Sisteme Immunitario IMMUNOLOGIA Si occupa dello studio del

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Sisteme Immunitario
IMMUNOLOGIA
Si occupa dello studio del sistema immunitario e della modalità della risposta immunitaria.
IMMUNITA'
Resistenza di un individuo a contrarre una malattia mediante risposta a sostanze estranee
all’organismo indifferentemente dalle conseguenze fisiologiche o patologiche della risposta.
SISTEMA IMMUNITARIO
Insieme di tessuti, cellule e molecole che determinano tale resistenza rispondendo a tutte le
sostanze estranee, anche quelle di natura non infettiva, causando dei danni.
Organi Primari: midollo osseo e timo
Organi Secondari: linfonodi, milza altri tessuti linfoidi
Il sistema immunitario si divide in:
Naturale:
Agisce come prima linea contro gli agenti infettivi, costituito da barriere epiteliali (cute
epitelio) solubili (complemento, proteine) e da cellule capaci di fagocitare (macrofagi)
Reattivo:
Se la fase naturale viene superata si ha una reazione specifica verso ciascun agente
infettivo, detta immunità acquisita preceduta da una immediata reazione infiammatoria.
La risposta immunitaria acquisita presenta le seguenti caratteristiche:
1) La capacità di distinguere:
tra ciò che è estraneo e ciò che è proprio
2) La diversità e specificità:
Presenza di recettori che riconoscono e rispondono nel modo più adeguato.
3) La memoria immunologica:
La capacità di ricordare gli antigeni incontrati in precedenza.
La risposta immunitaria acquisita si distingue in Umorale o cellulo-mediata rispettivamente
coordinate dai linfociti B e T, i quali esprimono sulla loro membrana delle molecole
specifiche chiamate recettori, che possono riconoscere qualsiasi molecola estranea,
definita antigene.
La risposta immunitaria acquisita si distingue in:
Umorale:
è mediata da alcune proteine del sangue, specifiche verso l’antigene dette anticorpi (Ab),
questo tipo di immunità ci protegge dagli agenti circolanti, come batteri extra-cellulari,
virus, nella fase extra-cellulare.
Cellulo-mediata:
è mediata dai linfociti T che si dividono in:
Helper (Th):
regolano la risposta immunitaria,rilasciando molecole dette citochine
Cititossici (CTL):
sono cellule effettrici, eliminano direttamente le cellule alterate.
Ci protegge dai microrganismi intracellulari come virus e batteri ed è importante nel
riconoscimento delle cellule dei trapianti d’organo e delle cellule umorali.
L’immunità acquisita si divide inoltre in:
Attiva:
è l’insieme di risposte immuni specifiche che sono stimolate da un individuo quando viene a
contatto con un’antigene. Si divide in :
- Naturale: infezione
- Artificiale: come ad es. i vaccini.
Passiva:
è quel tipo di immunità specifica, che non è il risultato di una reazione attiva, deriva dal
trasferimento in un individuo di cellule o siero prelevati da individui già immunizzati e si
divide:
- Naturale:
è costituita dal passaggio transplacentare dalla madre al feto delle immunoglobuline di
classe IgG che proteggono il neonato nei primi mesi di vita.
- Artificiale:
la sieroprofilassi (inoculazione di anticorpi specifici) è un esempio, si usa in pazienti con
gravi deficit immunitari, per prevenire la complicanza da malattie con la somministrazione
di sieri umani.
PROTEINE MHC
Tutte le cellule immunitarie, in situazione fisiologica, non si rivolgono contro le cellule vitali
del proprio organismo perchè capaci di riconoscere delle molecole particolari (proteine del
complesso maggiore di istocompatibilità o MHC) presenti sulla superficie delle cellule che
permettono l'identificazione di appartenenza o meno all'organismo ospitante i leucociti.
Il riconoscimento delle proprie cellule sane viene detto SELF quello delle estranee NON
SELF.
