DIZIONARIO DI SANSCRITO CON TUTTE LE PAROLE PER DIVENTARE UNO YOGI - Dimensione Cultura
Scritto da Antonio Albino
A
ACARYA: maestro spirituale autenticamente qualificato.
AHIMSA: non violenza
AMRITA: letteralmente "immortale" o "non morto" ed era il premio più ambito da demoni e dèi.
ANANDA: letteralmente “felicità” e più propriamente: stato di beatitudine.
ANGA: membra (dello Yoga)
ANNAMAYAKOSHA: corpo-fatto-di-cibo ossia il corpo materiale, cioè il corpo cellulare, ovvero
la stratificazione visibile e materiale del nostro essere.
ASHRAM: indica, nella tradizione indiana sia un luogo di meditazione e romitaggio che uno dei
quattro stadi della vita.
ASANA: gli atteggiamenti e le posizioni del corpo.
ASURA: 1) Chiunque non applichi gli insegnamenti delle Scritture e abbia come unico scopo
quello di godere sempre più dei piaceri di questo mondo. 2) Mostro malvagio.
ATMAN: nome del principio eterno che anima l'individuo. L'essenza, il principio vitale.
AVATAR: indica l'incarnazione fisica di esseri celesti o trascendenti.
AVIDYA: ignoranza.
AYAMA: controllo.
AYURVEDA: è la medicina tradizionale utilizzata in India fin dal IV millennio a.C., diffusa
ancora oggi nel sub-continente più della medicina occidentale. Ayurveda è una parola
composta da ayu:
vita e veda: conoscenza, traducibile quindi come scienza della
vita.
B
BANDHA: è un termine specifico dello Yoga che significa "legame", "unire insieme", od anche
"afferrare", "prendere". Esprime l'azione del fissaggio posturale eseguito contemporaneamente
sia a livello fisiologico sia a livello delle energie interiori localizzate nei chakra, i centri vitali
secondo lo Yoga.
BHAGAVAD GITA: 'inno del Signore'. Il testo sacro più diffuso nell'Induismo.
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BRAHMAN: l'Assoluto, l'Universale.
D
DEVA: è un termine che come aggettivo indica ciò che è divino o celeste, mentre come
sostantivo maschile indica la divinità o un dio. Raramente può indicare un demonio malvagio.
DEVI: Dea.
DHAMMAPADA: (pali, in sanscrito Dharmapada o anche Udanavarga), a volte tradotto come
'Parola
del Dharma', è
il testo sacro Buddhista più diffuso, dove con Dharma si intende la legge, sia fisica che morale,
che sostiene l'universo.
DHARANA: Sesta delle otto tappe dello Yoga, che consiste nella concentrazione profonda.
DHARMA: può essere tradotto come "Giustizia", "Dovere", "Legge", "Legge cosmica", "Legge
Naturale", oppure "ciò che mantiene il mondo in coesione" o come equivalente del termine
occidentale "Religione"
.
DOSHA: nella Medicina Ayurveda rappresenta le energie vitali che compongono le tre
diverse costituzioni ovvero
Vata, Kapha e Pitta.
DYHANA: settima delle otto tappe dello Yoga, che consiste nella 'meditazione profonda' o
'contemplazione'.
E
EKAGRATA: concentrazione in un solo punto che ha come risultato immediato la censura
pronta e lucida di tutte le distrazioni e di tutti gli automatismi mentali che dominano e, in realtà,
fanno
la coscienza profana.
G
GAYATRI: è la forma femminile di gayatra, che indica una canzone o un inno.
GANESHA: presso la religione induista è una delle rappresentazioni di Dio più conosciute e
venerate; figlio primogenito di Shiva e Parvati, viene raffigurato con una testa di elefante
provvista di una sola zanna, ventre pronunciato e quattro braccia, mentre cavalca o viene
servito da un topo.
GUNA: nel sistema filosofico Samkhya si intendono le tre qualità costituive della Natura
materiale, detta anche Creazione o Prakriti. Le tre qualità sono conosciute come
tamas
(ignoranza),
rajas
(passione) e sattva
(saggezza, equilibrio). Sattva
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è la materia originale, il primo gradino della manifestazione, la luce che costituisce il substrato
dell'esistenza; infatti nei testi sacri indiani, Dio crea la luce attraverso la parola. Questa luce
primordiale è estremamente vicina all'Assoluto, e ciò le conferisce il potere di generare altra
materia,
Rajas
, che inevitabilmente subirà un deterioramento rispetto alla materia originale; Rajas a propria
volta, attraverso un ulteriore degenerazione, darà origine a
Tamas
.
