VIAGGI PER
L'ISOLA DI CIPRO
E
PER LA SORIA E
PALESTINA FATTI
DA GIOVANNI.
*
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/
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m
yp,\
V I ATEEG G
1
M
fSg
Er, ISOLADI CIPRO li
E per
fai
paia
,
KfilLASORIAE PALESTINAE
FATTI
.^1
«OllV( il OVANTI MABITIB
!
jtìrJ
Llìl
ACCADEMICO tTKVJCO'^ffl
da li: anno mdcclx.
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MZ'ILL'JSTRISS.
E REFERF.miSS.
tfONS.
MARIO GUARNACCI
PATRIZIO
VOLTERRANO
PRELATO DOMESTICO DI
S.
S.
VOTANTE. E DECANO DELLA SIGNATURA
DI GIUSTIZIA DI ROMA
E CANONICO DI
M
S.
GIOVANNI LATERANO.
Aflimo pregio fenza dubIllustrissimo
»
E Reverendissimo Monsignore
,
bio
fi
è quello
,
A
che
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che
ora
accjuifta
l'
Opera de
i
mici Viaggi, nel venire alla luce
quello fcfto
fimi
Nome
Tomo
de
mede-
i
vbftro
veneratiflimo
col
fronte;
in
guardevoliflimo per
pregio rag-
me,
io di-
co, nel raccomandarlo a Voi,
che fiere Padre della
ca Italica Ilroria
a
ragione
riflettendo
Open*
,
dovrà
all'
più anti-
titolo
,
che
accordarvi!!
infigne
voftra
delle Origini Italiche.
Con
in Italia
elì'e
la
facefle ritrovare
prima Japetica Co-
lonia, principio luminofiiììmo di
tutte
le
Iftorie noftre
afficurarcì di ciò
,
e per
vi mettefte a
folcare per difaftrofi,
ed inco-
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Ili
gniti mari
te
da
,
e per cui
,
Lami
vi
i
felici
feoper-
celebre
il
ne
quali però
cod delle
tornafte
cóltro
chiamò con bella ener-
gia // nuovo Colombo
ed
,
il
nuo-
vo Di/copritore dì Mondi ignoti
E
vaglia
il
vero, cài prima di
Voi aveva tanto azzardato per
ritrovare
i
,
e fìabilìre in Japhet
veri principi dell' Italica Po-
polazione
tra
,
primitiva ad ogni al-
Parte dell'Occidente
dopo
Puniverfale Diluvio?
La
pelago
rono
feorta
voftra
in
un
di sì vafta erudizione fu-
le Sacre
Carte ,
i
più
infi-
gni Efpofitori, e gl'Itterici Profani
i
più
claflici
a 2
,
ed
i
più vecchi-
Digitizad by
Google
chi
Col lume
.
Voi con
di qucfti
grave, e ficuro
paffij
avete
ci
a rimirare la gloria e
condotti
dell'Italia, e della
Tofcana no-
nella prima Japetica Navi-
ftra
gazione
con cui
,
eccellente-
mente Voi provate
,
non fiamo procreati
come vor-
,
che noi
rebbe talun moderno, nè da
Greci
da
,
nè da
Galli,
i
nè da
del Settentrione
noi
Itali
loro
,
fiamo
i
altri
ma
;
il
»
i
nè
che lo fu
quale dopo
univerfale
dalle l'ponde
,
Popoli
che anzi
Primogenitori
nella maniera
a noi Japeto,
Diluvio
do
Germani
i
,
il
navigan-
dell'Oriente,
venne ad approdare
in
prima
Digitized by
Googll
Occidente
in
Un
nelle
Contrade
"
.1-
noftre.i
nuovo
tanto
fiftema
e da Voi con prove con vincenti, e chiare ftabilico
opinioni
altre diverte
te
veva
pre
dettino
,
delle grandi
altresì foggette
qui
'
.
fu
mente vennero
de
i
me
li
ordinario
Imprefe, che Tem-
grande invidia
Di
do-
,
degli -acerrimi
fufeitarvi
oppostoti
contro tan-
Libri, quali
fono ad una
,J
«"
-
: '
v
che probabilfatti
produrre
Opere poftu-
dì alcuni Scrittori, a
i
qua*
fu fatto dire quello, che vi-
vendo
loro
,
ragionevolmente
peniato non avevano . lo fegui-
to, e forfè con
voler
di
onore
di
princip)
gl'ifteffi
togliere
all' Italia
H
prima popolatrice del-
Occidente
l'
,
fi,
rifycgliarono
altri Libri. tendenti altresì a di-
ftrnggere
il
fecondare
i
ne
,
voftro fiflema
per
;
quali per adulazio-
o per impegno non
di far parlare qualche
fi
mancò,
Giornale,
e qualche Foglio^ Letterario
,
e quello, che pii forprcuderi,
Bell' Italia Sella
,
anzi nelU
To-
fcana, della quale, Voi Monsi-
gnore I".usrjtis»MO
,.
;
e Reve-
EENoistiyo,,, prendefle a. rilevar,
ne
"9
gli antichi
dfiglj
,
pregj,
fi
trovaro-
ofpofitor) , pronti
a
»
diftmggcre
Ma
la gloria di quella.
tempo
nel
luno
così
noftri,
,
ta-
Pacfi
i
e dell'Italia ftefla
vennero meno
tori
che
,
tic
in-altre Parti poi dell'
Europa,
riti
fteflb
parlava
gì' ilUiftri
che rilevando
i
non
Scrit-
giufti
me-
delle Origini llaìkhe prefe-
ro a difendere non tanto le
mcdeiime, che H prifeo onor
dell' Etruria
Già grandmine erano Ha-re
le
lodi
avevate
ne
alla
che Voi
,
fio di
luce
dalla voftra
ricevute
allorquando venil
primo Volume
Opera
varano ad oliere
,
e contino-
tali nella pulibli-
Digitized
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Vili
blicazione del fecondo, talmen-
techè
fembrava
che non do-
,
vette farri alcun conto dì chi ne
impugnava
signore
la
,
rara, e
la
Voi per
ra dottrina
la (ince-
Mon-
altro,
giultamente gelofo del-
vera gloria della nofira Ita-
lia,
voleftc aggiugnere a
Volumi
del
fale
i
due
pubblicazione ancor
la
terzo
appunto
che
,
quefti giorni col
applaufo
fi
folito
è
in
univer-
veduto
alle
flampe
In cflb ragionando da gran
Maeftro
forti
vi liete prefirTo co' più
argomenti di confondere,'
e convincere
i
voftri Pirronifti,
i
qua-
Digitized by
Google
i
quali certamente
noh
altro
sveranno da replicare
,
non vogliano rinunziare
quando
buon
al
difeernimento delle loro menti
e non vogliano oftare alle
più
che
noi
convincenti riprove
,
fiamo effettivamente i primi Abitatori dell'
,
mediante
prima Japetica Navigazione
la
a
Occidente
i
Lidi della noftra Italia.
Se adunque un Iftorico
si
raro, e tanto infigne riluce nella
Perfona voftra
Nobiliffima
a ragione
,
io
grandiffimo è
torno a dire
luftro,
il
ceve l'Opera de
nel
vederli
il
i
,
che
che
ri-
miei Viaggi,
voftro
celebre
No-
X-
Nome in
Tomo de
fronte di quefto fetta
i
medefimi
,
che a V.
S.
Illustrissima, e Reverendissima
con umile
oflcquio
dono
,
e
confacro.
Di V.
S.
Ill^'e
Firenze 18.
di
River?
Gennaio 1773.
Umiliarne Servitore
Giovanni Mariti.
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CONQUISTA DELLA CITTA'
D
i
GERUSALEMME
FATTA DA
I
PRINCIPI CROCESIGNATI.
CAP.
Giunto
,
che fu
t.
l'
ftiano fotto le
Eferciro Cri-
Mura
rufalemme , venne
ra la rafiegna di tutte
le
di
Ge-J^'r
fatta allo- Efircìt*.
Truppe
,
le quali furono trovate elTere quarantamila , comprefovi tanto gli Uo-
mini, che le Donne, i Vecchi, ci
Ragazzi ; per altro foli ventimila erario
i
Soldati di fanteria
,
e mille-
cinquecento i Soldati a cavallo atti a
combattere
Nella Città vi erano
per difenderla quarantamila Infedeli hen armati, c valorofi.
Tom. VI.
Le
.
A
L e Truppe
p^j^jQ l' afodjo
ffffJii ittla Citta
.
dì 7. di
Criftiane
alla
pofero
Santa Città
Giugno dell'anno 1099.
il
di
Noitro Signore. Goffredo dì BuDuca di Lorena , il Conte di
glione
Fiandra , il Conte di Normandia ,
Tancredi, e il Conte <E Tolofa comandavano ciaicheduno le loro Schicre in varj pofti
la
Erano già cinque giorni , t'ie
Città era attediata , alioraqnando
fu.
dato
*
fatto.
alla medeiìma il primo afQuantunque i Soldati Criftìa-
ni moitrallero in tale Decadono ogni
non fe ne imper mancanza
Macchine per abbat-
valore, nulladimeno
padronirono
allora
delle necei&rie
tere
le
Mura, onde
feguìtarono
il
più rigorofo aflèdìo , nel quale per
1' Efercito
Criftiano foffriva
tutti quei difaftri, che fogliono provari! in iìmil circoftanze , ma paraltro
ticolarmente molto patirono per la
mancanza delle acque , le quali conveniva loro andare a trovare lon-
tano dagli Alloggiamenti
o cinque
miglia
.
,
quanto
Nel
(iiized
by
Google
j
Nel tempo di queft' attedio arrivÒ nel Porco di Joppe ( oggi Giaffa ) V armata Navale de i Gcnovelì ,
comandata da Guglielmo Ebrìaco
foprannominaro Tele» di Maglio
.
Quelli, giunti, che furono in. Por?
to , mandarono a ricercare a' Principi
Criitiani
,
che erano
Gerufalemme ,
all'
attedio di
delle feorre per poter
poffare ficuramente a
menti preffo
la
i loro AlloggiaSanta Città,
Convennero a
tale effetto quei
Principi di mandare da trenta Uomini a cavallo, c cinquanta Fanti
Truppe del Conte di Tolofa
lotto il comando di Gualdimaro
Carpinello. Il Conte di Tolofa poi
delle
dopo la partenza di detto Carpinello
giudicò proprio di mandargli dietro
anche un rinforzo di cinquanta Soldati a cavallo fatto il comando di
Raimondo
Pelet { detto anche Pi) e di Guglielmo di Sabran
Carpinello giunto , che fu nellt
» che è fra Lidda , e Raincontrò un Corpo di fecento
z
Ne-
letto
Campagna
ma
A
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Google
Nemici
de
i
Saracini a cavallo
quali
,
non mancarono
alle forze
i
Soldati
Criftiani di ardire in opporli
.
Nel
tempo
della zuffa arrivarono gli alcinquanra Soldati a cavallo , col
quale aiuto , e più certamente coli'
tri
Nemii imperarono i
ci avendone uccili dugenro, e mefli gli
altri in fuga con poca loro flraife,
ove per altro morirono due valoroi:
Guerrieri, cioè Gisberro di Treua
che
e Aicardo di Mammella ,
molto difpiacque la loro morte a i
aiuro del Ciclo
Principi Criftiani.
Armala
Egizitna te in
vieni in
I°ppt
•
Arrivarono i Criftiani ftnalmcnJoppe, ove attendevano, clic
dell'Armata Genovefe fodero
pronti per paflàre in Gerufalemme.
In quello mentre una Flotta Egi-
quei
fegrerai la quale fe ne flava
di Afcalona, feppc ,
che era arrivara nel Porto di Joppe
ziana
mentc predo
la detta Flotta
Genovefe
.
Vennero
Egiziani per attaccarla, e impa-
dronirtene: corfero
ni per difendere
le
i
Soldati Criftia-
loro
Navi
.
ma
Digitized by
Google
vedendo di non poter
far refiften-
forze degl* Infedeli
za alle
ro
partirò di difarmare le
il
Jafciare
il
>
prefe-
Navi ,
Fufto all'arbitrio dei
e
Ne-
mici.
Veniva
tempo
in
medefimo v» a nave
Joppe una Na- cripanit
quello
nel Porto di
ve Criftiana, la quale era ftata in """" dl
corfo , ed aveva feco buona preda , '*''*
ma accorgendoli , che quel Porro
era venuro in potere de i Nemici
mutò di direzione, c con vento favorevole fe ne pafsò in Laodicéa
Per l'arrivo della Fiotta Gcnovefe, e poi per quello della Fior- - ^J'f'
'
^
ra Egiziana, gli abitatori della Citti di
Joppe
fe
n'erano fuggiti, re-
%
"c'i-
j?/a«i.
flava perciò la Città deferta, c priva di Cirradini , la Rocca per altro
era in potere de
i
Criiliani
Croce-
lignati
Inranto dato feilo agli affari di
Gfaeve e
Joppe , s'inviarono i Crìfliani alla nanna in
volta di
Gcrufalemme Per dirigefi mederò prima in mar.
re la (brada
Gerafillm "" •
eia quei Soldati Criiliani , clic era-
A
3
no
'
Digitizeò by
Google
no venati
no
dalla Santa Città
>
ed era-
gemi
quelli feguitati dalle
dell'
Armata Genovefe
Arrivati
pertanto
Genove!!
ì
GtKtvefi
arrivano agli Alloggiamenti predo Gerufai* Gini- lemme, furono accolti con partico-
faltmme.fa piacere,
e
coli' aiuto
accrebbe la fperanza ne
i
loro ii
Principi
Crifìiani di potere finalmente efpu-
gnare la Santa Città , elTendo eiìi
maggior parte uomini pratici
di lavorare il legname , e particolarmente per ufo di Macchine da
fi
Guerra, venendo
diretti dal fuddet-
to loto Generale Guglielmo Ebriaco, il quale era inoltre Architetto
militare di grande efperienza.
"
'
e(1 e > c!ie furono in ordine
tutte le macchine neceflarie , fi determinarono Ì Principi Crilliani di
af It0 g^«ale alla Città;
.tl'Jalia^
!?
onde ricorlcro prima a Dio cantando le Litanie, afeendendo proceffionalmente fui Monte Oiivetoi
I&ifiisni
^
fi difpsa-
tono ptr
dm
™
.
ove Pietro Eremita, ed Arnolfo
Conti di Normandella Famiglia de'
ty
di» Ecclefiaftico ed
fecero
Uomo di
re
i
al
Popolo animandolo
ori
fcrvorofo
Lette-
difeorfo
all'
Imprcfa
Santa Città.
delia
Quivi
fatte fèrvorofe preghie-
all' Alti/fimo i c
Principi , che fpeffo
re
riconciliatili
ermo
i
fra di lo-
ro in difeordia, fecfero poi dal det-
Monte Olivero , e partirono nella Chiefa del Monte Sion, che era
quali contigua alla Città , ove fatto
nuovamente orazione , pubblicarono il giorno dell' aflàlco. Se ne
ta
tornarono
indi agli Alloggiamenti
per terminare i lavori , ed eflcre
pronti ad operare nel momento
determinato
Avanzarono pertanto le Trup-^fro rfjnel determinato giorno fotto
° ,tà '
di Geni fa lemme , che fa
il di 14 Luglio 101)9. l n tele occafìone fi vedde sfavillare di ardire > e
di coraggio non folo i Soldati ; ma
pe-
aileMura
fino le
Donne,
dimenticateli della
delicatezza, del loro Sellò,
rono
le
impugna-
armi con non minore intre-
pidezza degli
Uomini
falli
.
Ven-
D
i
g itiz ed by
Google
Venne
aiTalto
il
,
finalmente intimato 1'
quale fu principiato da i
Soldati Criiliani col maggiore ardire
,
ed
i
ribile
con tutto
fu la zuffa
dalla notte
fatto
.
e rcftò Ibi divifa
le
dì feguente
e già era
no
)
che fopraggiunfe
,
Tornarono
il
non mancavano
il valore. Or-
Saracini
di opporvilì
Truppe
ij. di
la fetrima
fenza che
Vittoria
fi
folTe
all' af-
Luglio,
ora del giordichiarata la
.
Le Truppe
di
Goffredo
,
uni-
tamente a quelle del Conte di Fiandra , ed a quelle del Conte di Normandia battevano valorofamcnte la
Città dalla parte di Settentrione
per mezzo de i Cartelli di legno , e
altre macchine militari
Da quella
banda erano già aperte le M;ira,ed
era ripieno il Follo ; onde vedendo
.
gl'
Pret* Ai.
I* Cittì
'.
non poter più reggedei Criiliani, molto (i
Infedeli di
re alla forza
rallentò la loro reiiftenza da quella
Partc ' c principiarono a ritirarli
Frattanto
il
Duca Goffredo
ar-
ro-
Digitized by
Google
rovefdando dal Cartello di legno ,
da cui combatteva , una patte di
quello l'opta le Mura, venne a formare un Ponte fui quale il detto
Duca Goffredo di Buglione fu il pri,
mo
a panare
,
ed elfo col fuo Fraandava facendo colo feguitaflcro
> che
primi dopo di lui Ludol-
tello Euftachio
raggio a
fuoi
i
e furono
i
e Gisleberro di Turniy Fratelli
uterini , uomini nobili , e di crema
fb
t
memoria Ponte igìtur fic ordinato ,
prtmus omnium vir inclitus , et il/te.
Dux
firis
Godefridus relìquos ut fubcura Fratte
,
Jequantnr exbortans
Vrbem ingrejfus efi,
continuo fttbfecuti fant Lttdol-
Eujìacbio
fuo
quem
fus
,
et Gis/ebertns uterini
viri nobile
ria
,
y
Fratres
et perpete dìgni
,
memo-
ortum habentes de Civitate Tnr-
naco.Tyr.
I
lib. Vili. Cip.
Soldati Saracini
,
XVIII.
nel rimirare
che parte dell'Armata Criftiana Correva già vittoriofa per
davano
ritirandoti
fixette della
la
nelle
medelmia
,
Città
,
an-
(ìrade più
ma
da per
tue-
tutto erano infeguiti, e
pezzi
li
dell' Efercito
che
il
Duca
Criltiano
con
,
tagliati
a
rimanente
vedendo ,
tanti altri
vaia-
toli Soldati) aveva già occupate le
Mura » e le Torri della S. Città ;
fenza più penfare a patiàre per il
Ponte tonnato dal Cartello» principiarono ad appoggiare le fcale alle Mura , ed entrarono dentro
fegiutarono 1'
I Principi > che
efempio degli altri illuftri Guerrieri
furono il Conte di Fiandra il Conte di Normandia , il valorofo Tan.
,
Ugone
vecchio , Conte
di San Paolo . Balduino del Borgo
Gaftone di Beart > Gallone di Bedcrz> Giraldo di Roflìglione t Tommafo di Feria , Conano Bertone >
credi
)
il
Raimboldo Conre di Orange, Lodi Monfone , Cononc dì
Monracuro , con Lamberto fuo fi-
dovico
glio
;
e molti altri.
Entrari
tà
tutti
i
,
che furono nella CitPrincipi , e Signo-
fuddetti
Digitizedby
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gnorii Goffredo fece allora aprire la
Porta Settentrionale della medefima> e intr-odufìe dentro confufamente tati' il rimanente delle Truppe > le quali {correndo virtoriole per
la Città, feguitarono a fate grande
Nemici
11 Conte di Tulofa non iapen- canti a
do per anche , che Gerulàlemme Tc,'f* '"venata oramai in potere de """'^
ftrage di
folle
i
Crilliani,
kguitava in
compagnia
Cittì.
di altri Principi , e colle ftie Truppe a ftringere la Città dalla pane
di Mezzogiorno , cioè dalla banda
del Monte Situi, ove poco appretto era la Rocca della Città Combatteva ivi intrepidamente allorquando venuto in cognizione , che
gli altri Principi eran già nella Santa Città , con valorofo sforzo Aipero ogni riparo , ed entrò ancor egli
.
•colle tue Truppe per la Porta
«he guarda verfo Mezzogiorno
-venendo feguitato da llbardo Conte di Dienfis
da Raimondo Pe-
>
,
iet
»
da Guglielmo
di Sabran
,
dal
Ve-
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Vefcovo
di Albara
,
e da molti al-
tri infiemc , i quali tutti colle loro
, feguirando l' efempio de i
Soldati di Goffredo > c degli altri
Principi , andavano facendo orrìbile
Truppe
ftrage fopra dcgl' Infedeli
.
La
Cit-
tà fu polla a Tacco « e fecondo il
convenuto itilo ciafchedun Soldato
padrone di ciò , che acquetava
Parte de i Saracini fi erano rit ' rat ' nc " a Rocca della Città , ove
poterono reftar fi cu ri , tanto che i
Soldati Criftianì mettevano a fil di
fpada chiunque fi prcfentava loro
per le itradc di Gerufalenime .
Molto del Popolo infedele fcappò
verfo la Piazza i ove fu già una voi
ta il Tempio di Salomone , e mol•
1
sortimi
ilw;a"fi™£d
r
mila
Msfibia.
ti
di
elfi fi
ricoverarono
Mofchéa, che
la
Piazza
i
nella gran
è tuttavia fopra quel-
della quale
menzione nel
Tomo
XI. ma furono qui
Tancredi, e poi dagli
feci qualche
V.
al
Cap.
da
infeguiti
Principi,
e Soldati Fra la Mofchéa , e la Piazza furono ammazzati diecimila Infealtri
.
Digitized by
Gl
deli, ed alrri e tanti contadi che
fonerò quelli uccili in altre parti della Città .
Fu indi penfato a dar buon or-^ gs ,„ a
dine , e fedo alle cofe di Gerufalem- „/;, Hfe
.
me, diftribuendo le Guarnigioni nelle dilla Cuù.
Torri , e ne i Cartelli , indi depofbc le armi altro non cercarono i
Criftiani, che i Santi Luoghi , e particolarmente il Santo Sepólcro j e
gli alrri Santuarj, memorabili per
la PalTione di Noflro Signore; perciò panarono al gran Tempio della
Refutrezione > ove quel Clero , tutto letizia
andò loro incontro
colle
Croci , e colle Reliquie de i Santi i
cantando delle Laudi , e degl'Inni.
I
fe
i
Criltiani poi abitanti del
rivedere
nel
in
tal
P ac "p;, (ro
occafione J',™
Frf
Pierro Eremita, a cui avevano tic-grtsiat» ét
comandata quattro anni addietro la' CriJIianì
fr***"*
Liberazione della Santa Città , fi
follarono intorno al medeiimo . facendogli mille ringraziamenti, ono-
randolo
,
qual principal caufa
,
do-
po
Digitized by
Google
po Dio
„
,
/*
dui
•fa'
,
di averli liberati dal giogo,
degl' Infedeli
Vifìrati finalmente da tutti i
Crocefignati i Santuarj , e
venerato il Sacro Depofito di Noftro Signore , penfarona indi a far
la Città da i corpi mor.
Cm-pi Criftiani
Mirti,
nettare
«i
la quale
incumbenza
1'
addoga-
rono a quei Saracini , che erano
fcampati dall'eccidio. In aiuto diefli fu permeilo , che vi and» fiero anche là perfone più miièrabili delle
Truppe Criftiane
ma quelle erano per altro pagate giorno per giorno delle loro fatiche
,
Q.,i
Mia
.
.
Qi^' lnfedeli
>
che
fi
erano
Rocca fi ritirati nella Rocca , vedendo di
«rrre/jiM .non poter eflere foccorfi , nè di po-
tere ivi follenerfi
,
domandarono
al
Conte di Tolofa , che era acquartierato intorno alia detta Fortezza,
the volevano arrenderli
.
Il
Conte
condefeefe alle loro domande > e di
più concefie loro di ufeire colle loro mogli, figliuoli, e beni, e di andare in Afcalona ; ed in tal manie-
Di gitiz ed by
ra
tà
anche il Preiìdio della Santa Citvenne in potere de i Princìpi
Grocelìgnati
Fu pertanto prefc
i\
Eptta Aat
Ger ula lemme , come più ioprau e prtfa di
villo , il di 15. di Luglio dell' anno Gcwfa-
b.CM
1099. di noftra Redenzione, ìd giornodi Venerdì, circa l'ora nona, 1'
anno rerzo da che i Criiliani Occidentali fi erano medi in viaggio da.
i
la
l'
loro Paci! per la conquida di el,
c
dendo
di tutta
Terra Santa
la
fui Soglio Pontiiicio
;
fe-
Urbano
li. eiìèndo Imperatore de i Romani
Arrigo IV. e Re di Francia Filippo I. ed Imperatore de i Greci Aleilio Comneno
Capa cft autem
(Hierufa/em ) anno ab Incarnatione
Dammi millefimo nonagefimo nono
Menfè Mio quinta decima die MenJii 1 feria Jèxra, eircit heram diti
nonam , aiuto tertio , ex quo Fidelis
.
tantae Peregrinationis fibi
affumfferat ; prarJiJente S.
Popultis
mus
Romanae Ecclefiae Domino Urbano
Paps II Romanorum vero Imperium
.
mmtt
i6
Domino Henrico lv. In
Francia vero regnante Domino Pbi{Primo} apttd Graecos autem
agente Domino Akxio
( Conmeno ) Tyr. Lib Vili. Cap XXIV.
aàminiftrante
lippo
hi fieptris
L'anno 1099.
ff0 g\
di
Noftro
Si-
ina gnore , in cui i Criiìiani Occidentali
'ì^f* conquistarono la Santa Città diGe-
rufalcmme
,
corrifponde
all'anno
tempo
4.9J. dell'Egira. In quello
era Califfo deli' Egitto Almoftadero Bilia Abul - Habbas Ahmet , e
nella Città di Gcrufalemme prefedeva per
di
eflò
Gefuio
,
Zaharaddaule Figlio
ma
egli
era
già (cap-
pato dalla Città , prima che la medeiìma venilTe in potere de i Soldati
Crirtiani
DELLA CITTA'
GERUSALEMME
Dopo
la
Conquida
Principi Criftiani
,
fattane
fino
Boemondo
ella di
in
all'
da
i
arrivo
Principe
Antiochia, di Ealduino.
, e de i Pi-
di
Conto di EdelTa
fani Crocciignati col lor
ro Arcìvcfcovo
Daimberto
CAP. IL
dopo
conquida jUtam*
OTro
Armi
giorni
me,
la
fatta
dalle
della
Città di Gcrufalemdì 23. di Luglio dell'
cioè
il
Criftìane
anno 1099. dì Nollro Signore, fi adunarono tutti quei Principi , e Generali
,
Tom.
Comandami
FI.
E
e
per eleggere
un
t".
z
r
>'
%\
'</:
**
i8
un Re
.
il
quale prefedefle non folo
alla Santa Città > ma ancora a tutta
quella Regione, che chiamali Terra Santa > o Paleftina , c ad ogni al-
™
tra Provincia
conquiftata nella So-
ria fopra gl'Infedeli,
feduta da
cu™ fi
ofpear.
ed allora pofPrincipi Crocelignati
i
Alcuni del Clero fpiritu
li
p erbiae
mo
tumidi,
come
fit-
dice Gugliel-
di Tiro {i)quaereiites quae fan
ftW ,
non quae Cbritfi ]xftt , li opponevano a tal fentimento i dicendo,
che prima di creare il Re , era necellàrio dare un Pallore alla. Gliela , giacche il Patriarca Simone era
morto in Cipro nel tempo , che i
Criltiani alTediavano Gerufalcmme.
Ma i Principi Crocelignati ,
fenza fare alcun conto de'vanìfencimenti del Clero , deaero per Re
di
Gerufalemme Goffredo di BuDuca di Lorena , il quale per
glione
la iua pierà
fu
,
giudicato
quella
alta
e prudenza
il
,
e valore
più meritevole di
,
e fra le ac-
dignità
———
cla-
(i) Lib. IX. c*p.
i.
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clamazìoni , ed il giubbilo del Popjlo fa condotto ad cilère offèrto a
nel Santo Sepolcro.
Il Conte di Tolofa , anche do-
Dio
n Crmt! ^
po l'elezione del Re , riteneva in fuo Tehfari.
'*
potcrc la Rocca della Città di Gerufatemme, la quale, come lì è n-ia
duro nell'antecedente Capiroìo, egli
aveva ottenuta da i Nemici per capitolazione. Ma G.)ff edo domandò
che tòfle a lui rimcilà , giacché ad
eflò , come Sovrano Signore , ne apparteneva allora il Dominio .
Da ciò ne nacquero fra il Re,
e il Conte delle differenze, ma per
levare intanto ogni rammarico tra
elfi ,
fu convenuto , che la detta
Fortezza fone confegnata quali in
ortaggio al Vefcovo di Albira , il
Sale la dovefie tenere fino a tanto
r
%^\
f
'
e non forièro terminate quelle
ma il Vefcovo li confegnb poi, con difpìacere grande
Conte di Tolofa, al Re Goffredo , feufandofì còri d ire , che aveva dovuto cedere alla forza ; per la
differenze,
del
B
1
qual
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il
detto Conte di Tolofa
di Gerufalcmme molto fdee fe ne andò verfo il Fiume
Giordano per lavarli per devozione in quelle acque, e tornare alla
qual cofa
partì
gnato
i
fua Patria.
Frattanto il Vefcovo di Martotano in Calabria , vir fubdolus ,
foUecitò alcuni del fuo
P airmrf" ne 1" am (0
"partito per fare l'elezione di un Ca-
Fall* tu-
nanr
ài
'
po
Ecclellaitico
,
che prefcdelle
alla
Chicfa di Gerufalemme , per cui
perchè cadefie 1'
fi affaticò »
elezione fopra un certo Arnolfo , il
quale contro il fentimento ed il vode i più , fa meno nella Sede
Patriarcale , ma ben pretto dovette
dimetterli dalla fua Dignità
Non eflendo ancor divife le
fi Califfo
ili HgieiB forze
de' Principi Criftiani CroceJjjìgM i' Ugnati , il Calino di Egitto mede
inl 'eme una potentiifima Armata, e
in sarta.
fottò il comando di un fuo Generai » la fpedì dall' Egitto verfo la
Paleftina contro i Criftiani , per to-
molto
,
lere
glie"
(i)
Tyr.
m.'ìx. Csf.'lV.
gliere loro le conquìftc fatte
.
In ta-
le occafione fi etano uniti co' Saraceni anche i Turchi , i quali , quantunque fonerò nemici, accordarono
per altro in tale occalione per tentare di (cacciare i Criftiani Europèi *
loro comuni nemici , da quelle Parti
dell' Oriente , ove andavano allora
itabiicndoti
Le Truppe degl'Infedeli fi e- Oefreh
rano gii avanzate verfo AfcaIona mfl"'fl "**
per panare in Gerufalemmc. Gof(cedo a tale avvifo , fatte prima fervorofe preghiere al Signore , fe ne
partì col Conte di Fiandra dalla
Santa Città, c marciò alla volta di
Rama, avendo lafciati gli altri PrinGetufalemme
Sentendo poi Goffredo , che
cipi alla cuftodia di
Efcrcito de
mandò
i
Saracini avvicinava!!
1'
»
a chiamare gli altri Princiche erano rimarti in Gcrnfalemme , ed eifendo tornato dal Fiume Giordano anche il Conte di ToJofa , andarono tutti ad unirli al Re
Goll'redo j il quale fi era già avanB 3
zato
pi
,
zito nella gran pianura degli antichi Fililìéi predo un luogo chiamato IbeUn (i) Tyr. Lib. IX dp. XII.
Si unirono a queil' arma: a an-
che Euilachio Fratello del Re, e
Tancredi , i quali poco avanii erano andati alla conquida di Napu:oottenuta vi
fa fi) la quale avendola
pofero dentro competente Prciìdio.
Ì due Eferciti a trotiSaracini vedendo l'ordi-
Vennero
Battigia di
Afulova.
K( ma
i
Tdelin.
ti)
In quello luogo per tenere
i
Scorrerie ile i S.irjcini , fu poi f.ibh-icaio nel wtf. fai Re Folco di Gerulalemme un Cartello, e dal luogo fu cllia-
fieno
,
'
le
m'to [belino- Fu indi qutfto d^to incua Bali»™ il Vecchio nobil SignoTuoi --iiccefloi-i prete in
re, il quale con
follia
i
appretto
.
detto.
il
nome
di [belino dal luogo pr e-
.
-
Na?ulosa. Fu chnmara anticamente
(;)
ed anche Nespoli, o come lo
Spanemio De ufi, & patfi. namifm.
nve dcCcrive uni medaglia d, Tito i*A*.-
Sicfiera,
.OTI. NEAnOAl LAM.M'EIAl
Carte Samarii, ed or-gi
puiol». T. V. C*p. ( L
il
Paefe
Flavi*
di
Na-
^DigitizBtLte
£ÌQOgI<
delle Truppe Criftiane, e
> che il numero di quelle folle affai maggiore al loro , quantunque di forze molto fuperiori
ad una precipito^ foii dettero
In tale oceano ne
ga
potere de' Criftiani un ricchiflìmo.
bottino di fpoglie nemiche > che
fuggendo erano frate abbandonate
dagli Infedeli per loro minore impaccio , ed in tal forma i Criftiani
ricchi dì acquifti fe ne tornarono
nanza
fupponendo
Gerufalemme
in
Accadde
.
quella,
rotta prelìo Afcalona (i)il dì 13. di
Agofto 1090. Alber. A%uen. lib. VI.
0if
'
Dopo
di ciò tentò Goffredo
B_+
1'
àc-
r
f°£/f
acquijlo
A«c*LONA.Og B iAfc.b n , dittante circa*"*
1/"'''™ 1
miglia ria Gerufalemme*'
folla fpìae«ia del Mar Mediterranea. Fu
quefìa una delle cinque Sarraple dell' EgitCittì di
to . Bella a Meiiogiorno della
Gaia, dalia quale è dittante fed lei mi glia
(,)
quarantaquattro
Alcalona
citi!
,
liti
tempo
,
che
che più di ogni
i
Criftiani
alira
Cro-
<i«rie
r-
Digilized_by
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acquìiìo anche della
Afcalona
sì
ria
»
all'
,
con
trasferì
fi
ni
Città di
quale
iìeflà
della
aflèdio
Uomi-
circa duemila
d' Infanterìa
ma non
che
,
Cavalle-
di
potetre riufeìre
va
Tobia,
di
il
tuttavia del rancore
nella
Conte
fui ìmpreCa per le infidic del
Raimondo
quale ave-
con Goffredo,
'
Alterna alle Armi de
la con qui (raro no fola
io dell'
i
il
Crilliaiii
mentre
,
di il. di Febbra-
anno 1151. Tono Baìduino
111.
