SCHMALLENBERG VIRUS
Il virus di Schmallenberg (SBV) è stato scoperto recentemente (Novembre 2011) nella regione
North Rhine Westphalia in Germania. Al virus è stato attribuito il nome provvisorio della località
tedesca dove sono stati accertati i primi casi d’infezione. Le indagini epidemiologiche,
immunologiche e microbiologiche sono ancora in corso in diversi Paesi Europei.
Le informazioni presentate in questa nota descrivono le osservazioni epidemiologiche e le ricerche
effettuate durante i primi mesi successivi alla sua scoperta e i dati estrapolati da virus geneticamente
simili allo stesso genere e sierogruppo.
Eziologia
SBV è un virus RNA provvisto di envelope, a singolo filamento di senso negativo. Appartiene alla
famiglia Bunyaviridae, genere Orthobunyavirus (Fig.1). E’ correlato con il sierogruppo dei virus
Simbu, in particolare con i virus Shamonda, Akabane e Aino. Anche se il ruolo patogenetico del
SBV deve essere ancora chiarito, le prime inoculazioni sperimentali, nonché i risultati diagnostici
ottenuti da agnelli e vitelli malformati, suggeriscono una relazione causale tra la presenza del virus
e i segni clinici osservati.
Figura 1. Morfologia di virioni appartenenti
alla Famiglia Bunyaviridae. Microfotografia
scattata al microscopio elettronico di
particelle virali fissate in gluteraldeide in
colorazione negativa di Hantann virus.
Azione di disinfettanti chimici e fisici (dati estrapolati dal sierogruppo California degli
Orthobunyavirus)
1. Temperatura: infettività eliminata o significativamente ridotta a 50-60°C per almeno 30
minuti;
2. Disinfettanti chimici: sensibile ai disinfettanti comuni (Ipoclorito di sodio al 1%;
gluteraldeide al 2%; etanolo e/o formaldeide al 70%)
3. Il virus non è capace di replicare al di fuori di ospiti e/o vettori per lunghi periodo di tempo.
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Epidemiologia
Sulla base delle indagini epidemiologiche condotte fino ad oggi, SBV colpisce i ruminanti
domestici ed è improbabile che sia responsabile di zoonosi. La diffusione spazio-temporale
suggerisce che la malattia è trasmessa con gli insetti vettori e successivamente per via verticale in
utero.
Ospiti:
1. Bovini, ovini, caprini;
2. Bisonti;
3. Attualmente non sono disponibili informazioni sulla suscettibilità dei ruminanti esotici
(camelidi, lama, ecc.) o altri ruminanti selvatici o altre specie. È da notare, che altri virus
appartenenti al sierogruppo Simbu colpiscono i ruminanti selvatici e gli anticorpi nei
confronti del virus Akabane sono stati rilevati in cavalli, asini, bufali, cervi, cammelli e in
suini. Alcuni virus del sierogruppo Simbu (Mermet, Peaton, Oropouche virus) sono stati
inoltre rilevati in uccelli. Il topo e i criceti sono suscettibili al virus e possono essere
utilizzati per condurre infezioni sperimentalmente.
4. Uomo: attualmente non sono stati rilevati casi di SBV nell’uomo nelle zone dove il virus è
circolato. Tuttavia una stretta collaborazione tra servizi sanitari umani e veterinari è in
corso per non escludere potenziali casi umani tra veterinari e allevatori in stretto contatto
con animali potenzialmente infetti soprattutto durante gli interventi di distocie.
Trasmissione:
Attualmente non si conoscono le vie di trasmissione di questo virus, tuttavia le stesse, sono state
ipotizzate con le recenti indagini epidemiologiche e confrontate con altri Orthobunyavirus:
1. È probabile che il virus venga trasmesso con insetti vettori (zanzara/mosca);
2. È stata dimostrata la trasmissione verticale attraverso la placenta;
3. La contaminazione diretta da animale ad animale o da animale ad uomo è molto
