Kosovo

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Kosovo
AGGIORNAMENTO AL 1^ SEMESTRE 2010
KOSOVO
1.
QUADRO MACROECONOMICO
a)
Andamento congiunturale e rischio Paese
A piu’ di due anni e mezzo dall’indipendenza1, ed attraverso un complesso processo di
legittimazione internazionale e consolidamento istituzionale interno, la situazione
economica generale del Kosovo rispecchia quella di un tipico Paese in transizione in lenta
ripresa, ancora con una forte dipendenza dagli aiuti internazionali.
Dalla fine della decade scorsa e dopo il conflitto del 1999, il PIL è cresciuto globalmente di
circa il 48.5%, il più alto tasso di crescita della regione.Le aspettative di crescita per il 2010
sono del 4,8%, mentre quelle relative al periodo 2010-2013 prevedono un incremento del
5,4%. Va tuttavia messo in evidenza che la crescita degli ultimi anni e’ dovuta in primo
luogo al livello estremamente basso di partenza ed alla forte incidenza degli aiuti per la
ricostruzione del Paese, nonche’ alle rimesse provenienti dall’estero (prevalentemente
Austria, Germania e Svizzera, principali mete dell’immigrazione kosovara ). Di notevole
entita’ e’ stato comunque anche l’aumento degli investimenti, che ha inciso del 32.9%
sull’aumento totale del PIL.
L’economia rimane tuttora fortemente dipendente dagli aiuti che giungono dalla Comunita’
internazionale; essa e’ basata quasi esclusivamente sulla sussistenza e sul consumo, ed e’
dipendente in modo massiccio da fonti di finanziamento esterne, quasi interamente
costituite dalle rimesse della diaspora e dal sostegno internazionale (nel 2008 l’assistenza
internazionale ha inciso sul PIL del 10% con un valore complessivo di 374 milioni di euro).
La c.d.“diaspora” kosovara e’ rappresentata da circa 200.000 persone (il 10% della
popolazione che si stima risiedere nel territorio), per lo piu’ lavoratori dipendenti impiegati
in Germania, Svizzera e Austria, tre paesi fortemente colpiti nel corso del 2009 dalle
conseguenze della crisi economica internazionale. Non sono ancora disponibili dati
completi relativi all’incidenza delle rimesse sull’economia kosovara. Si stima comunque
che le rimesse durante il 2009 siano state di 505, 6 milioni di euro2, e non abbiano pertanto
avvertito eccessivamente l’impatto negativo della crisi economica globale nei Paesi
d’origine del flusso finanziario.
1
La Repubblica del Kosovo ha dichiarato la propria indipendenza il 17 febbraio 2008 ed ad oggi e’
stata riconosciuta da 70 Paesi, tra i quali l’Italia ed altri 21 Paesi membri dell’UE. L’ultimo
riconoscimento e’ stato quello dell’Honduras, notificato in data 3 settembre 2010.
2
Dati del Ministero dell’Economia e delle Finanze della Repubblica del Kosovo, Macroeconomic
Review Jan-May 2010, disponibili sul sito www.mef-rks.org.
Rapporti Paese congiunti Ambasciate/Uffici Ice estero
2010
1^ sem.
2
Secondo gli ultimi dati risulta che il reddito pro-capite annuo sia di 1.963 euro3. A fronte di
salari medi di circa 200 Euro al mese, la disoccupazione é uno dei principali problemi che le
istituzioni statali stanno cercando di fronteggiare; essa risulta essere molto elevata,
soprattutto nella fascia dei giovani di eta’ media sui 25 anni (l’UNDP stima un tasso pari al
45%) con forti squilibri tra le citta’ e le aree rurali (e tra la componente maschile e quella
femminile in termini di istruzione e occupazione), e il livello di poverta’ stimato dall’UNDP
e’ altresi’ preoccupante (secondo il Rapporto UNDP del 2009, circa il 17% dei kosovari
vive in una situazione di estrema poverta’, sotto i 93 centesimi di euro al giorno). Quasi 40
mila persone non ricevono un reddito regolare e necessitano dell’assistenza governativa che
va dai 45 ai 75 euro al mese; il vice Ministro del Lavoro ha affermato che oltre 150 mila
pensionati percepiscono l’indennita’ dei 70 euro mensili erogati dal Ministero. La
disoccupazione e’ per il Kosovo uno dei problemi piu’ drammatici a livello sociale ed
economico, in aumento negli ultimi anni ed ora, con le prevedibili conseguenze della crisi
economica globale sull’economia kosovara, destinato ad acuirsi.
