Cenni di Anatomia
Umana
Dott. Mario Succu
Indice
-Apparato Locomotore.
-Grandi Articolazioni.
-Sistema Circolatorio.
-Sistema Nervoso e innervazione muscolare.
-Sistema Linfatico.
Le ossa del corpo umano
Sono circa 206 in un essere
umano adulto e possono essere
distinte in ossa lunghe, corte o
piatte.
Le ossa possono anche
essere impari o pari.
Sono costituite da tessuto
connettivo duro e spugnoso, e
minerali. Al loro interno, vi è il
midollo. Il midollo delle ossa
lunghe contiene le cellule
staminali, che generano i globuli
rossi e i globuli bianchi.
Le funzioni delle Ossa
Protettiva
:
Motoria:
alcune ossa proteggono organi
interni come per
esempio cervello, cuore,
polmoni, midollo spinale.
grazie ai punti di inserzione dei
tendini muscolari e alle
articolazioni, permettono il
movimento dell'organismo nello
spazio tridimensionale.
Sensoriale:
Sostenitiva:
Trasmettono il suono agli organi interni
dell'orecchio.
Le ossa possono essere paragonate a travi
che formano l'impalcatura del corpo,
fornendo sostegno e inserzione a tutti i
tessuti molli. Le ossa degli arti inferiori
fungono da pilastri per il tronco nella
stazione eretta, la gabbia toracica dà
sostegno alla parete del torace.
ALTRE FUNZIONI:
•-Riserva di minerali, soprattutto sali di calcio e di fosforo.
•-Riserva di grassi: il midollo giallo contiene molti acidi grassi che
all'occorrenza vengono prelevati dal sangue.
Le ossa nel dettaglio
Il cranio è la
struttura scheletrica, cartilagine
a e/o ossea, presente
nella testa dei Vertebrati.
Assieme alla colonna
vertebrale e alle coste forma
lo scheletro assile, che viene
distinto da quello
appendicolare.
È senza dubbio la struttura
ossea più complessa del corpo
umano, essendo formato da
25-28 ossa sia pari che impari,
spesso con forma altamente
irregolare e connesse fra loro
con una certa variabilità.
Le ossa nel dettaglio
Ha la funzione di
proteggere il cervello,
il cervelletto ed il tronco
encefalico, che sono
contenuti al suo interno,
ma alloggia anche molti
organi sensoriali, quali
occhi e orecchi, il primo
tratto del sistema
digerente e di
quello respiratorio.
La colonna Vertebrale
La colonna Vertebrale
La colonna vertebrale è composta da 33 o 34 segmenti ossei, le vertebre, i
quali, facendo eccezione per il sacro e il coccige, (che risultano fusi tra loro e
fortemente modificati), hanno caratteristiche generali di conformazione, che
consentono di associarle ad un determinato tratto della colonna.
Le vertebre sono ossa brevi formate da un corpo, da un arco, e da due
peduncoli, che insieme, delimitano un foro vertebrale. Tra arco e peduncoli si
trova un processo osseo detto processo trasverso, uno per lato, mentre
indietro, nell’angolo formato dalle due lamine che formano l’arco si trova il
processo spinoso.
La colonna Vertebrale
Le prime due vertebre della
cervicali oltre che una forma
particolare, hanno anche un
compito particolare, che è
quello di sostenere il cranio e
fare si che si possa muovere in
tutto il suo arco di movimento.
L’atlante, o C1 fa da base al
cranio, mentre l’epistrofeo, o
C2, si articola con esso e con
C1 per formare un’articolazione
molto mobile.
La colonna Vertebrale
Il tratto cervicale è formato
da sette vertebre, che
formano nella loro parte
dorsale la prima curva della
colonna, o anche lordosi
cervicale ( C1-C7).
Escluse le vertebre del
coccige, in quanto sono le più
piccole, presentano i corpi
vertebrali meno estesi ed i
processi spinosi molto
prominenti, dei quali quello di
C7 è il più grande e
sporgente.
A collo inclinato in avanti è
facilmente palpabile sotto
cute e facilmente
riconoscibile.
