Amadeus Johannes Brahms (Amburgo, 7/5/1833 - Vienna, 3/4/1897) Quartetto per pianoforte e archi n. 1 in sol minore op. 25 (40'34) 1 Allegro13'38 2 Intermezzo. Allegro ma non troppo 8'17 3 Andante con moto 9'46 4 Rondo alla Zingarese 8'53 Trio per pianoforte, violino e violoncello in la maggiore op. post. (37'33) 5 Moderato12'55 6 Vivace6'34 7 Lento10'25 8 Presto7'39 Francesco Manara, violino Massimo Polidori, violoncello Claudio Voghera, pianoforte Simonide Braconi, viola (Quartetto) Viva Std = F ITC Benguiat = Amadeus Neuzeit Std = per la diffusione Fondazione T. T.: 78'09 non in vendita separatamente da amadeus Trio Johannes Johannes Brahms Amadeus Amadeus AM 285-2 Quartetto per pianoforte e archi op. 25 Trio per pianoforte, violino e violoncello op. post. Trio Johannes Francesco Manara, violino Massimo Polidori, violoncello Claudio Voghera, pianoforte Simonide Braconi, viola REGISTRAZIONE INEDITa JOHANNES BRAHMS (Amburgo, 7/5/1833 – Vienna, 3/4/1897) Quartetto per pianoforte e archi n. 1 in sol minore op. 25 1 Allegro (13'38) 2 Intermezzo. Allegro ma non troppo (8'17) 3 Andante con moto (9'46) 4 Rondo alla Zingarese (8'53) Composizione 1861 Dedica a Reinhard von Dalwigk Prima esecuzione 16 novembre 1861 Edizione Simrock, Berlino, 1863 Organico violino, viola, violoncello, pianoforte Trio per pianoforte, violino e violoncello in la maggiore op. post. 5 Moderato (12'55) 6 Vivace (6'34) 7 Lento (10'25) 8 Presto (7'39) Composizione 1853-1856 Edizione Breitkopf & Härtel, Lipsia, 1938 Organico violino, violoncello, pianoforte Trio Johannes Francesco Manara, violino Massimo Polidori, violoncello Claudio Voghera, pianoforte Simonide Braconi, viola (Quartetto) 3 Guida all’ascolto Guida all’ascolto Guida all’ascolto Johannes Brahms giore, chiaramente derivato dal secondo, Quartetto per pianoforte e archi op. 25 conclude l’esposizione. Una breve riappaTrio per pianoforte, violino e violoncello rizione del primo tema apre la sezione di op. postuma sviluppo, estesa e basata quasi interamente su di esso, che circola con equilibrio fra i di Alessandro De Bei quattro strumenti. Alla ripresa, regolare, fa seguito una coda, ancora dominata da elementi motivici del primo tema. L’Intermezzo (Allegro ma non troppo) 2 è tripartito e prende le mosse da una nervol Quartetto in sol minore op. 25 venne sa pulsazione ritmica nel violoncello sulla scritto da Brahms nell’estate del 1861 ad quale violino e viola (con sordina) ricamaHamm, a pochi chilometri da Ambur- no un delicato arabesco sonoro in do migo, e vide la sua prima esecuzione il 16 no- nore. L’ingresso del pianoforte è sognante vembre dello stesso anno con l’amata Cla- e sviluppa l’idea di partenza fino al seconra Schumann al pianoforte. do motivo melodico, malinconico ma freIl primo movimento, Allegro 1, si apre con mente allo stesso tempo, cifra inequivocaun tema misterioso presentato dal piano- bile dello stile di Brahms. Il trio centrale, in forte in ottava e subito ripreso dal violon- la bemolle maggiore, ha invece un carattecello seguito dagli altri due archi: si tratta re spensierato e vagamente gioioso, avenin realtà di una sorta di introduzione, per- do in comune con la prima parte soltanto ché la vera e propria esposizione comincia la pulsazione ritmica ternaria. La ripresa su un fortissimo degli archi che riprendono della prima parte è integrale e viene seguiil tema principale con enfasi rinnovata. Il ta da una coda in pianissimo che richiama secondo tema, esposto dal violoncello, è la prima idea motivica della seconda parte. una calda melodica che