Analisi di Fattibilità relativa a Grandi pinze per saldatura per punti Ditta TEWI S.r.l. Via Giuseppe di Vittorio, 13/A -10024 Moncalieri – Torino Responsabile Prof. Aldo Canova Dipartimento Ingegneria Elettrica Politecnico di Torino 1 Indice Introduzione........................................................................................... 3 1. Definizione delle specifiche di funzionamento ........................................ 4 2. Caratterizzazione sperimentale e mediante calcolo delle proprietà elettriche delle diverse parti costituenti la pinza ........................................................ 8 2.1. Connessione alimentazione braccio ................................................ 8 2.1.1. Connessione rigida tra alimentazione e conduttore flessibile superiore.......................................................................................... 9 2.1.2. Connessione flessibile superiore ..............................................10 2.1.3. Connessione rigida tra connessione flessibile e braccio pinza superiore.........................................................................................11 2.2. Modello del corpo braccio pinza superiore.......................................13 2.3. Modello dell’elettrodo ..................................................................14 2.4. Braccio superiore completo ..........................................................15 2.5. Braccio inferiore completo ............................................................17 2.6. Pinza di saldatura completa ..........................................................19 2.6.1. Analisi SCS ...........................................................................19 2.6.2. Analisi LFS............................................................................20 3. Caratterizzazione sperimentale e mediante calcolo delle grandezze elettriche durante il funzionamento ..........................................................22 4. Bibliografia ......................................................................................28 2 Introduzione In data 10 Aprile 2006 è stato condotto il Check up tecnologico presso la ditta TEWI S.r.l. (Via Giuseppe di Vittorio, 13/A -10024 Moncalieri – Torino tel. 011 6813255, fax. 011 6813277, [email protected]). La ditta opera nella costruzione di pinze per la saldatura per punti, largamente impiegata nel settore della produzione di manufatti in lamiera di svariati settori merceologici (veicoli, mobili e carcasse metalliche, componenti metallici per l’impiantistica, ecc.). Tra i temi di ricerca e sviluppo di interesse della società è emerso quello riguardante le cosiddette Grandi Pinze ed in particolare una analisi di fattibilità di miglioramento delle loro prestazioni elettrico energetiche. Si è quindi individuata una attività di tipo modellistico sperimentale volta ad analizzare in modo dettagliato il comportamento elettrico ed energetico delle diverse parti componenti della pinza. Su alcune parti, ove è possibile effettuare delle misurazioni, il modello è stato validato mediante uno studio di tipo sperimentale. La possibilità di disporre di un modello circuitale in cui sono identificati i valori dei parametri elettrici delle diverse parti componenti la pinza consente di raggiungere diversi obiettivi tra cui: • analizzare il comportamento della pinza con diverse condizioni di alimentazione • valutare il comportamento elettrico ed energetico delle diverse parti componenti la pinza al fine di individuare quelli più critici • migliorare la logica di controllo della corrente in fase di saldatura [1] Facendo riferimento alla relazione di check up, lo studio di fattibilità si è incentrato sui tre punti: 1. Definizione delle specifiche di funzionamento 2. Caratterizzazione sperimentale e mediante calcolo delle proprietà elettriche delle diverse parti costituenti la pinza 3. Caratterizzazione sperimentale e mediante calcolo delle grandezze elettriche durante il funzionamento 3 1. Definizione delle