IAS 36 - Riduzione durevole delle attività

IAS 36 - Riduzione durevole delle attività
(Impairment of assets)
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INDICE
• INTRODUZIONE
• L’EVOLUZIONE DELLO STANDARD
• OGGETTO E FINALITÀ DELLO STANDARD
• AMBITO DI APPLICAZIONE DELLO STANDARD
• IDENTIFICAZIONE DELLE PERDITE DUREVOLI
• RILEVAZIONE DELLE PERDITE DUREVOLI
• INFORMAZIONI INTEGRATIVE
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INTRODUZIONE
Trattamento contabile delle perdite di valori relative alle immobilizzazioni materiali di proprietà o in
leasing, partecipazioni in imprese controllate, collegate e joint-ventures, attività immateriali e avviamento
acquisito a titolo oneroso.
Se il valore di una attività è maggiore del suo valore di recupero, si ha un “impairment”
Il valore di recupero deve essere determinato (impairment test) e se del caso, l’attività è svalutata
(impairment loss)
Valore netto di vendita <> Valore d’uso
Al di fuori dei casi espressamente previsti, ogni l’entità deve valutare a ogni data di riferimento se esiste una
indicazione che una attività possa aver subito una riduzione durevole di valore.
Se esiste, deve stimare il valore recuperabile dell’attività
Statuizione dei principi di contabilizzazione relativi
alla riduzione durevole di valore
delle attività;
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INTRODUZIONE
Attività individuali
CGU
Avviamento
Attività centrali
Ambito di applicazione
T0
Indizi di perdite
durevoli
Trattamento contabile della
svalutazione
Calcolo del valore
recuperabile
NET SELLING PRICE
ovvero
VALUE IN USE
T1
Indizi del venire meno delle
perdite di valore
Trattamento contabile del
ripristino del valore
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L’EVOLUZIONE DELLO STANDARD
Maggio 1997
Exposure Draft E55, Impairment of Assets
Giugno 1998
IAS 36, Impairment of Assets
1 Luglio 1999
Effective Date dello IAS 36 (1998)
31 Marzo 2004
Revisione dello IAS 36
1 Aprile 2004
Effective Date dello IAS 36 (2004)
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OGGETTO E FINALITÀ DELLO STANDARD
Definire i principi che un’impresa deve seguire per assicurarsi che le proprie attività siano iscritte ad un
valore non superiore al valore recuperabile ed individuazione delle informazioni integrative da fornire in
merito alle attività che hanno subito una riduzione durevole di valore
Per raggiungere tale obiettivo, lo IAS 36:
•
definisce il concetto di valore recuperabile;
•
identifica la circostanza di riduzione (perdita) durevole di valore;
•
specifica quando un’impresa deve ripristinare una precedente perdita durevole di valore;
•
prescrive le informazioni integrative da fornire in merito alle attività che hanno subito una
perdita durevole di valore.
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AMBITO DI APPLICAZIONE DELLO STANDARD
Trattamento contabile delle perdite di valori relative ai seguenti beni (IAS 36.2): :
•
immobilizzazioni materiali di proprietà o in leasing
•
partecipazioni in imprese controllate, collegate e joint-ventures
•
attività immateriali
•
avviamento acquisito a titolo oneroso
A partire dal 31.03.2004 (o in data precedente in caso di applicazione anticipata in congiunzione con l’IFRS
3 – business combinations)
Lo IAS 36 si applica inoltre alle attività iscritte al fair value secondo le disposizioni previste da altri principi.
Se i costi di dismissione non sono irrilevanti, dopo che sono state applicate le disposizioni relative alla
rivalutazione, deve trovare applicazione il presente principio per determinare se l’attività può avere subito
una perdita durevole di valore.
