CAPITOLO VII AUTOVALUTAZIONE D’ISTITUTO 1. PREMESSA La maggior parte dei paesi postmoderni, nel definire i fattori d'investimento e gli obiettivi strategici delle rispettive politiche economiche, ha individuato nell'efficacia e nell'efficienza dei propri sistemi educativi e nella valorizzazione delle risorse umane gli elementi fondamentali per garantire livelli di formazione di alto e qualificato profilo, assicurare competitività e sviluppo al sistema produttivo e promuovere l'educazione alla cittadinanza, nonché la crescita democratica delle proprie comunità. In tale ottica diviene determinante l'investimento culturale e formativo dei vari paesi e, in particolare, di quelli appartenenti all'Unione Europea, che si trovano nella condizione di doversi confrontare, tra l'altro, con problemi nuovi, connessi al processo di ampliamento dell'Unione. Le dimensioni "locale" e "globale" condizioneranno sempre di più i sistemi educativi, incidendo non solo sugli aspetti strutturali, organizzativi e operativi, ma anche sulle attitudini e sul valore professionale degli operatori e sulla qualità dell'offerta educativa che i sistemi stessi saranno in grado di erogare. Di conseguenza, il processo di sviluppo dell'autonomia e della delocalizzazione dei poteri istituzionali richiederà un impegno sempre maggiore per assicurare la qualità dei servizi e, in particolare, di quelli dell'istruzione e della formazione. Obiettivo strategico è, quindi, quello di attivare adeguate politiche di sviluppo, basate sull'innovazione e sulla conoscenza, che concorrano ad aumentare i livelli di crescita economica e sociale. L'autonomia alle istituzioni scolastiche costituisce un fattore decisivo per lo sviluppo qualitativo del sistema di istruzione e di formazione. L'autonomia, infatti, consente di rispondere in maniera più efficace alle esigenze e alle attese delle persone e dei territori interessati con l'alleggerimento del peso e del ruolo dei livelli centrali e periferici dell'Amministrazione dello Stato, un inserimento più attivo delle famiglie nella partecipazione alla vita della scuola e il coinvolgimento e la responsabilizzazione delle autonomie locali nelle politiche dell'offerta formativa e dei servizi scolastici. 108 La normativa dell’autonomia scolastica ha avviato, nella scuola, un processo irreversibile di sviluppo di un cultura organizzativa consapevolmente vissuta come sostegno funzionale alla significatività e all’efficacia del servizio formativo offerto. Il baricentro si sposta, pertanto, dalla conformità ispettiva e burocratica alla richiesta di risultati e di “valore aggiunto”. L’autonomia implica soprattutto responsabilità e, quindi, gli attori professionali sono chiamati al controllo del perseguimento dello scopo, tenendo presente un modello di carattere sistemico, cioè non più legato soltanto al solo e individuale agire didattico ma rispetto a tutte le variabili interne ed esterne all’istituto scolastico. Le esperienze di applicazione di modelli di gestione e di sviluppo della qualità realizzate negli ultimi anni da molti istituti hanno offerto, da un lato, strumenti e competenze per la rilevazione della qualità reale del processo produttivo delle Agenzie Formative e, conseguentemente, hanno permesso di impostare processi di miglioramento continuo; dall’altro, hanno guidato alla riflessione sulle competenze delle risorse umane coinvolte e alla definizione di piani di sviluppo delle stesse, coerenti con le scelte strategiche dell’organizzazione. Il diritto all'istruzione nella società della conoscenza è soprattutto diritto alla qualità dell'istruzione; qualità per la cui verifica la valutazione acquista un'importanza fondamentale; non si tratta però di una valutazione di tipo tradizionale, ancorata al rendimento individuale e alla capacità di apprendimento dei singoli, ma di una valutazione che chiama in causa il processo educativo nel suo complesso, l'offerta formativa, l'ambiente sociale e familiare, il livello di efficienza delle istituzioni scolastiche e la qualità delle risorse umane. Prima di poter avviare qualunque revisione dei processi educativi e formativi alla luce dei nuovi bisogni, occorre definire il significato del termine “qualità”. Essa è intesa come la capacità