Dermatologia - Sole e protezione: creme solari e integratori

dermatologia
aldo reale
specialista in
dermatologia e venereologia
sole e protezione:
creme solari e integratori
C
ome ogni anno, avvicinandosi
il periodo estivo, si ripropone il
solito dilemma: sole sì sole no,
lampade sì lampade no, il sole
fa bene il sole fa male.
Come in quasi tutte le cose della vita, la
verità sta nel mezzo: con moderazione è
possibile ottenere una buona abbronzatura limitando i danni provocati da raggi
UV e da radicali liberi.
E’ necessario riflettere sul continuo aumento di nuovi casi di melanoma, un
tumore cutaneo con elevata malignità che insorge come tale o deriva dalla
degenerazione di un nevo preesistente.
Esso risulta particolarmente frequente
in soggetti con carnagione chiara (fototipo I-II), ed il rischio di esserne colpiti
aumenta nelle persone che hanno subito scottature solari ripetute e violente,
soprattutto in età giovanile. L’elemento
più preoccupante è l’aumento di casi nei
giovani adulti, tra i 18 ed i 40 anni.
La moderna dermatologia è in grado, attraverso l’epiluminescenza, di individuare i nevi che presentano un rischio elevato di degenerazione, e di diagnosticare il
melanoma in una fase precoce dell’evoluzione, consentendo una prognosi buona, soprattutto quando le lesioni tumorali
presentano uno spessore inferiore ad 1,5
mm. Grazie a ciò, e grazie alla maggiore
sensibilità delle persone, che si sottopongono con maggiore frequenza a controlli
dermatologici, nonostante l’incremento
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di nuovi casi, si registra una riduzione dei
decessi ed un aumento delle guarigioni.
Altra patologia tumorale direttamente dipendente dall’esposizione al sole
è rappresentata dagli epiteliomi di tipo
basocellulare (a bassa malignità) e spinocellulare (a malignità più elevata e con
rischio significativo di metastasi, se non
prontamente asportati).
Gli epiteliomi sono più frequenti in età
avanzata, soprattutto in soggetti che nella vita sono stati esposti cronicamente ai
raggi UV (contadini, pescatori), ma non
è infrequente individuare casi in persone
giovani (30-50 anni) solite esporsi al sole
in modo non corretto o abituate ad effettuare lampade abbronzanti per buona
parte dell’anno.
L’esposizione ai raggi UV è, inoltre, responsabile dell’invecchiamento cutaneo,
ed in particolare del foto-invecchiamento,
che non va mai considerato singolarmente, ma in relazione con il crono-invecchiamento, direttamente correlato con l’età.
Segni tipici dell’invecchiamento cutaneo
sono: rugosità, macchie scure, cheratosi,
speciale sole
avvizzimento, colorito grigiastro, aumento della quadrellatura cutanea sul collo,
riduzione dell’elasticità, teleangectasie,
angiomi rubino. Sono aspetti comunemente osservati nel corso dell’invecchiamento, ma accentuati da una esposizione scorretta ai raggi UV, nonchè ad
altri inquinanti ambientali con potenziale
ossidativo.
Nei processi di aging e di degenerazione
a livello cutaneo non vanno trascurati i
fattori genetici e razziali; un soggetto
con fototipo chiaro e con familiarità positiva per tumori cutanei avrà comunque
un rischio più elevato di danni derivanti
dall’esposizione ai raggi UV rispetto ad
un soggetto con fototipo più scuro e/o
con familiarità negativa.
Da quanto detto, emerge chiaramente
che una adeguata fotoprotezione risulta indispensabile per i soggetti a rischio,
ma comunque consigliabile anche per
persone con rischio ridotto.
Chiariamo che il sole non si prende solo
al mare o in montagna ma, nelle zone
scoperte, anche in città. Pertanto viso,
collo e decolleté andrebbero protetti
sempre, anche nel periodo invernale, soprattutto se si conduce una vita che determina stazionamento all’aperto.
Relativamente all’esposizione estiva
(senza trascurare viaggi in luoghi caldi
sole e protezione
anche nel nostro inverno), resta sempre
validissima, ed a tutti nota, la necessità
di evitare le ore centrali della giornata,
durante le quali i livelli di irradiazione
UV risultano più elevati. L’esposizione
dovrebbe essere graduale: i primi giorni
pochi minuti, nei giorni successivi è possibile aumentare, un po’ alla volta, il tempo di esposizione. Stare sotto l’ombrellone non protegge, se non parzialmente,
dai raggi UV, mentre è utilissimo indossare indumenti, possibilmente chiari, ed
un copricapo (soprattutto per chi non è
“capellone”), nonché occhiali da sole (i
raggi UV possono determinare danni anche agli occhi).
“il sole fa bene se preso
con moderazione e con
specifiche cautele,
ma può essere
responsabile
di gravi patologie
a livello cutaneo”
Stare attenti non è comunque sufficiente; dobbiamo aiutarci a ridurre i danni
con appositi prodotti che la medicina ci
mette a disposizione: “creme solari” e integratori.