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AMBITO DI APPLICAZIONE DELLO STANDARD
FATTISPECIE ESLUSE
Lo IAS 36 deve essere applicato alla riduzione durevole di valore di tutte le attività , ad eccezione delle
seguenti :
•
rimanenze (trattate dallo IAS 2)
•
attività derivanti da commesse a lungo termine (trattate dallo IAS 11)
•
attività per imposte differite (trattate dallo IAS 12)
•
attività relative ai fondi pensione benefici per i dipendenti (trattate dallo IAS 19)
•
attività relative a strumenti finanziari (trattate dallo IAS 39)
•
investimenti immobiliari valutati al fair value (trattati dallo IAS 40)
•
attività biologiche connesse all’attività agricola (trattate dallo IAS 41)
•
costi di acquisizione differiti e attività immateriali derivanti dai diritti contrattuali
dell’assicuratore – Ifrs 4
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AMBITO DI APPLICAZIONE DELLO STANDARD
Le disposizioni dello IAS 36 per la determinazione del valore recuperabile utilizzano il termine “attività”
indifferentemente per:
ATTIVITÀ INDIVIDUALI
i “beni facenti parte del
patrimonio aziendale”
UNITÀ GENERATRICI DI FLUSSI
DI CASSA (CGU)
unità minima di aggregazione di beni ai
fini della determinazione di flussi di cassa
largamente indipendenti rispetto a quelli
generati da altri beni o gruppi di beni
Impossibilità di determinazione del valore
di recupero relativo al bene da sottoporre a
impairment test (IAS 36.67)
conservazione nel tempo della originaria allocazione dei
beni alle singole CG Unit salvo necessità di rettifica da
motivare adeguatamente nelle note esplicative al bilancio
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AMBITO DI APPLICAZIONE DELLO STANDARD
CRITERI PER L’IDENTIFICAZIONE DELLE CGU
• presenza di mercato attivo di sbocco (anche intragruppo) dei prodotti o servizi realizzati attraverso
l’utilizzo di un bene o gruppo di beni tale da generare flussi di cassa autonomi rispetto a quelli
prodotti da altri gruppi di beni
• suddivisione in base agli strumenti utilizzati per il controllo interno
• per linea di prodotto
Esempi di
CGU
• per area geografica continentale, nazionale, regionale o provinciale
• per settore di attività
• per localizzazione dei singoli punti vendita (es. catena di supermarket)
Particolarità relative alle CGU intragruppo (in presenza di transfer prices) Î rettifica dei flussi di cassa
da utilizzare per la determinazione del valore d’uso della CGU al fine di depurare gli effetti del transfer
pricing
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AMBITO DI APPLICAZIONE DELLO STANDARD
CRITERI PER LA DETERMINAZIONE
DEL VALORE DI BILANCIO DELLA CGU
Coerenza rispetto alla determinazione dei flussi di cassa (IAS 36.75)
•
Inclusione del valore di bilancio dei beni correlati ai flussi di cassa (pari ai margini operativi lordi)
della CGU (IAS 36.76a)
•
Esclusione delle passività già rilevate per opportuna coerenza con le modalità di attribuzione dei
flussi di cassa alla CGU (IAS 36.76b)
•
Inclusione di crediti e debiti (normalmente esclusi) del valore contabile della CGU solo se inclusi
nel calcolo del suo valore di recupero (IAS 36.79
evitare disomogeneità fra i valori da confrontare (valore contabile sovra o sottostimato)
e conseguenti errori di valutazione nell’impairment test
Eccezione (IAS 36.76a): inclusione nel valore contabile di passività già rilevate al momento della
effettuazione dell’impairment test e correlate alla cessione della CGU (perchè parte integrante dei costi 11
di
cessione)
IDENTIFICAZIONE DELLE PERDITE DUREVOLI
PERDITA DUREVOLE DI VALORE
Eccedenza del valore contabile di un’attività rispetto al valore recuperabile
Valore contabile
(carrying value)
Il valore contabile del bene al netto del fondo ammortamento e di
eventuali svalutazioni
Valore d'uso
(value in use)
Il valore attuale dei flussi finanziari futuri attesi suppone deriveranno
dall'uso continuativo e dalla dismissione di una attività o dalla CGU
alla fine della sua vita utile.
Prezzo netto di vendita
Ammontare ottenibile, al netto dei costi di dismissione, dalla vendita
di una attività o dalla CGU in una libera transazione fra parti
consapevoli ed disponibili.
Valore recuperabile
(recoverable amount)
Il valore più alto tra il prezzo netto di vendita (presumibile valore
realizzabile dall’alienazione Î NSP) e il valore d'uso (VIU) di una
attività dall’attività o dalla CGU.
Valore equo
(Fair value)
Valore potenziale del bene o della CGU in una transazione fra parti
indipendenti consapevoli e disponibili
Non è sempre necessario determinare sia il prezzo netto di vendita di una attività sia il suo valore d’uso.
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Se uno dei due dati è superiore al valore contabile, infatti, non occorre stimare l’altro.
