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Morbo di Parkinson: sintomi, cause e cure
Il morbo di Parkinson è la seconda malattia neurodegenerativa, che colpisce il sistema nervoso centrale e
provoca una perdita irreversibile di neuroni situati nella sostanza nigra. Focus su sintomi, cause e cure.
1. Definizione
2. Cause
3. Fisiopatologia
4. Evoluzione
5. Morbo di Parkinson - Sintomi
1. Tremori
2. Rigidità plastica
3. Bradicinesia
4. Sintomi fisiologici
6. Sintomi fisiologici
7. Diagnosi
8. Cure
1. Farmaci
2. Nuovi trattamenti
9. Complicazioni
Definizione
Il morbo di Parkinson definisce una patologia cronica neurodegenerativa che colpisce, evolvendo
lentamente, il sistema nervoso centrale. La malattia si spiega con la distruzione prematura e progressiva,
irreversibile, di alcuni neuroni che compongono la sostanza nigra del cervello, responsabili di un deficit di
dopamina all’origine dei suoi sintomi: tremori, lentezza dei movimenti e rigidità muscolare. Essa comincia
tra i 45 e i 70 anni e i primi sintomi non appaiono che dopo 5, 10 anni dall’inizio della malattia.
Cause
Le cause del morbo di Parkinson non sono state ancora determinate. Si sospetta una predisposizione
genetica in quei soggetti giovani con meno di 45 anni, associata a dei fattori ambientali tossici come
pesticidi o metalli pesanti. La combinazione di questi due fattori, genetico e ambientale, sembra essere il
maggior fattore di rischio dell’insorgere della malattia: la fragilità genetica provocherebbe la distruzione e la
diminuzione dei neuroni dopaminergici, aggravata dalla presenza di sostanze tossiche nell’ambiente.
Anche il sopraggiungere di un trauma grave può essere l’ipotesi chiarificatrice della comparsa della
patologia. Alcune patologie assomigliano alla malattia di Parkinson, ma non sono riconducibili alla
degenerazione dei neuroni dopaminergici: le sindromi parkinsoniane includono il morbo di Wilson (causa
di eccesso di rame nell’organismo), altre disfunzioni neurologiche, alcune forme di demenza e l’assunzione
di alcuni farmaci antipsicotici.
Fisiopatologia
La fisiopatologia del morbo di Parkinson consente di comprendere quali sono i meccanismi che peggiorano
questa patologia. Al giorno d’oggi si conosce che la malattia proviene da un disfunzionamento del locus
niger, il principale gangli basali del cervello. In effetti il ganglio grigio centrale costituisce il sistema
extrapiramidale, ossia regolatore del tono muscolare e dei movimenti riflessi, involontari. Nel morbo di
Parkinson, il locus niger cessa, lentamente, di secretare dopamina, un neurotrasmettitore che ha un ruolo
fondamentale nella gestione dei movimenti. I primi sintomi del morbo di Parkinson sono visibili quando circa
metà dei neuroni dopaminergici sono spariti.
Evoluzione
L’evoluzione è evidenziata all’inizio per una sola parte del corpo, poi per entrambe e infine i problemi si
aggravano progressivamente. I farmaci consentono un certo rallentamento dell’evoluzione, che viene a sua
volta modificata.
Morbo di Parkinson - Sintomi
Lentezza, rigidezza e tremori sono sintomi caratterizzanti la malattia di Parkinson, accompagnati da altri
sintomi probabili.
Tremori
Il primo segnale, che colpisce 3 casi su 4 è quello dei tremori incontrollabili nella persona colpita. Essi
compaiono solitamente al livello di una mano, il pollice, per estendersi poi, verso la testa e le gambe.
Questi tremori sopraggiungono particolarmente a riposo, quando non si sta compiendo alcun movimento
volontario e in stadi di angoscia e stress. I tremori, lenti e regolari, si propagano dal collo e dalla testa. Essi
scompaiono durante i movimenti volontari e nel sonno, ma si aggravano quando si fa un grande sforzo
mentale, tipo i calcoli. I tremori però non sono definitivi di una diagnosi di questa patologia. Infatti, il morbo
di Parkinson può verificarsi senza manifestare questo sintomo, e lo stesso può essere secondario ad altre
malattie.
Rigidità plastica
La rigidità degli arti è uno tra gli altri sintomi del morbo di Parkinson. La rigidità si accompagna a dolori e
tensioni muscolari e dei tendini. Il paziente affetto dal morbo trova, così, delle difficoltà a compiere alcuni
movimenti e ha la tendenza ad essere meno attivo. Risulta molto teso e ricurvo, e la rigidità colpisce
spesso i muscoli della colonna, la nuca e le articolazioni dei membri.
Bradicinesia
La bradicinesia è la comparsa di movimenti lenti, a scatti, rigidi e rari, che accompagnano tremori. Essi
rappresentano i sintomi più caratteristici della malattia e alterano significativamente le espressioni e i
movimenti dei piedi e del viso. Il volto della persona interessata sembra impassibile e senza espressione,
con la bocca semiaperta e gli occhi piccoli, le palpebre battono molto raramente. Il camminare è
generalmente lento realizzando piccoli passi. Il paziente viene quindi a volte obbligato a fermarsi e può
sembrare che marci sul posto, con le braccia oscillanti, lungo il suo corpo. Se a causa delle circostanze egli
cammina più velocemente, il paziente risulterà piegato in avanti, curvo. Inoltre sopraggiungeranno dolori
causati da sintomi motori.
