La qualità dell`aria negli ambienti confinati

Inquinamento indoor
L’espressione “ambiente indoor” è riferita agli ambienti confinati di
vita e di lavoro non Industriali, cioè quei luoghi all’interno dei quali si
svolgono attività umane sia di lavoro che conviviali, di svago o di
riposo.
Inquinamento dell’aria indoor secondo il Ministero dell’Ambiente- anno
1991-: “la presenza nell’aria di ambienti confinati di contaminanti fisici,
chimici e biologici non presenti naturalmente nell’aria esterna di
sistemi ecologici di elevata qualità”.
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I livelli di concentrazione che gli inquinanti raggiungono all’interno
degli edifici generalmente sono superiori a quelli dell’aria esterna e
soprattutto le esposizioni indoor sono maggiori di quelle outdoor,
principalmente perché la quantità di tempo trascorso dalle persone
all’interno degli edifici, rispetto a quello trascorso all’esterno é di un
ordine grandezza maggiore.
Uno studio condotto nel 1998 dalla Società di Ecologia Prevenzione
Ambiente (EPA) ha stimato che le concentrazioni indoor sono
generalmente da 1 a 5 volte maggiori rispetto a quelle outdoor e che
l’esposizione indoor è da 10 a 50 volte superiore all’esposizione
outdoor.
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Gli inquinanti che possono essere presenti negli ambienti confinati non
industriali sono molto numerosi. Secondo una classificazione canonica
si possono individuare tre categorie di inquinanti:
• fisici;
•chimici;
• biologici.
Gli inquinanti dell’aria indoor possono presentarsi sottoforma di:
•gas;
•vapori;
•particolato.
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La qualità dell’aria negli ambienti interni dipende da molteplici fattori:
•attività
umane: inquinamento dovuto ai normali processi metabolici,
agli animali domestici, al fumo di tabacco, alla cottura dei cibi, all’uso di
detersivi e detergenti vari, profumi ecc;
•materiali da costruzione e arredi: emissione di composti organici
volatili (VOC);
•impianti di condizionamento dell’aria: inquinamento biologico;
•combustioni, presenza di apparecchiature, sia domestiche che per
l’ufficio: emissione di composti chimici volatili (VOC);
• sorgenti inquinanti esterne: provenienti dall’atmosfera, dalle acque o
dal suolo.
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Luogo
Fonti
Inquinanti
Abitazioni, locali
ricreativi
Fumo di tabacco
Particolato respirabile; ossido di carbonio;
composti organici volatili.
Forni a gas
Biossido di azoto; ossido di carbonio.
Forni a legna e
caminetti
Particolato respirabile; ossido di carbonio;
idrocarburi policiclici aromatici.
Materiali da costruzione
Radon; formaldeide
Arredamenti e prodotti
di consumo
Formaldeide; composti organici volatili.
Caldaie a gas
Biossido di azoto; ossido di carbonio.
Polvere
Agenti biologici;
Materiale isolante
Asbesto, fibre di vetro.
Superfici umide
Agenti biologici; particolato respirabile.
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Luogo
Fonti
Inquinanti
Uffici
Fumo di tabacco
Particolato respirabile; ossido di carbonio;
composti organici volatili.
Materiali da costruzione e
arredi
Formaldeide; composti organici volatili.
Fotocopiatrici
Composti organici volatili
Fumo di tabacco
Particolato respirabile; ossido di carbonio;
composti organici volatili.
Inquinanti ambientali
Ozono negli aeromobili; ossido di carbonio
e piombo negli autoveicoli
Mezzi di trasporto
Condizionatori da
automobili
Agenti biologici; particolato respirabile.
Fonte (Lozar, 1997; modificata)
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Gli inquinanti provenienti dall’esterno sono
legati
all’inquinamento atmosferico e sono principalmente
rappresentati da:
•ossido di carbonio (COx );
•ossido di zolfo (SO x );
•ossido di azoto (NO x );
•composti organici volatili (VOC);
•particolato solido totale (PST);
•micro inquinanti (es. metalli pesanti) presenti in atmosfera in
bassissime concentrazioni ma con considerevoli effetti sulla
salute.
