drammaturgia contemporanea IN Rassegna Rassegna di Drammaturgia Contemporanea Tutti i giorni ore 20,30 giovedì ore 19,30 domenica e lunedì riposo Genova Piccola Corte 24 maggio - 3 giugno 7 - 17 giugno 21 giugno - 1 luglio Teatro Duse 31 maggio - 10 giugno 14 - 24 giugno Sono aperte le prenotazioni. Posto unico: e5 Abbonamento a tutta la rassegna: e15 Un teatro vivo deve essere capace di osservare ed interrogare il presente oltre che con lo sguardo atemporale ed illuminato dei grandi classici, anche attraverso il linguaggio, il vissuto e la capacità d’indagine di autori internazionali contemporanei. Per questo motivo, il Teatro Stabile di Genova produce da 22 anni la Rassegna di Drammaturgia Contemporanea, un appuntamento ormai immancabile alla fine della Stagione, in cui vengono proposti testi teatrali (spesso mai rappresentati in Italia) scritti da una nuova generazione di drammaturghi. L’intento è quello di proporre ad un pubblico, sempre numeroso ed eterogeneo, nuove suggestioni e nuove tendenze nazionali ed internazionali, in fatto di scrittura per la scena. Dal 1996, anno della sua nascita, la Rassegna di Drammaturgia Contemporanea ha portato in scena quasi ottanta nuove opere teatrali, attraverso allestimenti scenicamente essenziali ma sempre caratterizzati da una meticolosa cura dell’interpretazione critica del testo e del lavoro degli attori. Dopo il pluripremiato “Geppetto e Geppetto” della scorsa edizione, si ripete la collaborazione con il Festival delle Colline Torinesi che con PAV affianca il Teatro Stabile nella produzione di “Lingua madre Mameloschn”, il secondo titolo della Rassegna. www.teatrostabilegenova.it Sostenitore Partner della stagione Anche quest’anno, i cinque nuovi spettacoli (tre dei quali sono diretti da registe donne) vengono messi in scena ciascuno per nove repliche e programmati in modo alternato (3+2) sui palcoscenici della Piccola Corte (anfiteatro montato sul palcoscenico della Corte che accorcia, quasi annulla, la distanza fra attori e pubblico) e del Teatro Duse. IRLANDA GERMANIA GERMANIA ITALIA GERMANIA L’ARBITRO DI DIO Quel gol non era gol LINGUA MADRE MAMELOSCHN PEZZO DI PLASTICA MORS TUA VITA MEA SANGUE MATTO (GOD’S OFFICIAL) (MUTTERSPRACHE MAMELOSCHN) di Robert Farquhar di Sasha Marianna Salzmann di Marius von Mayenburg di Silvia Zoffoli versione italiana Carlo Sciaccaluga regia Alberto Giusta interpreti Andrea Di Casa, Massimo Rigo Marco Zanutto versione italiana Alessandra Griffoni Rota regia Paola Rota interpreti Elena Callegari Francesca Cutolo, Maria Roveran versione italiana Umberto Gandini regia Simone Toni interpreti Gabriele Furnari Falanga Federica Granata, Marisa Grimaldo Roberto Serpi, Federico Vanni regia Elisabetta Mazzullo interpreti Valeria Angelozzi Matteo Cremon, Valentina Favella Matteo Palazzo PICCOLA CORTE 24 maggio > 3 GIUGNO ORE 20,30 TEATRO DUSE 31 maggio > 10 GIUGNO ORE 20,30 (STÜCK PLASTIK) PICCOLA CORTE 7 GIUGNo > 17 GIUGNO ORE 20,30 TEATRO DUSE 14 GIUGNO > 24 GIUGNO ORE 20,30 (VERRÜCKTES BLUT) di Nurkan Erpulat e Jens Hillje versione italiana Clelia Notarbartolo regia Elena Gigliotti interpreti Giuseppe Brunetti Roberta Catanese, Fabrizio Costella Riccardo Marinari, Silvia Napoletano Cristina Pasino, Francesco Patané Alessandro Pizzuto PICCOLA CORTE 21 GIUGNO > 1 LUGLIO ORE 20,30 (giovedì ore 19,30 - domenica e lunedì riposo) (giovedì ore 19,30 - domenica e lunedì riposo) (giovedì ore 19,30 - domenica e lunedì riposo) (giovedì ore 19,30 - domenica e lunedì riposo) (giovedì ore 19,30 - domenica e lunedì riposo) «Quel gol non era gol». Degsy e Cliff sono due amici uniti dalla passione per la loro amata squadra, condannata alla retrocessione da una decisione arbitrale dubbia. Alla ricerca di vendetta, decidono così di rapire l’arbitro. Il riscatto? Ammettere il proprio errore e far rigiocare la partita. Il piano va storto e ben presto si rendono conto che l’arbitro, fuori dal campo, è ancora più insopportabile. Il duo riuscirà ad ottenere il risultato sperato o segnerà, invece, un clamoroso autogol? Con uno sguardo molto divertente amore, passione e amicizia mostrano il cartellino rosso a tutti i sognatori, delusi da quello che sarebbe potuto essere e non è stato. Tre donne, tre generazioni: un’anziana madre, sua figlia e sua nipote. Lin, Clara e Rahel. Una famiglia ebrea trapiantata in Germania, le cui radici affondano in un passato ormai lontano di socialismo, di guerra e di lotta politica combattuta all’ombra del Muro di Berlino. E l’ebraismo, con i suoi dogmi, è quasi un ingombro da cui tutte e tre tentano di liberarsi invano. Le tre donne si confrontano, si parlano, si svelano segreti, dominate da quel non detto, o detto altrove, che segna e decide un rapporto madre-figlia. Un dialogo intimo e politico, una ricerca della verità, delle origini, dell’identità. Interno di famiglia in crisi: Ulrike, la moglie, è assistente del folle artista Haulupa, invadente e