GURU: maestro, precettore spirituale
GURU PURNIMA: è una festa spirituale che viene celebrata nel mese di Ashada
(giugno-luglio) dai discepoli che seguono un cammino spirituale sotto la guida di un maestro.
H
HARI: il termine rappresenta un altro nome per Visnu e Krsna,
HATHA: Letteralmente ‘sole (ha)’ e ‘luna (tha)’. Lo Hata-Yoga è una forma di Yoga relativa
soprattutto all'armonia e al benessere fisico
J
JAPA: recitazione individuale dei santi nomi di Dio.
JIVA: altro nome per Jivatma (anima individuale).
JNANA: altro nome di Jnani (spiritualista di terzo ordine, adepto dello Jana-Yoga).
K
KAMA: rappresenta il Dio del piacere sessuale nella religione e mitologia induista.
KAPHA: nella Medicina Ayurveda rappresenta il principio della coesione e della struttura
KARMA: letteralmente 'azione' che può essere virtuosa o meno determinando una
conseguenza che lega ancor più il suo autore all’esistenza condizionata e al ciclo di nascite e di
morti.
KIRTAN: è una pratica spirituale e fa parte di un sistema di Yoga chiamato Mantra Yoga.
Letteralmente Kirtan significa « la ripetizione continua di un Mantra ».
KRIYA: atto.
KUMBHA MELA: è l’istaurazione temporanea di una città celeste, la costruzione di un sogno
collettivo, la manifestazione della fantastica esistenza sulla terra degli uomini vincolati a Dio.
M
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MALA: è un rosario indiano con un numero preciso di semi.
MAHATMA: ‘grande anima’.
MANDALA: letteralmente: «essenza» «possedere» o «contenere» ; tradotto anche come
«cerchio-circonferenza» o «ciclo», è un termine simbolico associato alla cultura Veda ed in
particolar modo alla raccolta di inni o libri chiamata Rig Veda.
MANDIR: tempio dell’Induismo.
MANOMAYAKOSHA: le aree conosciute della mente.
MANTRA: deriva dalla combinazione delle due parole manas (mente) e trayati (liberare). Il
mantra si può quindi considerare come un suono in grado di liberare la mente dai pensieri.
MAYA: si intendono diversi concetti propri della religione e della cultura induista. Spesso il
termine è associato semplicisticamente all'espressione
Velo di Maya, coniata da Schopenhauer. Si tratta di un «velo» metafisico illusorio che, separando gli esseri individuali
dalla conoscenza/percezione della realtà (se non sfocata e alterata), impedisce loro di ottenere
moksha, la liberazione spirituale, tenendoli così imprigionati nel samsara, il continuo ciclo delle
morti e delle rinascite.
MUDRA: letteralmente "sigillo", è un gesto simbolico che in varie religioni viene usato per
ottenere benefici sul piano fisico, energetico e/o spirituale. I mudra sono utilizzati nella pratica
Yoga come completamento di alcune asana (posizioni) durante le fasi meditative.
MUKTI: il termine si riferisce, in generale, alla liberazione dai condizionamenti della vita
incarnata e dal ciclo di nascite e morti (Sansara), dovuta al conseguimento della realizzazione
spirituale.
N
NADI: tubo, canale o vena. Tali canali sarebbero le vie attraverso le quali passa il prana,
inteso come energia vitale o soffio, per alimentare tutte le parti del corpo.
NARAYANA: Nell'Induismo e nelle tradizioni religiose da esso derivate (come ad esempio
l'Ayyavalismo), Narayana (in sanscrito "colui che risiede sull'acqua") è una delle forme di
Visnu. Dotato di quattro braccia, e con i tradizionali oggetti (la conchiglia, la mazza, il fiore di
loto e il disco).
NAMASTE: Namasté, namaste, namasteé o namaskar è un saluto originario della zona di
India e Nepal e viene usato comunemente in molte regioni dell'Asia. Può essere utilizzato sia
quando ci si incontra che quando ci si lascia. Viene di solito accompagnato dal gesto di
congiungere le mani, unendo i palmi con le dita rivolte verso l'alto, e tenendole all'altezza del
petto, del mento o della fronte, facendo al contempo un leggero inchino col capo. Nella cultura
indiana, questo gesto è un mudra.
NIRVANA: letteralmente 'spegnimento' costituisce la fine del doloroso ciclo della
reincarnazione (samsara).
