Lo sviluppo dei follicoli ovarici è stato
monitorato giornalmente mediante ecografia transrettale,
utilizzando un ecografo Concept 2000 S/L/C (Dinamic
Imaging Sonomed, Livingston - Scotland) con sonda lineare 7,5 MHz. Le asine sono state sottoposte a monta natu-
rale a giorni alterni, a partire dal giorno del rilievo di un
follicolo di diametro ≥ 35 mm fino al giorno dell’ovulazione (ovulazione = giorno 0).
Il monitoraggio ecografico, eseguito dall’8° fino al 54°
giorno dopo l’ovulazione, è stato effettuato quotidianamente fino al giorno della fissazione embrionale e successivamente ogni 48 ore.
Le dimensioni delle vescicole embrionali, valutate con
un calibro elettronico integrato ogni 48 ore fino a quando
le caratteristiche morfologiche e dimensionali delle blastocisti lo permettevano, sono state espresse come valore medio ± deviazione standard (DS) delle tre misurazioni consecutive dei diametri orizzontale e verticale.
Per valutare la mobilità della vescicola embrionale durante la fase precedente la fissazione, sono stati eseguiti
giornalmente 12 esami ecografici a distanza di 15 minuti.
Per permettere la valutazione dello spostamento, l’utero è
stato suddiviso in 6 segmenti (segmento craniale e caudale
del corno di destra e di sinistra e porzione craniale e caudale del corpo).
Per ogni vescicola embrionale è stato registrato il giorno
della fissazione, inteso come il giorno in cui la blastocisti si
presentava costantemente nella stessa posizione all’interno
dell’utero, ed il giorno in cui cominciavano ad essere distinguibili il corpo embrionale, evidenziabile come una
piccola area iperecogena sul pavimento della vescicola embrionale, ed il battito cardiaco, inteso come una pulsazione all’interno del corpo dell’embrione (Meira et al., 1998).
Sono inoltre stati annotati il giorno della comparsa del sacco allantoideo, il suo sviluppo e gli spostamenti dell’embrione all’interno della vescicola gestazionale.
La lunghezza cranio-caudale del conceptus è stata misurata dal giorno della comparsa del battito cardiaco fino alla fine del periodo di monitoraggio.
RISULTATI
In una delle sette asine considerate in questo studio è
stata registrata l’interruzione della gravidanza con riassorbimento embrionale al 38° giorno dall’ovulazione; pertanto i dati dei rilievi ecografici sono riferiti solo ai 6 soggetti
che hanno portato regolarmente a termine la gestazione
(370±19 giorni) con la nascita di puledri vivi e vitali.
Il giorno dell’identificazione e le misure delle principali
caratteristiche del conceptus sono riportate in tabella 1.
FIGURA 1 - Asina di razza Martina Franca.
Tabella 1
Alcune caratteristiche embrionali nelle asine di M.F. al giorno della prima identificazione (media) e relativo diametro (media ± DS)
della vescicola embrionale e dell’embrione
Caratteristiche
Vescicola embrionale
Fissazione
Perdita della sfericità
Embrione
Battito cardiaco + Sacco allantoideo
Sacco allantoideo = Sacco vitellino
Scomparsa sacco vitellino
Discesa fetale completata
Giorni
Diametro
vsc embrionale
(mm)
Lunghezza
embrione
(mm)
12°
17°
20°
22°
26°
32°
44°
50°
10,8±1,03
26,4±0,71
30,4±0,65
31,1±0,39
32,5±0,36
39,9±0,64
—
—
—
—
—
—
10,4±1,25
13,6±2,25
25,3±1,0
28,4±0,88
Ippologia, Anno 16, n. 4, Dicembre 2005
Al 12° giorno è stata rilevata la prima identificazione attendibile delle blastocisti, che apparivano di forma sferica
con un diametro medio di 10,8±1,03 mm (Fig. 2).