La colonna Vertebrale
Il tratto successivo della colonna è
formato da 12 vertebre Toraciche, T1T12, che presentano un corpo più
voluminoso rispetto a quelle del tratto
cervicale. Costituiscono la seconda curva
del rachide detta anche cifosi dorsale.
Sui due lati dei corpi vertebrali
presentano delle faccette articolari,
come anche i processi trasversi, che
sono deputati ad accogliere
rispettivamente, la testa della costa e la
faccetta articolare per il processo
trasverso della stessa.
La Colonna vertebrale
•Le coste che nel loro insieme formano la gabbia toracica, oltre che
con le vertebre posteriormente, si articolano con lo sterno
anteriormente tramite le cartilagini costali. Dieci sono coste vere,
mentre due sono fluttuanti.
•I movimenti consentiti a queste
articolazioni sono dal basso in
alto e viceversa, a formare
l’impalcatura a mantice che
serve alla respirazione
polmonare. Questa struttura è
disposte in modo tale da dare
protezione e inserzione ad
organi delicati come cuore e
polmoni, oltre che ai muscoli
inspiratori ed espiratori.
La colonna Vertebrale
Il tratto lombare è costituito da
cinque vertebre, L1- L5, che
presentano dei corpi ancora più
voluminosi delle vertebre del tratto
toracico, e dei processi spinosi
molto più robusti.
Questo tratto costituisce la lordosi
lombare ed è il fulcro dei movimenti
di flesso estensione del rachide.
L3 è la vertebra che subisce il
carico maggiore come anche il
disco vertebrale che sta tra L2 e L3.
Questo fa si che sia anche uno dei
principali siti di dolorabilità nelle
lombalgie e nel mal di schiena in
generale.
La colonna Vertebrale
Il disco intervertebrale, posto tra i corpi
vertebrali delle varie vertebre è costituito
da un anello fibroso e da un nucleo
polposo al centro.
La funzione del nucleo polposo è quella
di ridistribuire le forze di compressione
nei vari segmenti del rachide,
permettendo alle vertebre significativi
micro-movimenti in ogni direzione, che
sommandosi si traducono in quei
movimenti di grande ampiezza che
caratterizzano la nostra colonna
vertebrale.
Il terzo disco lombare, sembra subire un carico pari a 30 kg quando il
corpo umano è in posizione supina, 70 kg quando è in posizione
seduta, 210 kg quando l'organismo solleva 10 kg con schiena flessa e
gambe tese. ( studio di Nachemson ).
La colonna Vertebrale
Il Sacro è costituito da 5
vertebre saldate insieme,
S1-S5, mentre il coccige o
cauda del rachide è quel
che rimane di un abbozzo
di coda primordiale,
costituito dall’unione di tre o
quattro piccole ossa.
Insieme formano la parte
più bassa del rachide ed
anche la parete posteriore
del bacino.
Il sacro per altro si articola non solo superiormente con L5, ma anche
lateralmente tramite le sue superfici auricolari, anche con le due faccette
articolari mediali delle due ossa iliache.
Il Cingolo Scapolare
L’articolazione della spalla è
un’articolazione complessa che
conta 6 capi articolari e 4 ossa.
Messe in relazione fra loro, tramite
il complesso muscolo-tendineo e
capsulo-legamentoso danno vita
ad una articolazione molto mobile.
Fulcro del movimento è
l’articolazione sterno clavicolare,
tra manubrio d. sterno e clavicola,
medialmente, quest’ultima si
articola, lateralmente anche con
l’acromion della scapola,
diventando così asse di rotazione
per i movimenti della scapola sul
torace, nella parte posteriore.
Il Cingolo Scapolare
L’omero tramite la sua testa,
rivolta, verso l’alto, medialmente e
con forma sferoidale si articola
nella sua porzione prossimale con
la fossa glenoidea della scapola,
che grazie al cercine fibroso che la
circonda crea una superficie
articolare sferica e quindi la
capsula articolare della spalla.
Questa struttura è rinforzata e
tenuta insieme da muscoli, tendini
e legamenti, che non solo la
rinforzano ma riescono a muoverla
sui tre piani dello spazio.
