Luca Mori 16 novembre 2013 Dove siamo? Parliamo dal posto in cui siamo Luca Mori 16 novembre 2013 Filosofia • la meraviglia • l’emozione che ci “affascina” • possibilità di una mente simbolica “estesa” che attraverso l’auto-elevazione semantica dispone di sistemi di segni-sostituti che ci permettono di presentificare ciò che è assente • esplorazione delle estensioni del pensabile e dell’immaginabile (comparazioni, analogie, differenze, astrazioni, ipotesi, inferenze) Luca Mori 16 novembre 2013 Piano dei 2 incontri • Ideazione di un progetto di filosofia con i bambini • Senso del lavoro • Processo – problema (pro-bouleuma) – setting – specifico filosofico – conversazione – ruolo del formatore • Altri esempi di ideazione • Condivisione coi genitori e documentazione Luca Mori 16 novembre 2013 Ideazione del progetto 2000, 2004 Esperienze del Prof. Iacono nelle scuole elementari 2005 Le prime esperienze nelle scuole dell’infanzia 2005 ! 2013 Sedi: Infanzia comunali di Rosignano M.mo, Vada, Nibbiaia; a Pisa:Scuole dell’infanzia Agazzi, Montessori, Istituto Tongiorgi, Galilei, Calandrini, Betti, La Maddalena (Tirrenia), S. Rossore (Parco S. Rossore); Istituto Comprensivo di San Vincenzo, Istituto Comprensivo di Coverciano (Firenze),Scuola dell’infanzia di Settignano. Scuole dell’infanzia comunali di Modena Luca Mori 16 novembre 2013 Ideazione del progetto Gli esperimenti mentali della filosofia come punto di partenza gioco serio simulazione fare finta Luca Mori 16 novembre 2013 Ideazione del progetto L’esperimento mentale dell’utopia Immaginiamo di… Ho ricevuto una lettera da… Luca Mori 16 novembre 2013 Il senso del progetto La forma del problema filosofico “Un problema filosofico ha la forma: ‘Non mi ci raccapezzo’” (L. Wittgenstein, Ricerche Filosofiche, § 123) In tedesco “non mi ci raccapezzo” è “Ich kenne mich nicht aus”, che rende pure il senso dell’essersi smarriti, là dove magari non ci aspetteremmo di esserlo Luca Mori 16 novembre 2013 Il senso del progetto La forma del problema filosofico “195. Immaginiamo una specie di figura-rebus, in cui non si debba trovare un oggetto determinato, ma che alla prima occhiata ci appaia come un intrico di linee prive di senso, e poi, soltanto dopo che abbiamo cercato per un po’, come l’immagine di un paesaggio. – In che cosa consiste la differenza tra l’aspetto che l’immagine aveva prima e l’aspetto che aveva dopo la soluzione? – Che l’una e l’altra volta vediamo cose diverse, è chiaro. Ma in che senso, dopo la soluzione, si può dire: ora l’immagine ci dice qualcosa, prima non ci aveva detto nulla? (Wittgenstein, Ricerche filosofiche, § 196)”. Luca Mori 16 novembre 2013 Il senso del progetto La forma del problema filosofico Luca Mori 16 novembre 2013 Il senso del progetto Riflettere “I comuni appelli a pensare, rivolti ad un bambino (come ad un adulto), senza tener conto della esistenza o meno, nella sua esperienza, di una qualche difficoltà che lo turbi o che alteri il suo equilibrio, sono altrettanto futili quanto, per così dire, l’invitarlo a sollevarsi da terra reggendosi con i lacci delle scarpe” (Dewey, Come pensiamo, 1961, 76). Luca Mori 16 novembre 2013 Il senso del progetto Riflettere Il pensare ha origine in una situazione che può abbastanza bene essere chiamata cruciale, una situazione così ambigua da presentare un dilemma o proporre delle alternative. Finché la nostra attività scivola via senza ostacoli da una cosa all’altra o finché noi permettiamo alla nostra immaginazione di intrattenersi a suo piacimento in fantasticherie, non vi è posto per la riflessione. […] Nello stato di sospensione determinato dall’incertezza, noi metaforicamente saliamo sempre su un albero; ci sforziamo di trovare un punto di vista dal quale esaminare nuovi fatti e dal quale, una volta raggiunta una veduta che ci faccia meglio dominare la situazione, decidere come stiano i fatti nella loro relazione reciproca (Dewey 1961, 74-75). Luca Mori 16 novembre 2013 Il senso del progetto Ancora sull’esperimento mentale [i]l metodo di far indovinare il risultato di una disposizione sperimentale ha poi un alto valore didattico. [...] Non solo l’allievo, anche il maestro ottiene vantaggi non comuni da questo metodo. Impara a conoscere meglio che in altri modi i suoi scolari. Mentre alcuni allievi si fermano all’elemento più verisimile immediatamente successivo, altri prevedono strani e inusuali