REGIONE SICILIANA Progetto cofinanziato dal Piano straordinario per il lavoro in Sicilia: opportunità giovani - Priorità 3: Formazione giovani Anno Formativo 2013-2014 - Progetto Formaz. Permanente - Corso Consulente d'Immagine/Tucco Profess. - Sede Alcamo Scheda 51 APPARATO MUSCOLARE (2) MUSCOLI DELLA TESTA Si dividono in 2 gruppi: • muscoli del cranio: hanno inserzioni alla mandibola e permettono la masticazione. I più importanti sono 2 temporali (partecipano alla masticazione), 2 frontali (corrugamento della cute della fronte) e 2 occipitali • muscoli della faccia: muscolatura molto complessa, i più importanti sono: 2 orbicolari dell'occhio, 2 corrugatori del sopracciglio, 2 gruppi di muscoli nasali, orbicolare della bocca, 2 piccoli zigomatici, 2 grandi zigomatici, 2 elevatori del labbro, 2 massenteri MUSCOLI DEL COLLO I muscoli del collo sono tutti pari. Quelli pellicciai sono 2 platismi e il loro rilassamento produce le rughe al collo. Quelli scheletrici 2 sternocleidomasoidei (consentono la flessione e rotazione della testa) 2 sopraioidei e 2 sottoioidei 6 scaleni (3 per lato che consentono la flessione della colonna vertebrale e innalzamento delle coste quando si sospira). MUSCOLI DEL DORSO I muscoli del dorso sono numerosi per il semplice fatto che l'organismo umano è a statura eretta. Nel campo estetico professionale sono di interesse solamente quelli superficiali. I più importanti sono il trapezio che consente l'estensione della testa, e alcuni movimenti della spalla, il gran dorsale che permette mo spostamento all'indietro e verso il basso del braccio, lo splenio che permette inclinazione, estensione e rotazione del capo, il romboide interessato ai movimenti della scapola verso l'alto e medialmente (verso il centro) e il dentato posteriore per l'innalzamento e l'abbassamento delle coste. Modulo didattico: Fisiologia Anatomia Dermatologia Dispensa a cura del formatore: Dott. Mario Giurlanda - [email protected] - www.profmarioonline.altervista.org REGIONE SICILIANA Progetto cofinanziato dal Piano straordinario per il lavoro in Sicilia: opportunità giovani - Priorità 3: Formazione giovani Anno Formativo 2013-2014 - Progetto Formaz. Permanente - Corso Consulente d'Immagine/Tucco Profess. - Sede Alcamo Scheda 52 APPARATO MUSCOLARE (3) MUSCOLI DEL TORACE Come per le altre parti del corpo la parte che ci riguarda è quella superficiale in cui troviamo: grande pettorale responsabile del sostegno del seno e dell'adduzione del braccio (vedi scheda 52), piccolo pettorale (movimenti della spalla e delle coste), dentato anteriore (innalzamento delle coste) MUSCOLI DELL'ADDOME La cavità addominale contiene numerosi e importanti visceri dell'apparato digerente e di quello urogenitale. E' delimitata, anteriormente, da voluminosi muscoli piatti aventi funzione protettiva. I muscoli più importanti dell'addome che possono interessarci sono il retto dell'addome (per la flessione in avanti del torace e in tutti gli sforzi addominali), l'obliquo interno, l'obliquo esterno, e il trasverso (flessione in avanti del torace e rotazione, abbassamento coste) Modulo didattico: Fisiologia Anatomia Dermatologia Dispensa a cura del formatore: Dott. Mario Giurlanda - [email protected] - www.profmarioonline.altervista.org REGIONE SICILIANA Progetto cofinanziato dal Piano straordinario per il lavoro in Sicilia: opportunità giovani - Priorità 3: Formazione giovani Anno Formativo 2013-2014 - Progetto Formaz. Permanente - Corso Consulente d'Immagine/Tucco Profess. - Sede Alcamo Scheda 53 APPARATO MUSCOLARE (4) MUSCOLI DELL'ARTO SUPERIORE La muscolatura dell'arto superiore comprende