Giornale libero dei ragazzi/e dell'Istituto Comprensivo Statale "G. Tancredi - V. Amicarelli" di Monte Sant'Angelo (FG) Direttore Responsabile: Donata dei Nobili Direttori Editoriali: Antonio Pio Rinaldi e Matteo Sanchirico Indirizzo di posta elettronica: [email protected] - tel. 0884-561024 Dirigente Scolastico: Luca Fidanza 22 dicembre 2015 n° 2 La Scuola "G. Tancredi - V. Amicarelli" apre un dialogo sulla pace possibile con le Associazioni e la Comunità di Monte Sant'Angelo, intervistando il parroco don Domenico Facciorusso La pace inizia da noi di Antonio Pio Rinaldi, Giuseppe Rinaldi e Marianna Renzulli L'eresia della pace di Donata dei Nobili e Luca Fidanza C'è chi dice che è meglio non parlare di pace. C' è chi afferma che a Natale è meglio parlare di luci colorate abbaglianti. Ma quali? Per il papa Francesco siamo entrati nella terza guerra mondiale, solo che si combatte a pezzetti, a capitoli ed invita i popoli a camminare uniti, perchè: "… è sempre meglio l'amicizia che la lotta, la pace che la guerra, - poi - c'è solo un modo di vincere la guerra: non farla". Il suo è un monito. Ma nelle piazze i fumi grigi di un traffico caotico non concedono spazio alle colorate manifestazioni pacifiste e non violente. In questo tempo di solitudine, chi parla di pace dichiara la propria eresia. Ma per scongiurare le fiamme dei roghi, c'è la necessità di osare, di rendersi eretico, di denunciare la violenza di ogni guerra. Questo è quanto accade, nell'oblio delle coscienze, ma succede. La scuola, invece, è un luogo educativo, uno spazio aperto ad ogni conoscenza, dischiusa ad ogni sapere, un faro accesso per far luce sugli accadimenti delle tre esistenze di passato, presente e futuro, pronta ad accogliere ogni eresia che possa illuminare l'orizzonte del futuro, per acquisire una comprensione più profonda della vita. Un tempo futuro che sta per entrare nelle mille e mille case dei ragazzi di questo vecchio mondo. Un futuro che sta per esplodere nelle tante scuole multietniche, ancora troppo distratte per iniziare a parlare di pace e fraternità. Questo nuovo tempo, purtroppo, inquieta i tanti ragazzi in ogni angolo dei continenti con i logorati simboli di intolleranza, di esclusione, di distruzione, di guerre, che impediscono di guardare il futuro, libero, luminoso e pacifico. Vessilli di paura, muti e sporchi di sangue, appaiono ovunque, sventolano nelle piazze del mondo, nelle televisioni satellitari e nei siti web. Potenti richiami pseudo ideologici che lusingano i tanti fragili giovani, catturati dall'ascesa del Califfato Nero ed incantati dalle petromonarchie del Golfo, difese dai diversi gruppi jihadisti. Storie di massacri compiuti, in nome di un Dio che non si vede, in Libia, in Tunisia, in Iraq, in Afganistan, in Siria, ma anche in Turchia, in Francia, in California da giovani europei, foreign fighters, combattenti esterni, che riempiono di terrore le vite degli increduli occidentali, accecati di paura. E può accadere di essere trucidati in un bar, in uno stadio o in un teatro, senza un'apparente colpa, ignorando le ragioni geopolitiche degli statisti europei, americani, russi, turchi o italiani, che con i loro bombardamenti e le loro guerre locali vogliono ridefinire i propri interessi energetici ed economici nel Medio Oriente. segue a pag. 5 Don Domenico, si avvicina il Natale, eppure il Papa parla di terza guerra mondiale, che conseguenze avrà sulla nostra Comunità? È vero, il Papa parla di terza guerra mondiale. Una guerra che si svolge in diverse aree geografiche, a pezzi come un puzzle. E' un mondo di nemici oscuri, presenti anche in mezzo a noi. Questo porta ad un clima di terrore come a Parigi, ma anche in molte altre parti del mondo come l'Africa. Queste persone, estremisti arabi, dell' Islam, conoscono poco. La violenza la praticano per altri motivi, non certo religiosi e cercano di giustificare il loro agire, seminando angoscia e terrore. Papa Francesco afferma, infatti, che non si può uccidere nel nome di Dio. Noi, come comunità parrocchiale, non dobbiamo farci vincere dal terrore, ma imparare a coltivare la pace. Perché si ha paura di manifestare e parlare di pace? Non so se si ha paura o imbarazzo. Si è, forse, un po' stanchi o delusi di pregare o manifestare per la pace. Questo, però, non ci deve scoraggiare. Perchè se non preghiamo per la pace, si cresce in un mondo di terrore e di odio e non di pace. La pace inizia da noi, dalle scelte quotidiane. Quando l'uomo impara a preparare la pace, e non la guerra, comincia a rispettare le diversità, così arricchisce il mondo. La pace si costruisce prima nel nostro cuore e, poi, tra gli uomini. Dobbiamo essere artigiani di pace, persone che edificano ogni giorno la convivenza pacifica se vogliamo sconfiggere la violenza. Che significato ha il Natale in un mondo di guerra? Il Natale per i cristiani è la nascita del figlio di Dio, che sceglie di vivere tra noi. Nasce povero in una grotta, anche se è un bambinello atteso, promesso dai profeti. La nascita di Gesù bambino ci porta un messaggio di pace e riconciliazione molto importante, che possiamo definire in questo modo: "Dio non si è stancato dell'uomo", anche se continua a uccidere suo fratello. Il messaggio di Natale è un messaggio che porta in sé un impegno ed una promessa. continua a pag. 4 In questo numero 2: La guerra non raccontata C'è chi dice no alle guerre Ninna nanna de la guerra Chi li arma? Cristiani e Musulmani Perchè nel mondo non si parla di pace? Le associazioni dicono… Insieme per Genoveffa de Troia Arci-nuova Gestione Amici della Biblioteca Il Salotto "Le Nuvole" Monte Sant'Angelo Francigena Don Tonino Bello, un pugliese costruttore di pace Ed