Percezione linguistica e produzione nei bambini impiantati che apprendono la lingua materna Luigina Garrapa Lecce, 16.07.2010 U.O. di Otorinolaringoiatria, “V. Fazzi” Organizzazione del seminario • I Parte: I potenziali evocati uditivi – I potenziali evocati uditivi precoci vs. tardivi – Le componenti P1, MMN e P3 • II Parte: Percezione linguistica postimpianto – 2 studi sulla percezione (linguistica) nei bambini impiantati • III Parte: Produzione linguistica postimpianto – Le vocali – Le consonanti – 2 studi sulle produzione linguistica nei bambini impiantati • IV Parte: Il punto della situazione in letteratura – Percezione & Produzione • V Parte: Lo studio sull’ipoacusia in collaborazione con l’U.O. di Otorinolaringoiatria di Lecce 2 I POTENZIALI EVOCATI UDITIVI [I Parte] I potenziali evocati uditivi • • • Sono delle risposte elettriche registrate nel sistema nervoso in risposta ad uno stimolo (sensorio) uditivo (click, toni, stimoli linguistici) Riflettono l’attività elettrica indotta nelle popolazioni di neuroni delle varie strutture cerebrali (principalmente corteccia, talamo e tronco encefalico). In base alla finestra temporale in cui i potenziali evocati uditivi si manifestano si dividono in: Fig. 1: Brainstem evoked potentials (BAEP) Middle latency evoked potentials (MLAEP) Long latency evoked potentials (LLAEP) a. Potenziali uditivi precoci: Potenziali uditivi evocati del tronco encefalico (ABR) Si manifestano nei primi 10 ms dopo la presentazione dello stimolo b. Potenziali uditivi intermedi: Middle Latency Response (MLR) Si manifestano nei primi 11-50 ms dopo la presentazione dello stimolo c. Potenziali uditivi tardivi = Potenziali uditivi evocati corticali (CAEPs) o Potenziali uditivi evocati evento-relati (ERPs): Si manifestano nei 51-800 ms dopo la presentazione dello stimolo 4 I potenziali evocati precoci e intermedi ABR e Middle latency responses • • Sono evocati efficacemente da stimoli uditivi brevi (click e toni) Nei soggetti ipoacusici impiantati/da impiantare sono utili o Prima dell’inserimento dell’impianto per valutare la potenziale eccitabilità del sistema uditivo e determinare la diagnosi di ipoacusia o Dopo l’inserimento dell’impianto per valutare l’integrità dello stesso e per facilitarne la programmazione • Tuttavia questi potenziali – Vengono evocati meno efficacemente dagli stimoli linguistici (più lunghi e complessi) – Non riescono a verificare lo stato del sistema nervoso centrale ed in particolare la corteccia uditiva [cf. Kileny et al, 1997: 161; Singh et al., 2004a: 598; Stapells, 2002; Dillon, 2005; Purdy & Gardner-Berry, 2009] 5 I potenziali evocati evento-relati o corticali o tardivi: correlati del processamento uditivo • Forniscono informazioni sul processamento uditivo: indicano se il soggetto stia identificando e processando i suoni linguistici al livello della corteccia uditiva • Sono singole deflessioni aventi polarità positiva (P) oppure negativa (N) ed un’ampiezza di poche decine di V • Maturano entro il 15 anno di età e nel corso dello sviluppo evolutivo modificano le loro caratteristiche (Picton, 1980; Mazza & Turatto, 2005) 6 I potenziali evocati evento-relati o corticali o tardivi: le principali componenti negli adulti Si manifestano nei 51-800 ms dopo la presentazione dello stimolo N2a=MMN & N2b • • • Fig. 2: Il tracciato ERPs in un soggetto adulto • (Mazza & Turatto, 2005: 12) • P1 picco positivo che compare nei 60-100 ms dopo lo stimolo N1 picco negativo che compare nei 100-130 ms dopo lo stimolo P2 picco positivo che compare nei 130-220 ms dopo lo stimolo N2a=MMN & N2b picco negativo che compare nei 150-250 ms dopo lo stimolo P3 picco positivo che compare nei 300-500 ms dopo lo stimolo 7 I potenziali evocati evento-relati o corticali o tardivi: come si misurano Fig. 3 Fig. 4 Fig. 5 Fig. 7 Fig. 6 8 I potenziali evocati evento-relati o corticali o tardivi: vantaggi e svantaggi • Vantaggi – Elevata risoluzione temporale: permettono di registrare le variazioni dell’attività