L’agricoltura è a livello di sussistenza, nonostante incoraggianti segnali di crescita, con
imprese al 95% private e caratterizzate da piccole dimensioni (fino a 12 impiegati e meno di
3 ettari), bassa produttività e assenza di servizi di consulenza specialistici. Eppure essa
contribuisce circa il 30% del PIL e il 18% delle esportazioni, indice del fatto che ad essa e’
stato affidato un ruolo rilevante nella crescita economica del Paese, anche dopo
l’indipendenza.
L’estrema debolezza dell’apparato produttivo (e del settore industriale in particolare) deriva
anche dal recente passato: non solo per gli effetti della guerra del 1999, ma anche per
l’eredità della struttura economica della Federazione Jugoslava, basata su imprese pubbliche
e cooperative. E’ stato quindi necessario intraprendere un difficile processo di ricostruzione
e di trasformazione dal sistema socialista ad un’economia di mercato. In questo quadro,
tuttavia, assume particolare rilievo il settore minerario. Il Kosovo può contare sulla
disponibilità di importanti materie prime: lignite, piombo, zinco, ferro, nickel, manganese
(alcuni dei quali nelle aree serbe a nord dell’Ibar). Tuttavia, l’industria mineraria
necessiterebbe di enormi investimenti per funzionare in modo efficiente.
L’economia del Kosovo è pertanto ancora prevalentemente basata sui servizi in gran parte
indotti dalla presenza internazionale. Le imprese del settore sono per il 94% di piccole
dimensioni. Nel secondo trimestre del 2010 si rileva che sul territorio del Kosovo sono
presenti circa 1990 imprese di cui il 37.9 % e’ costituito da imprese commerciali, il 12.3%
riguarda il settore alberghiero e della ristorazione, il 9 % quello dell’edilizia , e l’8% quello
dei trasporti e telecomunicazioni. Il settore bancario e finanziario è in crescita ed ispirato a
criteri di gestione abbastanza moderni, anche se ha dimensioni ancora assai ridotte.
Inoltre, data la graduale riduzione degli aiuti esteri rispetto al passato, lo sviluppo
economico appare comunque sempre più chiaramente ascrivibile al dinamismo del settore
privato, come dimostrano gli aumenti del gettito fiscale, delle importazioni, del credito
bancario e del numero di aziende registrate.
La produzione e la gestione di energia elettrica in Kosovo è responsabilità della Korporata
Energjetike e Kosoves (KEK), azienda pubblica, istituita nel 1999 da UNMIK. Essa
fornisce un servizio integrato, gestendo due miniere di lignite, due centrali termiche, una
idroelettrica ed il sistema di trasmissione e distribuzione di energia. Tuttavia, a causa della
scarsa manutenzione, la rete di distribuzione energetica ereditata dalla KEK nel 1999 era in
pessime condizioni e nonostante gli investimenti effettuati la compagnia non è ancora in
grado di garantire adeguate forniture.
3
Dati del Ministero dell’Economia e delle Finanze dipartimento di Macroeconomia riferiti all’anno
2010 disponibili sul sito www.mef-rks.org.
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Il sistema fiscale è stato riformato e semplificato. Esistono di fatto due sole imposte: una per
le persone fisiche (imposta progressiva di reddito fino a max 20%) e una per le persone
giuridiche e società, oltre a un’imposta sul valore aggiunto del 15%. La novità che riguarda
gli investitori esteri è l’abbassamento della tassa sugli utili al 10%: il governo ha deciso di
ridurre anche l’ IRPEF che si muove dal 0% fino al 10% a seconda della base imponibile.
