il friuli – venezia giulia

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IL FRIULI – VENEZIA GIULIA
IL TERRITORIO E L’AMBIENTE
UNA REGIONE DI CONFINE
Il Friuli-Venezia Giulia è una delle più piccole regioni italiane (7.855 km2) posta all‟estremità nordorientale dell‟Italia, ai confini con due Stati stranieri, l‟Austria e la Slovenia; lungo il lato
occidentale confina con il Veneto, mentre a sud si affaccia sul Mar Adriatico. La regione, a statuto
speciale, è formata dal Friuli, corrispondente alle province di Pordenone e Udine (circa il 90% del
territorio regionale) e la Venezia Giulia che comprende le province di Gorizia e Trieste.
Come molte altre regioni dell‟Italia settentrionale il Friuli-Venezia Giulia è diviso in una parte
alpina e prealpina (62% del territorio) e una parte padana (38%). A nord, lungo il confine con
l‟Austria si innalzano le Alpi Carniche, che raggiungono la vetta più alta nel Monte Coglians
(2.780 m); ad oriente si trovano le Alpi Giulie. Le due catene alpine sono fiancheggiate nella fascia
centrale dalle Prealpi Carniche e Giulie, che digradano verso la pianura con sistemi collinari. Tra
le Alpi Carniche e la valle superiore del fiume Tagliamento si estende la regione della Carnia. Nella
Venezia Giulia, tra la provincia di Trieste, la Slovenia e l‟Istria si trova il Carso, una regione
naturale caratterizzata da rocce calcaree che hanno dato origine ai tipici fenomeni “carsici”, cioè
doline, grotte, fiumi e laghi sotterranei.
La pianura friulana, l‟ultimo tratto della Pianura padano-veneta, si affaccia sul Mar Adriatico con
una costa bassa e sabbiosa, caratterizzata dalla Laguna di Marano e di Grado. Nella parte
orientale, lungo il Golfo di Trieste, la costa diventa alta e scoscesa per la presenza dei rilievi
carsici.
FIUMI SUPERFICIALI E FIUMI SOTTERRANEI
Il fiume principale della regione è il Tagliamento, che attraversa tutto il Friuli-Venezia Giulia e nel
tratto finale segna il confine con il Veneto. Altri corsi d‟acqua sono l‟Isonzo, che scorre in Italia
solo nel suo ultimo tratto nella piana di Gorizia, e il Livenza che nel suo corso superiore attraversa
la parte occidentale della regione. Nell‟alta pianura friulana le acque dei fiumi spesso scorrono sotto
ampi alvei ghiaiosi. L‟idrografia della regione carsica è caratterizzata dalla presenza di corsi
d‟acqua sotterranei, come il fiume Timavo che scorre per circa 28 km nell‟interno carsico e
riaffiora solo nella parte finale a 2 km dalla foce nel Golfo di Trieste. Caratteristici di questa zona
sono anche alcuni laghi carsici, come ad esempio il lago di Doberdò, che deve la sua origine alle
acque sotterranee, le quali, grazie a profonde spaccature del terreno, riaffiorano in superficie.
CARSO, UN TERRITORIO DA TUTELARE
Il Carso è un territorio ricco di caratteristiche morfologiche e naturali uniche nel nostro paese.
All‟interno della parte italiana del Carso è stata istituita una Riserva Naturale Regionale nella Val
Rosandra, l‟unica frattura valliva presente sull‟altopiano carsico. Il torrente omonimo che la
percorre ha modellato cascatelle e particolari forme erosive come le “marmitte dei giganti” e ha
scavato grotte che hanno un notevole interesse speleologico. Altre riserve sono state istituite sui
monti Orsario e Lenaro. Purtroppo però questo territorio, scarsamente protetto, è seriamente
minacciato: circa 300 grotte naturali sono diventate discariche più o meno abusive riempite di ogni
tipo di rifiuti, anche pericolosi, e di residuati bellici; altri aspetti naturali sono stati compromessi
dalle costruzioni edilizie e stradali.
UN CLIMA PIOVOSO
Nelle zone pianeggianti e collinari il clima della regione è di tipo padano, abbastanza freddo
d‟inverno e caldo d‟estate, mentre nella fascia montuosa diventa alpino. La relativa vicinanza delle
montagne alpine all‟Adriatico settentrionale è all‟origine di due importanti caratteristiche del clima
regionale. La prima è l‟elevata piovosità, superiore a quella delle altre regioni settentrionali,
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soprattutto nella regione carnica dove si superano i 2.000 mm annui. L‟altra caratteristica è la
frequenza della bora, un vento freddo proveniente da nord-est che d‟inverno flagella le coste
orientali raggiungendo velocità molto elevate.
Il Friuli-Venezia Giulia, che ha una superficie forestale pari al 24% del totale regionale, è una delle
poche regioni italiane prive di Parchi Nazionali. Non mancano però importanti parchi e riserve
regionali sulle zone montuose, come il Parco Naturale delle Dolomiti Friulane, nella parte
occidentale delle Prealpi Carniche, ma anche zone umide di importanza internazionale sulle coste.