La fissazione delle vescicole embrionali alla base di un
corno (4 a destra e 2 a sinistra), accompagnata da un apprezzabile aumento del tono uterino, si è verificata dal
16° al 18° giorno post ovulazione, quando presentavano
un diametro medio di 26,4±0,71 mm. Durante la fase mobile, le vescicole embrionali sono state rilevate lungo l’intera estensione delle singole corna e del corpo dell’utero
con una frequenza media di 2 ore circa per ogni percorrenza uterina. Dal 12° al 15° giorno le blastocisti sono state osservate con maggior frequenza nel corpo dell’utero
(58%), mentre dal 15° al giorno della fissazione sono state rilevate più frequentemente alla base di una delle due
corna (75%).
Tutte le blastocisti presentavano una forma sferica dal
giorno del primo rilevamento fino al 20° giorno dall’ovulazione, per poi deformarsi progressivamente dapprima in
forma ovalare e poi irregolare. Durante la fase mobile, il
ritmo di crescita delle vescicole embrionali è stato rapido
(3,0±0,15 mm/die) con una velocità massima di 5,3
mm/die tra il 12° ed il 14° giorno. Successivamente, fino al
28°-30° giorno è stato registrato un notevole rallentamento dell’accrescimento (0,4±0,1 mm/die), particolarmente
evidente dal 24° al 26° giorno (0,2 mm/die). Infine la crescita vescicolare ha ripreso vigore con un incremento medio giornaliero di 1,8±0,2 mm fino al 40° giorno. Dal giorno 40° le dimensioni della vescicola embrionale non erano
più misurabili a causa della grandezza e della forma fortemente irregolare (Fig. 3).
L’embrione vero e proprio è stato osservato mediamente
al 22° giorno dopo l’ovulazione come una piccola area iperecogena nella porzione ventrale del sacco vitellino, in posizione anti-mesometriale. Il battito cardiaco è stato rilevato a partire dal 26° giorno, quando l’embrione misurava in
lunghezza 10,4±1,25 mm.
La velocità di crescita giornaliera dell’embrione tra il
26° e il 40° giorno è risultata di 0,6±0,25 mm, raggiungendo, al termine della fase embrionale, una lunghezza di
19,1±2,75 mm. Successivamente, tra il 42° ed il 54° giorno
(fase fetale), è stata registrata una velocità di crescita pari a
1,2±0,08 mm/die, con una lunghezza fetale, al termine di
questo periodo, di 36±0,21 mm.
Dal 26° giorno è stato possibile osservare il sacco allantoideo che ha determinato l’allontanamento dell’embrione dal pavimento della vescicola (Fig. 4). Al 32°
giorno, il sacco allantoideo raggiungeva un diametro simile a quello del sacco vitellino. Contemporaneamente
allo sviluppo del sacco allantoideo, si assisteva ad uno
spostamento dorsale dell’embrione, che da una posizione anti-mesometriale si portava ad una posizione ortomesometriale. Al 44° giorno post-ovulazione il sacco vitellino non era più ecograficamente rilevabile, mentre è
stato evidenziato, per la prima volta, il cordone ombelicale. Successivamente è stato osservato l’allungamento
del cordone dal polo dorsale e, contemporaneamente a
questo, la discesa del feto al polo ventrale che si completava mediamente al 50° giorno dall’ovulazione. Al
54° giorno dopo l’ovulazione, momento terminale del
monitoraggio ecografico, è stato possibile valutare alcune parti fetali (Fig. 5).
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FIGURA 2 - Vescicola embrionale al 12° giorno post-ovulazione.
FIGURA 3 - Media±DS dei diametri delle vescicole embrionali e della
lunghezza cranio-caudale del conceptus nella gravidanza precoce dell’asina di M.F.
DISCUSSIONE
L’indagine ecografica ha permesso innanzitutto di rilevare l’interruzione di una gestazione al 38° giorno dopo
l’ovulazione senza che siano state registrate anomalie nello
sviluppo del conceptus né differenze quali-quantitative rispetto alle altre blastocisti.