risultati. La maggior parte si ferma a ciò che è abituale, disposto in modo ovvio nella serie associativa (Mach 1982, 191-192). Thomas S. Kuhn vide nell’esperimento mentale «uno degli strumenti analitici che vengono utilizzati durante la crisi e che quindi aiutano a promuovere le riforme concettuali fondamentali» Un piccolo successo sarebbe dedicare del tempo a riunioni in cui vengono simulati scenari alternativi di futuri possibili, e a partire dal risultato che si è immaginato ritornare poi a identificare gli eventi che potrebbero arrivare a causarlo. In alternativa, potete dare ai singoli o ai gruppi il compito di immaginare scenari inattesi e scrivere delle riflessioni a questo riguardo (Weick, Sutcliffe 2010, 160-161). Luca Mori 16 novembre 2013 Il senso del progetto Esercizio della mente simulativa «Il sognatore, il costruttore di castelli in aria, il romanziere, il poeta di utopie sociali o tecniche, sperimentano mentalmente. Ma anche il solido commerciante, l’inventore o lo scienziato seri fanno la stessa cosa. Tutti quanti si figurano delle circostanze, e a tale rappresentazione connettono l’aspettativa, la previsione di certe conseguenze; fanno un esperimento mentale» (Mach 1905) Esercitarsi nell’immaginare configurazioni attese al futuro può inoltre permette di confrontarsi con differenti immagini del proprio sé e dei sé possibili (Oyserman e James 2009), aumentando il livello di “prontezza” (preparedness) di fronte all’incertezza (Carroll e Shepperd 2009). Laura Kray e Adam Galinsky (2003) hanno evidenziato come la riflessione e la discussione su narrazioni studiate per generare pensieri contro-fattuali (counterfactual prime condition) abbiano rilevanti conseguenze sui processi di decisione in gruppo, sulla condivisione delle informazioni e sulla ricerca di relazioni tra le variabili in gioco in uno scenario. Luca Mori 16 novembre 2013 Il senso del progetto Cercare insieme (il bosco di Terrence Deacon) Luca Mori 16 novembre 2013 Il senso del progetto Le “competenze” Da G. Cepollaro, Le competenze non sono cose: «Il bricolage emerge da una serie di materiali eterogenei e preesistenti a cui viene conferito un significato inedito in virtù del nuovo contesto con cui si relazionano. Nell’azione del bricoleur le regole procedurali non sono rigide e stabili ma sono continuamente trasformate nella conversazione con le risorse disponibili, con i vincoli e le possibilità del contesto», p. 44 Luca Mori 16 novembre 2013 Processo Problema Verso un’isola disabitata e appena scoperta Quali sono le prime cose di cui abbiamo bisogno… Come/dove abitiamo - Noi e l’ambiente Le regole e cosa succede se non si rispettano Il governo: come si prendono le decisioni collettivamente vincolanti Gli adulti - I confini e l’arrivo di sconosciuti Incertezza e pericolo “dall’esterno” e “dall’interno”… eccetera Luca Mori 16 novembre 2013 Processo Setting Luca Mori 16 novembre 2013 Processo Specifico filosofico 1) Obiezione: i bambini già inventano e fanno finta… (invasività dell’adulto in questa dimensione) 2) Obiezione: i bambini già conversano su bene e male, su giusto e ingiusto ecc. 3) Il metodo della philosophy for children La strutturazione “filosofica” del problema e il riferimento ai “classici” della filosofia oppure a esperimenti mentali che abbiano una tradizione filosofica Luca Mori 16 novembre 2013 Processo Conversazione Luca Mori 16 novembre 2013 Processo Ruolo del formatore Contenuti all’altezza dei tempi in cui viviamo in ambienti di apprendimento in cui lo spazio di scoperta e il tempo siano adeguati con posture formative che favoriscano l’esercizio di competenze relazionali in modo tale da partire dall’esperienza di chi apprende per attivare un processo di apprendimento in cui emerga il senso di ciò che si fa, in generale e come espansione del proprio “poter dire” e “poter fare” Luca Mori 16 novembre 2013 Processo Ruolo del formatore Luca Mori 16 novembre 2013 Processo Ruolo del formatore Stare insieme (in equilibrio instabile) in uno spazio-tempo limitato mentre il numero dei presenti e le diversità di tutti i presenti – con il loro tasso di incertezza – costringono a rivedere” l’equilibrio nel tempo [tra il cristallo e il fumo, Atlan] ma anche trasformano, estendono, traslano il campo delle potenzialità Luca Mori 16 novembre 2013 Processo Ruolo del formatore Ritrarsi Scaffolding Rinunciare al ruolo di narratore onnisciente