Fonte norma ashrae 62-2004
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Il fumo di tabacco è una miscela estremamente complessa e
variabile, anche nel tempo; in questa miscela sono presenti oltre 4
mila composti chimici diversi,in fase gassosa o nel particolato che si
libera con la combustione. Molti di questi composti sono irritanti,
tossici, cancerogeni, mutageni e teratogeni.
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Il termine composti organici volatili (COV, o anche VOC
dall’ingleseVolatile Organic Compounds) sta ad indicare tutta una
serie di composti chimici contenenti solo carbonio ed idrogeno
(composti alifatici e composti aromatici) o composti contenenti
ossigeno, cloro o altri elementi tra il carbonio e l'idrogeno, come
gli aldeidi, eteri, alcool, esteri, clorofluorocarburi (CFC) ed
idroclorofluorocarburi (HCFC). In questa categoria rientrano il
metano, la formaldeide, gli ftalati e tanti altri composti che si
trovano sottoforma di vapore o in forma liquida, ma in grado di
evaporare facilmente a temperatura e pressione ambiente.
Prodotti da stampanti e fotocopiatrici, materiali da costruzione e
arredi (es. mobili, moquettes, rivestimenti) che possono
determinare emissione continue e durature nel tempo.
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La formaldeide (CH2O)è un composto organico. A temperatura
ambiente è un gas incolore con un odore forte e pungente. È un
composto ampiamente utilizzato nella produzione di numerosi
materiali per l’edilizia e nella fabbricazione di mobili. Viene
usata come disinfettante, insetticida, fungicida e deodorante
sia per uso domestico (formalina) che per usi industriali (anche
alimentari sigla E240)o per la disinfezione di strumentazione
medica. Le principali sorgenti di formaldeide negli ambienti
confinati sono costituite dai materiali da costruzione (pannelli,
compensati, truciolati), dalle schiume isolanti contenenti resine
formaldeidiche, dagli arredi (piccole quantità possono essere
rilasciate dalla moquette, da tendaggi mobili, rivestimenti, da
materiali per la pulizia degli ambienti) e dal fumo di sigaretta.
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L’ozono proviene prevalentemente dall’esterno, ma è anche prodotto
da motori elettrici, stampanti laser e fax, da apparecchi che
producono raggi ultravioletti, da filtri elettronici per pulire l’aria. In
particolare, la produzione di ozono da parte di queste
apparecchiature è dovuta al processo di carica e scarica prodotto dal
campo elettrico, generato intorno ai fili corona, durante il loro
funzionamento.
È un sottoprodotto dei VOC. Studi tossicologici hanno dimostrato
che l’ozono è un irritante per l’apparato respiratorio e per gli occhi ed
è in grado di alterare la funzionalità polmonare.
Normalmente l’esposizione a ozono avviene attraverso la via
inalatoria.
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L’amianto, o asbesto, è una fibra minerale che è stata per lungo
tempo utilizzata in edilizia come isolante e ritardante di fiamma,
si può trovare praticamente ovunque. Purtroppo si è appurato
scientificamente che l’amianto è cancerogeno per l’uomo, per
cui ne è stata vietata l’estrazione, la lavorazione ed anche il suo
commercio. In ambiente indoor l’amianto risulta ancora
presente nelle vecchie case soprattutto come materiale di
rivestimento ed insonorizzazione e sottoforma di pannelli
isolanti.
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Il radon è un gas radioattivo naturale, incolore ed
insapore,caratterizzato da una grande inerzia chimica grazie
alla quale si diffonde rapidamente nell’ambiente senza
combinarsi con altri elementi per formare dei composti.
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Rappresentano un’importante ed eterogenea categoria di
inquinanti, tutti di origine biologica. Fra di essi vi sono virus,
batteri, pollini, muffe, acari ed allergeni vari.
I batteri sono organismi semplici e di dimensioni microscopiche,
estremamente diffusi in ogni ambiente, aerodispersi o situati sulla
superficie degli oggetti, degli organismi ed anche al loro interno;
Le muffe sono dei piccolissimi organismi appartenenti al regno dei
Funghi. Nell’aria disperdono le spore, quando le spore
raggiungono una superficie umida attecchiscono e la muffa inizia a
svilupparsi colonizzando un nuovo ambiente.
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I pollini sono le cellule riproduttrici maschili delle piante con fiori.