cerebrale con grande precisione (nell’ordine del ms) – Sono economici e non invasivi – La loro elicitazione non richiede sistematicamente la cooperazione del soggetto • Svantaggi – Limitata risoluzione spaziale: è difficile localizzare il generatore neurale di una componente registrata sullo scalpo basandosi esclusivamente sulla distribuzione spaziale del segnale • L’attività registrata sullo scalpo può essere il risultato dell’attivazione neurale di molteplici aree cerebrali • Le meningi e lo scalpo possiedono una certa resistenza al passaggio della corrente e ciò può attenuare il segnale registrabile – Si rende necessario un numero elevato di prove per la registrazione di un potenziale adeguato 9 I potenziali evocati evento-relati o corticali o tardivi nei soggetti ipoacusici Nei soggetti ipoacusici • Vengono usati per la valutazione e la gestione : o dei soggetti candidati a ricevere l’impianto cocleare o dei soggetti già impiantati • Permettono di o esplorare come il sistema uditivo utilizzi l’informazione fornita dall’impianto o valutare la percezione linguistica nei soggetti impiantati [cf. Kileny et al, 1997: 161-162; Singh et al., 2004a: 598; Dinces et al., 2009: 544; Henkin et al., 2008: 239] 10 P1 P1 nei bambini Caratteristiche Polarità Bambini Positiva Maturazione Matura nei primi mesi di vita Registrazione Precede tutte le componenti ERPs nel tracciato Elicitazione Viene elicitata da un singolo stimolo uditivo Correlato neurofisiologico - E’ un correlato dell’integrità e della maturazione del sistema nervoso uditivo centrale - Non è influenzata né dalla memoria né dall’attenzione Latenza - Nel 1 anno di vita: 300 ms - Diminuisce rapidamente durante l’infanzia - Entro il 3 anno di vita: 125 ms - Dopo il 4-5 anno di vita: 100 ms -Negli adulti: 60 ms Ampiezza Lateralizzazione Non supera 1-2 V Può essere lateralizzata a sinistra se elicitata dagli stimoli linguistici (Naatanen et al., 2007; Cheour et al., 1998, 2000; Gilley et al., 2008; Sharma et al., 2002, 2009). 12 P1 nei bambini impiantati • • Nei bambini impiantati la latenza di P1 è stata usata per determinare la maturazione delle vie uditive (Sharma et al., 2002; Ponton et al., 1996; Gilley et al., 2006) La latenza di P1 tende a diminuire man mano che aumenta l’uso dell’impianto (Sharma et al., 2004) Fig. 8: Latenza di P1 in un bambino impiantato precocemente dal momento in cui viene attivato l’impianto sino al 6 mese postimpianto 13 MMN MMN: un indice di accuratezza nella discriminazione uditiva La Mismatch Negativity (MMN) o Negatività associata a disugualianze : • Si elicita con un paradigma oddball in cui una serie di stimoli frequenti (o standard) viene interrotta da uno stimolo raro (o deviante) in modo randomizzato. (1) ba ba ba ba ba da a a a a a i • Viene generata quando il soggetto nota un’incongruenza (mismatch neurale) fra lo stimolo uditivo deviante in entrata e la rappresentazione sensoria dello stimolo uditivo standard immagazzinata nella memoria uditiva a breve termine • Si considera un indice dell’accuratezza con cui due stimoli uditivi (sia linguistici che non) vengono discriminati • È utile per studiare la percezione linguistica, la rappresentazione astratta ed il processamento dei fonemi • Viene elicitata passivamente e permette di determinare oggettivamente la discriminazione uditiva in popolazioni cliniche o pediatriche [Cf. Naatanen et al., 1992; 2007; Alho et al., 1990; Cheour-Luhtanen et al., 1995] 15 La MMN nel tracciato ERPs Fz Fig. 9: ERPs in risposta ad un contrasto tonale (standard 80%, linea tratteggiata, deviante 20%, linea verde) misurati ad Fz e difference wave ottenuta detraendo l’onda dello stimolo deviante dall’onda dello stimolo standard (a destra). Adattato da Sams et al. (1985) e Naatanen et al., (2007). • Negli adulti, si manifesta 150-250 ms dopo la presentazione dello stimolo deviante • È maggiormente evidente nella difference waveform deviante-standard, ossia quando si sottrae l’onda dello stimolo deviante