I diversi tipi sostanze: natura ed effetti
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Alcol
Allucinogeni
Anfetamine
Cannabinoidi
Cocaina
Ecstasy
Eroina
Oppio
Alcol
Come è noto, l'alcool agisce su ogni settore dell'organismo, dal sistema digestivo a quello nervoso.
Di solito, un uso "gestito" e moderato non provoca problemi. Un bicchiere di vino o un drink
rendono più socievoli, allegri e loquaci; sciolgono i rapporti con gli altri. Se si esagera con i
bicchieri, con il passare della serata la pressione del sangue si modifica, i riflessi rallentano, la
digestione diventa difficile, la temperatura del corpo diminuisce, si possono avere problemi con le
prestazioni sessuali. Quando l'esagerazione diventa un'abitudine protratta nel tempo, il fegato e
l'organismo sono meno capaci di tollerare la stessa quantità di alcool, e allora, ubriacarsi diventa più
facile. Epatiti, cirrosi, ulcere , problemi circolatori, danni al sistema nervoso, cancro allo stomaco e
problemi digestivi sono alcuni degli effetti a lungo termine causati dall'abuso di alcolici. Che,
peraltro, può far scatenare, in chi è predisposto, un'aggressività difficile da controllare, l'alcool può
dare dipendenza, e può anche capitare più in fretta di quanto si pensi,. Anche perché ci si può
abituare in fretta a bere di più illudendosi di riuscire a sopportare senza problemi anche grandi
quantità di alcool. Se si smette di bere dopo un uso prolungato possono insorgere tremori, aritmie
cardiache, convulsioni e anche allucinazioni. La dipendenza da alcool è cronica e progressiva e può
essere fata le se non controllata.
Nella legge quadro N° 125 del 2001, pubblicata sulla G.U. del 18/4, in materia di alcol e problemi
alcolcorrelati , se ne sottolinea l’importanza nelle scuole, caserma, nelle università, negli istituti
penitenziari, nei luoghi di aggregazione giovanile. Questa legge stabilisce: a) per bevanda alcolica
si intende ogni prodotto contenente alcol alimentare in gradazione superiore a 1,2 gradi
(superalcolico oltre i 21 gradi); b) la pubblicità degli alcolici è vietata sui media e nei programmi
TV rivolti ai minori, nei luoghi frequentati in prevalenza tra i minori; c) la vendita di superalcolici
nelle aree di servizio autostradali è vietata dalle 22 alle 6; ha anche modificato l’articolo del codice
della strada che riguarda la concentrazione alcolemica (alcool nel sangue), riducendola da 0,8
grammi a 0,5 per litro di sangue (la contravvenzione è punita con l’applicazione di sanzioni
amministrative ).
Allucinogeni
Lsd
Composizione chimica
Conosciuta come "acido" la dietilamide dell'acido lisergico è l'allucinogeno più diffuso in Italia e
nel mondo. E' spacciato in francobollini colorati o pillole (micropunte) in cui, come capita con
l'ecstasy, non si sa mai bene cosa c'è dentro. il "viaggio", il "trip", può durare fino a dodici ore. L'lsd
interviene sulle percezioni sensoriali: "colora" i suoni, fa "vedere" gli odori e "sentire" i colori.
Effetti e rischi
L'lsd modifica la percezione della realtà, fa vedere le cose che non ci sono, provoca illusioni e così
si fatica a distinguere cos'è reale e cos'è immaginario. Il tatto è esaltato e si può perdere il senso del
tempo. Emozioni intense, anche se contrastanti, si sovrappongono una sull'altra e cambiano in
continuazione. Ci si sente confusi, i riflessi sono alterati e si può avere difficoltà a capire dove si è e
cosa si sta facendo. A volte non lo si capisce proprio, perché la facoltà di giudizio può essere
modificata. In questi casi, allora, può diventare pericoloso fare anche una cosa banale come
attraversare la strada. L'lsd può far salire la temperatura del corpo, aumentare la pressione del
sangue, provocare tachicardia e dare un senso di vertigine e nausea.
