Acari
PHYLUM ARTROPODA
Subphylum Trilobita +
Subphylum Crostacea
Subphylum
Uniramia
Subphylum
Chelicerata
Classe Chilopoda
Classe Diplopoda
Classe Arachnida
Classe Insecta
Classe Merostomata
Gli acari
Artropodi chelicerati
Circa 30000 specie
La maggior parte terrestri
Presenti forme acquatiche (anche
marine di grande profondità)
Caratteristiche morfo-biologiche
Piccole dimensioni (0,1-1 mm)
Fino a 3 cm nelle zecche
Corpo con metameria perlopiù
scomparsa
Appendici boccali peculiari (cheliceri
e palpi)
4 paia di zampe (talvolta ridotte a 2)
Ecologia degli Acari
Specie zoofaghe
Specie predatrici
Espletano un ruolo di predazione a carico di numerosi
artropodi in vari habitat naturali ed antropici
Specie parassite
Si sviluppano a carico di vertebrati ed invertebrati
(ecto o endoparassiti); Vettori di patogeni
Specie micofaghe e onnivore
Vivono nelle case ed ambienti umidi, nutrendosi di cibi,
derrate, detriti e micro-organismi (batteri, alghe, funghi)
Specie commensali
Vivono sulla superficie corporea di
animali (uomo compreso), nutrendosi
di sebo, peli, desquamazioni cutanee,
senza arrecare in genere fastidi
Specie fitofaghe
Trituratori
Fitomizi
Asportazione di
brandelli di tessuti
Aspirazione dei liquidi cellulari
Cheliceri stilettiformi
Cheliceri a pinza
Specie polifaghe:
lesioni cellulari e necrosi gravi
Specie mono- oligofaghe:
ipertrofie cellulari
Morfologia
Le regioni
del corpo
(7 somiti)
Prosoma
gnatosoma
(3 somiti)
6-13 somiti
opistosoma
podosoma
4 somiti
Parti del Prosoma
Gnatosoma (=capitulum): fusione dei
primi 3 somiti.
CHELICERI formati da 2-3 articoli spesso
trasformati in stiletti
PEDIPALPI fungono da appendici sensoriali
Sub-capitulum:
coxe fuse dei pedipalpi;
solco alimentare preorale, bocca e faringe
Sub-capitulum
Parti del Prosoma
Cheliceri
Triturazione / Lesione
Conduzione del cibo
Immissione di saliva
Anche funzione sensoriale
Tri-articolati o bi-articolati
Chela: digitus fixus (df )(II art.) +digitus mobilis (dm) (III art.)
Cheliceri a pinza
Cheliceri stilettiformi
Funzionamento degli stiletti chelicerali
saliva
stiletti
faringe
stiletti
Succhi
cellulari
Azione della
pompa
Labrum
faringe
Parti del Prosoma
Pedipalpi:
2-6 articoli
Coxa, trocantere, femore,
patella, tibia e tarso
Manipolazione
dell’alimento
Funzione sensoriale
Coxe fuse formano il
subcapitulum
PEDIPALPI
Anche stilettiformi; forniti di
sbocchi ghiandolari della seta
Parti del Prosoma
Podosoma
Zampe:
4 paia da ninfa e adulto
3 paia da larva
Coxa, trocantere
femore, patella, tibia,
tarso
tarso: empodio, uncini,
ventose
Locomozione (funzione primaria)
Manipolazione dell’alimento
Funzione sensoriale importante
Opistosoma
Genitali esterni
Opistosoma
Sistema tegumentale
•Esoscheletro: cuticola (proteine + N-acetyl-D-glucosamina):
epicuticola + procuticola (=esocuticola + endocuticola).
•La procuticola è costituita da una matrice proteica ed è
attraversata da pori canali.