continua e sistematica di imparare dal proprio fare, come studio e gestione di un sistema complesso le cui variabili si svolgono in un gioco di mutuo scambio fra cliente ed ente erogatore del servizio, fra componente interna ed esterna. Anche la nozione di “cliente” impiegata per indicare il ruolo dello studente deve essere chiarita per non risultare inadeguata. Secondo Thompson la scuola e’ da considerarsi un’organizzazione che include lo studente per poter assolvere alla propria missione. Lo studente va visto come un co – progettatore e un co – produttore, non un elemento passivo della vita scolastica. È, pertanto, fondamentale tendere alla soddisfazione del cliente, 109 promuovendo attività che mirino a sviluppare partecipazione, responsabilità, autonomia negli allievi. Le istanze relative all’individuazione di percorsi di dirigenza e del personale del VII Istituto "qualità" emerse da parte della Comprensivo “G.A. Costanzo” si sono concretizzate nella promozione di un modo nuovo di essere della scuola che, attraverso la valorizzazione di tutte le risorse professionali interne, anzitutto si proponga di perseguire, con la massima efficacia ed efficienza, gli obiettivi che le sono propri, sviluppando coerentemente i programmi d'azione e traducendoli in risultati chiaramente identificabili e valutabili. Diversamente detto, avviare un progetto di qualità significa promuovere un percorso di ricerca e di applicazione di una metodologia di intervento che garantisca il miglioramento continuo dell'efficacia e dell'efficienza del servizio formativo nonché risultati di elevato profilo. La Qualità si presenta, perciò, come la condizione per attuare, gradualmente ma realisticamente, il rinnovamento della scuola. Essa offre principi, metodi e strumenti per il lavoro collettivo, Non dice cosa fare, ma come fare, è laboratorio di apprendimento dall'esperienza. Nella prima fase è in sostanza analisi e micro-progettualità, una volta divenuta sistema può interessare tutto il lavoro, attraverso il controllo dei processi, il problem solving, le misurazioni, le verifiche, le valutazioni. In particolare, il Progetto Qualità: - Prende in considerazione l'intero processo di erogazione del servizio scolastico. - Utilizza le differenti competenze e professionalità che già operano nella scuola. - Adotta un percorso di formazione operativo e concreto, un "imparare facendo" che garantisce una ricaduta effettiva nella realtà della scuola. - Consente l'avvio di un Sistema Qualità nella Scuola all'interno di un preciso quadro di regole di riferimento. - Privilegia il lavoro in team. 110 2. PIANO DI LAVORO La costruzione di un sistema di qualità nelle scuole, come in genere nelle organizzazioni, è da un latro una richiesta sociale dall’altro rappresenta uno strumento per il miglior funzionamento dell’organizzazione stessa. Il progetto "Qualità" si sviluppa attraverso diversi stadi o livelli che costituiscono le tappe del percorso; ogni stadio o livello ha propri obiettivi, il cui raggiungimento costituisce la condizione necessaria per poter passare al livello successivo, con la garanzia della presenza delle competenze e delle risorse indispensabili. Il Progetto Qualità non ha scadenze. La logica del miglioramento continuo (e dell'eventuale certificazione) fa sì che il Progetto non abbia un termine effettivo. Esso si caratterizza come proposta di un metodo e di un percorso di ricerca- azione. Il Progetto Qualità si rivolge principalmente a chi vive e opera nella scuola: insegnanti e operatori scolastici. Studenti e genitori sono chiamati a svolgere un ruolo attivo, consapevole e produttivo. I momenti forti del percorso sono l'esercizio di analisi e di progettazione. L'analisi è sempre presente e porta a scomporre i problemi complessi e ad affrontare aspetti che la stessa analisi indica come cruciali e aggredibili con le risorse a disposizione. La misurazione frequente aiuta a superare convinzioni soggettive, assicura l'attendibilità delle affermazioni e dei risultati ottenuti; risultati progressivi, mai definitivi. La progettazione è un momento di sintesi nella quale convergono elementi forniti dall'analisi, logiche di razionalizzazione e suddivisione del lavoro tra i componenti del gruppo, ricognizione