Leucociti
I leucociti (globuli bianchi) derivano da cellule staminali indifferenziate (totipotenti)
presenti nel tessuto osseo e linfoide. Si dividono in:
- Granulociti
- Monociti
- Cellule natural killer
- Linfociti
Le cellule natural killer (attacco indiretto mediante proteine in grado di aprire dei pori nella
membrana plasmatica delle cellule infette, distruggendole) e i fagociti (tutte le cellule
cellule in grado di inglobare e distrugere, cellule o particelle estranee, in modo diretto)
sono i principali leucociti che operano nell'attacco aspecifico contro qualunque agente
esterno al corpo.
GRANULOCITI
Si distinguono in:
Neutrofili
rappresentano circa il 70% del pool leucocitario circolante, sono cellule fagocitiche e sono in
grado di uccidere i microrganismi ingeriti, uccidono anche le cellule tumorali,
morfologicamente sono caratterizzati da un citoplasma ricco di granuli.
Basofili
Si trovano nel sangue all’1% e sono caratterizzati da numerosi granuli citoplasmatici,
contengono istamina e sostanze farmacologicamente attive che svolgono un ruolo
importante nell’ipersensibilità immediata.
Eosinofoli
Sono cellule circolanti, poco fagocitiche, che possono migrare nel sangue e nei tessuti la
loro produzione aumenta nelle infezioni parassitarie e nelle reazioni allergiche.
MONOCITI
Danno origine ai macrofagi che fagocitano particelle relativamente grandi come piccoli
organismi e cellule tumorali.
CELLULE NATURAL KILLER
Rappresentano una piccola percentuale di leucociti.
Originano e si differenziano da un precursore midollare e continuano la differenziazione nel
sangue, fino a raggiungere lo stadio di cellule grandi che colonizzano i vari tessuti, le loro
funzioni sono molte come, controllo delle infezioni virali, controllo della crescita tumorale,
immunoregolazione.
LINFOCITI
Sono cellule rotondeggianti, piuttosto piccole, con un citoplasma poco esteso ed il nucleo
che occupa buona parte del lume cellulare. Nel sangue circolante rappresentano il 20-45% di
tutti i globuli bianchi, si dividono in linfociti B (che maturano nel midollo osseo) e T (che
maturano nel timo) .
Linfociti B:
sono prodotti e maturano nel midollo osseo e sono attivati da antigeni solubili esprimono
sulla loro superficie dei recettori ai quali si legano gli antigeni di batteri o altre cellule
avviando la risposta umorale.
Linfociti T:
si formano nel midollo osseo ma maturano durante lo sviluppo embrionale, quindi si
spostano nei tessuti linfatici periferici. Il loro recettore riconosce esclusivamente frammenti
peptidici, legati a molecole specializzate chiamate molecole del “complesso maggiore di
istocompatibilità” (MHG). Queste cellule sono di notevole importanza per lo sviluppo della
risposta immunitaria e nel riconoscimento da parte dei linfociti T dell’antigene, infatti, i
linfociti T riconoscono solo gli antigeni estranei di natura proteica, ma solo se frammentati
ed associati alle molecole (MHG) presenti sulla superficie di altre cellule. Per questo il MHG
influenza la risposta immunitaria e la suscettibilità alle malattie.
Antigeni
Gli antigeni sono quelle sostanze che introdotte in un organismo, inducono la formazione di
anticorpi.
Una sostanza per essere definita un antigene deve avere tre caratteristiche:
Estraneità
Deve essere estranea all’organismo (non-self) o considerata come tale.
Antigenicità
Deve legarsi agli anticorpi specifici o ai recettori dei linfociti T
Immunogenicità
Deve essere in grado di indurre una risposta immunitaria umorale e/o cellulare.
Gli antigeni possono, inoltre, essere:
Completi
Possiede tutte e tre le caratteristiche, sono di solito delle macromolecole.
Incompleti
è estraneo, in quanto si lega ai recettori ma non porta una risposta immunitaria, sono di
solito sostanze a basso peso molecolare.
Si legano ad una molecola proteica (carrier) inducendo la produzione di anticorpi sia contro
di esso che contro il carrier a cui si è legato. Alcuni farmaci, ad esempio, non inducono la
formazione di anticorpi, ma si legano in maniera aspecifica alle proteine della membrana
del globulo rosso formando un complesso che induce la formazione di anticorpi, dannosi per
gli eritrociti.
Fattori che influenzano l’immunogenicità
Parecchi fattori tendono a rendere una molecola più o meno immunogena, molti dei quali
dipendono da fattori esterni.
Estraneità
L’immunogenicità dell’antigene è influenzata dal suo grado d’estraneità nei confronti
dell'ospite con cui viene in contatto. Alcune molecole self possono indurre una risposta
immunitaria qualora siano modificate da un’infezione virale o da un processo neoplastico.
Peso molecolare
Alcune molecole a basso peso molecolare (proteine) sono immunogeniche, altre ad alto peso
molecolare (lipidi), non sono immunogeniche.
Composizione e complessità chimica
Le proteine sono i più potenti immunogeni, in quanto hanno vari livelli di organizzazione
molecolare, infatti sono immunogeni quanto più glucidi sono presenti nella molecola.
Quindi, più che dal peso molecolare, possiamo dire che il grado di immunogenicità sia dato
dalla sua natura chimica.
Determinante antigene
È definito determinante antigene o epitopo quella parte dell’antigene che ha la proprietà
immunologica e antigenica.
Quindi un Ag può avere più di un determinante antigene e quindi indurre la formazione di
vari anticorpi.
Il numero dei determinanti antigene varia e costituisce la valenza antigenica.
Anticorpi
Gli anticorpi sono delle glicoproteine ed appartengono alla famiglia delle globulina.
Nel linguaggio corrente i termini anticorpi, gammaglobuline o immunoglobuline sono
diventati sinonimi.
Classificazione immunologica
Gli anticorpi si classificano in base alla loro origine:
Anticorpi naturali
Sono presenti, in apparenza, senza stimolo antigenico, ciò è errato in quanto lo stimolo
esiste però non si sa quando è avvenuto (sistema AB0).
Gli anticorpi naturali (IgM) sono detti anche freddi, perché reagiscono bene sia a 0°C che a
4°C che a temperatura ambiente.
Anticorpi immuni
Sono quelli che si formano in risposta ad uno stimolo noto da parte del corrispondente
antigene, come quello dovuto ad uno gravidanza.
Il processo di formazione di questi anticorpi è detto immunizzazione, se tale processo è dato
dall’introduzione di un’antigene proveniente dalla stessa specie, è detto alloimmunizzazione.
Immunizzazione
Diciamo subito che la capacità di un antigene di stimolare la risposta di anticorpi dipende da
due cose:
- dalla antigenicità intrinseca
(ad es. un B è un buon antigene in tutte le persone di gruppo 0 o A).
- dalle diversità individuali tra soggetti dello stesso gruppo sanguigno che ricevono la stessa
dose di antigene.
(ad es. alcune persone di gruppo A se stimolate da una iniezione di cellule B possono avere
un aumento dell’anti B pari a quattro volte quello normale, mentre altri rispondono alla
stessa dose con un aumento 100 volte superiore).
È noto che la capacità di rispondere ad uno stimolo antigenico è sotto il controllo genetico e
dal fatto che il soggetto abbia o non abbia ricevuto in precedenza l’introduzione dello stesso
antigene.
La prima dose dell’antigene è nota come dose primaria e la risposta è in genere lenta e
debole.
La seconda dose porta ad una risposta più forte, con una produzione elevata di anticorpi.
Gli anticorpi, una volta prodotti, rimangono in circolo per molto tempo, questo permette
meno rischi nell’eventualità che ci sia il bisogno di altre trasfusioni, in quanto gli anticorpi
vengono visti nel momento del confronto diretto, ciò ci permette di selezionare sangue
compatibile.
Struttura base
Le immunoglobuline presentano una struttura simmetrica costituita da due catene
polipeptidiche definite catene pesanti (H) e da due catene polipeptidiche definite catene
leggere (L) legate tra loro da ponti disolfuro e da legami non covalenti (la struttura di base
dell’anticorpo è definita monomero).
Nella parte terminale,ogni molecola anticorpale possiede due porzioni,detti siti anticorpali
ai quali si lega l’antigene, (ogni sito è composto da una catena H e una catena L).
Le immunoglobuline
Nell’uomo esistono cinque classi di immunoglobuline ognuna delle quali ha una struttura
diversa e con ruolo biologico ben definito.
IgM
è un anticorpo dotato di una grande avidità di legame nei confronti dell’antigene, ha infati
10 siti combinatori, ha inoltre una grande capacità di attivare il complemento, quindi questo
tipo di immunoglobuline sono più attive nei fenomeni d’agglutinazione e d’attivazione del
complemento.
Nel feto sono prodotte ha bassi dosaggi negli ultimi mesi di vita intrauterina.
Si dividono in:
Monomeriche, che sono presenti sulla membrana dei linfociti B.
Pentameriche che si trovano nel siero.
IgD
la presenza di queste immunoglobuline sulla membrana dei linfociti B non attivi, è molto
importante come recettore per l’antigene. Sono solo 1% di quelle circolanti, la loro
comparsa segna il passaggio dei linfociti B da immaturi a maturi.
IgG
queste immunoglobuline si dividono in sottoclassi da 1 a 4, costituisce la principale
componente delle immunoglobuline del siero. Hanno diverse funzioni biologiche quali:
- il passaggio attraverso la placenta:
alla nascita sono prevalentemente di origine materna,si abbassano quando comincia
l’attivazione anticorpale del bambino.
- l’attivazione del complemento
lo attivano per la via classica l’unica che non è in grado di farlo è la IgG4.
- la possibilità di fissarsi a recettori
grazie a questa proprietà si legano ad un gran numero di cellule, importante è il legame con
i granulociti neutrofili e i macrofagi che permette l’innesco dei fenomeni di fagocitosi e
distruzione.
IgA
rappresentano la seconda classe delle immunoglobuline circolanti e sono quelle
predominanti nelle secrezioni e a livello delle mucose del tratto bronchiale e digerente,
impedendo l’aderenza dei microrganismi all’epitelio della mucosa.
IgE
sono state scoperte studiando anticorpi nel siero di soggetti allergici, una volta prodotte si
legano ai recettori dei mastociti e dei basofili, in seguito al secondo contatto con l’antigene
si aggregano e danno inizio ad un processo, detto degranulazione, mediante i quali si
liberano i mediatori chimici, tra cui l’istamina.
Reazione Antigene-Anticorpo
La combinazione è specifica, dato che un antigene reagirà con un determinato anticorpo e
non con un altro, le reazioni osservabili sono:
La precipitazione
Quando un antigene è solubile, il contatto con il corrispondente anticorpo causa spesso la
precipitazione del complesso antigene-anticorpo.
L’agglutinazione
Se gli antigeni sono cellulari (cellule ematiche, batteri) il contatto con l’anticorpo porta ad
aggregazione o agglutinazione delle cellule che contengono l’antigene.
L’agglutinazione degli eritrociti avviene in due stadi:
- Primo stadio
Le agglutine sieriche si attaccano agli agglutinanti sulla superficie eritrocita,abbiamo così
un eritrocita sensibilizzato.
- Secondo stadio
Avviene l’agglutinazione degli eritrociti sensibilizzati.
Emolisi
L’anticorpo, a volte, può portare alla rottura delle cellule. Alcune emolisine, dono della
specificità del gruppo ematico, reagiscono con l’eritrocita venuto in contatto con l’antigene
e così avviene l’emolisi. Si ha cosi una liberazione degli eritrociti da emoglobina.
Introdotto l’antigene si ha una risposta immunitaria ed una serie di reazioni che sono:
- Risposta primaria
consiste nella formazione di anticorpi di tipo IgM dopo un po’ và a scemare e abiamo una
conversione verso le IgG
- Risposta secondaria
Viene dopo la primaria e c’è un’aggravamento
- Risposta anamnestica
L'organismo riconosce per la seconda volta l’antigene ed ha una risposta violenta.
Complemento
Il complemento è formato da oltre 20 proteine sieriche ed ha la funzione di distruggere i
batteri tramite lisi o fagocitosi.
Le molecole del complemento si trovano nel sangue o nei liquidi biologici in forma inattiva,
finchè non vengono attivati dalle presenza di microrganismi o da altri fattori, consiste in un
meccanismo a cascata simile a quello della coagulazione.
Le molecole sono classificate con una numerazione che va da C1 a C9, il meccanismo finale
della sua azione è la formazione di un complesso detto complesso di attacco della
membrana.
Viene attivato per due vie principali:
Via classica
viene formata dall’interazione tra antigeni e anticorpi (in precedenza legati) e il primo
componente (C1) del complemento,in un complesso a catena che dalla prima stimola la
seconda fino ad arrivare tra la 8 e la 9 che riescono a causare la lisi della membrana
dell’anticorpo,durante questo processo si stimolano altre proteine che potenziano la
risposta immunitaria,chiamando altre cellule di difesa.
Via alternativa
non è attivata da anticorpi ma da particolari sostanze che si trovano nel sangue che
interagiscono direttamente con il componente C3.
I fattori del complemento svolgono molteplici funzioni
Capacità di lisi
delle membrane cellulari,batteriche e dell’involucro lipoproteico di alcuni virus
La stimolazione della risposta infiammatoria
mediante la liberazione di sostanze ad azione anafilattica e chemiotattica che favoriscono il
richiamo locale di cellule fagocitanti.
La rimozione degli immunocomplessi
tramite il legame tra un frammento del complemento e i recettori presenti su alcune
cellule.
Citochine
Sono molecole glicoproteiche, mediatori chimici che consentono la trasmissione di una serie
di messaggi funzionali tra i vari tipi di cellule che interagiscono nella risposta immunitaria.
Si legano ai recettori presenti sulla membrana dando la trasmissione del segnale al
citoplasma e l'alterazione della cellula stessa.
Si dividono a seconda della loro funzione in interluchine che regolano la risposta innata ed
infiammatoria
Regolazione della risposta innata ed infiammatoria
Interluchina 1
Prodotta da molti tipi di cellule, ma in particolar modo da macrofagi.
Media le infiammazioni, l’immunità naturale e l’attivazione dei linfociti T e B.
In dosi elevate entrano in circolo e innalzano la temperatura stimolando la formazione di
proteine della fase acuta.
Interluchine che regolano la risposta acquisita
Interluchina 2
Secreta soprattutto dalle cellule Th1, promuove la proliferazione delle cellule T, oltre
all’attivazione e la clonazione di altre cellule, linfociti B e le cellule NK.
Interluchina 4
Prodotta dai linfociti Th2 e dai mastociti, incrementano la risposta immunitaria umorale.
Interluchina 5
Prodotta dai linfociti Th2, stimola la crescita e la differenziazione delle cellule B.
Interluchine che regolano l’emoiesi
Interluchina 3
Fattore di crescita emopoietico, stimola la ploriferazione e la differenziazione delle cellule
staminali pluripotenti.