altro… 2 La guerra non raccontata La seconda guerra mondiale non è mai terminata. Nessuno ci dice che da anni siamo in guerra. Eppure, continuano a ripeterci che il mondo vive in pace. E' vero, l' hanno chiamata in un altro modo. Prima guerra fredda, poi, come se fosse un gioco, tempesta nel deserto. E' l'Occidente contro il Medio Oriente? L'Islam contro il Cristianesimo? E' una vecchia-nuova guerra di religione? E' la solita guerra per vendere le armi e controllare stati ricchi di petrolio? Di questo abbiamo discusso nella nostra classe. Per capire quanto accade, abbiamo ritenuto necessario guardare nel mondo arabo e ricostruire la storia dell'Islam. Questo è il nostro lavoro. A cura di Antonio Armillotta, Antonio Rinaldi, Carmine Sansone, Domenico Basta, Domenico Pio Rosa, Francesco Rinaldi, Giuseppe Rinaldi, Gabriele Pio Scoppitto, Giovanni Frisoli, Giuseppe Guerra, Libera Maria Totaro, Luciana Rinaldi, Matteo Sanchirico, Matilde Ciociola, Marianna Renzulli, Michele Fabio Torchiaro, Rebecca Plaiu, Simona Accarrino Lo stato dell' Islam. Il Califfo ed il Califfatto. La jihad. Il Corano. Maometto ed i musulmani. Parole che rimbombano nei telegiornali, ma che nessuno spiega. Ne abbiamo parlato con la nostra professoressa Donata dei Nobili, che ci ha condotto nel passato per capire il presente. Spiegandoci… lo scisma tra SUNNITI e SCIITI risale alla morte di MAOMETTO, il profeta, avvenuta nel 632 d. C.. Dopo la sua morte, la comunità musulmana si è posta la difficile scelta di una nuova guida politica e spirituale. Tra i clan delle tribù del mondo musulmano, non mancarono aspri conflitti, dovuti, anche, alla mancanza di figli maschi di Maometto, che potessero prendere il suo posto. A quell'epoca, il profeta Maometto deteneva un grande potere. Il Profeta decideva della vita di ogni suo suddito, in quanto capo religioso, politico e comandante dell'esercito. Per scegliere il successore del profeta Maometto, allora, si riunì un gruppo di saggi, esponenti QUARAISCITI, influenti signori dell'aristocrazia meccana. Gli aristocratici Quaraisciti individuarono come successore del Profeta ABU BAKR, che, riconosciuto Califfo, istituì il primo CALIFFATO: il termine califfo, in arabo, significa il successore del messaggero di Dio. Abu Bakar era il suocero di Maometto, padre della moglie prediletta del Profeta, della giovanissima AISHA. Due anni dopo, Abu Bakar muore, indicando come successore OMAR che regnò fino al 644 d. C.. A porre fine al regno di Omar fu uno schiavo, che l'assassinò. Ma prima di morire, si racconta, delegò la sua successione ad un consiglio di sei dignitari: SHURA. La Shura chiamò alla guida del popolo islamico OTHMAN, che regnò dal 644 al 656. Anche Othman era un membro del potente clan della tribù dei QUARAISCITI ed imparentato con Maometto, avendo sposato le sue due figlie, prima RUQUAYYAH e poi UMM KALTUM. Fu Othman ad ordinare le sure raccolte nel Corano, sistemando tutte le scritture, conservate in diversi modi. Di Othman, sappiamo che venne assassinato. Dopo di lui, a prendere la guida della comunità islamica fu ALI', figlio di ABU TALIB, zio di Maometto e fu proprio con lo zio che il Profeta - orfano di padre e di madre - visse. Alì, anche se molto più giovane di Maometto, seguì il Profeta già dalla prima ora e con lui strinse un forte legame, tanto da sposare la sua figlia prescelta: FATIMA. La storiografia dell'ISLAM ha documentato che ABU BAKER, OMAR, OTHMAN e ALI' sono stati i califfi più illuminati. In seguito, il califfato divenne ereditario. Per gli SCIITI, coloro che seguono la SHIA, il "partito" di ALI', la successione dei primi tre califfi non venne ritenuta legittima e fu riconosciuto come il primo vero ed unico successore di Maometto ALI'. Cosa diversa, invece, fu per i SUNNITI: islamici che seguono la SUNNA, la TRADIZIONE. Gli Sciiti sostengono che Maometto, un mese prima della morte, investì ALI' della successione e lo fece a GHADIR KHUMM, a metà strada tra la Mecca e Medina, dopo il suo ultimo pellegrinaggio alla Mecca. Questa vicenda non è negata dai Sunniti, ma, di fatto, ridimensionata. Gli Sciiti, dopo la morte di Alì, avvenuta nel 660 d. C., considerarono i legittimi successori alla guida dell'Islam i suoi figli, HASSAN e HOSSEIN, e, poi, la sua progenie, seguendo la genealogia del Profeta, attraverso la figlia Fatima. Nello SCIISMO, i successori di Maometto ricevono la denominazione di IMAM: coloro che guidano la preghiera in MOSCHEA, considerati infallibili. La qualità dell' infallibilità degli Imam, però, non è stata condivisa da Sunniti, che considerano il Profeta un uomo non dotato di potere soprannaturale. Nella storia islamica, emerge che gli Sciiti, per questi ed altri motivi religiosi, vennero sempre perseguitati dai Sunniti, fino ad essere sterminati. Noto è il massacro dell' Imam HOSSEIN e degli Sciiti nella piana di KARBALA, avvenuto nel 680 d. C. e più volte richiamato dagli iraniani durante la guerra del 1980 - 1988 tra Iran (sciiti) ed Iraq (sunniti). Ma cosa è il califfato invocato dagli uomini del nascente Stato Islamico? Gli uomini dell' ISIS, sunniti, sono in guerra per costruire un nuovo stato islamico. Per farlo, con il sostegno economico, politico, militare e religioso degli stati arabi sunniti occupano parte dei territori dell' IRAQ e della SIRIA, in modo da rendere operante il nuovo CALIFFATO e promuovere l'espansione dell'ISLAM e l'affermazione delle leggi islamiche. Il Medio Oriente, oggi, per queste motivazioni religiose, politiche ed economiche è diventato teatro di un antico conflitto tra SUNNITI e SCIITI, sostenuti, in base ai propri interessi economici, dalle potenze Occidentali e dagli stati arabi: Iran, Arabia