IDENTIFICAZIONE DELLE PERDITE DUREVOLI
IL VALORE D’USO
Valore attuale dei flussi di cassa attesi che si suppone deriveranno
dall’uso permanente e dalla dismissione di un’attività alla fine della sua vita utile
I seguenti elementi devono essere considerati nella determinazione del valore d’uso:
•
stima dei flussi finanziari futuri che l’entità prevede derivino dall’attività o dalla CGU (per utilizzo
e/o cessione)
•
aspettative in merito alla possibile variazione di tali flussi nel tempo
•
valore temporale del denaro
•
prezzo di assumersi l’incertezza implicita nell’attività
•
altri fattoti (ad esempio la mancanza di liquidità)
Se non c’è ragione di credere che il valore d’uso di un’attività sia sensibilmente superiore al
suo valore realizzabile, il valore recuperabile dell’attività può essere considerato pari al
valore realizzabile. Ad esempio: nel caso di attività destinate alla vendita
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IDENTIFICAZIONE DELLE PERDITE DUREVOLI
IL VALORE D’USO - LE PROIEZIONI DEI FLUSSI FINANZIARI
Devono basarsi su presupposti ragionevoli e sostenibili “in grado di rappresentare la migliore stima
effettuabile da parte della direzione aziendale di una serie di condizioni economiche che esisteranno lungo la
restante vita utile di una attività”
ORIZZONTE TEMPORALE
I PRIMI 5 ANNI
RESIDUO PERIODO DI PREVISIONE
PROIEZIONI ANALITICHE
DI FLUSSI DI CASSA
(se si escludono piani di
ristrutturazione o miglioramento
delle prestazioni aziendali)
FLUSSI DI CASSA MEDI ATTESI
La stima dei flussi finanziari
netti in valuta va effettuata:
nell’ipotesi di crescita stabile o calante nel
tempo e comunque non superiore al tasso
di medio lungo-termine di crescita con
riferimento a) ai prodotti, ai settori, alle aree
geografiche di pertinenza dell’impresa b) al
mercato di utilizzo del bene
• nella valuta in cui i flussi verranno generati;
• riferimendosi ad un tasso di attualizzazione appropriato alla valuta .14
IDENTIFICAZIONE DELLE PERDITE DUREVOLI
IL VALORE D’USO - LE PROIEZIONI DEI FLUSSI FINANZIARI
Composizione quantitativa dei flussi di cassa (IAS 36.39):
flussi operativi di cassa (M.O.L.) derivanti da utilizzo bene o gestione CG Unit
deflussi di cassa connessi a utilizzo bene o gestione CG Unit
+
Flussi di cassa netti (se presenti) derivanti dalla cessione del bene
o della CG Unit al termine della vita utile (stima FV bene a quella data, IAS 36.52)
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IDENTIFICAZIONE DELLE PERDITE DUREVOLI
IL VALORE D’USO - TASSO DI SCONTO DEI FLUSSI DI CASSA
TASSO DI MERCATO AL
LORDO DELLE
IMPOSTE composto da
(IAS 36, §55):
1. Valore finanziario del tempo (per rendimenti risk-free)
2. Elementi di rischio specifici non considerati all’interno delle
stime analitiche dei flussi di cassa (altrimenti calcolati 2 volte,
IAS 36, §.56)
Modalità di stima del tasso (IAS 36, § 56):
a) tassi impliciti in operazioni di compravendita di beni simili a quello
b) costo medio ponderato del capitale relativo ad un’impresa quotata avente un bene o un gruppo di beni
analoghi o simili per potenziale di servizi e profili di rischiosità a quello del bene oggetto di analisi
c) Modalità alternative in caso di indisponibilità di tassi di mercato
Coerenza fra flussi e tassi sia in relazione all’effetto inflattivo ed alla considerazione della dimensione
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fiscale e finanziaria (esclusione flussi relativi a gestione finanziaria e tributi)
IDENTIFICAZIONE DELLE PERDITE DUREVOLI
DETERMINAZIONE DEL PREZZO NETTO DI VENDITA
•
in presenza di un accordo vincolante di vendita Î il NSP coincide con il prezzo stabilito in
un’operazione tra controparti indipendenti, al netto dei costi marginali direttamente imputabili alla
dismissione del bene;
•
nel caso di attività commercializzata in un mercato attivo Î il NSP solitamente coincide con
il prezzo corrente d’offerta (bid price) al netto dei costi marginali direttamente imputabili alla
vendita del bene. In sua mancanza è lecito fare riferimento, qualora nel frattempo non vi siano
stati significativi cambiamenti sul mercato, al prezzo praticato più recentemente;
•
in tutti gli altri casi non contemplati nei precedenti due punti é corretto assumere, come NSP,
il prezzo che si origina all’interno di una transazione tra controparti consapevoli e disponibili
(knowledgeable, willing parties). In tali casi, gli operatori, infatti, prenderanno a riferimento le
transazioni che hanno avuto per oggetto assets simili nell’ambito dello stesso settore industriale.
