Che cosa è l’Economia Nozioni preliminari e principi fondamentali a cura di Claudio Picozza testo consigliato :Marc Lieberman -Robert Hall:principi di economia ed Apogeo 1 CHE COSA È L’ECONOMIA L’economia è una scienza sociale. Studia gli aspetti del comportamento umano legati al lavoro, alla produzione, alla distribuzione ed al consumo dei beni. In quanto scienza sociale cerca di spiegare alcuni aspetti di funzionamento della società. Rispetto ad altre scienze sociali (sociologia, scienze politiche…) si differenzia per l’oggetto ed il metodo di studio. L’economia è lo studio della scelta in condizioni di scarsità. (LIEBERMAN – HALL- Principi di economia) In qualità di individui, ci troviamo ad affrontare scarsità di tempo e di capacità di spesa . Come società, ci troviamo ad affrontare scarsità di risorse: lavoro, capitale, terra 2 IL MONDO DELL’ECONOMIA MICROECONOMIA Si occupa del comportamento dei singoli soggetti: famiglie, imprese, governi. Considera le loro scelte compiute fra loro all’interno dei mercati. MACROECONOMIA Fornisce una visione d’insieme del sistema economico: produzione totale, reddito nazionale, occupazione totale, consumi globali, risparmio nazionale, rapporti internazionali fra varie economie. ECONOMIA POSITIVA Si occupa di che cosa è e come funziona l’economia ECONOMIA NORMATIVA Definisce ciò che “dovrebbe essere”, indica i problemi e ne definisce le soluzioni. 3 I PRINCIPI DELL’ECONOMIA MASSIMIZZAZIONE E VINCOLI: ogni soggetto economico ha l’obiettivo di ottenere il massimo beneficio dalla sua azione; nel contempo ogni soggetto è soggetto a limitazioni e vincoli IL COSTO/OPPORTUNITÀ: ogni decisione economica comporta un costo. La misura di tale costo è il suo costo/opportunità ovvero il rapporto fra quanto si rinuncia in quel momento per effetto della scelta e quanto ci si attende in futuro. SPECIALIZZAZIONE E SCAMBIO: attraverso la specializzazione si ottiene una maggior produzione ed un più elevato tenore di vita. MERCATI ED EQUILIBRIO ECONOMICO: il funzionamento dell’economia avviene su specifici mercati che ricercano il loro equilibrio con l’incontro fra la domanda e l’offerta dei beni e dei servizi. LA DETERMINAZIONE DEI PREZZI: rappresenta l’essenza stessa dell’economia. Essa è legata in modo stretto al concetto di valore. 4 IL COSTO/OPPORTUNITÀ (a) Ogni azione che compiamo occupa e consuma una certa quantità di tempo e denaro (o di entrambi). Ogni azione implica di conseguenza una scelta fra quanto vogliamo avere o di cui vogliamo usufruire e quanto potremmo ottenere utilizzando diversamente il nostro tempo o il nostro denaro. Es. scelta per il singolo: vogliamo andare al cinema il costo è quello del biglietto + -il costo per arrivare -il tempo per acquistare il biglietto -il tempo per vedere il film Vedere il film al costo del biglietto ed utilizzare il tempo in questo modo soddisfa il nostro bisogno ed è pari a quanto noi avremmo ottenuto utilizzando il nostro tempo o il nostro denaro in altro modo? Es. scelta per la collettività: dare maggiori servizi per il trasporto o per la sanità In che modo si determina il giusto equilibrio fra due esigenze comunque rilevanti ed 5 importanti? IL COSTO/OPPORTUNITÀ (b) LA FRONTIERA DELLE POSSIBILITÀ DI PRODUZIONE: PPF - PRODUCTION POSSIBILITIES FRONTIER - La valutazione del costo/opportunità implica diverse scelte alternative. La PPF è la curva che indica le diverse combinazioni di beni che si possono produrre con le risorse e le tecnologie disponibili. Le scelte delle società e degli individui sono limitati ai punti della PPF ed a quelli all’interno di essa. bene a 400 200 900 1000 bene b Quando un’economia opera all’interno della sua PPF sta sprecando le sue risorse 6 LA SPECIALIZZAZIONE E LO SCAMBIO La specializzazione e lo scambio consentono in generale di ottenere una produzione maggiore ed un tenore di vita più elevato di quanto non sia possibile in altro modo. Le ragioni di questo beneficio dipendono da: a) Capacità umane: nella vita possiamo imparare una limitata quantità di cose b) Tempo necessario per imparare: la specializzazione implica minor tempo di inattività per il passaggio a diverse mansioni c) Vantaggio comparato: attraverso la specializzazione la produzione di un bene può essere effettuata con un minor costo opportunità rispetto ad altri individui che non hanno lo stesso livello di specializzazione. La produzione totale di tutti i beni e servizi raggiunge il suo massimo livello se gli individui si specializzano in base al proprio vantaggio comparato (LIEBERMAN – HALL: Principi di economia) 7 L’ALLOCAZIONE DELLE RISORSE Alla base del funzionamento dell’economia ci sono da sempre tre interrogativi cui rispondere: • Quali beni e servizi produrre • Come produrli • A chi destinarli L’insieme di questi tre interrogativi costituisce il problema della ALLOCAZIONE DELLE RISORSE. Il metodo che le società scelgono per allocare le risorse determina il carattere del loro sistema economico. Tre sono i principali sistemi economici: -Economia tradizionale: ove i beni ed i servizi sono prodotti e distribuiti in base alle consuetudini (società contadine, società tribali). Le risorse sono in generale di proprietà della comunità. -Economia pianificata: le risorse sono allocate in base alle indicazioni definite dagli organismi governativi e centralisti che pianificano l’attività economica. Le risorse sono di proprietà dello Stato. -Economia di mercato: la produzione ed il consumo dipendono dalle decisioni dei 8 singoli individui. Le risorse sono di proprietà privata. L’ECONOMIA E LA DETERMINAZIONE DEI PREZZI In tutti i sistemi economici l’allocazione delle risorse implica la determinazione dei prezzi ai quali lo scambio dei beni e servizi deve avvenire. La legge della domanda e dell’offerta spiega come vengono determinati i prezzi nei “mercati concorrenziali”. Un mercato viene definito “perfettamente concorrenziale” quando ciascun acquirente o venditore non può (determinare) il prezzo. Il prezzo di mercato è come dato. Quando un acquirente o un venditore è in grado di influire sui prezzi di mercato di un prodotto, il mercato opera in condizioni di “concorrenza imperfetta”. 9 LA DOMANDA La “quantità domandata” di un bene può essere definita come la “quantità totale che gli acquirenti in un mercato sono disposti a comprare ad un prezzo dato”. La “legge della domanda” stabilisce che, a prescindere da ogni altra condizione, la domanda di un bene aumenta o diminuisce quando il suo prezzo diminuisce o aumenta. La rappresentazione grafica della legge della domanda è costituita dalla “curva di domanda”. Essa indica la relazione tra il prezzo di un bene e la corrispondente quantità domandata. Ogni punto della curva individua la quantità che gli acquirenti sono disposti ad acquistare ad un determinato prezzo. Per definizione, in condizioni di normalità, la curva di domanda ha un andamento decrescente. Secondo questo principio una variazione del prezzo produce uno spostamento lungo la curva di domanda provocando una “variazione della quantità domandata”. 10 LA DOMANDA (segue) Quando la domanda di un bene viene influenzata da fattori diversi dal prezzo si ottiene uno spostamento dell’intera curva di domanda. In questo caso parleremo di “variazione della domanda” Px Curva di domanda – ipotesi di variazione della quantità domandata 400 300 200 100 Px = prezzo del bene x 300 400 700 1300 Qx Qx = quantità del bene x Px Variazione della domanda 400 Nuova curva di domanda Curva originaria 500 800 Qx 11 L’OFFERTA La “quantità offerta” di un bene può essere definita come la “quantità totale che i venditori in un mercato sono disposti a vendere ad un determinato prezzo. La “legge dell’offerta” stabilisce che, a prescindere da ogni altra condizione, l’offerta di un bene aumenta o diminuisce quando il suo prezzo aumenta o diminuisce. La rappresentazione grafica dell’offerta è costituita dalla “curva di offerta”. Essa indica la relazione tra il prezzo di un bene e la corrispondente quantità offerta. Ogni punto della curva individua la quantità che i venditori sono disposti a vendere ad un determinato prezzo. Per definizione, in condizioni di normalità, la curva di offerta ha un andamento crescente. Secondo questo principio una variazione del prezzo produce uno spostamento lungo la curva di offerta producendo una “variazione della quantità offerta”. 