Vol. 3 Settembre 2010 N° 3 SICUREZZA NELL’USO DELLE CELLULE STAMINALI IN MEDICINA RIGENERATIVA Maurizio Ceccarelli (International Centre for Study and Research in Aesthetic and Physiological Medicine – Roma) J. Víctor García (Sociedad Española de Medicina y Cirugía Cosmética – Barcelona) Premessa Oggi, sempre più, si parla di cellule staminali e del loro possibile uso per rigenerare tessuti od organi. Anche nell’ambito della medicina fisiologica, recentemente, sono stati proposti dei trattamenti a base di cellule definite con il termine generico di staminali (liposowing). Crediamo opportuno, anche alla luce di eventuali problemi legislativi, fare un chiarimento scientifico in questo settore. Infatti, la generalizzazione del termine staminale può portare a comprendere terapie e trattamenti utili e privi di possibili danni biologici tra trattamenti che devono essere, giustamente, regolati ed effettuati in ambiente opportuno. Gli atteggiamenti verso l'uso di cellule staminali a fini di ricerca o di cure mediche variano da un paese all'altro. In Germania, per esempio, l'estrazione di cellule staminali da un embrione umano è considerata illegale. In Gran Bretagna, invece, è perfettamente legale, ma le leggi in materia sono rigorose. In molti paesi non esistono ancora leggi esplicite atte a disciplinare la ricerca sulle cellule staminali umane. Essendo l'utilizzo di embrioni una questione di grande controversia in termini etici, gli scienziati di tutto il mondo cercano altre fonti di cellule staminali. Il tipo di cellule staminali che si trova nel midollo osseo degli adulti sembra essere una possibilità. Oggi la scoperta dell’alto numero di cellule staminali adulte presenti nel tessuto adiposo ha portato in auge la conservazione di questo tipo di cellule. Inoltre, gli scienziati hanno iniziato a manipolare queste cellule staminali adulte affinché, invece di produrre soltanto un tipo di tessuti, possano dare origine ad altri tipi di cellule. Le cellule staminali Le cellule staminali sono cellule primitive non specializzate dotate della singolare capacità di trasformarsi in diversi altri tipi di cellule del corpo. Per poter essere definita come staminale una cellula deve avere sia la capacità di compiere un numero illimitato di cicli replicativi mantenendo il medesimo stadio differenziativo, sia la capacità di dare origine a una o più specie cellulari. In base alle potenzialità si possono distinguere quattro tipi di cellule staminali: • Le cellule staminali totipotenti, capaci di svilupparsi in un intero organismo. • Le cellule staminali pluripotenti, capaci di specializzarsi in tutti i tipi di cellule che troviamo in un individuo. • Le cellule staminali multipotenti capaci di specializzarsi unicamente in alcuni tipi di cellule. • Le cellule staminali unipotenti capaci di generare solamente un tipo di cellula specializzata. Le cellule staminali sono anche classificate secondo la sorgente di derivazione, come embrionali, fetali, amniotiche e adulte. Le cellule staminali pluripotenti indotte sono cellule staminali ottenute in laboratorio per regressione di cellule adulte (quindi già determinate, ad esempio quelle cutanee) ad uno stato staminale (quindi pluripotente), usando un pool di specifici geni, immessi tramite un vettore virale; si suppone, quindi, che in futuro tali cellule possano essere utilizzate per ottenere cellule adulte già definite, appartenenti a qualsiasi tessuto o organo. La parte più consistente del lavoro rigenerativo che porta alla riparazione e/o alla proliferazione dei tessuti, viene svolto da cellule non staminali definite progenitori o transit amplifying cells (TAC), derivate direttamente dalle cellule staminali, ma parzialmente differenziate e prive della capacità di autorinnovamento. Questa strategia replicativa, che limita il numero di eventi replicativi a cui una cellula staminale va incontro, si fonda sulla necessità di mantenere controllato il numero di cellule staminali e conservare l'integrità del genoma delle cellule staminali riducendo il rischio di danni al DNA, cioè di mutazioni. Le mutazioni a carico delle cellule staminali sono estremamente nocive e pericolose, poiché: o vengono trasmesse a tutte le generazioni di cellule figlie derivate da quella cellula staminale. Al contrario una mutazione in una TAC si ripercuote solo su di una singola generazione di cellule, che eventual mente dopo un certo tempo verrà comunque sostituita. o possono indurre la cellula staminale a degenerare in senso neoplastico, diventando una cellula