si espande verso L’Andante con moto 3, in forma di romanl’acuto con un andamento tipicamente za, presenta tre temi espressivi ma non brahmsiano. Un terzo motivo in re mag- languidi, esposti da Brahms sempre con I 4 vigore e carattere quasi sinfonici: il primo tema, in mi bemolle maggiore, è affidato alle voci di violino e violoncello, con la viola che abilmente disegna intensi controcanti e il pianoforte che sostiene con un disegno regolare di crome. Il secondo tema, in do minore, prende invece le mosse da una pulsione ritmica quasi ossessiva nel pianoforte, sulla quale si leva la melodia del violoncello, seguito in imitazione da viola e violino. La parte centrale del movimento (Animato) ha invece un piglio quasi eroico: il ritmo diventa marziale e scorre ininterrottamente fra gli archi, mentre il pianoforte espone un tema nobile ed austero prima in do maggiore poi, con aumentata enfasi, in do minore. Raggiunto l’apice emotivo, Brahms ritorna alla dolcezza iniziale con la ripresa del primo tema e la delicata conclusione in mi bemolle maggiore. L'ultimo tempo, Rondo alla Zingarese 4, è una pagina travolgente e indiavolata basata su un ritornello dal carattere zigano che si alterna a svariati episodi formalmente liberi. Il primo episodio è costituito da una delicatissima ma vorticosa serie di scalette del pianoforte (piano molto leggiero) con- trappuntate dal pizzicato degli archi. Il secondo episodio è condotto invece dal pianoforte attraverso massicci accordi a piena tastiera che ricordano il clima espressivo delle Danze ungheresi brahmsiane. Il trio che segue, affidato agli archi, è pieno di malinconia, subito interrotta dal ritorno del primo episodio, con le sue vorticose scalette. Il ritmo zigano ritorna in un terzo scatenato episodio seguito da una cadenza del pianoforte che imita il cimbalon, strumento tipico della musica popolare ungherese. L’ultima, travolgente, apparizione del ritornello conclude questa pagina, giustamente famosa, che incontrò l’entusiastica approvazione dell’amico Joseph Joachim, al quale Brahms aveva inviato una copia del Quartetto per averne un giudizio. Il Trio in la maggiore opera postuma venne scoperto nel 1924 dallo studioso dell’Università di Colonia Ernst Bücken; presentando notevoli analogie stilistiche con altre opere giovanili di Brahms, venne pubblicato da Breitkopf & Härtel nel 1938. Se da un lato l’attribuzione brahmsiana non venne universalmente accettata, dall’altro il lavoro divenne de facto un’opera giovani5 Guida all’ascolto Guida all’ascolto le di Brahms, composta probabilmente fra il 1853 e il 1857. Il primo movimento, che reca la poco frequente indicazione di Moderato 5, si apre con un tema lirico e struggente esposto da pianoforte e violoncello nel registro grave e subito ripreso dal violino. Un robusto passaggio in ottave del pianoforte (quasi un tambureggiare di carattere militare) conduce al materiale motivico del secondo tema, contraddistinto da un atteggiamento melodico più determinato. Il carattere dell’esposizione si basa però sull’uniformità e sulla continuità della linea melodica, piuttosto che sul contrasto tematico. Lo sviluppo elabora spunti motivici del primo tema in una fitta trama che vede protagonisti in egual misura i tre strumenti; la seconda parte dello sviluppo, più intensa e ritmica, prende spunto dal passaggio in ottave del pianoforte dell’esposizione. La ripresa, col primo tema affidato al pianoforte, si sovrappone alla conclusione dello sviluppo (violino e violoncello) e corre regolare fino alla coda conclusiva, annunciata da