Re
Gerufalemmei e quale forte allora A.
ce la deferive ertamente Gudi Tiro Lib. XTll. Gip. XXII.
di
("caloria
glielmo
Fu
quella Cirri ceduta
indi
Saladino
a
dopo la perdila di Gerundemme , s cui
venne poi tolta nel 1191, da Riccardo
Re
d'Inghilterra. In appreflb Federigo
Imperatore, e Re di Gerulalemme
II.
con
filo
Diploma contegno
la
cuftodi»
del Cartello Ai quella Città a. Cavalieri
Gerofolimirani, nel quii polTefib furono
confermai! da Corrado lùo Figlio Re dei
Romani; ma
dipoi
colla
perdira
della
Terra Santa, fu abbandonata ancor quella
Città,
quale
la
trovali
Governo Maomettano
flato della
tì della
all'
ora
ridorta nel
maggior parte delle
Sona
,
fono
il
cattivo
altre Cit-
e della Paleflina fiwtopofta
Impero Gtiomanno
•
IbjGoogfe,
do,
fino d'allora quando fu rìmefnelle mani del Re la Fortezza
Gerusalemme come è villo più
Anzi per la malizia dello
Come di Toìofa, reftò Goffredo in tale occalione con foli fertecento Uomini a Cavallo» mentre
il detto Conte
fubotnò anche gli
fa
di
lì
,
ibpra.
follo
altri Principi
folo
il
Re
do, che
;
a
partire,
lafciare
e
onde vedendo Goffre-
quelli
avevano prefa
la itra-
da , e che lì erano meffi in cammino lungo la Spiaggia del Mare , fi
levò ancor egli dall' ailedio della
Città
ed elfo pure , prendendo la
,
Strada maeftxa lungo la
Minna
,
Se-
guitò gli
dati
altri , che fe ne erano anprimi
Intanto arrivò ii Re Goffredo// Conte di
Afsùr, oggi ArsùrfT. lO'^fi"!'XVI) la qual Città flava sp-*^"""
i
preffo di
Cap.
punto
ìofa
,
il
affediandola
il
Conte
di
To-
quale per farla pretto cade-
re in fue mani non mancava nè di
minacce i nè di promeffe. In quello
mentre venne a notizia del detro
Con-
Conte, che avvicinava!! il Tic , onde lì Jcvò Cubito da quell' ailèdio , e
pcrfnafe i Cittadini di Afsùr a non
temete di Goffredo > ed egli li ritirò
verfo Cctaviì di Paleflina , ove iì unì
celle fue genti a Roberto Conte di
Fiandra» e a Roberto Conte di
Normandia, i quali lì erano attendati ne i contorni di quella Città
Gsfrei»
Venuto penanro Goìtiedo fotw«%Sr.W di Afsùr 1' attedio , tentando di
vedere, fe quei della Città la ren-
.
,
dettero coli' incutere loro del timore.
Ma
trovatili,
reiiilenza
,
di
Tolofa
tà
,
e
il
fuoi Soldati,
cia
che facevano vai orofa
che ciò ac,
e Capendo
mal animo del Conte
; il Re fi ritirò dalla Citcomandò nel tempo fletta a i
cadeva per
del
che andattero in trace che
tante
iniquità > che
Conte Raimondo,
vendicauero
aveva ufate verfo di elfo.
Se ne partirono adunque
dall'
Accampamento con animo rifoluro
Raimondo, il
di battere il Conte
quale dalla parte fua
fi
difponeva a
fare
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fare ogni refiltenza, mi il Contedi
Fiandra > il Conte di Normandia
e gli altri Principi 5* introni enero per
fedare quefte differenze, e veramente riufei loro di appacificare gli a,
e accomodarono le cofe fra
Re e il detto Conte di Tolofa.
In tal maniera effendo tornato^/» Prii.
ognuno in buona armonia col Re» ri**^jf*
Conte di Normandia, quello di
Fiandra il Conte di Tolofa e mol-
nimi
il
,
il
,
ti altri
Principi, e la maggior parta
Popolo Croccfignato vedendo
di avere adempito al voto della lodel
ro Pellegrinazione, chiefero licenza
a Goffredo di ritornarfene alle loro
Patrie,
da
benignamen-
cui fu loro
accordata » e venuto il giorno
pretino alla partenza , abbracciandote
gli
con ogni
affetto
t
cortefemente
gli licenziò
I Citradinì di
Afsùr Temendo
,
Qnpib
che Goffredo fi era pacificato col P""' *
AJ">r
di Tolofa, e che tornava
-
Conte
verfo
la
loro Città
accomodamento ,
,
trattarono
un
e per efière lafcia-
:3
ti
pace offerirono de' tributi, il
» e per pegno
data , lafciò Goffredo
in
che
tu loro accordato
della parola
mano di quei di Afsùr un certo
Gherardo nobile Soldato di Avefhe >
che era a lui molto affezionato
in
thfreda
"ocrù'h
Goffredo dopo di ciò fece ritorno a ' Governo della Città di Gc-
Ummi' rufalemmci
ellendo rcitati apprettò
di lui Tancredi (ij , e il Conte
Garniero di Grez, e diverfi altri
Nobili Signori , e Soldati
02"
(i) Quelli è
nolo
coi
il
famofo Tancredi Normanno ;
delia Guerra Sacra, i
nell* Iltorii
il
Re Goffredo concede
in dono la
Lago di GenciaCap.VIII.) e tutto il Prin-
Cittì- di Tihcridde, fai
reth (T. II.
cipato di Galilei
,
e
la
Cittì di Caifa det-
ta anche Porfita (T. II. Cap. III.) colle filo
appartenenze. Tancredi mori poi in An.
tempo , che era ivi Amminiftratote di quel Principato, mediante la mi.
tiochia nel
notiti del legittimo Erede Boemondo il
Giovane. Secondo la più comune opinione fcgul la faa morte nell'anno ma. e
fu
fcpolto nella Balìlica di S. Pietro nella
fteffìi
Città dì Antiochia
Quei
Principi
pertanto
inviarono verfo
il
Mare,
,
Re
avevano prefo congedo dal
che**» ^V'f
,
s'
*/
pg,.t
c Cegui- itila
'^
a
T.£
la Spiaggia tennero V
fìrada , che avevano fatta nell'
andare in Getufalemnie , e panando per le Città medeiime, riceverono per ogni dove le ncceflàrie vettovaglie : arrivarono finalmente verfo Gabulon , oggi Gibelet (T. V.
Cap. XV.) e pofero le loro tende
in quella Pianura , che è alquanto
dittante dalla Città , ove godettero
landò lungo
ilìcflà
de
l'uà
i
quel terreno
frutti di
deliziofa
,
e della
Umazione.
Mentre ivi (lavatili accampati ,
^J^"*
ebbero notizia , che Boemondo Prin- rl „j[rf
p
cipe di Antiochia > avariti? aggre- Laviité*
gaudi ,
acquirendi hijaturatus ( 1 )
teneva attediata la Città di Laodicéa j la quale era abitata la maggior
parte da' Greci Cattolici, ed alla
qua! Città allorquando Goffredo di
Buglione vi pafsò , andando a Gerulalemme coli' Esercito de i Croceli(i) Ali.
Aqu. pi.
.
VI. Caf. IV.
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celignati,
alcuno
,
non avevi
eflendoii
fatto
danno
folranto conten-
tato di avere ottenuto quinto ave-
va domandato
al Governatore dì
la liberazione di Guinimero , e della fua Armata Navale . T. V. Cap. XV.
Seppero altresì , che fiocinando aveva gii conqnillare due Torri
della Olerà lìtuate fui Lido del Alare, e che aveva efeguito ciò coll'a-
quella, cioè
iuto de' Pifani , e degli
,
che ivi trovavanlì
altri italia-
avendo i
,
medelimi trucidata anche una parte
de i Cuftodi, e cavati crudelmente
ni
occhi ad altri, gettandoli poi
barbaramente fuori delle Torri Ma
non bifogna qui troppo condannare
nè i Pifani, riè gli altri Italiani di
quanto operarono contro i Cattolici di Laodicéa, mentre tutto ciò lo
fecero ad inlìnuazione di Bocmondo, da cui erano (lati informati dell' aliare molto differentemente, mentre egli dette loro ad intenderei
che i CriflUni di Laodicéa follerò
gli
.
col-
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Google
colpevoli di molti
difaflri ,'che
3f
ave-
vano patiti le Truppe Crociate andando a Gerufalemme ..
I
Principi
Pianura di
,
che trovavanfi netta Arnbj ctrlll
j
Gabulon
dì lutto quefto
,
,
rettati
penfarono
intclio Bttmné*.
di fpedire
de i Nunzj a Bosmondo, acciò volere dcliftere dalle oftiliià , che ufavj verfo quei di Laodicéai pregandolo di far ciò anche per parte di
tutti gli altri Soldati.
Trovavalì in queflo tempo in Dalmhtrt,
Laodicéa Daimberto Ardvefcovo diAnhffiow
*
Pila , il quale era venuto in foccor- * 'g
'
fo della Terra Santa coli' Armata d{i p rh fc
Navale de i Pifani » della quale etto pi ibt torDomms. Chron. «'»•"<* &
na era Duélor ,
che
Pif. Quelli faputo il ritorno,
«
&
facevano molti Principi Cri(ìianì,e
Soldati Croceiignati della Città di
Geniralemme, fcelfe alcuni de' più
Mobili Uomini della iua Compagnia , e partendo di Laodicéa i andò
per fare una villta a detti Principi,
Gaì quali trovò ne i contorni di
bulon nel tempo appunto * che itivano
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vano
eleggendo
elfi
volevano
mandare
Boc mondo
Nunzi, che
i
Laudicéa
in
a
.
Allora Daimberto
za di quei Criiciani
tornavano di
,
prefen-
alla
che
vitroriolt
Gerusalemme
non
,
potette rattenere le lagrime»
e
principiò ad abbracciare , e baciare
ognuno dal maggiore al minore»
dando ad elfi mille benedizioni , e
lodi per l'opera da elfi preftaranel1' acquifto della Santa Città
Albert.
Aqit. Uh. VI. Cap. IVI.
' P" nc 'P' vedendo i'anertuofe
Princìpi adimoftrazioni di Daimberto, glidoD*/miw/s -mandarono , il perchè congratulan.
Difctrfi&i
dofì efio
,
e
godendo
,
tanto della
profpera fortuna de i Criftiani , aveffe poi trattati sì oililmente i Cartolici di Laodicéa . Ma Daimberto
feusò fe, ed i fuoi, dicendo, che aveva fatto rutto quello ad iniìnuazione di Boemondo, il quale gli aveva figurato , che quei follerò Criiliani falli , e che fonerò (lati folici
di Tempre tradire
i
Pellegrini
,
e di
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favorire t Turchi , ed i Saracini
Soggiunfe inoltre Daimbcrto che cffendo allora informato da elfi ditìerentementc , averebbe relìituira la
pace a' Cittadini di Laodicéa t e
che averebbe fatte allontanare le fue
,
Truppe
,
acciò non oftendefléro
giormente
riè
abitanti
gli
mag-
ne
la
Città
Dopo
no
fi
quello congregò partirò-
de Principi CriNunzj, ed iniieme con elfi
accompagnò l' Arcivcfcovo Daimdall' Efercito
flianì
.
Ma arrivati a Laodicéa trovarono Boemondo opinato nella re-
berto
foluzione di volere conquiftare quella Città , ed anzi egli difprezzò gli
fteflì Nunzj , e le loro propoli/ioni
dicendo ad elfi , che non lì farebbe
feoftato dalle Mura di Laodic&a fia tanto che non folle venuta in
filo porere la Città » ed i Cittadini
Tornati i Nunzj all'Accampamento preflo Gabulon , referirono le ri-
no
fpoite
il
di Boemondo»
momento fa dall'
difprezzanti
quale da quel
Tom.
VI
!fe »z)
*
i
i
C
Efer-
'
34
come Nemico.
Eferciro confiderai
^SitfV
L'Arcivefcovo Daimberro . fen'Menzione dì Bocmondo i c
da erto data a i Nunzj
l ' ta
riipoita
i/„tr'a'ffiihh
4<
ne ritornò
laiéitccfe
vale
Tua Armata Na-
alla
e refi inceli quei della
,
quanto
jnitiva di
ftia
Con
panato,
erafi
Bqemoiìdo
paflàvafi allora fra
,
c
c
i
Principi» che tornavano dall' acquidi Gerii lai emmei,
lo
de
fpirare nel cuore
pensò ad
fuoi
i
in-
Saldati
del rincrefeimenta per quanto avevano tatto verfo i Criftiani d' La °r
dìcéa', per cui
nente
'
"frdi, i
Uvditia . tro
vedutoli fenza
che
-dilpolti a
i
l
Armi
c
loro da
i
aiu.-
Principi Crimovergli con 7
e che già
,
l'
Efercito
Gabulon avanzavafi verfo
Laodicéa»
vò
levarono immantiCittà.
lì
dall' afledio di quella
Boemondo
t0
e Emendo,
uZTÌ ftiani
erano
notte rempo.fi le-
egli di
dall' alledio, e
ritirò colle fuc
lì
poche Truppe non molto lontano
da -quella Città..
.
:
,
\t nata dciCriftiani
li
t
e
Ori»*? « venne da Gatalon in Laodicéa ,
1
Lattiti*.
',
;
non
non
trovata reiìllenza alcuna» entra-
rono nella Città, ove furono bene
accolti. Era allora il Mefe di Settembre dell'Anno 1009. nel qua!
in tutra quella Contrada tro-
tempo
varono dovizia
di commeftibili
ventimila era
numero
ti
il
loro
»
.
Di
e tut-
recarono amichevolmente allogdentro , e fuori delia Città ;
il Conte di Tolofa per garantire
Abirantida ogni ulteriore infilt-
giati
ed
gli
ro, prefe egli in cuflodia le Torri
della Città.
Nel tempo , che le cofe pafia^
.
, p
in Laodicéa placidamente ,
Ti-spacifica.
cordandoli i Principi Ctiftìani delle"»
Af.
.
vano
fatico e
,
e
tribolazioni
Tafferie
da •"***
tutti quei Criftiani » i quali da lontani Paeli erano venuti nelle Terra
degli Infedeli , vennero molli da uno
fpirito di carità fraterna
,
e vollero
perciò procurare di riconciliare feco
loro il Principe Boemondo » coma
felicemente feguì dopo un abbocca-
mento avuto
Laodicéa,
fra
Campagne
Raimondo Come
nelle
di
di
Digirized by
Google
3
6
Boemondo ,
Tolofa
,
nendo
allora deporto
fatta
e lo
fteflb
l'
odio
,
ve-
e
ri-
pace ; dopo di che Boene ritornò co' fuoi Sol-
la
mondo
(é
dati in Antiochia al fuo Principato.
/
Quindici giorni fi trattennero
in Laodicéa quei Principi > e Soldache da Gerufalemmc
( j Criftiani ,
fe ne tornavano alle cafe loro , il
Prìncipi
Crifiìani
fariem
di
01
'
qual piccolo fpazio di tempo lo paffarono lietamente i ed in buona armonia , non folo con quelli del Paefc
,
ma
ancora co i Pifani , e con
che ivi erano coli'
gli altri Italiani,
Armata do
i medelimi
Roberto Conte di Fiandra, e
Roberto Conte di Normandia > e
loro gente feguitarono con gli altri
loro viaggio per Co fantino poli »
(il
ove furono bene accolti , e trattati
amichevolmente dall' Imperatore Aleflìo
Comneno
,
dal quale ricevet-
tero grandinimi doni, e di
tornarono
,
non
11
le
ne
alle loro Patrie.
Ma Raimondo
fa
Conte
di
Tolo-
fidandoli per allora delle
pa-
parole di
prio
Boemo ndo ,
giudico proancor per qualche
di reftare
tempo alla cuftodia di Laodicéa ;
partì poi ancor egli dalla Soria , ma
avendo
Moglie,
capo a due anni.
I Cittadini di Afsùr preflo li
Gtffrti*
bordarono delle promeife , e de i apdia
patti fatti con Goffredo, non con- 4fi*r,
ivi
lafcìata la Tua
vi ritornò in
tinovaroiio a pagare i tributi , o piuttofto neppure principiarono , e ufeendo da i confini delle loro Terre
facevano delle feorrerie fopra i Criftiani
Il Re fentendo quello , uni
i Capitani ,
che feco erano rettati
.
e
(i
trasferì
circa tremila
da Gerufalemme con
Uomini delle fue Trup-
pe fotto Afsùr
,
principiandone
V
alfedio
Quei della Città vedendo poca
«
fperanza di poter refiftere alle armi
s;^, 0
dei Criftiani, prefero quel Gherar-G*«vmfo.
do Nobile Soldato , che Goffredo
aveva loro lafciato in ortaggio , .e legatolo in croce fopra un albero di
&
nave
,
che avevano nella Città
C
3
,
W-
lo
-follevarono in alto, perchè forte veduto da Ì Soldati di Goffredo Parlò Gherardo nella forma la più
com pallio fievole , ma tutto fu inu.
tile, mentre Goffredo gli rifpofe,
che per lui folo non poteva lafcia-
quei
re invendicata
Cittadini , conciandolo , che averebbe cambiata quella vira con una mila
:
perfidia
di
onde Gherardo vedendo,
;
che nulla poteva ottenere , nè fperare , prego Gotìredo , che prefen-
gliore
il fuo Cavallo, e le fue Armi
Santo Sepolcro Sttmmopere (Goardefridum) exorai ut equum,
talfe
al
ma
&
fua Sanfto praejei.taret Sepalero*
illk Beo famulantibus prò re-
quae
medio anima'-
-finte
largìatur
.
Alber.
Aqu. Uh. VII Caf. Il Indi i Criprincipiarono ad allàlrarc la
iliani
Città, e nella furia della battaglia,
detto Gherardo fu ferirò da dieci
cólpi di frecce gettate ìncautamen.c
dagli iteffi Soldati di Goffredo (i).
Quei_
(ij
lì
detto Gherardo, che
in tale ocesfio-
Digiriied by
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Quei di AfS ùr vedendo , che
i Criftianì neflùna mifericordia ave- a ih di
vano avuta di Gherardo loro coni- Afiùr.
pagno j fi accinfero alla più valida
Jgj*
^
disfai
talmente che Goffredo fa
obbligato a lardare quell' attedio , e
tornatfene in Gerufalemnie , eflen-
do
metà
circa la
di
Dicembre
dell'
N
olirò Signore
j 009. di
Goffredo lalciò per altro in
Rama cento Cavalli, e dugento
Uomini a piedi , acciò reneficro di
tontiiiovo oltilmente inquietati gli
abitanti di Afsùr devaftando loto i
luoghi reminati » e le vigne ; ma
Anno
vedendo
i
quelli
.
pochi Soldati
Cittadini di Afsùr
a- riceverne
venivano
poca
,
»
che
faftidio
ancor
elfi
fi
ritirarono in
poi il Mere di
Gerufàlcmme Circa
Marzo del non- tor-
*
r>
'
•
.
-.-
.
.
-nX
nb
ad
quella Città
niente tributaria
al
nuora-
eflère
Re Goffredo
*
ma nel noi. fu conquidala liberamente da i Criftiani, a quali venne finalmente tolta dal Soldano di
i
Egitto nel 126*5.
CsfiRUNfo,
BaMuho cc h; a
Boemondo
,
Principe di Antiovolendo andare in Gerufalem-
Santo Sepolcro
v«w7^°me a vi,icare
Gtrmjs. mandò de i Legati a Balduino Con-
hmmi .
accio voleffe con lui
,
quello viaggio , e andare
te di Iute Hi
unirli in
Santa Città
alla
il
Voro
,
per
ivi fciogliere
della loro Pellegrinazione.
Intanto
Boemondo
mcilè in
li
marcia con buon numero di Cavalleria
,
e di Fanteria
,
e
con
elfo
lì
uni, predo di Laodicéi, Daimberto
Arcivefcovo
e con
tre meli
no
>
arrivari
altresì
di Fifa co'fuoi Filini,
gli altri Italiani
con
,
i
quali erano
che colla loro Flotta erain quella Città
elfi
:
vi era
Vefcovo d'AriaFuìcb. Carnot. Cap
il
no
Pugliefe.
XX
e Tyr. Uè. IX. Cap. XIV.
Balduino poi
gli
iopraggiunfi
Digitizetì
by
a Valania ( T. V. Cap. XV.) ove aveva polli i Tuoi Alloggiamenti Boemondo, e qui unitili finalmente tutti qnet . che volevano andare alla visita della Santa Cittì , fu trovato il
numero loro di circa venticinquemila perfone , compre!! uomini a cavallo , e pedoni , donne , vecchi, e
ragazzi
Si
menerò
in
cammino
tutti
interne prendendo lungo la Spiag-
Mare, ma trovando fpeflò
Terre . e delle Città nemiche *
molto di -Vettovaglie , e
foccorfi di quelle, da
quei di Tripoli di Soda , e da quei
di Cefaréa di Paleftina; anche il
gia del
delle
Piatirono
alo furono
freddo fu a loro d' incomodo per la
ftagione avanzata
Arrivarono finalmente alle mura di Gerufalemme verfo la Fella
del Santo Natale, equi furono inconClero , e dal Popolo , e dal
Re Goffredo, il quale gli ricevè
con ogni dimoftrazione di contento, e di allegrezza > c fra mille ah-
trati dal
bracci gl'introduflè nella Santa CitDie autem ilio , quo tunc Hkratà
falem irrtrohimas , fi! retrograditi ,
d?lceiifn Hyctnaft peratto , curjum
.
rejtimpfìt afcenfibikm
.
Fulcb. Carnai.
Cap XX.
.Abbiamo veduto più l'opra f
ut jtptK /" che 1' Armata de
i Pifani * h quale
p7/W t/ ven,vi per l'occorrere la Terra SanOJf'rvuzio--
:-
,
pM
unirli a gli altri
Principi
limmt. Criftiani per fare la conquìlìa della
Santa Città di Gerutalemmc u era
foltanto
ta
Cmfl-
»
c
,
dopo
arrivata in Laodicéa
la
ii
prefa di Gerii (a lem me
,
e che ivi
tratteneva a far Guerra» e malquei Criltiani Greci Cat-
trattare
tolici
,
mondo
perfuali a
far ciò
da Boe-
Principe di Antiochia.
Ciò
li
rileva
dagli
Scrittori
, cioè da quei, che li trovarono prefenn alle cofe ftefle , elio
farti mefcriilcro , e da quei , che
delìmi avevano udiri dalla Itellà
coetanei
i
gente
,
che-
perfonaimeme
fi
era
trovata nell' imprel'e fatte da'Criilianì nella
Prima Crociata, come an-
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cora da altri Autori poco lontani
a quei tempi.
Gli Scrittori Pi funi nelle Iota
Croniche > ed Morie > dicono , che
quei di lor Nazione rrovavanii propriamente alla Conquida di Gerufalcinins , raccontando anche alcuna
Moria di qualche particolar Miracolo a loro faccetto nell' aliai io dato alla Santa Città.
Bensì t che io mi contenterò
di riportar qui foltawo quello
che ne ferine già il celebre Anton
Ludovico Muratori Jt Negli Annali
n Pifaoi (i) è fcritto , che queft'anno ftoi)9)rellò bruciata tutta
i,
» Kinìica , cioè una parte della Citn tà di Pifa , ove a mio credere
» abitavano i Mercanti Mori , che
» venivano a trafficare in quella
„ Cirtà Et fhlut Ptfanus in Mie.
ti
*>
71
»
rufalem hit cut» navìbus centina
ingiuri
De quo itolo Daimber.
tui tfufiem Ecclejiae Archteptjco-
P"s fitit Du&or,é- Domimi,
qui
tutic
(0 Amiti
'
Pìfi T.
PiTRti^ùéÌH,
„
tutte
remporis in Hiérufalem P/i-
„ trhrcba
remanfit
.
Pol'cia
nell'
„ anno noo, vien qui raccontata
„ la prefa di Gerufalemme XVUL
„ Ka/encks Augufit. Antecipando
„ i Pifani di nove meli il princìpio
j, dell' anno noilro Volgare , la pre„ fa di Gerufalemme cade molto
n acconciar a mente nel dì 15. di Luprelente ( 1009 )
ti glio dell' anno
n ma fecondo
quegli Annali li era
» molto prima incamminata aqucl„ la volta 1' Armata Pifana
n Altri Annali poi attribuifeoprincipalmente a i Pifani la
J5 nò
n gloria della conquida di Gcrufa-
„ lemme, il che non
„ denza , perchè niuno
merita
ere-
di tanti
Au-
tori , o contemporanei > o vicini
a quella rinomata imprefa ci parla de i Pifani , anzi Guglielmo di
n Tiro (i) attefta, che folo verfo
»
n
»
„ la fine del prefenre anno(iooy)
„ arrivo con dei foce orli Dai mberto
„ Arcivefcovo di Pifa e Legato delti) JJi. IX. Cap.
Xiv.
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n
la
il quale ni anPatriarca di Gcruia-
Sede Apoftolica
„ che
eletto
,
„ lemme » Fin qui il Muratori. Ann.
a" II. Anno MXCIX.
Oltre Guglielmo di Tiro fui
propoiito medelìmo, fi può vedere
anche Alberto Aquenfe Lib. VII.
Cap. VI. e più ancora Fulchero Carnotenfe , il quale elTendo Cappellano di Balanino Conte di Fucila, fi
trovò con
eflò
appunto alloraqu<tn-
do lì uni verfo Valania , come più
fopra fi è veduto , con Boemondo
Principe di Antiochia , ove trovò
Daimberto Arcivefcovo dì
e gì' Italiani , c Tofcani > che
fcco erano Et ingrejfus iter » Antiochia aexterata ( Balduina! ) venti
anche
Pila
)
.
Laodic'tam
pio
,
,
ubi ftipendio Viatico
Clìtellis
reintegrati!
embine
ì'unc Menjii erat No.
vembri!: cumque Gibellum tranjif-
fuccefferunt
jenty Boammtdum in Tentoriis JUis
hojpitatum ante opptdum quoddam
Vatanum nominatum , affecutus efl
Erat cum eo Arebiepifiopus qttidem
.
Pifauut
cum
mrkine
quibuj'dam
Laoàciae
cis
Jbique
Cap.
tios
Daimbertus
&
,
qui
Tufianis ,
Italiappticuerat
Pormi
efpedubant
Fulcb. Carn.
.
XX.
Se per altro i Pifani non trovaronlì preferiti alla Liberazione della Città di Gerufalemme , non la-
rdarono per qucfto di aver molto
contribuirò ad eftendere in appreffo le conquide de i Principi Crinella Paleftina , e nella Soalla conlervazigne di quelProvincie. Che inoltre i Pifani
Paefi vi abbiano avuto un
ftiani
da, ed
la
in quei
Corpo
di Nazione !o dimoftra il nodi Strada Pifana, che trovavali
per diverfe di quelle Città , ed anla
Fortezza frena di Gcrufa-
me
che
lemme lino a noftri
il nome di Coltello de
giorni ritiene
i
Pifani
>
ma
mi riferbo ad altro luogo di fare
più par ticolar menzione della gloria
Vintami de i Pifani in quelle parti
11 Curatori nel ,U0
S° P'^
feguira a dire , che anj, otr'fi'jn ciratot
che
kmmt.
^TsTViL
-
yGsegle
Digili2«i b
che i Veneziani arrivarono,, nel
„ Porto di Joppe ( oggi Giana )
„ Citià già conquiflata inlìcnie con
n Qerufalemme da i Franchi Parò è da credere, che gli aiuti
,, portati per Mare da i Popoli Ita
„ ìiani giungeflcro colà (blamente >
„ dappoiché Gerufalemme era ca„ dura in potere dei Collegati Ol» tramontani, Ann. d'Jt. Ab. MXCIX.
Per altro nel Cap. I. del prc-^HSf*"
fente Libro abbiamo veduto, che
V Armara Genovefe arrivò nel Por- itmnt.
ro di Giana nel tempo , che aflèdiavaii Gerufalemme da i Principi Oltramontani ; ed i Genovetì , coman r
dati da. Guglielmo Ebriaco., colla
corruzione, e direzione delle loro
macchine militari , molto contribuirono all' acquifto della Santa Città,
Copra di che li può confutare anche Guglielmo di Tiro Lib. ViliCap. IX. onde non tutti i foceorlì
.
, come dice il Muratori , vennero in Paleftina dopo la conquiita
di Gcrufalc mme..
d' Italia
jy
Google
Nè
Genovefi furono inoltre
i
i foli Italiani,
che coli' opera loro
compariffero in quefta prima Sacri
Spedizione , mentre abbiamo veduto
nel T. V. Cap. XV. pag. iprt. e
fecondo Guglielmo di Tiro Uè. VII.
Cap. XXL che allorquando Goffredo parti colla fua Armata da Lao-
dkéa
vcrfo
guiiato
,
Gerufalcmme»
corteggiando
la
era fe-
Terra
,
dal-
Navi dei Veneziani , da quelle di
Guinimero, da quelle de i Greci,
e da altre Navi Genovefi ancole
ra
,
per
poter
medclime
efièr
foccorfo
dalle
mediante le Vettovaglie » che quelle portavano
Ma ben è vero > che le Navi e
de Veneziani , e de i Genovefi , che
,
in tale occaiione, altro
non erano , fé non di quei Legni
Mercantili , i quali (lavano facendo , ed efercitando la Mercatura
per la Grecia» e che perciò effon-
trovaronfi
do
dì Perfone particolati
intenderli
come
debbono
,
battimenti
foldo, e noleggiali per
il
prelì
a
trafporto
delle Vettovaglie) le quali loro
mo-
portavano dalle Ifole della
Grecia per vendere all' Armata Criche fapevano elTere nella
,
dellini
ftiana
Sona
Altri
ii
Genove
(i
erano compar-
Antiochi! circa
in
il
dì
io. di
Marzo
la
ni
1098. nel tempo che quelCittà era aflediara da i Criftia, e come dimofìrai nel T. V.Cap.
XV.
pag- 258. altro non furono ancora quelli , che Legni mercantili ;
ove che l'armata di quei Genovefi, comandata da Guglielmo Ebria-
co,
li
era partita direttamente dal-
Liguria per (occorrere le armi
CriiHane, ed affifierle nell imprcfa della Liberazione di Gerufalemla
1
me
,
come
felicemente efeguirono.
Se poi volemmo dar credenza s,J,f"»
ad Ugolino Verino De Bios. Urb.^l'M,
Fhr.z a Giovan Francesco Negri, di ntmfi.
che ha fcritto fopra Ja Prima Cra "mms data, ed al Gannir rini nell' Moria
delle Famiglie Umbre , e Tofcane
Scrittori a noi troppo vicini per
Tom.
VI
D
lon-
sì
1°.
lontane Illorie j fecondo il loro diFiorentini avremmo
, anche noi
luogo di gloriarci di aver fatte are
zioni grandi nella
Conquida
di
Ge-
rusalemme, ove, fecondo quelli Scrittori , un Paltò Pi/zi Generale de'
Fiorentini
mo
di fua
,
diceiì eflère (lato
Nazione
,
il
pri-
che inalberali
lo Stendardo rnaggiore delle fu e
Schiere Culle mura <1Ì Gerufalcmme.
Portafi per confeguenza di ciò ,
che Goffredo volendo premiare
quello generofo
Campione,
decorane il Crine cingendolo di Corona Murale . Inoltre) che gli concedette per Infegna la propria Arme ,
.formata di cinque Croci , e due
gli
.Delfini, e che Pazzo Pazzi per eternare ne i fuoi Pofteri la memoria
di quello gloriofo fatto, depotre Lune rof-
nete l'Arme fri» delle
, e tre turchine in campo bianco
E che finalmente alloraquando Pazzo partì di Gerufalemmc, gli deiTo
fe
in
.
dono anche
tre Pietre del S. Se-
polcro.
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Negri feguitato dal Gamur-
Il
rini
do
i,
fcrive inoltre , che tornandetto Pazzo Pazzi ali» Patria
uomini di fua Famiglia fecero
j
il
gli
i, fare un beliiflmio Carro trionfile
» dorato, nel quale era dipinta, la
„ Battaglia data alla Città Santa, e
,) la generosa azione di Pazzo Pazzi ,
„ di -cllere latito prima degli ahrì
muro lo Stendardo,
aveva confinato la Citfuo partire per la volta
,i
a piantar fui
i>
che
rà
gli
nel
„
di Oriente, e quello Carro, bcn nedetto dal Velcovo Rinieri
„ mandarono alla Porta, facendovi
,1
falir;
fopra l'applaudito Capita-
no , che preceduto
,t
de
i
Tuoi
dall'
avanzo
valorolì Soldati, e da-
v gli Ordini della Città, fece il
„ Trionfale ingrellò a' 16. di Lù-„ glìo , fra liero fuono di trombe,
n
e di
voci
giubbilanti
;
e per
l'
» appunto li erano celebrate nella
» Cattedrale in quel giorno le fonti tuofe Efequie di Corrado Re d'
» Italia, il quale era venuto in Fi-
D
z
ren-
„ lenze per abboccarli
„ telili Matilde „
Così la decorrono
colla
i
Con-
detti Scrit-
tori , ma fe poi rifeontreremo i nafta più antichi Inorici * ebe minutamente ci narrano le cole della
'
noftra Patria , troveremo , che elfi
niente ci parlano delle prodezze di
detto Pazzo Pazzi da lui fatte nella
prefa di Gcrufalemme
Dubito perciò , che quanto dite il Negri > o che polla eilére un
dìfeorfo di bella invenzione , o che
fi
Ila appoggiato Copra i racconti non Tempre veridici del Popolo. Ballar dovrebbe per creder
, il riflettere , ed eliminare le tue
egli
così
parole
La Corona Murale, della quaeilere flato decorato il noftro Pazzo, era quello un onore
accordato dagli antichi Romani a
quei valorofi Soldati , che erano i
primi a falire fulle Mura delle Cirtà , che aiutavano , o che etano i
primi a entrare in elle colla forza ;
le dice
ma
quella
Corona non
era più in
ufo a i tempi di Goffredo ; come
pure era in ufo il Trionfo Minore, cioè l'Ovazionet e quando anche dovefiìmo accordare a Pazzo
riè
Pazzi
il
trionfale IngrelTo fopra
un
Carro, ciò non potrebbeiì chiamaOvazione , giacché facevafi queda i Romani entrando a piedi
re
fta
o al più a Cavallo colFronte cinta di una Corona di
Mirto
Nè fembra probabile, che il
nella Città,
la
Vefcovo Rinieri col popolo Fiorentino volefie concorrere a decouna Fcfta d'allegria! quale è quel-
rare
un trionfale Ingreflo , il giorno medefimo, che fi facevano nelCittà le pomppfe Efequie per la
Morte feguita del Re Corrado
giovine Principe , che per Je fue
la di
la
angeliche
affetto del
virtù
era aequiiìato
fi
1*
Popolo Fiorentino.
all'Arme de i due
In quanto
Delfini, e delle cinque Croci, che
dice lo fieno Negri aver ricevuta
D
3
dal
Goffredo , non credo , che
debba dare nell'uni credenza ,
a
lì legga , quanto ne dice
Re
dal
gii
iì
allorché
tal
propoliro Ricordano Malefpini.
Ancora venne { dì Francia in Ita„ Ha nel m6$.) con detto Conte
„ di Angiò un Nobile Cavaliere il
n
,,
n
ii
quale era del Lignaggio de i Pazzi di Firenze, il quale aveva fatio per addietro Cavaliere il Duca di Bari; e per lo derto
Duca
il fopraddetro Cavaliere, elaCa„ fa de' Pazzi portano , e porrava» no l'Arnie ifchiette del de>to Un-
n
ii
„
„
n
„
„
ca di Bari, c detto Cavaliere era
crefeiuto, ed allevato in Francia
ed ancora in com,
pagnia di Metter Adoardo di Eois.
da giovane
Makfp.
Ricord.
ÌB,
fior.
Cip.
CLXXFIIL
Ma
mo
iiccome
le rre
Num. 270
Lune rone
chine
denotano
al
dalla
Città
di
il
Negri mcdelì-
per provare, che
(
e le tre
la
Ficfnle,
fiorii di Raiìàello
Lune
tratta
tur-
origine
cita i'di-
Borgbini Copra
le
Ar-
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Google
Armi
delle Famiglie di Firenze da
mi fa duopo credere, che ilBolognefe Scrittore non abbia let-
quello
to
t'
Autore
delle
Armi,
dette
mentre fe ciò averte fatto , veduto
avrebbe, che l'Autore dì detti Difeorii non è Raiìaello Borghini , ma
è' bensì
Monfignor Vincenzio , ed
ancor da quello Scrittore averebbe
che l' Arme de i Delfini
,
e Croci, che oggi porrà la Nobil
Famiglia Pazzi l'ebbero da i Conti
di Bari , e non da Goffredo
rìtm chi
Confervanli anche adeiTo nella dicsnfidct
noftra Chiefa di S. Biagio le tre Pie- s- Stpaicn,
tre Focaie , le quali dicor.li e ^ar ^t'" /^ *?