improbabile, ma necessita di ulteriori indagini (sono stati avviati i primi esperimenti).
Sono ancora necessarie ulteriori ricerche per confermare queste vie di trasmissione e per
determinare le specie di insetti implicate nella trasmissione virale.
Viremia e periodo di incubazione
Una infezione sperimentale condotta in 3 vitelli, ha dimostrato lievi segni clinici di infezione acuta
perdurata da 3 a 5 giorni dopo l'inoculazione sperimentale conferita con virus virulento e la viremia
è stata accertata a 2-5 giorni post-inoculazione. Non sono disponibili dati per quanto concerne gli
ovini e i caprini (fino a febbraio 2012).
Fonti del virus
Fonte di trasmissione:
1. possono essere infettati gli insetti vettori (Materiale risultato positivo in isolamento virale
fino al mese di febbraio 2012);
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2. il virus è stato isolato dal sangue di animali adulti e da cervello di feti infetti (Materiale
trovato positivo in PCR fino al mese di febbraio 2012);
3. organi e sangue di feti infetti, placenta, liquido amniotico e meconio.
Episodi di SBV
Solo alcuni Orthobunyaviruses sono stati segnalati in Europa: ad esempio Virus Tahyna
appartenenti al sierogruppo California, ma quelli del sierogruppo Simbu, prima d’oggi, non erano
mai stati isolati in Europa.
Prima fase: Schmallenberg virus è stato rilevato nel mese di novembre 2011 in Germania a partire
da campioni di bovine da latte malate (febbre, produzione ridotta di latte) raccolti durante il periodo
estate/autunno 2011. Segni clinici simili (compresa la diarrea), sono stati rilevati nelle vacche da
latte dei Paesi Bassi dove la presenza di Schmallenberg virus è stata confermata durante il mese di
dicembre 2011.
Seconda fase: Durante il mese di dicembre 2011, in agnelli neonati dei Paesi Bassi sono state
evidenziate malformazioni congenite, e il virus in questi animali è stato rilevato e isolato nel tessuto
cerebrale. Successivamente, nel mese di febbraio 2012, il Belgio, la Germania, il Regno Unito e la
Francia hanno confermato nuovi casi in PCR di SBV in agnelli nati morti o con malformazioni
congenite.
In Italia il 16 febbraio 2012 è stato confermato il primo caso di SBV in un’azienda della provincia
di Treviso. Il caso notificato all’OIE, consiste in un feto caprino ritenuto che presentava
malformazioni, edema sottocutaneo, scoliosi, artrogrifosi, anchilosi di alcune articolazioni degli
arti. Il feto è risultato positivo alla Real-time PCR. Nell'azienda sono presenti anche un bovino
maschio e 5 capre che non presentano alcuna sintomatologia e che hanno partorito feti sani. Sono in
corso ulteriori accertamenti diagnostici e le relative indagini epidemiologiche. (Nota del DGSAF
III/1581 del 27.01.12; Nota del DGSAF III/2305 del 08.02.12; Nota del DGSAF III/3277 del
20.02.12)
DIAGNOSI
Diagnosi clinica
I segni clinici sono variabili in base alla specie animale considerata. In particolare i bovini hanno
evidenziato una lieve malattia acuta durante la stagione di diffusione dei vettori e le malformazioni
congenite hanno interessato oltre al bovino, gli ovini, i caprini e i bisonti. In alcuni allevamenti
ovini, è stata accertata anche diarrea.
1. Sintomi clinici in bovini adulti
 probabilmente spesso asintomatici, ma durante la stagione di diffusione dei vettori è
possibile evidenziare una malattia acuta;
 febbre (> 40 ° C);
 alterata condizione generale;
 anoressia;
 ridotta produzione di latte (fino al 50%);
 diarrea;
 Recupero entro pochi giorni per i singoli individui, mentre sono necessarie 2-3 settimane per
tutto l’allevamento.
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2. Animali malformati e nati morti (vitelli, agnelli, capretti)