•Epidermide: cellule produttrici dell’esoscheletro, delle setole, etc
Sistema muscolare
Muscoli scheletrici volontari
Muscoli viscerali involontari
Sistema respiratorio
Di tipo tracheale o di tipo tegumentale (come negli
insetti)
Tipo tracheale
Numero, forma e posizione delle aperture stigmatiche
hanno importanza sistematica
Le trachee partono
dalla superficie, con i
peritremi
(piega
sclerificata
del
tegumento)
Lo scambio di aria tra
gli stigmi e l’esterno
avviene con i peritremi
aperti.
Sistema nervoso
Sistema nervoso centrale
Synganglion o Cerebro: è localizzato nel
podosoma
1 coppia di gangli preorali (= sopra-esofagei)+1
coppia di gangli del podosoma + 1 coppia di
gangli dell’opistosoma (detti sotto-esofagei).
È avvolto da una membrana (neurilemma)
Sistema nervoso periferico
Fibre nervose che innervano le appendici: cheliceri e pedipalpi
(gangli sopra-esofagei) e zampe e genitali (gangli sottoesofagei)
Organi di senso
Setole (anche porose)
tricobotria (altre setole)
occhi (4-5 o assenti)
Apparato digerente
cheliceri, pedipalpi e cavità orale
Le parti boccali
possono essere molto
differenziate nei diversi
gruppi in funzione del
regime alimentare
Sistema digerente: intestino anteriore
FARINGE
ESOFAGO
V. CARDIACA
Pompa
faringeale
nei fitomizi
Origine
ectodermica
Sistema digerente: intestino medio
(mesentere)
Intestino medio: tratto più
voluminoso
Presenta vistosi ciechi gastrici
Lume rivestito da un epitelio
monostratificato a funzione
secretrice e di assorbimento.
Origine
endodermica
Sistema digerente: intestino posteriore
Intestino
posteriore:
ampolla rettale
Sbocco anale
localizzato
nell’opistosoma
Origine
ectodermica
Digestione
Alimento liquido o solido predigerito extra-oralmente
Saliva ad azione digestiva, tossica e che può indurre
galle
Intestino provvisto di enzimi digestivi: lipasi, proteasi e
carboidrasi
ph acido o neutro
Nel passaggio nell’ultimo tratto dell’intestino viene
riassorbita acqua
Sistema circolatorio
–C. emocelica con movimento dovuto ai muscoli
dorsoventrali
–Vaso dorsale chiuso posteriormente (solo in
alcuni zoofagi)
–Emolinfa: acqua, proteine, enzimi, lipidi glucidi,
sali minerali, ormoni e cataboliti
Sistema escretore
sono coinvolti nell’escrezione:
– Tubi Mapighiani: da 2 a 4 oppure assenti
– Ghiandole coxali: (in assenza di Tm) anche a funzione
secretrice (ghiandole salivari)
– Intestino posteriore
– Prodotti dell’escrezione: guanina e acido urico
– La muta permette l’eliminazione di materiale azotato
Apparato riproduttore
•Femmina:
–2 ovari, 2 ovidotti, ovidotto
impari e sbocco esterno
(caso tipico); talvolta 1 o 2
spermateche.
–Sbocco genitale semplice
con scleriti circostanti
•Maschio:
– Produzione di spermatofore
trasferimento (diretto / indiretto);
– 2 testicoli, due deferenti, 1 dotto
eiaculatore con sbocco genitale.
Talvolta vescicola seminale.
– In alcune specie i cheliceri si
trasformano in un organo per il
trasferimento degli spermatofori
(spermiodattilo)
Accoppiamento e fecondazione
•Trasferimento indiretto di spermatofori (Eriofidi)
•Trasferimento diretto di spermatozoi (accoppiamento) o
spermatofori (mediante lo spermiodattilo)
Riproduzione:
Anfigonia, partenogenesi arrenotoca, telitoca, o
raramente deuterotoca.