possessivo. Michael, il marito, è un medico depresso che per ridare vita al suo ego ferito, decide di candidarsi come volontario in una regione colpita dall’ebola. E poi c’è Vincent, il figlio adolescente, nel pieno di una crisi di identità e di genere. L’arrivo della giovane colf Jessica sembra portare un po’ di serenità ma in breve i coniugi riversano su di lei le frustrazioni e la rabbia repressa. E, come se non bastasse, Haulupa fa di Jessica la sua musa ispiratrice… Il testo propone un tema profondo e viscerale, di cui offre uno squarcio senza filtri: i trentenni, italiani, alla ricerca di sé, di una strada da percorrere. Parla della ricerca disperata e quotidiana della propria identità, malcelata da cattive abitudini e, a volte, nemmeno così consapevole, che si trascina nella tendenza a provocare gli altri. Per ritrovarsi, bisogna compromettere l’equilibrio instabile dei finti rapporti, e sacrificare chi non ci accetta nel nostro cambiamento. Questa pièce parla del tentativo di costruire qualcosa insieme (rapporto di coppia?), senza sapere bene come fare. Ognuno dei quattro piccoli eroi di questo testo ci sta provando, a modo suo, a cercarsi, a scegliersi. Tratto dal film francese (inedito in Italia) La journée de la jupe di Jean-Paul Lilienfeld, con Isabelle Adjani. In una scuola di periferia, un’insegnante di recitazione sequestra una pistola ad un allievo e, arma in pugno, tiene in scacco tutta la classe, composta prevalentemente di figli di emigrati turchi. Con la pistola, l’insegnante obbliga gli allievi ad interpretare alcune scene tratte da I masnadieri e Intrigo e amore di Schiller. Una riflessione dura sulla vita della scuola e sui rapporti interni che vi si instaurano. Ma anche una riflessione sull’emarginazione in una società multietnica e sul ruolo del teatro come possibile via di salvezza. Autore e regista irlandese, Robert Farquhar (1960) vive a Liverpool. La sua fama si è consolidata con Polvere alla polvere (Dust to Dust), messo in scena dal Teatro Stabile di Genova nel 2006. Farquar è anche membro della Big Wow Theatre Company, per la quale scrive e dirige gli spettacoli, tra cui Extra Happy Happy, Swanky Geezer Nonsense, Dark Grumblings, Insomnobabble, e The Friendship Experiment. Tra gli altri suoi lavori ricordiamo: You Are Here, The Angry Kitchen Sink, In the Meanwhile Café, Empty the ThoughtBubble, Almost Forever But, Kissing Sid James, God’s Official, Dust to Dust, Bad Jazz, Dead Heavy Fantastic. Sasha Marianna Salzmann è nata nel 1985 a Volgograd nell’Unione Sovietica e vive fra Berlino e Istanbul. Attualmente è autrice residente del teatro Maxim Gorki di Berlino, ben noto per le sue messe in scena dedicate alla post-migrazione. La sua pièce teatrale Muttermale Fenster blau ha vinto nel 2012 il Kleist Förderpreis. Nel 2013 il premio del pubblico delle Giornate Teatrali di Mülheim (Mülheimer Theatertage) è stato assegnato all’opera teatrale Muttersprache Mameloschn (Lingua Madre Mameloschn). Marius von Mayenburg è uno degli autori più rappresentati del teatro tedesco contemporaneo. Nasce nel 1972 a Monaco di Baviera. Dopo aver seguito i corsi di Germanistica antica, a partire dal 1994 si dedica allo studio della drammaturgia presso la Hochschüle der Künste di Berlino. Drammaturgo e regista presso la Schaubühne am Lehniner Platz di Berlino, ha ottenuto premi e riconoscimenti di prestigio per il suo lavoro. Il suo dramma Feuergesicht è stato tradotto in più di 30 lingue e messo in scena in tutto il mondo. Tra le sue opere tradotte in italiano ricordiamo Brutto, Eldorado, Faccia di fuoco, Il cane, la notte e il coltello, La pietra e Parassiti. Dopo un percorso fra cinema e teatro, da attrice a regista, passando per una laurea in Dams, Silvia Zoffoli nel 2009 comincia a mettere in scena suoi testi teatrali originali. Debutta con Hannah e Mary, un’amicizia ordinaria fra due donne straordinarie che, nel 2010, viene scelto dal Teatro Quirino di Roma per la rassegna Autogestito; mentre con Amalia e basta, che ha ottenuto numerosi riconoscimenti, ha girato diversi teatri italiani e nel 2014 ha vinto il bando nazionale “Offerta Creativa”. Nel 2015 ha firmato la regia di Madri come Dio vuole in scena alla Triennale di Milano per “Il Tempo delle Donne”. Nurkan Erpulat, (Ankara 1974), è un regista e autore teatrale turco. Nel 2011 dirige alla Ruhrtriennale Das Schloss nach Kafka. Sue regie più recenti: Il signor Kolpert di David Gieselmann (2012), Der Parasit oder die Kunst sein Glück zu machen di Louis-Benoît Picard (2013) e Amsterdam di Marijana Verhoef (2014). Jens Hillje nasce nel 1968. Dal 1990 lavora come attore, autore e regista indipendente. Nel 1996 fonda con il regista Thomas Ostermaier la “Baracke am Deutschen Theater”, che due anni dopo viene nominato teatro dell’anno. Nel 2000 inizia una collaborazione continuativa con il regista e autore Falk Richter, che si concretizza negli allestimenti Trust, My secret garden e Rausch.