12 L’OFFERTA (segue) Quando l’offerta di un bene viene influenzata da fattori diversi dal prezzo si ottiene uno spostamento dell’intera curva di offerta. In questo caso parleremo di “variazione dell’offerta”. Px Curva di offerta – ipotesi di variazione delle quantità offerte 600 400 Px = prezzo del bene x 200 Qx = quantità del bene x 400 Px 700 900 Qx Curva originaria Nuova curva di offerta Variazione dell’offerta 200 400 800 Qx 13 L’INCONTRO TRA DOMANDA E OFFERTA I prezzi dei beni e servizi si determinano sulla base di un equilibrio di mercato. L’equilibrio è una condizione che potrà cambiare in presenza della variabilità di uno o più dei fattori che in precedenza avevano determinato l’equilibrio. In un mercato concorrenziale si trova come punto di intersezione delle curve di domanda e offerta. Px Curva di offerta bene x Punto di equilibrio prezzo/quantità 400 Curva di domanda bene x 600 Qx La mancanza di equilibrio in un mercato concorrenziale provoca lo spostamento della curva di domanda ed offerta fino al raggiungimento del 14 naturale punto di equilibrio. L’INCONTRO TRA DOMANDA E OFFERTA (segue) Date le seguenti curve di domanda e offerta: O Px 400 D 600 Qx Il prezzo di equilibrio del bene x è pari a 400, la quantità pari a 600. Partendo da questa situazione: -Ogni cambiamento che sposta la curva di domanda verso destra produrrà un aumento del prezzo e della quantità di equilibrio -Ogni cambiamento che sposta la curva di domanda verso sinistra produrrà una riduzione del prezzo e della quantità di equilibrio -Ogni cambiamento che sposta la curva dell’offerta verso destra diminuirà il prezzo di equilibrio ed aumenterà la quantità -Ogni cambiamento che sposta la curva dell’offerta verso sinistra aumenterà il prezzo di equilibrio e diminuirà la quantità di equilibrio. 15 L’INCONTRO TRA DOMANDA E OFFERTA (segue) ALCUNI ESEMPI O Situazione di partenza Px prezzo/quantità di equilibrio 400 D Qx 600 O Variazioni della curva di domanda Px 500 400 300 D’ D D” Qx 500 600 700 O” O O’ Px 500 400 300 Variazioni della curva di offerta Se la curva di offerta si sposta a destra il prezzo di equilibrio passa da 400 a 300, la quantità da 600 a 700. Se la curva di offerta si sposta a sinistra il prezzo di equilibrio passa da 400 a 500, la quantità da 600 a 500. 16 D 500 600 700 Se la curva di domanda si sposta a destra il prezzo di equilibrio passa da 400 a 500, la quantità da 600 a 700. Se la curva di domanda si sposta a sinistra il prezzo di equilibrio passa da 400 a 300, la quantità da 600 a 500. Qx L’ELASTICITÀ DELLA DOMANDA RISPETTO AL PREZZO In base alla legge della domanda e dell’offerta vista in precedenza, quando il prezzo di un bene sale, la sua quantità domandata scende e viceversa. Per definire di quanto la quantità domandata varia in relazione alla variazione del prezzo, è necessario definire il concetto di ELASTICITÀ DELLA DOMANDA. Essa può essere definita come la “variazione percentuale della quantità domandata rispetto alla variazione percentuale del prezzo”. ED = ∆Q ∆P Questa formula permette di classificare i beni in funzione della variazione della loro quantità rispetto alla variazione del prezzo: -Beni a domanda inelastica -Beni a domanda elastica Nel primo caso rientrano i beni la cui domanda tende a rimanere stabile anche in presenza di una variazione del prezzo (si tratta in generale dei beni di prima necessità o il cui consumo è considerato poco contenibile). Nel secondo caso rientrano i beni la cui domanda tende a variare rapidamente pur in presenza di piccole variazioni di prezzo (si tratta dei beni cosiddetti superflui, il cui mancato consumo viene considerato accettabile). 17 LE SCELTE DEL CONSUMATORE La caratteristica dei consumatori in economia è la ricerca del massimo livello possibile di soddisfazione a parità di spesa. Il VINCOLO DI BILANCIO individua pertanto le diverse combinazioni di beni e servizi che il consumatore può permettersi con un dato livello di reddito in relazione al livello dei prezzi. Il vincolo di bilancio è rappresentato graficamente dalla LINEA DI BILANCIO, in cui vengono mostrate tutte le combinazioni dei beni che si desidera acquistare a parità di bilancio. 