Gli effetti dell'acido cambiano, e di molto, a seconda del posto in cui ci si trova e di come stanno
corpo, cuore e mente in quel momento. Può capitare facilmente che anche una lontana traccia
d'inquietudine o un posto sbagliato facciano cambiare la direzione del "viaggio". In particolare
possono verificarsi stati di ansia acuta o reazioni di panico ("bad trip", il "brutto viaggio") che si
autoalimentano e crescono. Scatta la paura di perdere il controllo che diventa in un attimo paranoia
e si possono scatenare veri e propri deliri di persecuzione. Il consumo anche di un solo francobollo
in cui ci sia molto lsd può provocare depressione, paranoia, psicosi e "flaschback" (cioè, a distanza
anche di molto tempo il "viaggio" ritorna improvviso e inaspettato). Anche se si consuma poco,
personalità più vulnerabili possono rimanere a lungo squilibrate con danni permanenti. Proprio per
questo c'è chi sostiene che possa far male anche una volta sola e dare conseguenze psichiatriche. Il
mix con alcool e altre droghe fa aumentare i rischi e gli effetti non ricercati.
I limiti massimi previsti dall’art. 73, comma 1 bis del D.P.R. n. 309/90 modificato dalla legge n.
49/2006 sono di 0,15 mg. (dose media singola 0,05 mg.)
Amfetamine
Composizione chimica
Sono un gruppo di sostanze con una lunga storia, ripescate di recente da chi consuma ecstasy e
compagne. Si trovano in pasticche, in capsule o in polvere. Nel nostro cervello agiscono su alcune
sostanze che contribuiscono a regolare sonno, umore e appetito.
Effetti e rischi
Chi le consuma vuole una scorciatoia per sentirsi pieno di energia, sveglio e vigile. Ma le
amfetamine accelerano il cuore, il respiro, rendono difficile il sonno e, alla lunga, diminuiscono
l’attività sessuale. Aiutano a non far sentire fame e fatica, ma non difendono l’organismo dalla
mancanza di cibo o riposo. Quando l’effetto finisce, ci si sente come svuotati: spossati, irritabili,
depressi; sensazioni che si fanno più intense se c’è stata una storia d’uso di molti giorni. La
tentazione di allontanare da sé questi effetti può portare a riprenderle ancora. Chi consuma può
avere problemi a capire cosa è in grado di fare, le conseguenze di ciò che fa e gli eventuali rischi. In
casi estremi, il comportamento può diventare violento, le capacità di autocritica annullarsi e si può
arrivare all’isolamento e alla paranoia.
Le amfetamine possono dare dipendenza. Quando si smette dopo aver consumato troppo e a lungo,
scatta l’astinenza: ci si sente gravemente depressi, stanchi e molto assonnati. Se vengono iniettate e
si usano siringhe in comune c’è il rischio di infezione da HIV e epatite. Il mix con alcolici e altre
sostanze aumenta i rischi, in particolare i comportamenti possono diventare facilmente aggressivi e
violenti. Le amfetamine sono illegali e per legge sono equiparate a eroina e cocaina.
I limiti massimi previsti dall’art. 73, comma 1 bis del D.P.R. n. 309/90 modificato dalla legge n.
49/2006 sono di 500 mg. (dose media singola 100 mg.)
Cannabinoidi
Composizione chimica
I cannabinoidi: marijuana, hashish e olio di hashish sono derivati dalla cannabis sativa pianta
originaria dell'Asia centrale.
La marijuana, preparata dai fiori e dalle foglie secche della pianta, è comunemente definita "erba"
perché, di colore variabile dal grigiastro al marrone verdastro, è simile a erba secca oppure a tè.