delle risorse, scansione di fasi e di compiti, rispetto di tempi e scadenze, continuo impiego di metodi e di tecniche di rappresentazione. Nella costruzione di un sistema di qualità che sia effettivamente utile e non un puro orpello burocratico e cartaceo è necessario il pieno coinvolgimento di tutta l’organizzazione nella autoanalisi e nell’autovalutazione del proprio funzionamento. I risultati delle attività di autovalutazione permettono l’avvio di azioni di miglioramento all’interno delle organizzazioni e di confronto tra le varie organizzazioni per la loro crescita. Per questo è necessario assumere un modello di riferimento condiviso, che abbia in sé la capacità di cambiare, mutarsi ed adattarsi alle singole realtà organizzative. 111 I problemi non mancano: - i risultati chiavi delle scuole non possono essere prevalentemente economici e quelli non economici sono alle volte valutabili solo nel lungo periodo e con difficoltà; - la valutazione dell’efficacia e dell’efficienza del processo fondamentale della scuola, quello dell’ “insegnamento- apprendimento”, non rende di facile trasposizione strumenti e metodologie non solo utilizzate nella valutazione dei processi produttivi, ma anche in altri servizi; - la stessa definizione di cliente nella scuola oltre a generare avversioni molte volte puramente ideologiche e da combattere, presenta oggettive difficoltà e contraddizioni per il sovrapporsi di ruoli e funzioni nella stessa persona, per la molteplicità di stakeholders nella scuola; - la costruzione delle azioni di miglioramento per la natura del processo educativo e formativo porta ad individuare spesso obiettivi universali, totalizzanti ed ideologici, di cui poi non si ha mai concreta verifica del loro raggiungimento. La misura dei risultati dei piani di miglioramento nella scuola si è dimostrato uno degli aspetti più difficili e più stimolanti del percorso. La qualità, infine, significa capacità di accompagnare il formarsi, lo svilupparsi, il differenziarsi e il coordinarsi di ruoli e funzioni. L’autovalutazione dunque diventa la strategia che la comunità professionale può utilizzare per corrispondere adeguatamente alle esigenze del “sistema valutativo”, ma allo stesso tempo per avere consapevolezza dell’efficacia del proprio operare e difendere l’autonomia del “sistema pedagogico”, in relazione al “sistema economico”, centrato sul cliente e al “sistema politico”, centrato sul decisore. L’autovalutazione può essere definita come analisi esauriente, sistematica e periodica delle attività e dei risultati di una organizzazione riferita a un modello di eccellenza, che persegue il seguente scopo: individuare aree e modalità di miglioramento, attraverso azioni pianificate di verifica della conformità dei risultati rispetto agli obiettivi. L’istituzione scolastica impegnata in una riflessione su di sé diventa quindi capace di apprendere dalla propria esperienza. Si tratta infatti di un’attività autodiagnostica, in quanto sono gli operatori della scuola a decidere forme, indicatori e contenuti ed a rilevare le sue ricadute sul funzionamento del sistema. Non si riuscirà a pervenire alla produzione di certezze, ma ci si può ragionevolmente attendere da essa l’elaborazione di congetture dotate di senso nell’ambito di una correlazione costante tra assunti teorici e procedure di verifica. 112 Più aumenta l’autonomia della scuola dunque e più occorre possedere elementi generali di giudizio. Tali elementi vanno tradotti in “indicatori” che da un lato devono avere standard/valori di riferimento e dall’altro attivano nella scuola un percorso di “ricerca” che al tempo stesso vede i suoi operatori partecipare ad un “processo di formazione significativo”. Dal processo di verifica emergono metodi per l’ utilizzo dei dati raccolti che si traducono in regole condivise, soprattutto se si procede alla realizzazione di piccoli miglioramenti a breve termine. E’ a questo punto che le conoscenze e la crescita generale prodotta dall’autovalutazione vengono riconosciute e diventano la base su cui costruire. L’analisi delle professionalità, il confronto tra di esse e lo scambio di esperienze e competenze migliora la qualità dell’offerta formativa e rinforza l’autonomia della sfera