MAOMETTO E LA NASCITA DELL’ISLAM
All’inizio del VII sec. la penisola arabica è abitata da numerose tribù nomadi (beduini),
dedite alla pastorizia e al commercio sulle rotte carovaniere tra un’oasi e l’altra.
Per quanto rivali, una contro l’altra, e diverse per religione (zoroastrismo, cristianesimo, politeismo),
periodicamente s’incontrano alla città di La Mecca per una festa al santuario dalla Ka’ba,
durante la quale ogni conflitto è sospeso e si può pregare e commerciare liberamente.
Mercante di La Mecca è anche Muhammad (MAOMETTO): dopo aver abbandonato gli affari,
si dedica alla riflessione religiosa e alla preghiera, fino a che sente di esser stato scelto da Dio
stesso per essere il suo PROFETA e per superare le divisioni religiose del suo popolo;
propone così una nuova versione di monoteismo che si basa sulla sottomissione (ISLÀM)
al vero Dio (ALLAH), non conoscibile e non rappresentabile, al quale si deve devozione totale.
La sua predicazione si diffonde con grande rapidità, ma è contrastata dai vecchi capi religiosi:
nel 622 Maometto è costretto a lasciare La Mecca per rifugiarsi nella città di Yatrib (Medina);
qui fonda la prima comunità musulmana (Umma) e inizia l’impetuosa ascesa dell’Islam.
Proprio dalla data dell’ÈGIRA (“migrazione”) ha inizio il calendario usato dai mussulmani.
Nei dieci anni che seguono Maometto riesce a convertire all’Islam gran parte delle tribù arabe
e a imporre i fondamenti (i “Pilastri della fede”) della nuova religione in tutta la penisola:
«non esiste altro dio all’infuori di Allah e Maometto è il suo profeta»; pregare 5 volte al giorno
verso La Mecca; la carità ai poveri; il Ramadan (mese di digiuno); il pellegrinaggio alla Mecca.
Vi si aggiunge il Jihad, lo sforzo interiore per sradicare il male da sé e cercare il bene.
Le parole rivelate da Allah al suo Profeta vengono poi raccolte in un libro, il CORANO,
che diviene il testo sacro per tutti i mussulmani: nelle 114 sure (cioè capitoli)
è annunciata l’ultima rivelazione, dopo quella di Abramo, di Mosè, dei profeti e di Gesù,
che riassume la tradizione ebraico-cristiana e la supera in un messaggio nuovo.
Nei secoli a venire la nuova religione sarà il fulcro di una straordinaria fioritura culturale,
raffinatissima e affascinante, che riguarderà tutte le arti e tutte le scienze:
dall’astronomia alla farmacologia alla medicina (Avicenna) all’algebra (numeri arabi e lo zero),
dalla letteratura (Le mille e una notte) alla filosofia (Averroè) all’urbanistica e all’architettura
(ma non la pittura e la scultura: l’Islam vieta la rappresentazione di esseri umani!).
L’architettura troverà il proprio edificio più peculiare nella MOSCHEA, il luogo di preghiera,
con le sue ampie sale decorate a motivi geometrici, le sue cupole e i suoi minareti; importanti
sono anche i palazzi (ribat o alcazar), le scuole coraniche (madrasse), i mercati coperti (suq)
e le “stazioni di posta” o alberghi situati lungo le vie carovaniere (caravanserragli).
Quando Maometto, nel 630, fa ritorno a La Mecca, viene accolto come un vero trionfatore:
trasforma il santuario della Ka’ba e ne fa il più importante luogo di culto mussulmano,
ma soprattutto le tribù disperse dell’Arabia lo considerano come loro guida incontrastata
e, per la prima volta nella loro storia, possono riconoscersi come un popolo unito
in quanto raccolto in un’unica entità sia dal punto di vista religioso che da quello politico.