Saudita, Iraq, Siria, Yemen, Qatar. La repubblica islamica dell' Iran sciita e la Russia, ormai, sono diventata l'ostacolo all'avanzata militare dell'ISIS sunnita. Quell'antico conflitto tra sciiti e sunniti si è acutizzato e vede la contrapposizione tra l'Arabia Saudita sunnita di matrice wahhbita - che considera Dio e la purificazione dell'Islam con un ritorno alla religione d'origine - e l' Iran sciita, rivale strategico. Per queste ragioni storico-religiose ed economiche, la repubblica islamica dell'Iran è diventata l'alleato naturale dell'Occidente per combattere il terrorismo dell'ISIS. Ma non sempre è così. Il coinvolgimento militare della Francia, dell' Italia, della Germania, dell' Inghilterra, della Turchia e dell'America per sconfiggere il terrorismo dell' ISIS è ambiguo. Diverse fonti giornalistiche riferiscono che alcuni Stati ed alcune multinazionali dell'industria bellica europea vendono armi allo stato dell'Arabia Saudita, principale sostenitore dello stato dell'islam. Tra questi fornitori di armi, ci sono industriali italiani. 3 C'è chi dice no alle guerre LA NINNA NANNA DE LA GUERRA NON AVRETE IL MIO ODIO di Marianna Renzulli e Rebecca Plaiu TRILUSSA (1914) L'odio e il terrore, che hanno colpito la Francia con gli attentati di Parigi non contageranno le giovani generazioni. I giovani francesi non sono d'accordo con il loro presidente François Hollande e con la sua dichiarazione di guerra allo Stato dell' ISIS. Ed esprimono il loro forte dissenso. No a incursioni aeree e a bombardamenti strategici. No alla controffensiva e, soprattutto, no alle modifiche degli articoli 16 e 36 della Costituzione francese con cui Hollande ha chiesto poteri straordinari, la possibilità di riconoscere lo stato di guerra e di praticare interventi armati all'estero. a cura di Giuseppe Guerra e Giuseppe Rinaldi Ninna nanna, nanna ninna, er pupetto vò la zinna: dormi, dormi, cocco bello, sennò chiamo Farfarello Farfarello e Gujermone che se mette a pecorone, Gujermone e Ceccopeppe che se regge co le zeppe, co le zeppe d'un impero mezzo giallo e mezzo nero. "Per tutte le guerre" Ninna nanna, pija sonno ché se dormi nun vedrai tante infamie e tanti guai che succedeno ner monno fra le spade e li fucili de li popoli civili Ninna nanna, tu nun senti li sospiri e li lamenti de la gente che se scanna per un matto che commanna; che se scanna e che s'ammazza a vantaggio de la razza o a vantaggio d'una fede per un Dio che nun se vede, ma che serve da riparo ar Sovrano macellaro. Chè quer covo d'assassini che c'insanguina la terra sa benone che la guerra è un gran giro de quatrini che prepara le risorse pe li ladri de le Borse. Fa la ninna, cocco bello, finchè dura sto macello: fa la ninna, chè domani rivedremo li sovrani che se scambieno la stima boni amichi come prima. So cuggini e fra parenti nun se fanno comprimenti: torneranno più cordiali li rapporti personali. E riuniti fra de loro senza l'ombra d'un rimorso, ce faranno un ber discorso su la Pace e sul Lavoro pe quer popolo cojone risparmiato dar cannone! Jean Jullien ha dichiarato: "Posso solo dire che in questo orrore c'è qualcosa di positivo: la gente si riunisce in un senso di unità e di pace". Una presa di posizione ribadita con coraggio da molti. Il giovane Antoine Leiris, che ha perso "l'amore della sua vita e mamma del suo bambino di 17 mesi" al Bataclan scrive: "Non avrete il mio odio. Venerdì sera avete rubato la vita di una persona eccezionale, l'amore della mia vita, la madre di mio figlio, eppure non avrete il mio odio. Non so chi siete e non voglio neanche saperlo. Voi siete anime morte. Se questo Dio per il quale ciecamente uccidete ci ha fatti a sua immagine, ogni pallottola nel corpo di mia moglie sarà stata una ferita nel suo cuore. Perciò non vi farò il regalo di odiarvi. Sarebbe cedere alla stessa ignoranza che ha fatto di voi quello che siete. Voi vorreste che io avessi paura, che guardassi i miei concittadini con diffidenza, che sacrificassi la mia libertà per la sicurezza. Ma la vostra è una battaglia persa. L'ho vista stamattina. Finalmente, dopo notti e giorni di attesa. Era bella come quando è uscita venerdì sera, bella come quando mi innamorai perdutamente di lei più di dodici anni fa. Ovviamente sono devastato dal dolore, vi concedo questa piccola vittoria, ma sarà di corta durata. So che lei accompagnerà i nostri giorni e che ci ritroveremo in quel paradiso di anime libere nel quale voi non entrerete mai. Siamo rimasti in due, mio figlio e io, ma siamo più forti di tutti gli eserciti del mondo. Non ho altro tempo da dedicarvi, devo andare da Melvil che si risveglia dal suo pisolino. Ha appena diciassette mesi e farà merenda come ogni giorno e poi giocheremo insieme, come ogni giorno, e per tutta la sua vita questo petit garcon vi farà l'affronto di essere libero e felice. Perché no, voi non avrete mai nemmeno il suo odio". Parole semplici di amore e di pace che noi vogliamo ripetere, senza graffiarle. 