B
del Santo Sepolcro, ed eflendo confi- j^/J^.
derate' come tali , fono perciò annoverate fra le Reliquie di quella
Chiefa , alia quale vennero donate
da quei della Famiglia Pazzi, e fono fecondo il Negri , quelle modelline, che furono confegnate da Goffredo al loro antenato Pazzo Pazzi,
Senza oppormi a quefta antica credenza, io dirò peraltro , che
rilevato
.
D 4
"
.
il.
Santo Sepolcro di Noflro Signore
ò compollo di Piare Focaie ,
dire , nè di taPietre fe ne trovano nel lineo
il
non
a Selce i che vogliam
li
compollo della fua malia. Noterò
bensì un ufo , che conferva)! anche
a' giorni no/tri fra
Ì
Pellegrini Cri-
ftianidìogni KeligÌone ( che concorrono a Gerufalemme. Qj^ieiti nei tempo che vanno alla vilira del Santuario fopra il Monte Olivero (i) raccolgono varie di quelle Pierre focaie > che fparfe in quà e là trovano nella fommirà del detto Monte) porrandone poi alle loro cafe
per accendere con elle il Fuoco , e per
le quali
hanno qualche rclitnofa
conlidcrazione , ellendo Pierre di
quei Luoghi, che furono illuiìraii
dalla Prefenza di Noltro Signore.
Io fieno
altri di
e
le
, fecondando l'efempio degli
mìa brigaraj ne preli di ver le,
quali confervo Tuttavia apprelfo
me.
di
(i)
Nei
Del Santuario, che
veto dovrò
T. VII.
e fopra
parlarne
r
il
Monte
le parata mente
*
Olì.
nel
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Ne i tempi andati io fono di
parere , che non iì tifane differentemente da quei Pellegrini > che andavano nella Terra Santa , di ove,
tornando alle loro cafe , procura ffero di portare da quei Luoghi limili memorie , e che tanto fuccedeflc
ad alcuno della Famiglia Pazzi > il
quale tornato dalla Vilìta del Santo
Sepolcro
che così chiamava)! tal
Pellegrinaggio , ne portane le dette
Pietre, le quali furono confìderate,
Pietre dello fteiTò Santo Sepolcro ,
e come per tali donate indi alla Chiefa di S. Biagio , ed ivi confervate . Fkniurì
Da tali Pietre vi è un antico *'
ufo , che la mattina del Sabato San- ******
io nella Chiefa di S. Biagio ertraefi il
Fuoco i dal quale accefa una Cande,
la, e polla in
poi
quella
un Lampione, viene
trafportata
alla
noflra
Chiefa Cattedrale , e con eflà fi accende il Fuoco, che fervir deve
confueto Rito della Benedizione
al
del
Fuoco »
praticato da Santa Chiefa
nella mattina del Sabato Santo
Ve-
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1
Venttta poi l'ora delia Meda.
> che viene inla Gloria in exceljìs ; parte-
Cantata, nel tempo
tonata
fi
dal
Coro una Colombina com-
artificiali , (corre quefopra una corda lungo la Chiefa, e va ad accendere alcuni fuochi di artifizio , che fono accomodati in un Carro , il quale rella limato dirimpetto alla Porta maggiore della Cattedrale t e dopo avere
dato ivi un f<gno di gioia collo (paro de i detti fuochi porteli il Carro medeiimo . e va a fermarli in un
luogo detto il Canro de' Pazzi , qui
preparati nel medeiimo altri fuochi di artifizio . viene altresì a i me-
porta di razzi
lla
,
darò fuoco. Dopo la qual
funzione il detto Carro vien ricondotto nello (bn/one per efib preparato» che trovali lituato nella via
detta Borgo Allegri, ove fla cuiìódito fino all'anno avvenire per fervire alla finzione medclima.
Tal Carro adunque hanno voluto dire > che Cu quello, ebe fervi
definii
.
già
Digilis-ed
by
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gii all'Ovazione di Pazzo Pazzi, e
che fe in qualche parte avcrà mutato di forma , ciò polla eilére accaduto col variare de i tempi.
Dtfiriziur
Ojel Carro i che oggi vedefi , iti Ctrra
!*•»«
e eh; {erve alla deferirti funzione,
è fermato quali a guifa di piramide, fet rtocciato fu i quattro angoli
ed
è
poi
foftenuro fopra quattro
In elio vi fono efpref-
grofle ruote
.
fe varie pitture relative alla (calata
data alla Città di Gerufalerame, ed
ingreflò fatto Pazzo de i Pazzi
In una lunazione fuperiore , vi li
all'
le Armi di queiìa Famiglia ,
quelle ricevure dal Daca di
Bari, e le altre delle tre Lune rof, e delle tre Lune turchine
In cipoi del Carro veggonli divertì
veggono
cioè
fe
.
ma
Delfini
,
i
quali porti colle tette
all'
reggono colla coda una Corona formata di varie Torri, allulìalla Corona Murale , avendo procurato in tal maniera, che facciali
in detro Carro commemorazione di
tutrì gli onori , che dicono aver riingiù
a
So
cevuti Pazzo Pazzi, non Colo da
Goffredo Re di Gerufalemme » come ancora dai Popolo Fiorenrino,
e fopra quella volgare opinione
fembra , che il più volte nominato
Giovati Francefco Negri abbia lavorati
i
Nat». 170. e 271. della fua
Moria della Crociara > ed in tal forradicati maggiormente i detti
, anche colle {rampe , negli ani-
ma
errori
mi de i meno
rffi
accorti.
Ben' è vero , che il predetto
deve aver cambiato come
dì/fi di torma » ed ornamento varie
volte ; e quello , che per tal funzione ufavalì nel 1640. lo trovo difegnato molto differentemente nel
Carro
Luca Chiari MS. usila Libraria Magliabechiana Ciaf. XXVI. In
elio non fi oifervano pitture alcune *
Friorifta di
ed anche manca nell'altezza
lo di oggi
,
a quelgiacché vi è di meno
, ove fono prefentc-
quella diflanza
mente collocati i quadretti delle
medeiime non mancandovi per altro le antiche , e moderne Armi del;
la
Famiglia Pazzi
.
So-
ri
Sopra il detto Carro del Chiaveggonfi fu i quattro angoli al-
cuni legni , come fe fofìero Torce , le
quali fportando in fuori fono rapprefemate in atto , come le gettaff'ero in aria de i fuochi di artifizio
ed in cima, in vece della Corona
Murale, vi fono divedi fcartocci,
e varj ferri , ì quali foftengono una
fpede di Braciere , il quale li vede
rutto accefo
,
non
faprei
,
fe di ro-
be biruminofe a ufo di panelli , o
carbone, o altra materia combuftibile , ciò che mi fa credere
che quello lignificar voglia il Fuoco
Benedetto, che prefo alla Cattedrale forte poi col Carro medefimo
trafportato alla Cafa Pazzi, e di ove
ne pofli eflèr feguitato il coftume
di trasferirà il detro Carro dopo le
fe fia
funzioni del
Duomo
al
Canto
de*
Pazzi predo le Cafe di quella Nobile Famiglia , ed ivi , come fi è vi, preparare gli altri fuochi di ar-
tto
tifizio
.
Il
Carro deferittoci da Luca
Chia-
Chiarì fembrami anche, che abbia
più analogia, con ciò) che trovali
forma
dal noitro lilorico Giovanni
Villani intorno all'antico collume,
che
avevano
quei
Pazzi di edere
i
della Famiglia
primi a prendere il
Fuoco Benedetto n incorno ta di
n centoquaranta Anni ((} per un
„ loro antico nominato Pazzo , forpetfona , che
ti te, e grande della
„ portava maggior Faceliina, che
„
„
„
nullo alrro
delTe
tri
da
il
,
et
il
primo, che pren-
Fuoco Samo , e poi gli al„ Già. Vili. Ub 1. Cap. LX.
lui
(i) Giovinni
.
Villini ftrivevi
h
Iftorìi
fai
1348. anno Ite fio , in cui egli mari,
onde ellraendo da delti anni 1 j 4 S. gli anni 1411. di cui parla farebbe (rato fin dall'
anno 1108. che i Pani godevano quell'onel
nore.
Altre
Edizioni dello fteflb Villini
1 70. anni , che godevano
finodsll"
, C1t allora larebbe
anno 1178. Luca Chiari nel filo Prioria*
dice che nell'anno J640. in cui fcrìveva ,
dicono
il
,
che erano
detto onore
erano
450. anni,
che godevano
ì
Pani
quella dignirà , iverebbero aduque, fctun.lo elfo principiato • Egeria nel1' an.
no
i»8tì.
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6l
Da quefla Facellina adunque,
confiderò ellere fiata qualche
gran Fiaccola , credo , che colf andar,
che
del tempo ne venille formato un
Cairo i col quale in gran pompa , e
Iella andavano quei della Famiglia
Pazzi a prendere i primi ii Fuoco
Benedetto , il che fembra pofla arguirli altresì dal Caldano di fuoco,
cima del Carro difegnato nel detto Priorilla di Luca
Chiari , e dalle Torce , o Fiaccole
.che vedcli in
.che
veggono collocate
(i
negli an-
medelìmo Dallo fteflò Giovanni Villani Hi. I. Gap. LX. rilecirca l'anno noo. eralì
già introdotto anche in Firenze quelr illelTo collume, che tuttavia lì man-
goli del
.
vo, che
tiene jn
.
Gerufalemme
onore
re per
.
elTere
il
Sacro
,
,
quando
ma
di gareggia-
per devozione ad
e
primo a prendere
del
il
Fuoco
quale parlai nel T. HI.
Finalmente
Negri, alloraMoria della Pri-
il
nella fu a
Crociata parla
delle
può, ar-
prodezze
fa:-
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Gerufalcmme
fo
di
vedc> che ha pre, c da cattivi Scritche credeva fare a fuo
fi
e dal Popolo
.
tori tuttociò
propolito
da
ncll' acquifto
dagl* Italiani
fatte
ellì
,
,
e
come
,
è lafciato abbagliare
li
potraflì
vedere
al
Num.
269. allorquando nel volere alighe
1
fofìenere )a real prefcnza de
egli
Pifani
me
,
Gerufalcm-
nell'acquifto di
e che anzi follerò
lire fullc
Mura
i
primi a fa-
di quella Città
porrà col Tronci, e con tanti
,
ri-
altri
Pifani inlicme» quel Marmo, che è
collocato fotto l'arco della Forrcz-
za Vecchia di Livorno
ove fono
,
fcolpite le prefenti parole
.
Io
Co-
scetto dal Colle Pisano fui il
primo a montare sopra le mura
di Gerusalemme Servendo ofier.
vare per la nullità di quanto ivi fi
trova efprefio , che quello Cofcetto da Colle Pifano » che gli Scrittori Pifani vogliono efiere fiato prefente
all'acquifio di
nel iogp
lo
Gerufalemmc
trovo nelle
Giovanni Villani
lib.
Morie di
IX. Cap.
LXXVL
e Cap.
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e Cap. LKXXIV. che viveva nel
131Ó. e nel .317, e che mori poi
tagliato a pezzi, e gettato in Arno
I*
anno ij IJt CO mc nel detto L'tb.IX.
Cip. CUI. non poteva adunque
veduta
la
Tom. VI.
aver
luce del dì, nel io .
99
E
DEL-
DELLA CITTA'
GERUSALEMME
Dall'Elezione del Primo Patriarca
Latino fino alla morte di Goffredo di Buglione.
CAP.
E^mwiìa,
A
Baidiimo,t
f-\
Erivati,
III.
che furono
in
Gc-
rufalemme e Boemondoj e
X
b
Balduino, e 1' Arcivcfoovo
f''Z
Uetkmmt. Daimberto colle genti Iorò> e vililati i Santi Luoghi, che fono in effe i pailàrono indi nella Città di Betlemme , ove celebrarono la Solennità del Natale dì Nofrro Signore
dell'anno ioo?- e di lì, terminate
le Sacre Funzioni di quella Notte >
dopo
Meila
la
le
celebrazione
della
terza
ne ritornarono in Gerufa-
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lemme. Quam miteni cum
«7
dece»-
tifane objtq.ào competenti ab Epijcopts ,
Clerici! decantando dedu-
^
xijjemus
,
bora
dici
tenia,
AJiffa
quoque terna
cantata , Hierofolyre ver/i fumili
t'ulcb. Carnet.
mum
.
XX.
Cip.
Al loro ritorno
ni: fu lenuco
le
ebmiiun
in
Gcrufalem-Co»c
un Concilio, nel qua- & '=
l'elezione del Patriarca*^
Arnolfo i e trovato, che non era
fiata Canonica, fu dimeflb da quella dignità,
ed in>fuo luogo reilò
fi-
concordemente I' altrove nominato Daimberto Arcìvefcovo delTofcana, il quale fu confjcrato da Roberto Veletto
la Città di Pira in
feovo della Città di
primo
fio
fu
Rama,
Patriarca
il
che avelie
la
e
que-
Latino,
Santa Città di Gcrufa-
Alloraquando il detto Daimberto venne eletto Parriarca , erano
cinque meli , che per la morte di Simone era la Chiefa di Gcpalliti
rufaiemme priva del fuo Paflore.
E
z
II
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^atrìmm
sinmit,
" dett0 P ar " arca Simone, uodì ^anta v ' ra ' fi" di allorauan do i Grillimi Latini erano all'
Aflcdio dì Antiochia) li era trasfe-
mo
t]
da Gerufalemme nel)' Mola di
Ciproi per toglierli dalle tirannie de
rito
i
legnaci della Setta
per raccorrà da
ì
Maomettana!
e
detia
contribuzio-
Criftiani di
lfola d'elle caritatevoli
per la confervazione de i Santi
Luoghi di Gerufalemme , e per l'occorrere colle Limoline i Fedeli del
fuo Gregge , che rettati erano nella
Santa Città , lulingandoiì di potere anch' elio tornare nella fua Sede,
ni
quando
i
Criftiani averterò prefa
detta Città
;
ma
Iddio difpofe
la
di-
verfamentc , mentre nel tempo,
che Crocefignati (lavano alleviando Gerufalemme , egli fo ne morì
nella ftellà lfola di Cipro.
Q^cfti fu il Patriarca , con cui
Pietro Lremita nel Lio primo viaggio fatto a Gerufalemme , convenne di quanto dovevali trattare in
Occidente per la Liberazione della
Sani
Santa Citta dalle mani desi' Infedeli. T. V. Cap. XV.
I Cataloghi de i Patriarchi Gerofolimitani lì accordano fra di lo-J*fiJJS£
ro» che detto Simone folle l'ulti- lemme.
mo Patriarca di Rito Greco , avanti , che veniflbro collocati in quella
Sede i Patriarchi Latini e conven.
;
gono
nel
numero
di
elfi
Patriarchi,
principiando da S. Iacopo Minore
(il quale incominciò a governarla
l'anno 34. di Noftro Signore. T. V.
Cap. VI. ) fino a Sofronio , che lo fegnano per il cinquantotteiìmo Patriarca
T. V. Cap. XI.
Ma dopo , che la Città di Genifalemme nell'anno 63 6, di Noftro Signore ( T. V. Cap. XI. ) cadde
.
in potere de
i
Saracini
,
principiali
vedere della dìfeordanza fra gli
de i detti Cataloghi . I Bollandoti . T. Ili di Maggio , da & Iaa
Scrittori
copo Minore , fino al addetto Simone ne contano novantun o;c Le Qui eri
nel fuo Oriens Cbriftianus ce ne fomminiltra
folamente ottantotto.
E
3
Con
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£ on q UC (j 0 Patriarca Simone
\
r
remunero di regimare i Patriarchi
Greci di Gerii Ci lemme , attenendomi in apprcllo, per quel, die lìaticcedano al profe^uimenro dì quella
Kloria, a' Patriarchi di Rito Lati-
Gsffrtio, *
ButmoKdo
-
profani,
fyv.jliiHrs
*
'
'?">
s""'
-
no; perciò tornerà
arca
Daim berrò
,
il
-
i
ai
noftro Patri-
quale collocato
,
che fu nella Sede Patriarcale, Goffredo di Buglione prefe
allora dal
medefimo l' Invelliiura del kegno
di Gcrufalcmme , e Bocmondo 1'
del
Invclìitura
Principato
di
An-
nodila; Praeditìo ergo Viro Dei in
Sede collocalo , tam Domili s Godefridus , quam Do.niims Prì-.ceps
Boeiimndus , bit Regni , Hit Priacìpatm bumilher ab eo fnfiepewnt
invejliiuram
Dopo
Bsemcttfat
IX Cap. XV.
Boemondo, e Bal-
Tyr. 13.
di ciò
^ u no Palarono
'
tlnfanoll
c,*-jcrno de i' oro
tara Stili ."dell*
di ritornarfene ne'
Stari, ondo verfo la Solenni à
Epifania dell'anno 1 it.o. ac-
compagnati da Goffredo, c dal Patriarca Daimòerto panarono fino al
Giordano , e quivi dopo mohi abbrac-
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GoogI
bracciamcnti
fi
divifcro
;
il
Re, ed il
Patriarca Ce ne tornarono in Gerufalsmme» e Boemondo i e Bedui-
no feguirarono il loro Viaggio paffando per Tibcrìade predo il Mare
di GalÌléa{T.H. Cap Vili.) Dipoi
futla delira Paneade, o
(ia Cefaréa di Filippo (T. llf. Cap.
XI.) vennero ad Eliopoli(i) e di lì
volgendo fulla Spiaggia del Mare fe
ne tornarono al governo de i loro
lìocmondo (a) al fuo Princi,
falciando
Stali
Z 4
(!)
FLTOPOLI,
pa-
cioè Citta del Sole.
Dalli
Guerre Sacre è chiamata an.
che Malbec, ogni gli Arahi l'appellano
Balhec. Qucfta Gina i limata alle radi,
ci del Libano dalla parte Orientale, ed a
Settentrione di Damar™, di ove è .Mante cives cinquanta miglia. Vi era in efdel
fa un gran Tempio dedicato al Sole
quale fé ne vt^sono i lìiperhi svanii anScrittori delle
,
C
BOP MONDO,
quello [tenounno 1100.
Gabbriello di Nazione
di Melotenia Città
, il quale per liberarli
dalle ("correrie de i Perliani, voleva,
con alcune coniliiionì, rinuniiarsli quel-
(i)
fu
in
chiamato da
Armena Governatore
della
Mefopotjmia
, e Balduino (i)
Contèa di Edellà.
Dovendoli alTegnare al nuovo
paio di Antiochia
alla fua
Difeerdìt
J
jc,,
ft
gj
Patriarca Daimb^rro le convencvo-
t
td il Pa. li entrate per il fuo mantenimento
trhrta . c d arc degli (labili alla Chiefa Gero foli mi tana nacquero {opra di ciò
,
il detto Patriarca ,
ed il Re de
gravi diflapori i quali erano fo-
fra
i
,
ma mentre Boemondo eli he zaf;
l'Eufrate, e che entrato era nella
Melbpotaroia , e che già avvicinavafì al.
la detta Cittì di
Melotenla , fu all'alito
all' improvviio da un potetiriflìmo Signore Turco chiamato Danilmano , il quale
taglio a pelli una buona parte delle liie
gemi, e rellò Prigioniero lo fteflò Boemondo. Liberato poi ila (juelta fthiavità, lafcià al Governo liei Principato ili AntiochiaTancredifCap.II.) ed egli andò in Pugili , e di lì in Francia , ove arrivò nel
Mere di Ma.™ dell'inno 1106. di No.
Aro Signore, ed ivi fpolo Cofbnia Figliuoli del Ite Filippo; palsò indi nuovamente in Puglia , e qui lafclò di vivere
nel Mele di Febbraio dell'anno imi. e
fu n-polto in Canotà nella Chiefa di San
Sabino.
(0 BALDUINO, quello lo vedremo preHo divenuto Re di Gerufalemme.
la
Cina
fato
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mentati per opera di alcuni malizioli , mi furono pretto ultimati ,
giacché Goffredo amava la pace, e
buona concordia co
lo lo con
la
i
e la Guerra
fopra
i
tjiinli
non
mira di eftendere
Criitianì
gì' Infedeli
i
lafciava intanto di
Conquhìe.
Eròe fu figlio di mix!
Euftachio li. Conte di Bologna , e
"s '""
di Ida di Lorena; nell'anno 1076.
era Marchete di Anverfa, e poi
nel 1080. Duca della Baili Lorena , come Figliuolo adottivo dì
Goffredo il Gobbo. Egli fu uno de i
più valoroii Capuani de i fuoi tempi , ed ebbe femprc per compagna
una gran Pietà , per cui dal PopoQuell'
lo
,
e
da
i
le fue
ìlluftre
Criliiani
Croccfignati
venne giudicato il più meritevole
Regno di Gerufalemme
del
Stato eletto per Ravenne condotto > couic altrove^e villo , fra
acclamazioni , ed il giubbilo del
Popolo ad eiTcre offerto a Dio nel
Santo Sepolcro
bensì per la fua
grande umiltà non volle mai da che
le
,-
fu creato Re portare in Tcfta la Corona Reale, mentre ebbe in confolo quella
fìdera/ione
Corona
di
Spine , che nel luogo medelìmo aveva porrara Nolìro Signore. Premotus autem bumilitalis cgttfa , Corona
aurea Regum more in Sanila Civitttte
injignìri
tiolitit
UH reverentiam
ea contentus
:
exbibeus
,
quam
,
bimani generis Reparator in eodem
nfqut ad Crucis patibulum prò
fallite
Spiueam deportavi!.
loco
no/ira
Tyr.
Uè
IX. Cip. IX.
>
-
-
Per tal motivo di non avere
Goffredo voluto porrare la DiadeReale > hanno taluni metto in
dubbio fé dovevano accordargli il
ma
<
titolo di Ile
,
e perciò in alcuni
Ca-
taloghi de
Re Latini di Gerufalemme pongono por Primo Re di
i
Balduino :
ma liccomo Gonredo fu veramente
eletto per Re, e per tale acclamato nella Chiefadcl Santo Sepolcro,
ella
e
il
di
lui
riconofeiuto
dell'
fuccellore
dagli altri
armata Crilìiana
,
Principi
e da tutto
il
Po-
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Popolo! psrciò
re
il
i
maggior par-
dalla
fiorici
degli
dato
itolo di
gli
gi.i'amente
è
Rd c
come
[ile è
conliderato.
Godette bensì per poco tcnipo della fua Digniià , mentre Terprefo da grave malattia > mori finalmente in Gcrufalemme il ài, iS.
ài Luglio dell' anno 1 oo. cioè un
anno , e rrc giorni dopo la conquida fotta di. quella Città > man-
Mitle A
-,
Gvffrtib.
1
candogli ancor cinque giorni per
compire anche l'anno della fua EIczione.
Tutte
ricordarti
le Ilio rie concorrono % Caràtteri
GoiTrcdo per un Uomo* Caffrtda,
di pietà) e pruden/.a, e di gran va-
lore
Guglielmo di- Tiro ce ne hi
un carattere molto bello,
.
lafoiaro
Godufrhhts ( die' egli ) Vir Religiofus , Clementi Pias, ne imeni Defirn, luslus, recedei» ab ornai malo.,
slahiiis in verbo
ferìus ,
faeculì
vamtates comemnens ;
oratimi'
bus iagis i tn aperibi/s pietati* -affir
:
;
h
àlias
,
lihra/if.ire
infilai
,
agìbili
tale
«j/ftale gratìofut , manjuetus »
; in emnì vìa fua commendabìiìs
«Jr ZJfo fiatens . Fuit autem
»)<icarpare procurai , «a *tf
mediocribus maior
jwnwV minor t
baberetur
Rabuilus Jine exemplo ,
ricori
,
&
.
membris
falidiaribus
,
facie venuila , captila
vus mediocrìter ; in
&
exercitio
militari
«o quafi jingularis
Cap. V.
CnoornV;
iti Santo
.
tborace virili ^
<& barba fia-
,
armarum ,
omnium iudi-
ujii
Tyr. Lib.
IX,
Avuto che ebbe Goffredo il
Regno di Gerusalemme, pensò non
Srpelire- foto
a
fare
delle
nuove conquìde
ma ebbe anche
fopra degl' Infedeli,
in mira di dilatare
la
la
Religione nel-
Santa Città , mentre pensò a rele Chiefe de i Fedeli, le
ita u rare
quali trovò in cattivo fiato
;
collo-
i Canonici
Regolari di S. Agonei Santo Sepolcro , i quali uall' Abate avevano la
poteftà
Patriarca Gcrofolimiil
tanoi ed aflegno loro delle ricche
cò
ftino
niti
di eleggere
pre-
prebende
all'
,
e le neceflàrie abitazioni
intorno di quella Chìefa
Goffredo uni poi a quelli Ctt- _
t
tgtr
i
Cavalieri del Santo Se- di? Si»tl
i quali pure
abitavano nel- Stfalm,
nonici
polcro,
Io
ileUo
de
i
do
la
Tempio
fotto l'indirizzo
Canonici medelimi profellinfteffa Regola di S. Agoflino.
Ordine Militare di tali Cafonoliti attribuiti varj prin-
All'
valieri
ma
nefinno de i quali ha per
bafe ima buona ragione
Alcuni
fanno rimontare la fua origine fino
a S. Iacopo Minore primo Vefcovo
cipi)
di
Gerufalemme , dicendo , che
egli ne folle l' Iftitutore ; altri poi
vengono a i tempi di Collantino
Magno
attribuendone a lui il principio in occaiìone del ritrovamento
fatto
la
da Santa Elena fua Madre deldi Noftro Signore
a dire i che venuta
Croce
.
Seguitano
in progreflò di
tà in
tali
tempo
mano degT
Cavalieri
la
Infedeli
quafi
una grande ofeorità,
Santa Cit,
refìafièro
depredi, o in
dalla quale foffero
fero rilevati da Carlo Magno , mediante l'amicizia i che egli ebbe cui
Aaron (T. V. Gap. Xlll.j
Mennenio nella fua
Ordiuum
Califfo
e
Francefilo
Opera
Delirine Etjuvfirium
riporrà
queir*
no
in
Statuti
gli
Ordine
elfi
;
e le Leggi di
ficcomc vi fo-
,
ma
lilorichc,
varie difficoltà
fono nella maggior parte
ratt
anzi
que
lialì,
apocrili
coniidc-
Ma comun-
.
fembra, die
tale
Ordine
Militare avelie piuttoflo il tuo principio da Goffredo , fobamo dopo la
prefa della Città di Gerufjlenime
Perla, che ebbero i Criltiani
Occidentali la Terra Santa lì riti-
ro
il
Corpo
di qucil'
Ordine
in Ita-
nella
, c fermò il fito foggiorno
Città di Perugia ; ma poi da Innolia
cenzo Vili, vennero
d'entrare
i
beni,
l'
altro Infigne
ri di
Rodi
,
riuniti
tutti
del medesimo alOrdine de i Cavalie-
oggi di Malta.
F'reftata
lino
a'
noli
ri
giorni
Pomicio al Guardiano
Minori Ollecvantij che è alla
par Breve
de
i
cu-
_
Digitized by
Google
cuftodia de
i
Luoghi Santi
di
Gc-
rufalemme
Croce di
la facoltà di dare la
,
qucft' Ordine ad alcuna
Perfona di nafcira civile, ma ciò è
qualche benemerenza .
L* Infogna del medclimu fono cinque Croci rofie in Campo
follatilo per
bianco , e rale era l' Infegna , chepori Cavalieri , avanti che Ellero riuniti co' Cavalieri Gerofolimirani.
Ereirc Goffredo anche un alJ^rZ'L
Collegio degli Iteflì Canonici^/ Sirnart.
"
Regolari di S. Agoftino nel Tempio del Signore (i) cioè in quel
Tempio, che era (laro una Mofchéi fabbricata da Omàr, Secondo
Califfo dei bracini (T.V.Cap. X.)
e che vcdeli fino a' nollri giorni
convertilo nuovamente in ufo di
tavano
tro
Mofchéa,
fu quella Piazza
rufalcmrae,
Tempio
di
di
Gc-
ove fu una voha il
Salomone. Allegrò anle loro Abi-
cora a quelli Canonici
ti)
Dovrò
parlare
iltrove di quello
Tem.
Digitized by
Google
So
razioni preflb
il
Tempio medefimo ,
e gli dotò di grolle entrate.
hbattiUt.
tttttihi
.'
Allorquando
io dall'Occidente
il
fc
detto Goflrene pafsò nel-
icondulfe feco
Monaci Claullrali dell' Ordine di San Benedetto, i quali nel tuo
Viaggio cantavano giorno i e notte
le ore Canoniche , ed accudivano a i
bifogni fpirituali de iCrilìiani Crocclignati ; ed a quelli fabbricò un
Monaftero nella Valle di Giofafat
(i) procurando loro delle buone
le Parti dcgl' Infedeli
varj
rendite
ufi
Siiti
Campane
ìkitmmt
m
J
'
Acciò poi i Fedeli fapeflera il
tem po , in cui dovevano concorrere
a " a Chiefa alla celebrazione de i
Divini Ufizj
duce
in
,
il
Pio Goffredo intro-
Gerufalemme per
la
volta l'ufo delle Campane
delle quali fin allora
no
>
prima
il
Tuo-
non era
flato fentito nella Santa Città.
cnim huhfcemodì
Non
jmii aut figlia vi-
fi*
Digitized by
Google
fa
,
vel audita flint ante hos dies in
Alk A^it. lib- VI Cip.
tìierujalem
.
XL
Non
farebbe facile
voler
ritrovare
della
Campane.
la
Il
imprefa
pretifa
folo
ufo
il
^ rtico
r
v f
origine dt 'iit Cemdelle /"««•
medelime ci richiama ad una ini'
memorabile antichità Se ne fervevano gii gli Egizi , e le fonavano
.
nel
tempo, che celebravano
FeErrufchi
la
Gli Antichi
conobbero ancor elfi, e n'ebbero l'ufo. Ed i Romani Gentili fe
ne fcrvivano per chiamare il Popolo a i Mercati , ed alle Terme alle
ore del bagno
San Paolino Vcfcovo dì No- C**?f" h
'** s*<™
la, vogliono, che folk il primo , il
quale nel lec 'lo V. le impiegalTc in
ula Sacro, fervendofene per chia-
lla di Oiiris.
le
mare
alia
fuaChiefa
i
Fedeli,
qui bifognerelibe credere
,
E
fin
che que-
altro non follerò, che (empiici
Campanelle a mano ; mentre fo-
iìe
lamcruc net principio
VII. Papa
Tom.
del
Secolo
Sabbiano fu quegli, che
VI
F
lo
le-
collocò
che ne
il
eftefe
primo
»
e
Tulle
ne
Torri
ftabiiì
,
e
V ufo
nella Chiefa . 11 Rito poi di benedirle lo introduffe nell'anno 986.
Papa Giovanni XIII.
L'ufo delle Campane pafsò
VJi Alit'
Cmpant anche nella Chiefa Orientale, ma
mila Cliitfe
llan v [ fece zun progrcJH , e i Gred j comunemente (i ferirono del Ujiatrj» cioè Segno , che è una Tavola di legno , e dell'A'/mi^p" . cioè
Ferro Santo , che battevano con un
Martelletto , i quali frumenti fono
collume fra i Criftiani
Greci, che fon foggetti all'Impero Ottomanno, giacché i Maomettani non pofiono fotl'rire il fuono delle Campane , con (ideandole , come
frumenti non degni di loro per ef-
tuttavia in
fcre adoprati da i Criftiani per le
funzioni della loro Religione. Ed
1'
oltre a ciò ne hanno interdetto
ufo fra i Criftiani, che abitano ne i
loro Stari, per timore, che un giorno, o l'altro il fuono delle medeli-
me non
ferva per dare
qualche follcvazbne .
il
cenno di
lCri-
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Criftiani Maroniti per altro
I
/"
quali abitano nel Monte Libano,
/ansiP
non fono inquietati da i Mao- campani.
mcttani, hanno nelle loro Chiefe i
Campanili , e le Campane i e queftct
è l' unico luogo > ove io abbia fenamedelìme
i
e ove
to fonare le
della
nel
mia psrmanenza
tempo
in quelle Parti.
Le Chiefe Latine, che fono a!r
p
Gran Signore , manca- tinti* Lielle delle Campane , mjw«i' »>»
u
negli Stati del
no ancora
permeila loro una
è bensì
nella
de
ti,
go
i
,
quale refta ne
la
rcfpittivi recinti
de
i
i
Campa-
'*
P"'°' e
ChioiVri
Conven-
o delle Chiefe, collocata in luoballò
,
de
i
tetti:
de
Ì
Ialiti
non elevato *1 di fopr*
è permeilo anche l'ufo
Campanelli per, le Chic-
e
F
z
DEL-
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DELLE
ASSISE(i)
DEL REGNO
D
I
GERUSALEMME.
CAP
'
D^^/^O^erando
/rarwt,
:
^—'
vernare
il
lenza
iV.
Re Goffredo,
cilere
retto,
ed afliftito dalle Leggi , fu perciò
fuo particolar peri fiero di itabilirne
alcune, )e quali potclTero fervirc
P er _
,
CO ASSISA. Q"f!!o
è un termine,
theht
v»rj f.pnific;'! . !(-.»-> ili) Verbo Af.
eifA1 lèdere, o jlliile-e. e.l è perciò fresalo, come A<ìerob<?«. o Arfur.inn di Cioìieì
[eniìre, e giudicire le Caule. Vile BOche -te: Suditi, e
Coltìtmioni di uno Stato, e.l è quello
il
'Olino fi:', fu :,t •• r cui sld-Sor.a in-
f-Uo,
l
ten,(e:li le
Adii» di Gctul sleali»».
_
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per guidare con buon ordine
35
na-
il
nuovo Regno di Gerufalemme. Quelle furono denominate Le
feente
, e Buone Ufaize del Reame dì
H>crufa/em. Ma il celebre nolìro
Signor Dottore Giovanni Targtonì
Tozzetti avendo parlato di quello Codice di Leggi Gerofolimitanc nel T. IL dell' Opera de i fuoi
Viaggi per la Tofcana,- mi fervirò
per dare un' idea delle medclimc
Atftfe
delie
fue
flcflè
parole
alle
*
quali
aggiugnerò folranco varie note.
„ Quello libro (i) adunque (cocontiene
Leggi
sì
i,
dice egli
» Regno
„ piiaro
di
il
primo
Re
Fj
Qui
del
le
)
Gerufalemme , per coni-
le quali
Goffrè»
do_
-
1
un Libro , che conferva» nel.
laLibrerh Msgliihechìana Intitolato. LeAf.
(i)
parla dì
fili, t Buoni
Vfmztdtl R?amt
di
Mera,
faina Impreco in Venezia nel t;]5. nella Stamperia ili Aurelio Fincio, venendo
per mezzo di cflo a darci qualche contezza delle Leggi di Gerilfalemme .
Quello Libro di cui f! fa menzione è
Stampato in Lingua Italiana molto cor-
S6
„ do Buglione, col Configlio del
Patriarca di Gerufalemmc» e de*
Principi, e Baroni del Rtgno c-
„
„
j,
lede
nel
lopy.
Uo-
(ij diverti
e piena di Frati cefi Imi barbari,»
,
parole in dialeico Veneziano, e rome
il delio Scrittore, bifogna
moiio raro, menrre non ven-
rotta
<ii
enervò anche
confi'1 rrarlo
cognizione „ del diligenil quale con
elTo alla
„ mano, fi farebbe ri riarmi 9(1 g-an fatica ,
più facilmente farebbe riulciio nella
, e
Anti, Diflèr orione XXII. ed altre ilelle
, chitì Italiane „ herg. Vmg. T. II.
ne neppure
„
tiffimo
a
Muratori,
r
velle Allllè
Sciatori b
quirite
(ojjiij
Affile
,
che
foilèro
Di-
MSS.
, che
mentre'
follo incognito
Rampate
,
alle occorrenze har.no fitta lirmj.re menzione (ti altre Affili- MSS. nella detta lingua Gltiloire, il che pilo lè-rvire di Dia;,
flore riprova Setta fami di detto LhVo.
che trovali r.<rll. Ci. Ai. XXIX. itvlin Ma;
e del oliale ne tengo uni
iriiabechiaua
Corsia MS. ttmireno di me.