Una questione chiave è la preparazione del bilancio statale sostenibile, con un deficit
strutturale il più ridotto possibile. Negli ultimi anni il bilancio del Kosovo è sempre stato in
attivo, con circa il 90% delle spese coperto da entrate autonome (per circa il 75% tramite
dazi doganali), anche se questo dato trascura il fatto che la maggior parte delle spese di
ricostruzione sono state finanziate “extra budget” con fondi di donatori internazionali. Per
gli anni futuri, pur considerando che il Paese continuerà a necessitare di aiuti economici, il
Governo ha cercato di seguire le indicazioni del Kosovo Strategic Development Plan
(KSDP) redatto in collaborazione con IMF e World Bank per definire la strategia
economica per il periodo 2007-2013. Raccomandazioni più immediate e indicazioni di
priorità settoriali sono poi state raccolte nella Medium Term Expenditure Framework
(MTEF), altro documento programmatico redatto dal Ministero dell’Economia e Finanze in
stretta collaborazione con World Bank ed IMF. L’MTEF soprattutto ha costituito la base per
l’organizzazione della Donor Conference del luglio 2008.
Una valutazione complessiva sullo stato dell’economia del Kosovo non può prescindere
dall’enorme incidenza dell’economia sommersa ed illegale. Si stima che, a seconda degli
indicatori presi in considerazione, l’economia sommersa in Kosovo costituisca tra il 26 ed il
35% del PIL. In termini assoluti significa tra i 600 ed i 790 milioni di euro l’anno (con un
notevole danno all’erario sotto forma di mancate entrate).
Un ultimo elemento di distorsione per l’economia del Kosovo è poi l’esistenza delle
cosiddette “strutture parallele” (bancarie, assicurative, salariali, di assistenza pubblica)
tramite le quali Belgrado mantiene un’economia informale nelle aree a maggioranza serba,
ormai soprattutto nel nord del Kosovo, con effetti negativi non solo ai fini del
consolidamento istituzionale del nuovo Stato indipendente ma anche del suo pieno ed
omogeneo sviluppo economico.
b)
Grado di apertura del Paese al commercio internazionale ed agli investimenti esteri
Il Kosovo è entrato nel dicembre 2006 a far parte del CEFTA (Central Europe Free Trade
Agreement) al quale aderiscono anche Albania, Croazia, FYROM, Serbia, BosniaHerzegovina, Montenegro e Moldova; tale Accordo e’ importante sia per la creazione di una
zona di libero scambio regionale sempre piu’ avanzata, sia per attuare un’armonizzazione
della normativa doganale e fiscale dei Paesi aderenti, propedeutica ad una futura adesione
alla UE. Precedentemente erano stati firmati sotto la supervisione dell’UNMIK dei Free
Trade Agreements (FTAs), rispettivamente con Albania (Ottobre 2003), Macedonia (Agosto
2005), Croazia (Settembre 2006) e Bosnia (Ottobre 2006). Purtroppo i Paesi con cui i FTAs
sono stati negoziati importano in Kosovo solo derrate alimentari e non beni industriali, i
quali “pesano” molto di più nelle importazioni del Kosovo e nelle relative entrate fiscali.
Come parte del CEFTA, gli esportatori kosovari godono di un accesso in franchigia
doganale al mercato regionale che attualmente comprende oltre 25 milioni di clienti; inoltre,
il Kosovo beneficia di un non-reciproco libero accesso delle dogane al mercato dell’Unione
europea.
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L’esser divenuto membro del CEFTA permette al Kosovo di avere un regime liberale degli
scambi e di godere di tre importanti vantaggi: maggiore possibilita’ di esportazione (anche
se restrizioni quantitative e qualitative restano in vigore solo per un numero molto limitato
di prodotti), miglior ambiente d’investimento e relazioni stabili con i suoi vicini. Con
l’adesione a questo Accordo e con l’attuazione degli accordi di libero scambio bilaterali firmati con Albania, Bosnia-Herzegovina, Croazia e Macedonia- si stima una diminuzione
del gettito doganale e un aumento dell’apporto dell’IVA alle risorse interne del territorio,
rendendo imperativo un miglioramento dell’amministrazione fiscale kosovara.
In realta’ i vantaggi derivanti dall’adesione all’Accordo vengono limitati dal fatto che la
Serbia, in conseguenza del mancato riconoscimento dell’indipendenza kosovara, continua a
boicottare e ad incitare altri Paesi, come la Bosnia-Erzegovina, a boicottare i prodotti
provenienti dal Kosovo. Questo fatto puo’ costituire una limitazione rilevante per gli
investitori intenzionati ad accedere al mercato del Paese.
Le esportazioni del Kosovo consistono in massima parte in prodotti agricoli e materie a
basso valore (metalli di scarto per oltre 50%, poi pelli, plastica, legname). Per contro, le
importazioni coprono quasi tutto lo spettro merceologico, inclusi i prodotti agricoli, a
dimostrazione della scarsa autosufficienza dell’economia kosovara. La direzione
dell’interscambio è limitata in massima parte ai Paesi confinanti (Macedonia, Albania,
Serbia) ed alcuni Paesi Europei (Germania, Austria, Italia, Slovenia, Turchia, Grecia):
questo gruppo copre il 66% delle esportazioni e il 58% delle importazioni del Kosovo.
Soprattutto, il volume dell’interscambio commerciale preoccupa per l’evidente sproporzione
tra esportazioni e importazioni (oltre 10 volte). La bilancia commerciale resta in elevato
deficit anche se l’introduzione di nuovi regimi di tassazione e di un nuovo sistema di
rilevazione alle frontiere hanno causato nel 2005 rilevanti distorsioni dei valori rilevati.
La tabella sottostante mostra quali sono stati i principali partners commerciali del Kosovo
nel 2009:
Paese
Italia
Albania
Macedoni
a
Germania
Turchia
Serbia
Slovenia
China
totale
Esportazion
i
46.218
26.218
%
28
15.8
Importazion
i
87.646
58.385
%
4.5
3
Bilancia commerciale
-41.428
-32.203
17.355
7.563
6.512
3.504
2.882
1.596
165.328
10.5
4.6
3.9
2.1
1.7
1
100
291.837
246.12
141.545
210.901
66.249
128.318
1.935.541
15.1
12.7
7.3
10.9
3.4
6.6
100
-274.482
-238.557
-135.033
-207.397
-63.367
-126.723
-1770214
* elaborazione ICE sui dati dell’Ente Statistico del Kosovo
Sulla carta la situazione in Kosovo è favorevole agli investimenti: basso costo di
manodopera, sistema impositivo semplice, con basse aliquote e scarse eccezioni, sistema
commerciale efficiente, sistema finanziario se non altro ben capitalizzato, settore bancario
ridotto ma funzionale, poca regolamentazione. Naturalmente però l’incertezza politica e la
scarsa protezione assicurativa e giuridica dell’investitore giocano un forte ruolo inibitore, e
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il Fondo Monetario Internazionale lamenta inoltre una bassissima produttività in rapporto ai
pur bassi salari, peggiore anche di quella degli altri Paesi dell’area.
Molte speranze sono riposte negli Investimenti Diretti dall’estero (FDI) che nel 2009 sono
ammontati a 291,5 milioni di euro4. Tali flussi, in massima parte provenienti da Germania
(la diaspora albanese soprattutto), Slovenia e Svizzera, sono connessi quasi unicamente con
il processo di privatizzazione delle aziende pubbliche e “sociali” (POE e SOE, residui del
modello economico jugoslavo) condotto ora dalla KPA (Kosovo Privatization Agency),
agenzia pienamente istituzionalizzata ed erede della KTA (Kosovo Trust Agency)
dell’UNMIK.
Dal 1999 si è dato corso a numerose privatizzazioni tra le piu’ rilevanti si segnala quella
dell’Aeroporto di Pristina dato in concessione ad un gruppo turco-francese, avvenuta nel
mese di giugno 2010. Altre privatizzazioni da ultimare nel corso del 2010 riguardano: le
miniere di Trepca, la PTK (poste e telecomunicazioni, e gestore telefonico) e la KEK
(azienda elettrica). Determinante dovrebbe essere quella della PTK, menzionata
esplicitamente dallo Stand-by Agreement siglato con il Fondo Monetario Internazionale nel
luglio 2009 : solo le risorse provenienti da essa potranno infatti evitare forti disavanzi di
bilancio per il 2010, derivanti anche dall’avvio di grandi progetti infrastrutturali.
Il maggior investimento estero dall’indipendenza e’ quello della Draexlmaier, produttrice di
componenti per BMW, Mercedes, Audi, Jaguar e Porshe, che ha cominciato a produrre in
Kosovo sistemi elettronici per l’industria automobilistica.
Il Governo Kosovaro ha disciplinato con la Legge n.02/L-33 (emanata dall’Assemblea del
Kosovo) la promozione e la tutela degli investimenti provenienti dall’estero. Il principale
scopo della legge e’ quello d’incoraggiare gli investimenti esteri in Kosovo, assicurando
agli investitori stranieri una serie di diritti legali e garantendo la massima protezione dei
loro investimenti nel rispetto della legge e degli standard internazionali; a tal fine, il
Governo s’impegna a promuovere lo sviluppo economico del settore privato, rendendolo
quanto piu’ diversificato, robusto e competitivo. La legge si propone di assicurare la piena
integrazione del Paese dell’economia europea e mondiale, incoraggiando i trasferimenti di
capitali ed i servizi connessi alle procedure d’investimento, nel pieno rispetto degli standard
di trasparenza europei ed internazionali.
Il 7 maggio 2009 il Consiglio Esecutivo dell’IMF ha ammesso la Repubblica del Kosovo
come 186^ stato membro del Fondo. Oltre ai possibili sviluppi positivi dal punto di vista
politico, l’ammissione all’IMF potrebbe costituire un primo precedente in grado, attraverso
le garanzie offerte dal Fondo e dall’ammissione alle altre istituzioni finanziarie
internazionali, di attrarre maggiori investitori esteri, soprattutto alla luce della crisi
finanziaria globale e della conseguente riduzione dei flussi di IDE e di rimesse valutarie
verso il Paese.
Si rileva, inoltre, che il 29 giugno 2009 la Repubblica del Kosovo e’ stata ammessa in
qualita’ di stato membro all’interno della Banca Mondiale e, nel medesimo giorno, il Primo
Ministro Hashim Thaci ha firmato l’accordo per l’adesione del Kosovo alla Banca
Internazionale per la Ricostruzione e lo Sviluppo. Tale evento riveste un’importanza
fondamentale nel processo di sviluppo e di consolidamento economico del paese
rappresentando uno strumento ulteriore per contastare la lotta alla poverta’; a tal fine la
Banca Mondiale ha promosso una strategia volta a favorire la coesione sociale,
contribuendo allo sviluppo di istituzioni efficienti e trasparenti, e la crescita economica,
4
Dati del Ministero dell’Economia e dele Finanze della Repubblica del Kosovo, Macroeconomic
Review Jan-May 2010, disponibili sul sito www.mef-rks.org.
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cercando di accelerare l’incremento
dell’investimento privato estero.
c)
dell’occupazione attraverso
la
promozione
Andamento dell’interscambio commerciale con l’Italia e degli investimenti diretti
esteri bilaterali
Nel 2009 le importazioni del Kosovo verso l’Italia risultano essere circa 15 volte maggiori
delle esportazioni, per un valore di 86.728.321 euro contro i 5.683.591 delle importazioni, e
questo conferma come l’economia del Paese fatichi ancora molto a decollare: i principali
prodotti esportati verso l’Italia nel 2009 sono stati: metalli, provenienti dalle miniere di
nichel, e articoli di metallo (che coprono circa il 46% del valore totale delle importazioni
verso il nostro Paese), pellami ed articoli di pelle (35%), verdure ed ortaggi (3%). Per quel
che riguarda le importazioni, queste includono soprattutto macchinari e attrezzature (29%
del totale), prodotti chimici (11%), veicoli e attrezzature per il trasporto (9%), metalli di
base e oggetti di metallo (9%), alcol, bevande e tabacco (9%), verdure e ortaggi (5%),
articoli di plastica e gomma (3%) minerali (2%), materiale ottico, fotografico e
cinematografico (2%). L’Italia risultava, alla fine del 2008, al quinto posto tra i paesi clienti
del Kosovo ed al sesto tra i fornitori, con una quota di mercato del 4%. Nel primo trimestre
2010, invece, si e’ registrato un incremento notevole tale per cui l’Italia costituisce il primo
paese cliente con una quota di mercato del 28%, e il secondo paese fornitore tra quelli
del’Unione Europea, dopo la Germania, con una quota di mercato del 4,5%.
La tabella sottostante mostra il flusso di merci nel commercio estero con l’Italia dal 2002 al
2009.
Anno
2002
2003
2004
2005
2006
2007
2008
2009
esportazioni
7.525
6.245
5.536
5.668
12.654
9.672
25.485
46.218
%
variazioni
importazioni
%
variazioni
bilancia
commerciale
27.3
17.5
9.8
10.1
11.4
5.9
12.8
28
-17.0
-11.4
2.4
123.3
-23.6
163.5
81.4
25.818
35.625
44.525
49.555
52.461
57.678
74.385
87.646
3
3.7
4.2
4.3
4
3.7
3.9
4.5
38
25
11.3
5.9
9.9
29
17.8
-18.293
-29.38
-38.989
-43.887
-39.807
-48.006
-48.9
-41.428
* Elaborazioni ICE su dati dell’Ente Statistico del Kosovo.
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2.
INDIVIDUAZIONE DELLE AREE DI INTERVENTO
a)
Valutazione della penetrazione commerciale dei prodotti italiani sul mercato locale
Dal 2005 al 2009 la penetrazione dei prodotti italiani in Kosovo ha registrato un aumento
di circa il 200%. Il “made in Italy” e’ di forte attrattiva per i consumatori, tendenza in
aumento a seguito dell’incremento del tenore di vita negli ultimi anni, e che coinvolge
sempre di piu’ non solo il settore dell’abbigliamento e dei prodotti alimentari, ma anche
altri settori quali arredamento e i materiali per edilizia.
b)
Valutazione degli investimenti diretti da e verso l’Italia
Il volume degli investimenti italiani in Kosovo e’ in crescita ed in gran parte dovuto
all’interessamento di grandi compagnie a particolari appalti. In misura minore, si registrano
alcuni investimenti nel settore dei trasporti, dell’industria agroalimentare, metallurgica, e
del settore tessile-abbigliamento. Le prospettive offerte dal basso costo della manodopera e
dalla favorevole normativa fiscale vengono infatti bilanciate dal difficile contesto normativo
e giuridico del Kosovo, ancora caratterizzato da notevoli lacune, con il rischio, in caso di
contenziosi, di non poter usufruire di un’adeguata garanzia giuridica da parte delle autorita’
locali. Cruciale da questo punto di vista si e’ ripetutamente dimostrata l’attivita’
dell’Ambasciata istituita nel maggio 2008 e dell’antenna ICE a Pristina, in virtu’ della
propria rete di conoscenze del mondo degli affari locale, che ha permesso diverse volte di
prevenire il verificarsi di situazioni “a rischio” ed ha altresi’ contribuito a risolverne alcune
gia’ verificatesi in favore nei nostri imprenditori.
c)
Valutazione delle potenzialità di cooperazione commerciale ed industriale nei settori
ad alto contenuto tecnologico
La sostanziale necessita’ di ulteriori realizzazioni infrastrutturali in Kosovo nel prossimo
futuro aprirebbe alcune interessanti prospettive, in qualche modo messe in dubbio
dall’annunciato futuro calo di finanziamenti internazionali. Al momento, a parte progetti
che potrebbero concretizzarsi nei settori della produzione e distribuzione di energia
elettrica, e nelle telecomunicazioni, le migliori prospettive per l’interscambio con l’Italia
continueranno verosimilmente a concentrarsi nel campo delle macchine industriali. Di
potenziale interesse potrebbe essere l’atteso tender del Ministro per L’Energia e le Miniere,
relativo alla modernizzazione dell’unica centrale termoelettrica del Kosovo, alla costruzione
di una nuova centrale ed allo scavo di nuove miniere di lignite.
