Materiale sul sessismo nelle pubblicità, a cura di Annamaria Arlotta, fondatrice del gruppo facebook “La pubblicità sessista offende tutti” L’Italia ha aderito alle indicazioni dell’European Advertising Standards (EASA) http://www.easa-alliance.org/ L’Italia ha sottoscritto le risoluzioni comunitarie nel 1997 e nel 2008 l’Italia che invitano ad adottare “tutte le misure adeguate per eliminare gli stereotipi sulla divisione dei ruoli fra i due sessi e le pratiche derivanti da una concezione fondata sull’idea della superiorità o inferiorità di un sesso rispetto all’altro”. L’Italia aderisce ai principi della CEDAW (Convenzione per l’eliminazione di tutte le forme di discriminazione contro le donne) sottoscrivendoli nel 1980. ( Non è organizzazione europea ma mondiale). http://it.wikipedia.org/wiki/Convenzione_sull %27eliminazione_di_ogni_forma_di_discriminazione_della_donna Le informazioni sugli altri Paesi europei si trovano in questo documento dell’EASA in inglese: http://www.asa.org.uk/ResourceCentre/~/media/Files/ASA/Reports/2008EASAReportportrayalofgender1.ashx Il movimento di donne e uomini “La pubblicità sessista offende tutti” è nato nel gennaio scorso con la creazione di un gruppo facebook, di 600 iscritti ad oggi e in costante crescita. La pagina del gruppo ospita discussioni e link e rappresenta un contenitore di informazioni, dove confluiscono i contributi di varie associazioni ed individui che vogliano condividere materiale su questo specifico tema. Si sono iscritti diversi Consiglieri comunali, alcuni rappresentanti della categoria dei pubblicitari come il Presidente dell’ADCI Massimo Guastini e Gianluca Ruocco della Associazione Italiana Pubblicitari Professionisti, il fotografo e pioniere della battaglia contro la pubblicità sessista Ico Gasparri, e alcuni giornalisti di spicco. L’obiettivo del movimento è di portare a un ripensamento dei parametri che sottostanno alla produzione della comunicazione commerciale, e che vorremmo fossero dettati dal principio del rispetto delle persone; per farlo ci rivolgiamo all’ente preposto al monitoraggio della pubblicità in Italia, lo Iap. Al momento la pubblicità contribuisce in maniera subdola all’esaltazione di disvalori. Le centinaia di immagini femminili che vediamo intorno a noi provengono perlopiù dalla pubblicità, che della donna esaltano avvenenza e disponibilità . L’uomo, che fa da pendant, è rappresentato come persona di successo e fascino. Da questa situazione la donna esce particolarmente svilita, perché ingabbiata nei due stereotipi di oggetto di sollecitazione sessuale e casalinga, entrambi ruoli di subordinazione. C’è altresì uno scollamento tra questa rappresentazione e i mutamenti in atto nella società e nei ruoli dei generi. L’utilizzo della modella giovane bella e magra serve a sollecitare l’immedesimazione della potenziale acquirente nella testimonial e far scattare il meccanismo secondo cui, acquistando il prodotto, si diventa come lei – una trappola dalla quale è difficile sottrarsi, perché quale donna non desidera essere giovane, magra e bella? Nell’uomo invece si vuole attivare il trasferimento dal sogno di conquista della ragazza ammiccante o sfuggente e misteriosa al prodotto o servizio offerto. L’unico altro modello di donna offerto è quello della casalinga – mai una scienziata, una manager, una semplice lavoratrice o una studentessa in abbigliamento e atteggiamento ordinari. La pubblicità che mette al centro insistentemente la bellezza è diseducativa, in particolar modo nei confronti di bambini e adolescenti. Ma è soprattutto pericolosa, perché riflette e amplifica una scala di valori sbagliata, la stessa che nei casi estremi porta una Terry de Nicolò a dichiarare in un’intervista che la prostituzione è la conseguenza della fortuna di essere belle, dicendo “ Se sei racchia te ne devi stare a casa, la bellezza è un valore, deve essere pagata.” Il nostro gruppo, dopo mesi di mail bombing per segnalare spot offensivi, a luglio ha scritto all’Istituto per l’Autodisciplina Pubblicitaria una lettera collettiva, alla quale hanno aderito persone note, tra cui tre parlamentari e diversi giornalisti. Abbiamo richiesto un incontro pubblico per discutere di sessismo in pubblicità. Per mostrare che l’esigenza di cambiamento sta crescendo abbiamo allegato una ventina di link alle iniziative contro la pubblicità sessista degli ultimi