Inquinamento indoor L’espressione “ambiente indoor” è riferita agli ambienti confinati di vita e di lavoro non Industriali, cioè quei luoghi all’interno dei quali si svolgono attività umane sia di lavoro che conviviali, di svago o di riposo. Inquinamento dell’aria indoor secondo il Ministero dell’Ambiente- anno 1991-: “la presenza nell’aria di ambienti confinati di contaminanti fisici, chimici e biologici non presenti naturalmente nell’aria esterna di sistemi ecologici di elevata qualità”. 2 I livelli di concentrazione che gli inquinanti raggiungono all’interno degli edifici generalmente sono superiori a quelli dell’aria esterna e soprattutto le esposizioni indoor sono maggiori di quelle outdoor, principalmente perché la quantità di tempo trascorso dalle persone all’interno degli edifici, rispetto a quello trascorso all’esterno é di un ordine grandezza maggiore. Uno studio condotto nel 1998 dalla Società di Ecologia Prevenzione Ambiente (EPA) ha stimato che le concentrazioni indoor sono generalmente da 1 a 5 volte maggiori rispetto a quelle outdoor e che l’esposizione indoor è da 10 a 50 volte superiore all’esposizione outdoor. 3 Gli inquinanti che possono essere presenti negli ambienti confinati non industriali sono molto numerosi. Secondo una classificazione canonica si possono individuare tre categorie di inquinanti: • fisici; •chimici; • biologici. Gli inquinanti dell’aria indoor possono presentarsi sottoforma di: •gas; •vapori; •particolato. 4 La qualità dell’aria negli ambienti interni dipende da molteplici fattori: •attività umane: inquinamento dovuto ai normali processi metabolici, agli animali domestici, al fumo di tabacco, alla cottura dei cibi, all’uso di detersivi e detergenti vari, profumi ecc; •materiali da costruzione e arredi: emissione di composti organici volatili (VOC); •impianti di condizionamento dell’aria: inquinamento biologico; •combustioni, presenza di apparecchiature, sia domestiche che per l’ufficio: emissione di composti chimici volatili (VOC); • sorgenti inquinanti esterne: provenienti dall’atmosfera, dalle acque o dal suolo. 5 Luogo Fonti Inquinanti Abitazioni, locali ricreativi Fumo di tabacco Particolato respirabile; ossido di carbonio; composti organici volatili. Forni a gas Biossido di azoto; ossido di carbonio. Forni a legna e caminetti Particolato respirabile; ossido di carbonio; idrocarburi policiclici aromatici. Materiali da costruzione Radon; formaldeide Arredamenti e prodotti di consumo Formaldeide; composti organici volatili. Caldaie a gas Biossido di azoto; ossido di carbonio. Polvere Agenti biologici; Materiale isolante Asbesto, fibre di vetro. Superfici umide Agenti biologici; particolato respirabile. 6 Luogo Fonti Inquinanti Uffici Fumo di tabacco Particolato respirabile; ossido di carbonio; composti organici volatili. Materiali da costruzione e arredi Formaldeide; composti organici volatili. Fotocopiatrici Composti organici volatili Fumo di tabacco Particolato respirabile; ossido di carbonio; composti organici volatili. Inquinanti ambientali Ozono negli aeromobili; ossido di carbonio e piombo negli autoveicoli Mezzi di trasporto Condizionatori da automobili Agenti biologici; particolato respirabile. Fonte (Lozar, 1997; modificata) 7 Gli inquinanti provenienti dall’esterno sono legati all’inquinamento atmosferico e sono principalmente rappresentati da: •ossido di carbonio (COx ); •ossido di zolfo (SO x ); •ossido di azoto (NO x ); •composti organici volatili (VOC); •particolato solido totale (PST); •micro inquinanti (es. metalli pesanti) presenti in atmosfera in bassissime concentrazioni ma con considerevoli effetti sulla salute. Fonte norma ashrae 62-2004 8 Il fumo di tabacco è una miscela estremamente complessa e variabile, anche nel tempo; in questa miscela sono presenti oltre 4 mila composti chimici diversi,in fase gassosa o nel particolato che si libera con la combustione. Molti di questi composti sono irritanti, tossici, cancerogeni, mutageni e teratogeni. 