staminale tumorale, cioè una tipologia di cellula probabilmente responsabile del continuo rifornimento di nuove cellule che caratterizza lo sviluppo e soprattutto le recidive dei tumori. Le transit amplifying cells Le cellule staminali adulte o transit amplifying cells sono cellule non specializzate che si riproducono giornalmente per fornire alcune specifiche cellule: ad esempio i globuli rossi sono generati ogni giorno nel corpo da cellule staminali emopoietiche. Fino a poco tempo fa si pensava che ognuna di queste cellule potesse produrre unicamente un tipo particolare di cellula. Oggi si sono avute prove che le cellule staminali possono acquisire molte forme differenti: è noto che cellule staminali nello stroma del midollo osseo possono trasformarsi in cellule epatiche, neurali, muscolari, renali e follicolari. Trasformare un tipo di cellula staminale in un altro si chiama transdifferenziazione. Utili fonti di cellule staminali adulte sono in realtà localizzabili in tutti gli organi del corpo. La differenziazione cellulare Questo è il processo mediante il quale una cellula meno specializzata diventa più specializzata. La differenziazione cellulare avviene durante lo sviluppo di un organismo multicellulare ma anche comune nelle cellule staminali adulte durante la riparazione dei tessuti e durante il turnover delle cellule normali. La differenziazione cambia drasticamente le dimensioni di una cella, la forma, il potenziale di membrana , attività metabolica e la risposta ai segnali. I principali tipi di processi molecolari che controllano la differenziazione cellulare coinvolgono i segnali cellulari. Molte delle molecole segnale che trasmettono le informazioni da una cella all'altra sono chiamati fattori di crescita. Solitamente un ligando prodotto da una cellula si lega ad un recettore di un altra cellula inducendo un cambiamento conformazionale del recettore. Il recettore quindi catalizza una cascata di reazioni di fosforilazione che attivano infine un fattore di trascrizione o le proteine del citoscheletro, attivando il processo di differenziazione della cellula bersaglio. Altri meccanismi importanti rientrano nella categoria di divisioni cellulari asimmetriche, divisioni che danno origine alle cellule figlie con distinti destini dello sviluppo. La divisione asimmetrica è un passaggio fondamentale per lo sviluppo dell'embrione e anche per la conservazione delle cellule staminali. Normalmente quando una cellula si divide, produce due cellule figlie identiche ma in alcuni casi le cellule figlie hanno proprietà diverse. Gli scienziati hanno potuto constatare che perché avvenga la divisione asimmetrica, è necessario che il fuso mitotico si posizioni verso l'estremità posteriore della cellula (e non centralmente). Questo posizionamento del fuso avviene attraverso l'interazione fra i microtubuli che formano il fuso mitotico e il reticolo di filamenti di actina che aderisce alla membrana plasmatica. Questo ci porta ad approfondire le interazioni molecolari delle cellule con altre cellule basate sul processo di adesione. L’adesione cellulare L'adesione è un sistema di comunicazione tra le cellule basato sulla interazione di coppie di recettori espressi reciprocamente dalle cellule che aderiscono. Tale sistema si pone in alternativa alla comunicazione legata al rilasciamento di messaggeri solubili dalle cellule (ormoni, neurotrasmettitori, citochine ecc.). L'adesione cellulare è coinvolta in un pluralità di meccanismi fisiologici e patologici. L’adesione fra cellule si verifica quando un recettore della membrana plasmatica forma un legame con una molecola sita nella matrice extracellulare o sulla cellula confinante. Il recettore legante instaura poi una connessione con il citoscheletro della cellula. Da ciò le cellule staminali adulte presentano uno stato di differenziazione tale da esprimere delle giunzioni cellulari e cioè una specializzazione del lembo di membrana che rende possibile e controlla i processi di adesione tra cellule. Tra i vari tipi di giunzioni cellulari le giunzioni aderenti forniscono un supporto strutturale ai tessuti sfruttando il legame ai filamenti actinici. Differenziamo le Fasce di adesione ed i Contatti focali. Le fasce d'adesione sono collegamenti che si stabiliscono tra una cellula e l' altra adiacente, grazie alle Caderine. I contatti focali,invece, sono giunzioni che collegano la cellula alla matrice cellulare, solo che al posto delle caderine sono utilizzate le integrine, collegate ai filamenti di actina tramite altre proteine