L' hashish è ricavato dalla resina della cannabis ed è preparato in piccoli blocchi o in povere,
contiene un’elevata quantità di principio attivo e viene commercializzato come pani o piastre verdebrunastre. L'olio di hashish è un liquido marrone denso e oleoso, è la forma più pura e si ricava
dall’ hashish con l’uso di solventi
Il principio attivo contenuto in marijuana, hashish e olio di hashish, al quale si devono gli effetti
sull'umore e sulla percezione è il THC (Delta-9-Tetraidrocannabinolo), presente nelle tre
preparazioni in quantità rispettivamente crescenti. Di recente sono state messe sul mercato varietà di
marijuana coltivate in serra il cui contenuto di THC si avvicina a quello dell' hashish.
La cannabis può essere mangiata (unita agli alimenti), ma di solito viene fumata. Mescolata a
tabacco viene fumata con la pipa (spesso con aggiunta di oppio); più frequentemente in sigarette
arrotolate alle estremità per non far sfuggire la polvere. In gergo le sigarette sono chiamati spinello,
cannone, joint, a seconda delle quantità usata, che oscilla da 400 a 1000 mg e della percentuale di
tabacco.
Effetti e Rischi
Il THC viene assorbito attraverso i polmoni se i cannabinoidi vengono fumati o attraverso l'apparato
gastro-intestinale se sono ingeriti. Gli effetti di queste sostanze iniziano dopo qualche minuto
dall'assunzione e possono durare fino a 3-4 ore. Piccole dosi provocano sensazioni di benessere,
tendenza a parlare più del solito, perdita di concentrazione, appetito, aumento della frequenza
cardiaca, arrossamento degli occhi, difficoltà di equilibrio e coordinamento motorio, sonnolenza
(questi ultimi due effetti possono protrarsi più a lungo degli altri).
Dosi più forti intensificano gli effetti e tendono a falsare la percezione del tempo, dello spazio, dei
suoni e dei colori; dosi molto forti provocano confusione, agitazione, ansietà panico: talvolta
possono manifestarsi anche fenomeni allucinatori. E' accertato che l'uso dei cannabinoidi altera le
abilità motorie e la capacità di eseguire compiti complessi, anche se abituali (per esempio, la guida
dell'auto). Queste sostanze interferiscono con la memoria a breve termine e con il pensiero logico. I
fumatori di cannabinoidi sono a maggior rischio di contrarre malattie a carico dell'apparato
respiratorio e tendono a inalare il fumo più profondamente trattenendolo a livello polmonare per
aumentarne gli effetti.
Dopo uso cronico la sospensione dell’assunzione di cannabinoidi determina la comparsa di un
quadro sintomatologico, relativamente mite. Comincia entro qualche ora dalla sospensione
dell’assunzione e può durare 4-5 giorni (irrequietezza, irritabilità psichica, diminuzione
dell’appetito, perdita di peso).
La tolleranza varia da soggetto a soggetto. La dipendenza psichica non è molto intensa e soltanto in
rari casi si instaura dipendenza fisica.
I limiti massimi previsti dall’art. 73, comma 1 bis del D.P.R. n. 309/90 modificato dalla legge n.
49/2006 sono di 500 mg. (dose media singola 25 mg.)
Cocaina
Composizione chimica
E' l'estratto della foglia di Erytroxylon Coca (detta pianta divina), una pianta che cresce nelle Ande.
La cocaina viene in gran parte raffinata in Bolivia, in Perù e principalmente in Colombia. Negli
anni '50 la chiamavano "neve" e veniva spacciata in polvere candida da "sniffare". oggi si trova
anche in cristalli che si fumano, noti come "crack". La cocaina agisce su alcune sostanze che, nel
nostro cervello, influenzano l'energia, la memoria, la vigilanza, l'umore ed il piacere. Può essere
assunta per bocca, per via nasale o parenterale (sottocute, intramuscolo, endovena).
Effetti e Rischi
Chi la consuma cerca energia, potenza e una forte dose di stimolazione sessuale. Ma può trovare
anche tremori, ipertensione e innalzamento della temperatura corporea. Può avere difficoltà a
mangiare e a dormire. In casi particolari qualche problema con il cuore. Chi la usa tende poi a
sopravvalutare se stesso, le sue capacità e a sottovalutare le conseguenze, magari rischiose, di ciò
che fa: un vero pericolo se si guida o si è in situazioni in cui è meglio tenere a bada l'aggressività.