Per le loro dimensioni, che variano tra i 15 ei 200 micrometri,
possono penetrare molto facilmente negli ambienti confinati per
via aerea o trasportati da scarpe, indumenti, animali oppure
oggetti.
Gli animali rilasciano nell’ambiente delle minuscole particelle di
materiale organico in grado di scatenare delle allergie nei soggetti
predisposti: gli allergeni animali.
I bioeffluenti umani sono dei composti chimici che vengono
emessi dal corpo. Rappresentano un insieme eterogeneo di
composti organici ed inorganici e vengono prodotti nel corso dei
vari processi metabolici. Si tratta per lo più di anidride carbonica
ma fra di essi vi sono: vapor d’acqua, esteri, alcoli, aldeidi,
metano, composti solforati, acidi grassi, ecc.
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Malattie associate agli edifici:
Alla fine degli anni ’90 si cominciò a parlare di “Malattie associate
agli edifici”: includono tutte quelle patologie che hanno un quadro
clinico ben definito e per le quali può essere identificato uno
specifico agente causale presente nell’ambiente confinato.
•agenti fisici;
•agenti chimici;
•agenti biologici.
Tra le malattie riconosciute:
Sindrome da edificio malato (SBS);
Sindrome da sensibilità chimica multipla (MCS).
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Gli effetti sulla salute umana riguardano:
•apparato respiratorio: asma, bronchiti, malattie respiratorie,
legionellosi, alveoliti allergiche, ecc.;
•cute e mucose: irritazioni, dermatiti atopiche, sensibilizzazione,
ecc.;
•sistema nervoso: cefalee, sonnolenza, vertigini, astenia, ecc.;
•sistema immunologico: reazioni allergiche, febbre da
umidificatori, ecc.
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La Sindrome da edificio malato (Sick Building Sindrom) è’una
combinazione di disturbi (a sindrome) associata ad un individuo,
posto di lavoro (palazzina uffici) o di residenza.La maggior parte
della sindrome da edificio malato è legato alla scarsa qualità
dell’aria interna .
Principali fattori di rischio:
•fisici;
•chimici;
•biologici;
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•Fattori fisici: condizionamento, ventilazione, illuminazione
artificiale, rumore, vibrazioni, ioni, particelle e fibre:
la temperatura deve rimanere tra 20 °C- 26 °C;
l’umidità relativa non deve superare il 70%, u.r. < 30% determina
irritazione agli occhi e secchezza delle prime vie aeree; ;
la ventilazione deve garantire un efficiente ricambio d’aria: circa 30
m3/h per persona sedentaria non fumatrice;
la illuminazione artificiale: deve essere sufficiente e non provocare
abbagliamenti; se eccessiva favorisce mal di testa e stress visivo;
livelli di rumorosità elevata determinano facilmente irritabilità;
la presenza di ioni negativi che producono elevati livelli di ozono,
costituisce un fattore irritante.
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•Fattori
chimici: fumo di tabacco ambientale; formaldeide;
composti organici volatili; biocidi; altre sostanze gassose (CO2,
CO, NO2, O3, SO2); odori;
•Fattori biologici: microrganismi patogeni.
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I sintomi: mal di testa, sonnolenza, difficoltà di concentrazione,
astenia, nausea, irritazione agli occhi, naso, gola, problemi
respiratori, eruzioni cutanee, secchezza ed irritazione della gola.
I rimedi alla “Sindrome da Edificio Malato” sono soprattutto di
carattere preventivo: pulizia e controllo programmato dei
sistemi di ventilazione; visite mediche periodiche mirate ai
lavoratori sulla base delle normative vigenti e/o da definirsi;
verifica della qualità dell’aria e dell’entità dei fattori di rischio
ambientale, sia chimici che biologici;diluizione con aria esterna.
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La qualità dell’aria negli ambienti confinati è essenzialmente
una percezione soggettiva, basata in genere sulla
temperatura dell’aria, sulla sua umidità, sul grado di
ventilazione e sulla concentrazione degli inquinanti presenti.
Nel 1989, l’ASHRAE definì l’aria accettabile quando “non
siano riscontrabili sostanze inquinanti in concentrazioni
pericolose ed in cui la grande maggioranza, 80% o più delle
persone presenti, si trovi nelle condizioni di soddisfazione”
(ASHRAE, 1996).La qualità dell’aria degli ambienti interni può,
perciò essere misurata considerando l’aria dei locali o il livello
di soddisfazione degli occupanti.