Uova
di forma variabile
Uova solitamente
centrolecitiche a
segmentazione
superficiale
Sviluppo
postembrionale
Prelarva esapoda
all’interno del
corion
• Larva esapoda
• Protoninfa
• Deutoninfa
• Tritoninfa
4 paia di
zampe
• Adulto
Negli eriofidi tutte le età posseggono solo 2 paia di zampe
Stadi di sviluppo di
Panonychus ulmi
Larva esapoda
Femmina
protoninfa
deutoninfa
maschio
CICLI BIOLOGICI
•Monovoltinismo
•Polivoltinismo
Fattori che influenzano il
voltinismo:
•Temperatura
•Umidità
•Alimento
•Fotoperiodo
Diapausa
(generalmente invernale) nello stadio
di uovo o adulto:
Viene interrotta da:
Viene indotta da:
Dopo esposizione a
freddo
Riduzione del fotoperiodo
Condizioni favorevoli
Riduzione della temperatura
Peggioramento del pabulum
Possibilità di quiescenza
geotropismo positivo
femmine
fototropismo negativo
Forme di resistenza ad avverse condizioni ambientali
• ipopo: deutoninfa priva di apparato boccale e fornita
di ventose; presenta metabolismo ridotto.
•Femmina adulta fecondata
•Diapausa prolungata (Ixodidi)
Modalità di campionamento
• conta diretta delle forme sull’organo attaccato
• raccolta per lavaggio o spazzolamento dei campioni
• conta su foglio di carta bianca
• metodo della centrifugazione
• metodo dell’imbuto di Tullgren
e del Berlese
Classificazione per posizione degli stigmi
Oribatoidea
Oribatidae
Famiglia Eriophyidae
Scudo cefalotoracico
Acari vermiformi, molto piccoli
(0,1 – 0,3 mm), provvisti di 2
sole paia di zampe in tutti gli
stadi.
le specie che determinano galle,
ipertricomi, scopazzi, rosette ed
arrotolamenti sono in genere
fitofagi specializzati.
Immissione saliva
tossica
Aumento del metabolismo
vegetale e malformazioni di
tessuti della pianta
Possono trasmettere virus
Adattamenti dello gnatosoma:
pedipalpi
Cheliceri
2 stiletti (in continuazione
degli apodemi interni) in
cui scorrono:
stilettiformi
digitus fixus
stilettiforme
digitus mobilis
stilettiforme
labrum
Altri 2 stiletti pedipalpali ai
lati dell’apertura boccale
stilettiforme
Direttamente implicati nella
puntura e nella suzione
In totale 9 stiletti tenuti insieme dalla guaina degli stiletti
Danni
In rapporto all’organizzazione delle appendici boccali
Tessuti interessati
Tessuto a palizzata
epidermide
ingiallimenti
argentature
Reazioni cellulari
Tricomi
Suberificazioni
Rugginosità
Galle
Famiglia Tetranychidae
Vi appartengono acari di piccole
dimensioni (< 1 mm) comunemente
conosciuti col nome di “ragnetti rossi”,
poiché molte specie sono capaci di
tessere delle tele, al di sotto delle quali
proliferano le colonie.
Depongono uova sferiche, inizialmente
trasparenti.
Non sono noti in rapporto a trasmissioni
di virus
Tetranychidae
Vivono sulla pagina inferiore delle
foglie provocando le tipiche
alterazioni dovute alle punture e
alla suzione del contenuto cellulare
del parenchima (punteggiature
necrotiche, aspetto rugginoso e
disseccamenti fogliari a partire dal
bordo). Possono essere colpiti
anche i frutti
Famiglia Tarsonemidae
Acari di piccolissime o piccole dimensioni dal
corpo di forma ovale, appiattiti dorsoventralmente.
Idiosoma ricoperto da un numero variabile di
piastre sclerotizzate.
Digitus mobile dei cheliceri stilettiforme e
parzialmente retraibile. Palpi estremamente
ridotti.
IV zampe della femmina 3-segmentate, più
sottili delle altre e terminanti con una lunga
setola flagellata.