9 Il termine composti organici volatili (COV, o anche VOC dall’ingleseVolatile Organic Compounds) sta ad indicare tutta una serie di composti chimici contenenti solo carbonio ed idrogeno (composti alifatici e composti aromatici) o composti contenenti ossigeno, cloro o altri elementi tra il carbonio e l'idrogeno, come gli aldeidi, eteri, alcool, esteri, clorofluorocarburi (CFC) ed idroclorofluorocarburi (HCFC). In questa categoria rientrano il metano, la formaldeide, gli ftalati e tanti altri composti che si trovano sottoforma di vapore o in forma liquida, ma in grado di evaporare facilmente a temperatura e pressione ambiente. Prodotti da stampanti e fotocopiatrici, materiali da costruzione e arredi (es. mobili, moquettes, rivestimenti) che possono determinare emissione continue e durature nel tempo. 10 La formaldeide (CH2O)è un composto organico. A temperatura ambiente è un gas incolore con un odore forte e pungente. È un composto ampiamente utilizzato nella produzione di numerosi materiali per l’edilizia e nella fabbricazione di mobili. Viene usata come disinfettante, insetticida, fungicida e deodorante sia per uso domestico (formalina) che per usi industriali (anche alimentari sigla E240)o per la disinfezione di strumentazione medica. Le principali sorgenti di formaldeide negli ambienti confinati sono costituite dai materiali da costruzione (pannelli, compensati, truciolati), dalle schiume isolanti contenenti resine formaldeidiche, dagli arredi (piccole quantità possono essere rilasciate dalla moquette, da tendaggi mobili, rivestimenti, da materiali per la pulizia degli ambienti) e dal fumo di sigaretta. 11 L’ozono proviene prevalentemente dall’esterno, ma è anche prodotto da motori elettrici, stampanti laser e fax, da apparecchi che producono raggi ultravioletti, da filtri elettronici per pulire l’aria. In particolare, la produzione di ozono da parte di queste apparecchiature è dovuta al processo di carica e scarica prodotto dal campo elettrico, generato intorno ai fili corona, durante il loro funzionamento. È un sottoprodotto dei VOC. Studi tossicologici hanno dimostrato che l’ozono è un irritante per l’apparato respiratorio e per gli occhi ed è in grado di alterare la funzionalità polmonare. Normalmente l’esposizione a ozono avviene attraverso la via inalatoria. 12 L’amianto, o asbesto, è una fibra minerale che è stata per lungo tempo utilizzata in edilizia come isolante e ritardante di fiamma, si può trovare praticamente ovunque. Purtroppo si è appurato scientificamente che l’amianto è cancerogeno per l’uomo, per cui ne è stata vietata l’estrazione, la lavorazione ed anche il suo commercio. In ambiente indoor l’amianto risulta ancora presente nelle vecchie case soprattutto come materiale di rivestimento ed insonorizzazione e sottoforma di pannelli isolanti. 13 Il radon è un gas radioattivo naturale, incolore ed insapore,caratterizzato da una grande inerzia chimica grazie alla quale si diffonde rapidamente nell’ambiente senza combinarsi con altri elementi per formare dei composti. 14 Rappresentano un’importante ed eterogenea categoria di inquinanti, tutti di origine biologica. Fra di essi vi sono virus, batteri, pollini, muffe, acari ed allergeni vari. I batteri sono organismi semplici e di dimensioni microscopiche, estremamente diffusi in ogni ambiente, aerodispersi o situati sulla superficie degli oggetti, degli organismi ed anche al loro interno; Le muffe sono dei piccolissimi organismi appartenenti al regno dei Funghi. Nell’aria disperdono le spore, quando le spore raggiungono una superficie umida attecchiscono e la muffa inizia a svilupparsi colonizzando un nuovo ambiente. 