specifiche di funzionamento Le modalità di funzionamento di una pinza per saldatura a resistenza si differenziano principalmente nella tipologia del sistema di alimentazione: in corrente alternata (AC) ed in media frequenza - corrente continua (MFDC). La tecnologia AC è precedente rispetto alla MFDC e tipicamente è del tipo monofase (AC sigle phase). In circuito di alimentazione, mostrato in fig. 1, presenta un generatore AC generalmente a 50 Hz che alimenta un trasformatore elevatore di corrente attraverso una coppia di diodi controllati SCR. Tali diodi hanno lo scopo di regolare il valore efficace della corrente, attraverso la regolazione del loro duty cycle, e quindi la potenza di saldatura. Il circuito primario è inoltre completato dalla resistenza e dalla induttanza equivalenti del generatore di alimentazione e del trasformatore (di cui quelli del trasformatore R1 ed L1 sono prevalenti). Al secondario del trasformatore sono invece riportati i parametri circuitali del secondario del trasformatore (L2 ed R2), del corpo pinza (Rg ed Lg) e dell’elettrodo+pezzo sotto saldature (rw). Fig. 1. Schema equivalente di una pinza alimentata in AC single phase Tale resistenza risulta essere composta da diverse sottoresistenze come riportato in fig. 2. Particolare interesse assume la sottoresistenza relativa alle superfici di contatto ed al nocciolo di saldatura. L’andamento nel tempo di tale sottoresistenza durante la fase di saldatura risulta qualitativamente descritto nel grafico di fig. 3. Come si può osservare essa è funzione dell’istante in quanto dipende dalla resistenza di contatto e dalla temperatura che variano durante la saldatura a causa delle variazioni della caratteristica meccaniche ed elettriche del materiale sotto saldatura. L’andamento della corrente nel primario e nel secondario del trasformatore (a valle dei diodi SCR: corrente di saldatura) è del tipo indicato un fig. 4. 4 Fig. 2. Resistenza elettrodo + pezzo sotto saldatura Fig. 3. Andamento qualitativo della resistenza nella zona compresa tra gli elettrodi Fig. 4. Andamento qualitativo della corrente nel secondario del trasformatore con alimentazione AC 5 Nel caso della tecnologia MFDC il circuito si modifica principalmente nella parte a monte del trasformatore (fig. 5). Da un punto di vista circuitale occorre tenere conto dei parametri dell’inverter. In questo caso è l’inverter che effettua la regolazione mentre i diodi posti a secondario non sono di tipo controllato. La possibilità di disporre facilmente di inverter di tipo trifase ha reso la tecnica MFDC maggiormente diffusa nella configurazione con alimentazione trifase. La forma d’onda della corrente di saldatura presenta qualitativamente un andamento come in fig. 6. Fig. 5. Schema equivalente di una pinza alimentata in MFDC Fig. 6. Andamento qualitativo della corrente nel secondario del trasformatore con alimentazione MFDC Il confronto tra le due tecnologie è ad oggi oggetto di studio e vi sono alcuni lavori scientifici che propongono metodologie di analisi di tipo teorico e sperimentale. In base a risultati bibliografici la tecnica MFDC, a parità di prestazioni sulla saldatura, risulta avere un comportamento energetico migliore [2]. In entrambe i sistemi di saldatura risulta particolarmente critico il rendimento complessivo (inteso come rapporto tra la potenza elettrica utile alla saldatura ossia trasformata in effetto Joule e la potenza elettrica all’ingresso del primario del trasformatore) che si aggira nell’intorno del 20-30%. I componenti che intervengono ad abbassare il rendimento sono le resistenze del trasformatore, dei diodi e del corpo pinza nel caso della tecnologia AC con l’aggiunta dell’inverter nella tecnologia MFDC. Occorre osservare però osservare che in 6 AC la presenza delle induttanze riduce il fattore di potenza con conseguente incremento delle perdite. Il miglioramento delle prestazioni energetiche richiede dunque una valutazione delle perdite Joule e quindi delle resistenze delle diverse parti componenti il circuito di alimentazione ed equivalente della pinza. Mentre i parametri circuitali del trasformatore, dei diodi e dell’inverter sono in genere noti o deducibili da dati di targa degli stessi (od anche misurabili), risultano in genere non noti i valori della resistenza del corpo pinza e delle sue sottoparti. Da una analisi preliminare è stato valutato che il corpo pinza incide per circa il 50% della potenza utile di saldatura. 