Anche perché comportamento e linguaggio possono in un attimo diventare violenti. Quando l'effetto
finisce e c'è il down , ci si sente stanchi, senza energie, si entra in depressione. E con il tempo e
l'aumento delle dosi, in fase di down si arriva a non provare più piacere per nulla. La cocaina porta
all'abuso. In poco tempo cresce l'esigenza di prenderne ancora, fino al punto che, se dosi e
frequenza aumentano, non si riesce più a farne a meno. Chi esagera si sente stressato, insonne,
mangia male e alla lunga può avere seri problemi con le sue prestazioni sessuali: scompare il
desiderio e si può arrivare all'impotenza. Il consumatore cronico è spesso ansioso, irritabile,
sospettoso e suscettibile. In casi estremi può arrivare alla paranoia, al delirio e avere allucinazioni
che sfociano in psicosi vere e proprie.
La cocaina dà dipendenza. L'astinenza comincia poco dopo aver smesso e provoca depressione,
sonnolenza, inquietudine, tremori, dolori ai muscoli. E una gran voglia di consumare di nuovo.
L'overdose può portare alla morte per arresto cardiaco, convulsioni o paralisi respiratoria. Effetti
collaterali e rischi si moltiplicano se la cocaina è iniettata in vena o fumata perché arriva più
velocemente al cervello (usando siringhe in comune, c'è poi il rischio di infezioni come Hiv e
epatite) la mescolanza con alcool o con altre droghe aumenta i rischi. In particolare, l'alcool può
stimolare l'aggressività.
I limiti massimi previsti dall’art. 73, comma 1 bis del D.P.R. n. 309/90 modificato dalla legge n.
49/2006 sono di 750 mg. (dose media singola 150 mg.)
Ecstasy
Composizione chimica
L’ecstasy è la più conosciuta di un gruppo di sostanze, derivate dall’amfetamina. Queste metossiamfetamine vengono definite “entattogene” perché hanno la capacità di indurre uno stato
psicologico tale da aumentare nel soggetto le capacità introspettive. Sono, di fatto in continua
evoluzione, per la relativa facilità di sintesi (anche in piccoli laboratori “artigianali”) ed i continui
tentativi di introdurre nuovi prodotti sul mercato illecito, per aggirare .
L’ecstasy o l’mdma (3,4-metilendiossimetamfetamina), si trova in pasticche colorate di forme
differenti e non si sa mai con precisione cosa c’è dentro. L'mdma deve gran parte della sua
popolarità, al fatto di essere “commercializzata” come droga ricreazionale; tra i giovani, viene usata
soprattutto in discoteca o nei rave, dove alcool e musica agiscono potenziandone gli effetti.
L’Mdma agisce soprattutto sulla serotonina, una sostanza del nostro cervello che interviene
sull’umore, sul sonno e sull’appetito. Studi scientifici hanno dimostrato che può danneggiare in
modo significativo alcune cellule del cervello.
Effetti e rischi
Chi la usa cerca una via veloce per emozioni forti, parole fluenti, rapporti facili con tutti, soprattutto
con l’altro sesso. Ma subito l’ecstasy fa battere il cuore più in fretta (tachicardia), rende la bocca
arida, le mascelle tese e dilata la pupilla. Alza la pressione del sangue, ed è un rischio ulteriore per
chi ha problemi a cuore, reni o per chi soffre di epilessia. Presa durante una notte di ballo sfrenato
contribuisce a far salire la temperatura del corpo e può portare al colpo di calore: un pericolo per la
vita, in qualche caso. Se poi si bevono alcolici i rischi aumentano. Quando l’effetto finisce ci si
sente depressi e irritabili. Così storditi che una curva può sembrare più distante di quello che è. Chi
esagera, così come chi consuma magari poco, può avere crisi d’ansia, di panico o di paranoia, che
possono riproporsi anche molto dopo aver consumato. Col tempo può entrare in depressione e avere
problemi a dormire (anche per settimane e a mangiare.