RISPONDI ALLE DOMANDE
• Dove si trova il Friuli-Venezia Giulia e con quali paesi confina?
• Com‟è diviso il territorio di questa regione?
• Quali sono le principali catene e i monti più elevati?
• Com‟è la costa della pianura friulana?
• Elenca i fiumi principali della regione.
• Qual è la particolarità del fiume Timavo?
• Com‟è il clima del Friuli-Venezia Giulia?
• Cos‟è la bora?
LA POPOLAZIONE E LE CITTÀ
UNA TERRA DI EMIGRANTI
Il Friuli-Venezia Giulia ha una popolazione di circa 1 milione e 200.000 abitanti, con una densità
demografica (153 ab/km2) inferiore a quella nazionale.
Gli abitanti si concentrano nella media pianura, in
particolare nelle aree urbane dei quattro capoluoghi,
mentre la montagna risulta poco popolata.
Nel secolo XIX e agli inizi del Novecento molti Friulani,
per sfuggire alla povertà delle campagne e alla mancanza
di lavoro, sono emigrati soprattutto verso gli Stati Uniti e
l‟Argentina. Anche dopo la seconda guerra mondiale si
sono avuti intensi flussi migratori verso l‟America ma
anche verso l‟Europa centrale e le regioni più
industrializzate dell‟Italia settentrionale. Solo negli anni
Settanta queste migrazioni sono diminuite, per effetto
della
industrializzazione
della
regione.
Contemporaneamente è aumentata l‟immigrazione
proveniente dall‟Europa orientale e dal Nordafrica,
mentre si è verificato un invecchiamento della
popolazione a causa del forte calo della natalità:
nell‟Italia settentrionale solo la Liguria ha un tasso di
natalità inferiore.
Nella province di Gorizia e Trieste vivono consistenti minoranze di lingua slovena, mentre più
ridotte sono le minoranze di lingua tedesca dell‟alta Carnia.
TRIESTE:DA CITTÀ ISOLATA A METROPOLI EUROPEA
Trieste, il capoluogo regionale, fino alla prima guerra mondiale era una ricca città mercantile
dell‟impero austro-ungarico, nodo portuale dei traffici tra l‟Europa centrale e il Mediterraneo. Dopo
la fine dell‟impero ebbe inizio per la città una crisi che si è aggravata dopo la seconda guerra
mondiale, quando Trieste perse gran parte del suo territorio provinciale, passato alla Iugoslavia, e fu
amministrata per alcuni anni dalle truppe alleate. Anche dopo il suo definitivo passaggio all‟Italia
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nel 1954, la città ha sofferto per la sua posizione lungo la “cortina di ferro” che divideva l‟Europa
occidentale da quella orientale.
Il potenziamento delle attività industriali e portuali di Trieste, favorito anche dall‟autonomia
regionale e dai finanziamenti concessi dallo Stato italiano, ha avuto una
sensibile accelerazione dopo il 1990 con la disgregazione della Iugoslavia e,
più recentemente, con l„ingresso della Slovenia nell‟Unione Europea.
Oggi Trieste, che conta più di 200.000 abitanti, è tornata ad essere un nodo
fondamentale nelle comunicazioni e nei commerci tra Europa e
Mediterraneo. Al centro di tali funzioni vi è il porto, secondo in Italia dopo
Genova per quantità di merci imbarcate e sbarcate. La città svolge anche
importanti funzioni nel settore terziario con le sue attività del ramo
assicurativo e con la presenza di centri della ricerca scientifica di livello mondiale (l‟Area Science
Park, il Centro di fisica teorica e il Centro internazionale delle biotecnologie dell‟Onu).
LE PROVINCE FRIULANE E GORIZIA
Udine, considerata la “capitale”del Friuli storico, è un centro urbano che conta quasi 100.000
abitanti. La città è un importante polo commerciale e industriale ed è il principale snodo dei traffici
transalpini per la sua posizione strategica al centro della regione friulana, sulla direttrice
autostradale e ferroviaria che porta verso l‟Austria e verso l‟Est europeo.
Pordenone, divenuta capoluogo di provincia nel 1968, dagli anni Settanta si è trasformata in uno
dei maggiori poli industriali italiani per la produzione di elettrodomestici. Recentemente è divenuta
sede di un polo universitario dipendente dall‟Università di Trieste e dall‟Università di Udine. Inoltre
dal 2002 è attivo il Polo tecnologico di Pordenone per promuovere la cultura dell‟innovazione nelle
imprese del territorio.
Alla confluenza delle due naturali vie di comunicazione tra oriente e occidente, le Valli dell‟Isonzo
e del Vipacco, si trova Gorizia importante luogo di transito già in tempi remoti. La città si affaccia
sulla pianura dell‟Isonzo, circondata da dolci colline famose per la coltivazione della vite e la
produzione di ottimi vini. Dopo la seconda guerra mondiale la città è stata divisa dalla Nova Gorica
slovena. La recente indipendenza della Slovenia e la sua entrata nella Unione europea hanno
favorito la progressiva integrazione delle due città “gemelle”.
