Per saperne di più Teorie evolutive dopo Darwin. L’evoluzione del cavallo Negli anni compresi tra il 1937 e il 1950, alcuni studiosi tentarono di unificare le conoscenze della genetica con la teoria dell’evoluzione di Darwin. Il risultato fu una nuova teoria che va sotto il nome di sintesi moderna dell’evoluzione o neodarwismo e che può essere riassunta nei seguenti punti. ❚ Le mutazioni e la riproduzione sessuale assicurano variabilità genetica alla popolazione. ❚ La popolazione di una specie può essere considerata come un insieme di geni (alleli) la cui frequenza si manterrebbe costante se non intervenissero le mutazioni (che originano nuovi alleli) e la selezione naturale, che favorisce gli alleli che esprimono i caratteri (fenotipi) più vantaggiosi. ❚ Gli alleli che esprimono caratteri favorevoli andranno così diffondendosi sempre di più nella popolazione di quella specie, mentre gli alleli che esprimono caratteri svantaggiosi verranno a poco a poco eliminati. A quel punto, la popolazione sarà tutta composta da individui “nuovi”, più efficienti e adatti a vivere in quell’ambiente: si sarà così originata una nuova specie (o una nuova varietà) che sostituisce la precedente. Se la teoria di Darwin riesce a spiegare bene i cambiamenti di frequenza degli alleli che avvengono in tempi abbastanza brevi all’interno di una stessa specie (la cosiddetta microevoluzione), non riesce però a spiegare i cambiamenti di portata maggiore, quelli che hanno portato alla separazione di generi, famiglie, ordini e classi e che vengono detti macroevoluzione. I fossili in questo non sempre ci aiutano: molto spesso accade che in strati sedimentari successivi si trovino i resti di una specie che rimane invariata o subisce pochissime variazioni per milioni di anni e poi improvvisamente compaiono nuove specie con importanti modifiche strutturali, senza che vi siano forme intermedie tra l’una e le altre. Sembra cioè che l’evoluzione proceda lentamente per lunghi periodi e poi faccia dei “salti” improvvisi, dando origine a nuove specie. i frequenza in statistica, indica il numero di volte che un fenomeno si verifica, sul totale dei casi. Si esprime come rapporto o come percentuale. È stato trovato un “anello di congiunzione” tra i rettili e gli uccelli, l’Archaeopteryx, ma non sono stati trovati fossili intermedi che testimonino il passaggio dagli organismi acquatici come i pesci, ai primi anfibi che conducevano anche vita terrestre. Anche nell’evoluzione di alcuni molluschi gasteropodi si assiste a bruschi salti da una specie all’altra e non sono stati trovati fossili intermedi. Unità 10 ❚ NAUTILUS ❚ Corsi-Costagli, © SEI 2011 1/2 Per saperne di più Darwin era consapevole della mancanza di fossili intermedi, ma supponeva semplicemente che non fossero ancora stati trovati. Nel 1972 due paleontologi Stephen Jay Gould e Niles Eldredge si accorsero che molti dei fossili che testimoniavano il passaggio da una specie a un’altra non presentavano un passaggio graduale, ma piuttosto un passaggio brusco e improvviso. Ipotizzarono perciò che i fossili di transizione non esistessero. Elaborarono perciò una teoria integrativa di quella di Darwin. Secondo questa teoria, detta degli equilibri punteggiati, l’evoluzione procede per lunghi periodi di equilibrio in cui si verificano cambiamenti minimi, seguiti di tanto in tanto da brevi periodi (“le punteggiature”) durante i quali avvengono rapide trasformazioni da una specie a un’altra. Questo modello prevede perciò non solo il passaggio da una specie precedente (che scompare) a una successiva (che nasce), ma anche la contemporanea convivenza di specie simili, derivate da un antenato comune e sulle quali agirà la selezione naturale, favorendo le più adatte ed estinguendo le altre. In pratica, si passa da uno schema lineare dell’evoluzione a uno schema “a cespuglio”, i cui rami possono avere successo evolutivo oppure comparire ed estinguersi anche in un breve volgere di tempo. GRADUALISMO così avrebbe ipotizzato l’evoluzione del cavallo Darwin, secondo la sua teoria gradualista. EQUILIBRI PUNTEGGIATI e così si può immaginare lo stesso processo evolutivo, ricostruito secondo il modello a equilibri punteggiati: i ritrovamenti fossili dicono infatti che il percorso evolutivo che ha portato al cavallo è stato un “cespuglio evolutivo” che ha visto la comparsa improvvisa di nuove specie e l’altrettanto rapida estinzione di altre. Vero o falso? V F V F V F V F V F Il neodarwinismo tenta di interpretare la teoria dell’evoluzione in base alle conoscenze della genetica. Il neodarwinismo sostiene che nell’evoluzione dei viventi tutti gli alleli vanno diffondendosi nella popolazione. La macroevoluzione è l’insieme dei cambiamenti evolutivi che hanno portato alla formazione di nuovi generi, famiglie, ordini e classi. La variabilità genetica della popolazione è assicurata dalle mutazioni e dalla riproduzione sessuale. L’ipotesi degli equilibri punteggiati differisce dal darwinismo perché prevede uno schema lineare di evoluzione in cui una specie che scompare è sostituita subito da una specie nuova che arriva. Unità 10 ❚ NAUTILUS ❚ Corsi-Costagli, © SEI 2011 2/2