da quella dello stimolo standard 16 MMN nei bambini Caratteristiche Polarità Maturazione Bambini Negativa (Naatanen et al., 2007; Cheour et al., 1998, 2000). Matura molto presto (sin dalla nascita) e tende a mantenersi stabile nel tempo (Courchesne, 1990; Alho et al., 1990; Cheour et al., 1998; Ceponieme et al, 2002a; Huotilainen et al, 2003) Generatori Nella corteccia sovratemporale (Sams et al., 1991; Alho et al., 1993; Alho, 1995) e nella corteccia frontale (Rinne et al., 2000, 2005; Opitz et al., 2002). Distribuzione (scalpo) Aree frontali, centrali e parietali (Cheour et al., 1995, 1996, 1998, 2000). Lateralizzazzione in un emisfero Non necessariamente lateralizzata a sinistra in risposta a stimoli linguistici Latenza - 1 anno di vita: la MMN può essere assente (50% dei casi) oppure può avere una latenza di 200-500 ms (Cheour et al., 1998; Kujala, 2004) -Diminuisce gradualmente durante tutta l’infanzia (Kraus et al., 1995b; Morr et al., 2002) - 5-6 anno: la latenza è di 300 ms (simile a quella degli adulti) (Cheour et al., 1995, 1996, 1998, 2000). (Cheour et al., 1998, 2000; Kraus et al., 1993) Ampiezza - Inizia ad aumentare sin dalla nascita. - Negli infanti di 3 mesi è maggiore che nei neonati. - Aumenta rapidamente fra il 6 mese ed il 12 mese - Nei bambini in età prescolare è simile a quella degli adulti (3,1 V ) (Cheour et al., 1998, 2000; Kraus et al., 1993) 17 MMN in adulti e bambini impiantati La MMN • Viene elicitata nei soggetti impiantati che hanno migliori performances linguistiche (Singh et al., 2004) • Risentirebbe poco dell’età in cui avviene l’impianto (Ponton et al, 2000; Singh et al., 2004) • Risentirebbe molto della quantità di udito residuo preimpianto (Ponton et al, 2000; Singh et al., 2004) [cf. anche Kileny et al, 1997: 161-162; Singh et al., 2004: 598; Dinces et al., 2009: 544; Henkin et al., 2008: 239; cf. anche Kraus et al., 1993; Kelly et al., 2005; Roman et al., 2005; Gordon et al., 2005; Tremblay et al., 1998] 18 MMN nei bambini normoacusici vs. impiantati (6-18 anni): un confronto (Ponton et al., 2000: 175) Fig. 10: 118 bambini normoacusici, stimolati all’orecchio sx C4 C3 NORMOACUSICI • Emisfero CONTRALATERALE: o la MMN è presente sin dai dai 6 anni o Latenza, ampiezza e durata della MMN si mantengono costanti dall’ 8 anno di vita in poi • Emisfero IPSILATERALE: o La MMN si manifesta solo dagli 8 anni o La latenza tende a mantenersi costante o L’ampiezza e la durata aumentano con l’aumentare dell’età biologica Fig. 11: 118 bambini ipoacusici, stimolarti all’orecchio sx C4 C3 IPOACUSICI • Emisfero CONTRALATERALE: o la MMN è presente sin dai dai 6 anni o La latenza si mantiene costante nel tempo o L’ampiezza varia nel tempo (è massina ad 8-10 anni) o La durata si riduce con l’aumentare dell’età biologica • Emisfero IPSILATERALE: o la MMN è presente da 7 anni o Latenza, ampiezza e durata variano nel corso del tempo La MMN è più robusta per ampiezza e durata in entrambi gli emisferi nei bambini impiantati 19 P3 P3a vs. P3b Caratteristiche P3a P3b Metodo di elicitazione Passiva i soggetti ascoltano passivamente gli stimoli frequenti e rari Attivamente i soggetti ascoltano attivamente sia gli stimoli frequenti e rari e devono reagire agli stimoli rari, ad es. cliccando un pulsante Latenza Intorno ai 300 ms (segue la MMN) ≥ 10 V circa Ampiezza Distribuzione (scalpo) Piuttosto frontale Piuttosto parietale Correlato neurofosiologico di Attenzione involontaria verso uno stimolo acustico nuovo o inatteso Attenzione volontaria verso uno stimolo acustico nuovo o inatteso (Squirres et al., 1975) (Picton, 1992) Può essere registrata nei bambini sin dal 2 o 3 mese di vita e negli adulti Può essere registrata nei bambini sin da 5-6 anni (età prescolare) in poi e negli adulti (per i bambini, cf. Dehaene-Lambertz & Lambertz, 1994 ; Dinces et al., 2005; per gli adulti, cf. Mazza & Turatto, 2005) (per i bambini, cf. Kileny et al., 1997; Henkin et al., 2008; Martin et al., 2008; per gli adulti, cf. Mazza & Turatto, 2005) Registrazione 21 La P3 nel tracciato ERPs Fig. 12: (Sopra) ERPs in risposta ad un contrasto tonale (standard 80%, linea continua sottile, deviante 20%, linea continua spessa). (Sotto) difference wave. Adattato da Martin et al. (2008). • Si manifesta 300-500 ms dopo la presentazione dello stimolo deviante • È maggiormente evidente nella difference waveform deviante-standard 22 P3 nei bambini Caratteristiche Bambini Polarità Positiva Maturazione Matura precocemente e può essere registrata dai 2-3 mesi di vita (Dehaene-Lambertz & Lambertz 1994) Distribuzione (scalpo) Principalmente localizzata nelle regioni frontali, centrali e parietali Presenza nel tracciato Segue la MMN oppure può oscurarla (soprattutto nel 1 anno di vita) ERPs (Dehaene-Lambertz & Lambertz 1994; (Shestakova 2004) Latenza - 1 anno di vita: 400 ms (Dehaene-Lambertz & Lambertz 1994) - Dal 2 anno di vita: 330-370 ms (Shestakova 2004) Ampiezza - 3-4 anni: + 3V - 5-6 anni: + 5V (Shestakova 2004) Lateralizzazione in un emisfero Non necessariamente lateralizzata a sinistra in risposta a stimoli linguistici (Henkin et al., 2000). 23 PERCEZIONE LINGUISTICA POSTIMPIANTO [II Parte] Gilley et al. (2008) Cortical reorganization in children with cochlear implants. Brain Research 1239: 56-65 Gilley et al. (2008): Setting • Partecipanti: – 9 bambini inglesi normoudenti, età media = 10 anni – 9 bambini inglesi ipoacusici prelinguali impiantati precocemente (entro i 3 anni 6 mesi) all’orecchio sinistro – 9 bambini inglesi ipoacusici prelinguali impiantati tardivamente (entro i 7 anni) all’orecchio sinistro • Stimolo linguistico: – /ba/ • Componenti ERP studiate: – P1 26 Onda P1 nel tracciato ERPs Fig.13: Tracciato ERPs nei bambini normoacusici (A), bambini impiantati precocemente (B), bambini impiantati tardivamente (C). La regione in grigio rappresenta la P1 • Bambini impiantati precocemente vs. normoacusici – La latenza di P1 nei bambini impiantati è molto simile a quella dei bambini normoacusici. – L’ampiezza di P1 nei bambini impiantati è leggermente minore rispetto a quella dei bambini normoacusici • Bambini impiantati tardivamente vs. normoacusici – La latenza di P1 nei bambini impiantati è maggiore di quella dei bambini normoacusici. – L’ampiezza di P1 nei bambini impiantati è nettamente minore rispetto a quella dei bambini normoacusici 27 Intermezzo: Le aree uditive corticali Fig. 14: Le aree cerebrali distinte da Brodmann nell’emisfero sinistro base alla struttura ed all’organizzazione cellulare. Adattata da Brodmann (1909). Cf. Gazzaniga et al. (2005: 70) • L’ area 41 rappresenta la corteccia uditiva primaria • Le aree 42 e 43 sono aree corticali secondarie (aree uditive di associazione) • L’area 22 contribuisce alla percezione degli stimoli acustici 28 Attività cerebrale corticale per P1 Fig.15: Ricostruzione dell’attività corticale associata a P1 Bambini ipoacusici impiantati tardivamente a sx – Corteccia parietotemporale destra (contralaterale rispetto all’orecchio impiantato) Bambini normoacusici – Giro temporale inferiore destro – Solco temporale superiore a livello bilaterale Bambini ipoacusici impiantati precocemente a sx – Giro temporale inferiore destro – Solco temporale superiore destro (contralaterale rispetto all’orecchio impiantato) – Corteccia parietotemporale destra (contralaterale rispetto all’orecchio impiantato) 29 Riorganizzazione corticale nei bambini ipoacusici • Bambini impiantati precocemente La presenza, fra l’altro, di attività cerebrale nella corteccia parietotemporale contralaterale rispetto all’orecchio impiantato indicherebbe la parziale riorganizzazione corticale indotta da un breve periodo di deprivazione uditiva (3 anni 6 mesi) • Bambini impiantati tardivamente La presenza di attività cerebrale esclusivamente nella corteccia parietotemporale contralaterale rispetto all’orecchio impiantato indicherebbe la massiccia riorganizzazione corticale indotta da un lungo periodo di deprivazione uditiva (7 anni) 30 Gilley