tantissimi muscoli particolarmente importanti e specializzati per il fatto che consentono una serie di movimenti ed azioni complesse, precise e delicate. Nel corso dell'evoluzione gli arti superiori si sono strutturati e specializzati come organi della prensione e della precisione. Fanno parte della muscolatura dell'arto superiore i muscoli della spalla, del braccio e della mano. Fanno parte dei muscoli della spalla il deltoide (muscolo voluminoso superficiale di forma triangolare che ricopre la testa dell'omero e consente i movimenti del braccio), il sottoscapolare, il grande rotondo, il piccolo rotondo, il sovraspinato e il sottospinato (tutti muscoli profondi che formano gran parte del cavo ascellare). Fanno parte dei muscoli del braccio il bicipite brachiale (posto nella parte anteriore del braccio, parte con 2 ventri dalla scapola, si riunisce in un unico ventre che termina nel radio), il brachiale (muscolo profondo posto sotto il bicipite), il tricipite brachiale (posto nella parte posteriore del braccio, composto da tre ventri, superiormente, due di essi si inseriscono nella scapola e uno nell'omero, inferiormente questi si uniscono in un unico ventre che si inserisce nell'ulna. I muscoli dell'avambraccio nella parte anteriore sono detti flessori del carpo, flessori delle dita, pronatori della mano; nella parte posteriore troviamo gli estensori del carpo, estensori delle dita. A differenza del dorso della mano dove sono presenti molte formazioni tendinee, nel palmo mano si trovano numerosissimi muscoli. In corrispondenza del pollice si trova l' eminenza tenar, che consente il movimento del pollice, mentre in corrispondenza del mignolo si trova l'eminenza ipotenar, che consente i movimenti del mignolo. Al centro del palmo della mano si trovano i lombricali e gli interossei che consentono i movimenti delle dita centrali. Modulo didattico: Fisiologia Anatomia Dermatologia Dispensa a cura del formatore: Dott. Mario Giurlanda - [email protected] - www.profmarioonline.altervista.org REGIONE SICILIANA Progetto cofinanziato dal Piano straordinario per il lavoro in Sicilia: opportunità giovani - Priorità 3: Formazione giovani Anno Formativo 2013-2014 - Progetto Formaz. Permanente - Corso Consulente d'Immagine/Tucco Profess. - Sede Alcamo Scheda 54 APPARATO MUSCOLARE (5) MUSCOLI DELL'ARTO INFERIORE La muscolatura dell'arto inferiore, consente la deambulazione e gli spostamenti nello spazio e, nel corso dell'evoluzione si è specializzata per consentite la posizione eretta e sostenere il peso del corpo. I muscoli più importanti dell'anca sono il grande gluteo (uno dei muscoli più voluminosi del corpo umano, spesso ricoperto da pannicolo adiposo), il medio gluteo (parzialmente ricoperto dal grande gluteo, nella parte laterale rivestito da pannicolo adiposo formando il fianco) e il piccolo gluteo (il più profondo dei tre). Questi muscoli consentono il mantenimento della stazione eretta e la maggior parte dei movimenti della coscia. Nella coscia troviamo una massa muscolare abbastanza voluminosa con muscoli molto allungati. Nella regione anteriore sono evidenti il muscolo sartorio (i suoi fasci attraversano obliquamente l'intera coscia dirigendosi verso il basso, fra i movimenti che consente c'è accavallamento della coscia), il muscolo quadricipite formato dal retto del femore, il vasto laterale, il vasto mediale e il vasto intermedio. Nella parte posteriore si trovano il bicipite femorale il semitendinoso e il semimembranoso. Modulo didattico: Fisiologia Anatomia Dermatologia Dispensa a cura del formatore: Dott. Mario Giurlanda - [email protected] - www.profmarioonline.altervista.org