() Goffredo' ebbe Luogo -dal di
ij. dilli.
» mini Savj» ad uHfiùrerei ér fa*
ì,
pere da
la
Gente de diverje Ter*
glia io», in cui fu eletto Re, di mettere inficine varj Stalliti, i quali fodero
al Governo del
nuovo Rcijno
Gerufalemme
ma quelli dovettero
adattabili
1
ili
,
eflérc
triarca
io
confermaci dal Configlio del PaBaroni del Regno loltnn.
, e de
fine di queft' anno topo. 0 re-
falla
prìncipi
del
noe
mentre
Dnimberto
Arcivelcovo di Fifa, che fu il Primo Patriarca Latino di Gertifalemme . non venne prometto a quella Dignità , le non dopo la l'elUvitì del Santo Natale del 1090.
{Gap. III.) ne ciò poteva efTere accadato più tardi del di 6. di Gennaie uso.
mentre (econdo lì Cronografia dì Fr.
Stefano Lufignano di Cipro fag. 41- intervenne al detto Canuglio, che allora
fu tenuto, anche Qocmonlo Principe di
Antiochia, il quale parti poi di Gerufalemme per il luo Principato verlo la Fe.
7
fta dell Epifania dell anno tteffc 1100.
forle furono approvate , 0
( Cip. Ili.) E
fetwfcritte tali Leggi nel Concilio mede(juio, in cui venne eletto il l'atriarca
Daimberto , nella occafìone fleto , eha
Goffredo, t Goemondo vollero prendere
1
.
,
dallo
.
(letto
Patriarca
i'
Iuveflitura
de
i
loro Staci , e .della quale fa meniigns
«uflielmo di Tiro Zit. IX. Cnp. XC.
„ re , che erano ì) , le ujtmze Se le
„ loro Già , e tuttodì) , che quelli , li
„ quali eklfc a quei'') effetto ban„ no
„
„
„
paffuto faper'
é* apprendere, el
fcceno metter in firiptis (l) e di(rendere di Giova/mi Iberno Cente del Zaffo; (i)
poi
e
approvato dal
„ Dieta
del
il
Codice fu
Re
,
c dalla
Rc^no.
„ Fu-
(i) Afi.
itili Bibl.
Mattiti. Csp.
I.
perdila <klla Sima Città , fezulta, come altrove vedremoi nel 1187. furono lìnarrite anche le Aflii Fatte dal
ti)
Dono
la
Re Goffredo; imi Ij 'li me no fermami elle
ebbe poi la Corre ili Cerala lem me , li
fui Reiidema in San Giovai) d' Acri, lo
Sialo feguiifl ad elère Eni e nato
de
iti'Aó,
come quando
ca, che avevafi
per ba(è
le
Aflifc fcritfe
lui
el'llevitio le
di quelle, e
li
pie.
Al-
quale po-
dn Goffredo.
Giovanili I beli no nobililfimo Signorsì
che viveva verfo la meli 'lei Secolo
Xlll. prevedde, ebe (busta un Codice di
Leggi Icricte, e fcritte con mcmlo do.
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„ Furono con
ii
Corti Secolari
levano
col
che- quelle
,
89
elio ftabilitc due
una chiamata Vi
Al-
tempo perderli fra Potori mpoche ricordwe , che avei
vano degli Antichi Suturi di Gerulalemme raccolte pereti tutte le Scritture
che irovsvnnli fondite lui piede delle
Antiche Affli, e Bornie Vfnxt Ai HitraflltUt, e col conlìglio del Re, e de i
Principi , e de' Gironi ilei Regno tie com.
'pore un nuovo Codice, il quale in appreso fu di gran pelo , e autogiri , giacché fueonliderato, come le Affile mede,
(ime di Goffredo, e come tali, lo Beffo
Giovanni [belino le intitolò, come fi può
vedere nella prma
Rubrica del Lì.
bro delle Affile dell' altri Corre , ove così principia . In Sacro Putrii fkmbii Magna Virtute Filli, Spirimi Sinfli Grati.,
.-
Amen
fa
,
.
&
fiilem
h
Minia
Qol
fi Libre
Ae
Afione ofanze del Reame Ai Hltru, ir meffe in Sirlpfr* per
orAhate
Duca Goltifreio Ae Bollirne , die di fiorii per comari attorèi fa
eletti a Re ,
Signor Ari Aetto Reame ,
per orAine Ael
Patriarca Ae Hierofalrm , che allora fa
prima eletto,
per ei tonforate,
Principi
Bafigli Ae li altri Re ,
roni , the firn fiati di poi el Deca Gatti/re do.
ti
&
&
&
&
&
&
Quello (Uffa Codice compilato da Gio.
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j
,
,
AIt*G>tte, della quale il Remideiùno era Governatore , e Gin-
vanni Ibelino
,
fu
.
poi quello, che più di
eli, Giovanni Ibelino per
principile Autore, perciò n eli" Indice
Corra
deli Affile (Idi* Alta
ii
nome del loro pili diftinio.Au-
conolcendone
il
1
de' Capitoli
.palerò
ior
in
n.k--i
re'-:v.ini
n-i'<;e
Pus
le
II"-
bri.bt del Libra de li Affi de l'Atta arte dil Riami de Uìtrtfatta in Plsdenntl
j,.'-.; in
di li:;.;i.i , enupc-lìo per il
fi,r va
fi» toir de Ibilhf Punì del Z«ff» ,
Akiltna*
SiS «cr de Udini.
Nel Codice Diplomatico del Sacro Or.
dine Gero fol imitano lotto l'anno ilio,
evvj mia Oria t'atra dui "predetto .Giovani Ibelino, colla quale 4ona agli 01r.
,vi c;;irlici ViiliE/iji con alcune
eo
-.Lr.i,
Gre.» è in Un gin
&
;-,i
1.,
.Gju.vììi;, e
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„ dice , davanti al quale fi giudica„ vano tutte le Catifc vertenti fra
n U Coroni , i Principi , ed i Ba-
» ronì d:l Regno sì Eccleliaftid
„ che Secolari , fra un Barone, e 1*
aliro, e fra un Barone, e
M Suddiii,
,,
conquida
Crilliani,
»
e
Liijii
(i)
fatta dì quei
fu
i
fuoi
poiché
la
Paeiì da
fuddivifa
in
i
Feudi
„
Militari-, fra gii Ufiziali dell'
ti
ma'a
Ar-
.
» In quella prima Parte inti» tolara
Alta Carte il trovano coh fe curioiìflìme , e che poilbno da-
L
gaitément en fitprtnrì btrìtag* it tal
frtrt G^llsami di Cbaffinu Surf bmarabls Moillrt de la Stinte Mnìfin di f
Opical dt Saint loban di Ibtrufùiem , ir
« vofirt Ctvent if a mS
,
torzt Cijaus tn ma Seignerit d' Rj'ahnt
Crfl
/.'//./-Jfl'f
&t.
() Lidi. Sono coloro,
ivtuno
po
di
efie
t*
remloii
oblìi
go
in
rem-
Guerra di
>lfill*re, e porisr iòcquel Principe, o Signore
il cui
rkon Dicevano i loro Fendi.
corfo
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91
re gran
„
„
„
tome per intendere
e
,
fpiegare certi uli anche dell' ltane i baffi Secoli , e maflìme
i Feudi, Ranghi, Diritti,
lia
„
ciré' a
„
„
„
e Privilegi divertì
de* Feudatarj
e le contribuzioni, e fazioni loro in cali di Guerre : e notili
che davanti a quella Carte , quali
„
„
lite li decideva per mezzo dì
Duelli con condizioni veramente
„
ftrane
„ ogni
.
„ La feconda Cbrte ftabiiita da
„ Gottofredo, era chiamata Della
(i)
» Bargella
„
o
del
Vifioutado,
prefedeva un Vifconte
alla quale
„ eletto dal Ke , davanri acui lì por„ tavano le Caafe vertenti fra i
Borgeli (2)
,,
,
non
cioè
Signori di
» Feu-
CORTE DF.LLA
(1)
quella
,
re desìi
BORGESIA
che prefedeva
Abitanti
della
.
Era
parte maggioCitta.
alte
lìOKGHESI.chele Anì'e dicono DORGrSI vano quei, the coflìtuivaiio il Cor.
(1)
.
pt> .iella
cosi chiamati per deriva,
lermiue Borgefia fopr» lpi««
Cini
zione dal
gate,
,
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„ Feudo , nè Cavalieri , ne Solda„ ti ; ma , o Mercanti liberi , e fran-
„
chi
(*)
,
„ Giacobini
„
o Sudditi
Soriani (*)
(*), Grifoni (*), Sara-
Cini (*), c Schiavi {*).
MERCANTI
liberi, e. franchi. Per taintendere gli Europe ! principalmente, e poi ogni altra Nazione,
alla quale folle fiata accordata la libertà
in quelle Parti,
ancoreli commerciare
ché follerò di varie S-'tre, e dì varie
(*)
li
debhoulì
Religioni
(•)
SORIANI.
tiri
abitanti
gli errori
di
Quelli erano
nella
Socia,
Eutichio
,
ma
Cristiani Eree leguiravano
prefentementc
ili loro loro Cattolici.
Tali Crìftiani ricorlero noi ai piedi del
di Genilalemme richiedendolo di effecondo le loro ufanze, e
ciò venne loro accordato, Salvi per le
ir.olciflimi
Re
fere governati
rtlle di flebili, le gasi wlfi , the fafero
placitate, e ttrmnatt in prefentia f«a
(cioè del Re) e del fio rifarne. Afa
tri.
1.
Gip. IV.
C) GIACOBINI,
cora
mente
quelli
fi
o Giaco
Crifliani
trovano
fra
Ei
i
di loro Cattolici,
Digitized by
Google
**„
.n
(•)
per
Si attiravano eflc caufe
o
pro-
lo più verbalmente
>
GIUFON'l
Greci dell' Imde i quali molti
pero
iti
motivo
Erano
.
coti
qiiefti
CoOsniinopoli
dì
,
devoiione vcrlb
i
ghi , e che dovevano edervi
occafionc de 1 progredì farti
rti, e nella
Medina
dalle
Luo-
Santi
paflati
nella
in
So-
A-mi Criftiir».
SAS ACINI.
(•)
In più luoghi ho yìà parPopolo , e particolarmente
forco il nome generiil. Cap, [.
Arabi.
Querli erano o Turchi, a
Saracini, o di altre Sette Maomettane ri-
lalo di quello
nel
le
(•]
T.
di
SCHIAVI.
nelle
mani de
i
Criftiani
Occidentali is
occalione delle varie guerre, che facevano in quàein là per la Paleltina , e per
Soriii mentre quei Maomettani, che fi
erano a(V-srt:i;i a.* ì.cit-ì , ed al Governo de i Principi Occidentali , erano già
U
confiderai!
come Sudditi.
Come li può vedere, anche da varj
luoghi delle «elfo Aflife , erano (ottopodi
alle
tnedefime anche gii Armeni, ivi
fpede volte nominati Erminii come pure gli Eh'éi, e Sammaritaiii , volendo
con ciò d-u-intruere gli Eb-éi della Giudèa,
c de iPacli circonvicini a Gcrufalemme
da quei, che abitavano nella Samaria, i
quali
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9*
„ duzione
nj
,>
ed
,
di Scritture, e Teiìimoalcune col Ducilo
Le
.
„ prove lì facevano o coli' immer„ fione del Reo nell'acqua, o col
» portare in mano una verga di fer„ ro rovente &c. e le pene vi fono
,) comminate o pecunarie , o affllt» rive
,
mi
d'
una crudeltà moftruo-
„ fa > anche per i -delitti , che ora
„ non farebbero tali
»
n L' Originale autentico di que„ (te tirane Leggi lì cultodiva nella
.
„ Chicfa del Santo Sepolcro di Gc„ rufalemme con molta formali„ tà(0- In clFe 4S*fi deU" Borge-
quali lÓno inoltre divifi fra di loro, anche
in materia di Religione, come dimoerai
rei T. If. Gap. I.
Le AITile di Gerufalemme, cioè quelle
che furono poi finarrite colla perdita di
Gerulalemnie, erano chiamate Scritture
del Sepolcro, perchè erano cu!iodite nel
Santo Sepolcro entro una Calla, e dovendole conlitltare non v'intervenivano
sii' aperture della medefima meno di nove
Ferrane, dovendoli trovare prelente il
Re , o qualche Uomo Glande della (tu
(i)
„ fia poi» vi è un
„ veramente moitruofe » e che fan„ no conofecre la dura condizione
infinità di cofe
„
di quei
-,
redi
„
„
(empi
certi
aboliti col
U
li
,
j
e la prima
o Statuii in
tratto de
origjIcilia
o
(scoli
i
tutta\'ia fuiliilenti.
„ Perduto) che ebbero
i
Cri-
conGerufalemfcritre in. Lin„ g,ia,e Carattere GaaJoife (i) con-
„.ftiani
loro
per la
,
„ dotta i il Regno
„ me, quelle Ajjtfe
cattiva
di
Corte, due Signor! Fni.f a«ri , «Patriarca, o il Priore de! Santo Sepolcro in Tuo
luogo, due Cronici, ed
Gerufalemmei e Giuriti
il
Vifeonte di
Corte de
deilj
i
Bo-gelì
i
Erànn fcritte quelle Affili ciafcheduna
Sparatamente a lettere mnulcoie, e 1»
Srima lettera del Principili era miniata
0-0, * tutti i Tiio'.i de Cap foli erano
ferini in caiatteri roflì , (d in c Michel un
foglio vi era il Sigillo, ed il légno del
Re, quello del Patritrei, equillo dei Vi'
i
feontc
GeruMlcmme
.
Afi.
Le ASilSH, che furono
fatte
Cif.
(jj
fi edo
di
W.
,
lib.
.
!
:
da Gof-
e the conietvavanft nei StfUtf Se-
»,
tinovarono td etere óflòmte nel
VL
„ Rc-
G
firn.
pokro, e
tutte quelle
Leggi, che furo.
dì'MMisr liti Kc.
e che ic-v.v .no per
pno di Cerai il e.-n ine , Ijrnnu ferine
Lirjua Latina. Mi nel MVe li Febbra-
m
ìo n;o. fu tenuto propolito io Atti ilal
Signore li Ai. ir de.la manieri ili te.
neri", per mettere in
Scritturi Francete
le itimande > e le rìipoltc , et ogni altro ,
che e-a fatto odi' Alti torte, e nella
RalTj Cc-te, e ili qui p-eie piede, die
Lingua
dette AIGfe formio poi ternate
(iaalai.'e. o Frantele aitici .
In pr og re (lo di tempo, jlioraqitanilo I'
IloladiCipro era in potere dei Veneziani , continovavano ad oflervarlì ivi le Legni Gerolbiimitane , che vi erano gii Ila.
la trasferite dal He Guido de Lulìgnani
iino dall'Anno no;, feri tee. in Lingua
m
Gauloilè,
ma
Lingua non efieiido
grande incomodo,
cai
iute.
fé non con
fu de.
tcrminaro, che quelle follerò mefié in
Italiana, e Traduttore di elle
, come
li può vedere
nel
delie dette Allile, che poi
furono (lampa te in Vcneiia nel 1555. il
quale cosi termina „ le Affile de l'Alta
Carte del Regno di Hierulàlero , ci Cyprò, tradotte de frantele in Lingua ItaDucal
liana d'Ordine de la Serenilum
ia
Lingua
Florio Buftron
primo Libro
„
1,
„
,1
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„ Regno
di
Cipro
(2) retato
inma» no
»
Siniioria de Vcnciia, per me Plorio Rii, cofI comandalo da li Clarifiimi Signori Rettori ili quello Regno di Cyprò, come Nodaro de li Magnifici De-
„
putati a
,,
„ Aron
1,
Olì
la
detta Traduzione.
fino dell'
Anno 14HC
in cui
ì
Ve-
Uberamente
Cipro, avevano deliberato,
neziani amminiltravano quafi
il
Regno
di
e ordinata, che t Conti, e i Libri della.
Beai Camera non dovettero efiere più
tenuti , come era dato fino allora , in Lingua Francete , ma in Lingua Italiana .
Betulla Traduzione delle dette Affile del
Regno dì Gcrulalcmmc , e di Cipro fu
decretata falcamo nel 1551.1 e fi vedde
poi .tradotta e (lampara nel 1535.
(1) Colle Legs;i, 0 Affile di Gerufalemme
fu governato non Iblo il Regno lìerolblimitano, ma anche il Principato di Antiochia , e turri quei Paefi , che dipen.
devano in qualche maniera dello Stato di
Gerufalemme , e furono oflèrvste anche
dopo la pentita della Santa Citta, allo,
raquando U Corte H Itahilì in San Giovali d' Acri. Guido di Lufignano avendo ceduta la Corona e il Titolo di Re
di Gerulàlemme a Enrico di Campagna
Nipote di Riccarda Re d'Inghilterra, e
in contraccambio avendo comprata dallo
,
ftell'o
Riccardo
l'
Ifola di
Cipro
,
nelf
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99
n no a i Crilliani , c poi venuto in
n Dominio della Se re ni ili ma Rc„ pubblica di Venezia , ed il Co„ dice autentico ii confervavi nel
„ Teforo di Santa Madre Chiefa di
Nicosia (i)
.
G
„Col
i
no ligi, fi trasferì
gno , e porta leco
in quel nuovo
Re.
le Leggi Gerolòlimitane, e con effe fu governato. Ma nel
1574- in cui venne Pamagofta in potere
i Gcnovefi
allora queita tìctà Fa go,
vernata fecondo gli Statuti Geuovcfi', e
ft^uità ad eller retta così, anche dopo 1*
ite
"
Anno
di
li!
como
1464. in cui fu riprela
Famagolia a
ii
i
la
ilerta
Cic-
Re
Gia-
Genove!! dal
Haltardo.
Venuto
indi
tutto
Regno
ii
di
Cipro
in libero
poiièlib de i Veneziani , che fu
l'Anno 1480. uno de i patti fatti co i
Nobili di quell'Itela , fu quello di leguitare ad eflere governati a tenore dello
Gerufalemme
Anno i}69. Regnando
Affile di
(i> Neil'
Re
.
in
Cipro
il
Pierino, fuicellòre del Re Pietro, fuledi.i Cavalieri del Re-
rono deputati
gno a raccorre
Aililé,
il
Tt'ito
piìì
editto
dulie
che erano Hate già icritte dil
Giaffa , e quello confrontarlo ,
« oor-reuierlj , ed 1 f iti ug nervi le Ordinaiioni, die erano Ita te fatte dipoi, e
Conce di
„ Col
tratto del
ro non folo
tempo
ini praticabili
fi
refe-
quelle
Leggi, ma anche in intelligibili a i
Governanti , e Jufdicenti mandarvi dalla Repubblica , ed a i Ciprìotti medelir.ii , donde ne fbguìrano difordini grandi
„ Quindi il Doge Maria Grirti
nel dì
2.
di
Marzo 1531.
or-
dinò a Franec(eo ISragadino Luogotenente di Cipro , ed a i fnoi
Conliglieri , che f aceflcro tradurre dal Franccfe in Italiano le medelime Alfife-, e mandallcro la traduzione al Supremo Conlìglio de'
X. c Giunta , per edere approvata , e fatta (lampare • Marco
il detto Libro cocorretto nel Tcforo della Ghiera Catdi Nicola dentro una Caffi in
coiiGuardia di quattro Uomini Ligii
trniii-iuta to' loro bulli, ed in cafo di
qualche difficolta , che Cade bilbgnatodi
dovevano eflere preléiiti all'
co ni ali arie
detti quattro Uoapertura della Citta
mini LiS ii, avuton.- peraltro il prevsuu-
ciò fatto, fu ilepolìiato
sì
tedrale
,
,
i
vo conlenfo
del
Re.
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101
„ Antonio Trcvifano
fucceflore del
Bragidino deputò nel di ai.
Mag-
j,
gio 1531. a far qaclh Traduzione Giovanili Conte di Tripoli»
»,
FranccLo Atiar, e Aloyfe Cor-
»
ter.
i»
« Quelli Deputati raccoITero,
Primo 4iunci poterono avere efemplari delle Afife.ll. Le Pladeanti del
Vifioutado » Libro , che contencv» le Regola delle Contrattazioni tra particolari. III. Girardo di
Monreale Giocatore, o Comcntatore delle Affife dell' Alta Or-
»>
n
n
„
,»
i
n
„
IV. Il Lóro de' Crfs figniti, e
Semenze fané in Acri , mentre li
„ tenne li la Corte, dopo la per,» dita di Gerufalcmme. W.Ln ForLibro comporto
ti ma dì Litigare
„ dal Cavaliere Meiìér Filippo di
», Navarra (i)
„
.
»,
G_2
» Da
NA VARRÀ
vicn
FILIPPO DI
. Quelli
lodato dui Giblet nella Storia de i Lufiguani Lìb. II. per un Uomo d' infigne
Nafcica, ricco, ftientifico, e di farrti co-
(i)
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Da
,.
tutti qnefti Libri effi tre
„ Deputati compilarono quello delle
M Ajffe , e Buone O/anze del Reame
„ di hTierufakm > e di Cipro in catti„ va Lingua Italiana , pieno di Fran„ ce lìfroi antichi , e lo presentarono
„ a i Clariflimi, ed Excelicntiffimi
„ kcttorìdcl Regno diCipro, in da„ ta Lcucofix Cypri die ai. lauti IS3'„ da' quali fu mandato a Venezia
Coniiglio dc'X. e Giunta, ìl
Saviamente confederando,
„
al
,i
quale
„
olie
dira
molte
.lolle
lo indirizzò
Zeno,
cine
interi queft'
polio delle
dì quelle
Ajftje
non
GoruMemme. E-li
a Giovanni [belino
Come "di
Ai Giaffa, ed il qu.il Come
Al1i:o
Onera
A Bile
ai
"el tihro ila elfo
dell'
Alti Corre,
comcome
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erano più odbmbili, nel dì io.
Aprile 1535. con tuo Decreto affolvc
i
Cipriotti
dall' ollcrvanza
quelle Rubriche , nelle
Teiìimonj prodotti in Giual Ducilo
di tutte
quali
i
dizio venivano obbligati
G
+
DEL-
DELLA CITTA'
D
I
GERUSALEMME
Secondo Re LaGerusalemme Baldumo I.,
Dall' Elezione del
tino di
fino alla dì luì morie.
CAP.
!0«o
che fu
V.
il
Re
Goffre-
do venne chiamato al Regno Gcrofolimìrano BaiConte di Edella fratello di
,
;
"di
ciò per fecondare le ultime
Volizioni del
vero per
coiwijiìf) dì quei
nerali delle
n Contt
Garniti-of
erano
Re medclimo
Milìzie
rettati in
Intanto
il
, o iìvpochi Ge-
Crilliane, che
Gerufalemme
Conte Garniero
di
Gre7, t parente dello fteffo Balduino,
della Rocca della
Ji'cerlft P rcfc U, pofàth
Cicimpiffiffa
105
Cittì
a
nome
del
nuovo Re; ma
morto in capo a cinque giorni , ne foitennero il poifefGuardie, alle quali era iìata affteflò Conte Garniero.
Il
Patriarci Daimhsrto', fen- /; p,, Jr;„.
tendo le difpolìzioni prefe per l'e-« arca di
quelli ellendo
fo le
fidata dallo
1
legione del nuovo Re, e vedendo,
J,
che la Rocca era tenuta a nome dcl^^y,,^
medeiimo , pretefe , che il Re Gof-
fredo avelie fatta Crede del Regno
Chicfa Gcroiòlimitana ; e per-
la
ciò
domandò non
folo la relHtuzio-
ne della fuddetta Rocca
l'
,
come anche
della ftcflà Santa Città
InvclUtura
con tutte le fue appartenenze . Ma
vedendo la pertinacia di .quei» che
cuftodivano
fcrivere a
Fortezza , pensò a
Boemondo Principe di
la
Antiochia una preilàn te lettera riferitaci da Guglielmo di Tiro nel Liù.X.
Cap. IV. colla quale gli adduce le
fue ragioni , chiedendogli nel tem-
po
fteilo la di lui aiììftenza
ne non fi
nire mai
fa
al
,
che
;
tal lettera
Principe
febbeperve-
Boemondo
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ioiS
tempo eri appunto
Melo, Città dille Mefoporamia , da
un Signore Turco chiamato Da-
giacché in quel
Irato fatto Prigioniere prellò
tenia
nifmanp
Balduino frattanto avendo ceBalduina
trAe la Coa. iato ii Dominio della Contèa di
^J^/Edena ad un altro Balduina, detto
^ or S°
duino dèi
Borgo,
>
parente
di Ottobre iioo.
,
patti
da Edelìa
il
dì }.
verfo,
Gcrufalemme
Baldaìm
fta
Cammino facendo lungo la CoMarittima della Soria ebbe dc-
GtrVfJ" gl*™Contri con gl'Infedeli, i quali
iemmt. avendoli fuperati , e vinti pervenne
in Giafià» di ove partito arrivò in
Gernfctemme circa il dì tt. di Novembre dei detto anno 1 100. e quivi con eftrcma allegrezza , e giub-
Dàimbtno
fi ritim
"'JtiMmft
Sion
.
bilo fu incontrato dai Clero, e dal
Popolo.
II Patriarca Daimberto vedenj0 , c )e | c cofe notl andavano a femn ^- % del,e ^ue Drame » e temendo
anche 1' arrivo di Balduino , prima
che quelli folle pervenuto in Geru[
i
6-
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fatemme
fi
>
era
già
ritirato noli*
Chiefa del Monte Sion (i) onde
li trovò
preferite all'entratura
non
nuovo Re.
del
^
Ellcndolì Balduino trattenuto
a ;SB
B
fei giorni
nella Santa Città per pavtt dì
prendere un poco di ripofo , e dol,mme po aver dato fefto a varj affari fe
ne pini , e andò feorrendo divedi
Paelì nemici della Paleftina > ma in
tale occatione, non avendo potuto
concludere nulla di conlidcrabile
verfo Gerufdemme , ove
il di li. 'di Dicembre noo.
Era dìfdicevol cofa , che il Ca- /*'«<""do-g*'^*'^,
ritornò
entrò
della Chiefa Gerofolimitana
po
velie refìar cosi dtvifo col
Re» per-.,
ciò coli* opera di alcuni
Illuftri Perfonaggii furono riconciliati gli anied il giorno di Natale del 1 100.
mi
(2)
;
tutti
i
Grandi del Regno , e
mol-
Parlerà altrove (li quella Chief]
(1) Notiti , che Fukherio Carnoienfe Cap.
XXIV. pone , che Balduino , di cui egli
eri Cappellano, fone incoronalo l'anno
noi. mi ciò procede, perchè quefto
li)
Scrii-
molto Popoli; eTcrjJo concorfi
alla
Celebrazione di quella Solennità in
Betlemme,
dal Patriarca
ivi
Daim-
berto tu confacrato ed incoronato
I. per Re di Gerufalemmc.
feguì nella Baliliea di
Mafia di lìetlcmme deferitta nel
T. IV. Cap. 111.
Ealduino
Tal funzione
S.
Oocito Cu il primo Re Latino
Gcrulalemme , che folle incoronato, giacché, come altrove lì è
veduto, Coffredo psrunfinedi pietà non volle mai ricévere la Corona .
di
Correndo l'anno noi,
r.
'-
già
era fiata fra
il
Re
,
ed
lì
fu-
il
Pa-
triar-
rio nel combino
cslò fiiddctto
il
:k'jli
Anni, leguira
Cirnorenfc.ed
altri
nel
Scrit-
tati fruii Icorti [oro lunno continovato
ad Bucinare quoìli) farro lotto lo ileflò
snno noi. coino scadde anche a me
mi
nedelìmo tifi T. IV. Cap. III.
computando yli anni fecondo Io ftil co.
0"6
S
di Natile
dtlranno^oo.'
marca Daimberto , il quale veniva
acculato di varie colpe j per cui ne
nacque grande fcom piglio anche fra
tali
il Clero; onde il Patriarca in
contingenze lafciò
Santa Città
la
,
e lì ritirò in Antiochia , ove fu accolto d» Tancredi i che era all' ani-
mi ni (trazione
mediante
di
Principato!
t[tiel
prigionia del Principe
la
Boemondo
L'anno dopo
n *a
fu redimito nel-
Sede Patriarcale, ma di lì a
poco venne deporto da quella in un
Concilio tenutoli in
e mia lem me
Chiefa del Santo Sepolcro
nel quale fu convinto di quanto era
f
IX.
flato accufato. Aib.
i«- Ub.
la Tua
t
™£
£em
~
de
pjh.
G
nella
A
Cap. XVI.
Dopo
di
ciò
i
Daimberto nuovamente
abbandonata D„;m j,rM
Santa Cit-/,,,/^ in Asla
««*<"«
'
> fe ne ritornò in Antiochia ; quivi
"
trattenendoli, venne rifeattato Hoc-
ti
mondo
-
mani del Turco Danifmano, ed edendo l'anno- 1104.
fe ne parti con elfo dalla Soria ;
dalle
Boemondo pafsò in
Francia
,
e Dairabcr-
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andò 3 Roma a piedi
Papa Pafquale 11. per querelarli
domandar giullizia delle l'offèrte
berto
giurie
in
Rumi
trattenuto
.
di
e
,
in-
.
Giunto Daimberto
Daìmbtrto
da
-quale attendeva
rufalcmme
veni/Te a
,
fu
quel Pontefice) il
qualcheduno da Ge-
ove aveva
,
Roma
colà
fcritto
<
acciò
a gitifìificare le ac-
cufe date a Daimberto, bensì non
comparve alcuno, ed il Papa giudiDaimberto candolo innocente , lo rinviò alla
muore in fua Sede Gerofolimitana ma nel iuo
Mtffma. ritorno, cffendo forprelò da grave
;
malattia » morì in Melimi il di 16. di
Giugno 1107. Tyr. IH. XI Cap.IF.
Notizie Jet
r«mr(i
fatta
Quello Daimberto, di cui li è
menzione , fecondo gli Scrit-
Oamtcrtf.tan Pifani, traile Ì fuoi natali nella
Città di Pifa dall' Maitre Profapia
Lanfranclii Nel 1088 fu fatto Vefcovo di Pila , e godendo di quella
.
dignità
no
al
II.
Re
icfice
» fu mandato da Papa UrbaLegato Apolìolico in Spagna
Alfonfo VI. Dallo flc/fa Ponnel joys.fu promof-
Urbano
Digitizsd by
Googll
fb al grado Arcivefcovale, e queiti
fu
il
primo Arcivefcovo, cheaveflè
la
noftra Città di Fifa , come lo fu poi
anche il primo Patriarca Latino della
Chiefa di Gcruiàlemme
già veduto
come
,
abbiamo
Da
diverli
liVorici
»
che hanno
avuta occalione di parlare di quefto
Patriarca, è (tato fatto altresì vario
varie api"'*"" "'-
p^
'
"
n
£fl
carattere di detto Prelato, a leu ni Da ^irta
ce lo hanno cfpofto quii Uomo virtuofo, c pio Ecclcii-ilìico, altrifembra j che abbiano dato nell' eccello
nel rapprefentarcelo tutto all' oppofto . Ben è vero , che anche fra
;
la
diverlìtà
dei fentimenti
li
,
può
rilevare, che egli non mancane di
una grande ambizione di pofledere,
di regnare, e di comandare.
11
Re Balduino trovandoli al lìMaha
pofleno del nuovo Regno, dopo a- pfiptolirt
ver darò ordine a varie cofe nella
'Jicy^l
SanraCirrà, pafsò colle fu e Truppe
oltre
il
Fiume Giordano ne
Contrada
i
Paell
fuga gli
degli Arabi, ove mette in
abitanti di quella
,
i
qiiali
cui
col
ritirarli
Deferro
nelle
ultime parti del
in
potere di
, e con elle
iafeiarono
,
Jklduino le loro Tende
molte Donne co' loro
Figlioletti
i
i quali il Re usò tutta l'umanità. In tale occalionc fece inoltre
ricca preda di Beiliame di varia fpecie > io che anch' oggi è la
principal ricchezza di quei popoli
verfo
una
Arabi
Balduina!.
intanto
Gcnovcfi, ed
i
i
Pi-
i quali
fin allora erano Itati
colle loro Flotte a (vernare nel Pot-
fani,
rò di Laodicéa
Marzo
fe di
,
panarono nel
di quell'anno
Me-
noi. in
a far la Pafqua
j e andarono
Gerufalcmme, di ove) dopoque-
Gialla
in
Jla Solennità, partitono unitamente
col Re , il quale coli' opera loropafsò ali'acquifìo della Città di Afsùr, che venne allora in libero po-
Re
tere del
Cap. LIV.
Atauljlodi
Cefirca di
Da
\
e
&
.
Alb.
Jqu.
Lib.
VÌI.
LV.
Afsùr pufsò Balduino col-
Truppe niedelìme all'ìmprefa
c-
di
cir-
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e circa la Fella della Pentecofte del-
"
medelimo noi. fu la Cittì
. Balduino fi trattenne nella conquida t a Città fino alla
l'anni»
preti d' aflàlto
Fella di San
EITendo
Giovan Batitta
Gerufalemme
in
ven-
,
ne a fua certa notizia , che gli Efi
difponevano per venire
giziani
nella
lliani
le
,
Paladina a difturbare i Crionde Balduino roclle infieme
fue
lemme i
Truppe
e
andò
titicata quella
>
parti di
in Gialfa
Piazza
,
,
Battagli»
™
gli
^aai.
Gerufaove for-
andò ad
ac-
camparli nelle Pianure , che fono
fra Lidda , e Rama , e fentendo , che
1' efercito nemico li avvicinava , andò incontro al medelimo > col quale valorofamente azzuffatoli , ne riportò la più compita vittoria Ciò
accadde il di 7. di Settembre noi.
a ora di Vefpro della futura Fcftività della Nafcira della Madonna . All'.
Aqu. Ub. VII Cap. LXIII.
Cap.
LXVII. Tyr. Ub. X. Cap. XVll.
fitleh. Carnai. Cap. XXVI.
Tom. VI.
11
.
&
&
H
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eiorno confccmivo al fud11
e~.
_:
min il TI» verlo
v*rfn
detto fatto, ritornando il Re
Cirri ebbe un in, pretto U
un altro corpo di EgiGiaffa
contrò con
ziani
,
i
c fu-ati
le
quali furono altresì dilperii
di Ipoe jklduino ricco
,
nemiche entrò finalmente fra
del Popolo nella
glie
acclamazioni
Città fuddetta
tanti della
mi
f,lti£ri»i
e rantolati gli abi, indi li retti-
,
medclima
Gerufalemme.
L'anno noo. fi era" portati
ed in fpecie dalla Lombarda ,i a Frane» e dalGermania de i numerofi Eterei»
in
dall'Italia)
db come pure
,
^
TideWì
p/gin»
in
la
del-.
alla volta
fa pelle-Tini Criiìiani
"
in
Terra Sama Arrivati queih
palvari tempi in Coftantinqpoli ,
arono quindi dall' Europa nell Aove lì unirono tutti, e verfo
T'rrtsnr.^
.
lìa,
la
dell
Solennità della Pemecofte
fT^i
!n mirri!
di quei!' Ffsrciro fu allora dcllinato
Raimondo Conte di Tolofa , clic
appunto in quelli tempi trovavaiì in
C Ila n duopoli panato colà dalla Sona (Cap. II. pag, jrf.)
