Convegno A.I.S.E.A. CALL FOR PAPER L’ A.I.S.E.A. (Associazione Italiana per le Scienze Etno-Antropologiche) – Onlus ha organizzato il Convegno annuale dal titolo: “PRATICHE DIGITALI, MEMORIA SOCIALE E RELAZIONI CULTURALI NEGLI SCENARI DI CRISI DELLA CONTEMPORANEITA’” Il Convegno si svolgerà a Roma, presso l’aula Volpi dell’Università degli Studi di Roma 3, nelle date del 29-30 e 31 maggio 2014 Il tema proposto per il Convegno intende riflettere sugli Scenari di Crisi che caratterizzano la complessità contemporanea. In particolare, al centro della riflessione ci saranno, da un lato gli scenari di crisi della contemporaneità con riguardo alla trasformazione della memoria dalla tradizione alla digitalizzazione, e, dall’altro, le ricadute della svolta digitale nel pensiero scientifico in generale e nel settore antropologico in particolare. Ambiti questi che si pongono come cornice significante delle sessioni tematiche, proposte come focus specifici d’analisi ed approfondimento. In quest’ottica le sessioni tematiche avranno come obiettivo quello di riflettere ognuna su uno specifico Scenario al cui interno è possibile rinvenire significativi mutamenti e/o elementi di criticità. Ci si riferisce alla riflessione sulle implicazioni che la svolta digitale, impostasi in ogni settore della vita sociale, dell’organizzazione culturale, della comunicazione e della stessa elaborazione scientifica nel mondo Occidentale e occidentalizzato, ha prodotto sul pensiero scientifico e, in particolare, su quello antropologico, alle pratiche di costruzione della memoria sia a livello sociale che istituzionale come patrimonializzazione dei beni culturali immateriali, ai nuovi scenari economici al cui interno si generano nuove forme di povertà ma anche nuove opportunità lavorative, alle nuove pratiche politiche che investono sia il livello della comunicazione istituzionale sia quello dei movimenti di democratizzazione e autorganizzazione dal basso, alle nuove forme di legame sociale plasmato dall’utilizzo delle tecnologie digitali. Scenari accumunati e collegati tra loro da un fil rouge, le pratiche digitali, capace di modificare significativi ambiti delle culture e delle società contemporanee divenendo strumento privilegiato per la costruzione di nuovi scenari di interazione, non più meramente interstiziali, che lo sguardo antropologico non può ignorare. SESSIONI TEMATICHE 1. Pensiero scientifico e svolta digitale: teorie e pratiche dell’antropologia Lo scopo di questa sessione è quello di proporre una riflessione sulla svolta digitale, impostasi in ogni settore della vita sociale, dell’organizzazione culturale, della comunicazione e della stessa elaborazione scientifica nel mondo Occidentale e occidentalizzato. La svolta digitale, infatti, si manifesta quale risultato dell’accentuato processo di globalizzazione o mondializzazione contemporanea, ed è divenuta a sua volta, il principale agente delle pratiche di unificazione ed omologazione planetaria. In quest’ottica l’organizzazione del pensiero scientifico muta radicalmente e l’antropologia non può che interrogarsi sulle nuove pratiche di analisi ed indagine che è chiamata ad elaborare per affrontare tali mutamenti. Da questo punto di vista il sapere umanistico ha subito significative trasformazioni per quel che concerne l’elaborazione concettuale, la creazione, la catalogazione e l’utilizzo dei dati, la comunicazione specialistica e la divulgazione, le stesse modalità di espressione e di organizzazione linguistica degli studiosi e dei ricercatori. Si propone, quindi, di produrre un’elaborazione di questi temi che investa, in prima istanza, la stessa definizione epistemologica della disciplina e poi i sistemi di raccolta e archiviazione dei dati, le modalità di comunicazione, le piattaforme informatiche e la progettazione di rete, le strategie di rapporto con gli interlocutori privilegiati, con i contesti nativi e con i campi di ricerca. 2. Crisi della memoria tra tradizione ed innovazione Entro la dinamica sopra delineata, la memoria, ambito privilegiato della produzione e riproduzione culturale, si pone in posizione centrale. In particolar modo quelle che è possibile definire “strategie della memoria” che investono sia gli agenti sociali che le Istituzioni ed i ricercatori. La svolta digitale, infatti, ha comportato un radicale mutamento nell’organizzazione della memoria sociale, con una ricaduta generalizzata sulle pratiche quotidiane, sulle politiche di gestione e di fruizione dei patrimoni (documenti e monumenti, archivi, biblioteche e musei, etc), sull’organizzazione del pensiero scientifico. L’antropologia ha a lungo analizzato il ruolo della memoria nella costruzione degli orizzonti esistenziali collettivi cui gli individui comunque si riferiscono, sia in quanto patrimonio sociale e storico cui fare ricorso, sia in quanto rifugio nostalgico per “come si stava ieri”, sia, ancora, in quanto punto di riferimento per progettare strategie e attribuire un senso al presente. Oggi, proprio in relazione al probabile disfarsi della memoria, è chiamata ancora a interpretarne il significato culturale, specie in connessione con la dimensione dell’innovazione digitale. 3. Uso politico del digitale: discriminazioni, digital divide e democratizzazione nella e della piazza virtuale La svolta digitale ha radicalmente cambiato anche il campo politico contemporaneo. In particolar modo ci si riferisce alle nuove pratiche comunicative messe in campo dalle Istituzioni e dai rappresentanti politici sia in termini di propaganda elettorale sia di socializzazione dei risultati ottenuti (cfr tra gli altri le elezioni americane e quelle nostrane, l’account twitter del papa, il M5S, i profili dei politici sui social network, etc); al tema del libero accesso alle informazioni attraverso cui i cittadini hanno la possibilità di controllare sia l’operato delle istituzioni maturando, attraverso la conoscenza, una coscienza civile (ad esempio Wikileaks e Anonimous) che il mantenimento delle promesse elettorali, il fact checking già diffuso oltreoceano (cfr tra gli altri cryptocome.org, Politifact.com premio Pulitzer nel 2009, Wikifactcheck.org, etc); alle nuove frontiere della partecipazione dal basso e dell’autorganizzazione civile, segnate dall’utilizzo di strumenti digitali, che sfociano in movimenti rivoluzionari (ad esempio la primavera araba), che aggregano trasversalmente individui lungo tutto il globo (occupy wall street, pirate party, etc); che ispirano campagne di sensibilizzazione sui diritti umani e la protezione della privacy online. Al contempo la svolta digitale pone importanti questioni che investono il campo degli equilibri di potere nella contemporaneità, in particolar modo per quel che attiene le pratiche discriminanti e produttrici di pregiudizio indirizzate ad ogni tipo di minoranza (ad esempio il proliferare di siti xenofobi) ma anche per quel che concerne il tema del digital divide in termini di accessibilità alle risorse digitali che inevitabilmente produce una gerarchia di potere a livello mondiale e all’interno delle società. Inoltre la svolta digitale mostra i suoi caratteri di ambivalenza quando la si osserva nel settore economico e nel mondo del lavoro. In particolar modo il campo delle nuove tecnologie e delle piattaforme digitali ha aperto importanti e significativi spazi di lavoro. Si pensi ai colossi del digitale come Google, Facebook, Twitter, etc, oppure alle nuove forme di startup che proliferano efficacemente sul web, oppure le trasformazioni del mondo dell’editoria con l’affermazione degli e-book e delle licenze in copyleft, solo per citare alcuni esempi. Infine la diffusa svolta digitale ha aperto scenari nuovi, nuovi orizzonti di operatività sociale, favorendo una maggiore accessibilità a campi del sapere un tempo destinati a una ristretta audience specialistica, inducendo così un aumento della coscienza pubblica e della consapevolezza politica. Il vastissimo interesse planetario per gli open data camps, ad esempio, per la messa in relazione dei dati digitalizzati delle governances e delle pubbliche amministrazioni, così come dei Saperi specialistici, nella prospettiva del miglioramento della vita collettiva e di un ampliamento della democrazia reale, della costruzione della cittadinanza, è una delle conseguenze avvertibili di tale fenomeno. 4. Prossimità virtuale e lontananza reale. Nuove forme di costruzione del legame sociale Nella contemporaneità si assiste ad una vistosa trasformazione delle concezioni del tempo e dello spazio, delle forme di rapporto interpersonale e tra gruppi, delle prossemiche, delle dinamiche comunicative, dei modelli di approccio alla conoscenza e alla fruizione culturale. In particolare si propone di riflettere sui modi in cui si ristruttura la percezione del legame sociale in virtù della possibilità di ricorrere al mediascape per attivare e mantenere pratiche comunicative capaci di convertire la lontananza reale in prossimità virtuale. In quest’ottica si pensa alla comunicazione mediata dal computer, che sempre più ha assunto i contorni di un nuovo oggetto di ricerca per le scienze sociali, che consente di analizzare nuove forme di interazione all’interno di inediti spazi di socializzazione che non richiedono la presenza fisica degli interlocutori (social network, blog, forum, etc). Aspetto interessante dal punto di vista antropologico dal momento che una delle principali trasformazioni della società complessa potrebbe essere la compresenza (o sostituzione?) delle comunità spaziali con quelle virtuali prodotte dai network intesi come forme di socialità. La proposta è quella di riflettere sui modi in cui il legame sociale e la sua costruzione e/o invenzione sono veicolati dalle pratiche digitali in termini di autorappresentazione del Sé e dell’Altro, di difesa delle identità locali contro le incursioni del globale, di messa in scena dei legame di solidarietà e/o di appartenenza (cfr Anderson). L’intero convegno pone al centro della riflessione i modi in cui l’antropologia del XXI secolo può esaminare il suo stesso ruolo nella crisi e per la crisi; la funzione esercitata dai suoi Saperi; il rapporto tra memoria sociale, quale si è andata configurando in epoca pre-digitale, e le modificazioni di vario ordine su di essa recentemente avvenute; l’impatto delle pratiche digitali nelle sfere socioeconomica e politica; il contributo, in termini di conoscenze ma anche di strategie di tutela, d’intervento, di ripensamento e di riorganizzazione dell’esistente, al fine di aumentare una consapevolezza critica dei mutamenti in atto e di contribuire proficuamente al dibatto contemporaneo. ____________________________________________________________________________________________________________ Nel quadro critico sopra delineato, il Convegno si avvarrà di alcune relazioni di base tenute da studiosi, interno o esterni all’AISEA (invitati), e delle comunicazioni dei soci, selezionate dal Comitato Scientifico tra quelle che perverranno entro la deadline del 31 gennaio 2014, in base alla pertinenza ed alla rilevanza rispetto alle tematiche affrontate nelle singole sessioni, alla originalità dell’approccio scientifico, al rapporto con concreti casi di studio e con individuati database etnografici. Gli abstract non dovranno superare i 2000 caratteri (spazi inclusi) e dovranno essere inviati all’indirizzo [email protected] entro il 31 gennaio 2014. L’accettazione delle proposte sarà comunicata entro il 28 febbraio 2014.