REGIONE SICILIANA Progetto cofinanziato dal Piano straordinario per il lavoro in Sicilia: opportunità giovani - Priorità 3: Formazione giovani Anno Formativo 2013-2014 - Progetto Formaz. Permanente - Corso Consulente d'Immagine/Tucco Profess. - Sede Alcamo Scheda 55 APPARATO MUSCOLARE (6) Come per le ossa, anche per i muscoli, nella gamba troviamo molte analogie con il braccio. Anche qui distinguiamo muscoli della parte anteriore e posteriore. Nella parte anteriore troviamo il tibiale anteriore, l'estensore lungo delle dita e l'estensore lungo dell'alluce. Nella parte laterale troviamo il peroneo lungo, e il peroneo breve. Nella parte posteriore troviamo il tricipite della sura formato da tre ventri detti gemello interno e gemello esterno (che insieme formano il gastrocnemio) e il muscolo soleo. Nella zona dorsale del piede, come nella mano, ci sono pochissimi muscoli, qui distinguiamo: i muscoli estensori brevi delle dita e dell'alluce. Nella parte plantare, invece troviamo i flessori dell'alluce, i flessori delle dita, gli abduttori dell'alluce e gli abduttori delle dita i lombricali e gli interossei infine gli estensori delle dita. Modulo didattico: Fisiologia Anatomia Dermatologia Dispensa a cura del formatore: Dott. Mario Giurlanda - [email protected] - www.profmarioonline.altervista.org REGIONE SICILIANA Progetto cofinanziato dal Piano straordinario per il lavoro in Sicilia: opportunità giovani - Priorità 3: Formazione giovani Anno Formativo 2013-2014 - Progetto Formaz. Permanente - Corso Consulente d'Immagine/Tucco Profess. - Sede Alcamo Scheda 56 MECCANISMO DELLA CONTRAZIONE MUSCOLARE Per la contrazione muscolare sono essenziali 3 elementi: 1. impulso nervoso: viene trasmesso dal nervo che si attacca al muscolo tramite la placca motrice. L'impulso nervoso consiste nella inversione di polarità della membrana cellulare normalmente carica negativamente all'interno e positivamente all'esterno. Tali cariche sono + + dovute alla presenza di ioni Calcio Ca e Potassio K presenti normalmente all'esterno della membrana cellulare. 2. ioni calcio: In seguito all'arrivo dell'impulso nervoso, a livello delle fibre muscolari si hanno profonde modificazioni che determinano la liberazione, tra le fibrille, di ioni calcio. E proprio la presenza del calcio che permette la già citata "interazione actina-miosina", attraverso la quale si formano dei ponti che permettono ai filamenti di actina di scivolare e incastrarsi ulteriormente tra quelli di miosina, determinando così l'accorciamento del sarcomero e quindi la contrazione. Il calcio, quindi, è importante anche per la contrazione muscolare e non soltanto per la formazione ed il rinnovo del tessuto osseo. Nella nostra dieta non devono perciò mai mancare latte e/o suoi derivati. 3. energia: Affinché la contrazione muscolare possa avvenire è indispensabile molta energia. La principale fonte di energia per il nostro organismo, è rappresentata dagli alimenti e più precisamente dai principi nutritivi contenuti negli alimenti, dai quali si ricava energia in seguito al processo digestivo. È bene tenere presente che non tutti i principi nutritivi svolgono una funzione energetica, ma soltanto i glucidi (per meglio intenderci gli zuccheri), i lipidi (grassi) ed i protidi (proteine). Come fonte energetica, soprattutto in caso di intensa attività, i muscoli usano preferibilmente il glucosio, perché il suo utilizzo è più facile e rapido e non i grassi, anche se forniscono più del doppio delle calorie. Con il metabolismo degli zuccheri si ha la sintesi di ATP che è la fonte di energia subito pronta all'uso per la