Siccome tali Eferciti erano comporti di gente vagabonda) di vario
e varia condizione
e non
,
erano guidati con una particolar di-
Itilo
,
fciplinat nel viaggia
inelle mille
iniquità
>
avevano comed eccelli , e
particolarmente pattando per l' Ungheria , e p;r la Bulgaria . Ciò aveva indorto l' Imperatore di Coftanlinopoli
Aleflìo
Couineno
a
folle-
citarc la loro partenza
ti
da i Tuoi StaEuropa ,c panare neli' Alìaj
li
fu probabilmente il motiche mal coniigliò lo flcflò Ad' infinuare a i Turchi dell*
dì
e tale
vo
,
Icllìo
Alia Minore di dare addano a quelli popoli Occidentali i verfo i quali
per altro > addoperando l' imperatore Orientale, la folita Greca
finzione» uiate aveva per 1' avanti
molte afféttuofe dimoi! razioni
US
Comunque
fiafi
,
quello
Corpo
cosi divifo per fé fieno per
non li,
vere quali alcuna difciplina, fu
attaccato in varie occalioni da i
Turchi , da i quali ne fu fatta
crudele
e numcrofa ftrage . Finalmente
dopo molti itenti,.e dopo molte faticofe
marce arrivarono
gli
avanzi
di quelli infelici Pellegrini
in Ani primi del
Mefe di Mar20 1102. ed ivi furono bene accoltiochia fu
ti
da Tancredi
,
Amminiftrarore di
quel PnncipatofCap. Il.pag.
l8 .e
Cap.
111.
pag. 72,)
di e (Ii
Parte
laiciare
Pellegrini
nel
Antiochia,
prefero la via dì
Marc imbarcandoli fopra le Navi
e parte feguitarono il loro
viaggio per
, e tanto gli uni , che gli
altri fi ritrovarono
alla Città di Tortola (1) la quale
Terra
efpugnarono
,
eia
3> 7
confegnarono a Raimonda
Conte
di Tolofa loro Generaliflimo » il
quale ne prefe il portello , e lafciò
allora
»
con difpiàcere dei Pellegrini
di fcortarli più oltre.
Il
Re
contezza
Pellegrini
fo Barati
genti
ma
i
di
Balduino avendo avuta
dell' avvicinar fi
,
•
di
detti
andò a rifcontrarli veroccupando egli colle fuc
, che vi fono priarrivare a detta Città , per-
palli ftrecti
abitanti di
Barati > e di Seida , di
Tiro , e di Acri , quattro Girtà Marittime , le quali erano turravia Cotto l'ubbidienza degl'Infedeli.
Pervenne finalmente quello defatigato
E fere ito
di Pellegrini nella
Città di Giaffa quindici giorni avanPafqua Qyì fi trattennero otto giorni, ed il giorno della Dometi la
.
fi 3
quelle pini.
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UH
nica delle Palme partirono per Gerufalemme , ove arrivarono feliccmente , e qui celebrarono la Pafqua
di Rcfùrrezione dell'anno 1102.
Verfo la Pentecofte dell'anno
Battaglia
eoa ì Sart. ftelTo i Saracini di Egitto i imitarsi
.
quei di Afcalona vennero
Campagne 1 che fono
la Città di Rama ; Balduino
con poca gente, e troppo fidandonelle fue forze» andò incontroai
mente con
a devaftare le
vcrib
li
e fuperato dal numero
1
loro gli convenne quella volta reflar perditore , ed egli ritirarli nel
medelimi
Cartello di
Ramaj
di
dove fuggia-
feamente pafsò ad Afsùr , e indi in
» ove riunite le genti del fuo
attaccare il nemi-
Giaffa
Regno tornò ad
co
,
e ne riporrò vittoria
.
Gli abitanti di Tolemaide , o
Acri , gente Infedele , inraibdivano continovamente i Pellegrini
che panavano per andare alla Santa Città . Il Re molto irtitaro contro de i medelimi, fui principio della Primavera dell' anno 1 1 03 . li portò
Afcdli
di Acri , fia
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te all' attedio di quella Città ,
per allora dovette abbandonarlo
Ma
V aiuto
de
i
ma
.
.
l'anno appreffo U04. colFlotte
delle
Genove!!
1'
de
alTcdiò
i
Pifanì
,
,
p"^,.
e
nuovamen-
te 1 e venne in fuo potere quella
Città il giorno dell' Afcenfionc del-
l'anno mede limo
Con quali condizioni
fi
arren-
Tolemaide alle armi Gefi può oflèrvare in Alberto Aquenfe Liù. IX. Cap. XXVHL
ove fi potrà ancor vedere) come furono poco oucrvatori de i patti i
Genoveli , ed i Pifani
Gli Afcaloniti erano Uomini A**^*»'
inquieti, i quali procuravano tutti i
jjjj™"
('J
mezzi di tener Tempre in allarme i campagne
Criftiani ; tornarono perciò a repliGiaff*
derti allora
rofolimirane
care le loro incurfioni nelle
gne di Giaffa
<
che fu circa
Campail
di 14.
anno 1 104. e qui
riportarono fopra i Criftiani qualche vantaggio. Il dì li. dello ftef-
di Settembre dell'
fo
Mefe
niedefimo nelle
di Cefaréa di Palestina,
fecero
Campagne
il
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furono ivi meno fortunati i
mentre il Re Balduino occorfo con-
ma
tro di loro) vennero da eflò refpinti , c
obbligati a fcappare ne
i
confini
di Afcalona
Eflì
ViitorU
fipn
ì
***«»'
Cridiani
fto
tornirono a
fu Ila fine
noó.
e
del
danni de
i
Mefc
di
avanzavano
li
i
Agoverfo
volere attediare quella
Città, nella quale trovava!! allora
il lì e Balduino, ma egli ufeito dalGiafFa
per
la Città colla fua gente) andò ad
incontrare il nemico nelle campagne preflb Ibelino (Cap- II. pag. 12.)
ove ebbe vittoria, e 1* anno appretto 1107. nel tempo di Primavera battè di nuovo quei popoli in-
fedeli, e devaiìò le loro
PtHfgrinì
vtigmo
in
&ì**t.
'
Campagna
prclìò Afcalona , di dove fe ne ritornò in Gerufalemme con molta
preda , parricolarmenre di Beltiamc
In quello medelimo anno 1107.
arrivò in Giaiià
m' Armata
la quale condu(re
Navale
,
de Pellegrini Cri-
Alani dalla Danimarca
terra, e dalla
,
dall' Inghil-
Fiandra.
Pattarono
que-
Digitizsd by
Google
quelli in
ra loro
Gerufalemmc
il
Re
Seida
diare
,
e coli' ope-
aveva penfato di
ma
,
atte-
gli -abitanti
di
fi comprarono per alcon un generofo sbotdenaro ; i Pellegrini fe ne ri-
quella Città
lora la pace
to di
tornarono poi a i loro Paefi , ed il
Re pafsò in Tiberiade ; ed eflendo
Mefe di Novembre dell' anno
medesimo 197. fe ne venne in Giafdi ove
melTe in moto per anfa
il
1
li
j
dare
ali'
inutile
il
di Afcalona
ma
con i fuoi , e
che per allora era
attedio
dopo tenuto
concludendo
;
configlio
,
tentare di prendere quel-
la Città troppo ben guardata , fe
ne tornò in Gerufalemme
Poco dopo fi portò il Re di
nuovo in Tiberiade > ove rrovofli
per la Fetta del Natale di queft'anno, e venne poi in Tolemaide > di
ove li trasferì contro alcuni Turchi ì che tentavano di andare ad affediare Tiberiade , ma le cofe retta-
n
ri
hai-
"
rono accomodate ; i Turchi fe ne
partirono da quelle Contrade , e Bal-
Digitized by
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duino
fi
in
trasferì
Betlemme
alla
Fella dell' Epifania del 1108. Fece
poi un giro per varie Città del Re-
gno i ed
io
eflendo
mefe di Febbra-
il
Gcrufalemme
reftirul in
fi
,
e di
qui pafsò oltre il Giordano, ove
vinfc alcuni Turchi, ed Arabi,
che infettavano quelle Campagne
e tornò alla Regia
Era Balduino in de fellamente in
moto per laconfervazione , e per il
.
bene del Regno
fe
;
non un piccolo
nuovamente
partì
tà
,
e pafsò
in
non aveva prefo
ripofo , quando
dalla Santa CitGiaffa, e di lì in
Acri; ed appro (limandoli la Pafqua
di Refurrezionc tornò per la celebrazione di ella in Gerufalcmme
orto giorni venne di nuovo
Dopo
in Acri, di ove pafsò poi in Tibe, tenendo in tal guifa in conriade
tinovo timore
nendo
...
'a
gì'
Infedeli
,
preve-
colla vigilanza le loro inlidie.
Sentendo
ZXVÌtì™
i
Saracini di Afcalo-
lontananza del
Re vennero
fare delle feorreric nelle
a
Campagne
di
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di
fa.
la
Rama) e fino ad attediar! GiafRicevuta il Re tal nuova lafciò
Città di Acri» ove fi era trasfedopo aver dì nuovo lafciata
,
rito
Tiberiade , ma arrivato in Giana
trovò , che il Prelidio Criitiano aveva già me ili in fuga gì' Infedeli,
onde dopo quattro giorni fe ne tornò in Gerufalemme , di ove gli convenne ben preflo ufcire per rcfpignere dalle ltciTe Terre della Santa
Città i Saracini di Afcalona» alcuni de i quali poco dopo ardirono
di
trasferirli
tentare
fino a
dio della Città medelìma
no
lì
>
l'
ma
atte-
furo-
peraltro ben prefto battuti»
*di
fcacciati
Neil* Autunno di queft' anno si unta
1108. Balduina, che bramava fem- l a$'?'f
s"
pre di dilatare il Regno Gerofoli- '
mirano, mede infieme un'Armata
per Terrai e una per Mare, e coli'
'
atura de
i
Pifani
,
de
i
Genovefi , de
i
Veneziani , e degli Amalfitani , pafsò all' attedio della Città di Scida
lia l' antica Sidon , ma gli con-
o
ven-
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venne abbandonare per allora quelli
imprefe, per i gran foccorlì , che riceverono gl' Infedeli dal Califfo di
Egitto ; ed in quell' attedio il Re iacrificò non poca gente , e perle anche degli illuilri Capitani
Non
Prtja dì
Trifali.
andò così per la Città di
Sona 1' anno confecutivo
mentre Balduino coli' armi alla
fe ne refe padrone il dì 10.
j e la contegno a Berran-
Tripoli di
1
109.
mano
Giugno
di
no
figliuolo
Raimondo Conte
di
dì Tolofa (il il quale la ricevette
in Feudo col titolo di Contèa
quella intraprefa molto contribui.
rono
,
cbitfa di
Pifani
XI
,
ed
i
A
Genovefi Alh,
Cap. Xttt.
tempo che Balduino penfaavanzamenti del fuo Regno»
j>f c i
vl aS''
ért'ita'in
Vifio:-ada
i
Al». Uh.
.
rion lafciava di mira
anche
l'
onore
deifi)
Raimondo Conte
di
cofpicuo,
ftoria
morto
1
ho
cui
di
Tolofa,
nel corfó di
Soggettò
queft' I-
fatto varie volte meniione , eri
mete di Febbraio 1105. vicino
nel
Tripoli nel
PrefidtO
grino , Cartello da
ira flato fepol»..
effit
di
Monte
Pelle-
fabbricato, *1it>
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della Chiefa
.
me»
125
perciò
Città di Betlem-
Con fiderai! do
alla nobiltà della
volle erìgere quella Chiefa in
Vcfcovado
,
tra flato fc
giacché lino allora
non
non un femplice Prio-
rato ( T. IV. Cap. I.
e ciò potetJ
te effettuarlo l'anno imo. col confenfo del Clero Gerofolimirano > e
approvazione del Pontefice Pafquale IL
Nei primi del Mcfe di Dicem-
coli'
bre dello
(lefib
anno ino.
J
fu affé- Barati,
diata la Città di Barati (1) la quale
foftenne
l'
attedio per più mefi
,
men-
I' anno dopo ,
poco avanti la Fella
tre fu prefa folranto
cioè
il
mi.
della Pentecofte Anche in queifa
azione i Pifani molto li fegnalarono
coli' opera loro
A/è. Aqa. Uè. XI.
.
.
Cap.
XHII.
Dopo
di
il Re uìBJifrm v*
trattenne nel- ùjèturfi
J
, e fui
"s "" '
ciò tornò
Gerufalemme , ove
fi
*
la Solennità della Pentecofte
primo poi del Mefe di Giugno parxì
(i)
Bardti. Di qncfta
Città
dovrò altrove
fare long) mtniione.
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per andare a
ti dalla Santa Città
dar foccorfo al fuo Cugino Beduino del Borgo Conte di Edetia , il
quale era afiediato da i Turchi nella licita Capitale , ma quelli , nel
fentire>che fi approflimava il Re
Balduino, lardarono libera l-'dcila >
ed il Conte ebbe luogo di andare a
ritcontrare » ed abbracciare il Re
fuo Cugino
Nel rempo che in queft' an.
.
b'ó'vegiia" 0 "«'il Re Balduino trovavaiì
Tnta s. nella Mefopotamta dal Cugino Bai.
.
,
duino , arrivò dalla Norvegia in
Terra Santa una grolla Armati Navale di quei Popoli , Conduttore della quale fu
Magno
,
fratello
di
A-
lào IV. Re di Nqrvegia
Quella
Flotta erano già due anni, che era
.
partita dalla
.
.
Norvegia
ter Regis de Norvegia
.
>
Interta praMagna' io-
mine , in plurimo apparata i in multa armatura , in manti robufla , in
Bttzis quadraginta , in decem millibus virorttm pngtiatorum per bieit-
nium in
circuiti* Jpacioji
Marii a
Re.
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I2 7
Regno /no enavigans
,
in
Porta A-
anchoram integri*
borii dici-, ac natii* fixif.t ut vide-,
) fi aliquì viri a Gvitate Terra ,
jidlouìs Cìvitatis
rei
Muri /fòt occarrereiit , cui» quibus ex industria , aiti eventu aliquod
vel
cenameli iuiret
.
latilo comprfffìs
re ttudentibus
(
Joppe
,
Seti
&
Afe a Ioniti s
fi-
minime prodipalerà die lapbet
,
appiicuit
)
i
dejìdtrio
di in lerufalem. Alb.
Aqu.
adora»Liù. XI.
XXVL
Cg$.
Verfo il Mcfe di Agorto di
detto anno arrivarono in Sona , anche tre navi di Fiandra , lo quali
conduflero parimente de i Pellegrini per vilirare i Santi Luoghi di Gerufalcmmc
Accadde nell' anno metlelimo Afiofahi
che i Saracini di Afcalona , vedendo» che il Re faceva lunga dimora iimm ,~.
fuori
nuovo
della
Paleftina
l'aiTedio
tentarono di
diGcru(aiewme>nn
furano battuti valorofanventc da i
Criftìani , che erano rettati alla cuftodia della. Città, c vennero re"'"
'
'."oi"'
h^'IvJ.fpÌB-,'
128
foimi ne
Acpiifit
d' S" d"'
i
confini delle loro Terre
Re Balduìno toril
Intanto
nando
Mefopotamia
dalla
e fen-
,
tendo l' arrivo della predetta Flotta
Norvegia, andò in Giada, ove era
ancorata , e abboccatoli conefemenpaftc col Conduttore Magno, fe ne
sò poi con gli altri Norvegj inGerufalemme e dì lì andarono al Fiu,
me Giordano , di ove tornati, e
convenuti infiemeil Rei ed il Conduttore Norvegio di unirli a i danpartirono
ni degl'Infedeli, Te ne
perciò dalla Santa Città per andato
ill'Imprefa di Seida (0 , Città , che
Saracini
era tuttavia in potere de Ì
Stretta pertanto d' attedio la
Città dalle Truppe del Re Baldidalla parte dì Terra ; e dalla Flot-
no
Mare , dopo tei
i Norvcgi per
fettimane di alìedio cadde finalmen-
ta de
te in
del
mano de
Mefe
di
i
Criftiani
Dicembre
il
mi.
a i.giorno di San Tommafodl
dì io.
e
il
di
Re par-
Smn*. Ant ca"Sìdon,'dd5-qU«le dovrò altrove parlarne » lune 0 '
(1)
r
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GoOgl^.
da quella Città dopo averla prelidiata f e fi trasferì in
Gerufalenicelebrò la proflìma Feftà
del Santo Natale . Alb. Aqu.
Uh. XI.
ti
me, ove
Cap.
XXXK
Il Governatore
Saracino di AAfct!nìlì
Icalona, avendo concepita una
gran-/ «W™ «
de idèa del Re Balduino , che ogni fla ''*'«o
giorno rendeva)! più riÉpetrabile per
fue gloriate lmprcfe, folle
per
qualche affètto da ciò concepito ver-
le
fo di eflbt
anno
1 1 1 2.
o
iivvero per timore , l'trattò di rimettere nello
ftefla di Afca-
di Ini mani la Città
Jona , al quale effètto
mlàlemnie
li
portò
a tenerne trattato
accettata l'offèrta mandò le fue
in
.
Ge-
Il
Re-
Trup-
pe a prendere il poffsflo della Città , e. gli Afcalonki fonza
alcuno
flrepito
mo
fi
foitomencto di buon ani-
a quella legge-.
Nel tempo, che la Città dir^w™,.
Aicaiona trovavaiì cosi confegnata "°icripoteftà del Re^'*"' *"*
dagl' Infedeli alla
fclduino, e che egli godeva qualche poco di tranquillità in. GermaTom. VI.
l
1^.
Digitizsd by
Google
ilo
lemme , gli venne un' imbafciata
da Balduina del Borgo Conte di
Edefla , colla quale gli dava contezza di un numerolimmo Efercito di
Turchi » che era andato ad attediare Turbefcello t Fortezza di qua dall'
Eufrate
Pani
Aft*t«n*
per
salini',
'
il
Re
di
Gerafalemma
il Cugino
andare a foccorrere
di Edeflà , ma in quello mentre gli arrivò altra nuova , come ii
Conte
Calino di Egitto era venuto con
Eolia Armata per recuperare Altana
e reftituirla al fuo dominio ;
onde fe ne pafsò ver fa Afcalona *
ma trovo , cne la Città età già tor,
nata in mano del Signore di Egitto , che era (rato ammazzato il Governatore Saracino , e che era flato
metta 3 ni di fpada il Pielìdio Crifiiano
e vedendo Balduina di non
enere allora in grada di rimettere
;
colla forza quella Città in fuo potere » tornò in Gerufalemme
Lafciarono intanto
wrjs Ai- auedio di Turbefcello
thibta
.
>
i
Turchi
1"
c padrona.
ver*
itized
by
Google
I3i
verfo Antiochia
,
ma
uniteli le for-
se di quei Principi Gridimi , e con
effe anche quelle del Re Balduino
andarono verfo Cefaréadi Filippo,
ove era accampato V Efercito de i
Turchi, co' quali il giorno di San
Michele, cioè il di ap.di Settembre
ma. vennero alle mani, bensì con
ril fortuna j onde vedendo i Tur,di non potere acquiftare Antio, loro principale feopo , abbanquell' improfa , e fe ne ritornaronq alle loro cafe
Hettava tuttavia in mano de i
chia
donarono
Cina di Tiro , oggi Sur
T.
Gap. XIL ) la quale era anche molto mole-ila a i Cri/liani, per
danni , che ne foflrivano dagli Abir
«tori di effa oer Mare e per Terra
onde col Conliglio. non meno Secavate « che Eccleliaftico di GcrufaSancini. la
(
E
1
4
i
hwnme fu deliberato dal Re Balduino di tentare 1* attedio di quella Città una volta tanto celebre, ma che
trovava» già decaduta dall'antico
filo luttro.
I
2
SÌ
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Si
le
partii
Truppe
fine di
adunque
dalla
il
Re
col-
Santa Città fulla
1113,
Novembre dell'anno
ed arrivato fotto la detta Città di
Tiro 1 pofc 1' attedio alla medcfima ;
ma avendo trovata dalla pane degli
attediati
Ma,
una collante,
e valorofa di-
fciolfe quell' attedio la
Dome-
nica di Paffìone dell'anno 11I4. e
tornò in Gerafalemme
la
Domeni-
ca delle Palme
In 9 uefto medefima anno Ce ne
t'Iteti'
%»bf, pafsb Balduino con alquante Trnp»
pc nell' Arabia , ed ivi fece de i
graffi borrini , ed acquifti Copra gli
Arabi di quelle Parti , e lpogliò una
ricca Carovana di Mercanti Arabi , e
diftribuito tutto
l'
acquino frai fuoi
tornò in Gerufalemme
,
conducendo feco moiri fchiavi.
I Turchi, i quali non meno»
Soldati
Tunbìh
Siri*,
che i Saracini , vedevano di mal occhio gli avanzamenti de i Criftiani
in quelle Pani dell' Oriente , vennero con un formidabile Efercito
dalla Perii» lino in
Damafco;
pafla-
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IJJ
fono di coli preilb
riadc
.
il Lago di Tibcc per tre meli occuparono lo
Rive del Giordano.
vigilantiilìmo
Il
fentito colà
l'
Re
arrivo loro
Balduino
,
riunite lo
forze del fuo Regno , fe ne pani da
Tolemaide , ove era venuto per feorun numero di Pellegrini , cho
tare
tornavano in Occidente alle loro
i e di lì pafsò ad
attaccare il
cafe
Nemico
,
che fu
il
dì 19. di
Giu-
ti 14. un in quefla azione reiterano fcccombenti le Truppe Gerofol imitane
Vennero frattanto a
gno
.
Balduino de nuovi rinforzi da An• e da Tripoli , e difponavaii a dare un' altra Battaglia agi'
Intiochia
fedeli,
i
quali penetrata l'intenzio-
''
*"'
ne
di Balduino , forprefi dal timo, lafciarono quelle Contrade , e
palarono neU! Alia Minore , e il Re
reitituì in Tolemaide,
Nel tempo, che egli era occu- Afiatctltl
pato nelle Frontiere di Tiberiade «Sf'&«*<>
contro i Turchi, gli Azioniti
dito avevano andar di bel nuovo^»"'.
re
fi
J
3
ad
Digitized by
Google
114
ad
Gcrufalemme
attediar
.
Quri
di dentro non avendo forze, filiticicnti i per elTere tatti i Prclidj in
Campagna
difcfe
Rei procurarono
col
occalìone
quelt'
i
di ftarfene
in
fulle
nè vollero mai azzardare al-
cuna fonila
ritornai
gli
;
ma
ii
Re
Afcaloniti
ellendo di
abbandona-
rono ben predo quell' allodio .
y.
Nell'anno confecutivo iiis.
1
Mirica
\«Z"
'
'
Baldoirw pafsò il Giordano , ed entrò neh" Arabia , ove fabbricò il
Gattello Sobal , chiamato altrimenti
Monte Reale e fatta quella Fortezza s' impadronì di un gran tratto di fertile Parie
//
In tale occalìone procurò inolRt f* eia.
tre di popolare la Città di Gerufa-
iimmt,
lemme,
la
quale era foorta di abi-
perciò da quella Parte dell'
;
Arabia invirò moiri Criftiani, *he
fono le dure condizioni degT Infedeli , ed a quelli CoIoni accordò molti privilegi
tanti
colà abitavano
Digitized by
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vile in Tiro i di ove fi trasferì fotto Tolenuidc con intenzione di far-
ne uno
tiretto
quella Città a
afledio
i
,
e ritogliere
Criltiani
>
ma
no valorofàmcnte
fugati per
dalle Flotte Criltiane.
Un
Signore
t'ara-
Marc
Turco ciwmwoTurtii vn-
6. g»™ m >fi
porta infieme una poderofa Armata f AniieebU.
pani dal Corozàn , Provincia della
jégJJ
Perlia , per paflare a i danni della
per
nome Burgoldo l'anno
1 1
Città di Antiochia , e de i Crillianì. 11 Re Balduina» fempre pronto
a rintuzzare i progrclìì degl' Infedeli . fc ne pani colle fue Truppe da
Gerufalemme per andare a loccorre« la Città di Antiochia ; ma appena il Turco Burgoldo penetrò,
che Balduino gli andava incontro)
abbandonò queir ìmprefa ritornando nella fua Provincia ed il Re
lì redimi in Gerufalemme
Verfo l'Autunno di quello me,
defimo anno
mS.
il Re Balduino
avido di cofe fempre nuove , fc ne
paisò lino al Monte Sinai, c di lì al
1
4
Mar
B*ii*ì*»
J'fa
Mar Rodò (i). In tale occalìone non
ebbe altro di mira , fe non di fcoprire fc poteva fare qualche gloriola imprcfa anche nell' Egitto
Per coniglio de i fuoì poco fi
Trattenne in quel Paefe nemico , fece adunque ritorno verfo il fuo
Regno i e quantunque averte feco
.poca gente
>
non mancò
di
ardire
nel partire per le Terre de i Saracini di Afcalona , di far loro de i danni, e rorre a i medeiìmi del Bestiame , Tcnendofene felicemente nella
Santa Città..
.Ver-
.
(i)SINAI Mowe preflb Mar Rotto Quello Monte chiamali anche Oreb, qunntunque e 1'Oreb, ed il Sinai fieno ilue
cine diverte di una Montagna medeli.
.
ma
la
,
quale ora chiamili
i
ftcflì
dne nomi
Cap.
fto
.
lucra infieme
ed ara Sinai , come pure con gli
la chiama anche li Sieri
Oreb
Scrittura
'
il
.
Emd. Cap.
XIX ver.
nW
,
Ili-
ver.
i,
»o. tri. E' memor.1 bile
Luogo perchè
fu ivi ove
if
que-
Dio dette
l«
Legge i
.
Gli Arabi chiamano ori
queflo Monte Gibel. Muli. eioèMonu,
gna di Moit .
k i .
.
Digitized by
Google
Verfo poi
ivi
,
in
infermo
cadde
malattia
il
andò
del 1117.
ma
Mere di Marzo
Tolemaide , ed
di una grave
dalla quale per alerò
M
li
riebbe
Egli
non fapeva
Tiro non
la Città di
foffrire
,
che
Fabbrica
doverte veni-
re in fuo potere. Per meglio ren-,
l'iTn.
tarne l'imprefa fece fabbricare in
quello anno 1117. un Cartello fuor
di Tiro , del quale parlai nel T. II,
Cap. XIV. che oggi chiamali Scan-
derùn (1) dal nome
Alcflàndro
di
Magno 1 giacché egli fu il primo j
che ivi fabbricane un Cartello ; e
Ealduino poi fabbricò il fuo nel
luogo modellino; ma non per quello potetre egli merrerc fono il fuo
dominio quella Città , elfcndo dal
Cielo riferbaro queir acquirto al Re
fuo Succeflbre.
Sentendo BaHumo il gran fin
J**™'?'
ftidio , che feguiravano ad apportaggf,,"
(i)
Scinder
leffandro,
deròn
,
in
di
the e
lingua
Araba vuol dire
ove deriva
il
il
A-
nome S«n-
fuo diminutivo
.
,
Digitized by
Google
IJ8
rea i Criftiani
mente quei
pensò, che
i
Saracini , particolar-
della parte di Egitto
il
miglior
compenfoper
meno ìuperbi, e infoienquello dì (correre fpeilò per
, ed ivi andare a tro-
rendergli
ti
,
folle
Terre
le loro
continuamente occupati a ftarfene fullc difefe
Mene intanto infieme un corpo
varli) c tenerli
delle migliori
Truppe del Regno
ed sdendo promma la Primavera
dell'anno 1118. pani di Gerulalenune c dopo undici giorni arrial fiume Nilo (1) ove dopo aver prefo qualche ripofo levò 1'
,
vò
Accampamento >
e
Città del
Egitto
Bailo
andò verfo una
,
chiamata
Faramia (i).
Qui
arrivato prefe la detta Cit-
tà lenza aver trovata alcuna refiften-
NILO. Gr.11 Fiume dell' Egitto, che
gli Arabi chiamano Ahwhi
FARAMIA. Cini jntica tÌ cino al Mar
Mediterraneo, e non lontana dalle Bocche del Nilo eri chiamata più «ntic.i-
(1)
(1)
:
Digitized by
Google
i3
p
ftenza, ed eri anzi fiata abbandona*
u da.
Santoni
i
Non avendo peraltro
Kc tbrze (ufficienti per porer tentare alice imprefe in quelle Parti)
dette fuoco alla Città acquiilata,ed
atterratene le mura , Te ne partì col
pentìcro di tornare nei fuo Regno,
il
contento di aver refa manifcfta la
fua virtù anche in Egitto. Ma egli
nel ritorno > che faceva verfo Gc-
rufalemme , forprefo nella Città di
Laris (i) da grave malattìa , ivi ic
ne mori nel mefe di Marzo dell'
anno 1118. con diremo cordoglio
geme.
Fu fparato il di lui Corpo da
Addone Cuoco dello fteflb Re Alb.
di tutta la fua
.
, o Sepolcro di BaiCorpo poi imbalfamato
Addone ) e legato in una
cioè la Pietra
duino.
dallo
11
lìcito
M
Mer[s
r< Bai-
Aqu. Ub. IX. Qtp. XXVll e le Vi- **»
fccre furono fotterratei e lafciate
in un luogo , che ancor oggi chiamali dagli Arabi Hegiarat - Barduil
pelle e ricoperto di tappeti fu condotto in Gerufalemmc , ove entrò
giorno della Domenica delle Pal( T. III. Cap. V. J cioè il di 16.
Marzo 111S. e fu fepolto net
al fuo
di Buglione > i
quali Sepolcri 1 come altrove depriil
me
di
Monte Calvario dirimpetto
Fratello Goffredo
verò,
fi
veggono
fino a'noftri gior-
ni.
Fu. Balduino
un Re molto glo-
riofo. e indefeflè furono le fue fatiche per dilatare i confini del Re-
gno
di
Gecufklemme
moftrano
statatoti*
chìtja di di
Dopo
come
,
le rante fue
Io di-
Imprefe
morte del Patriarca
Gerusalemme Daimberto ( fegui-
Otrufiitm-ta,
la
come più
fopra
li
è veduta in
1107.) Papa PatZA Me^wU'-nnQ
mandò per Legato ApoRigm
di
Baiduim
1.
II.
ftolico in Gerufalemme Gibelino
Arcivefcovo di Arli , ove giunto
nell'anno fieno 1107. convocò un
Concilio , nel quale fu depollo da
quella Sede Patriarcale Ebremaro,
che era flato intrufo in tal dijani-
Digitized by
gnita,
allorquando
fu
{cacciato
Daimbeno legittimo Pallore di offa
Venne ìndi eletto canonica.
mente
lo ftcflò Gibelino,
morì poi nel
il
quale
mi.
In quello medefimo anno fapu- Consilia di
la Carcera-G*™/*""»zione del Pontefice Pafquale li. ordinata dall' Imperatore Enrico IV. mm,f(
Conone Legato Apoflolico tenne un e ImperaConcilio nella Città di Gerufalem- ,rr* &"»la fi
anche in Paleftina
^'
quei Vcfcovi *
, ove co' voti di
il detto Enrico IV.
Nella vacante Sede Gerofoli- Arnolfo,
mitana per la morte dì Gibelino , Ttn» Pama. fu colli- "' Brc '
tii primi dell'anno
tuito terzo Patriarca Latino dèlia
mcdefìma Arnolfo > quello Hello >
che aveva tenuta fuori delle buone
*
me
fcomunicò
regole quella dignità avanti la canonica elezione del primo Patriarca Latino Daimberto
Ma pervenute a Roma molte accufe contro
del medefimo, Papa Pafquale li.
mandò in Soria per Legato Apo.
flolico
il
Vefcovo
di
Orangc, Uo-
Digitized by
Google
mo di pietà grande » il quale , eiTendo
'*
anno 11 S- adunò in GerufalemConcilia di
Giri/!iitm. me un Concilio* in cui intervenne uri qui. nero rutti i Vercovi del Regno»
i'fi<l'P*ft''ove fu citato Arnolfo) ed in puniM ArloWi". z 'one delle mc c "lpei con autorità
della Seda Apoltolica * venne de»
pollo dalla Sede PatriarcaleArnolfo
Arnolfo dopo di ciò fa ne paf» Roma, ed ivi co" Gioì intrighi
trincale',
g" àiGà potere onenere
di ellere
redimito nuovamente alla fua Sede* alla quale tornò . e ville lino al
mefe di Aprile dell' anno 1 1 18. Guglielmo di Tiro per tutto , ove gli
occorre parlare di quello Prelato»
ta di elfo un peffimo ritratto « corno
li può vedere confutando
il Lii.
XI
Cap.
rìa della
XV. e XXV- della fua
Guerra Sacra
'
Mo-
DEL-
Digilized by
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DELLA CITTA'
GERUSALEMME
Re Latidi ella Balduirao 11., fino alla
Dall'Elezione del Terzo
no
di Ini
mone.
CAP.
VI.
tddla nel) anno 1118. venera- cw« &
dafene dalla fua Contèa ira Ge- fifrjp ««.
rufalemme per ivi celebrare la Pa-*J™ Gm"
mt '
fqna, cammina facendo» ebbe avvifo della morte del Tao Cugino il
Re Balduina I. Profegul nulladimeno il fuo viaggio , ed arrivò in Ge-
™
rufalemnie la Domenica delle Palme dello fletto anno , nel tempo «
che dall' altra banda della Cirri
faceva l'ingreflo il Corpo del de-
funto
Re
.
La
144
combinazione
^?*«E
aJtora
*
di
trovarli
in GerufaClero, ed i Ma-
1 uc|fo Principe
lemme determinò
Regno
gnati del
mente
all'
il
di venire prontaelezione di un nuovo Re
pedona
di Balduino mede'iquale nella proflìma Pafqua
di Refurrezione venne acclamato,
ed eletto per tale , e poco dopo fu
unto » confacrato , ed incoronato
nella Chiefa del Santo Sepolcro da
Arnolfo Patriarca , che era tuttavia
vivente , ma infermo
nella
mo
il
»
Venuto
Re
il
giorno
ftabiliro
ricevè nel Tuo Palazzo
il
,
il
giura*
mento di fedeltà da tutti i Nobili
Regno , e vennero a tendergli
del
omaggio anche
Città
,
i
ed allora
Deputati di quelle
Balduino rilafciò.
Contèa di Edefla al fuo Cugino
Iofcelino il Grande . Principe di
Tiberiade (T. V. Cap. XIV.)
Vcrfo 1' Eftate del medefimo
la
tMf»
dì
e
ff'.'"™ '"anno in cui fu eletto
JwS&l» « «
il
Re
Baldui-
Califfo di Egitto unito coi-
fiArmataM forze de
i
Saracini di
Damato
»van-
fi
avanzò con un numerofifEmó Efercito fino in Afcalóna
.
Il Re a tal nuova mede inficine le fue Truppe i alle quali unite
quelle del Principato di Antiochia
e quelle della Contèa di Tripoli
fi
melTe in marcia andando incon-
Nemico, ma temendo l'uno
dell' altro
dopo eflèrii dati per lo
tro al
i
del timore , gli Egiz) fi ritirarono
nel Paefe loro » ed il Re Balduino
ritornò nella Santa Città
L'anno
appretto ino. ebbe IaC
Gerufalemme il fi- ^mofo Ordine Cavallerefco de' Ca- 3'
Cai origine in
Templari , Inftitntori del
quale furono Ugone de' Pagani , a
Goffredo di Sant' Omèr » con altri
fette Compagni , ed ottennero allovalicri
ra l'approvazione del loro Inflituto
da Gormondo j quarto Patriarca LaGerufalemme.
Fu indi confermato il detto
Ordine da Papa Onorio Ifc l' anno
1 1 18. nel Concilio di Troia > ed in
tino di
Tom.
VI
K
elfo
,
venne
eflò
preferii ta la
ofiervarii
da
allegrato
1'
Regola da
Cavalieri, e fu loro,
i
abito
,
che dovevano
vedi re
Furono chiamati Cavalieri Templari
perchè ebbero
loro principio) e le loro abitazioni in Ge,
il
rufalemme predò il Tempio del Signore (0, ed i loro fuddetti Iftiturori , ii crede , che altro non foffcro , Te non Cavalieri dell' altro
Infigne Ordine degli Spedalieri di.