professionale; un’azione collegiale funzionale al processo relazionale e al prodotto formativo, un’azione di rete che implica la continua verifica interna ed esterna per lo sviluppo, e non tanto spingere alla competizione ed innescare meccanismi di selezione. Detta rete può esercitare a sua volta consapevolmente il ruolo di committente , costituire un punto di equilibrio e di approfondimento nella ricerca degli indicatori ed un supporto per l’applicazione di idonee procedure. Uno dei principali limiti dell’autovalutazione è relativo al fatto che tale pratica è assai diffusa fra le istituzioni formative italiane, ma in modalità non sistematiche, con forte il rischio di auto-referenzialità e legami deboli con il miglioramento. Il passaggio dall’autovalutazione ai piani di miglioramento richiede una definizione precisa degli obiettivi strategici, una valutazione dei risultati chiave di performance – fondata su dati e fatti - e un riesame sistematico delle politiche e strategie. Questa modalità (Logica Radar) è poco diffusa e di conseguenza i miglioramenti spesso investono aspetti marginali, lasciando intatto il terreno strategico della didattica. È necessario che le istituzioni formative definiscano in maniera ragionata e fondata le priorità ed affrontino le aree di criticità importanti con iniziative di miglioramento piccole ma misurabili, sollecitando una nuova prassi, in contrasto con quella dell’agire senza obiettivi e con l’idea diffusa che nell’istruzione le misure abbiano una importanza relativa. Organizzare un’attività di autovalutazione significa predisporre un piano di lavoro e di indagini condivise dove hanno una grande importanza la qualità degli strumenti utilizzati e 113 l’accuratezza dei processi, ma anche e soprattutto l’attenzione nei confronti della “cultura” della valutazione della scuola. Occorre agire sulla motivazione, affinché si acquisisca la consapevolezza del problema e si strutturi un’ipotesi di ricerca, sulla professionalità per far emergere la domanda formativa del docente, anche attraverso un partenariato con esperti. Vanno messe in atto strategie di integrazione fra le componenti che partecipano a diverso titolo ad un progetto formativo allargato per mettere a fuoco identità, responsabilità e saperi. Bisogna intervenire inoltre sull’attività didattica in modo che sia l’alunno ad autovalutare le proprie competenze e rimandi all’insegnante il feedback sull’efficacia dell’intervento facendo emergere stili di insegnamento/apprendimento. Si deve poi prendere in considerazione il rapporto scuola – famiglia per seguire i processi di sviluppo e le situazioni di difficoltà riferite sia alla dimensione cognitiva sia quella relazionale. Ed infine si andrà ad esaminare la presenza della scuola nel territorio per migliorare l’ampliamento dell’offerta formativa, un rafforzamento della funzione sociale della stessa e una valorizzazione dell’azione formativa nei processi di crescita sociale. In sintesi le fasi dell’autovalutazione d’Istituto possono essere così sintetizzate: 1) AUTOANALISI ( analisi dei bisogni): La scuola deve predisporre un’autoanalisi, per la quale può avere a disposizione criteri e procedure elaborati in sede specialistica, che coinvolge gli insegnanti, gli organismi gestionali, gli allievi, i genitori, la comunità. La scuola valuta il rendimento degli alunni, ma ridiscute anche la propria impostazione, prende in esame le proprie attività le problematiche organizzative, l’efficienza delle strutture. 2) PIANO DI MIGLIORAMENTO: La scuola deve sviluppare un piano di miglioramento, basato sia sull’autovalutazione, sia su altre indicazioni provenienti da realtà esterne e dal sistema nazionale di valutazione. 3) “VALIDAZIONE “ DELL’AUOVALUTAZIONE: Nella cultura anglosassone la valutazione interna è “validata” da una valutazione esterna, che si realizza sia attraverso l’esame degli atti dell’autovalutazione sia dall’osservazione diretta di valutatori. Dall’anno scolastico 2011/12 la scuola partecipa attivamente al progetto INVALSI di valutazione esterna VSQ. 114 Fanno parte integrante del POF i due documenti più rappresentativi dell’esperienza: il rapporto di valutazione elaborato dall’INVALSI e il piano di miglioramento elaborato dalla scuola. 115