In tutte le tre situazioni sopra esposte occorre assumere
un valore al netto dei costi di dismissione.
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IDENTIFICAZIONE DELLE PERDITE DUREVOLI
DETERMINAZIONE DEL FAIR VALUE
Se l’attività non è commercializzata in un mercato attivo, può non essere possibile determinare il
suo valore ottenibile dalla vendita tra parti indipendenti, consapevoli e disponibili
(knowledgeable, willing parties).
Quando ciò non risulta possibile, per valore recuperabile di un’attività può essere assunto solo il suo
valore d’uso.
GERARCHIA
1. Prezzo di offerta vincolante (binding sale agreement) al netto dei costi di cessione
direttamente imputabili (IAS 36.25)
2. in subordine (assenza di 1): prezzo su un mercato attivo al netto dei costi di cessione
(IAS 36.26)
3. in ulteriore subordine (assenza di 1 o di 2): valore basato sulle migliori informazioni
in merito al FV netto disponibili per l’impresa alla data di riferimento del bilancio (es.
transazioni per beni analoghi nel medesimo settore di appartenenza)
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IDENTIFICAZIONE DELLE PERDITE DUREVOLI
FREQUENZA E FINALITÀ DELLA VALUTAZIONE
Ad ogni data di riferimento del bilancio per individuare i beni o le CG Unit per cui procedere
all’esecuzione dell’impairment test di verifica delle perdite di valore
Peculiarità relative ai beni intangibili (IA) e all’avviamento
•
IA a vita indefinita e IA in corso di realizzazione (IAS 36.10a) Î annuale riferito sempre alla
stessa data a causa della elevata incertezza dei flussi di cassa ottenibili dal bene
•
Avviamento acquisito tramite Business Combination (IAS 36.10b) Î annuale
•
CGU senza allocazione di avviamento (IAS 36.88): all’atto della verifica delle situazioni di
possibile perdita (triggering events)
•
CGU con allocazione di avviamento (IAS 36.90): annuale
•
CGU con allocazione di beni intangibili a vita indefinita (IAS 36.89): annuale
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IDENTIFICAZIONE DELLE PERDITE DUREVOLI
TRIGGERING EVENTS
Lo IAS 36 individua alcuni indizi che devono comunque essere presi in considerazione dall’impresa.
INDICATORI DI FONTE
INFORMATIVA ESTERNA
INDICATORI DI FONTE
INFORMATIVA INTERNA
Se non esiste alcun indizio tra quelli elencati e tra quelli ulteriori individuati dall’impresa - l’impresa non è
tenuta ad effettuare alcuna stima del valore recuperabile ….
…… l’elenco fornito dallo IAS 36 non è esaustivo ma integrabile attraverso altri elementi di fatto (IAS
36.13)
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IDENTIFICAZIONE DELLE PERDITE DUREVOLI
INDIZI (INDICATORI) DI FONTE INFORMATIVA ESTERNA
• durante l’esercizio: diminuzione significativa del valore di mercato dell’attività, in misura maggiore
rispetto alle previsioni connesse al passare del tempo ed all’uso normale;
• durante l’esercizio o nel prossimo futuro: variazioni significative con effetto negativo
9 nell’ambiente tecnologico, di mercato, economico
9 nel quadro normativo
nel quale l’impresa opera o nel mercato al quale è rivolta l’attività;
• durante l’esercizio: aumento dei tassi di interesse di mercato o di altri indicatori rilevanti per la
valorizzazione degli investimenti (ad es. premio per il rischio), in quanto tali aumenti:
• possono condizionare il tasso di attualizzazione utilizzato nel calcolo del valore d’uso;
• e, conseguentemente, ridurre in maniera rilevante il valore recuperabile dell’attività;
• il valore contabile dell’attivo netto dell’impresa che redige il bilancio è superiore alla capitalizzazione
del mercato.