San Giovanni, oggi Cavalieri di
Malta
Quantunque quell'Ordine, non
Stftnfm*
itte tw;«niancaue di rendere in appreflò dei
.
dulia- fegnalatifervizialCriftianeiimo
pla
"
•
tro
gl"
Infedeli
,
Re di
con-r
nulladìmeno FilipFrancia nel 1307.
po
il
Bello
Fu
il
primo, che ne promovete
foppreilìonc
zione , ad
fo Filippo
no
del
ma V
,
intera
la,
dilu-
iniinuazionc dello iief,
venne
(labilità
1'
an-
13 11. nel
Concilio di "Vienna
Deltìnato, al quale prefedeva
() Dottò
siero ve
putire di qatft» Tempio.
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il Pontefice Clemente
V. Bensì la
Bolla fa pubblicata foltanto nel
mele di Alaggio dell' anno apprellò
1JI2.
I motivi di querta fopprcflìonQ
furono fondati fopra varie ignomìniofe , ed orrende accufe date
a i
Cavalieri componenti quell' llluftre
Milizia ,
fe veramente alcuni di
E
effi
furono perverfi , il gaftigo per
lì eltefe crudelmente fopra
tutCorpo ; ma i loro maggiori
altro
to
il
furono forfè le immenfc ricchezze, che pofTedcvaria .
..
11. medcfimo
anno tuo. nel
tempo, che il Re Balduino trovavafi verfo il. Giordano, ove era
andato per frenare le infolenze di
delitti
'
al-
a
<*
-
cuni Infedeli di Damafco , fa ricercato da Ruggieri Principe di Antiochia , acciò andane a dargli
pronto fòccorfo contro Gazi patentini--
mo Principe Turco,, col quale
unito Doldechìno Principe di
Mlafco
H
,
era
Dai
e Debéi Signore di una. Tri*
di Arabi.
.
...
.
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Immediatamente Balduino lail Giordano
fciò ogni imprefa verfo
e pafsò colle
Truppe in Antiochia)
conducendo feco il Patriarca di Geruralemmo col Legno della Santa
il Vefcovo di
Cefaréa di
Palellina , ed il Conte di Tripoli ;
ma trovò , che il Principe Ruggieri
«faro contro i Turchi era flato da
elfi disfatto, e che egli medeiìmo
valorofamenre combattendo , vi aveva lafciata la vita : ciò fegul pref-
Croce,
fo
Cartello di Artafia
il
,
f
T. V.
XV. )
Cap.
Balduino non volle lafciarc inflaidWw
àsmanda vendicara la morre di Ruggieri , on'
P' At
#'Z
E&ffa.
elI ondo in
Antiochia fece fapeEdefli, che pre-
r $ ai Criftiani di
occorreiTero con delle Truppe
di foccorro per battere l'orgoglio
fio
de i Turchi, che troppo frequentemente inquietavano i Criftiani
SSSs
tfi
Gasi,
UnÌK
.
k
omno attaccò
.
chi
,
T7n»>
a R=
valorofamente
i
Bai-
Tur-
che erano accampati prefló
il
Cartello Sardano lontano ventiquattro
Digitized by
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rro miglia da Antiochia
di
,
e
il
dì 14.
Agoilo 1119. ne riportò piena vitavendo disfarro, e fugato 1'
toria
Turco
Dopoqnefto
Efercito
fatto,
il
Re
fe
ne
n
Rf
ritornò in Antiochia , e rimandò unil i„
parte della fua genre in Gerufalem- AitMié.
me , e con efla il Legno della Santa Croce , che Ceco aveva portato
partendo dalla Santa Città, Con
elfo entrarono in Gerufalemme il
di 14. di Serrembre imo. cioè
il
giorno medelimo della Fella
dell' Efalrazione
tationis
eittt
.
Et die qua Exat-
Fejìivitatem
celebra-
bant , fieut Eraelius de Perfide Imperator Viftor eam reportavit » cum
ea Urbem SanBam laetantes intraierunt ,
& cum gaudio
ineffabili
Bi qui ineram fujceperunt
Cam.
Cap.
.
cun-
Fulcb.
XLVL
Trattenendoli il Re in Andon Rt
chia , procurò di confolare , e fol- refi* in
levare quell'afflitta Città , la quale AatMia.
troppo al vivo tifenriva la perdita
di ben fopra fettemila de i fuoi
K
3
Cit-
Cittadini, morti iniìcme col loro
Principe Ruggieri (i) nella battaglia
di Artalia, prefc indi 1' amminiftrazione di quel Principato , c tor-
nò
mS
fl
!
in Gerofalcmme » di ove pafsò in Betlemme a folennùzare h
Fdìadel Nataledi quell'anno 1 1 19.
L'anno appreiib 1120. Baldui«f«"o da qualunque dazio il
Grano, l'Orzo, e i Legumi, che
panavano andando » e venendo dalle Porte di Gerufalemme, e tal
grazia la concene non folo a i Crilìiani, ma anche a i Saracini indì-
TU,r!i no
mi fa
BfSB<, ptt
ftincamente, colla libertà di poter
,
e a chi
vendere dove volevano
fi)
Quello Ruggieri,
chiamato Principe
di
Antiochia, altro veramente non era, che
Ammiri! Aratore (Il quel Principato per 11
minoriti del I e jr[, t n 0 Erede lioEmcmdo
i
il
,
Giovane. Anche Tancredi
avuta
l'
illefl'i
di quei tempi., ne
1
Governatici
,
elle
amujiniltraiione,
annoverai fra
ti jdlia ,
ma ciò deve
talvolta
i
e gii
i
lì
aveva
vede
Principi dì Ali-
attribuirli
all' ufi,
quali coffumava,
che
pren-
Amminiltrarori
il titolo di quel Pupillo
, degli afdel quale avevin tur*.
,
devo
fari
Digitize^yGoogle
volevano fenza alcun impedimento
e liberò loro, anche da altri diritti
, e rendendo in tal forma
Città doviziofa , lì acquiiiò l'a-
e gabelle
la
nimo
lo
di
tutti, che
rifpettavano
XUX.
1
i
l'amavano, e
Fulcb. Cam. Cap.
Tyr. Lib. XII. Cap. XV.
1 urchi tornavano nuovamen.
&
te in quell'anno
re
1
>.
Criiìiant dalla
ad inquieta-'
rte di
j
chia
;
ma
il
Re
Balduino
,
Antio-
eflendo
il
mefe di Giugno
, prendendo al ("olicompagnia il Legno della
Sinta Croce, s'incamminò colle lue
Truppe alla volta di Antiochia ; allora i Turchi temendo l' arrivo del
to in fui
Le
fi
ritirarono verfo
K
lli
Alwpo,
Aleppo
fi),
e pri-
4
Citta della Soria
,
lontana tre
da A ledili dritta Porto di Msre .
IT. V. Cap. XV.] 1 Turchi, e gli Alabi la denominano Haleb . Vogliono ilCini, che foflequefta t antica K'trtpoltt.
Guglielmo Leibnizio in una lettera da e(To
lewra al noirro celebre Antonio Magliahedii la chiama Calybon ( T. II. Cip. 1.).
Il (entimema per altro più comune è ,
che
giorni
BaUui»)
Antiaibt*
•
e prima di arrivare a quella Città
morì di un accidente dì apoplefeia
il loro Principe Gazi.
Veniva nel tempo mede limo
un
che Aleppo folle l'antica Citta di Birroni, e lo confermino Niceta, Niceforo
Callido , Zonara , ed altri , e I' HoMenio
è dello fleflb fentìmento.
Si elercìta in quella Citta un gran
Commercio, e vi fono degli Stabilimenti
Mercantili Europei, cioè degl' Ingleli
dei FranceG , degli Olandefi e de^l' Italiani. Ella h governata da un Baftà Turco per la parte della Porta Ottomarnia
E' particolare , che in detta Cittì
ognuno viene attaccato da un male, 3
quale chiamali comunemente Mule H A,
?
del Pa'efe,
•i
rè
i
Foreflieri
!
ed è comune
due felì! E' quello
me a i di
una bolla, la quale viene in qualche parte del corpo , e per un anno continovi
.
quale eltendefi quanto la circonfereria
dì una moneta di dieci paoli , qualche
volta minore, ma altre volte ancheaaggiorc
Io
palTato
è
ftata
per
lo
più
at-
un Corpo
di Turchi
in
foccorfo
Gazi , il Re s' inmedefimo > e venne a
dell' Eferciro di
contrò
col
battaglia, l'elito dellaqualc,
dopo
eflè-
tribuira tal
malattii
alla
rottiglieli! dell'
Aleppo , mi le ulti jie oflervariohanno fatto determinare quella gente
comunemente, che ciù derivi
piutrofto dalle acque ; ed io fio conolciuaria di
ni
a credere
te delle Feribile
dire
nel
tempo
t
le quali eflendofi
del
loro
prefoggionio coli
di non bere mai dell'acqua pura, oppure berla corca , o lenitati , efièr a lo.
ro lèrvico per reftar liberi da quell'in-'
comodo
Altre Perfone avendo Fatto difFerentemente, quantunque fi fiano trattenute in
detta Cittì per pochi giorni, o prima,
o poi hanno avuto il male medefimo, il
quale fi (copre anche in capo ad un anno, che uno fia in delta Cittì, « che ne
fia
partito
Una febbre, o due danno l'Indizia di
quello male, la cura poi e femplice tenendovi l'opra una foglia dì Ellera con un
cerotto, il quale tira Tempre a fuppurazione per il corlò dell'anno; non Iona
neceflàri alcuni particolari riguardi > e doil corpo umano gode per
Io j io lungamente perfetta filate.
po quefto male
«nere flato alquanto incerto, fi difavorevole alle Armi Criftiane , ed i Turchi fi ritirarono in
chiarò
Pcrlia
Il
Re
venne
in
Antiochia»
tempo
per qualche
per proteggerla colla fila, prefenza
ove
ehi
fi
,
trattenne
ma
frarranro
ce
PrmoGma
r
l'
rimandò
in
Ge-
Sanra Croce, ove feingreffo di ricorno il dì 20. di
rufalemme
la
Ottobre ino,
L' In gne Ordine Gerofolimifi
Maftn ranoj o fia de i Cavalieri oggi di
OrJhf Milra » come fi vedde nel T. V.
Jrir
tonfili.
c ap xiV ebbe già i fuoì principi
fino dell'anno 1048. di Noltro Signore Quando poi Goffredo di Buglione nel 1090. prefe la Santa Città , trovò , che Retrore di quello In_
.
era un certo Gherardo ReUomo. Quelli mori nel1 no. e ad elfo fucc effe Raimondo del Poggio , che fu il primo » che dalie il titolo di Gran
Maflro.
. I Daftiriiro
ligiofiffimo
l'anno
'
.
Digitized
BV~X3oÓgIè
conlìderando le ****»»
I Damafcéni
continove fatiche» alle quali erano uga -,aa
f
fottopolti i Crilliani , crederono di majitui
riufeire più facilmente ne i loro at-.
lì unirono perciò con altri
Infedeli dell' Arabia , e panarono
verfo Tiberiade devaftandone le circonvicine Campagne ; ma Balduina
non lì perdeva d' animo , onde Bef-
.
tentati,
fo inficine un rìfpetrabiie
Truppe, il dì 5. di Luglio
quali
dò contro di elfi,
Corpo
1
di
111. an-
i
fenrende*
l'arrivo del Re, e dell' Eferciro
Criftiano , !i dettero immediatamen-
te ad
una
precipitofa fuga.
Baiduino non volle, che
{lata inutile la
so
il
Giordano
fua
.
mona onde
,
e pole
l'
folle
Doldechi-
(1) GiABUA , Cittì oltre la riva del Mar
di Tiberiade poco dittante dalle fnonde
del
Fiume Giordano
è li Cirri,
di Geràia, condeiuta nelle Ssere Carte,
giacché fu ivi ove Noftro Signore liberò
due Indemoniati, gli Spirili maligni de i
qmli andarono in un branco di Porti,
,•
^"'i
paf- cafiiU*
attedio al
Cartello di Giarra (i), che
quella
c che
Gwm
di
»5<S
chino Principe di Damafco vi aveva fatto fabbricare 1' anno avanti
finalmente lo prefe , e Io dilìrufle
mentre per guardarlo era necefEra quefto
iaria troppa Gente
.
Cartello fabbricato di pietre riquadrate nella parte fuperìore delle
Cirri di Giarra In quella fpedìzione confuniò il Re tutta la fine del.
l'
Il
anno
Re nsr-
si fufeitarono a Ealduino del-
C
inquietudini
Ie
"ptlzi7
mi.
anche nel proprio
Regno, mentre nell'anno 1121. ef-
Cantt Ai
Trifttì.t fendo in
fi ftiifi- ji retto
'
Conte
a
Tolcmaide,
fi
vedde co-
marciare contro Ponzio
il quale non vo,
di Trìpoli
leva prertargii omaggio « il che non
aveva recufato di fare Berranno fno
Padre ; ma giunto il Re predò Tripoli le cofe furono accomodate a-
pJfa'm
Antiochia
,
jnichevo! niente
Da Tripoli pafso Balduino vcrAntiochia, ove fu domandatoli
fuo
Cafieth
e
Stri»»»,
g
fuo foccorfo contro i Torchi , che
loro folito facevano delle fcoral
rerle preflb quelle Terre ; da An(i me ile in marcia verfo
Cartello Sardino , il quale era afi Turchi ,
ma fu da elfi
bensì abbandonato, fobico, che Cepperò , che fi avvicinava il Re , il
quale non effendo potuto venire a
un fatto d'armi co i nemici, fe ne
ritornò in Antiochia
1 Turchi appena fenato , che
tiochia poi
il
fediato da
il
Re
fi
era
allontanato
i
ritorna-
rono verfo il Cartello Sardino , ma
furono di nuovo mefli in fuga i ed
il Re parti allora di Antiochia col
Legno della Santa Croce , che Tempre conduceva feco allorquando
marciava contro i Nemici, e con
eflo fe ne tornò in Tripoli. Eflèndo qui , rimandò in Geriifalemme la
detta Santa Croce, ove giunte il dì
so. di Settembre 1112. Balduino
poi fe ne ritornò, in Antiochia,
giacché vedeva , che quelle Parti richiedevano la fua Reale aififtenza
Digilized by
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La Contea
Jwto
natfaìno. dot" >n quelli
da
i
Nemici,
di Edeflà trovan-
tempi molto defolata
volle il Re andare ir*
quella parte luiìngandoiì calla Tua
prefenza d' incutere timore ne i
Nemici) ed
allontanarli
quella parte
Aveva
tato
il
.
il
Re
anche da
già pat-
Fiume Eufrare, quando fu
nel tempo di ripofet da
forprefo
Balac Generale del Principe di
AIcppo , e da erto fu condotto prigioniero in un Cartello chiamato
Kartapéta (1) e fu metto in catene appretto lofcelino Conte, di E, il quale incautamente era ca-
defta
etto nelle mani del GeBalac poco tempo avanti j
UKtociò accadde nell'anno 1123.
duto ancor
nerale
vntàani
b
s»ri*.
anno antecedente , cioè il
11 12. era partita una grotta Armata
Navale di Venezia comandata dal
.
.
;
loro
Kaht A» b'ta , cosi
cosi ih
U chiami Fulck. Cir~
«et. Gap. LUI. , ed il
II Tirio Is
la diceQuar'
nplert Lib. XII- Cap. XVII. Il Sanato poi
V ippdU Quir» Petra Lii. IH. F*r. VI.
Cip, X.
(l)
•
Digilized by
Google
loro
Doge Domenica Michele
inviata
lìftere
,
e
era verfo la Soriaper af-
fi
gli
de i Criftiani in
ove giunte L' anno con-
affari
quelle Parti
fecutivo
,
ni}.
Pervenuta in Gerufalemme la Ettàose £
nuova, che detta Armata era già «b aovtr.
ne i Mari della Soria, fa penfata
""
di tenere un Configlia in Tolemaims
t
de per determinare varie cofePrima di tutto venne coilituito un
Governatore al Regno di Gerufa'.
lemme i durante la
Baldnino
Cadde
.
Prigionia del
la
lecita
Re
l'opra
Euilachio Garniero , Uomo nobilitino i e di gran probità , il quale
pofledeva allora a titolo di Signoria
di Seida , e quella di Cefaréa di Palestina,
n
U Città
Era già la metà di Maggio di Armata E">"detto armo 1113. quando venne no*
timi «he i Saracìni dell'Egitto cj.P* 0**''
ratio venuti verfo Afcalóna con on.
grolla Efcroito
per terra. Aveva-:
no anche una grolla Armata per
Mare , e con quella il avvicinarono
aGiaf-
Digitized by
Google
i6o
a Giaffa
la
,
e pofcro
l'
Alledio a quel-
Cinà
Fu tenuto configlio di Guerra
Tolemaide , ove fu conclufo di
una Spronara , o fia piccolo) e leggiero Battimento a dare
all' Armata de i Veneziani
che era ne i Mari della Soria di venire prcfto in foccorfo della Terra
Santa.
r
~
-g - /;
P 0 ^ e " ° fu mcu °
un Gorpo di Truppe > il quaforata JH^Kma
affedh. le venne fpedito verfo Giaffa, che
già da cinque giorni era attediata, e
battuta dall' Armata Navale ; ma i
Saracini l'emendo , che lì avvicinavano contro le Truppe Criftiane »
rimbarcarono tutte le loro macchine militari, e fofpefero l' Allòdio.
Un Efercito più poderofa fa
in
fpedire
avvifo
wm
m
meflb in piedi per battere i Saracini, che dalla parte di Afcalóna volevano venire ad invadere il Regno;
furono perciò unire le forze del Regno, e con effe partirono verfo
Rama , avendo fecondo il pio co-
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fiume» condotto nell' Efercito
Santo Legno della Croce
il
azzutfàrono gli Eferciti prof-
Si
Azòto (i) e riportarono i Cri- &
ftimi compiuta vittoria; avvenne ciò nel radè di Giugno 1113.
fo
e fu dopo ricondotta
in
la
£f
tt
Santa Croce
Gerusalemme
fentendo , che l'
Armata Veneziana aveva dato fon-^JJJ*^
do nel Porto di Tolemaide , fu io- Vnttitmi
ro fpeditO) avvertendoli, che fe li « Siria.
fonerò trasferiti veifo Giana sverebbero potuto incontrarli colla
Flotta de i Saracini , i quali avevano falciato 1' Attedi» di quella Città, e così fecero, ed incontratili
.
colla Flotta nemica ottennero vietoria l'opra di quella . Seguitando
poi più avanti il loro corfo verfo
Tom. VI.
L
AfcaCriftiani
I
.
(1)
Azoto.
mari
dittante
E'
Giaffa verfo
verni
Meiiogiorno
Atzùd, e
altro
miglia
da
Adelfo chia.
non ì, che un
.
niìfero Villaggio dittante circa tre miglia
dal
Mare. Fu
quefra Citta alTegnaia alla
ma rimare per molta
,
Tribù dì Giuda
Mono
io
mano de
i Fililtéi
.
"
.
Aleatoria s'imbatterono in un altra Flotta di Battimenti Saracini »
che
alcuni, carichi di legname da comacchine militari , e altri
ftruirc
con ricco carico di mercanzie, li
impoflèflàrono di tutto, e colla preda nemica ritornarono nel Porto di
Tolemaide
*
B"
...
.
'
Dopo quello fatto morì Enfiachio Carniera Governatore del Re-.
Gerofolimitano , e fu » lui,
folli tuito Guglielmo de Buris Signor? di Tiberiade , Uomo , come
Gugtitimi
"
1-
„2££gnq
fdimmi.
'
Guglielmo di Tiro, Magniper omnia commetidabilh
fieus ,
dice
Tyberiadeujis
Dominiti
lié.
.
XII.
Cap. XXL
met ^ di Agofto
\ n ™? n °
Fjfcp a- di queft'anno 1123. alcuni Armeitrtn iUi- ni di Edeffa fintili Venditori di mer-
UCnu.A
1 "'
'"ft"
'
0 come
a ' tr ^ d' cono
<
veftitida
poveri Monaci » s' inrroduffero nel
Cartello di Kartapeta t ove da Balac erano ritenuti prigioni il
Gèrufalemme, e lofceiino
di Edeffa
.
Redi
Conte
Introdotti dentro fopraffece-
Digirized by
Google
JS 3
fecero le poche Guardie
,
che vi e*
Tino alla cuiiodia del medéiimo *
le lucifero > e li refero padroni del
Cartello. lófcelino fe ne fuggii e
Balduina rimate in pofieflb del Cartello co' pochi Armeni
Iofcelino dopo molti ftenti , e ia ts iUa
f
pericoli
,
coli' affluenza di
un
Palla- "th-t ne
re Armeno li condufle nel fuo GarS*#*%',,
1 ***'»"
Hello di Turbefcelio ; pafsb indi fa
Antiochia
,
e di
lì
Gerufalem-
in
me a rendere grazie a Dio di averlo liberata da quella prigionia > per
cui appefe nella Cappella del Mante Calvario i Ceppi di ferro » da i
quali era flato avvinto
*
e che
feco-
aveva portati) e ciò in memoria
della Tua prigionia > e ne appefe nel
luogo mede lìmo anche un paio d'argento in memoria della fu a liberazione . Comes fejiinanter ( e Tttrbefcelfo) iva Anttùch'tam* deh'tne Hierufalem ;
redditi* Mie Deo-gratiarmn
laudibus , oétu/ii geminai compedes apud fe allasas r quai in Monte devote pependit Catvarìae ad viemoriam
La
&
ad glor'utm videlicet captimi* y
unae qutdem
riata fuae lìberationìs
ferreae , alterae vero argentane
.-
Efinito
Fulcb. Carnet. Cap. LUI
Dopo tre giorni partì Iofceli-
Gcrufalemme feguitando la
aiftiamfi
anifte per Santa Croce . la quale era portata
a T "poli i ove dovevalì unire V E.
Kartatt*
"'*'"*
"fercito GerofoUmitano per andare
no
di
verfo Karrapeta per portare foccorfo al Re Balduino , il quale flava
tuttavia fortificato in quel Gattello,
ma che ivi non era troppo ficuro
per efler circondato da Ì Nemici,
c perchè non aveva forze badanti
per foflenerfi lungamente nel poffefla del
u
st ì
frtfo nei
Oifitih,
medclìmo
Pallaio poi V Efercito in Antiochia fi unirono al mede fimo altro
Truppe di quel Principato, e fi
in marcia; ma arrivate a
Turbefcello, feppero, che il Cartello di Kartapeta era flato di nuovo prefo da i Turchi, che erano
" 'menerò
Mff
ilari trucidati
allora lo
i
Crifliani
,
avevano guardato
che fino
e che
,
Digitized by
Gooa
il Re era flato condotto prigioniero nella Cittì di Carra. (i)
Ciò fentito mutarono coniglio , e fi trasferirono fotto la Città di AleppO) de vallando quei con-
torni ma ivi lì trattennero Ibltanto quattro giorni) e nulla conclu-
dendo t lafciatono quel luogo, lofcelino Conte fi trattenne nelle Cam-
Lj
P»-
(i)C*tti*. Cittì delta Mefopotamia oltre
il Fiume Eufrate
da cui i dittante iettanti miglia verfo Oriente. Quella Cini
e cognita nelle Sacre Carte per eflere Hata Patria di Labana, di Bebecca Maglie
d' Ifacco, e- di Rachel
e dì Lia Mogli
di Giacobbe , e quivi la maggior parte
natali
code i Tuoi Figliuoli ebbero
me vi aveva avuta la tomfca Thare
Padre del Patriarca AbiamotJ^B. Cap. XI.
•air. ti. ir p. Cap. XXIV. vtr. a».
,
,
i
;
&
Cip. XXIX. vtr. 6.
Quella Citta e chiamata nelle Sacre
Carte Haram , preferitemene gli Arabi
l'appellino Charan, e gli Europii Heren > Citta altresì finwra , perchè fu qui
ove
fi
lìeflb
» Hi
dopo la diifatta riceTroppe Romane, e lo
ritirò Graffo
vuta da
i
Patti le
Crino poco
morte Imi.
di
lì
J*ltr.
dìftante
ritrova
fUt. III. Caf. XI.
i66
pagne
te
di
Annodila) ed il rimanenandò verfo Tolepallarono il Fiume
dell' Efcrcitd
niaide
,
di ove
Giordano:
bia
fecero
entrati quivi nell'Ara-
una fanguinoia
ftrage di
e con ricco bottino vennero in Tiberiade, e di lì fa ne
tornarono in Gerusalemme ( riponendo la Sanra Croce nel foliio
luogo
Pertanto -Domenico Michele
L Conduttore dell'Armata Navale VeBttltmm» . nezìana , con altri del filo feguito
Saracini
,
.
era
pallàio
in
Betlemme
a
far
la
Fella del Natale di quello corrente
anno 1123. Venuro indi in Gerufalemuic fu detcrminato da quel
Conliglio di andare all' imprefa della Città di Tiro , e di valerli in
quell'imporrante affare dell'opera,
e delle forze da
Tirttaz*
SÌ partirono
i
Veneziani
adunque
le
Trup-
pti regi-
pe da Gerufalemmc, edinfiemecol
'""""'"'Patriarca, portando fec» il Legno
della Santa Croce , vennero in ToIcmiide . Qiiì fi unirono ad effe al-ire
...^
.
'
Digiti
!
tre fòrze del Regno, ed eflèndb
convenuti quei Generali di attediare la Città per Mare t e per Terra
li metterò in marcia dà Tolemaide
il di 15. di Febbraio 1124, e andarodirettamente a porre in pratica
no
le
loro militari deliberazioni.
Gli Afcalonlti, fen tèndo talidì- santini
de i Criflianì, approfitta- aeileCtm.
tono immediatamente' della lama- 9*£" "*
Truppe da Gerufalemme » e vennero riellé Campagne preffo U Santa Città , ma furono metti
in fuga da quei, che erano allacu(lodia della medefimai giacche non
mancarono di coraggio per ufdre
-fpofizioni
nanza' delle
dalla Città
j
ed infeguirli per qual-
che pìccolo tratto di paefe j non
volendo azzardarli di più per ettère fcirlì di
leria
,
la
numero*
quatti era
e fenza caval-
fuori dì Gerii-
falemme
In tanto a Tiro fi cohtinotfàva
Attedio, e la Città eraltretta per 7irQ .
per Terra, In quello mentre da Medino Conte dì Edefla fu Àfietìm
-
i*
Mare ,,..e
L 4
-
-
-
man-
"""><"«
Digitjz^by
Google
t6$
mandato colà
non meno
,
Gerufalerame un Efprcllò
che a
qua-
,
,
il
le poetava la nuova , che coli' aiuto di Dio j era riufeito al Concon una grande ftrage di nemici , e che gli era
{tata portata la tetta dello Hello Ba-
te di battere Balac
lac
;
loggiugnendo che
tal fatto era
feguito verfo lerapoltm (1) circa
dì io. di
il
Maggio 1134.
I
Cri-
IbUàMliM. Dice il Cam stenle Cap. IV.
che il Volgo la chiamava anche Murabeth . Quella è quella ftellh Citta , che
il
Tìrio chiama in piò luoghi Tulupan,
Cittì di quà dall'Eufrate vicino a Tur.
(1)
beìcetlo
E'
flato
come
detto da qualche Scrittore
ili
a fi
,
c
che ìtrilche oggi chinil
Carnoten-
altrove ho fatto vedere,
pulìi folte quelli Cittì
A leppo , ma
,
fecondo
fe, ciò non potrebbe edere , giacché egli
nel Cap. IV. Ipecilica , che Balac !ì partì
per andare ad affigliare leu( Balac 1 cg rifili ab Urbi Ka.
lypto, menti Maio intranet (1114.) «"»
gainqvt milibus militimi, p t ditumit" fiptlm milibus perrcnit ItrdfrBm , qaam
di Aleppo
polim
.
Qui
Vrbtm Mumbtth
Cara. Cap. IV.
K&W HbW
,
.
«*
J,
j
Digitized-byti
I
Crifriani per meglio
battere
la Città di Tiro avevano fatta una
macchina di legno > colla quale facevano del danno grandilfimo agli'
perciò quei di dentro il
;
attediati
di 2z. di
Maggio
narono ad una
1
124.
fi
determi-
furiofa fortita
nella
quale riufeì loro di forprendere la
detta macchina» e d'incendiarla.
Ma tuttociò non fervi per far perdere di coraggio i Criiliani , i quali coli' ideilo impegno , e valore con-
"'
tinovarono quell'Afelio.
Dall'altra parte gli Afcaloniti
,
Afiii—lii
fa pendo quanto poca gente era in
vtrfi
Gerufalenime >
che non potè- Otmfava lafciare la cuftodia della mede- tmm '
lima per correre altrove , fi fparfero per le Campagne vicine alla medefima , ove fecero de i danni conAdorabili a' Criiliani , che abitavano
per quei Villaggi
II
,
;
(t) In
il
Principe di Damato (1) fenten-
Tiro aveva poterti per
Prìncipe di
Damata)
1* terza parte
a cui era fot*
#
tendo frattanto il pericolo, in cui fi
trovava la Città di Tiro, mediatile 1' oftinato Allòdio ; e conlidcran'do quanto di male potevano affettarli
gli
abitatori
veniva
Criiliani
quella Città
colla
di e ila , fe da i
finalmente prefa
forza , entrò in
trattato, perchè la
mcdelima
folle
con alcuni patti a i Criftiani
che venne finalmente conclufo,e
fu confegnata allo Armi Criftiane il
dì 7. di Luglio 1124. Fulcb. Carn.
reta
il
cap.
un.
Dopo
quello fatto furono confegnate due parti della Città al ReDominio , e l'alita parte fu con*
a i Veneziani per i fegnalari
gio
cella
fervìzi, che preftati avevano alla
-Terra Santa coli' aver contribuito
all'acquìfto della detta Città di Tiro
Ciò flabilico fe n» ritornò il
'
-
Patriarca dì
Gerufalemme nella San-
e
fo ivi-riponata-U San-
ta
Città,
"*''
_
--
'
ta -
lOnciift dal Califfo di Egitto, a quale ri.
'le altre due Parti. SJirnt.
tu*, ai, p-r. ri- c*p. xii.
trucia net fe
Qigitized
(jyjGoOgk.
ta Croce, che venne accolta con
diremo giubbilo , e con gran venerazione dal Clero, e dal Popolo.
Fittch. Cam. Cap. IVI.
In varj luoghi di quella Morta ,
coftumt di
avendo fatta menzione della Santa psrturi ia
.
.
.
Criltiani dì Paleftina nelle Armate ,
allorquando andavano a combattere contro
in acconcio
rquando
i
Saracmi, tornerà qui
ricordare, che allo-
il
nel
Elena trovò
in
3
16. di
Criilo Sant'
Gerufalemme la Cro-
ce di Noft.ro Signore , parte ne lardò nella Santa Città , avendo trail rimanente in Roma, co-
fportato
me
vedde nel T. V. Cap. VI.
Quella parte, che reftò in Gerufalemme fu lardata in. cuftodia al
Vefcovodel luogo, il quale ne dava
poi la cura a uno del Clero conoIciato di maggior probità , e fanti*
tà
,
li
il
quale acquiftò in appretto il
Cuftode della Croce , per
titolo di
cui teneva apprettò di fc la chiave
della
Cana ove
>
era «polla , alla qual
Ca-
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Carica era annoila
l'
a
e gli altri
>
i
incumbenza
di
Pellegrini quel Sacro
inoltrare
Teforo
Luoghi Santi
della Città.
Bensì) che per vedere il Santo Legno vi voleva il confenfo del
Vefcovo > né ad ogni ceto di Perfone era facile ottenerlo Potevano
i Fedeli
appagare per altro le loro
devote brame nella Feda dell' Efal.
tazione
a
,
mezza Quaresima
j
c nel
tempo Pafquaia, ed allora era moArata al Popolo non dal folito Cuftodc i ma dallo fteflò Vefcovo della
Santa Città
manza
in
;
feguitò tal cofìu-
Gcrufalemme
fin
tanto
,
che l' Imperatore Eraclio vedendo
quella Città pro/lìma a cadere nelle
mani de i Saradni , come fegui nel
6}6. di Nofìro Signore (Tom. V.
Cap. XI.) pensò a levare il Santo
Legno di Gerufalerame , c a trasportarlo
nopoli
,
come
fece, in Coftanti-
.
mafero nella Santa Città
:
,
è
.
molto
pro-
Digitized by
Google
1
che non voleflèro rollar
privi almeno di ima porzione della
Vera Croce; in qualunque maniera l' ortenedcroj è certo , che trovavaiì predo di loro allorquando
1; armi de i Criftiani s'incamminarono alla Conquifta della Terra Santa, ma temendo quei Fedeli, che
probabile
,
lìnilìro evento non camano de i Saracini, 1* avein un luogo appartato nella Chiefà della Refurrezione *
eiTendo cognito il ripoiliglio fbltanto ad alcuni
Conquidati poi nel 1099. da
Goffredo di Buglione la Santa Citta >
per opera di un Ctiltiano Soriano *
che era confapevole , ove foilè ce-
per qualche
dette in
vano nafcofta
lato il Santo Legno , fu allora
ritrovato, e ripoflo in una Calla
d' argento , e onorificamente collocato nel Tempio, del Signore. Tyr.
Uè-
IX. Cap. IV.
Quella porzione adunque della
Santa Croce era quella , che conduceyafi neJl' Efercito Criftiana in
oc-
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occaiione di andare
con
gì'
Infedeli.
a combattere
L' incuto benza di
appoggiata
che godette,
effere allora portata era
ad
un Eccidi attico
qualche dignità ; fe ne vede incaricato il Vefcovo di Gefaréa di Pilotina Fulfb. Carnai. Cap; XLVI. altre volte un Abate Tyr. Lib. X.
Cap, XVII. ed Alberto
Betlemme
(i).
Vefcovo di
Tyr. Ub.
XXL
Gap.
XXII.
ahh.
m- co
ratodtiia
Pi
ighnia
Mono, già come fi diflc, il Tur-
Balac, il Re Balduino li. avendo già fotferta una prigionia di circa un anno » e mezzo , finalmente
nel Mefe di Agofto del 1124. fo>
liberato dalla medefrma colla pro-
menadi
pagare, per fuo rifcatto centomila Michaelati , o Michelom (1)
e fino
colò Brìliiijero, nel Suddetto Lib. XXT.
al Cap. XXII. ove dice Alberati Mere-
aita Efifìopm, deve leggerli Aibtrfi
Bttbf imita Epifiopai.
(=) tiueftì
en un* Mone»
d'
Oro
'«.ric..
'7S
e fino a tanto, che foiTe quella pagati lafciò Balduina degli Ortaggi
e così liberato dalle mani dei Tur-
chi andò in Antiochia,
j
Di lì li portò all'A/Ièdiodi A- BaUlli
„,
leppo i Citta non troppo ben forti- va eie
.-.
ficata, col peniiero, che anguftian- "f"1'"
dola avrebbe in tal forma levato
da
i
Turchi della medelìma
,
di
alme-
no
delle grohe contribuzioni, le
fervile per re*
dimere gli Ortaggi da effo lafdati in
Carrai o almeno voleva dare del.
timore , acciò lo ftcfto Principe di
quali farebbero poi
Aleppo perdane a far lafciare in libertà gli Ortaggi medelìmi. Mafen-
"
.S"1-1
pronta di uno de i Micheli" Imperatori
Greci di Coftsntraopdi , la quale aveva
corlò in Gerufalemme in Commercio. Ta.
li Monete
da altri Scrittori chiamar.!!
anche Mìchalari, e Michelàti. tatti nomi, che derivano da Michele, come Manuditi , «tir» moneta d' Oro di Collanti-
'
'
i
TOpoli, derivavano, dal nome di Manuel .
Quelle forti di Monete erano generica-
ne amico
'
1
della-Ciai di Coftawmopoli..
