CARCINOMA DI DERIVAZIONE DELL’EPITELIO FOLLICOLARE DELLA TIROIDE IN ETÀ PEDIATRICA Epidemiologia. I tumori endocrini in età pediatrica rappresentano approssimativamente il 4-5% di tutte le neoplasie osservate. Il 40-45% di questi tumori originano dalle gonadi, il 30% dalla ghiandola tiroidea ed il 20% dall’ipofisi; i rimanenti casi originano dalle paratiroidi, dalla corteccia e dalla midollare del surrene. Il termine ‘carcinoma differenziato della tiroide’ (CDT) comprende, in virtù della revisione istologica e delle caratteristiche prognostiche comuni, i seguenti istotipi di derivazione dall’epitelio follicolare: il carcinoma papillare ben differenziato e sue varianti, il carcinoma follicolare capsulato (minimamente invasivo), ed i carcinomi poco differenziati. Il CDT non è comune in età pediatrica. Esso rappresenta l’1,4-3% di tutti i carcinomi diagnosticati nei bambini. Questa percentuale corrisponde a circa il 7% dei tumori della testa e del collo in età pediatrica. L’incidenza annua stimata è intorno allo 0,2-0,4 per milione di bambini. Il CDT in età pediatrica mostra una invasività elevata sia locale che a distanza, maggiore rispetto ai casi degli adulti. Al momento della diagnosi, infatti, presenta solitamente una elevata tendenza alla invasione extratiroidea nei tessuti molli del collo, una percentuale elevata di metastasi linfonodali cervicali e di metastasi a distanza (polmone e osso). La presenza di microfocolai neoplastici multipli sia nel lobo omolaterale che controlaterale rispetto alla massa neoplastica principale è quasi la regola. La percentuale di casi con invasione vascolare (circa 30%) è molto elevata. Anche le riprese evolutive di malattia sono più comuni nei bambini rispetto agli adulti. Nonostante tutto questo, la prognosi è eccellente e la mortalità estremamente bassa, nettamente inferiore rispetto a quella degli adulti a parità di diffusione di malattia. Il motivo di questo differente comportamento biologico rimane per ora sconosciuto, ma potrebbero essere coinvolti fattori genetico-molecolari. Va ricordato che il TSH stimola la crescita dei tumori tiroidei (i tumori benigni e maligni esprimono recettori per il TSH sulla membrana plasmatica) e che la soppressione del TSH con la somministrazione esogena di ormone tiroideo viene usata per prevenire la recidiva del carcinoma tiroideo, come pure per controllare le metastasi linfonodali e polmonari. La dose ottimale di levo-tiroxina è la “minima” in grado di sopprimere il TSH (< 0,3 mcU/ml) pari circa a 2-2,5 mcg/Kg/die. Questa dose è facilmente somministrabile nei bambini, di solito senza provocare ipertiroidismo. Aspetti istologici. Il 95% circa dei CDT è rappresentata da carcinomi papillari ben differenziati. Il restante 5% è formato da carcinomi follicolari capsulati (minimamente invasivi) e carcinomi poco differenziati. Praticamente inesistente in questa età è il carcinoma follicolare invasivo ed il carcinoma indifferenziato. Esiste poi il gruppo di carcinomi a cellule ossifile, sia papillari che follicolari, che comprendono forme sia ben differenziate che poco differenziate. Il grado di differenziazione dei CDT stabilito sulla base dell’aspetto morfologico correla in genere con il grado di attività metabolica. Una peculiarità del CDT in età pediatrica rispetto all’adulto è che l’overall survival- attorno al 100%- non sembra influenzato dalla presenza delle diverse varianti, neanche di quelle poco differerenziate. La presenza delle diverse varianti invece influenza il tipo di presentazione ed il comportamento biologico della neoplasia. Terapia chirurgica. Riguardo all’estensione ottimale della resezione chirurgica