INDUISMO L'Induismo (o, secondo alcuni orientalisti, Hindūismo) anche definito Sanatana dharma (sanscrito, IAST Sanātana dharma, «Insegnamento eterno»), è una tra le più antiche delle principali religioni del mondo e, con circa 1 miliardo di fedeli, di cui 900 milioni in India, è attualmente la terza più diffusa, dopo il Cristianesimo e l'Islam. Dare una definizione unitaria dell'Induismo è difficile, poiché esso – più che una religione in senso stretto – si può considerare una serie di correnti devozionali e/o metafisiche e/o filosofico-speculative eterogenee, aventi sì un comune nucleo di valori e credenze, ma differenti tra loro a seconda del modo in cui interpretano la tradizione, e a seconda di quale aspetto diviene oggetto di focalizzazione per le singole correnti. Brahman (sanscrito, IAST Brāhmaṇ), presso la filosofia Vedānta e successivamente nella scuola Yoga Induista, rappresenta l'aspetto di immutabilità, di infinito, di immanenza e di realtà trascendente, l'Origine Divina di tutti gli esseri. Viene considerato la sorgente, il substrato, l'autentica coscienza suprema, la somma di tutto l'universo, che, limitato dal tempo, dallo spazio e dalla causalità origina dal puro essere, un'estensione dell'"Anima mundi". I Darsana sono differenti sistemi di studio della filosofia induista. Si tratta dei sistemi ortodossi, formatisi nel periodo classico dell'India con lo scopo di riassettare e riformare la mole di informazioni prodotta dal Vedismo, la fase storica che precede l'Induismo moderno. Le scuole Darsana sono sei: il Samkhya, lo Yoga, il Nyaya, il Vaisesika, il Purva Mimamsa e la Vedānta. Il sistema più conosciuto e diffuso in Occidente è lo Yoga, il cui testo principale è lo Yoga Sutra di Patañjali. La Bhagavad Gita (in Sanscrito, Bhagavad Gītā, "Canto del Divino" o "Canto del Beato") è un poema sanscrito di circa 700 versi diviso in 18 canti, contenuto all'interno del grande poema epico Mahābhārata. La Bhagavad Gītā ha valore di testo sacro, ed è divenuto nella storia il testo più popolare e amato tra i fedeli induisti al punto da ottenere l'appellativo di vangelo indù. È anche considerato dai più come l'opera letteraria più bella dell'epica induista. L'unicità di questo testo, rispetto ad altri, consiste anche nel fatto che qui non viene data un'astratta indicazione di Dio, ma la figura divina è un personaggio protagonista che parla in prima persona, e fornisce la possibilità di una Sua visione completa. La Bhagavad Gītā è il principale testo sacro per gli Hare Krishna e i movimenti vaiṣṇava in generale. Il Sannyasa (parola sanscrita che letteralmente significa "rinuncia" o "abbandono") è una forma di monasticismo induista. Può essere intrapresa dai fedeli induisti o sin da giovani, facendosi monaci e intraprendendo per tutta la vita la via spirituale, o negli ultimi stadi dell'asrama (la vita del fedele), solitamente oltre i cinquant'anni. I membri degli ordini sannyasa sono chiamati sannyasin o sannyasi. Questi ultimi conducono una vita senza possedimenti, praticando lo yoga e il bhakti, la preghiera alle divinità. L'obiettivo finale della vita monastica è il mokṣa, ovvero la liberazione dal ciclo delle reincarnazioni e l'unione con il Brahman. Pochi sannyasin vivono in monasteri chiamati matha, i quali fungono più da centri di educazione, la maggior parte sono infatti vagabondi. Il movimento Hare Krishna è il nome con cui è più nota l’International Society for Krishna Consciousness (Società Internazionale per la coscienza di Krishna), o ISKCON, l'associazione induista fondata a New York nel 1966 dal maestro spirituale indiano A.C. Bhaktivedanta Swami Prabhupada. L'ISKCON, espressione del movimento vaiṣṇava dell'India Nord Occidentale, si basa sull'insegnamento del mistico bengalese Caitanya Mahaprabhu (1486 - 1533). La dottrina si basa su una focalizzazione della fede religiosa sulla figura di Krishna e sulla promozione di un'attiva azione missionaria. Nell'Induismo, un Avatar è l'assunzione di un corpo fisico da parte di Dio, o di uno dei Suoi aspetti. Questa parola deriva dalla lingua sanscrita, e significa "disceso"; nella tradizione religiosa induista consiste nella deliberata incarnazione di un Deva, o del Signore stesso, in un corpo fisico al fine di svolgere determinati compiti. Questo termine viene usato principalmente per definire le diverse incarnazioni di Vishnu, tra cui si possono annoverare Krishna (raffigurato sopra) e Rama. Ganesha o Ganesh (Sanscrito IAST Gaṇeśa) è una delle rappresentazioni di Dio più conosciute e venerate dell'Induismo; figlio primogenito di Shiva e Parvati, viene raffigurato con una testa di elefante provvista di una sola zanna, ventre pronunciato e quattro braccia, mentre cavalca o viene servito da un topo, suo veicolo. Spesso è rappresentato seduto, con una gamba sollevata da terra e ripiegata sull'altra, nella posizione dell'alitasana. Tipicamente, il suo nome è preceduto dal titolo di rispetto induista, Shri. Il culto di Ganesha è molto diffuso, anche al di fuori dell'India; i devoti di Ganesha si chiamano Ganapatya. Nell'Induismo, la Trimurti (tre forme, in sanscrito), spesso definita anche "trinità indù" indica i tre principali aspetti divini, manifestati nelle forme di tre importanti Deva archetipi: . Brahma è il Creatore . Vishnu è il Conservatore . Shiva è il Distruttore La stessa Trimurti è spesso concepita come un'unica divinità, e spesso viene artisticamente rappresentata da una figura composita a tre volti. Secondo la fede nella Trimurti, queste figure Divine sono semplicemente aspetti differenti riconducibili allo stesso e unico Dio (detto anche Īśvara o Saguna Brahman), aspetto simile alla Trinità della religione cristiana o alle triadi di molte divinità indoeuropee (Odino, Thor e Freyr; Giove, Giunone e Minerva, etc.)