LA STORIA
La regione fu conquistata dai Romani che vi fondarono le colonie di Forum Iulii (l‟attuale Cividale)
da cui deriva il nome di Friuli, e di Aquileia che divenne il principale centro economico e culturale
di tutta la regione. Dopo la devastazione di Aquileia a opera degli Unni, la regione fu conquistata
dai longobardi che a Cividale crearono il loro primo ducato. Nel Medioevo Aquileia risorse e
divenne il centro di un potente patriarcato, mentre il Friuli fu organizzato come marca del regno
franco e poi dell‟impero germanico. Nel secolo XV quasi tutta la regione, compresa l‟Istria, entrò a
far parte della Repubblica di Venezia che alla fine del Settecento la cedette all‟impero austriaco. Il
Friuli venne annesso al Regno d‟Italia nel 1866 dopo la Terza guerra d‟Indipendenza, mentre la
Venezia Giulia (compresa l‟Istria) fu acquisita dopo la prima guerra mondiale. Dopo la seconda
guerra mondiale la Iugoslavia è entrata in possesso dell‟Istria e di parte della Venezia Giulia,
mentre Trieste è rimasta all‟Italia dopo un breve periodo di occupazione internazionale. I confini tra
Italia e Iugoslavia sono stati definiti nel 1975 con il Trattato di Osimo.
RISPONDI ALLE DOMANDE
• Com‟è distribuita la popolazione nella regione?
• Qual è stato l‟andamento dei flussi migratori dall‟Ottocento a oggi?
• Perché Trieste ha avuto una fase di crisi economica dopo la prima e la seconda guerra mondiale?
• Quali sono le province della regione? Per ogni provincia elenca le caratteristiche che ti sembrano
più rilevanti per descriverla.
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• Da dove deriva il nome di Friuli?
• Quali cambiamenti territoriali si sono avuti nella regione nel corso del Novecento?
L’ECONOMIA E LA SOCIETÀ
AGRICOLTURA E ALLEVAMENTO DI QUALITÀ
L‟agricoltura, che fino agli anni Settanta era la principale risorsa economica della regione, ha perso
molta della sua importanza, come dimostra la bassa
percentuale degli addetti e del PIL relativa al primario
(meno del 3%). Tuttavia, a parte le colture più tradizionali
(mais, orzo, barbabietola da zucchero), nella pianura e
nelle colline del Friuli e della Venezia Giulia si è
sviluppata un‟agricoltura specializzata in coltivazioni di
qualità, prima fra tutte la vite destinata alla produzione di
vini eccellenti (Collio).
L‟allevamento dei bovini conserva una certa importanza
nelle zone di montagna, che sono alla base di produzioni di
formaggi rinomati come il Montasio, mentre nella pianura
è diffuso l‟allevamento dei suini che è alla base di pregiati
produzioni come il prosciutto crudo di San Daniele. Anche
la pesca ha un certo peso economico, in particolare
l‟allevamento di molluschi.
INDUSTRIA E TERZIARIO DIVERSIFICATI
L‟industrializzazione, decollata negli anni Settanta del
Novecento, ha reso il Friuli-Venezia Giulia uno dei poli
più avanzati del Nord-est. In una prima fase si sono sviluppate aziende di grandi dimensioni come
le industrie dei cosiddetti elettrodomestici bianchi (frigoriferi, lavatrici, lavastoviglie) di
Pordenone, i cantieri navali e le industrie aeronautiche di Monfalcone. In seguito si è creata una
rete di piccole e medie industrie altamente specializzate come i mobiljfici di Manzano (in provincia
di Udine), i coltellifici di Maniago (in provincia di Pordenone).
Il settore terziario è in espansione e conta su due compatti principali. Innanzitutto il commercio,
basato sia sul traffico portuale di Trieste, sia sull‟afflusso crescente a Trieste e Gorizia di acquirenti
provenienti dalla Slovenia e dalla Croazia. Altrettanto importante è il turismo che si avvale di una
offerta diversificata: dalle spiagge adriatiche di Lignano Sabbiadoro e Grado alle località montane
della Carnia, a importanti centri storico-culturali come Aquileia, Palmanova, Cividale del Friuli.
L‟afflusso di turisti nella regione è agevolato dalla vicinanza all‟Europa centrate e orientate e dalla
presenza di una buona rete di autostrade: l‟A4 che attraversa tutto il Friuli-Venezia Giulia
collegando Trieste alle altre regioni padane e che si unisce alla rete autostradale slovena, e l‟A23
che giunge fino a Tarvisio, collegando la regione all‟Austria.
RISPONDI ALLE DOMANDE
• Quali sono te produzioni agricole di qualità della pianura e delle colline friulane?
• Quale tipo di allevamento è presente netta regione? Quali sono più famosi prodotti
agroalimentari?
• Quale evoluzione ha avuto l‟industrializzazione in Friuli-Venezia Giulia?
• Quali sono le principali attività industriali oggi?
• Perché nel settore del terziario ha un notevole peso economico il commercio?
• Quali sono le principali località e attrattive turistiche della regione?
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