15 I pollini sono le cellule riproduttrici maschili delle piante con fiori. Per le loro dimensioni, che variano tra i 15 ei 200 micrometri, possono penetrare molto facilmente negli ambienti confinati per via aerea o trasportati da scarpe, indumenti, animali oppure oggetti. Gli animali rilasciano nell’ambiente delle minuscole particelle di materiale organico in grado di scatenare delle allergie nei soggetti predisposti: gli allergeni animali. I bioeffluenti umani sono dei composti chimici che vengono emessi dal corpo. Rappresentano un insieme eterogeneo di composti organici ed inorganici e vengono prodotti nel corso dei vari processi metabolici. Si tratta per lo più di anidride carbonica ma fra di essi vi sono: vapor d’acqua, esteri, alcoli, aldeidi, metano, composti solforati, acidi grassi, ecc. 16 Malattie associate agli edifici: Alla fine degli anni ’90 si cominciò a parlare di “Malattie associate agli edifici”: includono tutte quelle patologie che hanno un quadro clinico ben definito e per le quali può essere identificato uno specifico agente causale presente nell’ambiente confinato. •agenti fisici; •agenti chimici; •agenti biologici. Tra le malattie riconosciute: Sindrome da edificio malato (SBS); Sindrome da sensibilità chimica multipla (MCS). 17 Gli effetti sulla salute umana riguardano: •apparato respiratorio: asma, bronchiti, malattie respiratorie, legionellosi, alveoliti allergiche, ecc.; •cute e mucose: irritazioni, dermatiti atopiche, sensibilizzazione, ecc.; •sistema nervoso: cefalee, sonnolenza, vertigini, astenia, ecc.; •sistema immunologico: reazioni allergiche, febbre da umidificatori, ecc. 18 La Sindrome da edificio malato (Sick Building Sindrom) è’una combinazione di disturbi (a sindrome) associata ad un individuo, posto di lavoro (palazzina uffici) o di residenza.La maggior parte della sindrome da edificio malato è legato alla scarsa qualità dell’aria interna . Principali fattori di rischio: •fisici; •chimici; •biologici; 19 •Fattori fisici: condizionamento, ventilazione, illuminazione artificiale, rumore, vibrazioni, ioni, particelle e fibre: la temperatura deve rimanere tra 20 °C- 26 °C; l’umidità relativa non deve superare il 70%, u.r. < 30% determina irritazione agli occhi e secchezza delle prime vie aeree; ; la ventilazione deve garantire un efficiente ricambio d’aria: circa 30 m3/h per persona sedentaria non fumatrice; la illuminazione artificiale: deve essere sufficiente e non provocare abbagliamenti; se eccessiva favorisce mal di testa e stress visivo; livelli di rumorosità elevata determinano facilmente irritabilità; la presenza di ioni negativi che producono elevati livelli di ozono, costituisce un fattore irritante. 20 •Fattori chimici: fumo di tabacco ambientale; formaldeide; composti organici volatili; biocidi; altre sostanze gassose (CO2, CO, NO2, O3, SO2); odori; •Fattori biologici: microrganismi patogeni. 21 I sintomi: mal di testa, sonnolenza, difficoltà di concentrazione, astenia, nausea, irritazione agli occhi, naso, gola, problemi respiratori, eruzioni cutanee, secchezza ed irritazione della gola. I rimedi alla “Sindrome da Edificio Malato” sono soprattutto di carattere preventivo: pulizia e controllo programmato dei sistemi di ventilazione; visite mediche periodiche mirate ai lavoratori sulla base delle normative vigenti e/o da definirsi; verifica della qualità dell’aria e dell’entità dei fattori di rischio ambientale, sia chimici che biologici;diluizione con aria esterna. 22 La qualità dell’aria negli ambienti confinati è essenzialmente una percezione soggettiva, basata in genere sulla temperatura dell’aria, sulla sua umidità, sul grado di ventilazione e sulla concentrazione degli inquinanti presenti. Nel 1989, l’ASHRAE definì l’aria accettabile quando “non siano riscontrabili sostanze inquinanti in concentrazioni pericolose ed in cui la grande maggioranza, 80% o più delle persone presenti, si trovi nelle condizioni di soddisfazione” (ASHRAE, 1996).La qualità dell’aria degli ambienti interni può, perciò essere misurata considerando l’aria dei locali o il livello di soddisfazione degli occupanti. 