7 2. Caratterizzazione sperimentale e mediante calcolo delle proprietà elettriche delle diverse parti costituenti la pinza In questa sezione si vogliono analizzare separatamente le diverse parti costituenti il corpo pinza al fine di valutare quelle più critiche dal punto di vista delle perdite Joule e della caduta di tensione. I parametri circuitali essenziali per il calcolo di tali grandezze sono la resistenza e l’induttanza. Tali parametri sono funzione della frequenza nel caso di pinze funzionanti in AC (occorre cioè tenere conto dell’effetto pelle nel calcolo di campo) e possono essere calcolati in condizioni DC per il modello della pinza in funzionamento MFDC. La pinza è stata suddivisa in una parte superiore ed una inferiore, ciascuna delle quali è a sua volta costituita da tre parti principali: a. connessione alimentazione braccio b. corpo braccio c. elettrodo di saldatura Di ogni singola parte è stato effettuato uno studio di campo in corrente stazionario in cui viene imposta la corrente o la differenza di potenziale ai suoi capi (Static Current Solver SCS). La formulazione SCS consente di determinare la resistenza elettrica delle singole parti a frequenza zero. Utilizzando uno studio di campo accoppiato elettrico e magnetico in bassa frequenza (Low Frequency Solver LFS) è possibile determinare oltre alla resistenza anche l’induttanza alle diverse frequenze. Inoltre attraverso la formulazione LFS è possibile determinare i campi magnetici esterni alla pinza ossia di tipo ambientale prodotti dalla pinza durante il suo funzionamento. La determinazione della resistenza dei singoli elementi è stata inoltre validata attraverso delle analisi di campo effettuate sul complesso del braccio superiore, inferiore e sulla pinza completa. 2.1. Connessione alimentazione braccio La connessione tra il trasformatore di alimentazione ed il braccio della pinza è realizzata mediante tre conduttori in rame di cui due rigidi ed uno flessibile (fig. 7). Il materiale con cui sono realizzate le singole parti è rame (cond.= 56 MS/m temperatura 20 °C). 8 Conduttore rigido Conduttore flessibile Conduttore rigido Fig. 7. Particolare del collegamento tra trasformatore di alimentazione e braccio pinza I risultati presentati in seguito si riferiscono a studi di campo di tipo SCS. E’ importante osservare che la posizione e la forma degli elettrodi di alimentazione delle diverse parti condizionano il valore della resistenza calcolata come accade nella realtà; si è quindi cercato di alimentare le diverse parti tenendo conto delle reali condizioni di iniezione della corrente all’interno del conduttore. 2.1.1. Connessione rigida tra alimentazione e conduttore flessibile superiore Il conduttore in esame connette un morsetto di uscita del trasformatore di alimentazione con il conduttore flessibile che consente l’apertura del braccio pinza. Fig. 8. Particolare del collegamento tra trasformatore di alimentazione e conduttore flessibile Come si può osservare dalla fig. 8, in cui è riportato il modello virtuale della connessione in esame, i terminali (di colore grigio) risultano essere le parti con cui tale connessione si interfaccia con gli altri componenti elettrici. A tali terminali viene applicato un diverso potenziale, come riportato in fig. 9, che fa circolare all’interno del componente una certa corrente. Il rapporto tra la differenza di potenziale imposta e la corrente fornisce il valore della resistenza del componente. 9 Fig. 9. Visualizzazione del potenziale applicato ai terminali del conduttore Un esempio della distribuzione del potenziale e della densità di corrente all’interno del conduttore è riportato in fig. 10. Si ricorda che il campo di corrente è di tipo stazionario e quindi non sono presenti fenomeni legati a campi variabili come l’effetto pelle che producono distribuzioni disuniformi della corrente all’interno del conduttore. Fig. 10. Distribuzione del potenziale elettrico e della densità di corrente all’interno del conduttore rigido Il calcolo di campo porta a determinare una resistenza elettrica pari a: R=4.12 µΩ 2.1.2. Connessione flessibile superiore L’apertura della pinza può essere effettuata grazie ad una connessione flessibile costituita da un pacco lamellare (fig. 11). Tale componente risulta particolarmente critico sia per le sollecitazioni elettrodinamiche a cui sono sottoposte le diverse lamine durante il funzionamento della pinza sia per la distribuzione della corrente tra diverse lamine che deve essere il più uniforme possibile. Il valore dei parametri circuitali del conduttore flessibile è 10 leggermente influenzato (in particolare per l’induttanza) dalla sua apertura. Nel presente studio vengono riportati i risultati ottenuti nel caso di connessione in configurazione chiusa (fig. 12). Fig. 11. Connessione flessibile e visualizzazione del potenziale applicato ai terminali Fig. 12. Distribuzione del potenziale elettrico e della densità di corrente all’interno della connessione flessibile Il calcolo di campo porta a determinare una resistenza elettrica pari a: R=5.34 µΩ 2.1.3. Connessione rigida tra connessione flessibile e braccio pinza superiore Tale parte connette la connessione flessibile al braccio pinza. Lo studio effettuato è del tutto simile ai casi precedenti. In fig. 13 è riportato lo schema del modello virtuale con la rappresentazione dei terminali a cui viene applicata la differenza di potenziale per il calcolo della resistenza. 11 Fig. 13. Conduttore rigido di connessione tra il conduttore flessibile ed il braccio pinza e visualizzazione del potenziale applicato ai terminali In fig. 14 è riportato l’andamento del potenziale elettrico e della densità di correnti. In particolare è possibile osservare come la presenza di canalizzazioni per la circolazione del fluido di raffreddamento portino ad una riduzione della sezione di passaggio della corrente e quindi ad un incremento evidente della sua densità. Fig. 14. Distribuzione del potenziale elettrico e della densità di corrente all’interno del conduttore rigido di connessione tra il conduttore flessibile ed il braccio pinza Il calcolo di campo porta a determinare una resistenza elettrica pari a: R=2.31 µΩ 12 2.2. Modello del corpo braccio pinza superiore I bracci pinza rappresentano due componenti importanti che definiscono le principali dimensioni della pinza. Il loro dimensionamento deve consentire di portare le correnti di saldatura necessarie e di sopportare gli sforzi elettrodinamici che si esercitano durante la saldatura. Il materiale con cui è realizzato il braccio pinza è l’alluminio (cond.= 35 MS/m temperatura 20 °C). Il calcolo di campo è stato effettuato considerando gli elettrodi reali (conduttore rigido ed elettrodo) come mostrato in fig. 15. Fig. 15. Braccio pinza e visualizzazione del potenziale applicato ai terminali In fig. 16 e 17 è riportato l’andamento del potenziale elettrico e della densità di correnti. E’ interessante rilevare che la densità di corrente riporta valori elevati in corrispondenza dell’interfaccia tra braccio pinza ed elettrodo. Fig. 16. Distribuzione del potenziale elettrico all’interno del braccio pinza 13 Fig. 17. Distribuzione della densità di corrente all’interno del braccio pinza Il calcolo di campo porta ad una resistenza elettrica pari a: R=4.15 µΩ 2.3. Modello dell’elettrodo L’elemento terminale del braccio pinza preposto alla saldatura è costituito da tre sottoelementi che sono stati considerati in questa analisi come un unico componente. I due terminali utilizzati per il calcolo della resistenza sono il braccio pinza ed un terminale posto a contatto con la punta dell’elettrodo (fig. 18). Il materiale di tale parte è rame (cond. 56 MS/m temperatura 20 °C). Terminali Fig. 18. Modello dell’elettrodo e visualizzazione del potenziale applicato ai terminali 14 In fig. 19 e 20 è riportato l’andamento del potenziale elettrico e della densità di correnti. E’ interessante rilevare che la densità di corrente riporta valori particolarmente elevati in corrispondenza della punta dell’elettrodo. Fig. 19. Distribuzione del potenziale elettrico all’interno dell’elettrodo Fig. 20. Distribuzione della densità di corrente elettrica all’interno dell’elettrodo Il calcolo di campo porta ad una resistenza elettrica pari a: R=12.27 µΩ 2.4. Braccio superiore completo La scelta dei terminali per il calcolo delle resistenze delle diverse parti che compongono il braccio superiore della pinza è stato verificato anche attraverso il calcolo della resistenza complessiva di tutto il braccio superiore ottenuto 15 considerando un unico modello. In questo caso i due terminali vengono ad essere la connessione verso il trasformatore di alimentazione e la punta dell’elettrodo (fig. 21). Terminali Fig. 21. Modello del braccio pinza superiore con indicazione dei terminali In fig. 22 è possibile osservare l’andamento del potenziale lungo tutto il braccio pinza. Il risultato grafico conferma, come già ottenuto dal calcolo delle singole resistenze, come la maggiore caduta di tensione si realizza nelle connessioni tra trasformatore e corpo del braccio pinza e in corrispondenza dell’elettrodo. Il corpo principale del braccio pinza risulta abbastanza equipotenziale come osservabile dalla leggera variazione del colore associata al potenziale. Fig. 22. Distribuzione del potenziale elettrico sul braccio pinza superiore 16 La densità di corrente riportata in fig. 23 mostra come le concentrazioni maggiori si abbiano in prossimità delle connessioni e dell’elettrodo. Tale analisi mostra come il corpo principale del braccio pinza sia sostanzialmente scarico dal punto di vista elettrico rispetto alle altre parti come le connessioni. Fig. 23. Distribuzione della densità di corrente elettrica all’interno del braccio pinza superiore Il calcolo della resistenza complessiva del braccio superiore della pinza risulta: R=28.9 µΩ 2.5. Braccio inferiore completo Le analisi condotte per il braccio pinza superiore sono state ripetute per il braccio inferiore. Il modello ed i risultati ottenuti sono mostrati in fig. 24, 25 e 26. Fig. 24. Modello del braccio pinza inferiore con indicazione dei terminali 17 Fig. 25. Distribuzione del potenziale elettrico sul braccio pinza inferiore Fig. 26. Distribuzione della densità di corrente elettrica all’interno del braccio pinza inferiore Valgono le stesse relazioni qualitative fatte per il braccio superiore. Il valore della resistenza elettrica risulta essere pari a : R=31.7 µΩ 18 2.6. Pinza di saldatura completa 2.6.1. Analisi SCS Una ulteriore verifica della validità del calcolo dei parametri circuitali può essere effettuata attraverso il calcolo della resistenza in DC della pinza completa considerando gli effettivi terminali del trasformatore di alimentazione (fig. 27). Fig. 27. Modello dell’intera pinza Le fig. 28 e 29 mostrano l’andamento del potenziale e della distribuzione della densità di corrente. Fig. 28. Distribuzione del potenziale elettrico sull’intera pinza 19 Fig. 29. Distribuzione della densità di corrente elettrica all’interno dell’intera pinza Le precedenti analisi hanno portato a determinare le resistenze delle singole parti e di alcuni sottoinsiemi che sono sintetizzati in Tab. 1. Tab. 1. Resistenze delle diverse sottoparti e complessive Componente Connessione rigida sup. (trafo- cond. fless) Connessione flessibile sup. Connessione rigida sup. (cond. fless. – corpo braccio) Corpo principale braccio pinza Elettrodo Braccio pinza superiore Braccio pinza inferiore Pinza completa R [µΩ] (*) 4.12 5.34 2.31 4.15 12.27 28.9 31.7 60.7 (*) le conducibilità si riferiscono alle temperatura di 20°C. Dalla tabella è possibile verificare che la resistenza complessiva del braccio pinza superiore risulta essere pari alla somma delle resistenze dei singole sottoparti e la resistenza complessiva della pinza risulta essere la somma delle resistenze dei due bracci. 2.6.2. Analisi LFS La determinazione dell’induttanza richiede la soluzione di un problema di campo elettromagnetico in condizioni di regime quasistazionario. Avendo verificato precedentemente che lo studio del modello completo porta 20 correttamente alla somma dei termini delle singole sottoparti, la valutazione dell’induttanza viene condotta sulla pinza completa. Il modello del corpo pinza viene alimentato con una corrente sinusoidale di cui è possibile impostare la frequenza. I materiali che compongono la pinza hanno comportamento magnetico lineare (essendo materiali conduttori hanno comportamento amagnetico) ed il calcolo dell’induttanza risulta quindi indipendente dall’intensità della corrente. Per quanto riguarda la frequenza, la possibilità di effettuare lo studio del campo anche a frequenza molto bassa (es. 1 Hz) consente di determinare il valore dell’induttanza nelle condizioni DC (ossia quando l’effetto pelle è nullo). I valori di tali parametri risultano essere pari a: R=59.9 µΩ L=1.79 µΗ Come si può osservare la resistenza complessiva è ancora di circa 60 µΩ: µΩ: piccole differenze numeriche sono legate al fatto le due resistenze sono state determinate con due differenti solutori (SCS e LFS). Le simulazioni condotte a 50 Hz consentono di determinare i parametri tenendo conto dell’effetto pelle: R=86.7 µΩ L=1.73 µΗ Si può osservare che l’effetto pelle è prevalente nel caso della resistenza. 21 3. Caratterizzazione sperimentale e mediante calcolo delle grandezze elettriche durante il funzionamento La caratterizzazione sperimentale dell’intera pinza non è risultata possibile a causa della sua indisponibilità. E’ stato però possibile effettuare una validazione su di una sottoparte che permette di poter affermare la correttezza del metodo modellistico proposto. La sottoparte analizzata è il collegamento flessibile della connessione tra trasformatore e corpo pinza principale (fig. 30). Pacco lamellare Terminali Fig. 30. Connessione flessibile Il modello si riferisce allo studio del connettore nella configurazione chiusa. In questo caso la lamellazione della connessione flessibile può essere trascurata ed il componente analizzato come fosse un nucleo massiccio. In fig. 31 è riportato un disegno del modello del componente in posizione chiusa in cui sono visibili i fori in cui vengono connessi i morsetti di alimentazione. Fig. 31. Modello della connessione flessibile in posizione chiusa 22 Viene iniettata una corrente pari ad 1A e viene calcolata la distribuzione delle correnti all’interno della connessione flessibile tenendo conto della reale conducibilità e dell’effetto pelle alle diverse frequenze. Il codice di calcolo permette di determinare la potenza dissipata per effetto Joule e la caduta di tensione ai morsetti, da cui è possibile determinare i parametri circuitali: resistenza ed induttanza, al variare della frequenza di alimentazione. I valori così ottenuti possono essere confrontati con le prove sperimentali. Fig. 32. Andamento della densità di corrente all’interno della connessione flessibile alla frequenza di 20Hz Fig. 33. Distribuzione della densità di corrente in una sezione trasversale al centro della connessione flessibile alla frequenza di 20Hz 23 Fig. 34. Andamento della densità di corrente all’interno della connessione flessibile alla frequenza di 300Hz Fig. 35. Distribuzione della densità di corrente in una sezione trasversale al centro della connessione flessibile alla frequenza di 300Hz I risultati grafici ottenuti mettono in evidenza come al variare della frequenza l’effetto pelle sia trascurabile a 20 Hz (figg. 32 e 33) mentre a 300 Hz (figg. 34 e 35) sia decisamente rilevante. In tab. 3 e 4 sono messi a confronto i valori di resistenza, induttanza ed impedenza determinati con il modello e misurati alla frequenza di 20 e 300 Hz rispettivamente. I campioni reali con cui sono stati fatti i confronti si differenziano in base alla modalità con cui sono stati realizzati i terminali: in tutti e tre i campioni (tab. 2) i terminali risultavano comunque equipotenziali e quindi vicini al modello. 24 Tab. 2. Tipologie dei campioni di connessione flessibile Campione 1 Estremi rivettati e stagnati a caldo Campione 2 Lamierini argentati ed estremi rivettati Campione 3 Estremi pressosaldati Occorre osservare che non essendo possibile nelle misure in frequenza effettuare la misura della potenza (essendo di valore molto piccolo rispetto alla portata dei wattmetri disponibili) ma solo della tensione e quindi dell’impedenza, il confronto tra i valori misurati e quelli calcolati è stato effettuato assumendo a 20 Hz la resistenza misurata in corrente continua mentre a 300 Hz si è limitato il confronto alla sola impedenza. Tab. 3. parametri calcolati e misurati alla frequenza di 20 Hz calcolati Mis. A Mis. B Mis. E R [µΩ] 5.9 5.1 (*) 6.4 (*) 6.6 (*) L [µH] 0.17 0.19 0.20 0.17 Z [µΩ] 22.5 24.3 25.7 21.8 (*) il valore della resistenza è inteso quello misurato con alimentazione DC. Tab. ??: parametri calcolati e misurati alla frequenza di 300 Hz calcolati Mis. A Mis. B Mis. E R [µΩ] 16.7 - - - L [µH] 0.16 - - - Z [µΩ] 307 250 320 216 Dai risultati ottenuti si evince come il modello permetta di: 1. valutare in modo sufficientemente accurato la resistenza e quindi la dissipazione termica; 2. valutare in modo accurato l’induttanza che gioca il ruolo prevalente nella caduta di tensione alle frequenze più alte; 3. consentire sia per nuove connessioni sia per le altre parti della pinza la valutazione di parametri senza effettuare misurazioni le quali risultano complesse a causa dei valori estremamente piccoli di resistenza ed impedenza. 25 La simulazione in condizioni di funzionamento a 50 Hz permette di valutare, oltre ai valori dei parametri circuitali, la distribuzione di alcune grandezze locali di interesse come la densità di corrente nelle diverse sezioni della pinza e la distribuzione del campo magnetico ambientale. A titolo di esempio in fig. 36 è riportato l’andamento del campo di induzione magnetica nell’intorno della pinza. Fig. 36. Distribuzione dell’induzione magnetica nello spazio circostante la pinza (I=1A). Di maggiore interesse quantitativo sono gli andamenti del campo magnetico sui diversi piani come mostrato in fig. 37, 38 e 39. Gli andamenti si riferiscono alla corrente di 1A e possono essere riferiti a correnti diverse mediante una semplice scalarizzazione della mappa colorata essendo il problema di campo lineare. Fig. 37. Distribuzione dell’induzione magnetica nel piano X-Z (I=1A). 26 Fig. 38. Distribuzione dell’induzione magnetica nel piano X-Y (I=1A). Fig. 39. Distribuzione dell’induzione magnetica nel piano Z-Y (I=1A). Altrettanto interessanti sia dal punto di vista qualitativo che quantitativo sono le distribuzioni della densità di corrente nelle diverse parti della pinza. A titolo di esempio sono riportate in fig. 40 le distribuzioni associate a tre sezioni trasversali: connessioni, corpo principale braccio ed elettrodo. Tali andamenti si riferiscono alla corrente di 1A ed alla frequenza di 50 Hz e possono, grazie alla linearità del problema di campo, essere riferiti a correnti diverse mediante una semplice scolarizzazione della mappa colorata. 27 Fig. 40. Distribuzione della densità di corrente nelle diverse sezioni trasversali della pinza alla frequenza di 50 Hz (I=1A). 4. Bibliografia [1] Siva Dhandapani, Michael Bridges and Elijah Kannatey-Asibu, Jr. “Nonlinear Electrical Modeling for the Resistance Spot Welding Process” Proceedings of the American Control Conference, San Diego, California - June 1999, pp.182-186 [2] Wei Li at all, “Energy consumption in AC e MFDC resistance spot welding” Sheet metal Welding Conference, May 11-14, 2004 28