L`utero, la nostra prima casa

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I Vivere 10:Layout 1 01 /12/2014 09:45 Pagina 2
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SANITA' •VIVERE CON...
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A colloquio con il Prof. Carlo Federico Perno -Direttore UOC
Laboratorio di Virologia Molecolare Policlinico Tor Vergata
Presto èmeglio
Prevenzione e diagnosi precoce del tumore alla cervice
Prof. Perno, il tumore del collo dell'utero è
molto diffuso nel nostro Paese?
Gli ultimi dati parlano di circa 2000-3000 casi di
tumore riscontrati ogni anno. Tale numero e' in diminuzione rispetto al passato, grazie alla prevenzione, ma e' ancora significativo
E' possibile individuare una causa certa di questo tipo di tumore?
Oggi abbiamo, per questo tumore, una risposta precisa: tutti i tumori del collo dell'utero sono associati alla presenza del virus del papilloma (HPV).
Tale fattore non e' sufficiente per determinare il tumore (altri elementi entrano in gioco), ma la sua
presenza e' necessaria perche' il tumore si sviluppi
Come avviene la trasmissione?
La trasmissione avviene quasi prevalentemente per
via sessuale. SI tratta di un virus alquanto infettivo
in causa nella grande maggioranza dei tumori anogenitali (tumore della cervice, della vulva, dell 'ano
e del pene). Avere rapporti sessuali promiscui
(etero o omosessuali) con una persona infetta vuol
dire avere alte probabilità di contrarre il virus. Essendo, come detto, un virus altamente infettivo,
non possiamo escludere che sia possibile contrarlo
anche per altre vie, ad esempio, utilizzando servizi
igienici non adeguatamente sanificati, in cui sia
presente il virus.
Quindi si tratta di un tumore estremamente
contagioso?
Bisogna distinguere con attenzione. Il tumore non
e' mai contagioso, e non si trasmette, mai. E' il
virus che e' contagioso. E' inoltre essenziale chiarire che contrarre il virus non vuol dire sviluppare
necessariamente il tumore. Quello che noi chiamiamo virus HPV, in realta' e' costituito da circa
120 diversi tipi (chiamati genotipi dagli esperti):
solo una decina di questi presenta un potere oncogeno. Diventa quindi importantissima una diagnosi
precoce e precisa, che consiste non solo nella identificazione della presenza o meno del virus, ma
anche della sua caratterizzazione, per capire se il
virus HPV presente e' uno di quelli a caratteristiche
oncogene, oppure no. Nel secondo caso, il virus rimane altamente infettivo, e si trasmette con facilita', ma non rappresenta un rischio oncogeno. Nel
primo caso, tale rischio rimane, e pertanto sara' necessario proseguire nei controlli.
Le donne devono eseguire tamponi periodici?
Sì. E' consigliabile che le donne effettuino periodicamente un tampone (a livello vaginale e del
collo uterino) per la ricerca dell'HPV. Questo tipo
di tampone è ormai consigliato da tutte le linee
guida internazionali, piu' ancora del classico pap
test. Quest'ultimo infatti va alla ricerca di lesioni
cellulari che possono indicare un rischio elevato
del tumore, mentre il tampone per l'HPV individua
la presenza del virus e ne chiarisce la natura. In
altre parole, la diagnosi del virus precede di molto
il danno cellulare (visto dal pap test), e quindi permette di prendere in tempo utile precauzioni appropriate.
Ogni quanto è consigliabile eseguire questo
tampone?
Trattandosi di un tumore a crescita piuttosto lenta
(lo sviluppo avviene in circa 3 - 5 anni), nelle
donne risultate negative ad un test per HPV, potrebbe non essere necessario eseguirlo tutti gli anni.
La situazione cambia invece per le donne infettate
da ceppi di HPV a potenzialita' oncogena (si ribadisce ancora una volta che avere il virus non signi-
Il Prof Carlo Federico PERNO- Direttore U.O.C.
Laboratorio di Virologia Molecolare
Fondazione PTV- Poi. Tor Vergata
fica necessariamente avere un tumore, ma solo un
rischio aumentato di svilupparlo). In questo caso,
i controlli sono a discrezione del ginecologo, ma
sicuramente saranno come minimo a cadenza annuale, se non piu' breve.
Quanto è importante la diagnosi precoce?
La ricerca dell 'HPV e la definizione della presenza
o meno di un ceppo oncogeno, permette di evidenziare le persone a rischio di sviluppare un tumore,
nonché di trasmettere un virus oncogeno. Queste
persone, oltre a dover procedere ali' asportazione
delle lesioni eventualmente gia' prodotte dal virus,
dovranno sottoporsi appunto a controlli più ravvicinati. Un bravo ginecologo in questo rappresenta
un aiuto indispensabile
In cosa può consistere allora la prevenzione?
La prevenzione cosiddetta primaria consiste fondamentalmente nel cercare di evitare rapporti sessuali a rischio, anche perché le lesioni , per la loro
ubicazione o per le loro dimensioni iniziali, non
sono sempre ben visibili. La prevenzione cosiddetta secondaria consiste nel seguire attentamente
le persone risultate infettate, in modo da intervenire
in tempo e modo utile, anche chirurgicamente (se
necessario) qualora si sviluppi una situazione che
faccia pensare ad un rischio di progressione verso
il tumore
A cura di Romana Gianvenuti
UOSD Accoglienza, Tutela e Partecipazione
URP - Fondazione PTV - Policlinico Tor Vergata
L'utero, la nostra prima casa
L'utero è l'organo dell'apparato femminile
dove si sviluppa l'embrione nel corso della
gravidanza. E' formato da due parti principali: l'estremità inferiore, chiamata collo o
cervice, in diretto collegamento con la vagina, e la parte superiore chiamata corpo
dell'utero, le cui pareti sono formate da tessuti molto diversi tra loro per forma e funzioni.
Nel corpo dell'utero il tessuto più superficiale, ricco di ghiandole e rivolto vero la ca-
vità interna, è chiamato endometrio,
mentre lo strato più esterno, indispensabile per "spingere fuori" il bambino al
momento del parto, è di tipo muscolare e
si chiama miometrio.
I cambiamenti ormonali che si verificano
con il ciclo mestruale influenzano notevolmente la struttura dell'endometrio che
dapprima si inspessisce per poter nutrire
l'eventuale embrione in caso di gravidanza e
in seguito, se la gravidanza non c'è, si de-
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grada nel suo strato più interno e viene
espulso attraverso la vagina, sotto forma di
flusso mestruale.
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