cellula, ed in questo specifico caso è fonte energetica per la contrazione muscolare. Quando il muscolo è in funzione e lavora, consuma più glucosio proprio perché ha maggior bisogno di energia; in queste trasformazioni biochimiche interviene anche l'ossigeno, perciò: Glucosio + 02→ CO2 + H2O + Energia = ATP LAVORO AEROBIO (RESA ENERGETICA ELEVATA) Tutto ciò succede se lo sforzo muscolare non è eccessivo e quindi l'ossigeno, portato dal sangue ai muscoli, è sufficiente per bruciare gli zuccheri e produrre l'energia necessaria in quel momento; si parla a tale proposito di lavoro aerobio. Ma se si continua a far lavorare i muscoli, se ci si sforza eccessivamente, cosa succede? Prima si avverte un senso di stanchezza, poi di indolenzimento muscolare; se non ci si ferma arriva un crampo e, al limite, si può arrivare ad un collasso cardiaco. Tutto questo perché la quantità di ossigeno fornita dal sangue non è più sufficiente ai muscoli, i quali devono perciò lavorare in sua assenza; si parla a tale proposito di lavoro anaerobio (senza ossigeno) che possiamo così riassumere: Glucosio (senza 02) → Acido lattico + Energia = ATP LAVORO ANAEROBIO (RESA ENERGETICA BASSA) È proprio la sostanza tossica, prodotta dal muscolo sotto sforzo, e cioè l'acido lattico, che accumulandosi è direttamente responsabile dell'affaticamento, dell'indolenzimento, dell'irrigidimento muscolare. Per porre rimedio a tutto ciò, per smaltire l'acido lattico, eliminare scorie e tossine accumulate nei muscoli e ricaricarli di 02 e nutrimento, sono necessari un meritato riposo ed un buon massaggio (per riattivare la circolazione). Modulo didattico: Fisiologia Anatomia Dermatologia Dispensa a cura del formatore: Dott. Mario Giurlanda - [email protected] - www.profmarioonline.altervista.org REGIONE SICILIANA Progetto cofinanziato dal Piano straordinario per il lavoro in Sicilia: opportunità giovani - Priorità 3: Formazione giovani Anno Formativo 2013-2014 - Progetto Formaz. Permanente - Corso Consulente d'Immagine/Tucco Profess. - Sede Alcamo Scheda 57 PATOLOGIE DELL'APPARATO LOCOMOTORE (1) Le alterazioni patologiche a carico dell'apparato locomotore possono avere diversa origine: • congenita • traumatica • flogistica (infiammatoria) • distrofica (cioè causata da alterazione della nutrizione dell'organismo) • neoplastica (tumore) La presenza di queste alterazioni è, ovviamente, una controindicazione assoluta al trattamento estetico. Di seguito alcune alterazioni comuni riguardanti l'apparato locomotore: • Frattura: rottura dell'osso e perciò interruzione della sua continuità anatomica. In genere è conseguenza di traumi esterni (cadute, colpi violenti, schiacciamenti), ma sono possibili anche fratture patologiche quando le ossa risultano più fragili in seguito a diverse malattie quali osteoporosi, infezioni e tumori. • Ginocchia valghe: le gambe assumono forma ad X. • Ginocchia vare: le gambe assumono forma ad O. • Osteomalacia: indebolimento del tessuto osseo in seguito ad alterazione nel metabolismo di calcio, fosforo e vitamina D. • Osteoporosi: rarefazione del tessuto osseo che diventa perciò sempre più poroso e fragile e perde progressivamente la tipica proprietà meccanica; è responsabile di dolori, deformazioni allo scheletro ed inoltre di fratture di difficile guarigione. Le cause sono diverse: carenza di stimoli ormonali (tipica di una certa età), carenze alimentari, forme ereditarie, ecc. • Piede piatto: appiattimento della volta della pianta del piede, normalmente presente. • Rachitismo: malattia dello scheletro che diventa fragile e si deforma in seguito a carenza di calcio o di vitamina D; compare durante l'accrescimento. • Artrite: disturbo infiammatorio, spesso cronico, a carico delle articolazioni che si deformano, si irrigidiscono, creano dolore; a volte ne sono responsabili dei microrganismi. • Artrosi: malattia, che colpisce le articolazioni con danno e degenerazione della cartilagine, che porta, progressivamente, ad una vera e propria deformazione dei capi articolari in seguito ad infiammazione, dolore e contrazione muscolare. • Distorsione: insieme di lesioni che interessano la capsula ed i legamenti di un'articolazione, ma senza lo spostamento dei capi articolari; è procurata da movimento anormale o comunque forzato. (continua alla scheda successiva) Modulo didattico: Fisiologia Anatomia Dermatologia Dispensa a cura del formatore: Dott. Mario Giurlanda - [email protected] - www.profmarioonline.altervista.org REGIONE SICILIANA Progetto cofinanziato dal Piano straordinario per il lavoro in Sicilia: opportunità giovani - Priorità 3: Formazione giovani Anno Formativo 2013-2014 - Progetto Formaz. Permanente - Corso Consulente d'Immagine/Tucco Profess. - Sede Alcamo Scheda 58 PATOLOGIE DELL'APPARATO LOCOMOTORE (2) (segue dalla scheda precedente) • • • • • • • • Lussazione: insieme di lesioni che interessano la capsula ed i legamenti di un'articolazione, ma con spostamento dalla sede originale dei capi articolari, che perdono così rapporto tra loro. Tendinite: infiammazione dei tendini che si manifesta con dolore e difficoltà di movimento. Osteiti, miositi: infiammazioni che colpiscono rispettivamente le ossa ed il tessuto muscolare, in seguito a cause esterne (ad esempio traumi) o ad infezioni. Crampo: contrazione improvvisa, violenta e dolorosa che interessa un muscolo (o un gruppo di muscoli) che risulta duro al tatto e si deforma. I muscoli più colpiti sono quelli del collo, delle gambe e dei piedi. I crampi sono spesso causati da uno sforzo fisico intenso, da posizioni scomode prolungate, ma anche da una cattiva circolazione. Distrofie muscolari: malattie ereditarie caratterizzate, in genere, da atrofia dei muscoli. Miopatie: alterazioni-modificazioni di struttura della massa muscolare. Distinguiamo: ipertrofia muscolare cioè aumento di volume della massa muscolare e ipotrofia muscolare cioè diminuzione in volume della massa muscolare. In questo caso, per migliorare tono e trofismo della muscolatura e ripristinare la sua normale attività, è indicato anche il massaggio estetico. Strappi muscolari e tendinei: lesioni totali o parziali dei muscoli o dei tendini che sono sottoposti ad uno stiramento eccessivo fino ad arrivare a strapparsi, compromettendo gravemente il movimento. Patologie tumorali: comprendono sia tumori benigni come osteomi, fibromi, miomi, sia quelli maligni come i sarcomi. Modulo didattico: Fisiologia Anatomia Dermatologia Dispensa a cura del formatore: Dott. Mario Giurlanda - [email protected] - www.profmarioonline.altervista.org REGIONE SICILIANA Progetto cofinanziato dal Piano straordinario per il lavoro in Sicilia: opportunità giovani - Priorità 3: Formazione giovani Anno Formativo 2013-2014 - Progetto Formaz. Permanente - Corso Consulente d'Immagine/Tucco Profess. - Sede Alcamo Scheda 59 IGIENE DELL'APARATO LOCOMOTORE Per mantenere in perfetta salute il nostro apparato locomotore è necessario: • controllare con visite ortopediche periodiche lo sviluppo scheletrico-muscolare durante la crescita e lo sviluppo; • seguire una corretta alimentazione: dieta equilibrata in quantità e qualità, soprattutto durante la fase di crescita e di sviluppo; preferire perciò cibi ricchi di vitamina A, C, D e di sali minerali come