et al. (2008): Conclusione • Negli individui normoacusici – la corteccia parieto-temporale è associata ad attività del sistema visivo dorsale • Negli individui ipoacusici impiantati – Si ha attività cerebrale in regioni corticali che non sono espressamente deputate al processamento uditivo (ad es. la corteccia parieto-temporale) • Lo sviluppo e l’organizzazione delle vie uditive nella corteccia dipende strettamente dall’esperienza sensoria • La mancanza di input sensorio (uditivo) impedisce lo sviluppo normale delle vie uditive e dà luogo a riorganizzazione corticale 31 Singh et al. (2004) ERPs in pediatric cochlear implant users. Ear & Hearing 25(6): 597-610 Singh et al. (2004): Setting • Partecipanti: – 35 bambini inglesi impiantati non sindromici – Età media 12 anni – Livello di sordità preimpianto: sordità profonda bilaterale (prelinguali o postlinguale) – Uso medio dell’impianto al momento dello studio: 6 anni • Stimoli linguistici: – /ba/ (frequente) vs. /da/ (raro) • Componenti ERP studiate: – MMN 33 Risultati: Distribuzione della MMN sullo scalpo Fig.16: ERPs in star performers showing distribution of MMN (A) and P1, N2 (B) La MMN • Viene identificata in 10/35 bambini • È attestata in entrambi gli emisferi: • o regione frontale centrale (Fz), frontale sinistra (F3) e frontale destra (F4) o regione centrale sinistra (C3) Non è visibile nella regione centrale destra (C4) perché C4 è l’elettrodo più vicino all’impianto e la MMN è mascherata dall’artefatto generato dall’impianto 34 Risultati: Caratteristiche della MMN Fig.17: Grand average ERPs dei bambini impiantati registrati in Fz, F3, and F4 (a) Standard e devianti nei 10 star performers (b) MMN per stimoli devianti – stimoli standard nei 10 star performers La MMN negli elettrodi frontali Fz, F3 ed F4: • Latenza media del picco: 267 ms • Ampiezza media : - 4,7 V ± • Durata media: 223 ms • Non si riscontrano differenze per ampiezza, latenza e durata della MMN fra F3 (a sx) ed F4 (a dx) 35 Conclusione Singh et al. (2004) • Dei 35 bambini impiantati studiati – Solo 10 bambini presentano la MMN • Distribuzione della MMN sullo scalpo dei 10 bambini: – regione frontale sia centrale (Fz) che sinistra (F3) e destra (F4) – regione centrale sinistra (C3), contralaterale rispetto all’impianto • Tuttavia, gli studiosi non ci dicono se la MMN sia influenzata né dall’età dei bambini né dall’esperienza fatta con l’impianto 36 PRODUZIONE LINGUISTICA POSTIMPIANTO [III Parte] Vocali Le vocali • Nei primi 6 mesi postimpianto – I bambini mostrano un notevole miglioramento nella produzione delle vocali (Kirk & Hill-Brown, 1985) – Tuttavia, le vocali vengono per lo più articolate con la lingua posizionata nel centro della cavità orale (Weinberger et al., 2007) • Nel 7-18 mese postimpianto – Le vocali realizzate presentano una certa varietà nel posizionamento della lingua all’interno della cavità orale (sia avanzata che centrale ed arretrata) e nella sua altezza (posizione alta, media o bassa), cf. Weinberger et al. (2007) • Nel 18-36 mese postimpianto – Il numero delle vocali prodotte correttamente aumenta costantemente (cf. Tye-Murray & Kirk, 1993; Ertmer, 2001) 39 Uno studio sull’apprendimento delle vocali nei primi 6 anni postimpianto • Serry & Blamey (1999) osservano l’apprendimento delle vocali dell’inglese australiano da parte di 9 bambini ipoacusici (deficit uditivo = 105 dB) nei primi 4 anni postimpianto • Blamey et al. (2001) osservano l’apprendimento delle stesse vocali negli stessi bambini impiantati nel 5 e nel 6 anno postimpianto • Dei 9 bambini osservati: – 5 affetti da ipoacusia congenita – 4 affetti da ipoacusia perinatale – Età media in cui i bambini ricevono l’impianto: 3 anni e 9 mesi – Viene osservato il parlato spontaneo ogni 6 mesi • Le vocali realizzate dai bambini impiantati vengono sottoposte ad analisi uditiva 40 Anno postimpianto Vocali 6 5 4 3 2 1 0 ¿ a Ï • « [a ɛɛ uu ɔɔ ä ii UU I ] vocali Fig. 24: Le vocali dell’inglese australiano realizzate da 9 bambini