4 INTERVISTA segue dalla prima pagina, don Domenico, La pace inizia da noi L' impegno è di essere costruttori di un mondo più giusto, di pace. La promessa è che non siamo soli. Dio si è fatto carne ed ha abitato tra noi. Gesù Cristo, con la sua vita terrena, ci ha dato l'esempio, rifiutando la violenza, la guerra e praticando il perdono e l'amore. Ma dove abita Dio? Dio abita nelle persone buone, speranzose. Perché sta scoppiando questa terza guerra mondiale? Le guerre sono volute da gente cattiva che vuole fare del male a gente che invece vuole vivere un mondo più giusto, più pacifico, più sereno. È una guerra di religione o di affari? E' una guerra di affari. Dietro ogni guerra si nascondono affari che non conosciamo. C'è un fiorente mercato di armi: stati molto potenti vendono in modo nascosto le armi in cambio di soldi. C'è tanto terrore in Italia per i falsi allarmi e gli attentati, lei che ne pensa? Sì c'è terrore per i falsi allarmi e perché si ha molta paura. Dobbiamo preoccuparci dei nostri Santuari di San Michele Arcangelo, dell'Incoronata, di San Pio, di San Matteo, Santa Maria di Siponto ed altro? Gli estremisti islamici possano colpire nei luoghi più affollati, i cosiddetti beni sensibili. Ma, in occasione del Giubileo, lo Stato italiano sta cercando di elaborare una strategia di difesa. Quindi, è difficile dire se in queste "parti sensibili" siano a rischio attentati, non ci dobbiamo far prendere dalla paura, ma vincerla con il coraggio. Noi ragazzi cosa possiamo fare? Voi ragazzi potete impegnarvi a praticare la Pace. Voi siete artigiani di Pace. E lo sarete sempre di più se avrete un atteggiamento educato, mansueto, di bontà, un parlare costruttivo intelligente e di accoglienza dell'altro, che è il nostro prossimo. Qual è la difesa della Chiesa di Roma e possono gli Italiani difendere la pace? Essere pacifici, misericordiosi a partire già da piccoli. I terroristi perché vogliono seminare terrore? Seminano il terrore perché vogliono dividerci, distruggere le nostre certezze di fede. Gli attentati, i massacri di gente inerme sono il loro modo per farci perdere la testa e, quando una persona perde la testa, da corso alla sua violenza. La violenza risveglia tante persone cattive, presenti anche in mezzo a noi, che si sentono autorizzate a reagire. È possibile la pace? Come possiamo costruirla? Si può costruire con l'impegno comune, personale e con l'accoglienza del prossimo. La pace, quindi, è un compito importante per tutti gli uomini. Lei vorrebbe fermare le conversioni all'Islam da parte degli Italiani? Non le temo. Se la persona ha una fede autentica, ben venga. Invece, se la conversione è per la paura di essere ucciso non è fede vera. Chi li arma? di Matilde Ciociola, Luciana Rinaldi, Domenico Rosa e Frisoli Giovanni C'è una guerra che non si racconta, eppure l'Italia spende un miliardo e 200 milioni di euro per le missioni internazionali. Le cronache giornalistiche rivelano che gli industriali italiani vendono armamenti in giro per il mondo, anche a quei Paesi che poi andiamo a combattere. A giudicare dai servizi giornalistici, l'Italia non ripudia affatto la guerra. Il Governo italiano, nel corso degli anni, ha autorizzato 26 missioni internazionali in cui il nostro Stato è impegnato con 4.500 militari sparsi in 38 Paesi. Diverse inchieste, di autorevoli giornali italiani, hanno scritto che l'Italia arma ben 123 Paesi ed è leader dell'export di armi piccole e leggere. Ma nessuno, dicevamo, ne parla. Alcuni politici e uomini di cultura nei dibattiti televisivi ripetono che la nostra Nazione, l' Italia, non ha una legge che regoli le sue missioni internazionali. Ma per noi non è un problema. Nelle nostre discussioni scolastiche, abbiamo scoperto che il vuoto legislativo favorisce il ricorso dei Governi a provvedimenti d'urgenza, senza il coinvolgimento dei cittadini: se vengono emanati decreti legge del governo, il parlamento perde il controllo sulle decisioni che riguardano i nostri interventi internazionali. Con la nostra professoressa Donata dei Nobili, abbiamo scoperto che questi modi di governare rendono il nostro governo silenzioso ed autoritario, non sempre fondato su una larga democrazia. Ecco perché il vuoto legislativo crea pesanti conseguenze. Allora, i cittadini italiani, perché non protestano? Perché non organizzano manifestazioni di pace? Noi lo abbiamo fatto, organizzando con i responsabili della biblioteca comunale ed i frati francescani di Monte Sant'Angelo una conferenza intitolata "L'ascesa del Califfato". Con questa conferenza, i ragazzi della 2° C dell'Istituto Comprensivo Statale "G. Tancredi - V. Amicarelli" sono intervenuti per dire no alle missioni di guerra e no al loro finanziamento. Fate la pace, con le buone o con le cattive, questo potrebbe essere il nostro motto. Agli adulti vogliamo dire che le operazioni di intervento umanitario, che prevedevano l'invio di osservatori internazionali, si sono trasformate in missioni di mantenimento della terza guerra mondiale. A tutti vogliamo ricordare, ancora una volta, che la nostra Costituzione all'art. 11 recita: "L'Italia ripudia la guerra come strumento di offesa alla libertà degli altri popoli di risoluzione delle controversie internazionali". Sarà vero? In classe, leggendo i tanti articoli di giornali italiani, abbiamo verificato che l'Italia si muove in modo disinvolto rispetto alla Costituzione, non a caso si dota sempre più di sistemi d'arma d'attacco e non solo di difesa. Ma quando parleremo di pace? 5 Cristiani e Musulmani di fra Salvatore M. Sabato Avvenimenti ai quali abbiamo assistito negli ultimi mesi fuori Italia o in Europa in riferimento all'Islam hanno creato un certo disagio nei confronti di coloro che si professano di religione musulmana. Chi sono in realtà coloro che noi vediamo con il turbante, con le barbe nere e sventolare bandiere e armi che creano paura? Noi chiamiamo musulmani coloro che seguono la religione di Maometto e che in maggioranza sono di origine araba. Il suo nome è ISLAM che significa: avere un atteggiamento di assoluta sottomissione a Dio - chiamato ALLAH. Allah e' formato da due parole unite insieme: AL ILAHI - COLUI CHE È SPIRITUALE, AL DI LA '. Questa religione viene predicata da un arabo, nato alla Mecca e che si chiama MAOMETTO - MUHAMAD. Dopo una vita passata nel commercio alle dipendenze di una ricca signora - KADIJA - che diventerà la