Le “creme solari” hanno il compito di for-
nirci un aiuto esterno, creando una sorta
di barriera che limita l’interazione del sole
con la nostra superficie cutanea. Va sfatata la comune credenza che con le creme
solari ad alta protezione non ci si abbronza; il famoso “SPF” (sun protection factor)
indica semplicemente di quanto aumenta
il tempo necessario a scottarsi al sole, se
il prodotto è adeguatamente utilizzato. In
pratica applicando in modo corretto una
crema solare ad alta protezione, ci si può
esporre al sole con relativa tranquillità per
un tempo più lungo senza subire danni.
Questo tempo è comunque anche dipendente da fattori ambientali (sudorazione,
eventuali bagni) e personali (varia tra un
soggetto con pelle chiara ed uno di colorito olivastro). Il consiglio quindi è quello
di applicare comunque un prodotto ad
alta protezione (SPF 50), anche su fototipi
non bassissimi, e di ripetere l’applicazione
ogni 2-3 ore (più frequente, naturalmente,
nei fototipi chiari). Una volta che la pelle
ha acquisito un colorito più scuro è possibile ridurre il fattore di protezione (ma
comunque non inferiore a 15).
Relativamente agli integratori, ritengo sia
molto utile l’assunzione di sostanze che
migliorino la risposta al sole e riducano i
danni ossidativi. Pertanto preparati contenenti carotenoidi (beta-carotene, astaxantina, licopene, luteina…), vitamine (E,
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speciale sole
C), oligolelementi (Zinco, Ferro, Potassio,
Magnesio…), sono utilissimi a migliorare
la fotoprotezione. La somministrazione
va iniziata 15-20 giorni prima dell’esposizione al sole e proseguita per il tutto
il periodo di esposizione. L’assunzione
regolare di tali integratori, associata ad
una corretta esposizione al sole con uso
costante di creme protettive, consente di
ottenere un’abbronzatura più uniforme
e persistente, con un colorito più naturale, e di ridurre i danni da raggi UV.
Un discorso a parte meritano le “lampade” ad UVA. Esistono opinioni discordanti in proposito tra i dermatologi. Punto
fermo, comune a tutti, è la necessità di
utilizzare apparecchiature a norma e
regolarmente mantenute, e di evitare
trattamenti troppo frequenti e prolungati nel corso dell’anno; la pelle non deve
essere sempre abbronzata e non deve
sole e protezione
essere esposta troppo ai raggi UV, pena
un invecchiamento precoce ed un rischio aumentato di patologie tumorali e
degenerative.
Ai fototipi più chiari e facilmente soggetti
a scottature ed eritemi andrebbe sconsigliata l’esposizione ma, presentandosi
l’esigenza di andare al mare, è preferibile che evitino di esporsi la prima volta al
sole senza un minimo di coloritura.
Il mio consiglio è quello di effettuare alcune sedute (una decina circa) di lampade abbronzanti, avendo l’accortezza di
partire con tempi di esposizione molto
bassi (5-7 minuti), da aumentare gradualmente fino ad ottenere una leggera
abbronzatura che consenta di esporsi al
sole con un rischio ridotto di scottature.
Alle persone che si scottano sempre e
non si abbronzano mai, va in ogni caso
sconsigliata l’esposizione ai raggi UV.
Proteggere la pelle dai danni ossidativi del sole
Con l’arrivo della bella stagione, cresce la voglia irrefrenabile di
abbronzarsi ma, spesso, ci si dimentica che il sole, se preso senza le
necessarie precauzioni, può essere causa di danni cutanei, come scottature, ustioni ed eritemi. Inoltre, i raggi solari sono la prima causa
dell’invecchiamento precoce della pelle e dei tumori cutanei. In questo caso, si parla del fenomeno del photoaging (foto invecchiamento),
che si manifesta nelle zone fotoesposte, con sottili rughe del contorno
occhi, labbra, lentiggini marcate, macchie e teleangectasie del volto.
Per affrontare al meglio la stagione estiva, senza rischi per la salute
della pelle, occorre innanzitutto potenziare le difese antiossidanti
del nostro organismo. La Roydermal Laboratoire Pharmaceutique
ha formulato CuteBio, un innovativo integratore alimentare a base di
R.O.C. (Red Orange Complex®), un estratto naturale ottenuto da tre
varietà di arance rosse siciliane contenenti un’alta concentrazione di
sostanze antiossidanti e Beta-carotene.
CuteBio bustine orosolubili è in grado di ritardare l’invecchiamento
cutaneo, proteggendo le cellule dai danni ossidativi provocati da una
eccessiva esposizione ai raggi solari. Per un’abbronzatura più sicura,
si consiglia di assumere CUTEBIO un mese prima e durante tutto il
periodo della foto esposizione.
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Va infine sottolineato che sole e raggi
UV, oltre ad essere responsabili di danni
a carico della cute, possono svolgere un
ruolo importante per la salute dell’uomo.
E’ ben nota la necessità di raggi UV per
la produzione di Vitamina D (necessaria
per il metabolismo del Calcio), come pure
si conoscono gli effetti positivi dei raggi
UV su alcune patologie cutanee (psoriasi,
dermatite atopica, acne…) grazie all’azione immuno-modulante.
Si può dunque affermare che il sole fa
bene se preso con moderazione e con
specifiche cautele, ma può essere responsabile di gravi patologie a livello cutaneo.
La fotoprotezione esterna (creme solari)
ed interna (integratori) risulta quindi essere fondamentale per rendere il sole un
amico della nostra pelle ed evitare che
possa causare gravi problemi alla nostra
salute.