Il momento della prima identificazione ecografica di
tutte le vescicole embrionali, avvenuta al 12° giorno dall’ovulazione, è in accordo con quanto riportato nell’asina da
Bessent e Ginther (1988) e da Meira e coll. (1998) i quali
hanno evidenziato la presenza in utero della blastocisti a
partire dal 10°-13° giorno, mentre è stata più precoce rispetto al 19° giorno riferito da Gastal e coll. (1993).
L’elevata mobilità delle blastocisti, riscontrata in questa
indagine con una maggior frequenza di ritrovamento nel
corpo dell’utero dal 12° al 15° giorno ed alla base delle
corna durante i due giorni precedenti la fissazione, conferma quanto già segnalato nell’asina (Bessent e Ginther
1988) e nella cavalla (Ginther 1983a,1984a,1984b; Leith e
Ginther 1984,1985). La migrazione intrauterina potrebbe
determinare quelle interazioni tra endometrio ed embrio-
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Rilievi ecografici della gravidanza precoce nell’asina di Martina Franca
FIGURA 4 - Vescicola embrionale al 26° giorno post-ovulazione: identificazione del sacco allantoideo e sollevamento dell’embrione dal pavimento della vescicola embrionale.
FIGURA 5 - Vescicola embrionale al 54° giorno post-ovulazione: identificazione di alcune strutture fetali.
ne indispensabili per il mantenimento della gravidanza come avviene nella cavalla, anche se questo meccanismo non
è stato ancora dimostrato in maniera certa nell’asina. La
fissazione delle vescicole embrionali, evidenziata mediamente al 17° giorno, rientra nei tempi riportati nell’asina
da Gastal e coll. (1993) (16° giorno) e da Meira e coll.
(1998) (15,5° giorno). Il diametro medio delle vescicole alla fissazione (26,4 mm) è risultato leggermente superiore a
quanto osservato nell’asina da Gastal e coll. (1993) (21,8
mm) e da Meira e coll. (1998) (22,3 mm) e nella cavalla da
Ginther (1986) (23 mm).
L’osservazione della variazione della forma delle blastocisti,
che da sferiche tendevano progressivamente a deformarsi dopo il 20° giorno diventando dapprima ovalari e poi irregolari,
è concorde con quanto descritto sia nell’asina che nella cavalla (Meira et al. 1998; Ginther 1983b, 1984c, d, 1986).
Il ritmo di crescita della vescicola embrionale durante la
fase mobile (3,0 mm/die), il periodo di accrescimento moderato tra il 20° e il 30° giorno (0,4 mm/die) e quello successivo tra il 30° e il 38° giorno (1,8 mm/die) sono sovrapponibili a quanto osservato nell’asina da Meira e coll.
(1998). Questi autori hanno evidenziato una velocità di
crescita delle blastocisti pari a 3,2 mm/die dal 10° al 18°
giorno, a 0,5 mm/die dal 19° al 28° ed a 1,6 mm/die tra il
29° e il 46°. La presenza di un periodo di accrescimento
moderato della vescicola embrionale era stato descritto anche nella cavalla fra il 17° ed il 26° giorno (Palmer e
Driancourt 1980; Ginther 1983b, 1984c, d).
Il giorno della prima identificazione dell’embrione (22°
giorno) e la sua localizzazione in posizione anti-mesometriale sono in accordo con quanto riportato nell’asina e
nella cavalla (Ginther 1983b, 1986; Gastal et al. 1993). Il
primo rilevamento del battito cardiaco embrionale (26°
giorno) è, invece, più tardivo rispetto a quanto riportato
nell’asina da Meira e coll. (1998) (23,5° giorno) e nella cavalla da Ginther (1992) (24° giorno) e da McKinnon e
coll. (1993) (22° giorno).
La velocità di crescita del conceptus durante la fase embrionale (0,6 mm/die) e la fase fetale (1,2 mm/die) appare
in accordo con quanto precedentemente osservato sia nell’asina (Gastal et al. 1993; Meira et al. 1998) che nella cavalla (Squires et al. 1983; Ginther 1992).