NIRVIKALPA: ‘senza alternative’
NIYAMA: si intendono le discipline dello Yoga. Si traduce come “sforzo e rilassamento” oppure
“tensione e calma”. Esso comprende l’assimilazione delle regole etiche e psicoigieniche
essenziali nella vita dello Yogi.
P
PARVATI: Parvata è una delle parole sanscrite per "montagna"; "Parvati" si può tradurre
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quindi come "Figlia della montagna" e si riferisce alla sua nascita da Himavan, per l'appunto il
Signore/Sovrano delle Montagne.
PITTA: nella Medicina Ayurveda rappresenta il principio della digestione e del metabolismo.
PRAKRITI o PRAKRTI: 1)secondo la Bhagavad Gita, è l'intelligenza della natura originaria
attraverso cui l'universo esiste e si esplica. Normalmente si rende con "natura", è attività pura
ma inconsapevole: il principio che da immanifesto dà origine, per evoluzione/trasformazione, a
tutto ciò che è manifesto, intendendo con ciò sia la realtà materiale che quella mentale.
2) è la materia di base di cui l'Universo è costituito. Si compone di tre gunas o modi, conosciuti
come
tamas
(ignoranza), rajas (passione) e sattva (qualità).
PRANA: respiro, vita, energia.
PRANAYAMA: si intende il controllo ritmico del respiro e consta del termine 'prana' (appunto
'respiro') e di 'ayama' che significa 'controllo'.
PRATYHARA: significa “allontanare le indrie dagli oggetti del mondo materiale”. La pratyahara
è il grado sul quale l’adepto impara a comandare i suoi “tentacoli” della coscienza che in
sanscrito si chiamano “indrie”.
PUJA: presso la religione induista, Puja (dal sanscrito reverenza) è un termine che
genericamente indica un atto di adorazione verso una particolare forma della Divinità, che può
esprimersi in un'offerta, un culto, una cerimonia o un rito.
R
RAGA: il termine indica, nella musica classica indiana, particolari strutture musicali che
seguono, nell'esecuzione, precise regole relativamente alle frasi melodiche consentite o vietate,
e sono basati su un certo numero di scale musicali di base.
RAMA: presso la religione induista, Rama (ca. 7000 a.C.) è il settimo avatar di Visnu,
manifestatosi nel regale principe per risollevare le sorti della morale degli uomini, ormai
soggiogati da Ravana.
RISHI: nella religione induista è un saggio e/o un profeta che "percepisce" dall'essere supremo
Brahman gli inni dei Veda, mentre si trova in meditazione profonda.
RATAS: vedi GUNA
RAVANA: Nella mitologia induista fu re demoniaco di Lanka, ed il principale avversario di
Rama, come narrato nel poema epico Ramayana.
S
SADHU: gli induisti considerano che l'obiettivo della vita sia la moksha, la liberazione
dall'illusione (mâyâ), la fine del ciclo delle reincarnazioni e la dissoluzione nel divino, la fusione
con la coscienza cosmica. Tale obiettivo è raggiunto raramente nel corso della vita presente.
Il sadhu (dal sanscrito, «uomo di bene, sant'uomo») sceglie, per accelerare questo processo e
realizzarlo in questa vita, di vivere una vita di santità. I sâdhu sono presenti in India da migliaia
di anni, forse dalla preistoria in cui il loro ruolo sarebbe stato simile a quello dello sciamano.
SAMADHI: ultima delle otto tappe dello Yoga, che consiste nella concentrazione suprema.
SAMSARA: indica, nelle religioni orientali la dottrina inerente al ciclo di vita, morte e rinascita..
SANNYASIN: il Sannyasa, ( dal sanscrito, "rinuncia", "abbandono") è uno dei quattro ashram
dell'induismo. Nella tradizione induista, è il culmine e lo stadio finale della vita, in cui occorre
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rinunciare ai beni materiali e dedicarsi interamente al proprio cammino spirituale. Chi è entrato
nello stadio del sannyasa è definito sannyasi o sannyasin, ed indossa tradizionalmente abitii
color zafferano.
SAT-CHIT-ANANDA: significano Sat=la pura verità, Chit= la pura consapevolezza, Ananda=l
o stato di completa beatitudine.Vengono pronunciate anche come una sola parola e
rappresentano la coesistenza vera del Tutto Uno.
SATTVA: vedi GUNA
SATYA: verità, da sat "ciò che è"[
SHAKTI: il termine (in sanscrito «energia», «potenza») indica, nella religione induista l'energia
vitale che scaturisce da Siva e trasforma l'energia potenziale in atto creativo e quindi in materia.