un lungo pedale, che chiude il movimento in un clima quasi mesto e rassegnato. Il secondo movimento, Vivace 6 in fa diesis maggiore, è formalmente uno scherzo, condotto dai tre strumenti in una sorta di scatenata galoppata ritmica che giunge al tema struggente esposto dal violoncello. Il trio centrale, in si maggiore, a sua volta tripartito, si apre con una melodia dolcemente cantabile, annunciata dal pianoforte e ripresa dal violoncello e dal violino. La sezione centrale vede i tre strumenti intrecciare le loro voci in un gioco sonoro tenero e delicato. La ripresa del Vivace conduce poi alla coda conclusiva, appassionata e fulminante. Il terzo movimento, Lento 7 in re maggiore, si apre con una sorta di sereno corale annunciato dal pianoforte ed elaborato dagli archi. La seconda idea tematica è invece di tutt’altro segno: sopra l’ostinato ritmo puntato del violoncello e del pianoforte si staglia una melodia tesa e tragica, quasi di marcia funebre. I due motivi principali vengono ripetuti e il movimento raggiunge il suo climax espressivo con la ripetizione della “marcia funebre”. Un episodio trasognato in re minore precede la breve coda conclusiva, nella quale la tonalità di re maggiore torna a trionfare. 6 Il Presto 8 conclusivo si apre con grande vigore ritmico, al quale partecipano in egual misura i tre strumenti; il tema secondario, affidato alla voce del violino, è invece cantabile ed espressivo nell’uso accorto del cromatismo. La sezione di sviluppo, aperta dal violoncello, prende spunto dal tema secondario ma si occupa anche del tema principale, con improvvise e veementi aperture. La coda, col tratta- mento contrappuntistico del materiale (imitazione, aumentazione del tema) è un evidente omaggio del giovane Brahms all’arte di Bach. Pur con evidenti tracce beethoveniane, schumanniane e perfino mendelssohniane, il Trio in la maggiore resta un’importante testimonianza della ricerca del giovane Brahms di una cifra stilistica personale. 7 Interpreti Interpreti Trio Johannes Nasce nel 1993 dall’incontro del violinista Francesco Manara, del pianista Claudio Voghera e del violoncellista Massimo Polidori, tre amici con una comune passione per la musica da camera, ed è considerato uno dei più importanti ensemble di musica da camera nel panorama internazionale. I tre musicisti vantano individualmente importanti affermazioni: Francesco Manara è stato scelto da Riccardo Muti per ricoprire il posto di Primo violino solista nell’Orchestra del Teatro alla Scala di Milano e nel 1993 ha vinto il Primo Premio al Concorso Internazionale di Ginevra; Massimo Polidori dopo aver vinto il Primo Premio di Virtuosité del Conservatorio di Ginevra ricopre il posto di Primo violoncello nell’Orchestra del Teatro alla Scala di Milano; Claudio Voghera, docente di pianoforte principale presso il Conservatorio di Torino, già allievo di Aldo Ciccolini, nel 1993 ha vinto il “Grand Prix de Sonates Violon et Piano” dell’Accademia di Losanna. Grazie ad una borsa di studio della “De Sono Associazione per la Musica”, il Trio Johannes ha studiato presso la Scuola Superiore Internazionale di Musica da Camera del Trio di Trieste, con i Maestri De Rosa, Zanettovich e Baldovino, conseguendo nel 1995 il Diploma di Merito. Da allora è stato ospite di importanti società concertistiche quali, tra le altre, gli Amici della Musica di Padova, Vicenza, Firenze, Palermo, Bologna e Perugia, il Bologna Festival, il Ravenna Festival, la Gog di Genova, la Società dei Concerti di Milano, l’Unione Musicale di Torino e la Radio della Suisse Romande a