18 LE SCELTE DEL CONSUMATORE (segue) La pendenza della linea di bilancio indica lo scambio che ciascun consumatore assume tra un bene ed un altro. Qy 300 200 300 Qx 400 Nell’esempio, a parità di reddito (costituito dalla retta) il consumatore ritiene indifferente consumare 300 del bene y e 300 del bene x, oppure 200 del bene y e 400 del bene x. Un aumento del reddito provoca una variazione ed uno spostamento parallelo della curva verso sinistra (in diminuzione) o verso destra (in aumento) senza tuttavia mutare la pendenza della curva. Qy 300 200 100 200 300 400 500 600 Qx La pendenza della curva varia solo nel caso che cambi il rapporto tra il prezzo del bene y e 19 quello del bene x. LE SCELTE DEL CONSUMATORE (segue) L’UTILITÀ MARGINALE L’UTILITÀ MARGINALE è la variazione di utilità derivante dal consumo di una unità aggiuntiva di un bene. Il modello tipico degli individui è caratterizzato dal principio della UTILITà MARGINALE DECRESCENTE: “L’utilità marginale di una cosa per una persona diminuisce ad ogni aumento della quantità della cosa che quella persona già possiede” (Alfred Marshall – Principi di economia) Questo principio può essere rappresentato graficamente: Utilità totale Utilità marginale Qx Qx 20 LE SCELTE DEL CONSUMATORE (segue) LA CURVA DI INDIFFERENZA La curva di indifferenza rappresenta tutte le combinazioni delle categorie di beni che soddisfano il consumatore nella stessa misura. La combinazione ottimale di beni per un consumatore corrisponde al punto della linea di bilancio nel quale questa linea e la curva di indifferenza hanno la stessa pendenza. Qy Punto di combinazione ottimale 300 Curva di indifferenza Qx 30 Linea del bilancio 21 LA PRODUZIONE ED I COSTI L’impresa può essere definita come un organismo, posseduto e gestito da una unità istituzionale, per la produzione di beni e servizi. Per produzione si intende la creazione di utilità. I beni sono oggetti materiali o immateriali che vengono utilizzati per soddisfare un bisogno, sui quali si possono instaurare diritti di proprietà e che possono essere scambiati. I beni possono essere considerati di consumo o di produzione, durevoli e non durevoli. I servizi sono definiti come un cambiamento nelle condizioni del consumatore realizzata dall’unità di produzione in conseguenza della domanda dello stesso consumatore. I servizi possono essere REALI (resi dalle cose alle persone) e PERSONALI (resi dalle persone alle persone). Le unità istituzionali sono costituite dagli operatori economici caratterizzati dalla autonomia di decisione in campo economico, ossia dalla capacità di acquistare o cedere attività reali e finanziarie. 22 TIPOLOGIE DI IMPRESE Dal punto di vista della proprietà del capitale e delle responsabilità patrimoniali nei confronti di terzi, le imprese si classificano in: -Imprese individuali (possedute da un singolo individuo) -Imprese familiari (possedute dall’unità istituzionale “famiglia”) -Società di persone (possedute da singoli individui che si suddividono i profitti e sono responsabili solidalmente delle perdite) -Società di capitali (di proprietà di coloro che acquistano le quote di capitale e la cui responsabilità è limitata all’ammontare del capitale investito) Le società di capitali si suddividono in: -Società a Responsabilità Limitata (SRL) -Società Cooperative -Società per Azioni, quotate o non quotate presso i mercati regolamentati 23 TIPOLOGIE DI IMPRESE (segue) Dal punto di vista dell’attività economica prevalentemente svolta (funzione) e dei mezzi utilizzati per il loro funzionamento e finanziamento (risorse), le imprese si possono classificare in: Società e quasi società non finanziarie (es. imprese) Società finanziarie (es. banche, assicurazioni…) Amministrazioni pubbliche Istituzioni sociali private al servizio delle famiglie (es. associazioni) Famiglie (imprese individuali e familiari) 24 LA PRODUZIONE PRINCIPI GENERALI La produzione si esplica nella creazione di utilità. La produzione si ottiene attraverso l’organizzazione degli input produttivi che sono identificati nel “capitale umano” (lavoro) e nel “capitale fisico” (capitale). Per ogni diversa combinazione di input produttivi la “funzione di produzione” indica la quantità massima di prodotto che un’impresa può realizzare in un dato periodo di tempo. Essa viene definita come “prodotto totale”. Gli input produttivi sono “fissi” quando la loro quantità resta costante, indipendentemente dalla quantità di prodotto realizzata. Gli input produttivi sono “variabili” quando la