L’evidenziazione ecografica del sacco allantoideo (26°
giorno) è avvenuta leggermente più tardi rispetto a quanto osservato nell’asina e nella cavalla (Meira et al. 1998)
(24,4° giorno) (McKinnon et al. 1993) (24° giorno). Le
lievi discrepanze osservate nei nostri rilievi morfometrici
rispetto ai dati bibliografici potrebbero dipendere dalla
diversa sequenza temporale degli esami ecografici. Al
contrario, lo sviluppo del sacco allantoideo, lo spostamento del conceptus da una posizione ventrale ad una
dorsale e la concomitante regressione del sacco vitellino
fino alla sua completa scomparsa (43° giorno) sono risultati concordi con i dati precedentemente pubblicati sia
nell’asina (Meira et al. 1998) che nella cavalla (McKinnon et al. 1993).
Ippologia, Anno 16, n. 4, Dicembre 2005
Nel presente studio, il progressivo allungamento del
cordone ombelicale e il contemporaneo spostamento ventrale del feto si sono completati al 50° giorno. Questo dato
è in disaccordo con quanto riportato da Meira e coll.
(1998), i quali hanno osservato, nell’asina, il completamento della discesa del feto al polo ventrale già al 44° giorno
dall’ovulazione, ma risulta concorde con quanto riportato
nel cavallo da McKinnon e coll. (1993).
In conclusione, il monitoraggio ecografico delle prime
fasi della gestazione nell’asina di M.F. eseguito tra l’8° e il
54° giorno, ha permesso di ottenere dati simili a quelli
precedentemente riportati in altre razze asinine e nella cavalla. Quindi, la differenza di dimensioni tra le diverse razze asinine non sembra influire sulla cronologia dello sviluppo embrionale e fetale nella prima parte della gravidanza. Inoltre le similitudini osservate fra cavalla ed asina, sia
nelle dimensioni che nell’indice di crescita del conceptus,
indicano come, nella prima fase di gravidanza, lo sviluppo
del conceptus non presenti differenze in queste due specie, benché nell’asina la durata della gravidanza sia superiore (372±17,5 giorni secondo Meira e coll., 1998;
370,5±27,6 giorni secondo Mancuso e coll., 2004).
Bibliografia
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Parole chiave
Asina, gravidanza, ecografia, vescicola embrionale.
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Key words
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EDIZIONI VETERINARIE
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AMIKACINA: UTILIZZO IN TERAPIA EQUINA
SERVIZIO PUBBLIREDAZIONALE
AMIKACINA
L’amikacina è un aminoglicoside semisintetico nato dalla manipolazione della sua molecola generatrice, quella
della kanamicina, con la quale condivide le proprietà fisiche, chimiche e farmacotossicologiche. Fa eccezione
per alcune caratteristiche di non poca importanza dal
punto di vista clinico che ne decretano un valido impiego in diverse situazioni patologiche del cavallo.
Nell’ambito del gruppo degli aminoglicosidi l’amikacina è la molecola che presenta il più ampio spettro d’azione e la minor tossicità.
L’attività antibatterica è rivolta principalmente nei confronti di bacilli aerobi GRAM- (Enterobacteriaceae, E.
coli, Klebsiella pneumoniae, Pasteurella multocida, Salmonella, Shigella, Haemophilus), anche resistenti alla
gentamicina ma comprende anche specie “difficili” come Serratia, Proteus indolo-positivi, Pseudomonas aeruginosa e Providencia.
Oltre all’efficacia dimostrata nei confronti dei batteri
GRAM-, la classe degli aminoglicosidi può essere efficace nei confronti di alcuni GRAM+ come Staphylococcus aureus, alcuni Mycobatteri, alcuni ceppi di Mycoplasma e alcune Spirochete.
L’efficacia dell’amikacina nei confronti di ceppi resistenti agli altri aminoglicosidi deriva dalla sua capacità
di resistere all’azione di enzimi in grado di inattivare gli
altri antibiotici appartenenti alla medesima classe. Questa caratteristica deve essere tenuta in considerazione
nella richiesta dell’antibiogramma e nella successiva lettura dei risultati.