sua prima moglie, si sente chiamato da Dio ad essere il suo Profeta. Per motivi religiosi e politici, Maometto sposerà fino a 12 donne. Nel Corano, il numero di mogli ai musulmani verrà ridotto a non più di 4 donne. Il libro di questa religione si chiama CORANO - in arabo - AL KURAN - che significa LA LETTURA per eccellenza e contiene per i credenti musulmani la RIVELAZIONE di Allah al suo ultimo e più grande profeta di tutti i tempi, Maometto. Questa religione fa parte del gruppo di religioni che si chiamano MONOTEISTE, cioè ammettono e credono in un Dio unico che si è rivelato prima agli ebrei attraverso Mosè e i profeti, poi ai cristiani attraverso GESÙ CRISTO, considerato solo come profeta e non Dio dai musulmani. Il libro del Corano è diviso in molti capitoli, ogni capitolo si chiama SURAH e il suo contenuto viene considerato rivelato da Allah. Perché? Maometto riceve la rivelazione direttamente da Allah e parola dopo parola viene calata come su un lenzuolo aperto. L'angelo Gabriele - JIBAIL - dice al profeta: LEGGI. Dopo che Maometto ha letto, esce dalla caverna dove ha avuto la visione e riferisce ai suoi seguaci quanto pensa di aver letto. I suoi seguaci ascoltano, apprendono a memoria e poi trasmettono agli altri fino a quando, diversi anni dalla morte di Maometto, viene raccolta la rivelazione e messa in ordine fino a diventare un libro, il libro del Corano, AL KURAN. Nel Corano, ci sono molti racconti che si possono leggere nel Vecchio Testamento, per esempio, la caduta di Adamo ed Eva, la storia di Noè, di Giuseppe, di Davide e di tanti altri. Per i musulmani - come è scritto nel Corano - il primo musulmano è Abramo - IBRAHIM - che viene considerato come per gli Ebrei il primo antenato, non della discendenza di Isacco, ma di Ismael -ISMAIL. SEGUE DALLA PRIMA DI DONATA DEI NOBILI E LUCA FIDANZA È una nuova guerra, un nuovo neocolonialismo, che rimodella i confini degli stati arabi, ridisegnati - per destabilizzarli - nel 1916 dalla Francia e dall' Inghilterra. Ma chi avrà il coraggio di intrecciare le tante storie di uomini e di donne, di tanti paesi e di tante religioni per costruire una nuova storia plurale non violenta e senza paure? Papa Francesco lo sta facendo con il Giubileo della Misericordia. E tu insegnante! E tu parroco! E tu imam! E tu cittadino! Il mondo che verrà è quello che sapremo raccontare e creare. Con questo giornale, abbiamo iniziato a scavare un nuovo percorso di conoscenza storica, culturale e religioso. Una nuova strada per attraversare i secoli passati, una via che ci conduce nell'oasi di un nuovo umanesimo, che vogliamo avviare, aprendo un dialogo con la Chiesa, il forum delle associazioni e la Comunità di Monte Sant'Angelo. Un dialogo della misericordia per abbattere i muri delle frontiere piene di filo spinato. Eppure, c'è chi si ostina a ripetere che a Natale è meglio non parlare di guerra. Eppure, c'è chi non riesce a pensare che siamo in guerra! Allora, ben vengano gli eretici di questo tempo, per dire che la pace è possibile e se è possibile bisogna costruirla. Buone feste. Sia gli ebrei che per i cristiani, Abramo è il primo patriarca che riceve la rivelazione da parte dell' unico Dio - per gli ebrei YAHWE. I musulmani, come afferma il Corano, sono coloro che hanno ricevuto la rivelazione da Dio in forma perfetta, definitiva e ultima. Maometto è il più grande e ultimo profeta e supera Gesù, che hanno un certo rispetto: ISA BIN MARYAM, Gesù figlio di Maria. Per questo motivo i musulmani si sentono superiori alle altre religioni e devono fare in modo da conquistare gli altri che vengono considerati come pagani - kafir. Grazie, pace e bene. Fra salvatore m. sabato, ofmconv -stralcio dell' incontro del 3 dicembre 2015- Associazione "Monte Sant'Angelo Francigena" di Matilde Ciociola, Totaro Libera Maria e Rebecca Plaiu Dott.ssa Silvia di Iasio, Oriana Fallaci è da molto tempo che diffidava dell'Islam e ha aperto da oltre un decennio un dibattito sul terrorismo islamico. Lei che ne pensa? Oriana Fallaci, in termini molto generici, parla dell' Islam, scrivendo: "Non c'è un Islam buono e un Islam cattivo, c'è un Islam e, quindi, sono tutti uguali". In realtà, non è come quando noi parliamo del Cristianesimo. E' chiaro, ci sono Cristiani buoni e Cristiani cattivi e chiaramente non possiamo fare di tutta l'erba un fascio. Ma quando si parla di crociate dell'imperatore, del sacro sepolcro e delle guerre sacre quei Cristiani non possono definirsi buoni Cristiani. Secondo voi, ragazzi, la guerra può essere sacra? La Chiesa può avere un esercito? Oriana Fallaci aveva postato su un social network un pensiero tratto da un suo libro intitolato "La forza della ragione": Illudersi che esista un Islam buono e un Islam cattivo, ossia non capire che esiste un Islam e basta, che tutto l'Islam è uno stagno e che di questo passo finiremo con l'affogare. È contro ragione, non difendere il proprio territorio, la propria casa, i propri figli, la propria dignità, la propria assenza. È contro ragione, accettare passivamente le sciocche ciniche menzogne che ci vengono somministrate come l'arsenico nella minestra. È contro ragione, rassegnarsi e arrendersi per viltà e pigrizia. È contro ragione, morire di sete e di solitudine in un deserto sul quale il sole di Allah brilla al posto del sole dell'avvenire. È contro ragione anche sperare che l'incendio si spenga da sè, grazie a un terremoto o un miracolo della Madonna. 