Ginevra; nel maggio 2000 ha effettuato una tournée in Sud America organizzata dal Cidim suonando nelle principali sale da concerto di Argentina, Uruguay e Brasile. Grazie a un progetto sostenuto dagli Amici della Musica di Vicenza, ha inciso il suo primo CD con musiche di Beethoven e Brahms per l’etichetta “Sicut Sol” e nel 2003 è stato pubblicata, con un grande successo di pubblico e di critica, l’integrale dei Trii di Brahms per la rivista “Amadeus”. Vanta importanti affermazioni a livello internazionale: nel 1998 il II Premio al “III Concorso Internazionale Premio Trio di Trieste”, nel 1999 il II Premio al “3rd International 8 9 Interpreti Chamber Music Competition” di Osaka; nel 2001 è risultato inoltre vincitore del “50th Concert Artists Guild Competition” di New York e ha debuttato negli Stati Uniti nella stagione 2002, suonando per le principali società concertistiche tra le quali la Weill Recital Hall della Carnegie Hall a New York, la Pittsburgh Chamber Music Society e la Market Square Concerts di Harrisburg. Nel 2007 è stato invitato dalla New Haven Synphony Orchestra per il Triplo Concerto di Beethoven. Le ultime incisioni discografiche comprendono il Quatuor pour la fin du temps di Olivier Messiaen e il Trio op. 67 di Dmitri Šostakovič. Nel maggio 2014 il Trio Johannes esordirà al Teatro alla Scala di Milano. www.triojohannes.com Simonide Braconi Romano, ha compiuto i suoi studi musicali sotto la guida di solisti di fama internazionale quali Bruno Giuranna, Yuri Bashmet e Kim Kashkashian, diplomandosi con lode e menzione d’onore presso il Conservatorio di Roma e la Hochschule di Freiburg (Germania). Premiato in diversi concorsi solistici internazionali (“L. Tertis”, Colonia, ecc.), nel 1994 è stato prescelto da Riccardo Muti come Prima viola nell’Orchestra del Teatro alla Scala di Milano. Ha inciso da solista e in complessi di musica da camera per le etichette Vigiesse, Thymallus, Agorà, Stradivarius, Dad, Dynamic, Fonè, Concerto, Decca e Tudor, oltre ad aver realizzato diverse registrazioni per Radio 3, RAI Radiotelevisione italiana, Rete 4, Sky Classica e per le riviste CD Classica e Amadeus. Membro di giurie in diversi concorsi internazionali (tra cui Ginevra), è invitato a tenere corsi presso importanti istituzioni in Italia (Arts Academy a Roma, Festival delle città a Portogruaro, Gubbio Festival, Accademia Perosi a Biella, Sebino Summercourse) e all’estero (Academie de musique de Sion in Svizzera e Domaine Forget in Canada); attualmente è docente presso la Milano Music Master. 10 Insieme alle altre prime parti dell’Orchestra ha costituito il Quartetto d’archi della Scala. Tra le sue esecuzioni, particolarmente rilevante è la Kammermusik n. 5 di Paul Hindemith (Concerto per viola) con l’Orchestra Filarmonica della Scala diretta da Wolfgang Sawallisch e la Sinfonia concertante K 364 di Mozart diretta da Riccardo Muti con l’Orchestra Cherubini. Suona una viola Giovanni Gagliano (1800). www.simonidebraconi.it Amadeus n. 285 Periodico registrato al Tribunale di Milano 186/19-03-1990 e 2013 s.r.l. Direttore responsabile Gaetano Santangelo Redazione Andrea Milanesi Grafica Dario Codognato Impaginazione Riccardo Santangelo Registrazione 26, 27 ottobre 2008, BartokStudio, Bernareggio (MI) Direttore artistico e ingegnere del suono Raffaele Cacciola Editing Biagio Laponte In copertina Trio Johannes insieme a Simonide Braconi (foto di Roberto Cifarelli) Pagina 8 Johannes Brahms N.B.: È possibile scaricare questo booklet in formato digitale all'indirizzo www.amadeusonline.net/books/201308.pdf 11