del CDT nei bambini esistono ancora pareri molto discordi. Non ci sono studi in età pediatrica in cui venga confrontata, in modo prospettico e randomizzato, l’estensione della chirurgia ed il tipo di terapia post-operatoria perché la necessità di un lungo follow-up e la rarità della patologia li rendono infattibili. Gli studi sul trattamento chirurgico del CDT nei bambini, anche se sono numerosi, riportano casistiche limitate di singole istituzioni. Per questo motivo i protocolli terapeutici nei bambini derivano spesso da una estrapolazione da quelli degli adulti. Nei bambini affetti da CDT, l’eccellente prognosi e la lunga aspettativa di vita, impongono come requisito fondamentale un trattamento chirurgico con bassa morbilità. La strategia chirurgica che sostiene, come nell’adulto, la necessità della tiroidectomia totale è giustificata dalla possibile multifocalità della neoplasia, e dalla possibilità di praticare una radioterapia metabolica successiva per eliminare le frequenti metastasi linfonodali. La strategia a favore di interventi limitati (emitiroidectomia) quando possibili, è basata sulla riduzione del rischio di complicazioni operatorie e sulla dimostrazione di sopravvivenze sovrapponibili a quelle dopo tiroidectomia completa. POSSIBILI INDICAZIONI ALLA EMITIROIDECTOMIA (Lobectomia totale +/- istmectomia): Lesione microscopicamente confinata ad un lobo, clinicamente ed ecograficamente rilevabile Assenza di linfonodi cervicali metastatici Assenza di metastasi a distanza Referto dell’esame citologico di “formazione follicolare”. POSSIBILI INDICAZIONI ALLA TIROIDECTOMIA TOTALE: Malattia localizzata in entrambi i lobi tiroidei Localizzazioni linfonodali bilaterali Metastasi a distanza INDICAZIONI ALLA LINFOADENECTOMIA CERVICALE: presenza clinico/ecografia di linfonodi metastatici SECONDO ALCUNI, POSSIBILI INDICAZIONI ALLA RADICALIZZAZIONE DOPO EMITIROIDECTOMIA ED ESAME ISTOLOGICO sono : 1 invasione della capsula tiroidea angioinvasività ematica e linfatica multifocalità Trattamento post-operatorio. Per tutti i pazienti il trattamento successivo prevede la prescrizione di levo-tiroxina a dosi TSH-soppressive. La terapia soppressiva previene le recidive di malattia ed è in grado di controllare le metastasi linfonodali e polmonari. Nell’opzione radicale, oltre alla tiroidectomia totale è prevista anche la valutazione del residuo tiroideo metabolicamente attivo e la sua siderazione con terapia radio-metabolica. Il follow-up prevede la valutazione del collo e/o del parenchima residuo con ecografia, la radiografia del torace, la valutazione degli ormoni tiroidei ed eventualmente la scintigrafia tiroidea nel caso che la scelta terapeutica abbia previsto l’ablazione del parenchima residuo. ----------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------- ------------------Il PROGETTO T.R.E.P. (Tumori Rari in Età Pediatrica) In Italia esiste un gruppo di esperti che dal 2000 si dedica allo studio dei tumori rari dei bambini e giovani adolescenti registrando le caratteristiche dei pazienti affetti, elaborando raccomandazioni per il trattamento e avviando studi specifici per i diversi tumori. A questo progetto aderiscono i centri di oncologia pediatrica aderenti all’AIEOP (Associazione Italiana di Emato-Oncologia Pediatrica) e i reparti di chirurgia pediatrica aderenti alla SICP (Società Italiana di Chirurgia Pediatrica). I pazienti affetti da Carcinoma differenziato della tiroide rientrano in questo progetto. Per informazioni: tel 049/8218045 email: [email protected] VERSIONE 1.0 FEBBRAIO 2007 A CURA DI: A. INSERRA, M. MASSIMINO, C. SPINELLI DATA ULTIMO AGGIORNAMENTO: FEBBRAIO 2007 2