6 LE ASSOCIAZIONI DICONO... A noi ragazzi della scuola "G. Tancredi - V. Amicarelli" piace l'idea di aprire un confronto con le associazioni di Monte Sant'Angelo, oggi sulla pace, ma domani su tant'altro. Abbiamo iniziato con Michele Picaro "insieme per", Matteo Notarangelo "Genoveffa de Troia", Antonio Silvestri "I Tarantati", Giuseppe Piemontese "Gli Amici della Biblioteca", Silvia di Iasio "Monte Sant'Angelo Francigena", Matteo Prencipe "Le Nuvole" A cura di Antonio Armillotta, Antonio Pio Rinaldi, Carmine Sansone, Domenico Basta, Domenico Pio Rosa, Francesco Rinaldi, Giuseppe Rinaldi, Gabriele Pio Scoppitto, Giovanni Frisoli, Giuseppe Guerra, Libera Maria Totaro, Luciana Rinaldi, Matteo Sanchirico, Matilde Ciociola, Marianna Renzulli, Michele Fabio Torchiaro, Rebecca Plaiu, Simona Accarrino Associazione culturale "Insieme per..." Associazione di volontariato "Genoveffa de Troia" di Matteo Sanchirico e Antonio Rinaldi Avv. Michele Picaro, cosa pensa dei fatti avvenuti a Parigi lo scorso 13 novembre? Il recente attentato di Parigi ha fatto di nuovo precipitare la Francia ed il Mondo intero in un clima di paura. Le stragi dei giorni scorsi sono atti terroristici assolutamente inspiegabili né giustificabili. Pur provenendo da terroristi di chiara matrice islamista, le stragi non hanno né possono avere una giustificazione religiosa o politica. Esse sono essenzialmente atti contro l' Umanità, da condannare fermamente senza un se e senza un ma. Si è voluto colpire la Francia per colpire i valori di libertà e dignità della persona umana, fondativi della civiltà occidentale. Anche se i tragici eventi non hanno interessato direttamente la nostra Nazione, noi ci sentiamo pienamente coinvolti come esseri umani, prima ancora che Europei ed Occidentali. di Matilde Ciociola, Luciana Rinaldi, Domenico Rosa e Frisoli Giovanni Dott. Matteo Notarangelo, si parla di rivedere gli accordi di Schengen (la libera circolazione dei cittadini europei su tutto il territorio comunitario) la sua associazione che ne pensa? La libera circolazione dei cittadini negli stati europei è un accordo che risale al 1985, ma la soppressione dei controlli alle frontiere si è avuta, di fatto, nel 1996. La caduta delle frontiere ha permesso ai singoli cittadini degli stati nazionali di diventare cittadini europei. Per capirci meglio. Pensate all' Unità d'Italia del 1861. Il nostro stato era diviso in diversi stati con dei confini determinati, una propria costituzione ed un proprio territorio: il Regno delle Due Sicilie, il Regno Sabaudo, lo Stato Pontificio… . Con la conquista Piemontese del nostro Sud si costituì il regno d' Italia. In questo modo, si ebbe un unico Stato privo di frontiere interne: i cittadini di Monte Sant'Angelo potevano andare a Milano, Torino, Bari, Palermo senza permessi speciali: questa è la libera circolazione delle persone. L'accordo di Schengen prevede, quindi, la libera circolazione non solo delle merci, ma anche delle persone. Ed è una grande conquista. Gli attentati dell'ISIS non devono, e non possono, bloccare l'apertura dei popoli al libero incontro. Cosa pensa del messaggio che il Papa ha pronunciato in una chiamata a TV2000? Condivido pienamente il pensiero del Papa. È in atto una guerra, la Terza Guerra Mondiale, che viene combattuta già da alcuni anni, a pezzi ed in modo occulto, in posti come il teatro Bataclan o lo Stadio, dove la gente va a trascorrere qualche ora di spensieratezza. Non è una guerra tra forze armate chiare e distinte, ma una guerra contro civili inermi: viene usato il terrore per creare un clima di paura nella gente e creare un clima di sgomento, allo scopo di limitare le Libertà individuali. È una guerra contro la nostra civiltà, quella fondata sulla Persona, sulla Libertà, sulla Tolleranza, sulla Democrazia e noi dobbiamo essere pronti a difendere i nostri valori. Come si potrebbe impedire il ritorno alle frontiere ed alla limitazione della libera circolazione delle persone sul territorio europeo? L' associazione "Genoveffa de Troia" si occupa di "disabilità": per noi impedire la libera circolazione alle persone è la vera disabilita, il vero ostacolo, il vero handicap dei cittadini europei, da rimuovere: subito! Anche se gli jihadisti affermano: "Grazie alle vostre leggi democratiche vi invaderemo; grazie alle nostre leggi religiose vi domineremo". Se eliminare le frontiere rende liberi le donne e gli uomini di questo tempo, il terrorismo jihadista non può bloccare questo processo di civiltà, di incontro pacifico tra i nostri popoli. Con i musulmani, ma anche con gli altri popoli dobbiamo aprire un grande dialogo, nel rispetto dell'islam, ma anche del cristianesimo, del buddismo, dell'induismo, insomma di tutte le fedi. Il futuro va verso un mondo multietnico, un mondo ricco di tante fedi religiose, liberi e non violenti. Non si tratta di chiuderci nei nostri territori o nelle nostre abitazioni, bensì di aprirci agli uomini del nostro pianeta e, forse, anche a quelli interplanetari per avviare una bella discussione su come proteggere il nostro pianeta terra dai disastri di una produzione industriale. Secondo lei, come si potrebbe evitare questa guerra che porta solo all'odio? Occorre prima di tutto mettere al bando gli estremismi e favorire il dialogo interreligioso, al fine di isolare e neutralizzare chi, come il terroristi dell' ISIS, usano, in modo ingiustificato, motivazioni religiose per fare proselitismo. Principalmente occorre che le Nazioni affrontino seriamente il problema delle ingiustizie politiche e sociali esistenti nel Mondo. Se non ci fossero ingiustizie, non ci sarebbero conflitti. La vera pace si fonda sulla la Giustizia. A noi ragazzi di Monte Sant'Angelo, vuole lasciare un suo pensiero? Studiate, sognate e riprendetevi il vostro futuro. 