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La maggioranza delle molecole inquinanti è percepibile, non solo
tramite l'odorato, ma anche per l'azione irritante o tossica svolta
sull'organismo. Ad esempio l'ozono e la formaldeide possiedono
un odore pungente caratteristico ed in più sono fortemente
irritanti per le mucose; l'anidride carbonica è del tutto inodore,
ma a concentrazioni crescenti provoca sensazioni via via più
intense di aria viziata e soffocante. Gli esseri umani possono
percepire la qualità dell'aria attraverso due vie principali: la prima
è costituita dal senso dell'olfatto, attraverso i recettori olfattivi
presenti al termine della cavità nasale, sensibili a centinaia di
migliaia di molecole differenti; la seconda consiste nei recettori
sensoriali presenti sulle mucose delle prime vie respiratorie e
dell'occhio, estremamente sensibili all'azione irritante di molte
sostanze.
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La combinazione delle sensazioni raccolte attraverso queste due
vie produce le sensazioni di aria piacevole e leggera, oppure
stantia e soffocante. Esistono anche altri meccanismi di reazione
che possono influenzare la sensazione complessiva, come ad
esempio gli effetti tossici degli inquinanti inalati: elevate
concentrazioni di anidride carbonica provocano sensazioni di
soffocamento ed affanno, modeste quantità di monossido di
carbonio sono sufficienti a indurre stordimento e cefalee, con
ovvie conseguenze sulla valutazione del livello qualitativo
dell'aria.
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In Italia non c’è una normativa specifica a livello nazionale per il
controllo della qualità dell’aria indoor negli edifici generici.
Esistono comunque delle norme che vengono emanate dai
Comuni nell’ambito del Regolamento di Igiene e Sanità, e che
fissano dei parametri di salubrità delle abitazioni e degli abitati
in genere.
Le linee guida: l’Accordo Ministero della Salute, Regioni e
Province autonome del 27/09/2001 riporta le Linee guida per la
tutela e la promozione della salute negli ambienti confinati, e
fornisce le linee di indirizzo tecnico indispensabili per la
realizzazione di un Programma Nazionale di Prevenzione negli
ambienti indoor.
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Unità di misura della percezione sensoriale
Percentuale di insoddisfatti: persone test che percepiscono l’aria
come non accettabile, subito dopo essere entrate in un ambiente;
•Olf è una grandezza che esprime la capacità inquinante di una
sorgente: è definito come la quantità di bioeffluenti emessi da un
soggetto che svolge attività sedentaria in condizioni di benessere
termico, con uno standard igienico di 0,7 bagni/giorno;
•Numero di “olf” di una fonte inquinante: numero di persone
standard che provocano un tasso olfattivo dell’aria equivalente a
quello della fonte considerata, ovvero che causano la stessa
percentuale di insoddisfatti;
•Decipol (dp): livello di inquinante percepito in un ambiente. 1 dp
è la qualità dell’aria in uno spazio chiuso, ventilato da 10 l/s di aria
pulita, dove vi sia una fonte puntuale di inquinamento di 1 olf.
27
Dalla metà degli anni ‘70, negli Stati Uniti, l’ACGIH (American
Conference of Governmental Industrial Hygienists) cominciò a
pubblicare annualmente i Valori Limite di Soglia - TLV
(“Threshold Limit Value”), per sostanze chimiche ed agenti
fisici e gli IBE (Indici Biologici di Esposizione) (AIDII, 1997).
L’ACGIH, prevede tre categorie di Valori Limite di Soglia – TLV.
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TLV-TWA
Valore Limite di Soglia Media Ponderata nel
Tempo
Concentrazione media ponderata nel tempo, su una giornata lavorativa convenzionale di 8 ore e
su 40 ore lavorative settimanali, alla quale quasi tutti i lavoratori possono essere ripetutamente
esposti, giorno dopo giorno, senza effetti negativi.