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3.
POLITICA COMMERCIALE E DI ACCESSO AL MERCATO
a)
Barriere tariffarie
La nuova Legge Doganale del Kosovo (2008/03-L-109) prevede un dazio doganale del
10% per i prodotti in entrata provenienti da tutti i paesi, sia dell’Unione Europea che extraUE. Per alcune categorie di prodotti, come i macchinari di produzione agricola e materie
prime agricole e’ prevista l’esenzione totale dal pagamento del dazio; la ratio e’ quella di
promuovere ed agevolare i produttori locali e lo sviluppo del settore agricolo.
Analogamente, anche alcuni prodotti farmaceutici sono esenti da dazio.
In aggiunta al dazio, per beni quali caffe’ e bevante alcoliche e’ prevista un’accise (CISA)
con un tasso variabile.
b)
Violazioni delle norme sulla tutela dei diritti di proprietà intellettuale
Il 29 dicembre 2009 l’Assemblea del Kosovo ha approvato la Legge sulle Misure Doganali
per la Protezione dei Diritti sulla Proprieta’ Intellettuale (2009/03-L-170). Il nuovo
Regolamento, in linea con i Regolamenti Europei, prevede agevolazioni per i detentori di
diritti sulla Proprieta’ Intellettuale, come il non essere tenuti a presentarsi davanti ad un
tribunale per ottenere l’approvazione alla distruzione di beni pirata o contraffatti, una volta
ottenuto il consenso dell’importatore. Data l’approvazione molto recente, e’ ancora
difficile stabilire quale applicazione avra’ la legge relativa alla proprieta’ intellettuale
c)
Problematiche relative agli investimenti esteri nel Paese
Un’azienda italiana nuova o gia’ operante deve affrontare i seguenti problemi:

Complessita’ dell’iter burocratico: sono ancora presenti mancanza di
trasparenza, efficacia e lungaggini dell’iter burocratico per fornire informazioni o
rilasciare alcune documentazioni-permessi. I risultati dalla lotta alla corruzione
spesso legata ai procedimenti burocratici sono ancora da attendere.

Problemi doganali: a seguito dell’approvazione di varie modifiche di carattere
normativo e con l’aumento dell’operativita’ sia alle frontiere sia all’interno del
paese, si nota un miglioramento nell’efficacia delle dogane kosovare, una
riduzione del contrabbando e della corruzione dei doganieri. Nel caso
dell’importazione-esportazione definitiva non si evidenziano particolari difficolta’
ne’ di carattere procedurale ne’ di carattere economico. L’ufficio ICE provvede a
fornire tutte le informazioni relative alla documentazione e alle procedure
doganali. Per lo sdoganamento dei beni materiali, si consiglia alle aziende italiane
di avvalersi di uno spedizioniere specializzato.

Servizi finanziari delle banche locali: il sistema bancario kosovaro nonostante le
esigue dimensioni e’ in crescita d ispirato a criteri di gestione abbastanza moderni..

Difficolta’ d’incasso: se si vuole operare senza garanzie e’ necessario conoscere
preventivamente la situazione finanziaria della controparte affidandosi ad un
servizio di informazioni riservate. Per evitare di incorrere nel problema del
mancato incasso dei crediti, si consiglia l’utilizzo della lettera di credito
confermata o della garanzia bancaria.
Per ulteriori informazioni si consiglia alle aziende italiane di rivolgersi all’ufficio ICE
a Pristina.
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4.
POLITICA PROMOZIONALE E PROPOSTE OPERATIVE DI INTERVENTO
CONGIUNTO
a)Progetti delle rappresentanze diplomatico-consolari e degli Uffici ICE per iniziative
promozionali nel corso del 2011
Per l’anno 2011, l’ufficio ICE con l’approvazione del Progetto L84/01 nel 2010, prevede
diverse iniziative promozionali.
a) Indagine settoriale del mercato kosovaro per l’imprenditoria italiana.
b) Missione economica da parte di rappresentanti del Kosovo in Italia: “Country
presentation”.
c) Missione da parte di imprenditori italiani in Kosovo.
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