loro quantità varia al variare del livello di produzione. Quando la quantità di un input aumenta (mantenendo costante gli altri input) il prodotto marginale di questo input tende a diminuire (legge dei rendimenti decrescenti) 25 LA PRODUZIONE I COSTI I costi di produzione possono essere “fissi” e “variabili” Il “costo fisso totale” è rappresentato dal totale di tutti i costi fissi di esercizio Il “costo variabile totale” è rappresentato dal totale di tutti i costi variabili di esercizio. Il “costo totale” è dato dalla somma del “costo fisso totale” e del “costo variabile totale” Il “costo fisso medio” è pari al costo fisso totale diviso la quantità prodotta Il “costo variabile medio” è pari al costo variabile totale diviso la quantità prodotta Il “costo totale medio” è pari al costo totale diviso la quantità prodotta Il “costo marginale” è pari all’aumento del costo totale sostenuto per realizzare una quantità aggiuntiva di prodotto Per realizzare un qualsiasi livello di produzione, l’impresa sceglie la combinazione di input a più basso costo. 26 I MERCATI: LA CONCORRENZA PERFETTA Il mercato è il luogo (fisico o virtuale) dove si riuniscono gli acquirenti ed i venditori In un mercato efficiente gli acquirenti cercano il prezzo più basso possibile, i venditori il prezzo più alto possibile. Lo scambio è “volontario”. Per “struttura di mercato” si intendono tutte le caratteristiche di un mercato che influenzano il comportamento degli acquirenti e dei venditori Un mercato viene definito in “concorrenza perfetta” quando: -Il numero degli acquirenti e dei venditori è così elevato che nessun singolo soggetto può influenzare in maniera significativa il prezzo del prodotto modificando la quantità che acquista o vende -I venditori offrono un prodotto standardizzato -I venditori e gli acquirenti possono operare senza vincoli 27 LA CONCORRENZA IMPERFETTA IL MONOPOLIO E L’OLIGOPOLIO Il Monopolio è un mercato in cui esiste un unico venditore di un bene o servizio definito “impresa monopolistica” Un monopolio viene definito “naturale” quando un’impresa può produrre a costi unitari inferiori a quanto non possano due o più imprese Un “Oligopolio” è un tipo di concorrenza nel quale il mercato è dominato da un numero ristretto di imprese tra loro interdipendenti sul piano strategico o del prodotto 28 IL MERCATO DEL LAVORO CARATTERISTICHE GENERALI Un mercato del lavoro è considerato “perfettamente concorrenziale” quando: È presente un elevato numero di imprese che domandano lavoro ed un elevato numero di individui disponibili ad offrire il loro lavoro I lavoratori sono uguali per le imprese Non ci sono vincoli all’entrata e all’uscita dal mercato del lavoro La curva di domanda in un mercato del lavoro concorrenziale è inclinata negativamente poiché: a) ad ogni aumento del salario si incrementano i costi delle imprese b) Quando aumenta il costo del lavoro le imprese tendono a sostituirlo con l’input capitale o con altri tipi di lavoro La curva di offerta del lavoro è inclinata positivamente perché un aumento del salario amplia la platea dei soggetti occupati ed attrae forze produttive La domanda e l’offerta di lavoro conducono ad un punto di equilibrio 29 cosiddetto “salario di equilibrio” L’EQUILIBRIO DEL MERCATO DEL LAVORO Un salario viene detto di “equilibrio” quando il lavoro è remunerato in misura pari al valore di equilibrio del prodotto marginale, ossia al valore del prodotto marginale dell’ultimo lavoratore occupato nel mercato nel suo complesso. 30 TEORIA DELLA DISTRIBUZIONE DEL REDDITO In un sistema perfettamente concorrenziale il prezzo di mercato di ogni fattore è uguale al valore di equilibrio del suo prodotto marginale. In base a questa teoria, la distribuzione del reddito non è arbitraria, o determinata da rapporti di forza (potere). Il salario di mercato di ogni lavoratore è determinato dalla capacità dell’ultimo lavoratore occupato di aumentare la produzione, non importa in quale settore, dato che il valore del prodotto marginale del lavoro è uguale per tutti i produttori. Se i lavoratori hanno capacità diverse, possiamo immaginare tanti mercati del lavoro quante sono le capacità lavorative. 31 Critiche alla teoria della distribuzione del reddito: a) In pratica esiste discriminazione salariale (uomini e donne; etnie) b) Giustifica moralmente una distribuzione in realtà iniqua Spiegazioni compatibili con la teoria: 1. Differenziali di compensazione: differenze di remunerazione per differenze nel grado di sgradevolezza e/o pericolosità delle diverse mansioni 2. Differenze di talento producono differenze nel prodotto marginale 3. Differenze nella quantità di capitale umano (istruzione e formazione): gli uomini bianchi sono più istruiti ed esperti Spiegazione dei differenziali salariali non compatibili con la teoria: 1. Potere di mercato: mercati dei fattori non perfettamente concorrenziali; gli iscritti ai sindacati (contrattazione collettiva) percepiscono di più; le organizzazioni datoriali cercano di pagare un salario più basso 2. Salari di efficienza: salario maggiore per incentivare i dipendenti a lavorare con impegno e ridurre l’avvicendamento (ridurre dimissioni). Crea eccedenza di offerta sulla domanda (disoccupazione) e segmentazione del mercato (alcuni hanno salari maggiori di altri). 3. Discriminazione di razza, genere, ecc. In concorrenza di mercato non esisterebbero (vantaggio ad assumere chi costa meno aumenta il suo salario). Spesso l’istituzionalizzazione della discriminazione ha creato effetti cumulativi (effetti sull’istruzione e sulle esperienze di lavoro). Dunque: esistono eccezioni rilevanti alla teoria della distribuzione del reddito 32 basata sulla produttività marginale. Allocazione del tempo: decisioni su quante ore dedicare alle diverse attività. Lavorando si ottiene un reddito per acquistare beni e servizi, ma si riduce lo svago: tempo a disposizione per attività diverse da quelle finalizzate ad ottenere un reddito. Lo svago genera utilità, come il consumo di un bene normale (la domanda cresce al crescere del reddito). Decisione al margine: l’individuo confronta il beneficio e il costo marginale (costo-opportunità; perdita di utilità per mancato reddito destinabile a consumi) di 1 ora addizionale di svago. Confronta l’utilità marginale di 1 ora addizionale di svago con l’utilità marginale che deriva dal consumo di beni ottenibile con il salario di 1 ora di lavoro, al fine di massimizzare la sua utilità. 33 L’OFFERTA DI LAVORO: VARIAZIONE DEL SALARIO Aumento del salario: 1. aumenta l’incentivo a lavorare (a parità di rinuncia di svago si guadagna più di prima) ma 2. è sufficiente lavorare meno tempo per ottenere lo stesso reddito di prima. Effetto di sostituzione: variazione della quantità domandata dovuta alla sostituzione da parte di un consumatore di un bene relativamente più costoso con uno relativamente meno costoso. Effetto di reddito: variazione della quantità domandata a fronte della variazione del potere di acquisto complessivo del consumatore prodotta dalla variazione del prezzo di un bene. Salario: beneficio del lavoro e costo-opportunità dello svago. Aumento del salario => aumento di questo costo opportunità (reddito a cui si rinuncia). Effetto di sostituzione: incentivo a consumare meno svago e lavorare di più; effetto reddito: consumare più svago e offrire meno lavoro (lo svago è un bene normale). Agiscono in direzioni opposte. L’offerta di lavoro può sia aumentare (domina l’effetto di sostituzione) che diminuire (domina l’effetto di reddito). 34 SPOSTAMENTI DELLA CURVA DI OFFERTA DI LAVORO Curva di offerta di mercato: somma orizzontale delle curve di offerta di lavoro individuali. Si sposta quando variano i fattori diversi dal salario che influenzano la disponibilità ad offrire lavoro. Cambiamenti delle preferenze occupazione femminile. e delle convenzioni sociali: Cambiamenti demografici: popolazione più numerosa = spostamento a destra della curva (maggiore disponibilità di lavoratori per ogni valore del salario). Cambiamenti delle opportunità: se aumentano (diminuiscono) le opportunità alternative, la curva di offerta di un dato tipo di mansione lavorativa si sposta verso sinistra (destra). Cambiamenti della ricchezza: al crescere (diminuire) della ricchezza, si acquista una maggiore (minore) quantità di beni normali, incluso lo svago. NOTA: l’effetto di reddito provocato da un aumento della ricchezza provoca uno spostamento della curva; l’effetto di reddito di un aumento del salario 35 provoca uno spostamento sulla curva.