Il Cingolo Scapolare
La capsula articolare è formata
anteriormente da tre legamenti glenoomerali, dal basso in alto, inferiore medio e
superiore, mentre più superficialmente è
rinforzata dal tendine del m.
sottoscapolare.
Indietro invece, dal basso in alto, sono i
tendini dei muscoli piccolo rotondo,
sottospinato e sopraspinato che
inserendosi, su tre apposite inserzioni sulla
parte laterale, posteriore e prossimale
dell’omero, a tenere in sede la testa del
suddetto osso, e a rinforzare l’articolazione
partendo dalla parte posteriore della
scapola.
Il Cingolo Scapolare
Il Cingolo Scapolare
La parte mediale della
scapola è a sua volta
legata ai processi spinosi
delle vertebre da C7 a T6/7
dai m. piccolo e grande
romboide, che possono
medializzare la stessa, con
l’aiuto dell’elevatore della
scapola,che dal margine
mediale superiore della
stessa si inserisce sotto il
legamento nucale del
cranio.
Il Cingolo Scapolare
Più superficialmente
nella parte posteriore
troviamo una grossa
massa muscolare
costituita dal Trapezio, che
ha origine dal legamento
nucale, a tutti i processi
spinosi delle vertebre da
C1 a T12.
Le fibre muscolari di tale
m. trovano inserzione sulla
parte superiore di tutta la
spina della scapola, la
parte superiore
dell’acromion e infine sulla
metà laterale e superiore
della calvicola.
Il Cingolo Scapolare
Il m. Deltoide invece è quello che da
il tipico profilo rotondeggiante alla
spalla.
Ha origine, dall’avanti, verso dietro
nella parte inferiore della clavicola,
dell’acromion e della spina della
scapola ed è diviso idealmente in tre
fasci, rispettivamente anteriori, laterali
e posteriori.
Questi fasci si portano lateralmente
sul corpo dell’omero per inserirsi nella
tuberosità deltoidea.
Il m. deltoide abduce il braccio dopo
che il sopraspinato ha alzato
lateralmente il braccio per i primi 15 .
Il Cingolo Scapolare
La parte anteriore della
capsula articolare della
spalla oltre che dai
legamenti è rinforzata dal
tendine del m.
sottoscapolare, che
originando nella parte
anteriore della scapola, nel
suo margine mediale, si
porta sul tubercolo minore
dell’omero.
Questo muscolo può
intraruotare la testa
dell’omero.
Il Cingolo Scapolare
Nella parte anteriore del torace
infine troviamo grande e piccolo
pettorale che aiutano i muscoli
della cuffia a tenere in sede la
testa omerale e coadiuvano o
sono direttamente interessati nei
movimenti di adduzione e
rotazione del braccio.
Il piccolo pettorale è un muscolo
profondo, origina dai corpi delle
prime 5 coste e i sui fasci si
portano verso l’alto trovando
inserzione al processo coracoideo
della scapola, e quindi agiscono
sulla scapola trazionandola nella
sua parte alta e anteriore.
Il Cingolo Scapolare
Il m. grande pettorale ha
origine su tutto il margine
mediale dello sterno e del
margine inferiore e mediale
della clavicola, nonché dai
corpi della 3 , 4 e 5 costa.
I fasci si portano
lateralmente, spiralizzandosi e
andando a formare un grosso
tendine che si inserisce sul
corpo dell’omero nella
porzione anteriore della
tuberosità deltoidea.
Il m. g. Pettorale adduce e
ruota medialmente il braccio.
Il Cingolo Scapolare
Il m. sterno-cleido-mastoideo è un
altro grosso muscolo superficiale situato
nella regione laterale del collo.
Ha origine sul processo mastoideo del
cranio, è formato da due fasci muscolari
che si portano in basso, uno verso la
parte prossimale e laterale del manubrio
dello sterno, mentre quello più
profondo, verso la parte mediale e
superiore della clavicola.
Questo m. ha relativamente a che fare con il cingolo scapolare, in quanto
inclina e ruota il capo dal proprio lato, se si contrae da un solo lato, mentre
stabilizza il collo e la testa se si contrae simultaneamente sui due lati,
creando così un punto fisso di ancoraggio.
Il Cingolo Scapolare
I muscoli della parte anteriore del
braccio sono:
Il m. bicipite brachiale, che
origina dalla tuberosità
sopraglenoidea della scapola per la
parte del capo lungo, mentre il capo
breve origina dal processo
coracoideo della scapola;
Il m. coracobrachiale origina
dall’apofisi coracoidea della
scapolae si porta alla parte media
dell’omero;
Il m. brachiale è ricoperto dal
bicipite e origina sotto l’inserzione
del deltoide e si porta al processo
coronoideo dell’ulna.
Il Cingolo Scapolare
La loggia posteriore del braccio
comprende due muscoli che
sono:
 Il m. tricipite brachiale che
origina con il suo capo lungo
dal margine inferiore della
cavità glenoidea della scapola,
con i suoi capi laterale e
mediale origina dalla faccia
posteriore dell’omero. I tre capi
si raccolgono in tendine che va
a fissarsi sull’olecrano dell’ulna
( al gomito nella sua parte
posteriore)
Il m. anconeo che è piccolo e
triangolare, parzialmente fuso
con la parte inferiore del
tricipite.
Gomito e avambraccio
L’articolazione del gomito è
formata da tre capi articolari.
L’omero nella sua porzione
distale, con la troclea medialmente
e il condilo lateralmente.
L’ulna nella sua porzione
prossimale, tramite la sua incisura
trocleare.
Il radio nella sua porzione
prossimale con il capitello del
radio.
Gomito e avambraccio
La capsula articolare si estende
anteriormente e posteriormente
appena sopra i due epicondili
mediale e laterale nella porzione
prossimale.
È rinforzata da vari legamenti
che le danno un certo grado di
stabilità
Distalmente, nella parte
anteriore, arriva all’altezza della
tuberosità ulnare e posteriormente
appena più in basso dell’olecrano
e del collo del radio.
I movimenti consentiti a questa
articolazione sono:
a) Flesso estensione;
b) Prono supinazione
dell’avambraccio.
Gomito e avambraccio
Muscoli intrinseci del Torace
Muscoli intercostali:I m. itercostali
si inseriscono negli spazi intercostali,
tra il margini superiori e inferiori delle
coste e si distinguono in interni ed
esterni.
Muscoli sottocostali: piccole
lamine tese da una costa all’altra
vicino alla colonna. Abbassano le
coste.
Muscolo trasverso del torace o
triangolare dello sterno: collega lo
sterno alle cartilagini costali.
Muscoli elevatori delle coste: sono dodici per lato. Dai processi
trasversi delle vertebre toraciche si portano alla faccia esterna della costa
sottostante nei pressi dell’angolo costale
Muscolo diaframma
Il m. diaframma è una lamina
muscolare inserita alla base del
torace: divide infatti la cavità
toracica dalla cavità addominale.
Ha forma di cupola convessa
superiormente, più alta nella
metà destra. È carnoso nella sua
porzione periferica mentre la
parte centrale, tendinea, è detta
centro frenico ed ha forma di
trifoglio con una fogliola anteriore
e due posteriori, destra e
sinistra. Al limite tra la porzione
anteriore e quella destra si trova
l’orificio della vena cava inferiore.
La parte carnosa può essere
distinta in porzione lombare,
costale, sternale.
Muscolo diaframma
Porzione lombare:
a) Pilastro mediale: che a destra è
più voluminoso va a inserirsi sul
corpo di L3-L4 mentre a sinistra
non scende sotto L2-L3. questa
parte è inoltre attraversata
dall’aorta, dal dotto toracico,
dall’esofago e dai nervi vaghi.
b) Pilastro intermedio : va a inserirsi
sul corpo di L3
c) Pilastro laterale : I fasci muscolari terminano con due arcate tendinee che
vanno a fissarsi sulle fasce rispettivamente del muscolo psoas e del
muscolo quadrato dei lombi.
Muscolo diaframma
Porzione costale: i fasci
muscolari vanno a inserirsi
sulle facce mediali delle
ultime sei coste,
intrecciandosi con quelli del
muscolo trasverso
dell’addome.
Porzione sternale: i fasci
sono diretti alla faccia
posteriore del processo
xifoideo dello sterno.
Ossa del bacino
Il bacino è formato
dall’unione di tre ossa
piatte, che sono le due
ossa dell’anca e il sacro.
Si articolano
posteriormente tramite le
superfici articolari del
sacro e delle ossa iliache.
Anteriormente il bacino
si chiude con la sinfisi
pubica che unisce le due
ossa pubiche.
Ossa del bacino
L’osso dell’anca è
costituito da tre ossa che
si sono fuse insieme,
hanno una parete interna
e una parete esterna.
La parte superiore è
costituita dall’ileo, che
arriva fino all’altezza
dell’acetabolo ( cavità
sferoidale deputata ad
accogliere la testa del
femore) dove si unisce
con le altre due ossa, il
pube anteriormente e
l’ischio nella parte
posteriore.
Muscoli della parete addominale
I muscoli della parete
addominale sono:
Muscolo retto dell’addome;
Muscolo obliquo esterno;
Muscolo obliquo interno;
Muscolo trasverso.
Muscoli della parete addominale
Il muscolo retto
dell’addome che origina
anteriormente dalle coste e
dall’apofisi xifoidea dello
sterno si dirige in basso
verso il pube e la sinfisi
pubica.
Medialmente i due
muscoli sono separati dalla
linea alba dell’addome che
è data dall’unione di una
banda aponeurotica
Muscoli della parete addominale
L’obliquo esterno forma lo
strato superficiale laterale
dell’addome, originano
posteriormente con digitazioni
carnose dalle ultime sette o
otto coste, intrecciandosi con
le fibre del dentato anteriore,
e si inseriscono sulla cresta
iliaca del bacino
L’obliquo interno forma lo
strato intermedio ed origina
dalle coste e dalla aponeurosi
lombo sacrale, per andare ad
inserirsi, in basso sulla metà
laterale del legamento
inguinale e sul pube, in alto
sulla linea alba
Muscoli della parete addominale
Il m. trasverso
dell’addome forma il
piano più profondo e
origina dalle vertebre
lombari, dalla faccia
interna delle ultime coste
intersecandosi con il
diaframma e dalla cresta
iliaca. Le sue fibre hanno
andamento orizzontale e
si continuano con
un’ampia aponeurosi che
contribuisce a formare la
guaina dei muscoli retti e
la linea alba.
Muscoli del dorso
Il m. dentato anteriore è un
m. profondo che è costituito
da nove digitazioni carnose.
Origina nella parte anteriore
del margine mediale della
scapola e quindi circonda,
riveste e fissa sulle prime
nove coste.
Le sue azioni sono di
sollevamento delle coste, se
fa punto fisso sul torace
exstraruota la spalla alzando
il braccio sopra la testa e
coadiuvando il m. trapezio.
Muscoli del dorso
I m. del dorso più profondi sono:
Piccolo e grande Romboide (
margine mediale della scapola e C1T6);
M . Elevatore della scapola;
M. grande rotondo, angolo inferiore
della scapola cresta del tubercolo
minore;
M. dentato postero inferiore;
M. Quadrato dei lombi, cresta iliaca,
processi trasversi e corpi delle ultime tre
vertebre toraciche;
Muscoli del dorso
Il m. gran dorsale ha
forma di quadrilatero e
copre una superficie molto
estesa della schiena.
È carnoso nella sua
parte alta mentre in basso
si continua con una vasta
aponeurosi detta
aponeurosi lombo-sacrale.
Origina dai processi
spinosi delle ultime sei
vertebre toraciche, (sotto il
m. trapezio), e di tutte le
lombari, dalla cresta
sacrale media e dalla
cresta iliaca.
Muscoli del dorso
Dall’origine tutte le fibre
del m. gran dorsale si
portano obliquamente in
alto per convergere in un
tendine che si fissa sulla
cresta mediale della doccia
bicipitale dell’omero.
 L’azione di questo m. se il
punto fisso è sul tronco è
quella di addurre l’arto
superiore come nell’atto di
incrociare le braccia dietro
la schiena, se il punto fisso
è l’arto superiore è un
muscolo arrampicatore, e
isserà il tronco verso le
braccia alte.
Inserzioni dei m. posteriori della coscia
Inserzioni dei m. anteriori della coscia
Articolazione coxo-femorale
L’articolazione dell’anca ha tre gradi di
libertà ed è il più tipico esempio di
enartrosi: è la più stabile e robusta delle
articolazioni del corpo umano, ed è
anche quella con l’incastro più solido
per la perfetta complementarietà dei
capi articolari.
Anteriormente troviamo L’ileofemorale, il pubo-femorale che
insieme disegnano una sorta di Z.
Posteriormente troviamo l’ischiofemorale.
Articolazione coxo-femorale
La cavità acetabolare
dell’anca è liscia e rivestita di
cartilagine articolare solo alla
periferia ( superficie lunata),
mentre il fondo è coperto da
connettivo fibro-adiposo
dove si inserisce il
legamento intra-articolare
detto rotondo. I legamenti
di questa articolazione vanno
considerati ispessimenti
localizzati della capsula
articolare.
Muscoli dell’anca
I m. grande, medio e piccolo gluteo
originano sulla parte posteriore del bacino,
per inserirsi sul femore.
Rispettivamente il m. grande gluteo
origina dalla faccia posteriore del sacro e
del coccige, dalla porzione di fossa iliaca
esterna e dalla linea glutea superiore, per
poi andare a fissarsi con un largo tendine
alla linea aspra del femore.
Il m. medio gluteo molto potente è
posto sotto e davanti il precedente e
origina nella linea glutea anteriore per poi
inserirsi sul grande trocantere del femore.
Il m. piccolo gluteo origina dalla linea
glutea inferiore ed è posto in profondità
rispetto al medio g. , si inserisce al grande
trocantere del femore come il medio
gluteo.
Muscoli dell’anca
Il m. piriforme o piramidale che dal
sacro, attraverso il grande foro
ischiatico si porta al grande trocantere
del femore.
Il m. otturatore interno origina sul
contorno del foro otturato all’interno
della pelvi e uscendo dal piccolo foro
ischiatico, accompagnato dai due
gemelli, raggiunge il grande trocantere.
I m. gemelli originano dalla spina
ischiatica post. per quanto riguarda il
superiore, mentre l’inferiore dalla
tuberosità ischiatica e infine
accompagnano il tendine dell’otturatore
interno fino al grande trocantere.
Il m. quadrato del femore dalla
faccia interna della tuberosità ischiatica
va a inserirsi sul grande trocantere.
Muscoli della coscia
Nella parte posteriore della coscia
abbiamo tre muscoli che hanno come
azione quella di flettere la gamba sulla
coscia e originano tutti e tre dalla
tuberosità ischiatica dell’osso dell’anca.
I tre muscoli in questione sono:
 Il m. bicipite femorale, che con il capo
lungo origina dalla tuberosità i., il capo
breve invece origina dalla linea aspra del
femore. I due capi poi convergono in
tendine comune che si inserisce sulla
testa della fibula e sul condilo laterale
tibiale.
Muscoli della coscia
M. semitendinoso che origina dalla
tuberosità i. con un lungo tendine si
porta sul condilo mediale della tibia
partecipando alla formazione della
zampa d’oca ( una formazione di
tessuto connettivo denso e tendine)
nella zona mediale del ginocchio.
M. semimebranoso chiamato così
perché nella sua parte prossimale è in
parte aponeurotico. È più profondo
rispetto al semitendinoso e dalla
tuberosità i. si porta al condilo mediale
della tibia partecipando con le sue
espansioni tendinee alla formazione dei
rinforzi posteriori della capsula
articolare del ginocchio.
Muscoli della coscia
Il m. tensore della fascia
lata, origina dalla cresta iliaca
e dalla spina iliaca antero
superiore, si fonde con la
bendarella ileo-tibiale
Ha la funzione di bloccare il
bacino in collaborazione con i
m. glutei durante la stazione
eretta, inoltre va a rinforzare
lateralmente l’articolazione del
ginocchio.
Muscoli della coscia
Nella parte anteriore della
coscia in ordine di profondità
per primo troviamo il m.
sartorio di aspetto nastriforme
è il più lungo del corpo. Origina
dalla spina iliaca ant.sup. e
scende sulla faccia anteriore
della coscia avvolgendosi a
spirale, per poi inserirsi sul
condilo mediale della tibia
dove costituisce un complesso
aponeurotico con i tendini del
semitendinoso e
semimembranoso formando la
zampa d’oca.
La sua azione è quella di
flettere la gamba e la coscia
sull’anca, abducendo e
extraruotando la coscia.
Muscoli della coscia
Il m. quadricipite femorale è
uno dei più potenti muscoli
antigravitari. È molto voluminoso e
occupa da solo quasi tutta la loggia
antero-laterale della coscia.
È formato da 4 capi che sono:
1) Retto anteriore che origina
dalla spina antero-inferiore;
2) Vasto mediale che origina dal
labbro mediale della linea aspra;
3) Vasto laterale che origina dal
labbro laterale della linea aspra;
4) Vasto intermedio che origina
dalla faccia anteriore e laterale
del femore.
Muscoli della coscia
I quattro capi mantengono la loro
individualità fin sopra il ginocchio
dove si uniscono in un solo tendine
che dopo aver inglobato nel suo
spessore la rotula, va a fissarsi alla
tuberosità anteriore della tibia.
L’azione del m. quadricipite è
quella di estendere la gamba sulla
coscia, si oppone anche alla forza
di gravità ( che costringe a
“piegare le ginocchia” ) e data la
sua inserzione sull’osso iliaco flette
anche la coscia sul bacino.
Muscoli della coscia
I muscoli della loggia mediale della
coscia anche detti volgarmente
adduttori in ordine di profondità, sono
dall’avanti all’indietro:
 Il m. gracile che è lungo e sottile e
origina dalla branca ischio-pubica,
scende fino al condilo mediale dove il
suo tendine si unisce alla zampa
d’oca.
 Il m. adduttore lungo che origina
dal ramo superiore del pube
medialmente al m. pettineo, va ad
inserirsi sulla linea aspra del femore
sotto il muscolo pettineo.
 Il m. pettineo che originando dal
ramo superiore del pube termina sulla
linea pettinea del femore.
Muscoli della coscia
Il m. adduttore breve è
posto sotto il m. adduttore
lungo.
Il m. add. Grande è il più
profondo. Origina dalla
tuberosità ischiatica e dalla
branca ischio-pubica.
L’inserzione sul femore è
molto estesa e va dal
labbro supero-mediale
della linea aspra fino al
tubercolo detto del terzo
adduttore, posto sopra
l’epicondilo mediale del
femore.
L’azione di questi muscoli
è quella di addurre la
coscia.
Articolazione del ginocchio
L’articolazione del ginocchio è formata
da due capi articolari che sono:
1. la parte distale del femore con i
suoi due condili, mediale e laterale.
2.
La parte prossimale della tibia
con il suo piatto tibiale.
Articolazione del ginocchio
Questa articolazione è
sicuramente la più
complessa del corpo
umano anche perché i capi
ossei sono molto
discordanti e l’imponente
apparato legamentoso,
tendineo e muscolare che
devono assicurare grande
stabilità ad una
articolazione sottoposta a
forti sollecitazioni, ne
limitano molto i gradi di
libertà.
Articolazione del ginocchio
I condili femorali, ovoidi irregolari
a grande asse antero posteriore
sono uniti anteriormente nel piano
patellare e separati invece per tutta
la loro estensione dalla fossa
intercondiloidea.
 La superficie tibiale su cui
appoggiano i condili, è poco adatta
ad ospitarli essendo le due fosse
glenoidee, in cui quest’ultima è
divisa, poco ampie, poco incavate,
insomma quasi piatte. Sono
indispensabili quindi i due menischi
fibro-cartilaginei che si insinuano
come cunei fra i condili e il piatto
tibiale.