Digitized by
Google
tendo
,
che veniva un gradò foc-
corfb per quella Città i ne lafciò
Balduino la meditata imprefa , e li
reftituì in Antiochia, di dove tornò
finalmente in Gerusalemme alla Aia
Refidenza , ove fu accolto dal Clero , e dal Popolo fra gli evviva di
allegrezza > che facevano rifonare
nel rivedere il loro Signore.
Battigli*
Nell'anno appretto 112;. il
Turco Borfechino potenriflìmo Si.
•TSwéw.
gnore
,
inficine
.
con
Doldechino
Principe di Damafco , penfarono di
venirfene a i danni de i Criftiarii , inviati fi eran già verfo Antiochia, allorché venuto ciò a notizia del Re
di Gerufalernrae , egli infienie col
Conte di Tripoli ,.e loro genti accorfero Cubito in aiuto di quel Principato.
elfi
Panarono oltre , e fi unì con
anche il Conte di Edeflà colle
, e giunti predò il Caftel-
fue forze
Io
Arat
(1)
AÌ-xat
(1)
trovarono
i
Nemici
co'
.
E' lo (teda che
il
«Ntof
Digilized by
Google
co' quali venuti alle
na
mani, dopo
li-
iìeriffima) e fanguinofa battaglia
reltò distatto J'Efercito
Turco,
gli
avanzi del quale lì dettero ad una
disordinata f uga , per cui venne in
potere de i Criftiani un grolla bottino, parte dei quale il Re lo im-
'
-
piegò fubito per ritrattare quegli
Ortaggi, che egli aveva tatuati in
Carra
Dopo
quefta Segnalata vittoria, BRrfiA.
tornandotene il Re verfo- Gerufa- ^g'",,^
lemme fabbricò in quello medelimo maviaia
anno il fortifTimo Cartello di Glaviano , che è in un Monte fopra la
Città di Baruri.
Doldcchino Signore di Damafeo, dopo la foltèrta disfatta , ncerf
caro aveva da Balduino «ni tregua , ,„ mt
&fi'
la quale gli fu accordata per un da- ma '<•*
to tempo ; ma Spirato quello, il RfeP»W"'*""«mefie imìeme Un Efercito, li por-'
lò fino ne i contorni di Damalco,
Tom. VI.
ed -
^™^*
-
M
ùnti nominato dagli Scrittori delle Guerre Sacre, e da me rammentato nel T. V."
Cap. XV.
Digitizsd by
Google
7 S
ed
ivi
quelle
devaftò quei luoghi
,
c lafciò
Contrade, dopo avere acqua-
ttate grandi ricchezze fenza riceverne alcun danno
Vennero
Tr ppt
F.'iziane
.';
poi dall'Egitto delle
nuove Truppe ad Afcalóna per
in Ajtaiina. rifoare
for-
più quella Città. 11 Ite.
Balduino, a fomiglianza del fuo ariteceilòrc, procurava di tener fem,prc in agitazione i Popoli Saracini;
perciò fentito l'arrivo di darre nuove Truppe in Afcalóna , linfe di an.dare a depredare per quelle Campagne ; intanto ne .attirò a battaglia
qualche partita di loro , de quali
di
:
i
alcuni recarono ucci/i
rono
farti
,
fchiavi.
ed
altri
fu-
,i
'anno nari, alloraquando Balduino mclfe inlìeme
Djwi/icun rifpettabile Efercito, per paflire verfo
Damafco
;
ma
per ingan-
nare gì' Infedeli di quanto medirava veramente di fare , morirò colle fue marce di andare verfo l'Ema- indi cambiata direzione',
;
colmeggiando ÌSt Giordano , fe ne
gitto
Digitized by
Googlt
i7i>
venne per la Valle di Save { T. IIL
Cap. XI. J nella Pianura di Efdrelon fT. IL Cap. IX.) e (i attenvicino al Lago di Tibcriade,-
dò
ove un ramo del Torrente Cifon.
(T. IL Cap. IL e IX.) entra colle lue
ne
acque nel detto Lago. Venun luogo chiamato Saove abitavano de i Cri-
di là ad
lóme
fliani
(1)
,
e
dì
il
.
(1)
tn
WMF
.
Ma
.
Gennaio
di
palsò a Mcrgifafar
(iuefto
da GuirlielmQ
XVIII porrebbe
di
16.
1
(2)
lu„go
Efco.ì
'
chiana
Tiro Lib. XIII. Cip.
IH io il liorga di
efiere
Sulyme , di cui paria Giulep-je Flavio nel-,
'
liiaVita, fituato nella Gaulouìtide ,
Regione Orientale al Lago di Tiberini*,
li
M oqn"t
e
e
Libaiio r°e per 11 quale dovevi
Balduino and.indo vefló Damàfco.
MtRoiJAfAi . Luogo vicino a Dami,
ove Guglielmo di Tiro Lib. Xlll._
XVIII. due, che léguiue la Converfionc di San Violo, e ia fteiTo fcrijie
anche Marino Sanato nel Lib. III. Par.
VI. Cap. XIIL ove per altro chiami il
detto luogo Megifaphar, «d altrove Mei.
disfar Ipello cambiindo uuefto lAotiéo
i Nomi da quello che tono Itati fcritii più
comunemente dai'li altri Scriirori..
pafl'are
(ij
ieo,
Cap.
'
Digitized by
Google
Battaglia
'.
'étfbfw
Elfendo
cati
i
quivi due giorni
furono poi attac-
flati
con tutta 1 u « te
'
Criftiani dalle
Truppe
Dol-
di
deehino Principe di Daruafco > col
quale ebbero una fanguinofa battaglia » nella quale renarono focconiRe derie an11
benti gì' Infedeli
che in quella occalione le maggiori
prove del fuu valore > e coraggio ,
.
e rendendo a
Dio grazie
vuta vittoria
fe
falemme
gloria
,
della rice-
ne tornò in GeruTruppe pieno di
colle fue
.
prtfa di
Dopo di ciò Ponzio Conte di
Rtfiti*. Tripoli volendo aggiugnere alla Tua
Contèa
la
Città di Rafànéa (i) eh*
era in mano degl'Infedeli» ricercò
l'aiuto del Re di Gerufalemme , il
quale occorfo colle fue genti , fu
prefa dopo diciotto giorni di afìedio gli ultimi di Marzo del 1126.
Fat(1) Rafane'a. Quella Cina era a Settentrione di Tripoli, da elio lontana circa
fell'anca miglia, e tettava a Oriente di
Torcofa (T. V. Gap. XV.) che le era di-
ttante ventidue miglia;
difìruLta
.
prefentcmmie
i.
-
ized by
Google
)8i
Farra quella imprefa, Balduino fe
ne tornò
in
Gerufalcmmei ove
pompa
lennizzò con molta
Ib-
Fella
la
della proffima Pafqua.
Pafsò poi il Re dalla Santa /; Re va
Città in Tiro, ove non era ancora ;» li™,
flato, da che ttovavali quella Città
in potere de iCrilHani. Mentre qui
trartenevalì > ricevè Kfpreili dalla
g*.
parte di Antiochia, che lo richie- fidino.
devano proni aliente
quelle Parti)
per aflutere quel Principato* che
veniva minacciato dai Turco Bor(èchino, il quale fen tendo, che fi
avvicinava il Re, li ritirò nelle fue
Terre , ove di lì a poco fu ammazzato da i Cuoi domeftici.
Neil' Autunno di quefl' Anno BkmmA
m
imi. Boemondo
li.
venne
dalla
il
Gievaa*
Puglia a prendere il pollèflo del fuo v '"".
Principato di Antiochia, al quale
fi
appaneneva, come Figlio
mondo
\.
già
Principe
T. V. Cap.
Cap. III. pag. 7 1
Città
(
XV.
dì
di
"*
Boe-
quella
e in que-
llo
} Balduino nel
metterlo in portello di quello fatato
Digitized by
Google
i
dette per Moglie Adelaide, fua
gli
Secondogenita; cdopo di ciò
iì reltituì in Gerufaìemme
Nell'Anno conlècutiTO 1127.
Primavera arrivò dall' Oe-
Figlia
il
Re
FimContt
di
Angiì circa la
v'mu
10
Stiìti
cidente in Terra pianta Ko!co, G011te ^'
dal
^"S'ò'
Re
degli
colà
'tato
col confenfo del
altri
Principi.
chiamato
Clero, e
Approdò
in
Toleroaide, ed ivi dopo cinquanra
il
Re Bilduino gli dette
m
giorni
Moglie, fecondo
il
convenuto) Me-
lifcnda fua Primogenita
,
allègnando-
dote la Città di Tiro, e quelAcri, 0 lia Toìemaide. Folco molto iì accattivò Ij benevolenza del Re, giacché procurò fempredi fecondarlo fenza allettatone
e di ertérgli obbediente, come le
folic un Aio Figlio.
Vgait
Ugo de' Pagani Primo Gran
Maftr-° dell'Ordina de i Templari,
uÀT'ì;
eri trasferito in Occidente a
OtadtBit. c ^ e
cercare da i Principi Cril'tiani dtgli
aiuti per la confervazionc della Terle
in
la di
'
ra
Santa, tornò in Paleitina l'an-
no
Digitized by
Google
(
no
a3.
1 1
sente
j
e
Ceco
condufle molta
.
11 Re fi rallegrò de i ricevuti^'
Jjjgj
foccorlìj per cui nell'anno confc* Odiaci»,
cucivo 1129. deliberò di andare ad
allediare Damafco , unitamente con
Folco Conte di Angiò fuo Genero»
-ol
Conte
oi
Antiochia)
EdeiTa
di Tripoli, col Principe
e
col
Conte
di
.
Mena perciò infieme una poderofa Armata li melTero in marcia
e andarono a far Piazza d' arme a Mergifafar , luogo ove fulla
>
fine
del
iij.-;.
i
Criftiani
ì
avevano
già riportata gloriofa vittoria fopra
gl'Infedeli.
old echi no Principe di
D
Dama-
i Crifimm
feoi venuto in cognizione dell' *&'i*j/o ii->
rivo in Mergifafar delle Truppe
Criftiane, feppe altresì» che per 1'
avidità della preda i vi era in qucll'
Efercito poca ordinanza » e fparfilì
erano i Soldati in qui , e là per la
Campagna
;
onde
approfittandoli
della loro feparazione
M
4
,
gli forprefe
colle
Aie Truppe, c mettendo fra i CrìIliani un gran difordine , gli accadde di poter fare di elfi anche una
grande ilrage, mettendo in fuga il
rimanente dell' Efercito ; onde redelufe le fperanze del
fiate
pra
1'
alì'edio
Damafco
di
,
Re
fo-
fe
ne
tornarono quei Principi ciafeheduno ne i loro Stati Accadde quella
.
rotta
il
dì
6.
non nel Mefe
come fegna il
Gennaio 1129. e
Gennaio 11 30.
Ti rio Ub. XIII.
di
Cap. XVI.
Dopo quello fatto così fvantaggiofo alle Armi Crilliane, elfendo l'anno iijo. Rodoano potentiiTimo Turco,
di Aleppo»
Signore
fulle Terre del Principato
di Antiochia. Boemondo II. volendo fcacciare da quelle Parti un
sì potente Nemico, andò incontro al medclimo nella Cilicia , og-
venne
gi Caramania , e pofe ì fuoi alloggiamenti in una Pianura denominata il Prato de Ì Pali j * Fratta» Pai-
Digitized by
Google
>8S
fiorum fi) Tyr. Lib XIII. Cap. XVII.
qui trattenendoli, fu colto all'
Ma
ìmprovvifo da una moltitudine grande di nemici, co'quali, il Giovane
Principe coraggiofamente difendendoli
vi lafciò la vita
,
II
molto
Popolo
afflitto
.
di Antiochia
per
la
redo
morte del tuo BalJuka
'".
Principe, nel cui valore, e nella
Al"" lb "'cui giovanezza molto aveva contidato per godere una lunga pace , e
tranquillità
.
Ma
in tanta afflizione
dato luogo al conlìglio , fu determinato di chiamare da Gerusalemme
il Re Balduina, il
in loro foccorfo
quale fubito s'incamminò verfo Antiochia per difendere quello Stato
da ogni ulteriore attentato di Ro-
doino
Giunto che fa pertanto
preflb
ve lv7fi
Bttmmdo
la
//.
fi
<*-
Quella Piannra È preflb t'amici Citta
J?{tóptt<i
di Anaiarbo, che fu poi detti Qe/*rca
(i)
Mgufia
Tìrio
in onore di
Li», r/f
Cap.
Cefare Auguito
II.
[a
,
.
il
chiama Ana-
Digitized by
Google
i8(S
Antiochia, trovò, che
la Città di
Adelaide
fua
dell' uccifo
Principe
Dominio
il
clic
di
Figliuola
Vedova
>
, fi era ufurpata
quel Principaro , e
iri pofleuo,
perelTerne (ottenuta
era anche ricorfa ad un potente Signore Turco chiamato Sanguino ,
ma
1'
Inviato della
Vedova
Princi-
pelli cadde in potere del Re filo
Padre , e la fua fpedizione non ebbe enètto.
Adelaide contrailo al Re anche l' ingrellò nella Città ma egli
;
introdottoli
dentro
ella
,
lì
ritirò
nel Cartello. Inrerpoltafi per altro
mediazione di alcuni prudenti
e faggi Signori fu pacificata !a Ficol Padre, e il Re confermò
ali
medelìma la padronanza fopra
la
glia
la
Cina di Laodkéa
Gabulòn fT. V. Gap. XV.)
,
e fopra quel-
la di
il Re già conin conto di dote a Boc
fuo defunto marito.
Balduino, remendo la maligni, fi fece ,pW-
le q-iati Città aveva
gegnare
mondo
r
'_
tà della fua FiglwoJa
.
fU-.
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flare giuramento di fedeltà da! Popoe da Principali dello Srato, che
vivente egli, e dopo la fu a mirre
ancora con le rvcrebbero quel Principato all' Orfanella Coftanza fua Nipote» Figlia di Adelaide, e del fu
Tuo Genero Boemondo li. ElelTe
poi quelli, che dovevano avere il
Governo dello Stato , ed accomodate in tal fotma le cofe del mede limo , fe ne ritornò nella Santa
Cirrà, ove lo richiamavano le proprie cure ; mi per poco più Iddio
aveva difpofto , che feguitar dovef-
Jo,
fe
a
i
reggere
gli
aliaci
del
Regno
Gerofolimitano
Ed in vero eficndo in Gecufa- Morte At
lemme cadde Balduino in una gra- «' n*!dui~
ve malattia
Pensò allora a fpoDignità Reale, perciò
col eonfenfo dei Primari del Regno, del Patriarca, e del Clero
rinunziò la Corona a Folco Conte
.
gliarii della
Angiò, fuo Genero, ed a Melinda .fua Figlia , Moglie dello
fteflò Conte.
di
"*
Prefe indi l'Abito de
nici Regolari del
e
(i
njt.
Caratttre
i
Cano-
Santo Sepolcro,
ritirò nelle loro abitazioni
ve venne a morte
e
approdò
hi
gli
il
fepolro
altri
Re
>
o-
dì li. Agofto
Calvario
nel
fuoi
Prede-
Baldnino II. fu un Principe efp^rto nell'Arte Militare, e perciò molto guerriero, e politico ancora ; accoppiò a tali qualità l'effendi uomo molto Religiofo, timorato di Dio» ed elcmoiiniero
Era di alta fìatura , di barba rada >
ma. lunga, di beli' afpetto , e di
forte compleiììone ; ma ecco quale
è la defcri/.ione , che ci fa delle qualità del Corpo, e dell'animo di
quefto Re, Guglielmo di Tiro. Dieitur miteni forma fuijfe confpkuus ;
corpore procerus ; f'acie venufta ;
captilo raro , flavo eanis mixte ; barbarli labens raram , [ed tamen ufque
in
&
peùus den.ijfam ; colore vivido
quantum attas Ma patiebatur,
; babilii ad ujum armorum ,
rofeo
&
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eqttis regett£s aptifftmus;
rei mili-
tar'! multai» babens experinitiam ;
in ogenibs Ji/is providtts ; in expe~
ditiouibus foelix
;
in operibtts pius
,
&
Siemens , mifiricors , religiojus ,
in arationibus iugis >
t'tmens Denis
ita ut calhs in marnimi baberet .
gègenibus prò affliBìonis
naflexioms frequeutia ; ìmpìger » licei Senior , quoties eum vacabant Re;
,
&
Tyr. Lib. XII. Cap. JV.
gni negocia
Morì già il Patriarca Arnolfo
mentre aveva &r>/«/rm1118.
principiaro a gravemente ammalarli me nei
dopo la morte del Re Balduina I. «^» *»
a cui non fopravvifle fe non rrc/jj^j//;
feitimane
ebbe luogo p^rò , come
lì è rifto , quantunque infermo > di
confacrare , ed ugnerò per Re di
Gerufalemme Balduino 11. Alb.Aqu.
nell'anno
:
Hi.
XII. Cap.
XXIX.
& XXX.
Ad Arnolfo fucceiie nella Se- £''™p°.
de Patriarcale di Gerufalemme Gor- "riana immondo di Nazione Francefc; nel tino di Gt.
tempo del di cui Governo abber*/"™""'
principio
l'
inligne
Ordine de ìGa»
ioo
Templari
valteri
,
come
dilli
già a
fuo luogo
Quello Patriarca nel i uz.
confacrò in Gerufalemme.. Odo ,
Primo Arcivefcovo Latino, di Tiro , la creazione dei qualfe , e
fua moire accadde , prima che la
Città di Tiro venilTe in potere dei
U
Criliiani
Va&
.
:
;
Do.P° V «9 ui fto
Città di
Gi'ofjimì- delia
'l'ira
farro nel
dalle
1
114.
ArmiCri-
taaa, r r Illa ne , nacquero delle contefe fra
A*ÙMbtini\.± chiefa dì Gerufalemme, e quel-
Antiochia intorno al polieifo
Chiefa di Tiro, mentre il
Antiocheno diceva peril
poflèflò a lui-, perchè
tempo de i Greci la Cliieia dì
Tiro era fottopofla a quella dì An-
la di
della
Patriarca
venitene
a
tiochia
.
Patriarca
Il
provò
elfo
Gero fot imita no
dall' altra parte, fpettare
per
PonreSci
privilegio
,
come
fono Urbano
Chiaronionie
de
i
ad
Romani
era ilaro coftituìto
nel Concilio di
c che ciò era (lato
11.
,
con-
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confermato nel 1098 nel Concilio
Antiocheno, e che corroborati erano flati i privile^; mcdelimi da
Papa Pafquale li. Tulcb. Cam.
IVI.
Caj>.
Morì poi
anno
do
nell
fletto
tenfe
il
Patriarca
1
j 1
28.
e
Gormonanno
noli'
stefta*
p«"
Camo- p <"'" r "
venne
Canonico Regolare
Cretto Patriarca fufeitò delle
vore
Stefano
eletto
pretenlioni fopra
il
Regno,
in
fa-
della Chiefa Gcrofolimitana
;
non potevano piacere al Re
Balduino 11. onde ne nacque fra
ed il Patriarca delle gravi
quelle
quelli,
turbolenze -, retarono per altro preIlo ultimate , mentre Stefano non
fopravviue nella fua dignità , fe non
due anni.
Ed offendo l'anno 113°- fu G„ntlmt
medeiìmo, Guglielmo
foflituito al
di;
Fiandra
,
clic era Priore del
to Sepolcro.
.
-
e
.
-
San-
-
DEL-
jijìo
Patriarci.
DELLA CITTA'
D
I
GERUSALEMME
Sotto
il
Re
Regno
di Folco
Latino di
di lui
elfo
T^VOlco Conte
S™«°'Xj
ri
Rf F"ht,
<
.
po
no
gno
l
Quarto
VII.
di
Angiò, eMe-
lifenda fua Moglie
JL
*//<
Mt'ufnSo
,
fino alla
,
morte
CAP.
a nlorr e del
j
poco do-
Re
Baldui-
Corona del ReGerufalcmmc » e la funzio-
ricevettero la
di
ne Tcguì nella Chiefa del Santo Sepolcro il giorno dell' Efaltazione
della Santa Croce
cioè il dì 14.
di Settembre 113 1.
,
Qs"
Non
<S
****** ta
727
iti
Rt
al
era Folco appena atriva-
Trono
,
che a richieda de i
gU convenne
Primati di Antiochia
«
r-
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I9t
correre colà per impedire le rinnovazioni , che tentava di fare in quel
Principato 1' ambiziofa , ed inquieta
donna Adelaide , Vedova del
Principe Boemondo II. la quale di
nuovo afpirava a renderli ailòlura
Padrona di quello Staro in pregiudizio della Erede Coftanza
riraro dal fuo partito
Signori
tenti
dì Edellà
,
e
quelt' ultimo
,
il
,
fra
i
, ed aveva
anche de i po-
quali
Conte
il
Conte
di Tripoli
arrivato
il
Re
in
,
c
Ba-
negò anche il paflò per le
fue Terre > per la qua! cofa Folco
s' imbarcò , e pafsò per Mare al Porto San Simeone ( T. V. Cap. XV. )
e di lì venne in Antiochia fuperanru-i
do
>
gli
tutti gli
oftacoli
Quì giunto fu ricevuto con tutta R R'
ia divozione da i primari Signori
Volle poi frenare 1 orgoglio del
Conte
gia
,
di Tripoli, per cui prciTo
ar-
Ru-
Terra non lontana da Antio-
chia» lo artaccò colle fue Truppe»
e lo battè facendo molti prigionieri
che mandò
Tom. VI.
,
legati in
N
Antiochia.
Ma
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Ma
interpoltifi in quelle
Uomini
alcuni
no
favji
elfi
difterenze
riconciliaro-
Re col Conte.
Dopo di ciò fu
il
cofc
pcnfato alle
del Principato di Antiochia
,
le quali relìarono tranquille
,
e porte in buon ordine , ed il
Re per
meglio ailicurarfene retto in quello
Stato q'.i alche tempo; ne lafciò poi
cura di elfo a Rinaldo , derro Manfuer, e cornò in Gerufalemme,
Mentre che il Re trovavaG
la
Jm?h
/iuit&ii,
W
attento
Regno
,
gli
al
Governo delfuo
come un
venne notizia
,
numero dì Turchi, venuti fino dal Seno Perlìco , avevano
già pattato l'Eufrate, eli erano acgreffiflìmo
campati
Terre di Antiochia .
Partì Folco immediatamente a
ptOmttffs
di Tripoli quella volta , ma effendo giunto a
filile
ibìtàtfat- Seida, gli andò quivi incontro la
Prfiiiat -Contena di Tripoli, la quale Io ricercò di fpccorfo contro il Turco
Sanguino, Signore di Aleppo, che
aveva allèdiato Ponzio fuo Marito
1-9?
Monte Ferrando
nel Cartello di
Re
11
toli
allorquando penetraSanguino > fi ritirò da
>
ciò da
quell'
afledio
Alcppo
il
verfo
(ij i
era dii'poito a compiacere la
Cornelia
e
,
in
tettimi
ti
.
Re
fuo cammino // Re frt.
Antiochia, e qui ri n forza tofit™. v " r"
A ""~
profeguì
il
Truppe andò a trovare i Turchi,
che erano accampati pretto Caniitreve , luogo vicino ad A leppo
di
.
Quantunque grande folle il numero degl' Infedeli , nulladimeno
ellendo fenza un Capo particolare,
che gli guidalTc, fu facile alle Truppe Gerofolimitane di batterli, e di
difperderli
un
, e di
fare oltre
graffo bottino.
In
quefto mentre
il
di ciò
Patriarca
,
_
i Grandi della Città di Gerufau
rendere più libero A
paflàggio a i Pellegrini verfo la
Santa Citta contro le feorrerìe de
ed
lemme , volendo
il
(i)
Monti FE«»*Nno
,
o
Cartello di F'onrìera fri
i», e
li
Monferrtnte
il
Principilo di
Conni* di Tripoli.
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j Baraci™ di Afcalóna i fabbricarono ne i contorni di Afcalóna mcdefima un Caftcìlo, clic chiamaro-
no Arnaldo
it
Ri mraa
in Ctruft. in
(immt.
(i)..
Intanto il Re, che trattenevaiì
Antiochia per dare un miglior
quel Principato,
fefto alle cofe di
convenne prima
partire
di
co
,
i
Principali di quella Citta di trova-
un marito alla fanciulla Colianza , Erede univerfale di quel Prin-
re
cipato
la fcelta
;
mondo
cadde fopra Rai-
d' Acjuiiania
,
glielmo Conte di Poitiers
rono fpedi ri
ghilterra
_._
,
frtuR t
r
il
.
',
.
gli
a cui fu-
,
Angariatori
in In-
giacche trovavali a quel-
la Corte, richiamandolo in Sorja.
Dare il Re tali difyolizioni fe ne
pafsù in Gerufalemme
Tornato che fu alla fua Ke-
c<mtè fidenza,
A Gtigs
i
Gu-
Figlio di
fi
fufeitarono de
difgufti fra lui
,
ed
i
gravi
Ugone Conte
di
Giaf(i)
Castello AnNALno.
del Monte Baia
Situato alle fri-
Mare
vicino
Strida Maefìra, che da Afealdn»
duce a Rama , e a Liddi.
tte
al
folla
con-
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Giaffa i il quale veniva acculato di
aver tramate dell' inlìdie contro la
vita del Re ; egli ne dette maggior
fofpetto
fporfi al
allorquando ricusò di ecimento delle armi, barba-
ro mezzo, con cui in quei tempi
credevali di giultifìcare l' Innocenza, onde venne condannato di felSembrò , che detto Ugone
lonia
.
aggiungeflè delitro a delitto, edendoli collegato co i Saracini di Afcalóna contro il Regno Gerofoli-
raitano, per cui
venne
tornato in Giaffa
ivi attediato
Ma
vendo
dal
Re
Principali del
i
in conlì de razione
,
Regno ache non
erano dì piccolo fcandolo tali differenze fra i Criftiani , che unanimi
dovevano foftenerc gì' intereili della
Terra Santa , s' interpofero per un
accomodamento , al quale il Re
condefeefe , con che il Conte lì allontanali
anni
Ma
dalla
in
Pale/lina
quello mentre
per tre
tratte-
nendofì in Gerufalemme , venne ara-
N
,
™-
vemente
ferito da un Ibi darò Britrone. Folco molto s' irritò di quella
malnata refoluzione, mentre veniva egli incolpato , come promotore
di quell' attentato
gìuftificò ben-
(ì
;
sì j mediante la confelBonc del faldato > il quale allieti rò i che di fua
propria volontà era flato l'pinto a
voler togliere
la vita
dendo
una cofa graia
dì fare
al
Conte ,
cre-
Re.
al
Rifanato intanto Ugone dalla
ferirà > navigò in Puglia ,
ricevuta
ove da Ruggieri Re di Sicilia gli fu
sdegnata in dono la Contèa di Gare qui tinalmcnrc morì, fen-
gano,
zj più tornare in Paleliina.
Ajfttio,
<£ Panèé
*
Nel rempo, che pa flava no tali
co ^e ' n Gerufalemme > erténdo l'an'no
andò
1
1
3 2.
il
Principe
all'allodio della
di Damafco
Cina dì Pa-
aéì (t). ICrifliani abitatori di
[>PaM(-a.
.
OIW>
Alrrinie-ti
po (T.
III.
Temila
ni
Csp XI.)
no
rie
i
Queft.i
Olitimi
di
ella
Filip-
Cini er«
nella
pri-
ma fpediiione desìi OccMcntsIi in Ten»
Sin», e dopo edere dal» di i me<leO-
Digitized bji
Google
1
l
99
fubìro all' afliltenza def
ma prima , che la Santa Città
;
r:eiTc dare alcun foccorfo, fu prePanéa da i nemici Fu poi tatti
rregua con quei di Damafco , e recarono liberi i Crilrìani , che in et-.a erano (tari fatti Schiavi,
Venne intanto in Antiochia Raimonifr
Faimondo Figlio del Conte di Poi- d' A9"' a
ricorfero
Re
eprefe per moglie , come era
convenuto , Coftanza * erede di
riers,
flato
XZihai*
Principato
tjael
Gli Atcalóniti erano quei némìci più vicini a
mi non
Gcrufckn™»,
ch=/^;f
npofo o quella
lalciavano in
„i,rmenii
Capitale, oi fuoi contorni, fempre/T^tr/i'nw
>iù
li
>er le
fieri, e
Campagne erano
inquietudine a
'ii
te
iò
rendevano
il
,
Re
che
mf
perii
di coiltino-
Cri/tiani
On-
.
col fuo Conliglio delibeil
miglior
N
ne loro
i
feofrendo
,
compenfo per
fre-
4
e riacqoifrati , finalmente veninteramente nel 11*7. Torto
tolti
ih Re^no di Almerico, di Notanti"»
Sonore TurooV -.
.
1
-
Digitized by
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il loro ardire fofTc quello di
eontinnvare a fare de i Forti intorno
alla Città di A (caloria, e ben prefidiarli. Fu perciò nell'anno 1133.
frenare
fabbricato un altro Cartello , che
venne chiamato Bcrfabéa . o altrimenti BegebelinO) e la cuiìodia di
elfo fu
Muore
data
Cavalieri Ofpitalarj.
ai
Ponzio Conte di Tripoli
il
7wò'r'*
vaco '*1 nell'anno
dopo
>
cioè
1
tro-
134. for-
Pellegrino (i)ìn un fatto
l'J j*ic'iL xo Monte
il Figlio, d* armi
contro Bezcuge Generalo
del Principe di Damafco > cadde fuo
prigioniero , e feoperto poi ad eflo
per il Conte di Tripoli , gli fu tafuccelìc a lui nella
gliata la teda
Contèa Raimondo fuo Figlio » il
?uale prete afpra vendetta fopra i
opoli del Monte Libano , confiderà ti colpevoli della morte del Con:
te fuo Padre
Il
(1)
Monti
Peli,hg*iNo Cartello poco «IICina ili Tripoli lìtuato in
fabbricato dal Conte di To-
rtatice
dalla
Colle.
Fu
loft; in quello a pag.
.
124,
__
_
nirjil bpfl
|
w Ci»)j
J
t
|
(
*5
11 Turco Sanguino valendoli deloccafìone di alcune ferie differenze Rimondo
l'
infone fra l' Imperatore di Collantinopoli Giovanni Comneno > e Raimondo Principe di Antiochia , era
andato ad aflediare il Calvello di
Monte Ferrando onde Raimondo
Conte dì Tripoli richiefe con mol-
Cùntt
ili
Trifali
;
ta
premura
I'
aflìftcnza
del
Re
,
il
quale accorfe di buon animo ; ma o
folle per malizia de i Conduttori , o
pure a cafo , le Truppe del Re fi
trovarono ridotte per catti villini e
ftrade
e
»
montuofe
,
ove vennero
difordinara mente attaccate da queldi Sanguino . In quell' azione
morti molti Grill: iani
e reftb prigioniero lo fteflb Conte ;
ed il Re dandofi ad una precipitole
vi rimafero
fa fuga
fi
ritirò nel Caftello di
Mon-
te Ferrando , ove fu tiretto da Sanguino
Trovandoli Folco in tale fiato,
.
ricorfe a
f
'
cipe di
della
i
Ci "(*
domandar foccotfo al Prin- ^Tri'.'
Anriochia , al Conte di E-
al
Patriarca
di Gerufalein-.
me,
me
c a
.
Regno
,
fuo
difpofero per
Prìmarj Signori del
i
i
portargli
quali lutei
il
fi
domandato
aiuto
Bezegge Generale del Princi-
"Zlil pe
topHhja
,
la
di
approfittandoli dcl-
Damafco
prigionia del Ite , e perciò dello
,
in cui trovavali il Re-
fcompiglio
gno
di
Gerufalemme
,
pafsò
fan*
ptovvifanienre nelle Terre del Regno mcdelìmo , e penetrò fino a
Napulofa ( T. V. Cap. L e in quela
quale non ellendo
fortificata gli fu
focile d' introdurli
iz.)
llo pag.
in efla
,
e di darle
il
Tacco
>
metten-
do il rimanente a fuoco , e fangue ;
dopo di che contento di un'azione
piurtofto da aflalTìno
rato foldato
,
fue adiacenze
,
che da ono, e
lafcìò quella Città
colla velocità
mede-
faxa; colla quale vi li era condotto
Intanto il Turco Sanguino fcntendo i che in foccorfo del Re FolOT venivano delle ti fpettabili forze »
-
//
Re
t!b*.
rflio rfW
Caflt/h di
*™"/""par roggio
fciò
collo
andar
(te Ilo
Re,
e lo la-
lifcerodal Cartello;
fo in libertà
il
Conte
Baf-
di Tripoli, e
tut-
tutti gli altri prigionieri
fatti nella pattata
,
JOJ
che aveva
occaiione.
B *tt»wé
ottenuta libera- Ì9 c „„_
_
11
Re dopo
l'
ne venne in Gerufalem- fiiimme
me; ed il Principe di Antiochia,
che era andato in foccorfo del Re ,
fe ne tornò al fuo Principato) ove
Io richiamavano gli affari fuoi contro Giovanni Comncno , che aveva
ZÌone fe
attediata la Città
loro, rcftù
,
ma
Raimondo
.
pacìlìcati fra
tranquillo nel
fuo Principato, e l'Imperatore, offendo già la ftagione avanzata , pafsò
a (Vernare in Tarfo (T. V. Cap. XV.)
Nel tempo, che in Antiochia " Rf *#•
'°' '
feguivano tali cofe fra l' Imperatore
d! u „
di Coftantinopoli , e il Principe Rai- enfiala
mondo, il Re approfittandoli de i *U" >t
valorofi , e nobili Soldati , che feco
aveva condotti dall' Occidente Teodorico Conte di Fiandra giunto in
quei giorni per devozione in Terra
Santa, pafsò oltre il Fiume Gior-
dano
all'
attedio di
un Cartello , che
con dan-
era guardato dagl'Infedeli
no de
i
Criftianì del,
Rejgno, ; nella
qua-
»
quale imprefa riufeì felicemente, ed
Cartello venne colla forza nelle
il
fue mani.
/ CriflU*ì
fono battati preflò
Ttems
.
Ecco di movo 1 Samcini di
Afcalóna fempre pronti a difturbarc
j
Criftiani
Prevalendoli quefto in-
.
q U eto Popolo dell' occalione , che le
Truppe Gerofoliniirane erano oltre
il Fiume Giordano ,
li avanzarono
fino a Thecua (T. IV. CaaXlIL)
j
la
,
pochi
.
I
erano nella San-
fa echeggiarono
quale
foldati
che
reiìari
ta Città, proctirarono di colà infeguirli, e
gP
Infedeli
,
all'
awifo
dell'
approflìmarli di quelli, lafciaronola
Città di Thecua, eli dettero a fugpoi riunitili , e trovati al; ma
lora i Criitiani , che a motivo di
far bottino fe ne ftavano difordinati, dettero loro add.illò, gli batterono , e pofero il relhnre in fuga
Saracmi
della ricevuta vitAlleano* c '
dt i Cri. toria tornarono in Afcalóna.
fiUni n
Il potentiflìmo Turco Sanguino * meiiitan do Tempre nuove imRtHT'
ptefe, entrò nel Paefe di Dama.S.'»£BÌl)g.
fcOj
gire
'
Ln'
fco , per cui i Damafceni domandarono l'aiuto de i Criftiani di Geru-
falemmc , ed il Re concene loro
quanto richiedevano , con alcune
condizioni , fra le quali vi era quella della reftiruzione di
Pania
,
fia-
ta acquiltata gli anni addietro da i
Damafceni fopra i Criftiani , la
qual Città trovavafi allora venuta
in potere di Sanguino comune nemico per tradimento dello fieno
Governatore
alla
cuftodia
,
che era ftaro porto
medefima» dal
della
Principe di Damafco
Confidava molto Sanguino nel- anga -„
g
a
per cui coraggiofa- ùfiia r
,
fue forza
le
mente avanzava!! contro il nemico , *** fiP r*
Temendo poi , che alle Truppe ' ?™'
di Damafco fi erano unite, e alleate anche quelle del Regno di Gcrufalemme , molto ebbe allora da
ina
temere , e ftimò miglior configlio dì
abbandonare la meditata imprefa ,
onde non credendoli troppo ficuro
di
un
felice
evento
,
fi
dette alia
fuga in tempo, fenza che feguifle
azione alcuna.
