L’evoluzione della figura del Direttore Amministrativo e Finanziario BRUNO COLOMBO 1. Premessa Nella prospettiva delle nuove responsabilità che il Direttore Amministrativo e Finanziario dovrà affrontare quando entrerà in applicazione la legge sulla Tutela del Risparmio attualmente in discussione alla Camera, è importante valutare come si configura questa figura professionale per ricavarne delle indicazioni sulla possibile evoluzione alla quale essa sarà chiamata in vista delle sua partecipazione alle attività di Corporate Governance della società. Su questo tema sviluppiamo di seguito alcune considerazioni derivate dall’esperienza e dalle informazioni di cui dispone Spencer Stuart in relazione all’attività svolta nella ricerca e nella valutazione dei Direttori Amministrativi e Finanziari. 2. L’evoluzione della figura del CFO/DAF Come è avvenuto per molte altre figure professionali che compongono l’organigramma aziendale, anche il Direttore Amministrativo e Finanziario, o Chief Financial Officer nella terminologia anglosassone, è andato via via arricchendo la propria attività di nuove e complesse mansioni. Semplificando al massimo i vari passaggi, possiamo dire che fino agli anni 60 il Direttore Amministrativo si occupava quasi esclusivamente di contabilità e bilancio, a volte affiancandovi anche le funzioni di Capo del Personale. Nei due decenni 70 e 80 assume sempre maggiore rilevanza la funzione del controllo di gestione, logico sviluppo dei sistemi di contabilità industriale di cui via via tutte le aziende vanno dotandosi. Molto spesso il Controller è una figura autonoma rispetto al Direttore Amministrativo, anche se nel tempo si è verificata spesso la sua dipendenza dal CFO. Negli anni 80 va crescendo l’importanza delle cosiddette operazioni di “finanza straordinaria”, quali acquisizioni, fusioni, separazione delle attività, ristrutturazione del debito e del capitale, ecc. In tale contesto diventa determinante la figura del Direttore Finanziario, che anche in questo caso può risultare separata da quella del Direttore Amministrativo. Nell’ultimo decennio del secolo e a cavallo del nuovo millennio si verifica un po’ in tutti i Paesi una crescita del peso degli azionisti, soprattutto per l’azione degli investitori istituzionali. Nasce così la figura dell’Investor Relator, mentre per il Direttore Amministrativo e Finanziario acquista sempre maggiore importanza il rapporto con gli Auditor e con il Comitato di Controllo, che nel frattempo si costituisce nell’ambito del Consiglio di Amministrazione. Se guardiamo pertanto oggi alla figura del CFO/Direttore Ammistrativo e Finanziario vediamo che in molti casi egli coordina una serie di funzioni tra di loro molto diverse, con strutture organizzative complesse ed articolate e che hanno un ruolo determinante nella gestione delle aziende. Nelle aziende più grandi, quando il Direttore Amministrativo e Finanziario gestisce tutte le funzioni che abbiamo citato, la sua posizione ha un ruolo molto importante e parificabile a quello di un Direttore Generale. Va però ricordato che nella realtà esistono varie situazioni in cui le funzioni alle quali abbiamo accennato riportano separatamente al vertice aziendale. 3. I rapporti tra il CFO/DAF ed il CdA Come risulta dalle rilevazioni del nostro Board Index (*) negli Stati Uniti il Consiglio di Amministrazione è mediamente formato da 11 consiglieri, dei quali 2,8 sono executives. Tra questi è però raro trovare il CFO. Le disposizioni del Sarbanes Oxley Act del 2002 hanno introdotto l’obbligo di firma del bilancio da parte del CFO, che in conseguenza è stato chiamato ad un nuovo ruolo nei confronti del CdA ed in particolare dell’Audit Committee, che costituisce il suo interlocutore più diretto. In UK il CFO siede invece di norma nel Consiglio. Egli fa parte di quei 5,2 executives che in media costituiscono la metà dei 10,8 Consiglieri che compongono il Board. In questo caso non è prevista la firma del bilancio da parte del CFO e nemmeno l’ultimo Revised Combined Code del novembre 2003 ha sollevato questo tema, malgrado la decisione adattata negli Stati Uniti. In Italia, dove il CdA delle maggiori aziende è formato mediamente da 11,4 consiglieri, dei quali 2,6 sono esecutivi, il Direttore Amministrativo e Finanziario non fa normalmente parte del Consiglio. Con l’approvazione del progetto di legge sulla Tutela del Risparmio attualmente all’esame delle Camere, si andrà quindi a configurare una situazione simile a quella degli Stati Uniti. (*) Il Board Index è una pubblicazione che riporta i risultati dell’indagine sulle caratteristiche e modalità di funzionamento del Consiglio di Amministrazione delle aziende quotate che Spencer Stuart effettua ogni anno nei principali Paesi industrializzati. 