Con l’ecstasy può venire voglia di riprovarci: una volta, due, tre. Finché non diventano troppe. E
allora può sembrare che non sia più notte senza l’ecstasy. Per cui si prende ancora, pensando che
vada tutto liscio, ma non sempre è così. Anche perché può diventare necessario prenderne di più per
ottenere lo stesso effetto e questo non fa che aumentare i rischi. Col tempo quel ce si cerca sfuma,
mentre crescono i problemi. Gli effetti dell’ecstasy variano da persona a persona, in particolare
l’Mdma può tirar fuori disturbi che non si sospettava di avere: ecco perché per qualcuno, anche solo
una pasticca può essere pericolosa. Il mix con altre droghe o con alcolici aumenta i rischi. In Italia,
dove l’ecstasy è illegale ed è equiparata per legge all’eroina, alcuni decessi sono collegati al suo
abuso.
I limiti massimi previsti dall’art. 73, comma 1 bis del D.P.R. n. 309/90 modificato dalla legge n.
49/2006 sono di 750 mg. (dose media singola 150 mg.)
Eroina
Composizione chimica
L’eroina deriva dall’acetilazione della morfina, principale alcaloide dell’oppio, il nome chimico è
diacetilmorfina.
La materia prima proviene dalla Turchia, dal triangolo d’oro: Tailandia, Birmania e Laos e dal
corno d'oro: Afghanistan e Pakistan.
Attualmente si trovano in commercio tre tipi di eroina: la bianca (o tailandese) che è la qualità più
pregiata; la rosa che proviene dalla Birmania e la brown sugar che si presenta come granellini di
zucchero bruciato. Altro tipo è quella denominata turco-persiana entrata più recentemente in
commercio, chiamata anche eroina al limone perché si scioglie più facilmente in acqua acidulata
con succo di limone o acido citrico. L’intensità del colore dipende dalla purezza; solitamente
contiene altri alcaloidi. Nell’eroina “da strada” si può trovare dallo 0% al 40% di eroina pura; in
media 5-20%.
Le sostanze più comunemente usate per il “taglio” sono gli zuccheri come il lattosio, il glucosio, il
saccarosio o amidi e anestetici locali come lidocaina e procaina; inoltre si trovano talco, fenacetine
ed anche anfetamine.
Le vie di introduzioni sono diverse: endovenosa, intramuscolare, sottocutanea, nasale.
La dose letale nel soggetto non assuefatto è di 100 milligrammi; i quantitativi consumati a scopo
voluttuario oscillano dai 10 milligrammi ai 3 grammi giornalieri.
Effetti e rischi
L’intossicazione acuta può manifestarsi entro pochi secondi dall’assunzione per via endovenosa o
dopo 2-3 minuti se l’eroina è stata introdotta per altre vie, con alterazioni del tono dell’umore,
euforia iniziale seguita dopo circa 30 minuti da disforia e apatia della durata di alcune ore. Il
paziente presenta restringimento del diametro pupillare (miosi), aumento della temperatura corporea
e arrossamento cutaneo, prurito, rallentamento delle frequenza cardiaca, riduzione della pressione
arteriosa, deficit di attenzione e di memoria, sonnolenza, alterazioni del linguaggio, difficoltà ad
urinare. Dopo le prime assunzioni possono comparire nausea e vomito.
Il paziente in overdose presenta un’alterazione dello stato di coscienza fino al coma profondo. La
respirazione è rallentata (2-4 atti al minuto) e superficiale con rischio di edema polmonare. La cute
è bluastra, la pressione arteriosa è bassa e la frequenza cardiaca rallentata. Ci può essere aumento
della temperatura corporea. Il diametro delle pupille è ridotto, puntiforme. L’overdose può
dipendere da diversi fattori: il potenziamento con altre sostanze, la denaturazione con altri prodotti
(lattosio, chinina, ecc) che non permette di ben controllare il dosaggio reale del prodotto attivo, la
tendenza del neofita ad assumere una prima dosa simile a quella dei compagni già assuefatti; (un
simile comportamento si verifica anche dopo una lunga astensione dall’uso: carcere, Comunità
terapeutica).