23 La maggioranza delle molecole inquinanti è percepibile, non solo tramite l'odorato, ma anche per l'azione irritante o tossica svolta sull'organismo. Ad esempio l'ozono e la formaldeide possiedono un odore pungente caratteristico ed in più sono fortemente irritanti per le mucose; l'anidride carbonica è del tutto inodore, ma a concentrazioni crescenti provoca sensazioni via via più intense di aria viziata e soffocante. Gli esseri umani possono percepire la qualità dell'aria attraverso due vie principali: la prima è costituita dal senso dell'olfatto, attraverso i recettori olfattivi presenti al termine della cavità nasale, sensibili a centinaia di migliaia di molecole differenti; la seconda consiste nei recettori sensoriali presenti sulle mucose delle prime vie respiratorie e dell'occhio, estremamente sensibili all'azione irritante di molte sostanze. 24 La combinazione delle sensazioni raccolte attraverso queste due vie produce le sensazioni di aria piacevole e leggera, oppure stantia e soffocante. Esistono anche altri meccanismi di reazione che possono influenzare la sensazione complessiva, come ad esempio gli effetti tossici degli inquinanti inalati: elevate concentrazioni di anidride carbonica provocano sensazioni di soffocamento ed affanno, modeste quantità di monossido di carbonio sono sufficienti a indurre stordimento e cefalee, con ovvie conseguenze sulla valutazione del livello qualitativo dell'aria. 25 In Italia non c’è una normativa specifica a livello nazionale per il controllo della qualità dell’aria indoor negli edifici generici. Esistono comunque delle norme che vengono emanate dai Comuni nell’ambito del Regolamento di Igiene e Sanità, e che fissano dei parametri di salubrità delle abitazioni e degli abitati in genere. Le linee guida: l’Accordo Ministero della Salute, Regioni e Province autonome del 27/09/2001 riporta le Linee guida per la tutela e la promozione della salute negli ambienti confinati, e fornisce le linee di indirizzo tecnico indispensabili per la realizzazione di un Programma Nazionale di Prevenzione negli ambienti indoor. 26 Unità di misura della percezione sensoriale Percentuale di insoddisfatti: persone test che percepiscono l’aria come non accettabile, subito dopo essere entrate in un ambiente; •Olf è una grandezza che esprime la capacità inquinante di una sorgente: è definito come la quantità di bioeffluenti emessi da un soggetto che svolge attività sedentaria in condizioni di benessere termico, con uno standard igienico di 0,7 bagni/giorno; •Numero di “olf” di una fonte inquinante: numero di persone standard che provocano un tasso olfattivo dell’aria equivalente a quello della fonte considerata, ovvero che causano la stessa percentuale di insoddisfatti; •Decipol (dp): livello di inquinante percepito in un ambiente. 1 dp è la qualità dell’aria in uno spazio chiuso, ventilato da 10 l/s di aria pulita, dove vi sia una fonte puntuale di inquinamento di 1 olf. 27 Dalla metà degli anni ‘70, negli Stati Uniti, l’ACGIH (American Conference of Governmental Industrial Hygienists) cominciò a pubblicare annualmente i Valori Limite di Soglia - TLV (“Threshold Limit Value”), per sostanze chimiche ed agenti fisici e gli IBE (Indici Biologici di Esposizione) (AIDII, 1997). L’ACGIH, prevede tre categorie di Valori Limite di Soglia – TLV. 28 TLV-TWA Valore Limite di Soglia Media Ponderata nel Tempo Concentrazione media ponderata nel tempo, su una giornata lavorativa convenzionale di 8 ore e su 40 ore lavorative settimanali, alla quale quasi tutti i lavoratori possono essere ripetutamente esposti, giorno dopo giorno, senza effetti negativi. Concentrazione alla quale i lavoratori possono essere esposti continuativamente per breve periodo di tempo, purché il TLV-TWA giornaliero non venga superato, senza che insorgano: 1) irritazione; 2) danno cronico o irreversibile del tessuto; 3) riduzione dello stato di vigilanza di grado sufficiente ad accrescere le probabilità di infortuni od influire sulle capacità di mettersi in salvo o ridurre materialmente l’efficienza lavorativa (sempre nel presupposto che