IV zampe del maschio spesso più robuste delle
altre e terminanti con una robusta unghia
tarsale. Maschi forniti di una capsula genitale
telescopica fornita di ventose copulatorie
Famiglia Tarsonemidae
I maschi trasportano le
femmine in fase di ninfa
quiescente, in attesa della loro
maturazione (comportamento
di guardia del partner e della
sua diffusione)
FORESIA
Per la loro diffusione questi
acari sfruttano anche gli altri
insetti (es . Aleirodidi)
Famiglia Tarsonemidae
deformazioni degli organi verdi,
necrosi sugli steli
argentatura sulla pagina inferiore
delle foglie.
rugginosità grigia sui frutti con
blocco
dell’accrescimento,
deformazioni e spaccature in
caso di attacco precoce
Potenziale biotico ed ecoresistenza
Fattori che favoriscono
le infestazioni
Fattori che sfavoriscono
le infestazioni
Fattori agronomici:
monocoltura
Intensità colturale
concimazioni
Uso di
fitofarmaci e
irrigazioni
fitoregolatori
Scelta varietale
Biodiversità:
complessità
biocenotica
Scelta varietale
Fattori abiotici di contenimento
Durata del ciclo
biologico
Temperatura
Variazioni
improvvise
Umidità relativa
Optimum 60%
Diffusione della specie
Vento e pioggia
Se dilavante: irrigazioni a pioggia
Luce
diapausa
fototropismo
Phylum Nematoda
50.000 specie conosciute;
di piccole o piccolissime
dimensioni, sebbene le
forme libere possano
raggiungere dimensioni
superiori al cm e le forme parassite, soprattutto a carico di
vertebrati, anche dimensioni grandissime (10 m)
diffuse ovunque;
la metà delle specie è
parassita di piante e animali,
uomo compreso.
I nematodi sono idrobionti
Le specie terricole, come altri microrganismi, sfruttano,
per compiere i processi vitali e i movimenti, la pellicola di
acqua che circonda le particelle di suolo e le relative
microcavità delle stesse.
Dispersione attiva
Gli spostamenti attivi si riducono a pochi mm al giorno (in 1
anno ca. 1 m).
Movimenti verticali determinati da T° e UR
Dispersione passiva
ACQUA – PIOGGIA – VENTO – UOMO- ATTREZZI
Attraverso la dispersione passiva possono spostarsi su
lunghe distanze in breve tempo
La diffusione delle colture specializzate con l’abbandono
delle tradizionali rotazioni hanno favorito la massiva
moltiplicazione dei nematodi, cui è spesso attribuito la
cosiddetta “stanchezza del terreno” che si evidenzia con
vistosi cali produttivi
La lotta contro di loro risulta molto difficile a causa del
loro ambiente di vita e per la cuticola poco permeabile
alle sostanze tossiche.
I danni causati dall’attività
dei nematodi consistono
in
una
riduzione
quantitativa
della
produzione sia in un
peggioramento qualitativo
del prodotto raccolto.
Presentano il fenomeno della
criptobiosi, in presenza di
condizioni
ambientali
avverse, che permette la
conservazione per molti anni.
STRUTTURA
I nematodi fitoparassiti sono generalmente vermiformi;
le femmine di alcune specie possono presentarsi
piriformi, sacciformi, limoniformi etc.
Questo dimorfismo sessuale si riscontra nelle specie sedentarie.
Dimensioni: 0.2 – 2 mm
Animali non metamerici, a simmetria bilaterale.
capo
MORFOLOGIA
tronco
coda
maschio
La cuticola
Tri-stratificata
Robusta
indeformabile
barriera protettrice
Costituzione
La cuticola è formata
da più strati di fibre ad
andamento elicoidale
incluse in una matrice
extra-cellulare
di
natura
proteica
(=collagene) piuttosto
compatta.
Tale
struttura
ha
buona resistenza alla
lacerazione
Variabilità del tegumento
Cuticola ad
anelli
La cavità del corpo è riempita di fluido sottoposto ad elevata
pressione che ne determina il turgore, agendo da antagonista
ai muscoli, fungendo così da scheletro idrostatico.