Intossicazione cronica protratta: l'abuso cronico provoca una scomparsa progressiva degli effetti
euforizzanti mentre compaiono i sintomi legati alla sindrome di astinenza che si sviluppa
parallelamente alla tolleranza (restringimento del diametro della pupilla, stitichezza); l'aumento
della quantità di sostanza comporta un aggravamento della sintomatologia astinenziale. Le
complicazioni sono somatiche (dovute alle droghe e alle modalità della loro somministrazione): a)
Alterazioni dello stato generale (carie e ascessi dentari, sovra-infezioni); alterazioni legate alla via
endovenosa (lesioni cutanee; flebiti, miositi, artriti settiche, setticemie); complicazioni
cardiovascolari (l'endocardite è la più frequente), polmonari, digestive; fenomeni allergici (reazioni
vasomotorie fino allo shock); Disturbi ginecologici (amenorrea, cicli anovulatori o riduzione della
libido); Disturbi ostretrici (tossiemia o distacco di placenta); Sindrome astinenziale neonatale. b)
Psichiatriche: depressione, ansia, psicosi;
Se il soggetto assuefatto sospende l’assunzione di eroina si manifesta la Sindrome di astinenza (la
cui intensità dipende dalla quantità di sostanza assunta e dal tempo di eliminazione dall'organismo).
I sintomi diventano via via più intensi con il trascorrere delle ore. Dopo circa 8-10 ore: ansia,
sbadigli, sudorazione, lacrimazione e ricerca compulsiva della sostanza; successivamente: insonnia,
flush caldi e freddi, fascicolazioni con irrigidimento muscolare, crampi addominali, dilatazione del
diametro pupillare e tremori; dopo 36 ore: spossatezza, nausea, vomito e diarrea, ipertensione
arteriosa, aumento della temperatura corporea, della frequenza cardiaca, degli atti del respiro;
L'acme viene raggiunto dopo 48-72 ma può continuare per 7-10 giorni; I disturbi del sonno e
dell'umore possono perdurare alcuni mesi.
I limiti massimi previsti dall’art. 73, comma 1 bis del D.P.R. n. 309/90 modificato dalla legge n.
49/2006 sono di 250 mg. (dose media singola 25 mg.)
Oppio
Composizione chimica
L'oppio è la droga delle culture medio-orientali e mediterranee. E' il lattice secreto dalle capsule del
papaver somniferum album. Questo lattice fuoriesce dalla capsula del papavero attraverso sottili e
superficiali incisioni; Ha forma di grosse gocce bianche e lattiginose che al contatto dell'aria di
rapprendono e diventano di colore scuro. Dopo qualche ora la resina viene raccolta e impastate in
piccole forme, o pani d'oppio, di profumo dolciastro. colorito bruno-nerastro di sapore amaro. La
resina è ricca di sostanze organiche attive, alcune ad effetto analgesico ed euforizzante: morfina,
codeina e dionina, altre con sola azione spasmolitica: papaverina, noscapina e febaina.
Effetti e rischi
L'oppio può essere assunto per via orale, masticato sotto forma di palline o ingerito frammisto ad
alimenti o mescolato a bevande spesso unito a piccole quantità di hashish. Più frequentemente viene
fumato in apposite pipe.
In Europa taluni si iniettano la droga concentrata dopo numerose bolliture. L'abitudine di
consumare oppio per via inalatoria o per via orale, poco popolare nel mondo occidentale, fa parte di
alcuni popoli, primi fra tutti il cinese e quelli medio-orientali ed ha una storia antichissima.
Gli effetti analgesici e ricreazionali sono legati essenzialmente alla morfina.
Per i limiti massimi previsti dall’art. 73, comma 1 bis del D.P.R. n. 309/90 modificato dalla legge n.
49/2006 si fa riferimento alla quantità di principio attivo contenuta (morfina).