Interluchina 7
prodotta dalle cellule staminali del midollo osseo e dal timo, stimola la sopravvivenza e la
ploriferazione dei precursori immaturi delle cellule B e T.
interferoni
Gli interferoni fanno parte del gruppo di proteine chiamate citochine prodotte da cellule
correlate alla difesa dell’organismo, leucociti fibroblasti e linfociti in condizioni di offesa
prevalentemente virale.
In tali situazioni le cellule rilasciano minute quantità di queste sostanze che attraverso
mediatori nucleari modulano la risposta immunitaria: inducendola, potenziandola e
reprimendola.
L’interferone viene prodotto dal nostro organismo anche in condizioni di normalità.
A svolgere questo importante ruolo sono le cellule dentritiche della milza, già note per essere
coinvolte nel sistema immunitario.
Gli interferoni sono stati sperimentati clinicamente alla fine degli anni 70 e hanno trovato la
loro naturale applicazione nelle malattie virali e neoplastiche.
Tre sono gli interferoni attualmente utilizzati e sperimentati clinicamente: l’alfa interferone, il
beta interferone ed in misura notevolmente inferiore il gamma interferone.
Vaccini
Il vaccino è una sospensione di microrganismi attenuati o uccisi (virus, batteri o rickettsie)
somministrati per la prevenzione, il miglioramento o il trattamento di malattie infettive.
I vaccini sono costituiti da elementi microbici che non hanno l’effetto patogeno dei germi da
cui sono ottenuti, ma ne mantengono la capacità antigenica il contatto non esiste in
malattia, ma nella produzione di ab specifici e cellule si attivano rapidamente e
neutralizzano il germe ad un ulteriore contatto.
tipi:
vaccini da microrganismi uccisi. (vibrio cholerae, vivrio del colera agente del colera
asiatico).
vaccini da microrganismi vivi attenuati (antipolio sabin).
vaccini da subunità purificate e inattivate (pneumococco).
vaccini da subunità dna ricombinate (anti – epatite b).
DEFINIZIONI
vaccino attenuato:
vaccino preparato da microrganismi o virus vivi, coltivato in condizioni avverse che
provocano la perdita del suo potere patogeno pur mantenendo la capacità di conferire una
immunità protettiva.
vaccino autogeno:
autovaccino, vaccino batterico preparato da culture di materiale microbico isolato dal
paziente stesso da trattare.
vaccino batterico:
preparato di batteri attenuati o uccisi, usato per aumentare l’immunità ai microrganismi
iniettati.
vaccino bcg:
preparato usato come agente immunizzante attivo contro la tubercolosi; consta di una
coltura di bacilli vivi, resi avirulenti, di un ceppo di mycobacterium bovis, di calmetteguèrin.
linfa vaccino:
il contenuto delle vesicole del vaiolo vaccino, nel quale è presente l’agente virale della
malattia; è usata per l’immunizzazione attiva contro il vaiolo umano.
vaccino polivalente:
preparato da più di un ceppo o specie di microrganismi.
vaccino t.a.b.:
vaccino preparato da bacilli uccisi del tifo, del paratifo a e del paratifo b. detto anche
vaccino anti-tifo e paratifo a e b.
vaccino vivo:
vaccino preparato da microrganismi o virus vivi che sono stati attenuati ma che conservano
le loro proprietà immunogene.
IMMUNOREAZIONI
IMMUNOREAZIONI DE TIPO 1
Reazioni anafilattiche o reaginiche ige
Meccanismi
Inizia con antigeni che reagiscono con anticorpi fissati ai mastociti e ai leucociti basofili
(reagine IgE), le reazioni sono mediate della liberazione di sostanze attiva. (vasodilatazione
aumento permeabilità vasale contrazione muscoli lisci).
Quadri anatomo clinici:
-anafilassi generale
-manifestazioni locali dell’anafilassi
-cute:orticaria, edema di punture intramuscolare,
-respiratorio: pollinosi, rinopatia vasomotoria, allergica,asma,
-digerente: allergia alimentare.
mastcellula
+ ige
+ allergene
= rilascio di amine vasoattive (istamina)
Mastcellule:
cellula del tessuto connettivo la cui specifica funzione fisiologica non è nota. elabora grani
che contengono istamina, eparina e, nel ratto e nel topo, serotonina.