anni, dall’adesione di decine di Comuni alla moratoria Udi ad articoli e interviste. Lo Iap ha specificato che accetta di partecipare a dibattiti pubblici solo se provenienti da enti o istituzioni. E’ importante ai fini della sensibilizzazione e dell’ulteriore crescita del movimento di opinione giungere a un incontro pubblico, con la sua eco mediatica. Più che la risposta dello Iap alle nostre istanze conta quello che diremmo noi e le azioni future che scaturiranno a seguito dell'evento, che servirà a chiarire le strategie future. Esaminando la situazione negli altri Paesi europei, che rispetto all’Italia propongono modelli di donne e di uomini più attinenti alla realtà,si evince che i progressi sono stati fatti a seguito di proteste e pressioni presso le agenzie corrispondenti allo Iap italiano più che per via legislativa, quantunque la UE abbia dato delle linee-guida progressiste in materia. Spett. Iap, dal febbraio scorso il nostro gruppo su Facebook La pubblicità sessista offende tutti, composto da donne e uomini, invia ogni mese al Vs. Istituto una mail per segnalare casi di pubblicità sessista. Questo tipo di pubblicità da una parte umilia la donna, riducendone la figura ai due stereotipi classici di oggetto sessuale e di casalinga, dall’altra svilisce l’uomo, che per fare da pendant, assume nel primo caso il ruolo di guardone e nel secondo di inetto. Abbiamo riscontrato che nelle risposte da voi formulate si fa ricorso ai concetti di buon gusto, ironia e scherzo, che di fatto eludono la questione. La nostra richiesta non è quella di censurare sporadicamente uno spot particolarmente offensivo, cosa che equivarrebbe ad accettare tutti gli altri sulla stessa falsariga, ma di ripensare il fenomeno nella sua interezza. Ciò va fatto sia a livello istituzionale che di enti privati come lo Iap, affinché tutti facciano la propria parte in vista di un obiettivo di civiltà, che preveda per l’Italia di: 1) rispettare le indicazioni dell’European Advertising Standards (EASA) di cui l’Italia fa parte. 2) allinearsi alle direttive delle risoluzioni comunitarie che nel 1997 e nel 2008 l’Italia ha sottoscritto e che invitano ad adottare “tutte le misure adeguate per eliminare gli stereotipi sulla divisione dei ruoli fra i due sessi e le pratiche derivanti da una concezione fondata sull’idea della superiorità o inferiorità di un sesso rispetto all’altro”. 3) aderire ai principi della CEDAW (Convenzione per l’eliminazione di tutte le forme di discriminazione contro le donne) sottoscritti nel 1980. Scriviamo oggi al Vs Istituto per richiedere un incontro pubblico tra i vostri rappresentanti e membri del nostro gruppo, presso la vostra sede o altro spazio da voi scelto, al fine di promuovere un dibattito e un confronto di posizioni costruttivo finalizzato al superamento delle nostre attuali posizioni di contrasto, incentrate su segnalazioni attraverso il modulo e vostre risposte. Voi potreste rappresentare un importante tramite tra le imprese che aderiscono ai principi contenuti nel vostro Codice e le forze di opposizione alla pubblicità sessista. Il documentario di Lorella Zanardo “Il corpo delle donne” e la denuncia del sessismo in pubblicità portata avanti da Ico Gasparri con la raccolta di fotografie dei cartelloni pubblicitari hanno rappresentato un grosso contributo alla sensibilizzazione sul tema del trattamento dell’immagine femminile nei media. Il parere generale è che troppo spesso la posizione delle imprese sia più di facciata che di sostanza. Occorre giungere a una definizione e a una interpretazione comune e condivisa dei principi stessi. Alleghiamo un documento contenente i link ad alcune delle iniziative di contrasto alla pubblicità sessista degli ultimi anni, delle quali sarete probabilmente a conoscenza, a testimonianza dell’esigenza diffusa di cambiamento, invitandovi a rispondere positivamente alle istanze che scaturiscono dalla crescente sensibilità sul fenomeno. Il nostro gruppo è: http://www.facebook.com/home.php?sk=group#!