4. Chi è il DAF Abbiamo estratto dalla nostra banca dati un campione di circa 300 aziende operanti in Italia che hanno un giro di affari superiore a € 250 milioni per verificare le caratteristiche del DAF. Ne è risultato il profilo medio di un manager di 45 anni di età, laureato in oltre il 90% dei casi, in possesso della lingua inglese in più del 90% dei casi. La sua carriera si è sviluppata sull’arco di 18 anni, distribuiti su tre aziende, con una permanenza media di sei anni in ognuna di esse. Come risulta dai grafici che seguono, prima di ricoprire l’attuale posizione di DAF egli ha ricoperto tre funzioni, di norma amministrazione, finanza e controllo, nel 45% dei casi, 2 funzioni nel 24% dei casi ed una sola funzione nel 31% dei casi. Se consideriamo gli ultimi dieci anni di carriera dei DAF da noi considerati, nel 50% dei casi essi hanno un’esperienza prevalente nell’attività di controllo, dove hanno trascorso sette anni. Nel 32% dei casi provengono dalla finanza, dove hanno passato otto anni e nel 18% dei casi l’esperienza prevalente è stata fatta nell’amministrazione, con una durata media di 8,5 anni. Sembrerebbe quindi che siano le funzioni meno tradizionali del controllo e della finanza siano quelle che danno una migliore possibilità di carriera. SVILUPPO DELLA CARRIERA DEL DAF negli ultimi 10 anni Prima di diventare DAF ha ricoperto: 3 FUNZIONI 45% 1 FUNZIONE 31% 2 FUNZIONI 24% L’ESPERIENZA PREVALENTE DEL DAF NEGLI ULTIMI 10 ANNI 12 10 Media anni nella stessa funzione 8 Carriera media 6 4 2 0 Controllo 50% 5. Finanza 32% Amministrazione 18% Che cosa si chiede al DAF Come abbiamo accennato in precedenza, in molti casi la figura professionale del DAF è molto ampia e comprende molte mansioni. Abbiamo voluto prendere in considerazione due situazioni nelle quali siamo stati coinvolti, che corrispondono a figure professionali complete, che corrispondono a manager che sono responsabilizzati su tutti gli aspetti che abbiamo considerato parlando dell’evoluzione dei compiti del DAF. Come abbiamo già detto, non in tutte le aziende si presenta questa situazione, per cui al momento dell’entrata in vigore della legge sulla Tutela del Risparmio in un certo numero di società può essere necessario rivedere la struttura organizzativa per ridefinire le responsabilità che fanno capo al dirigente al quale sarà richiesta la nuova responsabilità della firma del bilancio aziendale Anche se nello spirito del legislatore questa norma mira ad aggiungere un’ulteriore garanzia nei confronti degli stakeholder sulla validità delle cifre del bilancio, sembra infatti opportuno che il manager al quale viene richiesto tale impegno sia posto in grado di conoscere in dettaglio i piani aziendali ed il loro stato di avanzamento, nonché la definizione delle operazioni finanziarie, al fine di valutarne adeguatamente i rischi e le possibili implicazioni sui risultati aziendali. Situazione 1 Azienda Holding italiana di uno dei maggiori fornitori mondiali di soluzioni e servizi di Information e Communication Technology. Fatturato > € 2,6 miliardi e 22.000 dipendenti (2.200 in Italia). Presente in 30 paesi Missione Definire e presidiare le politiche economiche finanziarie in coerenza con la strategia e le esigenze di business e le linee guida di Corporate, garantendone altresì l’attuazione e fornendo al Management un adeguato e tempestivo reporting sull’andamento gestionale. Principali responsabilità • Garantire la contabilità generale per la predisposizione del bilancio societario • Assicurare l’ottimale gestione finanziaria dell’azienda • Garantire gli adempimenti in materia fiscale e tributaria • Garantire assistenza e consulenza in ambito AFC a tutte le Funzioni Aziendali • Garantire il supporto nelle valutazioni economico finanziarie nell’ambito dei progetti e delle commesse cliente • Garantire le corrette modalità e coperture dei rischi aziendali • Garantire che i processi di budget, forecast e chiusura mensile riflettano il contenuto delle scelte di business • Garantire la completezza, l’attendibilità, la puntualità dei dati e delle informazioni economiche, patrimoniali e finanziarie dell’Azienda • Garantire gli standard di qualità amministrativi, il rispetto delle policy e delle procedure stabilite dalla Corporate stessa • Garantire il rispetto della regolamentazione sancita dai decreti legislativi 231/2001 (responsabilità penale personalità giuridica) e 139/2003 (trattamento dei dati personali). Situazione 2 Azienda Azienda italiana leader a livello mondiale nel settore dei luxury goods. Quotata in Borse internazionali. Fatturato > € 2.5 miliardi e 10.000 dipendenti Missione Supportare il Top Management e l’azienda svolgendo anche un ruolo di “advisor” su temi di strategia ed organizzazione, oltre che finanziari Principali aree di responsabilità • Amministrazione e controllo • Contabilità e riporto finanziario internazionale • Budget • Tesoreria • Tasse • Legale • Sistemi Informativi • Investor Relations • Internal Audit