Sintomi fisiologici
Una costipazione è spesso presente a causa del rallentamento della mobilità gastrica. Diarrea, nausea
possono sopraggiungere in caso di assunzione di farmaci. Problemi anche durante la salivazione,
eccessiva, e la deglutizione. Un abbassamento della pressione arteriosa comporta, in posizione eretta,
vertigini, cefalee e malessere generalizzato. La sensazione di urinare spesso è osservabile poiché la
vescica tende a contrarsi, quando è appena piena. Altri numerosi sintomi fisiologici come perdita
dell’odorato, problemi del sonno, possono apparire precocemente. Modificazioni al tono vocale e alla
scrittura, e difficoltà ad articolare bene le parole.
Sintomi fisiologici
Depressione, apatia, mancanza di interesse, angoscia sono spesso presenti nei soggetti affetti. Episodi di
confusione, perdita di memoria così come altre patologie mentali possono apparire nel corso
dell’evoluzione della malattia. Perdita del desiderio, problemi di erezione, frigidità possono anche essere
osservati.
Diagnosi
La diagnosi del morbo di Parkinson è spesso difficile da stabilire, poiché i sintomi appaiono in maniera
progressiva e altre possono essere le patologie che li causano. Si tratta di combinare più segnali clinici e
alcuni esami che possono essere praticati per eliminare un’altra malattia responsabile della sindrome
parkinsoniana. Una TAC o una risonanza ed esami del sangue sono spesso realizzati. Spesso un
miglioramento iniziale dei sintomi sotto trattamento è un’ argomentazione a favore della diagnosi del morbo
di Parkinson.
Cure
Non esiste alcun trattamento che possa definitivamente curare chi è affetto da morbo di Parkinson: i
medicinali esistenti, uniti ad una dieta giusta, consentono di vivere meglio con la malattia. Farmaci antiparkisionani, antagonisti della dopamina o L-Dopa, sono molto utilizzati in un secondo momento della
malattia o per gli anziani. Il farmaco ha effetti indesiderati se assunto a lungo termine. A questo vi si
aggiungono delle sessioni di fisioterapia che consentono di lottare contro le deformazioni provocate dalla
rigidità e dall’acinesia. La fisioterapia ha lo scopo di rieducare il movimento e di equilibrare la mobilitazione
dei muscoli colpiti.
Farmaci
I farmaci devono essere prescritti il più tardi possibile, soprattutto nei soggetti molto anziani. Si suddividono
in farmaci agonisti della dopamina, e farmaci che curano gli altri problemi non motori, come disturbi del
sonno, della memoria, dell’umore, dell’equilibrio della parola ecc. Specifici in base al soggetto e ai sintomi
che si mira a placare, questi farmaci sono dosati in base alle manifestazioni extrapiramidali e alla tolleranza
del soggetto. Sconsigliato prendere dosi elevate e per lungo periodo a causa di effetti secondari che ne
possono derivare. Allo stesso tempo è bene rispettare gli orari di assunzione ed evitare di arrestare il
trattamento all’improvviso. Gli effetti possono tardare a manifestarsi, in taluni casi consultare il medico per
eventuali modifiche alla posologia e ulteriori prescrizioni a cura di altri sintomi secondari come gastrite ecc.
Nuovi trattamenti
In supporto o come alternativa ai farmaci prescrivibili possono essere prese in considerazione la
rieducazione ortofonica, che consente di curare la disartria, i problemi del linguaggio e la respirazione;
ergoterapia, o la terapia occupazionale, svolta a domicilio al fine di limitare al minimo la perdita d’autonomia
dei malati. Per combattere la rigidità muscolare, possono essere proposte delle cure termali specifiche, che
consentono anche di far uscire il malato da suo isolamento.
Complicazioni
Nel corso evolutivo della malattia le complicazioni che possono sopraggiungere si basano sulla quasi nulla
mobilità del paziente, l’aggravarsi dell’equilibrio e l’handicap causato dai problemi di deglutizione e parlato
diventano sempre più complicati con l’aggravarsi della malattia stessa. Inoltre, in aggiunta a questa
situazione il paziente ha la tendenza a diventar man mano più depresso, confuso e a sviluppare una certa
demenza che si caratterizza da problemi di memoria, episodi di delirio, manifestazioni che necessitano una
presa di posizione e cure costanti. Il sempre più spesso bisogno di urinare, può provare anche
l’apparizione di ulcere, infezioni polmonari, abbassamento della pressione, cefalee, vertigini e una serie di
problemi infettivi che possono complicare lo stato del malato. L’evolvere della patologia, sottoposta a
UPDRS, scala di valutazione della prognosi del morbo di Parkinson, può comportare, in stadi gravi della
malattia, anche il ricovero in una casa di cura specifica, anche al solo fine di supportare il malato al livello
psicologico, oltre che fisico.
Foto: © Ocskay Mark - Shuttertock.com
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