I batteri lattici: attività probiotica ed adattamento agli stress termici I BATTERI LATTICI sono un gruppo eterogeneo di batteri Grampositivi largamente utilizzati nell’industria alimentare sia come starter di fermentazione che come additivi alimentari con attività probiotica. Il nostro interesse è rivolto da una parte allo studio degli aspetti molecolari che sono alla base della RESISTENZA AGLI STRESS a cui tali batteri sono sottoposti durante i processi fermentativi; dall’altra allo studio dei meccanismi di adesione a cellule epiteliali e di modulazione delle risposta immunitaria da parte di Lactobacilli con ATTIVITA’ PROBIOTICA. STUDIO DELLA RISPOSTA ALLO STRESS TERMICO IN STREPTOCOCCUS THERMOPHILUS Cold shock In seguito ad un abbassamento di temperatura, le cellule batteriche devono resistere a diversi cambiamenti: 1) le strutture secondarie del DNA e dell’RNA si stabilizzano; 2) vi è un blocco della trascrizione e della traduzione; 3) si modifica la fluidità della membrana citoplasmatica Heat shock L’esposizione ad alte temperature interferisce principalmente con la struttura delle proteine; queste infatti, non mantengono la conformazione nativa, e quindi, non solo non riescono più a svolgere la propria funzione, ma possono formare degli aggregati molecolari dannosi per la cellula. Il nostro gruppo si è occupato di cercare fattori che intervengono in ambedue i tipi di shock termici partendo da alcune osservazioni fenotipiche su Streptococcus thermophilus per arrivare all’identificazione di alcune proteine coinvolte nella risposta adattativa al caldo ed al freddo. La sopravvivenza di S. thermophilus al congelamento è incrementata rispetto al controllo (bianco), sia dopo pre-heat shock (grigio) che dopo pre-cold shock (nero). Una proteina, identificata come ClpL è espressa in risposta ad ambedue gli stress termici. Le ricerche effettuate sulla risposta agli stress termici in Streptococcus thermophilus negli ultimi anni hanno consentito di: -isolare il gene deoD coinvolto nella sintesi del (p)ppGpp, un alarmone importante per la risposta a diversi tipi di stress (Varcamonti et al. Appl Environ Microbiol. 2003 69:1287-9). -identificare una proteina, ClpL, indotta sia dallo stress da freddo che da caldo la cui mancanza impedisce alle cellule batteriche di adattarsi in maniera ottimale (Varcamonti et al. Microb Cell Fact. 2006 5:6; Arena et al. Proteomics. 2006 6:181-92) -caratterizzare un mutante nel gene ssrA sia a livello fenotipico che di pattern proteico bi-dimensionale. Il gruppo di Microbiologia: Strutturati: Borsisti & Dottorandi: Studenti: L. Baccigalupi, G. Cangiano, M. De Felice, E.Ricca, M. Varcamonti, L. Di Iorio A. Cordone, S. Fakhry, R. Isticato, A. Mazzone, D. Scotto Di Mase M.L. Ascierto, K. Asterinou, R. Barone, D. Butera, A. Pelosi, I. Venzi, A. Zanfardino ATTIVITA’ COMPETITIVA DI LATTOBACILLI PROBIOTICI CONTRO I PRINCIPALI ENTEROPATOGENI L. fermentum è una delle specie batteriche maggiormente rappresentate nel tratto gastro-intestinale e uro-genitale dei mammiferi. Per questo motivo L. fermentum è anche comunemente utilizzato in preparati probiotici. I PROBIOTICI sono organismi vivi che, una volta ingeriti, conferiscono all'ospite effetti benefici quali la capacità di tollerare il lattosio, di assorbire il colesterolo e di prevenire le infezioni gastro-intestinali. Il nostro gruppo di ricerca ha identificato un ceppo di L. fermentum capace di aderire con alta efficienza a cellule intestinali. Tale adesione è mediata da due molecole di superficie di circa 3 kDa. Cellule di L. fermentum adese ad enterociti umani in coltura (Caco-2). Cellule di L. fermentum competono in vitro con enteropatogeni come Salmonella enterica e Shigella sonnei sia per l’adesione che per l’internalizzazione in enterociti in coltura. La competizione in vitro viene studiata sia mediante microscopia a fluorescenza (foto) che con tecniche microbiologiche classiche. Nella foto sono visualizzate cellule di Salmonella enterica fluorescenti all'interno di cellule Caco-2. E' stato recentemente messo a punto un sistema modello di infezione con il patogeno murino Citrobacter rodentium. Tale sistema viene ora utilizzato per studiare la capacità di L. fermentum di competere in vivo con il patogeno. Esperimenti di RT-PCR vengono effettuati per analizzare la modulazione della risposta immunitaria indotta da L. fermentum sia in vivo che in vitro.