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IDENTIFICAZIONE DELLE PERDITE DUREVOLI
INDIZI (INDICATORI) DI FONTE INFORMATIVA INTERNA
• risulta evidente l’obsolescenza o il deterioramento materiale di un’attività;
• durante l’esercizio si sono verificati – o si prevede si verifichino nel prossimo futuro – significativi
cambiamenti, con effetto negativo sull’impresa, della misura o del modo in cui un’attività viene o verrà
utilizzata. Tali cambiamenti includono:
9 programmi di cessazione o ristrutturazione di un settore operativo;
9 programmi di dismissione di un’attività prima della data prevista;
• risulta evidente dall’informativa interna che l’andamento economico di un’attività è – o sarà – peggiore
di quanto previsto.
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IDENTIFICAZIONE DELLE PERDITE DUREVOLI
ULTERIORI INDIZI INDIVIDUABILI DALL’IMPRESA
•
flussi di cassa connessi all’acquisto di un’attività, o disponibilità liquide necessarie per
rendere operativa o conservare un’attività, significativamente superiori a quelli
•
preventivati;
•
flussi di cassa netti, o risultati operativi derivanti dall’attività, che si rivelano
significativamente inferiori a quelli preventivati;
•
un significativo peggioramento della previsione dei flussi di cassa netti o del reddito
operativo;
•
la manifestazione di perdite operative o flussi di cassa negativi quando gli importi
dell’esercizio sono aggregati a quelli degli esercizi successivi.
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RILEVAZIONE DELLE PERDITE DUREVOLI
DETERMINAZIONE DELLA PERDITA
Se in sede di calcolo del valore di recupero (maggiore fra value in use e FV netto)
Valore di iscrizione (1) > valore di recupero (2)
Determinazione di una perdita di valore (impairment loss) per la differenza (1) – (2)
PROBLEMATICHE DELL’IMPAIRMENT TEST RIFERITO ALLE CGU
Ripartizione del valore di bilancio dell’avviamento acquisito tramite Business combination fra le
singole CG units (o fra i diversi gruppi di CG Units) beneficiarie delle sinergie derivanti dalla
operazione di concentrazione (IAS 36.80)
Modifica allocazione Goodwill a seguito di cessione parziale o a riassetto
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RILEVAZIONE DELLE PERDITE DUREVOLI
TRATTAMENTO CONTABILE DELLA PERDITA
Perdita relativa a beni valutati con il
REVALUATION MODEL
• Imputazione a decremento della
riserva di rivalutazione fino a
concorrenza della stessa
• Imputazione a CE dell’ammontare
eccedente precedenti rivalutazioni
Perdita relativa a beni valutati al
COSTO STORICO
• Imputazione a CE dell’ammontare
della perdita
• Aggiustamento delle successive quote
di ammortamento del bene per poter
ripartire il nuovo valore contabile lungo
la vita utile del cespite
PERDITA SUPERIORE AL VALORE DI ISCRIZIONE IN BILANCIO
Imputazione a CE ad eccezione del caso (se esplicitamente richiesto da un principio IAS) di rilevazione di
una passività pari alla differenza fra perdita di valore e valore di originaria iscrizione
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RILEVAZIONE DELLE PERDITE DUREVOLI
TRATTAMENTO CONTABILE DELLA PERDITA SU CGU
L’imputazione della perdita può avvenire secondo le seguenti modalità
decremento valore di iscrizione del
Goodwill eventualmente allocato alla
CGU
decremento proporzionale del valore di
iscrizione degli altri beni relativi alla CG
Unit, per la parte residua
Particolarità (IAS 36.105):
1. Limite massimo della ripartizione proporzionale perdita: tale da non determinare la riduzione
del valore dei beni allocati alla CG Unit al di sotto del maggiore fra Fair value netto e value in use
dei singoli beni (se determinabili)
2. Ripartizione perdita eccedente il limite sub -1: proporzionalmente sugli altri beni
3. Rilevazione di una passività per la perdita residua post-ripartizione sub-1 e 2 solo se richiesto da
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altri principi IAS (IAS 36.108)
RIPRISTINI DELLE PERDITE DUREVOLI
REGOLA GENERALE (IAS 36.110 e 114)
Possibili solo per i beni tangibili ed intangibili soggetti a precedente impairment loss (diversi
dall’avviamento) in presenza di un Recoverable Amount derivante dalla stima superiore a quello
determinato in sede di impairment test
Cause del ripristino
incremento effettivo
dell’utilità o del FV
netto del bene