Concentrazione alla quale i lavoratori possono essere esposti continuativamente per breve periodo di
tempo, purché il TLV-TWA giornaliero non venga superato, senza che insorgano: 1) irritazione; 2)
danno cronico o irreversibile del tessuto; 3) riduzione dello stato di vigilanza di grado sufficiente ad
accrescere le probabilità di infortuni od influire sulle capacità di mettersi in salvo o ridurre
materialmente l’efficienza lavorativa (sempre nel presupposto che il TLV-TWA non venga superato). Il
TLV-STEL
TLV-STEL non costituisce un limite di esposizione separato indipendente, ma piuttosto integra il TLVValore Limite di Soglia - TWA di una sostanza la cui azione tossica sia principalmente di natura cronica, qualora esistano
Limite per Breve Tempo di effetti acuti riconosciuti. Gli STEL vengono raccomandati quando l’esposizione umana o animale ad
Esposizione
alta concentrazione per breve durata ha messo in evidenza effetti tossici. Uno STEL viene definito
come esposizione media ponderata su un periodo di 15 minuti, che non deve mai essere superata
nella giornata lavorativa, anche se la media ponderata su 8 ore è inferiore ai TLV. Esposizioni al valore
STEL non devono protrarsi oltre i 15 minuti e non devono ripetersi per più di quattro volte al giorno.
Fra esposizioni successive al valore STEL, devono intercorrere almeno 60 minuti. Un periodo di
mediazione diverso dai 15 minuti può essere consigliabile se ciò è giustificato da effetti biologici
osservati.
TLV-C
Valore Limite di Soglia –
tetto (“Ceiling”)
Concentrazione che non deve mai essere superata durante l’attività lavorativa, nemmeno per un
brevissimo periodo di tempo.
AIIDI, 1997
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TLV-TWA consentono escursioni al di sopra del limite, purchè queste
vengano compensate durante la giornata lavorativa da escursioni
equivalenti al di sotto dello stesso. L’ampiezza del superamento del TLV
per brevi periodi di tempo senza danni per la salute dipende da diversi
fattori come: la natura della sostanza e la sua capacità di causare ad alte
concentrazioni, anche per brevi periodi di esposizione, intossicazioni
acute; la frequenza dei periodi di esposizione; l’esistenza di effetti
cumulativi (AIDII, 1997; ACGIH, 2002).
Per alcune sostanze, quali gas irritanti, riveste importanza particolare la
sola categoria TLV-C; per altri agenti possono essere importanti due o tre
categorie di TLV, a seconda della loro azione fisiologica. È sufficiente che
uno qualsiasi dei tre TLV venga superato per presumere che esista un
potenziale rischio di esposizione per la sostanza in questione.
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L’inquinamento indoor, in base alla concentrazione di sostanze,
può causare tre tipi di patologie:
Acute (a breve termine);
•Irritazioni agli occhi, al naso e alla gola;
Croniche;
•problemi ai reni, al fegato, al sistema nervoso centrale;
Biologiche (a distanza di anni);
•mal di testa, nausea, vertigini, crisi asmatiche;
•infertilità;
•sterilità;
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Classificazione degli inquinanti chimici degli ambienti interni
in base alle patologie causate:
•irritante: es., polveri, NO2, O3, formaldeide, ecc.;
•tossico: es., CO, nicotina, metalli pesanti, ecc. ;
•sensibilizzante: es., pollini, fibre sintetiche, ecc.;
•cancerogeno o sospetto tale: es., amianto, radon, fumo di
tabacco, formaldeide, idrocarburi policiclici aromatici.
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Ripercorrendo i differenti studi inerenti le patologie causate dagli
inquinanti chimici, si nota come le conoscenze si siano accresciute
nel tempo: agenti solo sospettati di cancerogenità, sono stati
esplicitamente definiti tali; si sono sempre più correlati sintomi
sanitari con la presenza, in determinate concentrazioni, di specifici
inquinanti; si sono individuate sempre più sostanze irritanti ed
allergizzanti; altre sono state definite sensibilizzanti ed altre
ancora pericolose in quanto possono essere assorbite attraverso
la cute integra.
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Varie organizzazioni, sia internazionali che italiane, hanno
proposto linee guida e standard di riferimento:
• l’OMS (Organizzazione Mondiale della Sanità); la WHO (World
Health Organization);
•l’ACGIH (American Conference of Governmental Industrial
Hygienist);
•l’AIDII (Associazione Italiana Degli Igienisti Industriali), che
riprende in toto le proposte dell’ACGIH;
•la European Concerted Action;
•l’ASHRAE (American Society of Heating, Refrigerating and AirConditioning Engineers), che in molti studi confronta i valori
proposti dalle diverse associazioni.