7 Frati francescani "Parrocchia di San Francesco" Associazione "Arci-Nuova Gestione" di Antonio Pio Rinaldi e Matteo Sanchirico di Antonio Pio Rinaldi e Matteo Sanchirico Carissimi Frati, nel 1209 san Francesco incontrò il Saladino. Perché? San Francesco portò un messaggio di pace al nuovo mondo in guerra, per evangelizzare tutti gli uomini ed invitarli alla pace, alla speranza e all'amore verso il prossimo. Perché san Francesco parti senza armi o corazze per andare ad incontrare il Sultano? Francesco incontrò il Saladino ed i suoi guerrieri senza protezioni sia per scongiurare l'uso delle armi nell'affrontare le questioni degli uomini sia per dimostrare che la pace si costruisce senza armi e senza corazze, ma con la disponibilità ad accogliere le ragioni dell'altro. Presidente, l'Arci-nuova gestione ci dona, ogni anno, La torre dei giganti e tanta musica rock. Come ben sa, a Parigi, i terroristi hanno massacrato al Bataclan i ragazzi che seguivano un concerto di musica rock. Secondo lei, perché i terroristi odiano il rock, in modo specifico, ma la musica occidentale in generale? I terroristi non odiano il rock, bensì i nostri divertimenti, che, a quanto pare, non sono del tutto sani. Drogarsi, bere, ballare non sono principi che i giovani devono far propri. Però, l' odio che provano per noi e per le nostre abitudini è dovuto al loro credersi superiori a noi. Per un mondo di pace, c'è bisogno di considerarsi tutti uguali e di rispettare le abitudini e la fede di ogni popolo. Se Francesco vivesse oggi cosa direbbe agli uomini del terrorismo? Certamente porterebbe un messaggio di amore e di perdono, lo stesso messaggio posto a cardine dell'anno giubilare, indetto da papa Francesco. Se san Francesco tornasse a vivere in questi giorni, secondo lei, cambierebbe il Cantico delle creature aggiungendo questo verso: "Laudato sii, mio Signore perché perdoni tutti i tuoi figli che sbagliano, squarciando il cuore dell' umanità?" . Certamente! Francesco è l'uomo del perdono ed è una lode cantare le meraviglie e il perdono del Signor, che ogni giorno si rende disponibile all'Amore vero. Associazione Culturale "I Tarantati" di Marianna Renzulli, Luciana Rinaldi e Domenico Basta Maestro Antonio Silvestri la sua Associazione si occupa di musica etnica. Il il suo gruppo musicale mostra la bellezza di canti e di melodie di tanti popoli diversi. A suo parere, è possibile conciliare le tante diversità culturali e religiose di tanti popoli? Noi Cristiani siamo tutti fratelli e consideriamo l'uomo, il prossimo, nostro fratello. Dio ha già conciliato i popoli, ma ha lasciato loro il libero arbitrio. Dipende, quindi, dall'uomo evitare la guerra e questo è possibile se i tanti popoli, che abitano momentaneamente la Terra, si decidono a mettere da parte gli interessi economici ed il loro egoismo. Noi con la nostra musica parliamo un linguaggio di pace, di amore e di serenità. Per questi motivi, non ci possono essere guerre sante: la vita è un dono di Dio. Nella nostra Città, come pensate di diffondere la vostra cultura di di pace? Lo facciamo tutti i giorni con l'esempio, con il dialogo e con tanta musica. C'è bisogno d'altro, di tanta buona fede e di tanta buona comprensione di chi vive ogni giorno la sofferenza. Associazione Salotto Politico-Culturale "Le Nuvole" di Antonio Lucio Armillotta e Giuseppe Guerra Sig. Matteo Prencipe, per combattere la guerra e promuovere la pace, cosa può fare un circolo culturale come il vostro? Tutte le associazioni hanno lo scopo di far crescere ed educare le generazioni future ad una cultura di pace e di solidarietà tra gli uomini e tra i popoli. In ogni gruppo umano, la pace nasce dalla convivenza, dalla moderazione e dal rispetto dell'altro. E' risaputo, i popoli occidentali sono belligeranti ed hanno concepito sistemi di guerra molto sofisticati. Queste conoscenze vengono trasmesse ai giovani con i videogiochi, basati sulla guerra strategica e sulle tattiche militari. Anche gli stati d' Occidente continuano a spendere molti soldi per preparare guerre e pochissimi per educare alla pace nel mondo. Anche se l'Occidente ha conosciuto i massacri della prima e della seconda guerra mondiale, continua ad alimentare una guerra che dura da molto tempo. Con questo non voglio dire che le guerre sono sempre esistite e sempre esisteranno, anche se sembrano lontane da noi. In quest'ultimo tempo, sentiamo parlare dell'ISIS, un gruppo armato costituito all'interno del mondo arabo, e della loro guerra che si combatte tra i confini dell'Iraq e della Siria. E crediamo che sia la loro guerra. Ma, poi, ci accorgiamo che tutti noi siamo già in uno scontro e la guerra è nelle nostre città. Questo conflitto armato può essere fermato se tutti sapranno accogliere le diversità degli altri popoli, che sono dei vantaggi. Se valorizzassimo queste "differenze" potremmo aprire un grande dialogo, confronti sociali e socioculturali. Però, viviamo le contraddizioni di questo tempo, gli uomini in nome delle religioni ci impongono di dichiarare guerra a una popolazione ma, allo stesso tempo, ci dicono di accogliere in pace il prossimo. 