IMMUNOREAZIONI DI TIPO 2
reazioni citolitiche o citotossiche igg e igm
Meccanismi
Sono causate dal legame degli anticorpi (IgM e IgG) con antigeni cellulari. Questi Ab attivano
il complemento causando la lisi delle cellule.
Quadri anatomo clinici:
-reazioni de trasfusione
-malattia emolitica del neonato, (immunizzazione materna de igg).
-anemie emolitiche, piastrinopenie, leucopeni.
-sindrome reattive da medicamenti.
-nefriti da anticorpi antimembrana basale.
IMMUNOREAZIONI DI TIPO 3
ag e ab formano immunocomplessi che vengono normalmente eliminati quando gli aggregati
sono di piccole dimensioni,si fissano sulla parete dei vasi,sulla membrana basale dei
glomeruli o sulla membrana sinoviale provocando danni.
Meccanismi
Questi aggregati Ab+Ag si depositano nei tessuti ed attivano il complemento. I frammenti
chemiotattici rilasciati dalla cascata del complemento richiamano i neutrofili,i quali
liberano gli enzimi contenuti nei loro granuli che danneggiano i tessuti.
Quadri anatomo clinici:
-sindrome reattive da medicamenti
-vasculiti allergiche
-glomerulonefriti
-malattie autoimmuni non organo specifiche
IMMUNOREAZIONI DI TIPO 4
Le cellule effettrici finali sono i macrofagi attivi,si manifestano in un individuo sensibilizzato
dopo 24-72 ore dalla seconda esposizione all’antigene sensibilizzante
Meccanismi
Inizia con l’incontro fra linfociti T e l’Ag, questo evento determina l’attivazione dei
macrofagi,che si accumulano nel luogo dell’infezione,in alcuni casi il macrofago non riesce
ad uccidere il batterio,i linfociti T sono continuamente stimolati,producono grandi quantità
di citochine,con conseguente sviluppo di una risposta infiammatoria intensa
Autoimmunità e Immunodeficienze
AUTOIMMUNITA’
L’autoimmunità è l’immunità verso se stessi, quando le cellule immunocompetenti
rispondono contro gli antigeni self, provocando uno stato patologico.
Malattie autoimmuni organo specifiche
Miastenia grave:
pregressa perdita della forza muscolare, dove il segnale per la contrazione è dato
dall’acetilcolina in questi pazienti sono presenti anticorpi diretti contro il recettore
acetilcolinico.
Tiroide di Hoscimoto:
presenza di linfociti T autoreattivi e di autoanticorpi contro la tieroglobulina che provocano
la distruzione del parenchima ghiandolare.
Anemia emolitica:
autoanticorpi che reagiscono con i globuli rossi provocando una diminuzione della loro vita
media.
Malattie autoimmuni sistemiche
Il lupus eritematoso:
autoanticorpi contro Dna o Rna, di proteine, globuli rossi, piastrine. Quelli contro i globuli
rossi e le piastrine attivano il complemento con conseguente lisi delle cellule, provocando
anemia emolitica e piastrinopenia.
Artrite reumatoide:
infiammazione deformante a livello delle articolazioni, autoanticorpi che si depositano sulle
cellule della sinovia causando l’attivazione del complemento.
IMMUNODEFICIENZE
Sono un ampio gruppo di patologie, caratterizzate da deficit della risposta immunitaria,
alterazioni o blocco della funzione di componenti del sistema immunitario. Possono essere:
Primarie
derivano da un difetto genetico, causado da alterazione della maturazione delle cellule
staminali linfocitarie
Secondarie
insorgono come conseguenza di altre patologie o dipendono da causa esterna
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