impiantati nel 4 e nel 6 anno postimpianto • Entro il 4 anno – Tutte le vocali vengono acquisite dai 9 bambini, eccetto • Vocale centrale medio-bassa non arrotondata [] acquisita da 6/9 bambini • Vocale posteriore fra medio-alta ed alta [] acquisita da 7/9 bambini • Entro il 6 anno di vita – 8/9 hanno acquisito sia [] che [] 41 Oltre la metà (5/9)dei bambini CI Fig. 25: Le vocali dell’inglese australiano realizzate da 5/9 bambini impiantati nei primi 36 mesi postimpianto Fig. 26: Le vocali dell’inglese australiano localizzate sul trapezio vocalico IPA a ɛ u ɔ i Œ Emergono prima (entro il 18 mese PI) in produzione - la V medio-bassa posteriore non arrotondata [] - le V anteriori basse e medio basse [a, E, Q], - la V bassa posteriore non arrotondata [Å] - le V alte posteriori arrotondate [o, u] Rispetto a tutte le vocali medio-alte ed alte anteriori e centrali e le vocali alte posteriori non arrotondate (in grigio e celeste) 42 Conclusioni per le vocali • Bambini normoacusici entro il 3 anno di vita hanno generalmente acquisito tutte le vocali della lingua cui sono esposti • Bambini impiantati (esaminati da Serry & Blamey,1999; Blamey et al., 2001): – Entro il 6 anno postimpiano 8/9 hanno appreso l’intero sistema vocalico della L1 – La variazione interindividuale fra i bambini impiantati è molto elevata 43 Consonanti Le consonanti prodotte: cronologia di apprendimento ed accuratezza • Entro il 6 mese postimpianto o Occlusive e nasali sono le consonanti prodotte con maggior frequenza ed accuratezza, soprattutto le labiali per via delle visual cues associate a questo tipo di consonanti (Smith, 1975; Stoel-Gammon, 1988; Kirk & Hill-Brown, 1985; Bouchard et al., 2007) - le occlusive labiali [p, b] - la nasale bilabiale [m] • Dal 12 al 36 mese postimpianto o Occlusive e nasali sono le consonanti prodotte con maggior frequenza ed accuratezza, soprattutto le labiali [p, b, m] o Fricative e liquide sono le consonanti prodotte con minor frequenza e minor grado di accuratezza o la produzione consonantica si amplia (Dodd, 1976; Bouchard et al., 2007; Ertmer, 2001; Ertmer & Mellon, 2001; Weinberger et al., 2007) - le alveolari: [l] (laterale), [s] (fricativa sorda), - l’occlusiva dentale *t] - le fricative labiodentali [f] (sorda) e [v] (sonora) - le palatali: [] (fricativa), [j] glide - le velari: [k, g] (occlusiva sorda e sonora), [w] (glide) 45 Ed inoltre o La produzione di clusters consonantici (/tr/, /fl/, /spl/, /spr/) risulta disturbata (Kirk & Hill-Brown, 1985; Chin & Pisoni, 2000) o Le consonanti sonore sono realizzate con maggiore frequenza rispetto alle sorde o Le consonanti anteriori sono quelle prodotte con maggiore frequenza, riflettendo così l’importanza dell’informazione visiva o Talvolta i bambini producono sillabe aperte [(C)V] in contesti nelle quali la L1 avrebbe una sillaba chiusa [(C)VC] (Chin & Pisoni, 2000) o Glides [j] e [w] e fricative [s] e [] rimangono poco frequenti (cf. Bouchard et al., 2007) o In caso di sostituzione di foni, le fricative vengono generalmente mediante un’occlusiva o Permangono errori nella sonorità delle consonanti (Smith, 1975) (Markides, 1970; Bouchard et al., 2007; Tye-Murray et al., 1995; Gold, 1970) 46 Uno studio sull’apprendimento delle vocali nei primi 6 anni postimpianto • Serry & Blamey (1999) osservano l’apprendimento delle consonanti dell’inglese australiano da parte di 9 bambini ipoacusici (deficit uditivo = 105 dB) nei primi 4 anni postimpianto • Blamey et al. (2001) osservano l’apprendimento delle stesse vocali negli stessi bambini impiantati nel 5 e nel 6 anno postimpianto • Dei 9 bambini osservati: – 5 affetti da ipoacusia congenita – 4 affetti da ipoacusia perinatale – Età media in cui i bambini ricevono l’impianto: 3 anni e 9 mesi – Viene osservato il parlato spontaneo ogni 6 mesi • Le consonanti realizzate dai bambini impiantati vengono sottoposte ad analisi uditiva 47 Consonanti 8/9 7/9 6/9 5/9 4/9 3/9 2/9 0/9 9/9 6 9/9 5 4 3 2 1 0 m w b d h j f n v k p r d l g