Questo fluido sostituisce nella funzione di trasporto i sistemi
circolatorio e respiratorio che non sono differenziati.
Sistema muscolare
Dalla contrazione muscolare dorso- ventrale deriva il tipico
movimento ondulatorio dei nematodi.
I 4 campi muscolari
sono separati dagli
ispessimenti cuticolari
longitudinali (corde).
Le femmine sacciformi
vanno incontro alla
degenerazione
della
muscolatura
Muscolatura della parete
Nei nematodi è la cellula muscolare che invia propri processi verso
il sistema nervoso e non viceversa, come in tutti gli altri animali.
Sistema nervoso
Presenza di anello periesofageo e fibre nervose
longitudinali (dorsale, laterali e ventrale)
Organi di senso
Anfidi: chemiorecettori labiali
Anfidi
Sono i principali organi di senso dei
nematodi; percepiscono i secreti
radicali delle piante (entro i 2-3 cm di
raggio) e regolano i movimenti verso le
piante attraverso un gradiente di
concentrazione
Fasmidi: chemiorecettori caudali
Coinvolti
nella ricerca del sesso
.
opposto
fasmide
stoma
Sistema digerente
stiletto
La cavità boccale o stoma è variabile; Nei
Nematodi fitoparassiti contiene lo stiletto
detto stomatostilo (Tylenchidae) oppure
l’odontostilo o onchistilo (Dorylaimidae);
molto variabili a seconda dei gruppi.
Stiletto
Bottoni basali
L’odontostilo è capace di ritenere
Bottoni basali
e trasmettere virus.
esofago
La conformazione del tratto esofageo ha una notevole importanza
sistematica.
Le variazioni tra i vari gruppi sono numerose.
bulbo
mediano
rabditoide
bulbo basale
afelencoide
dorilamoide
tilencoide
L’intestino è un
tubo rettilineo che
occupa gran parte
della lunghezza del
corpo
La superficie microvillare assorbente si trova nel tratto
intestinale mediano.
Ad esso fa seguito l’intestino retto.
Alimentazione nelle specie fitoparassite
I nematodi si nutrono esclusivamente di cellule vive
perforandole con lo stiletto boccale.
Ectoparassita
semiendoparassita endoparassita
semiendoparassita endoparassita
endoparassita
sedentario
+ uova ectofite + uova endofite
Semiendoparassiti secondari
Esempi di
parassitismo
radicale
Sistema escretore
I prodotti del catabolismo
vengono eliminati tramite un
sistema escretore di tipo
semplice (ghiandolare) o dal
tipo ad "H“, costituito da due
canali
escretori
che
attraversano i cordoni laterali,
unendosi
centralmente
e
ventralmente, per
sboccare
all'esterno attraverso il poro
secretore o nefridioporo
Sistema ghiandolare
poro escretore
Sistema ad H
Sistema riproduttore
Femminile
costituite da due
rami che
confluiscono presso
un’unica apertura
situata nella metà
anteriore del corpo
ovario e
ovarioli
uovo
spermateca e spermatozoi
vulva
utero
Sistema riproduttore
Maschile
L’apertura
coincide
con il poro
anale
testicoli
spermatozoi
deferente
L’
apparato
copulatore
è
costituito da una o due spicole
rigide oppure da una campana
copulatrice formata da due
espansioni laterali della cuticola
della regione caudale. Gli
spermatozoi, trasferiti nel tratto
borsa
terminale degli ovidotti, sono
spicule
gubernaculum immobili, perché di flagello. Essi
vengono infatti necessariamente
a contatto con gli ovociti
durante la loro espulsione.
Riproduzione e sviluppo
I nematodi sono animali a sessi separati, anche se non mancano
la partenogenesi e l’ermafroditismo
Le uova non superano i 100 μ di lunghezza.
Il corion è tristratificato
(proteine + proteine / chitina + lipidi)
La fecondità dei nematodi fitoparassiti può arrivare a 500 uova)
Lo sviluppo embrionale, così come la schiusa, può avvenire
sia nel corpo della femmina che dopo la deposizione;
Lo sviluppo postembrionale si compie in 4 stadi
La muta
La prima muta avviene entro l’uovo, quindi
l’individuo che sguscia è la larva di seconda
età. Fattore di schiusa è la presenza di
essudati radicali vegetali compatibili nelle
immediate vicinanze.
L’accrescimento larvale avviene nel periodo
fra le mute poiché essi sfruttano la presenza
di una cuticola elastica e non rigida.
Durante ogni processo di muta si rinnovano
tutte le parti di origine ectodermica (stiletto,
stoma, esofago, retto, cloaca, vagina, poro
escretore).
Dopo l’ultima muta si completa lo sviluppo di
tutti gli organi di riproduzione
Cicli biologici
Nei nostri climi si hanno da
1-2 fino a 5 generazioni all’anno,
Periodi sfavorevoli inducono
comportamenti conservativi come
la quiescenza e la criptobiosi
Le forme di conservazione:
le cisti
Azione dei nematodi sulla pianta
I nematodi non si limitano a pungere e aspirare il
contenuto cellulare ma iniettano saliva tossica.
Doppio danno:
meccanico
3-4 punture di stiletto al
secondo con formazione di aree
necrotiche
biochimico
Le secrezioni iniettate alterano la
fisiologia della pianta con crescita
disordinata di cellule e/o lisi delle
pareti cellulari con formazione di
ipertrofie, iperplasie e sincizi
Sintomatologia
Sulla parte aerea si hanno sintomi aspecifici:
rachitismo
ingiallimenti
scarsa produttività
L’attacco diretto sulla parte epigea provoca:
appassimento, arricciamento, distorsioni, striature, necrosi,
galle.
L’attacco diretto sulla
parte ipogea provoca:
galle radicali, proliferazioni,
distorsioni, lesioni, necrosi
Rapporti con gli altri organismi
Vettori di pericolose malattie virali dei vegetali
Effetto sinergico di alcuni rapporti con microrganismi
Le necrosi favoriscono l’instaurarsi di patogeni vari
e ne aumentano l’aggressività.
Spesso cv R a malattie perdono questa caratteristica
se attaccate da nematodi. Es. Meloidogyne + Fusarium
Anche i batteri aderiscono facilmente sulla cuticola dei
Nematodi per cui approfittano dei punti di penetrazione
degli stiletti per colonizzare i tessuti cellulari.
Meloidogyne + Agrobacterium tumefaciens
Classificazione
Proposte su base sistematica oppure su
categorie basate sul comportamento biologico
nei confronti delle piante ospiti.
Divisione tra:
specie epigee ed ipogee;
queste ultime divise tra specie
ecto-,endo- e semiendoparassite
con differenziazione delle specie
migratrici da quelle sedentarie .
Nematodi endoparassiti epigei
Ditylenchus dipsaci ; Aphelencoides
fragariae (Ord. Tylenchida)
larve
Penetrano negli organi epigei e
talvolta ipogei attraverso stomi e
lenticelle
sviluppandosi
nel
tessuto
parenchimatico,
dove
depongono le uova. Migrano
spostandosi anche al di fuori dei
tessuti vegetali sul velo d’acqua
libera.
Possono passare ad attaccare
anche i semi, in cui si conservano
e si diffondono
Marciume su cipolla
Nematodi endoparassiti sedentari delle radici
(Heterodera, Globodera, Meloidogyne) (Ord. Tylenchida)
Le larve schiudono stimolate dai diffusati
radicali e dopo essersi fissate sulle
radici vi penetrano, compiendovi tutto il
loro ciclo biologico senza più spostarsi.
Già nelle prime fasi di penetrazione
l’iniezione
di
saliva
provoca
la
formazione di cellule giganti su cui il
nematode si nutrirà per tutto il ciclo.
* Cellule giganti
Le
femmine
per
progressivo
accrescimento
delle
gonadi
diventano sacciformi e per rottura
dei tessuti radicali espongono il
loro corpo all’esterno della radice. I
maschi rimangono vermiformi
Nematodi cistiformi (Heterodera, Globodera)
Le femmine a maturità diventano cistiformi. Il corpo sclerificato
della femmina, ormai morta, racchiude le larve a loro volta protette
dal corion dell’uovo. Le cisti sono organi di conservazione, che
possono conservare l’infettività anche per 20 anni, sebbene il
potenziale decresca di anno in anno.
Caratteri discriminanti: forma della cisti e l’area vulvare.
Heterodera
Globodera
Cisti sferiche
Cisti limoniformi
Ciclo del nematode
cistiforme della patata
Nematodi galligeni (Meloidogyne)
Gruppo di notevole importanza agraria per i
danni causati e la loro elevata polifagia.
L’attacco dei nematodi provoca oltre alla
formazione di cellule giganti, l’abnorme
rigonfiamento dei tessuti con conseguente
formazione di galle radicali (molto voluminose
in solanacee e cucurbitacee).
Le femmine
fuoriuscite per
radicali non si
depongono le
gelatinoso
sacciformi una volta
la
rottura dei tessuti
trasformano in cisti ma
loro uova in un sacco
Nematodi galligeni Meloidogyne
ciclo
Nematodi endoparassiti migratori delle radici
Pratylenchus (carciofo, patata)
bottoni basali
Endoparassiti migratori, noti come
“nematodi delle lesioni radicali”; sono
spesso associati a funghi patogeni del
genere Verticillium.
Entrano nella radice dell’ospite per
l’alimentazione e la riproduzione, ma
si muovono liberamente attraverso i
tessuti
radicali,
abbandonando
progressivamente i tessuti ormai
necrotizzati fino a fuoriuscirne.
L’alimentazione è per lo più confinata
alla corteccia della radice.
Nematodi ectoparassiti migratori delle radici
(Trichodorus)
Vivono
liberi
nel
terreno
spostandosi
continuamente sulle radici su cui si nutrono.
Le specie del gen. Trichodorus hanno uno stiletto
atipico curvo senza espansioni basali, capace solo
di raschiare le cellule causando lacerazioni e
imbrunimenti superficiali.
Sono collegati alla trasmissione di virosi
Manifestazioni virali
MEZZI DI CONTROLLO
La prevenzione è la migliore difesa dai nematodi.
Misure preventive:
quarantena & ispezione fitosanitaria
risanamento fisico:
calore - vapore
risanamento chimico: fenamiphos
disinfezione attrezzi
e mezzi agricoli
Mezzi colturali
Rotazioni
Varietà resistenti
Si favorisce il decremento spontaneo
delle popolazioni di alcune specie. Es.
contro H. schachtii rotazioni con erba
medica-graminacee-cipolla; contro G.
rostochiensis
trifoglio,
fragola,
graminacee.
Piante che emettono essudati non graditi;
piante ipersensibili con cellule che
muoiono all’atto della penetrazione del
nematode di fatto isolandolo e impedendo
ulteriori danni.
Maggese o set-aside
Concimazioni organiche Le sostanze azotate incidono sui
nematodi negativamente
Mezzi fisici
Solarizzazione
Efficacia dipende da:
T° - film - durata
Tale tecnica consiste nel ricoprire il terreno
durante il periodo estivo con un film
plastico
trasparente
per
circa
3-4
settimane.
Lo scopo è ottenere un innalzamento della
temperatura del terreno (soprattutto nei
primi 10 cm) fino a valori massimi di 40 °C.
A tal fine il terreno viene preparato come
per una fumigazione ed irrigato fino alla
capacità di campo, per favorire una
migliore conducibilità termica verso gli
strati più profondi
Impatto ambientale nullo.
Funghi antagonisti termotolleranti sfuggono al trattamento e
saranno molto attivi successivamente.