transmembrana come l' alfa-actina, la talina, la vinculina e la filamina. Quindi questo tipo di cellule possono esprimere una regolazione dell’inibizione da contatto conseguente all’adesione con altre cellule che induce un blocco alla moltiplicazione anarchica. Nel normale processo di inibizione da contatto è principalmente l'accumulo della proteina p27Kip1 ad innescare l'inibizione del complesso Ciclina E/CDK2, che a sua volta inibisce la fosforilazione della proteina Rb, portando al blocco del ciclo cellulare. Possiamo ora arrivare all’ultimo chiarimento e cioè all’assenza dl rischio di trasformazione neoplastica delle cellule staminali adulte. La carcinogenesi Il cancro è caratterizzato da una incontrollata riproduzione di alcune cellule dell'organismo, che smettono di rispondere ai meccanismi fisiologici di controllo cellulare a seguito di danni al loro patrimonio genetico. Affinché una cellula diventi tumorale, deve accumulare una serie di danni al suo sistema di controllo della riproduzione. Tutte le cellule cancerose e precancerose presentano alterazioni, spesso molto estese, del loro assetto cromosomico (cariotipo). Alla base della patogenesi del tumore c'è quindi la mutazione di determinati geni: · i proto-oncogeni, · i geni oncosoppressori, · i geni coinvolti nella riparazione del DNA. Questi ultimi sono quelli che garantiscono la stabilità genetica perché se altri geni sono mutati per azione per esempio di agenti cancerogeni, questi riparano il DNA prima che vada incontro alla replicazione, prima cioè che queste mutazioni diventino stabili. Le mutazioni necessarie che una data cellula deve accumulare per dare origine a un cancro sono i seguenti, e sono comuni a tutti i tipi di cancro: 1. acquisizione dell'autonomia moltiplicativa per sopravvenuta incapacità a sottostare ai meccanismi regolatori della proliferazione cellulare; 2. assenza di inibizione dipendente dalla densità (le cellule normali si moltiplicano fino a una definita densità cellulare, raggiunta la quale diventano quiescenti); 3. ridotta capacità di adesione con altre cellule o componenti tissutali; 4. assenza di matrice extracellulare (spesso digerita da proteasi) che favorisce l'invasione di tessuti normali adiacenti; 5. angiogenesi: formazione di nuovi vasi sanguigni per fornire ossigeno e fattori nutritivi alle cellule tumorali; 6. riduzione o perdita della capacità differenziativa; 7. acquisizione della capacità di replicazione illimitata per effetto dell'espressione della telomerasi; 8. riduzione o perdita della possibilità di andare incontro a morte cellulare programmata (apoptosi). 9. perdita della cosiddetta inibizione da contatto. Questi evento richiederebbero più di una mutazione, in genere, più mutazioni a carico di certe classi di geni. La perdita del controllo della proliferazione avrà luogo solo in seguito a mutazioni nei geni che controllano la divisione cellulare, la morte cellulare, e i processi di riparazione del DNA. Perché delle cellule inizino a dividersi in maniera incontrollata devono essere danneggiati i geni che ne regolano la crescita. I proto-oncogeni sono geni che promuovono la crescita cellulare e la mitosi cioè un processo di divisione cellulare; i geni soppressori del tumore scoraggiano la crescita cellulare o impediscono la divisione cellulare per consentire la riparazione del DNA. Tipicamente è necessaria una serie di numerose mutazioni a questi geni prima che una cellula normale si trasformi in una cellula cancerosa. Quindi, sono richieste mutazioni in vari tipi di gene perché si formi il cancro. Una mutazione limitata ad un oncogeno verrebbe eliminata dai normali processi di controllo della mitosi e dai geni soppressori dei tumori. Una mutazione di un solo gene soppressore del tumore, sarebbe anch'essa insufficiente per causare il cancro per la presenza di numerose copie di "backup" dei geni che duplicano la sua funzione. È solo quando un numero sufficiente di protooncogeni è mutato in oncogeni e sufficienti geni soppressori del tumore sono stati disattivati che i segnali di crescita cellulare sopravanzano i segnali che la regolano e la crescita cellulare aumenta rapidamente completamente fuori controllo. Conclusioni Da quanto esposto e a conferma della sicurezza del Liposowing, possiamo concludere che l’utilizzo delle cellule staminali adulte o transit amplifying cells di derivazione del tessuto adiposo è priva di possibili effetti collaterali e non necessita controlli ne regolazioni legislative. 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