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Dagli anni’80, l’ACGIH cominciò a classificare, in base agli studi
circa la cancerogenità delle varie sostanze, i differenti inquinanti
in 4 categorie. Data la difficoltà a reperire dati epidemiologici, la
relativa scarsità di studi in merito e l’importanza di tutelare la
salute umana, accanto alle proprie classificazioni, l’ACGIH ha
sempre riportato anche le eventuali classificazioni di altre
associazioni discordanti con le proprie (es. agenti classificati
come cancerogeni da una e non dall’altra).
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Classe
Definizione
A1 - Carcinogeno
L’agente è risultato carcinogeno per l’essere umano sulla base dei risultati di
riconosciuto per
studi epidemiologici, o di evidenza clinica convincente, in esposti uman
l’essere umano
A2 –
Carcinogeno
sospetto per
l’essere umano
L’agente è risultato carcinogeno in animali da esperimento. Gli studi
epidemiologici disponibili sono controversi o insufficienti per confermare un
incremento del rischio di cancro per le persone esposte.
L’agente è risultato carcinogeno in animali da esperimento ad una dose
relativamente elevata o per vie di somministrazione, in siti di tipo istologico o
A3 –
per meccanismi che non vengono considerati rilevanti per i lavoratori esposti.
Carcinogeno per Gli studi epidemiologici disponibili non confermano un incremento del rischio di
l’animale
cancro per le persone esposte. Le conoscenze disponibili suggeriscono come
improbabile che l’agente causi il cancro nell’essere umano, se non in improbabili
e non comuni situazioni di esposizione.
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Classe
Definizione
A4 – Non
classificabile
Attualmente non esistono dati o quelli esistenti sono inadeguati per
come
classificare l’agente per quanto riguarda la cancerogenità per l’essere umano
carcinogeno per e/o animali
l’essere umano
L’agente non è ritenuto carcinogeno per l’essere umano, sulla base degli studi
epidemiologici appropriatamente condotti sull’uomo. Questi studi sono stati
A5 – Non
condotti su un periodo sufficientemente prolungato, tengono conto di storie
sospetto
espositive affidabili, di dosi sufficientemente elevate ed evidenza statistica
carcinogeno per
adeguata per concludere che l’esposizione all’agente non comporta un rischio
l’essere umano
significativo di cancro per l’essere umano, L’evidenza di scarsa cancerogenità
nelle prove su animali viene considerata se supportata da altri dati pertinenti.
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Dal 1991, l’ACGIH cominciò ad utilizzare alcune sostanze anche come
Indicatori Biologici di Esposizione, dai quali derivano gli Indici
Biologici di Esposizione – IBE
Classe
Caratteristiche
Indicatore
Biologico di
Esposizione
L’indicatore può essere la stessa sostanza chimica, il/i suo/i metabolita/i, o un
cambiamento reversibile caratteristico provocato dalla sostanza chimica. La misura può
essere effettuata nell’aria espirata, nelle urine, nel sangue, o in altri campioni biologico
prelevati sul lavoratore esposto. A seconda dell’indicatore, del campione scelto e del
periodo di prelievo, la misura fornisce indicazioni circa l’intensità dell’esposizione recente,
l’esposizione media giornaliera, o l’esposizione cronica cumulativa. L’Indicatore Biologico
di esposizione india la sostanza od il metabolita da ricercare.
Indici Biologici di
Esposizione (IBE)
Gli IBE rappresentano valori di riferimento da utilizzare come guida nella pratica
dell’igiene industriale per la valutazione dei rischi per la salute. Rappresentano i valori del
livello dell’indicatore che, con elevata probabilità, è possibile riscontrare in campioni
prelevati su lavoratori sani, esposti a livelli di concentrazione nell’aria dell’ordine di
grandezza del TLV – TWA. Gli IBE si riferiscono, infatti, ad esposizioni di otto ore per
cinque giorni alla settimana. Tali indici, comunque, non rappresentano una linea di
demarcazione netta fra esposizione pericolosa o non pericolosa a causa della variabilità
biologica. I risultati delle misure individuali, infatti, possono superare gli IBE senza che vi
sia un aumento del rischio per la salute. L’Indice Biologico di Esposizione rappresenta il
TLV biologico.