1. Variazione valore di recupero per effetto del passaggio dal FV netto al Value in use (e
viceversa) quale base di misurazione dello stesso
2. Variazione valore di recupero basato sul value in use a causa di modifiche nell’ammontare e nella manifestazione dei flussi di cassa prospettici o nella determinazione del
tasso di sconto
3. Variazione valore di recupero basato sul FV netto derivante da modifiche negli
elementi alla base della stima del FV netto medesimo (es. incremento valore di mercato)
Periodicità della
verifica (IAS 36.111)
Annuale, alla data di riferimento del bilanci
Informazioni rilevanti
per procedere al
ripristino (IAS 36.111)
Fonti esterne ed interne di informazione simmetriche a quelle indicate per procedere
all’esecuzione di un impairment test (IAS 36.12 e 36.14)
Ammontare del
ripristino di valore
Pari alla differenza fra il nuovo valore di recupero e il precedentE
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RIPRISTINI DELLE PERDITE DUREVOLI
TRATTAMENTO CONTABILE DEI RIPRISTINI DI VALORE
SU BENI DIVERSI DALL’AVVIAMENTO (IAS 36.117):
• Incremento del valore del bene per l’ammontare del ripristino
• Limite superiore della rettifica pari al valore di originaria iscrizione o al costo rivalutato
precedentemente iscritto
• Imputazione della contropartita del ripristino (IAS 36.119):
1. beni valutati al costo: a conto economico per l’ammontare totale
2. beni valutati al costo rivalutato
• a conto economico per la quota della precedente svalutazione eccedente la riserva di
rivalutazione
• a ricostituzione parziale o totale della riserva di rivalutazione per la parte del ripristino
eccedente quella imputata a conto economico
3. Rettifica conseguente del piano di ammortamento
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RIPRISTINI DELLE PERDITE DUREVOLI
TRATTAMENTO CONTABILE DEI RIPRISTINI DI VALORE
AVVIAMENTO (IAS 36.124)
Divieto assoluto di ripristino in successivi esercizi relativi all’avviamento
CG UNITS (IAS 36.122):
Allocazione proporzionale del ripristino ai beni CG Unit diversi dal Goodwill:
• ripristino pari alla differenza fra nuovo valore di recupero della CG Unit e precedente valore di
iscrizione della CG Unit (escluso il valore dell’avviamento allocato)
• Limite superiore all’allocazione proporzionale sui singoli beni del ripristino di valore pari al
minore fra il valore di recupero del bene e il valore di iscrizione determinato in assenza di
svalutazione
• Ripartizione proporzionale dell’eccedenza di ripristino risultante dal punto 3.b sugli altri beni della
CG Unit
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INFORMAZIONI INTEGRATIVE
• Illustrazione analitica e giustificazione delle principali perdite e ripristini di valore rilevati nell’esercizio
con riferimento a beni singoli, avviamento e CG Units e giustificazione della modalità prescelta per la
determinazione del recoverable amount (IAS 36.126 e 130)
• Descrizione dei criteri di identificazione delle CG Units (IAS 36.130d.i)
• Illustrazione e motivazione dei cambiamenti rilevanti nella composizione dei beni delle singole CG
Units e degli effetti di ciò sulla determinazione del Recoverable amount (IAS 36.130d.iii)
• Trattamento contabile delle perdite e dei ripristini di valore rilevati nell’esercizio con riferimento alle
quote imputate a conto economico - anche per settore di attività (IAS 14 – segment reporting) - e in stato
patrimoniale (IAS 36. 129 e 130)
• Informazioni per classi di beni o di CG Unit interessate da rettifiche di valore conseguenti a perdite e
ripristini non analiticamente illustrati (IAS 36.131)
• Motivazione della impossibilità di procedere all’allocazione entro i termini stabiliti dallo IAS 36.84 cioè
entro la fine esercizio di effettuazione dell’acquisto (IAS 36. 1)
• Illustrazione delle quote di avviamento e di beni intangibili a vita indefinita ripartite sulle singole CG
units o loro raggruppamenti (se rilevanti rispetto al valore totale dell’avviamento IAS 36. 134)
• Modalità di determinazione del valore di recupero con riferimento alle CG Units di cui al punto
precedente e motivazione delle ipotesi principali alla base recoverable amount prescelto e analisi di
sensitività di tale valore alla modifica delle ipotesi stesse (IAS 36. 134d-e-f)
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