Articolazione del ginocchio
La capsula è composta da un
manicotto fibroso con una
finestra anteriore in cui è
incastrata la rotula.
L’articolazione del ginocchio
comprende anche l’artodia
femore-patella.
I legamenti dell’articolazione
sono:
a) il legamento patellare che
non è altro che il tendine del
m. quadricipite;
b) i legamenti collaterali
fibulare e tibiale;
c) i legamenti crociati
anteriore e posteriore che
dal piatto tibiale si portano
alle facce interne dei condili
femorali.
Articolazione del ginocchio
L’articolazione del
ginocchio è inoltre dalle
espansioni aponeurotiche
dei muscoli della coscia e
della gamba
Questa articolazione
consente oltre al
movimento principale di
flesso-estensione anche
una limitata rotazione
laterale e mediale della
gamba, però solo a gamba
flessa.
Muscoli della gamba
Il m. tricipite surale è un
voluminoso muscolo formato da
tre capi che si trova nella loggia
posteriore della gamba, due di
questi sono superficiali e
costituiscono il gastrocnemio
(che determina la sporgenza del
polpaccio o sura) ed uno è
profondo, il m. soleo.
I m.gemelli del
gastrocnemio, originano
rispettivamente al di sopra del
condilo mediale e laterale del
femore per poi unirsi in un unico
tendine ( di Achille ) per andare
ad inserirsi al calcagno.
Muscoli della gamba
Il m. soleo origina dal
capitello della fibula, dalla
linea poplitea dalla tibia e da
un’arcata fibrosa ( anello del
soleo ) tesa tra la tibia e la
fibula. I fasci continuano in
basso con una spessa
sponeurosi che va a fondersi
con il tendine di Achille.
L’azione di tale muscolo è
quella di estendere il piede
sulla gamba, permette di
sollevarsi in punta di piedi.
Muscoli della gamba
Nella parte anteriore della gamba
troviamo :
Il m. tibiale anteriore, che dal
condilo laterale della tibia si dirige al
1 metatarsale, la sua azione è di
flettere dorsalmente il piede. Se il
m. è paralizzato si parla di piede
cadente.
 Il m. estensore lungo
dell’alluce, che dalla fibula va ad
inserirsi alla falange distale
dell’alluce.
Il m. estensore lungo delle dita,
dal condilo laterale della tibia e della
fibula le sue fibre confluiscono in un
tendine che sul dorso del piede si
suddivide in 4 tendini, questi si
portano alla seconda e terza
falange delle ultime 4 dita.
Muscoli della gamba
Il m. peroneo terzo, che
origina dalla fibula e porta al
quinto metatarsale, ed ha l’azione
di flettere dorsalmente il piede
ruotandolo lateralmente.
 M. laterali della gamba:
M. peroneo lungo che origina
dal condilo laterale della tibia
e dal capitello della fibula
passa sulla superficie
plantare e va a inserirsi sul
1 metatarsale, la sua azione
è di flettere il piede
plantarmente ruotandolo
lateralmente.
Muscoli della gamba
Il m. peroneo breve è posto
profondamente al peroneo
lungo e origina dalla fibula
e si porta al 5 metatarsale,
la sua azione è di ruotare il
piede lateralmente e poi lo
abduce.
Bibliografia
1.
Tutte le immagini sono di proprietà dell’atlante interattivo di
anatomia umana, versione 4.0 2003 Elesevier . Tutti i diritti riservati.
Edizione italiana 2007 Elesevier Masson S.r.l.
2.
Illustrazioni di Frank H. Netter, M.D. e Carlos A. G. Machado, M.D.
3.
Anatomia Umana 2004, Casa editrice Idelson-Gnocchi Srl, autori :
Bareggi R. ; Dell’Orbo C. ; Ferri G. L. ; Gaeta E. ; Macchiarelli G. ;
Montagnani S. ; Nottola S. A. ; Tazzi A. ; Valenza V. ; Verzé L. ;
Viglietti Panzica C. .
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