8 L'angolo dei ricordi Don Tonino Bello, un pugliese costruttore di Pace A cura degli allievi della 2°A e dei docenti Raffaella Renzulli e Michele Guerra A pochi passi dalla Scuola "V. Amicarelli", nell'antico convento dei Cappuccini, c'è la casa di riposo "San Michele" di Monte Sant'Angelo, coordianta da suor Lina e suor Arcangela, suore Adoratrici del Sangue di Cristo. A loro abbiamo chiesto di parlarci di pace e di una persona in Puglia impegnata per costruirla. Il pensiero è andato al pugliese don Tonino Bello, che è stato, fino a pochi anni fa, vescovo di Molfetta e presidente nazionale dell'Associazione Pax Christi. Le suore hanno conosciuto personalmente don Tonino e ne ricordano la simpatia e la disponibilità. Era sempre pronto ad aiutare il prossimo, confessando chi aveva bisogno, oppure aprendo la porta della diocesi ai poveri e bisognosi. I ragazzi della classe II A hanno fatto una ricerca su internet per ricostruire in breve la sua storia e si sono accorti della profondità del suo impegno, fatto di opere e non solo di parole. Come due gambe, opere e parole, hanno sorretto la vita di don Tonino, rendendola splendida e fornendo splendore anche in chi, direttamente o indirettamente, lo ha conosciuto. Il pacifismo è solo un lato della personalità di don Tonino che si aggiunge a tante virtù: l'amore sincero per il prossimo, il fervore religioso, l'aiuto verso chi aveva bisogno, la simpatia, accompagnata da un suono di fisarmonica, che sapeva suonare. Nel campo della pace, don Tonino divenne, nel 1985, presidente di Pax Chirsti. Per la pace, si impegnò nei primi anni Novanta sia contro la Guerra del Golfo sia contro la Guerra dei Balcani. Per invogliare alla pace nella ex Jugoslavia, organizzò una celebre marcia della pace a Sarajevo, nel pieno dei combattimenti. Era l'8 dicembre del 1992 e don Tonino, insieme a un gruppo di pacifisti, riuscì a far smettere per un giorno il conflitto, durante il passaggio della carovana pacifista per le vie della capitale bosniaca. Era già affetto da un male incurabile, ma non volle rinunciare a quella storica manifestazione. A volte, la sua posizione radicale per la pace lo pose al centro di polemiche politiche. Don Tonino replicava con parole semplici, quali l'appello alla coscienza da parte di ogni militare, che ha il diritto di non sparare se dal profondo del suo cuore gli arriva una voce di pace. Questo appello all'obiezione di coscienza fu scambiato da alcuni, che non condividevano le sue opinioni, per invito alla diserzione. Don Tonino Bello morì pochi mesi dopo la storica marcia della pace nella Sarajevo assediata dai soldati serbo-bosniaci. Di lui, restano tante belle impressioni e tanti aneddoti. Ne citiamo uno di don Salvatore Leopizzi, amico di don Tonino e autore del libro, Don Tonino Bello. Croce e fisarmonica: normalità di un uomo straordinario: "Durante un viaggio in Etiopia gli manifestai la mia perplessità per il fatto che continuava a distribuire dei soldini ai bambini dicendogli che forse era inutile e dannoso illuderli con degli spiccioli. E Lui con sorridente e disarmante semplicità: non è tanto importante ciò che noi possiamo fare ora per loro, la cosa più bella è che questi bambini, per un momento, ti possono regalare un impagabile sorriso! E proprio per questo tuo e loro impagabile sorriso, ti voglio dire: grazie, don Tonino, seme fecondo delle nostre utopie!". Associazione Culturale "Amici della Biblioteca" di Simona Accarrino e Marianna Renzulli Professore Giuseppe Piemontese, il Papa parla di terza guerra mondiale, ma in Italia, come in ogni paese europeo, non si parla di pace. Per lei, quali sono le motivazioni? Questo è di una pesante gravità. In Italia, mai come adesso, c'è un grande silenzio, le coscienze pacifiste e non violente sono evaporate. Anche il mondo della scuola è silenzioso. E' anche vero che l'Italia ha, fino ad oggi, assunto una posizione equilibrata, mentre la Francia e l'Inghilterra hanno dichiarato guerra all' ISIS. Ma la moderazione dell'Italia non giustifica la passività degli Italiani: siamo dentro una guerra mondiale. Anche se l'Italia con il governo di Matteo Renzi ha assunto una posizione di non belligeranza, siamo comunque coinvolti. C'è l'urgenza di dire al mondo che la guerra porta sempre dei danni, delle distruzioni. La via per risolvere le controversie è unica ed è quella pacifica. È con il dialogo, con il confronto che i popoli diventano civili. A suo parere, qual è il ruolo della Scuola in tale contesto? La Scuola dovrebbe essere molto più presente nella vita sociale e culturale dell'Italia. Purtroppo, non è così. Negli anni '60 e '70, gli studenti hanno avuto un ruolo centrale nel dibattito mondiale. C'erano le guerre in Indocina, Vietnam, eppure molti giovani organizzarono manifestazioni per la pace, in più occasioni denunciarono le stragi fatte dai loro soldati. Oggi, invece, nonostante sia in atto uno scontro di civiltà, di modi pensare e di fedi tra l'Occidente cristiano e l'Oriente arabo la Scuola non riesce ad elaborare alcuna riflessione critica. Dopo il sonno della ragione, crescono i mostri dell'orrore. La Pace La Pace rende il mondo più colorato La pace è un bene prezioso! Non basta crederci, ci devi lavorare! Fai che non ci sia niente per cui uccidere! Fai che non ci sia niente per cui fare la guerra. Fai che non ci sia nessuno che ti impedisca di portare ovunque la pace. Diamoci la mano e tutti insieme lottiamo per un mondo di pace! Taronna Filomena, classe 1° D Direttore responsabile: Donata dei Nobili giornalista iscritta all'Ordine: [email protected] - tel. 0884-561024 Direttori editoriali: Antonio Pio Rinaldi e Matteo Sanchirico Stampa: In questo numero hanno collaborato:Antonio Armillotta, Domenico Basta, Matilde Ciociola, Giovanni Frisoli, Giuseppe Guerra, Rebecca Plaiu, Marianna Renzulli, Francesco G. Rinaldi, Giuseppe Rinaldi, Luciana Rinaldi, Domenico Pio Rosa, Carmine Sansone, Gabriele Pio Scoppitto, Michele Fabio Torchiaro, Libera Maria Totaro e Simona Accarrino. Si ringraziano: i docenti Raffaella Renzulli, Filomena Taronna, Michele Guerra e gli allievi della 1° D e della 2° A per il contributo dato ed i docenti della Scuola "G. Tancredi V. Amicarelli"per la collaborazione. Un ringraziamento particolare va ai genitori della classe 2° C per aver contribuito alla stampa del giornale. Un ringraziamento va alla docente universitaria Immacolata Aulisa.