S ono nella mente di ognuno di noi le immagini di devastazione dell’Aquila, la storia di un’intera città crollata su se stessa come un castello di carte in uno dei più grandi terremoti registrati negli ultimi decenni in Italia. La previsione dei terremoti, fenomeni fisici naturali tra i più imprevedibili ma di cui si conoscono molto bene i meccanismi che li determinano, continua ad essere una delle più grandi sfide della sismologia, la scienza che li studia nel dettaglio. Era naturale che prima o poi la piattaforma di prototipizzazione Arduino venisse utilizzata in settori della ricerca RILEVIAMO E MISURIAMO L’INTENSITÀ DEI TERREMOTI di ROBERTO SCHIFANO 44 Aprile 2012 ~ Elettronica In Hi-Tech In questo articolo analizziamo le problematiche associate alla misurazione di terremoti e microtremori generati da fenomeni naturali e artificiali e approfondiamo le tipologie di sensori utilizzabili. Come sensori utilizziamo dei geofoni o degli accelerometri interfacciati ad una applicazione basata su Arduino e LabVIEW. scientifica pura, appannaggio fino a poco tempo fa di strumentazioni dai costi assolutamente proibitivi. Il progetto che qui andremo a proporre permette di costruire un sismografo, ovvero uno strumento in grado di percepire i terremoti, ma non solo. Sfruttando lo stesso principio fisico che sta alla base dei terremoti (propagazione delle onde di volume e microtremori), troveremo come esso possa essere adattato a innumerevoli applicazioni, legate sia al mondo della ricerca pura e applicata nelle Scienze della Terra, quali lo studio dei terremoti e dei microterremoti, il monitoraggio di frane e valanghe, l’attività vulcanica, ma anche più “applicativi“, come lo stato di salute di macchine con organi in movimento (rotanti) e di strutture (edifici e ponti) o la ricerca di rotture di condotte idriche sotterranee. Scopriremo l’effetto delle vibrazioni indotte dal traffico sugli edifici, o come questi oscillino con il forte vento. Semplici esercizi di curiosità o conoscenza, del resto....fatti non foste a viver come bruti, ma per seguir virtute e conoscenza! Inoltre, vista l’ampia poliedricità del progetto, nulla vieta di sostituire i sensori che qui utilizzeremo (geofoni) con altri compatibili, per adattarlo facilmente alle nostre esigenze. Costruiremo uno shield per Arduino molto semplice, adatto anche ai neofiti dell’elettronica, in cui ogni ingresso analogico è amplificato, ed ognuno sarà dotato di un partitore di tensione, stratagemma necessario per registrare onde sinusoidali. Gestiremo l’acquisizione visualizzando i dati su pc in tempo reale, con la possibilità di salvare i dati su file excel o di elaborarli in tempo reale con funzioni più o meno complesse, il tutto grazie a LabVIEW. ARDUINO E LE SCIENZE DELLA TERRA Prima di descrivere nel dettaglio il progetto una brevissima introduzione sui terremoti, perché e dove si generano, quali effetti hanno, come si misurano. Per comprendere come si genera un terremoto è necessario ricorrere alla teoria della “tettonica a placche”. Bisogna Elettronica In ~ Aprile 2012 45 immaginare il nostro pianeta come idealmente costituito da tre gusci, uno più esterno a comportamento rigido, detto litosfera, suddiviso in una serie di blocchi, le placche, ovvero quella parte di litosfera ricoperta da mari, foreste e città, che galleggiano su di un guscio a comportamento plastico, l’astenosfera. All’interno di questo, una differenza di temperatura, alimentata dal terzo guscio, il nucleo, determina la creazione di una cella convettiva, ovvero un movimento circolare molto lento di materia rocciosa. La presenza di più celle convettive affiancate produce un movimento reciproco tra placche. Questo tipo di movimento è fondamentalmente di due tipi, uno di allontanamento, (la dorsale oceanica, il mar Rosso, il canale di Sicilia ne sono un esempio), in cui nuova crosta si forma, o di collisione, in cui la crosta viene inglobata nell’astenosfera. Esistono due tipologie di crosta, oceanica e continentale, che creano tre tipi di collisione. In Fig. 1 è riportato uno schema della struttura interna della Terra. I movimenti che si generano, sebbene difficilmente percepibili alla scala temporale umana, risultano molto intensi e producono effetti molto appariscenti, le eruzioni vulcaniche delle isole Eolie o le catene montuose delle Alpi o gli Appennini ne costituiscono degli ottimi esempi tutti italiani. Il continuo spostamento e le collisioni che ne derivano, producono un progressivo accumulo di energia nella litosfera, ed avendo questa un comportamento rigido, non è in grado di deformarsi progressivamente, ma rilascia l’energia accumulata al raggiungimento del punto di rottura, in modo istantaneo, generando un terremoto. Dal punto di vista fisico, un terremoto è quindi il rilascio di energia da un punto interno alla crosta, l’ipocentro, punto da cui si generano una serie di onde elastiche che si propagano secondo un modello di sfere concentriche, in tutte le direzioni, raggiungendo la superficie e manifestandosi con uno “scuotimento”, a cui si accompagnano rotture e fratture della crosta dette “faglie”. In Fig. 2 ne è riportato uno schema. Le onde sismiche generate in seguito ad un terremoto, vengono suddivise in onde di volume ed onde di superficie. Nella prima categoria, in rela- zione al movimento assunto dalle particelle di roccia rispetto alla direzione in cui si propaga l’onda si distinguono: le onde di compressione o longitudinali (P) in cui le particelle di roccia si propagano in direzione analoga alla direzione di propagazione dell’onda generando una serie di compressioni/rarefazioni. Essendo onde di volume, la loro velocità è legata alle caratteristiche della roccia. A causa della loro velocità molto alta, anche di 10 km/s raggiungono rapidamente i sismometri. Le onde di taglio o trasversali (S) dove le particelle oscillano con un movimento perpendicolare alla direzione di propagazione dell’onda, hanno velocità compresa tra 2,3 e 4,6 km/s, e non si propagano nei fluidi. Permettono di definire il confine tra litosfera e astenosfera. ONDE SUPERFICIALI (R E L) Le onde superficiali, sono la risultante più o meno complessa tra onde longitudinali e trasversali, non si manifestano nell’epicentro, ma solo ad una certa distanza e sono localizzate in superficie, sono le principali responsabili dei danni sulle strutture. Fig. 2 - Generazione di un terremoto. Fig. 1 - Schema della struttura interna della Terra. 46 Aprile 2012 ~ Elettronica In . e ch i ità M en s ile a ic on r tt e l E e d l ie w w it l a u r t t at lic pp a a, w .e le t t a fic n o à t at i sc o ,n i r o n ic a o n ec t a c i v t en g lo in t i . a c i on r t t le e ’ l e lo tr n I