il TLV-TWA non venga superato). Il TLV-STEL TLV-STEL non costituisce un limite di esposizione separato indipendente, ma piuttosto integra il TLVValore Limite di Soglia - TWA di una sostanza la cui azione tossica sia principalmente di natura cronica, qualora esistano Limite per Breve Tempo di effetti acuti riconosciuti. Gli STEL vengono raccomandati quando l’esposizione umana o animale ad Esposizione alta concentrazione per breve durata ha messo in evidenza effetti tossici. Uno STEL viene definito come esposizione media ponderata su un periodo di 15 minuti, che non deve mai essere superata nella giornata lavorativa, anche se la media ponderata su 8 ore è inferiore ai TLV. Esposizioni al valore STEL non devono protrarsi oltre i 15 minuti e non devono ripetersi per più di quattro volte al giorno. Fra esposizioni successive al valore STEL, devono intercorrere almeno 60 minuti. Un periodo di mediazione diverso dai 15 minuti può essere consigliabile se ciò è giustificato da effetti biologici osservati. TLV-C Valore Limite di Soglia – tetto (“Ceiling”) Concentrazione che non deve mai essere superata durante l’attività lavorativa, nemmeno per un brevissimo periodo di tempo. AIIDI, 1997 29 TLV-TWA consentono escursioni al di sopra del limite, purchè queste vengano compensate durante la giornata lavorativa da escursioni equivalenti al di sotto dello stesso. L’ampiezza del superamento del TLV per brevi periodi di tempo senza danni per la salute dipende da diversi fattori come: la natura della sostanza e la sua capacità di causare ad alte concentrazioni, anche per brevi periodi di esposizione, intossicazioni acute; la frequenza dei periodi di esposizione; l’esistenza di effetti cumulativi (AIDII, 1997; ACGIH, 2002). Per alcune sostanze, quali gas irritanti, riveste importanza particolare la sola categoria TLV-C; per altri agenti possono essere importanti due o tre categorie di TLV, a seconda della loro azione fisiologica. È sufficiente che uno qualsiasi dei tre TLV venga superato per presumere che esista un potenziale rischio di esposizione per la sostanza in questione. 30 L’inquinamento indoor, in base alla concentrazione di sostanze, può causare tre tipi di patologie: Acute (a breve termine); •Irritazioni agli occhi, al naso e alla gola; Croniche; •problemi ai reni, al fegato, al sistema nervoso centrale; Biologiche (a distanza di anni); •mal di testa, nausea, vertigini, crisi asmatiche; •infertilità; •sterilità; 31 Classificazione degli inquinanti chimici degli ambienti interni in base alle patologie causate: •irritante: es., polveri, NO2, O3, formaldeide, ecc.; •tossico: es., CO, nicotina, metalli pesanti, ecc. ; •sensibilizzante: es., pollini, fibre sintetiche, ecc.; •cancerogeno o sospetto tale: es., amianto, radon, fumo di tabacco, formaldeide, idrocarburi policiclici aromatici. 32 Ripercorrendo i differenti studi inerenti le patologie causate dagli inquinanti chimici, si nota come le conoscenze si siano accresciute nel tempo: agenti solo sospettati di cancerogenità, sono stati esplicitamente definiti tali; si sono sempre più correlati sintomi sanitari con la presenza, in determinate concentrazioni, di specifici inquinanti; si sono individuate sempre più sostanze irritanti ed allergizzanti; altre sono state definite sensibilizzanti ed altre ancora pericolose in quanto possono essere assorbite attraverso la cute integra. 33 Varie organizzazioni, sia internazionali che italiane, hanno proposto linee guida e standard di riferimento: • l’OMS (Organizzazione Mondiale della Sanità); la WHO (World Health Organization); •l’ACGIH (American Conference of Governmental Industrial Hygienist); •l’AIDII (Associazione Italiana Degli Igienisti Industriali), che riprende in toto le proposte dell’ACGIH; •la European Concerted Action; •l’ASHRAE (American Society of Heating, Refrigerating and AirConditioning Engineers), che in molti studi confronta i valori proposti dalle diverse associazioni. 