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


Artrogrifosi
Idrocefalo
Anchilosi
Torcicollo
Scoliosi
Attualmente la percentuale di soggetti malformati in un allevamento infetto non è noto. Alcune
aziende hanno segnalato durante le infezioni acute occorse nel 2011, oltre il 25% degli agnelli
malformati.
Lesioni
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


Accertate in animali neonati e malformati;
Idrocefalia;
Ipoplasia del sistema nervoso centrale;
Porencefalia;
Edema sottocutaneo (vitelli).
I sintomi possono essere riassunti come artrogrifosi e sindrome idroencefalica (AHS)
Diagnosi differenziale
Per l'infezione acuta degli adulti:

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Bluetongue;
Virus della malattia emorragica epizootica (EHD);
Afta epizootica (FMD);
Diarrea virale del bovino (BVD), Border diseases (BD) e altri Pestivirus;
Bovine herpesvirus tipo 1 (BoHV-1);
Virus della febbre della valle del Rift;
Virus della febbre effimera del bovino;
Sostanze tossiche.
I sintomi clinici non sono specifici. Si potrebbe osservare diarrea e riduzione della produzione di
latte.
Per la malformazione dei vitelli, agnelli e capretti:
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



Le sostanze tossiche;
I fattori genetici;
Bluetongue;
Pestivirus;
Altri virus del sierogruppo Simbu (Akabane).
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Diagnosi di laboratorio
Campioni
 Da animali vivi per la presenza dell’infezione acuta:
1) Sangue in EDTA;
2) Siero.
Almeno 2 ml di materiale, trasportati a temperatura di refrigerazione;
 Da animali nati morti e vitelli malformati, agnelli e capretti:
1) In sede necroscopica: campioni di tessuto cerebrale (cervello e cervelletto), milza e
sangue;
2) Da neonato vivo: il sangue, (preferibilmente pre-colostro), siero e meconio
I campioni devono essere trasportati refrigerati o congelati al laboratorio.
3) Placenta e liquido amniotico
Procedure di laboratorio
Identificazione del virus mediante:
1) Real-time RT-PCR;
2) Isolamento su colture cellulari;
Prove sierologiche su campioni di siero;
1) Immunofluorescenza indiretta;
2) Prova di siero neutralizzazione virale;
3) ELISA (da sviluppare).
PREVENZIONE E CONTROLLO
Attualmente non esiste un vaccino nei confronti del virus Schmallenberg.
Profilassi sanitaria
Il controllo di potenziali vettori può diminuire la trasmissione virale.
Bibliografia consultata
1. Friedrich-Loeffler-Institut – Update of Information on ‛Schmallenberg virus’:
http://www.fli.bund.de/de/startseite/aktuelles/tierseuchengeschehen/schmallenbergvirus.html
5
2. Friedrich-Loeffler-Institut – New Orthobunyavirus detected in cattle in Germany:
http://www.fli.bund.de/fileadmin/dam_uploads/press/Schmallenberg-Virus_20111129en.pdf
3. Friedrich-Loeffler-Institut – Schmallenberg virus factsheet:
http://www.fli.bund.de/fileadmin/dam_uploads/tierseuchen/Schmallenberg_Virus/Schmalle
nberg-Virus-Factsheet-20120119-en.pdf
4. National institute of public health and the environment – Risk Profile Humaan
Schmallenbergvirus:
http://www.rivm.nl/dsresource?objectid=rivmp:60483&type=org&disposition=inline
5. European Centre for Disease Prevention and Control, Risk assessment: New
Orthobunyavirus isolated from infected cattle and small livestock – potential implications
for human health:
http://ecdc.europa.eu/en/publications/Publications/Forms/ECDC_DispForm.aspx?ID=795
6. The Center for Food Security and Public Health, Iowa State University - Akabane Disease.
September 2009 – Akabane disease card. Available at:
http://www.cfsph.iastate.edu/Factsheets/pdfs/akabane.pdf
7. Public Health Agency of Canada - California serogroup - Material Safety Data Sheets
http://www.phac-aspc.gc.ca/lab-bio/res/psds-ftss/msds27e-eng.php
8. Direction générale de l’alimentation - Note de Service du 4 janvier 2012 : Emergence
orthobunyaviridé (Schmallenberg virus) – surveillance du territoire pendant l’hiver
2011/2012 : http://agriculture.gouv.fr/IMG/pdf/DGALN20128007Z.pdf
9. Mosquito-borne viruses in Europe, Zdenek Hubálek, in Vector-Borne Diseases: Impact of
Climate Change on Vectors and Rodent Reservoirs, Berlin, 27 & 28 September 2007:
http://www.umweltbundesamt.de/gesundheit-e/veranstaltungen/vector-bornediseases/06_%20Hubalek.pdf
10. Peaton virus: a new Simbu group arbovirus isolated from cattle and Culicoides brevitarsis in
Australia - St George T.D., Standfast H.A., Cybinski D.H., Filippich C., Carley J.G., Aust. J.
Biol. Sci., 1980, 33 (2), 235–43.
http://www.publish.csiro.au/?act=view_file&file_id=BI9800235.pdf
11. Distribution and prevalence of Mermet virus infections in the central United States. Calisher
C.H., Ahmann S.J., Grimstad P.R., Hamm J.G., Parsons M.A. Am. J. Trop. Med. Hyg.,
1981, 30 (2), 473–6.
12. An outbreak of Oropouche virus diease in the vicinity of santarem, para, barzil. Pinheiro
F.P., Travassos da Rosa A.P., Travassos da Rosa J.F., Bensabath G. Tropenmed. Parasitol.,
1976, 27 (2), 213–23.
13. ProMED-Mail from Published Date: 2011–11-19 Subject: PRO/AH/EDR> Undiagnosed
illness, bovine - Germany, Netherlands (02): new virus susp. Archive number:
20111119.3404: http://www.promedmail.org/direct.php?id=20111119.3404
14. Hoffmann B, Scheuch M, Höper D, Jungblut R, Holsteg M, Schirrmeier H, et al. Novel
orthobunyavirus in cattle, Europe, 2011. Emerg Infect Dis 2012 Mar [08/02/2012].
http://dx.doi.org/10.3201/eid1803.111905.
15. Ministero della Salute Italiano - http://www.salute.gov.it/sanitaAnimale. Nota del DGSAF
III/1581 del 27.01.12; Nota del DGSAF III/2305 del 08.02.12; Nota del DGSAF III/3277
del 20.02.12.
16. Istituto Zooprofilattico Sperimentale, “G.Caporale”
http://www.izs.it/IZS/Engine/RAServePG.php/P/357510010101/M/200110010101.
17. European centre for diseases prevention and control (ECDC) http://ecdc.europa.eu/en/press/news/Lists/News/ECDC_DispForm.aspx?List=32e43ee8e230-4424-a783-85742124029a&ID=562&RootFolder=/en/press/news/Lists/News
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18. OIE, World Organisation for Animal Health - http://www.oie.int/en/our-scientificexpertise/specific-information-and-recommendations/schmallenberg-virus/
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