Presso le correnti induiste dello Yoga, viene anche detta Prana. La sua essenza risiederebbe
all'interno dell'ombelico femminile.
SHANTI: Presso la religione induista, la parola sanscrita indica uno stato di assoluta pace
interiore e di serena imperturbabilità, caratterizzato dall'assenza delle frenetiche onde-pensiero
(vritti) generate dalla mente; l'individuo che ha raggiunto questa pace è estremamente
equanime, equilibrato, centrato, moderato, e grazie a questa sua centratura riesce a vivere con
perfetta concentrazione e serenità nel qui e ora.
SIVA: Siva, anche detto Shiva è uno degli aspetti di Dio per la religione induista, nonché la
terza Persona della Trimurti (detta anche, con un parallelismo piuttosto forzato, Trinità indù,
composta da Brahma, Vishnu e Shiva), all'interno della quale è conosciuto sia come Distruttore
che come Creatore.
SUTRA: aforismi (i sutra più famosi sono gli Yoga-Sutra ovvero gli Aforismi sullo Yoga di
Patanjali)
SVADHYAYA: Svadhyaya è il quarto principio di niyama, la pratica per l’equilibrio interiore
dello yoga, che permette la chiara comprensione di ogni elemento spirituale.
SWAMI: è un termine sanscrito appartenente anche alla lingua indiana moderna; letteralmente
significa "maestro di sé stesso", è di genere maschile ed ha una connotazione mista di profondo
rispetto e intimità, venerazione e amore al tempo stesso. È un appellativo solitamente rivolto ai
guru, ai ricercatori illuminati, ai sacerdoti. Il Swami è solito indossare un telo attorno al collo di
colore arancione, che sta a significare, secondo la tradizione indiana, il fuoco che ha bruciato
tutto ciò che è appartenuto alla vecchia vita, e che in qualche modo, lascia spazio al vero IO.
T
TAMAS: vedi GUNA
TANTRA: "trama", ma anche "dottrina" o "rituale". Tantrismo indica, nella storiografia
occidentale, una controversa categoria che vorrebbe raccogliere un genere di insegnamenti
spirituali e tradizioni esoteriche originatosi nelle religioni induiste.
TEJAS: "fuoco".
U
UPANISHAD: un insieme di testi religiosi e filosofici indiani composti in lingua sanscrita a
partire dal IX-VIII secolo a.C. fino al IV secolo a.C.
V
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VATA: nella Medicina Ayurveda rappresenta il principio del movimento e
dell'attivazione.
VEDA: antichissima raccolta in sanscrito di testi sacri dei popoli arii che invasero intorno al XX
secolo a.C. l'India settentrionale, opere di primaria importanza presso quel differenziato insieme
di dottrine e credenze religiose che va sotto il nome di Induismo.
VEDANTA: con tale termine si indica la parte finale della letteratura vedica tradizionalmente
considerata rivelata dall'Assoluto e non composta dagli uomini.
VISHNU: presso la religione induista è uno degli aspetti di Dio, nonché la seconda Persona
della Trimurti (chiamata anche Trinità indù, composta da Brahma, Vishnu e Shiva, all'interno
della quale è conosciuto come il Conservatore. Viene più comunemente identificato con le sue
incarnazioni, gli avatar, in particolar modo con Krishna e Rama.
VRITTI: è un termine che nell'Induismo (in particolare nelle correnti dello Yoga) definisce le
onde di pensieri che la mente genera in modo incessante ed inconsapevole, e che ne
impediscono il vero utilizzo, cioè come mezzo per realizzare l'anima. Sono ciò che costituisce la
frenetica attività della mente, ed essendo la conseguenza di un uso improprio di questo
strumento, invece di liberare, per la legge di causa-effetto le vritti agiscono karmicamente
legando ancora di più l'anima al mondo manifesto.
Y
YAMA: 1) presso la religione induista, Yama è il Deva della morte, "colui che irrimediabilmente
trattiene con sé", padrone del regno infero; la deità preposta al controllo e al trapasso delle
anime da un mondo all'altro. YANTRA: è un termine che indica vari tipi di rappresentazioni geometriche dalla forma
semplice o più complessa e diagrammi simbolici, utilizzati come supporto nella concentrazione
o per favorire l'assorbimento meditativo (samadhi).
YOGA: deriva dalla radice: yug, che vuol dire: congiungere, unire.
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