34 Dagli anni’80, l’ACGIH cominciò a classificare, in base agli studi circa la cancerogenità delle varie sostanze, i differenti inquinanti in 4 categorie. Data la difficoltà a reperire dati epidemiologici, la relativa scarsità di studi in merito e l’importanza di tutelare la salute umana, accanto alle proprie classificazioni, l’ACGIH ha sempre riportato anche le eventuali classificazioni di altre associazioni discordanti con le proprie (es. agenti classificati come cancerogeni da una e non dall’altra). 35 Classe Definizione A1 - Carcinogeno L’agente è risultato carcinogeno per l’essere umano sulla base dei risultati di riconosciuto per studi epidemiologici, o di evidenza clinica convincente, in esposti uman l’essere umano A2 – Carcinogeno sospetto per l’essere umano L’agente è risultato carcinogeno in animali da esperimento. Gli studi epidemiologici disponibili sono controversi o insufficienti per confermare un incremento del rischio di cancro per le persone esposte. L’agente è risultato carcinogeno in animali da esperimento ad una dose relativamente elevata o per vie di somministrazione, in siti di tipo istologico o A3 – per meccanismi che non vengono considerati rilevanti per i lavoratori esposti. Carcinogeno per Gli studi epidemiologici disponibili non confermano un incremento del rischio di l’animale cancro per le persone esposte. Le conoscenze disponibili suggeriscono come improbabile che l’agente causi il cancro nell’essere umano, se non in improbabili e non comuni situazioni di esposizione. 36 Classe Definizione A4 – Non classificabile Attualmente non esistono dati o quelli esistenti sono inadeguati per come classificare l’agente per quanto riguarda la cancerogenità per l’essere umano carcinogeno per e/o animali l’essere umano L’agente non è ritenuto carcinogeno per l’essere umano, sulla base degli studi epidemiologici appropriatamente condotti sull’uomo. Questi studi sono stati A5 – Non condotti su un periodo sufficientemente prolungato, tengono conto di storie sospetto espositive affidabili, di dosi sufficientemente elevate ed evidenza statistica carcinogeno per adeguata per concludere che l’esposizione all’agente non comporta un rischio l’essere umano significativo di cancro per l’essere umano, L’evidenza di scarsa cancerogenità nelle prove su animali viene considerata se supportata da altri dati pertinenti. 37 Dal 1991, l’ACGIH cominciò ad utilizzare alcune sostanze anche come Indicatori Biologici di Esposizione, dai quali derivano gli Indici Biologici di Esposizione – IBE Classe Caratteristiche Indicatore Biologico di Esposizione L’indicatore può essere la stessa sostanza chimica, il/i suo/i metabolita/i, o un cambiamento reversibile caratteristico provocato dalla sostanza chimica. La misura può essere effettuata nell’aria espirata, nelle urine, nel sangue, o in altri campioni biologico prelevati sul lavoratore esposto. A seconda dell’indicatore, del campione scelto e del periodo di prelievo, la misura fornisce indicazioni circa l’intensità dell’esposizione recente, l’esposizione media giornaliera, o l’esposizione cronica cumulativa. L’Indicatore Biologico di esposizione india la sostanza od il metabolita da ricercare. Indici Biologici di Esposizione (IBE) Gli IBE rappresentano valori di riferimento da utilizzare come guida nella pratica dell’igiene industriale per la valutazione dei rischi per la salute. Rappresentano i valori del livello dell’indicatore che, con elevata probabilità, è possibile riscontrare in campioni prelevati su lavoratori sani, esposti a livelli di concentrazione nell’aria dell’ordine di grandezza del TLV – TWA. Gli IBE si riferiscono, infatti, ad esposizioni di otto ore per cinque giorni alla settimana. Tali indici, comunque, non rappresentano una linea di demarcazione netta fra esposizione pericolosa o non pericolosa a causa della variabilità biologica. I risultati delle misure individuali, infatti, possono superare gli IBE senza che vi sia un aumento del rischio per la salute. L’Indice Biologico di Esposizione rappresenta il TLV biologico. 