/home.php?sk=group_139046259478883&ap=1 N.B. Pur non essendo tutti iscritti al gruppo, aderiscono a questa lettera: Daniela Brancati Giovanna Cosenza Tana De Zulueta Francesca Fornario Ico Gasparri Massimo Guastini Michela Marzano Vincenzo Vita Chiara Volpato Lorella Zanardo (Dopo l’invio della lettera hanno sottoscritto L’On Giuseppe Giulietti e Stefano Corradino di Articolo 21, e Caterina Soffici del Fatto Quotidiano) Nel ringraziare per l’attenzione restiamo in attesa di un Vs. gentile riscontro Annamaria Arlotta Augusto Zucaro Graziano di Paola Fabrizio Cattaruzza Maria Grazia Verderame Chiara Rossini Fanio Giannetto Graziella Priulla Michela Businco Avigni Leida Vittoria Pagliuca Rita Zuccolini Mario Badino Daniela Pitti Irene Venditti Agostino Letardi Giulia Salomoni Veronica Farris Claudia Massarotti Stefano Caniati Piero Colacicchi Margherita Fina Cinzia Jenny Barbara Farnesi Cristina Carriere Sara de Santis Rosi Guerino Domenico Levi Pedrini Simona Marina Uboldi Romina Granci Gruppo: Senonoraquando Siracusa Manuela Fisichella a nome di Le Voltapagina Gruppo: Telefono Rosa Mantova Giovanna Arlotta Concetta Cuscusa Giulia Cammisa Roberta Gasparetti e il gruppo romano della Rete per la rivoluzione Gentile Paolo Iabichino Emanuela Chiarini Nicoletta Folli Massimo Marnetto (+ Circolo di Roma Libertà e Giustizia) Lara Perego Gianfranco Mascia Barbara de Mars Carlo Cosmelli Monica Musina Romeo Danielis Ornella Matarrese Luca Sivo Enzo Corsetti Eleonora Fanini Giulia Liberati Sergio Bellucci Federica Di Lupo Silvia Acquistapace Arianna Martignon Valeria Moro Marina Mastrilli Lorenzo Gasparrini Claudia Scano Dialisa Salamone Arianna Orelli Federica Di Lupo Vanessa Novaga Liliana Polia Denise Murru Nicola Cirillo Antonella Righi Claudia Forini Chiara Baratelli Ludovico Basili Anna Rita Guaitoli Giovanna Ferrari Giugni Mauro Palla Naomi Melis Marica Bochicchio Marcella Lampis Roberta Bettoli Serena Antonelli Daniela Orrù Daniela Serri Alessandra Farris Alessandra Giarrusso Nicoletta Selis Dafne Anastasi Paolo Leccese Manuele Galli Leonardo Benedetti Francesca Strafino Alessandro Ricci Gruppo: Centonovantaquattro Ragioni Marco Quaranta Gabriella Guido Cristina Sanna Claudia Razzano Claudio Fattori DOCUMENTO ALLEGATO CON I LINK AD INIZIATIVE CONTRO LA PUBBLICITA’ SESSISTA Lista dei Comuni che hanno aderito alla moratoria UDI sulla pubblicità sessista: http://unionedonne.altervista.org/index.php/delibere-dei-comuni.html Interrogazione parlamentare del dicembre 2009 dell’On. Antonio Palagiano http://www.antoniopalagiano.com/palagiano/donne-perche-la-pubblicita-non-sia-piu-un %E2%80%99offesa.html Intervista a Ico Gasparri http://www.gazzettadiparma.it/primapagina/dettaglio/8/32436/Il_fotografo_Ico_Gasparri %3A_La_pubblicit%C3%A0_%C3%A8_sessista.index.html Articolo di Caterina Soffici: http://www.ilfattoquotidiano.it/2011/09/03/gli-spot-vergognacon-le-sexy-bimbe/#comments Saggio di Adriano Zanacchi: Il Libro nero della pubblicità http://www.biblion.org/libro-nero-della-pubblicita-zanacchi-adriano/ Incontro del Comitato Pari o Dispare, Presidente Onoraria Emma Bonino http://www.storieinrete.org/storie_wp/?p=1213 Manifesto per un utilizzo responsabile dell’immagine femminile http://www.pariodispare.org/index.php? option=com_content&view=article&id=104%3Amanifesto-per-un-utilizzo-responsabiledellimmagine-femminile&catid=13%3Amedia-e-stereotipi&Itemid=29 Manifesto Deontologico del’associazione di pubblicitari dell’Art Directos Club Italiano, presentato il 4 aprile 2011nel corso dell’incontro a Roma “Il consumo dell’immagine della donna” dal presidente Massimo Guastini. http://www.nicolovolanti.com/blog/wpcontent/uploads/2011/04/manifesto_deontologico_adci_ita.pdf Articolo di Giovanna Cosenza sulla morale sessista di una pubblicità http://giovannacosenza.wordpress.com/2011/06/30/cif-crema-la-beffa-del-finale-da-favola/ Consumers’Forum sul contrasto alla pubblicità sessista: http://sportelloconsumatori.org/2011/04/11/informazione-donne-e-pubblicita-veroliconsumers-forum-impegno-di-civilta/ Elisa Giomi e Daniela Pitti: Il corpo femminile nei messaggi pubblicitari. http://www.youtube.com/watch?v=FAL3IZmKQBA Campagna de“L’Unità” intitolata “La rèclame” http://video.unita.it/media/Culture/La_R_clame_ogni_settimana_guida_ragionata_alle_pubbl icit_offensive_2196.html Video di Barbara Farnesi: http://www.youtube.com/watch?v=L5PH-y9tc_s Incontro dell’11-3-2011 per illustrare le intenzioni della Giunta di Catanzaro sulla moratoria alla pubblicità sessista: http://www.gazzettadelsud.it/NotiziaArchivio.aspx?art=35456&Edizione=9&A=20110311 Articolo di Annamaria Arlotta : http://www.tpblog.it/galateo-della-pubblicita-no-alla-pubblicita-sessista-lo-iap-vorra-farequalcosa/comment-page-1#comment-291470: