C’era una volta il mito T1 Prometeo e il mito del fuoco Gli uomini chiedevano il fuoco agli dèi e non sapevano conservarlo perennemente; in seguito Prometeo lo portò sulla terra dentro una canna e mostrò agli uomini come dovessero conservarlo ricoperto dalla cenere. Perciò Mercurio, per ordine di Giove, lo legò sul monte Caucaso a una rupe con chiodi di ferro e gli pose accanto un’aquila, perché gli rodesse il fegato. Quanto aveva mangiato di giorno, altrettanto cresceva di notte. Ercole dopo trentamila anni uccise questa aquila e lo liberò. Analisi 1. accusativo e ablativo; in + accusativo indica il moto a luogo; in + ablativo indica lo stato in luogo 2. obrutum => participio perfetto masch. sing. acc., riferito a ignem; obruo, -is, obrui, obrutum, -ĕre 3. da quo, ablativo di qui, quae, quod, e da modus, -i, «modo» 4. Presenta un tema del genitivo diverso rispetto a quello del nominativo; la sua declinazione è Iuppiter, Iovis, Iovi, Iovem, Iuppiter, Iove 5. iecur, iecoris, n. «fegato», oltre alle forme regolari, ha forme derivate da un tema iocinor- e da un tema iecinor6. compl. di materia 7. cong. imperfetto, 3a pers. sing., da exedo, exedis (exes), exedit (exest), exesum (exessum), exedĕre (exesse) 8. Il genitivo annorum è un partitivo retto da milia T2 La storia di Giasone e di Medea Dopo che Medea, figlia di Eeta e di Idia, aveva già generato da Giasone i figli Mermero e Fere e vivendo nella massima concordia, a lui (Giasone) era rinfacciato che lui uomo tanto forte, bello e nobile avesse una moglie straniera e maga. A costui il re di Corinto Creonte, figlio di Meneceo, dette in sposa la sua figlia minore Glauce. Medea, quando vide che lei che tanto aveva aiutato Giasone era stata tanto oltraggiata, fabbricò una corona d’oro con sostanze velenose e ordinò ai suoi figli di darla in dono alla matrigna. Creusa, accettato il dono con Giasone e Creonte, arse viva. Quando Medea vide la reggia in fiamme, uccise i figli avuti da Giasone, Mermero e Fere, e fuggì da Corinto. Medea esule da Corinto giunse ospite ad Atene presso Egeo, figlio di Pandione, e lo sposò; da lui nacque Medo. Successivamente la sacerdotessa di Diana iniziò ad attaccare Medea e disse al re che non poteva fare i sacrifici in modo incontaminato per il fatto che in quella città c’era una donna avvelenatrice e assassina. Allora Medea va di nuovo in esilio. Ma Medea, aggiogati i serpenti, da Atene ritornò nella Colchide; durante il viaggio questa giunse ad Absoris, dove era stato sepolto il fratello Absirto. Analisi 1. cum… procreasset… viverent => cum narrativo; cum vidit => temporale 2. hominem tam fortem ac formosum ac nobilem 3. compl. di materia 4. «quando»; «dove» 5. ducere uxorem è usato per l’uomo che si sposa; il verbo nubo + dativo per la donna che si sposa. 6. nel latino classico coepi non possiede il tema del presente; presenta tempi derivati dal tema del perfetto, il participio perfetto e futuro. Per il sistema del presente si supplisce con il verbo incipio, -is. 7. «dico che non» 8. prop. causale T3 La storia di Alcesti e Admeto Molti pretendenti chiedevano in matrimonio Alcesti figlia di Pelia e di Anassibia, figlia di Biante; Pelia evitandoli rifiutò le loro condizioni e stabilì una gara (dicendo) che egli avrebbe dato la figlia a chi avesse aggiogato al carro bestie selvagge e avesse condotto (su quello) Alcesti alla cerimonia nuziale. E così Admeto chiese ad Apollo di aiutarlo. Poi Apollo, poiché era stato accolto da lui durante la schiavitù benignamente, consegnò a lui aggiogati un cinghiale e un leone, con i quali quello si portò via Alcesti. Ottenne da Apollo anche questa cosa, che un altro morisse volontariamente al posto suo. Poiché né il padre né la madre avevano voluto morire al posto di questo, la moglie Alcesti si offrì e morì al posto suo con una morte in sua vece; in seguito Ercole la fece ritornare dagli Inferi. Analisi 1. poliptoto 2. ei 3. una sfumatura eventuale 4. quaero = «chiedere per sapere; indagare; cercare»; peto = «chiedere per avere, per raggiungere; dirigersi; attaccare; aspirare» 5. valore causale; la congiunzione quod può essere sostituita da quia, quoniam 6. voluisset, congiuntivo piuccheperfetto di volo, «voglio». Gli altri sono malo, «preferisco» e nolo, «non voglio». 7. obtulit è composto da ob + fero; interiit è composto da inter + eo 8. morior, moreris, mortuus sum, mori; pereo, peris, perii, periturus, perīre T4 Antigone e l’amore fraterno Creonte, figlio di Meneceo, stabilì con un editto che nessuno affidasse alla sepoltura (seppellisse) Polinice e quelli che erano venuti con lui, perché erano venuti per attaccare la patria; sua sorella Antigone e sua moglie Argia nottetempo di nascosto posero il corpo di Polinice, dopo averlo sottratto, sul medesimo rogo, sul quale era stato messo Eteocle. Quando queste furono sorprese dalle guardie, mentre Argia fuggì, invece Antigone venne condotta davanti al re; quello la consegnò al figlio Emone di cui era stata promessa sposa, per ucciderla. Emone preso dall’amore disobbedì all’ordine del padre e affidò Antigone a dei pastori e disse mentendo che l’aveva uccisa. Quando questa partorì un figlio e questi raggiunse l’età della adolescenza, andò a Tebe per i giochi; il re Creonte lo riconobbe perché tutti quelli che discendevano dalla stirpe del drago avevano un segno sul corpo. Benché Eracle pregasse per Emone che (il padre) lo perdonasse, non lo ottenne. Emone uccise se stesso e la moglie Antigone. Analisi 1. una ha valore avverbiale: «insieme» 2. sublatum è riferito a corpus; tollo, tollis, sustuli, sublatum, tollĕre 3. indicativo perfetto attivo da ementior, -iris, ementitus sum, ementīri; deprecaretur: cong. imperfetto da deprecor, -aris, deprecatus sum, deprecāri 4. è una forma di cong. piuccheperfetto sincopato per procreavisset 5. compl. di fine; dativo: ludis; genitivo + causa o gratia: ludorum causa o ludorum gratia 6. quod… venerint e quod… habebant: in entrambi i casi quod introduce una prop. causale 7. compl. di origine T5 Teseo, Arianna e l’amore tradito Minosse, figlio di Giove e di Europa, combatté contro gli Ateniesi, il figlio del quale (Minosse) Androgeo fu ucciso in battaglia. Dopo che Minosse ebbe sconfitto gli Ateniesi, questi iniziarono a essere tributari di Minosse; stabilì inoltre che ogni anno mandassero sette loro figli per darli in pasto al Minotauro. Teseo, dopo che era arrivato da Trezene ed ebbe udito da quanto grande disgrazia fosse colpita la città, di sua spontanea volontà promise di andare dal Minotauro. Il padre mandandolo gli raccomandò di issare sulla nave le vele bianche se fosse tornato vincitore; quelli che erano mandati al Minotauro navigavano con vele nere. Dopo che Teseo arrivò a Creta fu amato da Arianna, figlia di Minosse, a tal punto che tradì il fratello e salvò l’ospite; quella infatti mostrò a Teseo l’uscita del labirinto, dove Teseo essendo entrato e avendo ucciso il Minotauro, per consiglio di Arianna, uscì svolgendo un gomitolo di filo e la portò via per sposarla, cosa che le aveva promesso. Teseo trattenuto da una tempesta nell’isola di Dia, pensando che, se avesse portato in patria Arianna, si sarebbe coperto di vergogna, la lasciò, mentre dormiva, nell’isola di Dia. Libero essendosi innamorato di lei la sposò. Teseo invece navigando si dimenticò di cambiare le vele nere, e così suo padre Egeo credendo che Teseo fosse stato ucciso dal Minotauro si gettò in mare, dal quale il mare Egeo prese il nome. Poi Teseo sposò la sorella di Arianna, Fedra. Analisi 1. genitivo 2. quisque, quaeque, quodque; «ognuno, ciascuno» 3. prop. interrogativa indiretta 4. afficio + ablativo: il significato del verbo è determinato dal sostantivo che lo accompagna 5. Qui posteaquam… ; Quem pater… ; quam Liber 6. ablativo del gerundio da revolvo, -is 7. è una forma sincopata di congiuntivo piuccheperfetto, per portavisset 8. dipende da cogitans; fore T6 La storia di Deucalione e Pirra Quando avvenne un cataclisma che noi chiamiamo diluvio o inondazione, tutto il genere umano morì a eccezione di Deucalione e Pirra, che fuggirono sul monte Etna, che si dice sia il più alto della Sicilia. Questi non potendo sopravvivere per la solitudine, chiesero a Giove o di dare loro degli uomini o di distruggerli con una uguale calamità. Allora Giove ordinò loro di gettare dietro di sé delle pietre; quelle che gettò Deucalione, ordinò che fossero uomini, quelle che gettò Pirra, donne. Per questo motivo laos (il popolo) è chiamato così, infatti in greco pietra si dice laas. Analisi 1. valore temporale 2. indicativo perfetto, 3a pers. sing., da fio; fio, fis, factus sum, fieri; «accadere» 3. indicativo perfetto, 3a pers. sing., da intereo, -is, interii, interitum, interīre 4. è un superlativo relativo (è sottinteso il complemento partitivo inter montes) 5. valore completivo; afficio + ablativo: il significato del verbo è determinato dal sostantivo che lo accompagna 6. cong. imperfetto, 3a pers. plurale; cum narrativo con valore causale 7. peto + a/ab e ablativo = «chiedere a»; peto con accusativo di nome di luogo = «dirigersi verso»; peto con accusativo di un nome indicante una carica = «aspirare»; peto + accusativo di un termine che indica ostilità = «assalire»; peto + ut + congiuntivo = «chiedere che» 8. il pronome se si riferisce a Deucalione e Pirra T7 Filomela e la terribile vendetta di Procne Il tracio Tereo, figlio di Marte, avendo in moglie la figlia di Pandione Procne, venne ad Atene a chiedere al suocero Pandione che desse a lui in moglie la seconda figlia Filomela; disse che Procne era morta. Pandione gli diede il permesso e gli mandò Filomela e con lei alcune guardie; Tereo le gettò in mare e violentò, dopo averla ottenuta, Filomela sopra un monte. Quando Procne seppe l’empia azione di Tereo, iniziò a macchinare con uguale proposito insieme alla sorella per rendere al re la pariglia. Nel frattempo in alcuni presagi era mostrato a Tereo che a suo figlio Iti era vicina la morte per mano di un parente; udito questo responso, pensando che suo fratello Driante preparasse la morte a suo figlio, uccise il fratello Driante, benché innocente. Ma Procne uccise il figlio Iti nato da lei e da Tereo, e lo servì a pranzo al padre e con la sorella fuggì. Mentre Tereo, venuto a conoscenza di questo delitto, inseguiva le fuggitive, per misericordia degli dèi, accadde che Procne fosse trasformata in rondine, Filomela in usignolo; dicono che Tereo invece divenne un falco. Analisi 1. No, ha valore completivo, perché retto da un verbo che significa «chiedere» 2. Perché le figlie sono due; se fossero state più di due, avrebbe usato alius, alia, aliud 3. Con propinqui sono indicati i congiunti da legame di parentela, i parenti; con parentes sono indicati i genitori 4. «mano», «schiera», «forza» 5. occĭdo, «morire»; occīdo, «fare a pezzi, uccidere» 6. fugientes = «esse che fuggivano», «le fuggitive» 7. fugio, -is, «fuggire»; fugo, -as, «mettere in fuga» 8. indicativo perfetto passivo impersonale, «accadde»; i composti di facio si dividono in due categorie: 1. i verbi con prefisso polisillabico hanno il passivo in fio (calefacio => calefio); 2. i composti con prefisso monosillabico hanno il passivo in -ficior (conficio => conficior) T8 Alcmena e l’inganno di Giove Essendo Anfitrione lontano (da casa) per espugnare Ecalia, pensando Alcmena che Giove fosse il suo sposo, lo accolse nel proprio talamo. Quando questo giunse nel talamo e riferì le imprese che aveva compiuto a Ecalia, quella credendo davvero che fosse lo sposo giacque con lui. Questo giacque con lei tanto volentieri che passò lì un giorno intero e raddoppiò la durata della notte, tanto che Alcmena si meravigliò di una notte tanto lunga. Poi, essendole annunciato che lo sposo ritornava vincitore, se ne dette poca cura, perché pensava di avere già visto il suo sposo. Questo Anfitrione essendo entrato nella reggia e vedendo lei tranquilla in modo troppo indifferente, cominciò a meravigliarsi e a lamentarsi del fatto che non avesse accolto (con gioia) lui che arrivava; a questo Alcmena rispose: «Ma tu sei arrivato già ieri e hai dormito con me e mi hai raccontato le imprese che tu hai compiuto ad Ecalia.» Mentre questa gli diceva tutte le prove, Anfitrione capì che al posto suo c’era stato un dio, e da quel giorno non dormì più con lei. Questa, sedotta da Giove, partorì Ercole. Analisi 1. congiuntivo imperfetto, 3a pers. sing., da absum; abero, aberis, aberit, aberimus, aberitis, aberunt 2. ad expugnandam Oechaliam = ad + accusativo del gerundivo; genitivo del gerundivo retto da causa o gratia; ut + congiuntivo imperfetto; qui + congiuntivo 3. quod… putabat; potrebbe essere introdotta anche da quia e quoniam 4. unius; unus significa «uno solo»; solus significa «da solo» o «unico» 5. ut… usurparet, … congeminaret; ut non usurparet, ut non… congeminaret 6. proposizione completiva dichiarativa 7. quidam, quaedam, quoddam, «un tale»; quispiam, quaepiam, quodpiam, «qualche»; quisque, quaeque, quodque, «ogni» 8. indicativo perfetto, 3a pers. sing., da pario, paris, peperi, partum, parĕre; «parto», «partorire»