Quanto, quindi, a potenza, spettro d’azione, tolleranza e
stabilità agli enzimi con resistenza plasmidica, l’amikacina presenta un’attività superiore a quella degli altri
aminoglicosidi.
Questi ultimi, e di conseguenza anche l’amikacina, interferiscono sulla sintesi proteica dei microrganismi sensibili svolgendo una rapida azione battericida; tale attività si realizza mediante il blocco della sintesi proteica,
legandosi alla subunità 30S dei ribosomi batterici.
L’attività antibatterica persiste dopo che la concentrazione plasmatica è scesa al di sotto della concentrazione
minima inibente grazie ad un effetto post-antibiotico.
All’interno dell’organismo l’amikacina viene assorbita
velocemente e completamente, distribuendosi primariamente nello spazio extra cellulare, con successivo
accumulo nei tessuti; il farmaco non viene metabolizzato dall’organismo e la sua eliminazione avviene a livello renale.
APPLICAZIONI TERAPEUTICHE
Per le sue caratteristiche farmacocinetiche, l’amikacina
è indicata per il trattamento di numerose patologie. In
particolare:
• Sindromi urogenitali:
Uno dei principali campi di applicazione dell’amikacina
nella pratica equina è costituito dalle sindromi urogeni-
tali. Essa, qualora venga somministrata per infusione intrauterina, esplica completamente la sua attività antimicrobica solo ed esclusivamente a livello endometriale,
mentre, anche a seguito di ripetute somministrazioni per
via intramuscolare, la concentrazione raggiunta nell’endometrio rimane sempre molto bassa. L’amikacina, infusa alla dose di 1-2 g in 100-250 ml di soluzione salina
o di polivinilpirrolidone iodio diluito, non svolge alcuna
azione irritante sull’utero e risulta efficace nel 90% dei
casi trattati eliminando il 94% di E. coli e Pseudomonas
spp. e la totalità dei ceppi di Klebsiella spp. presenti.
• Malattie respiratorie:
L’amikacina alla dose di 6,6 mg/kg EV, è ottimale per il
trattamento delle broncopolmoniti poiché l’ampio gradiente siero–secrezione bronchiale permette la penetrazione del farmaco all’interno delle secrezioni. Una concentrazione di 4 mcg/ml inibisce la crescita di Klebsiella, E. coli e diversi ceppi di Pseudomonas e Serratia.
Uno studio condotto da Naccari e coll. (1998) ha evidenziato che l’impiego di amikacina alla dose di 7,5
mg/kg per via intramuscolare una volta al dì per 4-6
giorni, comporta: un miglioramento della sintomatologia clinica (febbre, tosse, dispnea, scolo nasale) a partire
dal secondo giorno di terapia; sterilizzazione dello scolo
nasale; ristabilizzazione della normale funzionalità respiratoria con assenza di catarro bronchiale o ricadute.
• Perfusione regionale dell’arto:
La somministrazione endovena regionale di amikacina
(125 ml diluite con 60 ml di soluzione elettrolita) nella
porzione distale dell’arto produce concentrazioni sufficientemente alte a livello di liquido sinoviale locale, ossa e siero tali da essere efficaci nel trattamento dell’artrite settica del puledro e dell’adulto.
• Setticemia:
L’amikacina è l’aminoglicoside raccomandato nella sepsi neonatale del cavallo per la bassa nefrotossicità, rispetto alla gentamicina, e per il suo ampio spettro d’azione sui GRAM-.
Per la sua elevata azione battericida e per l’immediata
biodisponibilità, l’amikacina, alla dose di 7,5 mg/kg p.v.
EV o IM trova un utile impiego in alcune gravi situazioni di emergenza come la setticemia neonatale, situazione caratterizzata da compromissione del sistema immunitario e sostenuta da ceppi poliantibioticoresistenti.
• Altre:
L’amikacina può essere utilizzata anche nel caso di meningiti batteriche, in associazione alla penicillina e in
corso di patologie oculari come le cheratiti per il trattamento delle quali può essere inoculata per via sottocongiuntivale.
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