calcio e fosforo. Il latte, in particolare, è un alimento che dovrebbe essere sempre presente nella dieta in quanto ricco di calcio, minerale fondamentale per la formazione delle ossa e per la contrazione muscolare; • svolgere una corretta attività fisica evitando l'eccessiva fatica: ciò permette di favorire un armonico sviluppo di ossa e muscoli, ma anche di facilitare il coordinamento dei movimenti e di migliorare il benessere psicologico. "Mens sana in corpore sano" dicevano gli antichi e oggi numerose ricerche scientifiche hanno proprio dimostrato che il movimento non è solo una contrazione muscolare, ma rappresenta un vero e proprio "stimolo" per tutto l'organismo, che modifica il suo metabolismo ed il suo assetto ormonale. Una costante e regolare attività fisica è considerata un ottimo trattamento antidepressivo e antistress perché vengono liberate delle sostanze chimiche, dette endorfine (morfina naturale prodotta dal cervello), che provocano sensazioni di piacere e benessere per l'organismo; • alternare l'attività fisica a periodi di riposo che sono assolutamente indispensabili; mantenere una corretta postura, evitando tutte quelle posizioni sbagliate che spesso assumiamo senza rendercene conto. Durante lo svolgimento dell'attività di operatore/trice di cura alla persona, ad esempio sono tante le posizioni viziate che si assumono e che sono responsabili, a lungo andare, di disturbi muscolo-scheletrici; • cercare di bilanciare i pesi su entrambi i lati del corpo, ad esempio, preferendo lo zaino ad una borsa per trasportare i libri; • riattivare la circolazione con un buon massaggio per dare tono ai muscoli e scaricare le tensioni; • vivere il più possibile all'aria aperta, al sole, alla luce ed in ambienti igienicamente salubri: è anche così che si possono prevenire tanti disturbi di natura infiammatoria e degenerativa dell'apparato locomotore; • osservare con attenzione le più comuni norme di comportamento per prevenire incidenti, traumi, fratture. Modulo didattico: Fisiologia Anatomia Dermatologia Dispensa a cura del formatore: Dott. 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Durante la fase di inspirazione: • i muscoli del torace si contraggono • il torace si solleva • il muscolo diaframmatico si contrae e si abbassa • il tessuto dei polmoni viene teso • i polmoni si espandono Durante la fase di espirazione: • i muscoli del torace si rilassano • il torace si abbassa • il muscolo diaframmatico si rilassa e si alza • il tessuto dei polmoni si rilassa • i polmoni riducono il loro volume 3 Con una normale inspirazione si introduce circa 500 cm di aria (volume corrente). Con una inspirazione forzata si introduce circa 3 2000-3000 cm di aria (riserva respiratoria). Con un'espirazione 3 forzata si espelle circa 1000 cm di aria (aria emessa). Il totale di 3 tutta questa aria è di circa 4000-4500 cm d'aria e si chiama (capacità vitale). L'apparato respiratorio può suddividersi in: • cavità nasali e paranasali: che permettono il passaggio di aria proveniente dall'esterno la quale viene parzialmente riscaldata e depurata del pulviscolo; • organi parenchimatosi o polmoni: all'interno dei quali si verificano gli scambi veri e propri tra gas contenuti nel sangue e gas contenuti nell'aria inspirata; • organi della fonazione: che consentono l'emissione di suoni (parlato). La laringe può modulare la colonna aerea in transito, consentendo l'emissione di suoni, in connessione con l'apparato fonatorio. Modulo didattico: Fisiologia Anatomia Dermatologia Dispensa a cura del formatore: Dott. Mario Giurlanda - [email protected] - www.profmarioonline.altervista.org