s t t z m w b d h j f n v k p S r D dZ l N g s t tS z T Z Fig. 27: Le consonanti dell’inglese australiano realizzate da i 9 bambini impiantati nei primi 6 anni postimpianto Solo 2/9 bambini (ossia pochi) hanno appreso l’intero inventario consonantico, eccezion fatta per la fricativa palatalveolare sonora [] 48 Conclusioni per le consonanti • Bambini normoacusici Entro il 3 anno di vita, i bambini normoacusici hanno quasi completato l’acquisizione del repertorio consonantico della L1 • Bambini impiantati (esaminati da Serry & Blamey,1999; Blamey et al., 2001): – Entro il 6 anno postimpiano (a 9 anni e 9 mesi), solo 2/9 hanno appreso l’intero sistema consonantico della L1 (ad eccezione della fricativa []) – La variazione interindividuale fra i bambini impiantati è molto elevata 49 IL PUNTO DELLA SITUAZIONE SULLA LETTERATURA POSTIMPIANTO [IV Parte] Percezione • Le componenti ERPs associate alla maturazione del sistema uditivo centrale (P1) e discriminazione uditiva (MMN e P3) possono essere registrate nei bambini ipoacusici impiantati (anche tardivamente), ma non sistematicamente (Kileny et al., 1997; Singh et al., 2004; Henkin et al., 2008; Dinces et al.,2009) 52 P1, MMN e P3 • Rilevamento Possono manifestarsi nel tracciato ERPs già dal 1 giorno/dalla 1 settimana postimpianto oppure entro il 3 mese postimpianto, anche se l’impianto viene inserito tardivamente (Dinces et al., 2009) • Latenza o Diminuisce con l’aumentare dell’uso dell’impianto (Dinces et al., 2009) o È minore per i contrasti fonetico-acustici più semplici da discriminare (Henkin et al., 2008) • Ampiezza o Aumenta con l’aumentare dell’uso dell’impianto (Dinces et al., 2009) o È maggiore per i contrasti fonetico-acustici più semplici da discriminare (Henkin et al., 2008) • Distribuzione sullo scalpo o Le componenti sono più robuste in corrispondenza degli elettrodi mediani (Fz Cz e Pz) (Singh et al, 2004a; Henkin et al., 2008) o Sono distribuite a livello bilaterale (Singh et al, 2004a; Henkin et al., 2008) 53 Punti critici degli studi svolti sinora • Mancano studi longitudinali che osservino – la percezione del bambino ipoacusico nel periodo che precede l’inserimento dell’impianto – la percezione postimpianto sin dall’inizio e per tutto il primo anno o i primi anni postimpianto – i bambini ipoacusici italiani in generale • Gli studi presenti in letteratura osservano gruppi molto eterogenei di bambini, in cui – I bambini osservati hanno età differenti (ad es. min: 4 anni –max: 16 anni) – I bambini protesizzati precocemente vengono studiati assieme a quelli protesizzati tardivamente – I bambini sordi prelinguali vengono osservati insieme ai bambini sordi postlinguali – Raramente in cui i bambini vengono osservati singolarmente ma parallelamente • Inoltre – Non è chiaro se l’età in cui viene inserito l’impianto abbia un effetto su percezione e produzione linguistica – Ci vengono presentate le performances inerenti la percezione linguistica, ma nulla ci viene detto sulle performances inerenti la produzione linguistica 54 Produzione Vocali e consonanti • Vocali – Le vocali anteriori emergono generalmente prima rispetto a quelle posteriori – Le vocali basse e medio-basse emergono generalmente prima rispetto a quelle alte e medio-alte • Consonanti – Le consonanti occlusive e nasali emergono prima rispetto a tutte le altre – Le consonanti labiali emergono prima rispetto alle altre • Il repertorio vocalico e consonantico e l’accuratezza articolatoria aumentano con l’aumentare dell’uso dell’impianto 56 Punti critici degli studi svolti sinora • In letteratura mancano studi sulla produzione vocalica e consonantica dei bambini italiani impiantati • La letteratura si è basata sull’analisi uditiva per valutare la produzione linguistica dei bambini impiantati • Tuttavia, la produzione linguistica può essere monitorata e valutata più accuratamente se all’analisi uditiva si affianca l’analisi fonetico-acustica • Analisi acustica: – Vocali • Misurazione della durata, di F1 (relativa all’altezza) ed F2 (relativa ad anteriorità vs. posteriorità) • Obiettivo: capire come si collocano le vocali all’interno delle spazio vocalico nel periodo postimpianto – Consonanti • Misurazione della durata, aspirazione, energia, sonorità, ecc. • Obiettivo: capire quali caratteristiche assumano le consonanti nel periodo postimpianto 57 Lo studio sull’ipoacusia in collaborazione con l’U.O. di Otorinolaringoiatria di Lecce [V Parte] Obiettivi Monitorare in prospettiva longitudinale l’emergere e lo sviluppo delle: • abilità di percezione linguistica • abilità di produzione linguistica In un gruppetto omogeneo di bambini impiantati precocemente/ candidati a ricevere l’impianto Campione pediatrico da studiare Gruppo 1: 5 bambini ipoacusici che al momento della diagnosi possiedono i seguenti requisiti • • • • • • 5-6 mesi di vita Deficit uditivo ≥ 85 dB Malfunzionamento localizzato nella coclea Non sindromici Figli di genitori normoacusici Sono esposti a L1= italiano Gruppo 2: 5 bambini normoacusici Prima alternativa: monitorare i periodi postprotesizzazione e postimpianto Abilità linguistiche Percezione Periodi di osservazione Periodo postprotesizzazione: dall’inserimento della protesi (6-8 mese ca) al mese che precede l’inserimento dell’impianto (17 mese ca) Periodo postimpianto: dal giorno in cui viene attivato l’impianto (18 mese ca) e per tutto il 1 anno postimpianto (sino al 30 mese ca) Produzione Periodo postimpianto: dal giorno in cui viene attivato l’impianto (18 mese ca) e per tutto il 1 anno postimpianto (sino al 30 mese ca) Frequenza di osservazione Ogni 4-5 mesi nel periodo postprotesizzazione e postimpianto Ogni 4-5 mesi nel periodo postimpianto Tecniche Registrazione degli ERPs: -P1 (integrità del sistema nervoso uditivo centrale) -MMN (memoria sensoria) -P3a (attenzione involontaria) - Elicitazione di sillabe o (pseudo)parole/ registrazione di sillabe o (pseudo)parole prodotte spontaneamente - Analisi fonetico-acustica del materiale raccolto Obiettivi 1. Osservare la morfologia degli ERPs ed i parametri presentati da P1, MMN e P3a (latenza, ampiezza, estensione) nel periodo postprotesizzazione e postimpianto 2. Monitorare la gerarchia di discriminazione delle vocali e delle consonanti nel periodo postprotesizzazione e postimpianto 1. Osservare le caratteristiche acustiche possedute dalle vocali (F1, F2, durata) e dalle consonanti (aspirazione, sonorità, durata, ecc.) nel corso del primo anno postimpianto. 2. Monitorare quali vocali e consonanti emergano prima in produzione nel primo anno postimpianto 61 Seconda alternativa: monitorare solo i primi due anni postimpianto Abilità linguistiche Percezione Produzione Periodo di osservazione Periodo postimpianto: dal giorno in cui viene attivato l’impianto (18 mese ca) e per i primi 2 anni postimpianto (sino al 42 mese ca) Periodo postimpianto: dal giorno in cui viene attivato l’impianto (18 mese ca) e per i primi 2 anni postimpianto (sino al 42 mese ca) Frequenza di osservazione Ogni 4-5 mesi nel periodo postimpianto Ogni 4-5 mesi nel periodo postimpianto Tecniche Registrazione degli ERPs: -P1 (integrità del sistema nervoso uditivo centrale) -MMN (memoria sensoria) -P3a (attenzione involontaria) - Elicitazione di sillabe o (pseduo)parole/ registrazione di sillabe o (pseduo)parole prodotte spontaneamente - Analisi fonetico-acustica del materiale raccolto Obiettivi 1. Osservare la morfologia degli ERPs ed i parametri presentati dalla MMN e dalla P3a (latenza, ampiezza, estensione) nel periodo postimpianto 2. Monitorare la gerarchia di discriminazione delle vocali e delle consonanti nel periodo postimpianto 1. Osservare le caratteristiche acustiche possedute dalle vocali (F1, F2, durata) e dalle consonanti (VOT, aspirazione, sonorità, durata, ecc.) nel corso dei primi 2 anni postimpianto (sino al 42 mese ca). 2. Monitorare quali vocali e consonanti emergano prima in produzione nei primi 2 anni postimpianto (sino al 42 mese ca) 62 GRAZIE ([email protected])