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Nel 2002, l’ACGIH inserì altre due tipologie di classificazione:
Classe
Sensibilizzante
Definizione
Il soggetto esposto all’agente chimico, subisce una sensibilizzazione
permanente.
Viene assorbito L’agente (cancerogeno, mutageno, sensibilizzante, irritante, ecc) può
attraverso la essere assorbito anche attraverso la cute integra, per cui sono necessarie
cute integra delle misure di protezione adeguate.
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Dalla fine degli anni ’60, l’Europa, classificò le sostanze chimiche ed i
preparati ritenuti pericolosi per la salute dei lavoratori nella Direttiva
67/548/CEE. Tale direttiva impose che sull’etichetta e sulla scheda di
sicurezza di tali sostanze e preparati fossero riportate le idonee frasi di
rischio “R”, i consigli di prudenza “S” ed i simboli di pericolo, indicando,
così, al lavoratore i pericoli per la salute ed i comportamenti da tenere
maneggiando tali sostanze.
Nel 1994, in Italia, in recepimento della Direttiva 67/548/CEE venne
emanato il D.Lgs. 626/94, specifico per la protezione dei lavoratori dagli
agenti chimici, al quale seguirono integrazioni e modifiche.
Nel 2008 arriva il T.U.S.L. (D.Lgs.81/08) che fa ancora riferimento alle
normative italiane di recepimento:
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Con il varo del Regolamento Europeo (CLP) n° 1272/08 che avvicina l’Italia
agli altri paesi aderenti al sistema globale armonizzato (GHS) delle Nazioni
Unite, dall’estate del 2011 e fino al 2015, è iniziata la fase di transizione che
porterà all’utilizzo di simboli universali indicanti il pericolo che deriva dalle
sostanze chimiche.
Le nuove etichette che appariranno (ed a volte già appaiono) su flaconi,
contenitori, imballi e veicoli, cambiano veste grafica ed introducono alcune
categorie di rischio fino ad oggi esistenti ma non codificate graficamente.
Dal classico simbolo nero all’interno di un quadrato di colore arancione si
passa a pittogrammi neri, su sfondo bianco all’interno di rombi rossi.
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Molto tossico (T+) e Tossico (T)
Pericolo: Sostanze molto pericolose per la salute per inalazione,
ingestione o contatto con la pelle, che possono anche causare morte.
Possibilità di effetti irreversibili da esposizioni occasionali, ripetute o
prolungate.
Precauzioni: Evitare il contatto, inclusa l'inalazione di vapori e, in caso
di malessere, consultare il medico.
Nocivo (Xn)
Pericolo: Nocivo per inalazione, ingestione o contatto con la pelle.
Possibilità di effetti irreversibili da esposizioni occasionali, ripetute o
prolungate.
Precauzioni: Evitare il contatto, inclusa l'inalazione di vapori e, in caso
di malessere, consultare il medico.
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Linee guida per la tutela e la promozione della salute negli ambienti confinati
Accordo del 27/09/2001 tra il Ministro della salute, le regioni e le province autonome.
L'inquinamento "indoor", rispetto a quello "outdoor", si caratterizza per il
particolare coinvolgimento che in esso hanno gli occupanti degli edifici. Questi,
infatti, sopportano direttamente le conseguenze negative dell'inquinamento in
termini di benessere e qualità della vita ed allo stesso tempo, con i loro
comportamenti possono essere responsabili dell'inquinamento stesso. Proprio
questo ruolo attivo del cittadino deve essere proficuamente utilizzato per
realizzare opportune strategie per la gestione del problema, soprattutto
attraverso la promozione di comportamenti e stili di vita positivi, improntati alla
salute. Per questi motivi, è necessario sviluppare programmi di prevenzione volti
a migliorare i livelli di conoscenza, di comprensione e di percezione da parte
della popolazione dei rischi presenti negli ambienti confinati, tradizionalmente
considerati "sicuri" (abitazioni, scuola, uffici, ambienti sportivi e ricreativi etc.) e
promuovere iniziative per la prevenzione dei rischi attribuibili all'inquinamento
dell'aria indoor al fine di garantire alla collettività un elevato livello di protezione
sanitaria.
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