38 Nel 2002, l’ACGIH inserì altre due tipologie di classificazione: Classe Sensibilizzante Definizione Il soggetto esposto all’agente chimico, subisce una sensibilizzazione permanente. Viene assorbito L’agente (cancerogeno, mutageno, sensibilizzante, irritante, ecc) può attraverso la essere assorbito anche attraverso la cute integra, per cui sono necessarie cute integra delle misure di protezione adeguate. 39 Dalla fine degli anni ’60, l’Europa, classificò le sostanze chimiche ed i preparati ritenuti pericolosi per la salute dei lavoratori nella Direttiva 67/548/CEE. Tale direttiva impose che sull’etichetta e sulla scheda di sicurezza di tali sostanze e preparati fossero riportate le idonee frasi di rischio “R”, i consigli di prudenza “S” ed i simboli di pericolo, indicando, così, al lavoratore i pericoli per la salute ed i comportamenti da tenere maneggiando tali sostanze. Nel 1994, in Italia, in recepimento della Direttiva 67/548/CEE venne emanato il D.Lgs. 626/94, specifico per la protezione dei lavoratori dagli agenti chimici, al quale seguirono integrazioni e modifiche. Nel 2008 arriva il T.U.S.L. (D.Lgs.81/08) che fa ancora riferimento alle normative italiane di recepimento: 40 Con il varo del Regolamento Europeo (CLP) n° 1272/08 che avvicina l’Italia agli altri paesi aderenti al sistema globale armonizzato (GHS) delle Nazioni Unite, dall’estate del 2011 e fino al 2015, è iniziata la fase di transizione che porterà all’utilizzo di simboli universali indicanti il pericolo che deriva dalle sostanze chimiche. Le nuove etichette che appariranno (ed a volte già appaiono) su flaconi, contenitori, imballi e veicoli, cambiano veste grafica ed introducono alcune categorie di rischio fino ad oggi esistenti ma non codificate graficamente. Dal classico simbolo nero all’interno di un quadrato di colore arancione si passa a pittogrammi neri, su sfondo bianco all’interno di rombi rossi. 41 Molto tossico (T+) e Tossico (T) Pericolo: Sostanze molto pericolose per la salute per inalazione, ingestione o contatto con la pelle, che possono anche causare morte. Possibilità di effetti irreversibili da esposizioni occasionali, ripetute o prolungate. Precauzioni: Evitare il contatto, inclusa l'inalazione di vapori e, in caso di malessere, consultare il medico. Nocivo (Xn) Pericolo: Nocivo per inalazione, ingestione o contatto con la pelle. Possibilità di effetti irreversibili da esposizioni occasionali, ripetute o prolungate. Precauzioni: Evitare il contatto, inclusa l'inalazione di vapori e, in caso di malessere, consultare il medico. 42 43 44 45 46 Linee guida per la tutela e la promozione della salute negli ambienti confinati Accordo del 27/09/2001 tra il Ministro della salute, le regioni e le province autonome. L'inquinamento "indoor", rispetto a quello "outdoor", si caratterizza per il particolare coinvolgimento che in esso hanno gli occupanti degli edifici. Questi, infatti, sopportano direttamente le conseguenze negative dell'inquinamento in termini di benessere e qualità della vita ed allo stesso tempo, con i loro comportamenti possono essere responsabili dell'inquinamento stesso. Proprio questo ruolo attivo del cittadino deve essere proficuamente utilizzato per realizzare opportune strategie per la gestione del problema, soprattutto attraverso la promozione di comportamenti e stili di vita positivi, improntati alla salute. Per questi motivi, è necessario sviluppare programmi di prevenzione volti a migliorare i livelli di conoscenza, di comprensione e di percezione da parte della popolazione dei rischi presenti negli ambienti confinati, tradizionalmente considerati "sicuri" (abitazioni, scuola, uffici, ambienti sportivi e ricreativi etc.) e promuovere iniziative per la prevenzione dei rischi attribuibili all'inquinamento dell'aria indoor al fine di garantire alla collettività un elevato livello di protezione sanitaria. 47