Allora quei di Daraafco pera-
* JW*.
dempirc «rio il Re di Gerufalemmcaile promette» unirono le proprio
Truppe a quelle del Re medefimo ) e inlìcme a quelle dei Principe
di Antiochia , e a quelle del Conte di Tripoli t che furono chiamatein toccarlo
>
lì
trasferirono
all' atte-
dio di Panéa, la quaìe venne finalmente in loro potere con delle difcrere condizioni , e fu reftituita a i
Criiliani
foddisfattiffinii
della lin-
fede loro mantenuta dal Generale del Principe di Damafco.
cerà
Ut*
tant
M^mm*.
*
Fu
eletto frattanto
Vefcovodi
uella Città Adamo Arcidiacono
t e per il temporale fu confegnata a Ranieri di Èras , ai quale
era Itati tolta gli anni avanti , ed il
Re fi reftirul alla Santa Città .
<l
di Acri
Un
^'H'/j.
o£?
re
,
Saracino poi nobile Signoe Coppiere del Re Folco . aven-
do avuro
in
Fcudo un tratto di Ter"
Fiume Giordano , del
ra di là dal
quale ne erano flati privati per i loro cattivi portamenti Romano del
Poggio , c Ridolfo Tuo figlio , fabbricò un Cartello chiamato Crach (1)
Gii
fpiriti torbidi
Afca- EStfctf
degli
loniti era neceflario di tenerli
ìi
feni- afttiio d1
fi*lm*.
prc più riftretti ne i limiti delle Ioio Terre ; perciò il Re Folco nell*
anno J137. deliberò di fabbricare
pretto alla Città di
Afcalóna un
al-
tro Cartello
Fu pertanto quello,
coftrutro nel luogo, ove fu la Cir.
, Patria del Gigante GoDetto Cartello venne poi chia-
tà di Getti
lia.
mato Ibelino,
e
come
altrove
fi
è
veduto fu dato in confegna a Ballano il vecchio nobil Signore, il
quale co' fuoi Difccndenti prete in
appretto il cognome d' ibelino dal
no-
Mar Morto,
giorno
fra
Levante, e Mezzo-
.
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nome
del predetto Cartello
fo è queiìo
mato
un
•
Adef-
groffo villaggio chia-
dagli Arabi lcbna
L'anno dopo, cioè il 1138.
medclìme, per cui tu
Bhnté fabbricato il Cartello d' Ibelino , fa
Gnwdia.
e(j;^ C3ro arlv;ora quello
di Bianca
Guardia, pocodirtame da quello d*
Ibelino 1 i quali, inlieme coli' altro
Cartello fabbricato avanti , e chiamato Begebeiino , e quello di Rinaldo , venivano a cignere meglio
la Città di Afcalóna , e ad impedire le troppo frequenti feorrerie de i
EJifajtit
Cajitlb di per le ragioni
Saracini
Gìtvnm
Comntnt
wii
in
Sorìa.
Erano feoriì pochi anni da che
'* Imperatore Giovanni Comneno aveva falciata la Soria, allorquando
v i tornò con un potentiiTimo EferSi accampò vicino ad Antio-
cito
.
chia
e qui chiefe
il
mantenimento
de i patti fatti col Principe Raimongli anni addietro , cioè di corifegnargli ad ogni fua richierta , la Cifra , ed i luoghi forti , e di dargli
do
nelle
mani
tutte le monizioni)
ma
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tatto gli fa negato per il che lì ritirò molto fdegnato a (Vernare nella
Corta Marittima della Cilicia.
Luimgavafi per altro , che nella .
£ /mpfr4
Primavera in qualche torma avreb- «,-s Gii.
be ottenuta la Città di Antiochia Cotmtvo
m
malgrado il volere di quei Cittadi,
_
ni
;
intanto principiò dall' ideare
ftrattagemma
.
Moftrò
quelli
dcliderio di andare a vilìtare
i
uno
ma
Gerii/a.
Itmrn*.
egli
;
vettovaglie
,
non
era
grado di
in
riceverlo con quei numerofi Eferciti
,
Sua
che folcva marciare
;
la
Maeflà
accordandogli bensì di panare
nella Santa Città a foddisfare alla fui
devozione
>
quando
fi
folle
conten-
tato di condurre fcco foltanto diecimila perfone di feguito
Tom. VI.
O
£
R'J"%
BK ^atl ;„
gran
Santi
di Gcrufalemmc , per cui ne
l'occorrente al Re Folco,
li accorfe della fottìgliezza
Greca adunò perciò il Tuo Coniglio » ove fu detetminato di rifponche acccrtifdere all' Imperatore
fima farebbe Hata la fna vilita, ma
che elléndo il Regno in penuria di
Luoghi
fcrifle
L'Ini-
2IO
L' Imperatore moftrò , che tanto poca gente difdiceffero al fuo decoro , onde ringraziò gentilmente il
Re . ed ebbe la politica di dare de
i
ricchiifimi
a
preferiti
gì'
Inviati
del Re Folco , che erano il Vefcovo
di Betlemme » 1' Abate del Tempio
del Signore , e il Cartellano della
Rocca
di
Gcrufalemme
Imperatore manoccaiione per entrare
Vedendoli
cata quella
I*
con un numerofo Efercito, andava trattenendoli con diJìnvoltura verfo Tarfo di Cilieia»
penfando fra fe dì paiìàre poi in
nella Scria
Sorta neir Eftate
>
e fare ivi qualche
memorabile imprefa Ma nella
mavera medcfima dell' anno 1
.
offendo a caccia per
i
Pri14.3.
bofehi vici-
no a Tarfo j lì feri accidentalmente
con una freccia avvelenata , per
cui il di 8. del Mefe di Aprile
dell'Anno ileffo morì preffo Anazarbo
lieia
,
Città antichiffima della Ci-
.
Tro-
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Trovavafi il Re Folco, inlìe-*0 '" *'
Regina Melifenda fui Mo-* f F"'i "
Acri , o li» Tolcraaide , alloufci.un giorno fuori per
me
colla
glie in
rquando
ricrearli
colla
campagne; ma
Caccia
egli
per quelle
rrovò. la fua
morte, ove appunro credeva di trovare un follievo al ilio corpo > giacché correndo dierro ad una Lepre,
cadde il Cavallo fopra cui egli era ,
e barrendo colla iella fui pomo della fella, fu. tale la percofla
rita
,
fe fe
,
e la fe-
che ricevè , che non fopravvif-
non
tre giorni
.
.
,
Fu poi portato il fuo Corpo con
funebre pompa in Gerufalemme ,
ove fu fepolto apprelló gli altri Re
fuoi anteceflbri nel Monte Calvario nella parte deflra.alì' entrar dentro pretto la porta.
Tyv. JÀb.
XV,
Cap. XXVll.
In quanto all' anno della fua^»™ » ««'
'' Re
morte, il Tirio dice, che accadane
F°' °il di 13. di .Novembre
u+i. l'undecimo anno del fuo Regno . Idièas
Novenibris anno ab Imsrnatione Do-
O
1
mini
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mìni millejtmo centefimo fuadrsgefimo fecundo » Regni vero anno undecima , defic'tens > in jeneàme bona
ulthnum
iiem
claufit
.
Tyr. Lio.
XV.
Cap. XXVII.
Il fentimento di detto Scrittore viene untvcrfalmente feguitato di
ma pure la morte
Folco non accadde fe
non l'anno 1144. In prova di ciò
abbiamo primieramente nel Codice
Diplomatico della Sacra Religione
de i Cavalieri di Malta un Diploma , in cui l'anno 1149.6 fegnato
per l'anno quinto del Regno di
Balduino Zìi. il quale Iticceffe immediatamente al Padre , onde quello doveva eflère morto l' anno 1 144.
Inoltre
che la morte del
Re Folco fuccedefle piutrofto nel
1 144. che in altro tempo, può riletutti gì' Inorici
del detto
;
Re
varli dallo ftcflb Tirio
Lib.
la
XVI
,
il
no de
i
v
quale nel
Cap. IV. racconta
morte del Re Folco, e
zione di Balduino
,
che fra
la crea-
venute in maBarbari la Città di Edena
III.
la
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la perdita della qual Città accadde
l'anno 1144. T. V. Cap. XIV.
Servirà
finalmente dì fapere
che nel raccontare il detto Ilìorico
Tìrio i" fatti accaduti circa quelli
tempi, è molto folpetro di efatrezza
Cronologica , come fi può offervarne una riprova , allorquando nel
Ub. XV. Cap. XXJIJ. fegna la morte
dell' Imperatore Giovanni Comneno all'anno nj8.(i)ed il venrefi-
mo
do
Regno , quanche regnò foltanto ven, e pochi meli , e mo-
fettimo del fuo
è certo
,
tiquattro anni
ri il
di 8. di Aprile
Tornando
quelli
al
Uomo
1
-
14}.
Re Folco, fa'àiwiw'
di mediocre ftatura, éoùitt A/odi pelame raffi), era di cuor lincerò,
umano,
e affabile, mifericordio-
Oj
fo,
anno n)8. £ quello, che trovali Ce.
gnato comunemente nelle Edizioni dell'
Iflorie di Guglielmo di Tiro; ma per a g.
giugnere errori 3 errori nell' Ifioria dello
rterto Tirio , che trovali nella collezione
(1) L'
degli Scrittori delle Guerre Sacre , inti.
tolata tkflé Dti fir Frantoi vedefi notato
rannonj7. onde ciò merita correzione.
«4
fó
c liberile
,
liei
fare
elcmoiìnc
ì
fu uomo efcrcitato nell' armi, e
pazieiuiiììmo nelle fatiche: ma contali poi i che folle di deboliflima memoria a fegno tale di non conofeere di li a poco quelle (Ielle portone che poco avanti aveva benerìfcace. Tyr. Lib. XIF. Cap. I.
Stata della
CbMé
Ge.
'Sfirn
il
Ki-jjjo Jet
Be
i'«Ui>
.
In tutto
del
Re
Fo]c0)
il
la
tempo del Reijno
Chjcfa Gerofolimi-
cana non ebbe altro Patriarca fe non
Guglielmo di Fiandra, il quale , come ii vedde nello feorfo Capitolo ,
era già flato eletto l'anno 1130.
fotto
il
Regno
di Bai duino
II:
hnrtma
eh
il
L'anno confecutivo 1 13.1. il
Regimi' 'i- d" Settembre incoronò il Re
Folco, e la Regina Melifenda nella
Chiefadet Santo Sepolcro; el'iftcffo Patriarca fu quegli, che dette
poi fepoltura allo fleilò Re Folco
Md'fe»<l*.
.
JvótZà nel
luogo reedelimo, ove tredici
impedire, ni avanti gli aveva polla in
e Arci Corona Rcalev
an-
capo
la
che
Qs el, ° Patriarca impedir vieva a Fulcherio , eletto nel 1133- all'
'
(api
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Arcìvefcovado di Tiro , di trasferirli
Roma per ricevere il Pallio dalle
del Papa ad imitazione del fuo
a
mani
predecclfore
ma
;
Guglielmo non
> e tutti i mezzi da elfo tenuti per impedire a Fulcherio quella gita» arrivarono alle
orecchie di Papa Innocenzio II. per
rìufcì nel fuo intento
cui quello Pontefice ferine al Patri-
arca medefimo una lettera , nella
quale (i lamentava con elfo delia
all' Arcivcfcovo di
avvertendolo nel tempo
,
renitenza fatta
Tiro
Jlelfo
dere
,
al
che renderle , e facefle rendetto Arcìvefcovo la dovuta
giultizia
Tornato Fulctierio da Roma in CbUfn di
Sorla ebbe ordine colà dal detto In- Tir " p"">*
nocenzio , che la Chiefa di Tiro ren.
*J£
deflè ubbidienza alla Chiefa Patri ar- ctr*facale di Gerufalemme; giacché anri- itmmr.
£
camenre
era foggetta a quella di
Antiochia , per la quale alienazione
da una Chiefa Parriarcale all'altra,
gii fino dell' anno 1114. vi erano
O
4
fìa-
fiate altre difpute
,
come
fi.
è vedu-
to nel pattato Capitolo.
Ordinò in olire Innoccnzio II.
che 1' Arcivefcovo di Tiro avelie il
primo pollo appretto il Patriarca di
Gerufalcmme , come lo aveva avuto col Patriarca di Antiochia) prima , che la Città di Tiro vernile in
i Principi Occidentali. Il
Breve d' Innocenzio fu indirizzato a Guglielmo Patriarca di Geru-
mano de
falemme
Liù.
Ottilia di
,
e vedetì appretto
il
1 irio
XJf- Cap. XII.
Quello mede/imo Patriarca
Gu-
Mt'mbit glielmo intervenne al Concilio Antiochiano del 1142. inlieme con Al-
dti 1141.
berico Vefcovo di Oftia Legato in
Soda
Sede, e con molti altri Arcivefcovi, e Vcfcovi ; ed
in quella Adunanza fu deporto Ridolfo Patriarca di Antiochia, elìcndo Jlato condannato per Simonia.
Dedìcazimt
Dopo di cib il detto Legato
della Santa
,
^P0 ^0' 180 »
et*
'I
Patriarca
Gero-
f Iimitano fe n = rornarono nella
,/f / P
sigwe. Santa Città j e correndo l'anno n+j.
™mph
nel
Digitized by
1
nel terzo giorno di Pafqua di Rcfurrezione, col concorfo di molli altri Prelati
, e nobili Signori , lo fteffo Alberico foce la Dedicazione del
Tempio del Signore fi)
Dopo la celebrazione
di que- aatiih
, fu tenuto
un Conci- Qtmfiit
J
Santa Città , e precifamenre "*
Solennità
fta
lio nella
*
Chieiadel Monte Sion(i)nel
nella
quale venne trattato di ciò , che pareva convenire alle circoftanze di
quei tempi , e nel tempo medelìmo
tenne propofito degli errori de'
Crtfh'ani Armeni , e furono cor.
li
rette
cofe.
varie
completa
,
Epifiopit
,
Qua
celebrìtate
convocatis Jrcbiepifcopis
,
& alia Ecclefiarum Prue-
latìs
una cum Domino Patriarcba
Coimhum eeUèravit {Albericus Le,
&
gatus Apoftolicus) in Primitiva
,
Ecclefiarum Maire San3a8yon, traHans ibi cum eis de bis , quat infialiti
'
tem{%)
A
Tuo
luogo dovrò fare
/jiecial
menzio-
ne di quella Chiefa
(:)
Dovrà
"il
parlare altrove di quella Cliiefj
particolare
" 4i
"
i(8
tempori videbantur convenire.
Cui
Synodo imerfuit Maximus Armento'
rum Pontifex , imo omnium Epifioporum Cappadocìae , Mettine , Perfidis
tartufine Ameuiae Priiicept,
&
DoÙor eximìus qui CathoUeus dicitur Cum hoc etiam de Videi articulis
in gutòus a noliis diffemtre vi,
.
,
detur popola* eìus , habitus ei7 tra, èr ex parte eius promiffa eli
in multis correilio Tyr. Lib. XV. Cap.
XVIII. Dopo di ciò il Legalo Alberico andò in San Gìovan d' Acri
ove s' imbarcò , e tornò a Roma
flatus
.
DEL-
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DELLA CITTA'
GERUSALEMME
Sotto
il
Regno
Baidnino 1IL
di
Quinto Re Latino di elfo,
alla dì lui morte
CAP.
DUe
figliuoli
fino
Vili.
laCcio
dopo
di Balduina
fe it defunto Re FoIgo > 1'
uno chiamato Balduina , c
Almerico, ambedue nati dalla Regina Melifenda
Balduino frattanto fu quegli
che fuccene al Padre nel Regm
Gerofolimitano i e il dì 25. di Di
III.
Re
di
l'altro
.
cembre dell'anno 1144. fu conia
craro
,
e
incoronato
nella
del Santo Sepolcro per le
Chicfa
mani
di
Gu-
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Guglielmo
Patriarca
Santa
della
Città
La
fi-
ina
jukiìfiìiia
^
3 e ^en ^° C S'' P cr a ' tro GÌOvinetto» giacché non aveva fc non
gavtrn* circa tre luftri , nel tempo della di
Regna. \ n [ minorità fu governato il Regno
ii
con fonimi integrità > e prudenza
dilla Regina Madre, donna di gran
laviczza
,
pia
,
e religiofa
.
In quello medelimo anno 11+4.
Sanguino
prend,
e in qucll' intervallo di tempo , che
Edtjfa
.
cor fc fca i a mor[e del Re Folco , e
l'incoronazione di Balduino lll.il
potentiflìmo Turco Sanguino attediò la Città di Edcilà, della quale
ne era allora Conte lofcelino IL
In tale flato di cofc furono domandati dal Conte i necellkrj aiuti
al Principe di Antiochia » il quale
elTendo fuo fegreto nemico , traccheggiò a foccorrerlo » e perciò ven-
ne poi
egli
,
molro incolpato della
perdita di quella Città
La Regina Melifenda non mancò di
far partire le fue
Truppe per
dare foccorfo a quella Cirtà
>
e per
affitterò lolcelino
,
ma non
giunfero
tempo , e quel!' ili uft re Città fu
prefa dagl'Infedeli, i quali commeflero ogni eccello contro gli abiin
mcdelima
tanti della
.
La prima imprefa
fu di pattare nel
di Balduino
n
Rl
tc-
145. oltre il Gior- pifi* un
recuperare un Cartello , Cajltih
1
dano per
che i Turchi
coli' aiuto , e favore
della gente del Paefe avevano tolto
a
Crifliani
i
CaMlo
Era detto
giofa iìtuazionc
to
re quella
ed avendolo afledia-
pensò
,
inutilmente per
devalla-
il
Campagna
dal tagliare
de
,
e tormentato
,
varj giorni
,
e
in vantag-
Re
di
col principiare
bruciare gli Ulivi
erano abbondanti^ mi
quei contorni, ed erano quelli l'unica ftilfiftenza degli abitanti di quei
quali
i
Paefi.
Principiava!! a dare efecuzione
comando, allorché i Paefani , che
confegnato avevano quel Cartello
i Turchi , penfarono
loro medeal
a
fimi a rimetterlo
nuovamente nelle
q^/J,
"" "''
mani»
e in potere
dei Criftiani, co-
feguì, e il Re dopo averlo prefidiatoi e fornito di vettovaglie fe
me
ne tornò
^n
jr propojla
si
Ri f
impi-eja
£
liofirt.
in
Gcrufalcmme
Nobile Signore di Dama-
feo nominato Tantais
,
cllbndo ve-
nuto in gravi dilTapori col Princìpi:
p anìa fC0) (j trasferì in Gcrufaa ritrovare il Re Balduino*
lcmme
e la Regina Melifenda
,
a
quali of-
i
ferì, colla prometfà di alcune
con-
di dare in loro potere la
Città di Bofìra (i) della quale egli
dizioni,
(iJPoStka,
Cicca
tori
.
in
Arabo
BulTarcih
.
Quelli
delinquale f.inno parola gli Scric,
delle
Guerre Sacre,
Traconitide in
pofta
è
quella matruior
nelin
ponione
della Tribù dì Miriade limata di là dal
Giordano. Non bifoijna perciò confon-
derla eoli' altra Città di egual rome, o
nlmmenci derra Uolar , che rollava nella
Tribù di Ruben. DtHt. Cop.iT. vtr. 44.
bj*i Cip. XX- vtr. 8.
Il Padre Calme t nel Tuo Dizionario Biblico, dice , che alcuni Geografi moltipli-
cano le Cini di Boll™ olire
non vedo ntppur io la
1111
la
neccllità
nteeilìr-à
J
ili
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22}
era
Governatore
,
infieme col
Ca-
rrello di Sclcath fi).
Adunato
il
Configlio in Geru-
falemme fu deliberato che fi dovene abbracciare Ja proporzione di
Tantais, onde metto infieme l'Efercito , e prefo in compagnia il Legno della Santa Croce > il Re fi
_
partì dalla banra Città
,
e
fi
trasfe-
rir (altare li Cirri di Adriia , o Ediài
dalla Tribù di ManafTe in quelli di Ruben per collocarla appretto Boftra , o Bolòr
Cina
come
lo
della
licito
Tribù di Ruben,
Calmct raccoglie da Eudetta
La Cicli per altro di Bottra , che il
Nobile Tantais offeriva a Ual.iuino III.
conlidcrando la liquazione del Caltéllo di
Salcsth , e della Città di Adraco , che è
ì' ifletfi
di £ l-ii. della quale dovrò par.
Iure poco più a. ami, inclinerei a credere , che fo(!c I irteli , che la Città di Bafin limata nella Tr.bù di Manallé di la
1
dal Giordano , della quale parlali nf.\t
S'cre Carie. hi»t Cep. hX. ve.. 11.
Sm.cath, oSelcha. tra anticamente
una Una della Tr.bù .li Marine li lì
Ciar la. >o fo i condri Settent rionali
delFaefe di Uafan. Dft. Cip. Iti. Dir. .0.
(il
dal
ri a Tibcriade
alloggiamenti
,
ove furono
fatti gli
Pattato indi il Fiume Giordafinalmente tramezzo a molte
,
nemici, e grandi ftentì
arrivò coli' efercito pretto un luogo
chiamato anticamente Adrato(i).
Qnì foiltirono i Criftiani de i
nuovi travagli
Arrivarono finalmente a villa della Città di Boftra molto defatigati, e mentre fi
no
inlìdic di
.
trattenevano negli alloggiamenti
che fatti avevano prello la medelì-
ma
,
venne uno fermamente dalla
Città , il quale domandò di cfTcre
introdotto all'udienza del Re, ove
giunto , e trovatolo col nobil Damafeeno Tantais , lignificò loro , che
la
{]) Aurato .
delle fiuerrc
Chiamati dipoi al tempo
Sacre, Cittì di Bernardo
nftjmpes Tyr. Lib. XVI. Cap. X. lonventicinque miglia da lioftra verte
Mezf.og ionio
E'quefca la Città di Fdrdi, ed apps<V
tenne alla Tribù di Manafle di !1 dal
Giprdaiio, hfuc C-p. XIII. ver- 31-
lidi'
tana
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trovava!! in mano de ì
mandati dal Principe di Daa i quali era fiata congegna-
Cirtà
la
faldati
mafeo
.
ta dalla moglie dello fteflò Tantais
che
Ì
fari
della
Daniafceni
li
Rocca
>
erano impouetV
che avevano
e
>
.(cacciato dalla Città tutto il Popolo , che portile enere di fofpetta de-
vozione al Principe di Damafco
Difperando perciò l' Efercito
Criftisno della conquida , e polle ib
t'
imprtfi
* B°^ r*
v " " vm>n
, lafciarono quel
Paefe ,' e dopo avere fopportare deleftreme fatiche , che ne ftupivano
ftefli nemici > arrivarono a Gadara fi) e dipoi a Tiberiade, ove
molti foldari li divilero » tornando
alle loro guarnigioni
Venuto poi
il Re in Gerufalemme fu ripofta la
Santa Croce nel foliro fuo luogo,
e tutti furono lieti di rivedere il
della Citrà di Boftra
'
l'
gli
.
Tom. VI.
P
Cadmia. Antica,
(l)
fu
il
Lago
tile del
di
lì
.
loro
e celebre Cittì preC
dì Tiberiade nella parte Orienin quel tratto di Paelè ,
medelimo
che formava
dal
la Mezza Tribù
Fiume Giordano.
di ManafFe
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loro Principe, della falvezza del
quale erano giunte poco avanti delle notizie molto dubbie
Dopo la perdita fatta da Ì CriItiani della Città di Edcfla , molto
reftarono inferiori , e debilitate le
forze loro in Oriente Fu perciò di
nuovo predicata in Occidente la
Crociata , per cui modi dalle zelan-,
.
ti
Prediche di San Bernardo
, fi
raof-
fero da loro Stati in foccorfo della
Terra Santa il Re di Francia Lodovico VII. e Roberto Conte di
Dreux
fratello dello
fleffo
Re
,
e
I'
Imperatore Corrado III. con Enrico
fuo fratello , e molti altri Principi ,
e gran Signori, e Prelati, sì della
Francia , che della Germania
S. Bernardo era flato deftinato
per avere il coniando generale di
tutta l' Armata ; ma egli col confenfo di Papa Eugenio III. a motivo della fua deboliilinia compleffione, ricusò tale incarico, e li difpensò anche di paflare nella Pa-
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Nell'anno pertanto 1147. ft^'AV"moflèro quefti Potentati co' lotoj^''' 1
numerofifiimi Eferciri alla volta del-™ fr,t"l
p
Ja Terra Santa. L'Imperatore Cor- *"*
T,tr*
rado era» fecondo le' convenzioni
pallàto già alla volta di Coftantinopoli fin di verfo la fine del Mefe
di
Maggio con nn' Armata delle più
numetofc eflèndo compatta di l'et-
tanramila Corazzieri
re
i
,
fenza conta-
Cavalli leggieri, e
i
dì fettantamila Cavalli,
forte quella del
Re
Pedoni.
fi
E
dice, che
di Francia.
Arrivato Corrado in Coftanv™?'0
'
tinopoli fu accolto dall' Impera tore"^"i.
Manuel Comneno fuo Cognato con mptti.
mille dimollrazioni di affètto , e di
ftima, ma a chi non p nota la fedo
'
Greca ? Manuello medefiino fu que, che fe l' intefe fegretamente co'
Turchi dell' Afia Minore , acciì»
pacando i Crociati per quelle Terre
gli
'
'
o-tfoàto
'
fonerò battuti, e difperfi.
&c«-rm&>
BBJ
Nè le fue cure andarono a vuo-
to
,
mentre marciando Corrado col
Digilizad by
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115
fao Efercito per l'Alia Minore i le
Guide , che per (corta del cammino gli erano ftate date da Mannello, lo fecero a bella polla traviare
per laoghi deferti ( e mal ficuri ove
potentini ma armas' imbattè in una
ta
Turca
.
Le Truppe
di
Corra-
eflènda deboli di forze per le
,
fatiche l'offèrte per malìzia de i conduttori in quel difaftrofo viaggio»
furono rotte facilmente da i 1 tirchi , e queir innumerabile Efercito
di Criftiani reftò ridotto alla deci-
do
ma
parte
«
la
quale andò a riunirli
colle Truppe Franceli . che effe pure giunte col loro Re in Coftantinopoli , ed al folito bene accolte dal
Comneno,
erano poi pallate nett*
Alia Minore , ed avevano il loro
Accampamento predò Nicéa. T. V.
Gap.
carraia
Mia
ìh
1
«wH
'
"
a ndò
cia
»
XV.
Lo fteflò
Imperatore Corrado
il Re di Franfe ne tor,
ivi a ritrovare
con cui abboccatoli
no poi in Coftantinopoli , ove 1' IrnOrientate non lafcio di
competatore
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compaflionarlo
e di Seguitare a far-
,
gli delle particolari finezze.
Paflàto Corrado in quella Capitale ia rigida ihgione dell' Inver-
no, fu poi
i'a
eflèndo la
_,
"
approdò felicemente in Tolemaide
e di li pafsò in Gerufalemtne 1 ove
fu accolto dal Re Balduìno , e dal
Patriarca fra le acclamazioni di turco il Popolo
Il
.
condurre dallo ftef- Co/£m«*™Nava-/' 0'''0 TrrS"""'
Terra Santa , ed
Primavera dell'anno 1 148.
tatto
Comneno con una Armata
le alla volta della
Re
Francia
di
Lodovico ,
all' \m- m
fatto accorto del fucceflb
"
f>
„%"
peratore Corrado , viaggiando per e Afi*
l'Alia Minore tenne diverta ftrada, Mimrt,
Giunto al Fiume Meandro , oggi
Madre
Natòlia, trovò nella
i Turchi ,
che volevano opporli al fuo paflaggio; ma
nella
parte oppofta
le
Truppe
del
Re
trovato
il
guado
panarono oltre
il
medeiimo , e fi
azzuflàron co' nemici , fopra de i quaottennero una gloriofa Vittoria , e
li
fi
arricchirono di
un
grotto bottino.
uJ
T
so rane
,
cammino
Afta
dotto
Minore.
^ om
nr/i'
non ebbero in
mentre feguirando ii loro
vedde queir.' Eferc ito ri-
L'iftefla fontina
xt%
f'^^^yi. appreflb
li
fra
;
(
la
e quivi
Grettezza di alcuni
venne attaccato dai
Turchi
, i quali cogniti appieno
de
luoghi t ove combattevano » menerò in grande fcompiglio iCriftiani,
i
de' quali moltiflimi renarono uccifì,
e molti altri Furono fatti prigionièri ;
quei poi , che potettero fcampare dalle
loro mani
,
fi
dettero ad una pre-
cipitofa fuga
t
-
Rl
Si riunirono finalmente gli adi quello defolato EfercitOi il
quale giunto a Sa t alia (i) feguiiò il
FEfinin vanzi
/«» Hcic
Afa ^'=»- v i a ggio per terra;
ma
il
Re
ivi s'
-
tv paffuto
m_
SatalIì , che enti chiamali ancor oggi, ed è lunata fui Mare in un Golfo,
che porta lo Beffo nome. Era quella l*
antica Cina ili Aitali) nella Pamphilià ,
Ove gli Apolidi San Paolo; e San Barnaba vi predicarono il Vangelo À3- Apo(!i Cip. XIV. vir. 24. Della Pimphilil
ne è ora parte quella Provincia dell' Alia
minore, che i Turchi chiamano Caral-
(i)
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imbarcò , e con felice navigazione
approdò a Porto Simeone. Di lì
venne in Antiochia » ove fu accollo
onorevolmente da Raimondo Prin1
cipe di quella Città
Intanto , anche l' Efercito arrivi»
a Selcucia (i) una porzione del quale li incamminò verfo la Pateftina
feguitando a tener la via di Terra ,
l' altra s' imbarcò panando al fuo
e
Mare .
Ancora il Re
dcflino per
Francia
,
Lodovico
partito finalmente di
di
An-
tiochiagiunfeinGerufalemmeincon- arr ; va ,*„
con gli fteflì onori , che era (la- tonfatrato
to
p +
ttmmt.
Seleucia Cittì della Soda, didima al. Fu
trimenti col nome di Sf/««*
quelli fabbricata di Seleuco Nicatore.
Era la medefim» limata preiìb al Porto
San Simeone, chiamato oggi dagli Arshì
Seldin T. V. Cap. XV. inclinando io a
credere, che Soldin medefimo lia l'antica
Seleucia , giacché quella Città era fui
fi)
PW«
Mare, o almeno
mo, mentre
iare in
Cipro
Sa a Barnaba
.
qui
vicina al medefiimbarcarono per pigSan Paolo , e
liL ver- +•
aitai
i'
gli Apolloli
Alt. Affi' Cat-
%
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_
to ricevuto in quella Capitale i'imperator Corrado
che ebbe ciafeun
Soddisfatto
propria devozione nelTtjlmtiA .Principe alla
la vifìta dei Santi Luoghi di Gcmfalemme, fu intimato di tenerli nel..
la Città
di
Tolemaide un General
Congreflb , al quale intervennero il
Re Balduino, la Regina Mclifenda
fua Madre , il Patriarca della Santa
Città , l' Imperatore Corrado , e Lodovico Re di Francia con una quantità grande di altri llluflri Perfonaggi, tanto Secolari , che Ecdelìaftici,
fra
i
T. Il.Cap.
quali
II.
vi
,
come
11
accennai nel
trovò anche Gui-
Bellagi noftro Fiorentino Cardinale di Santa Chiefa del Titolo di
San Grifogono , Legato della Sede
do
Apoftolica in Oriente.
In quella Generale Adunanza
zknt pir fu trattato , e deliberato l' AlTedio
della Città di Damafco (i). Si po-
Drlittra-
fil
Damasco. Amie h illima
ili
,
e celebre Cit-
della Sor!a= oragli Arabi
ScUm
.
U
chiamano
««-
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fero perciò in marcia
il
di
25- di
Maggio 114S. e preceduti dal SanLegno della Croce pervennero
to
Città di Tiberiade » e tenendo
il Lido di quel Lago giunterò
po'
alla
lungo
Queft*. Città è loggetta all' Impero Ottominno fin dall'inno 151CÌ. in cui Soltan Sellino I> la eonquiflò ibpra Ì Mamelucchi di Egitto , che ne godevano allora il pottèflo.
E' rimarcabile una notizia riguardante
quella Cittì , che ultimamente ci ha (bm-
minillrsta
ili
il
Sig.
Domenico Maria Min-
eruditismo Scrittore
delle
cole della
noflxa . Egli nel T. XXII. della
celebre Opera de 1 Sigilli", iti aggiunta dell' illuuraiione di uno di sili
allo Spedale degl' Innocenti
Patria
fu a
appartenente
ragguache uno de i primi Bambini, che
1
condotto a quello Spedale* dopo l
di quella
glia
,
folle
Cina
di
Firenze
,
ci
gliuolo ili una cofpìcua Pedona, che era
grande autorità nel Governo di
Firenze, per cui dagli Scrittori ne È taciuto il nome della Famiglia.
Quello Lorenzo pertanto fatto adulto
e panato in Oriente fi trovA poi Schiavo del Signore , che allora governava 1»
Città di Damafco. Qaefti difendo flato
allora di
iJ4
poi a CefaciSa di Filippo i e di 11
pattarono nel Paefe di Damafco,
ponendo i luro Accampamenti al
Cartello Dora.non lontano dalla Città di
Damafco
dalla patte di Occi-
den-
avvelenaro , ebbe li forte di eflèrne guarito dal detto Loreiiio, in ricompenfa
di che alla fua morte lo lafciò Erede
del Governo di quella Citta. Il detto
no Uro Fiorentino pertanto Fabbricò in
Cina di Damafco un Caftello, gli
angoli del quale gli orno colle Armi del.
ella
la nclìra
Citta
di Firente facendovi fcol.
pire il GigLio, e i Leoni, come Ci offerta iìnaa'noftri giorni, anche in virie altre Torri , che circondano le mura di
quella Cittì
»
Damafco è anche
giorni noftri
delle più cofpicuc Città dell' Impero
Una
Ot-
tomsnno ; ella è di populaiione grande ,
giacché gli abitami di effa , comprelìvi
Borghi, li conta che fiano fopra cin-
i
quecentomda
Vaftìflimo è il Tuo Commercio. E' ÓWiofa di turtociè, che È
neceflario alla vita dell'Uomo, ed ameniflìma è la fua fituaiione. E fino di i
tempi de
Profeti era chiamati, Cittì
commendabile, luogo di delÌ7Ìs, e cafj
.
i
del piacere, Oerem. Cap.
*
Anni
Cap.
I.
XUX.
vfr.ij.
per. s-
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\
dente
»
glia-
.
,
le
i5
.
non quattro , o cinque mi-
Indirizzarono
indi
la
loro3
cW«- Alla detta Città ; divi-,!'
'
e armata.
Efercito in tre diihccail primo era comandato dal
marcia verfo
derido
l'
menti
Balduìno di Gerufalemme , il
fecondo da Lodovico Re di Francia , ed il terzo dall' Imperatore Corrado:
Le armi Crith'anc t'operarono ICr ;a;„;
coraggiofamente i primi oftacoli , che fittrtn i
trovarono fra gli Orti> che fono i primi tfitOccidente ; e a Settentrione della
Città , ove gl* Infedeli lì èrano fat',
Re
ti forti fra gii alberi
tezza delle lìrade
Orti mede fimi :
,
,
e fra la Gret-
che dividono
Ebbero un altro incontro
fponde del Fiume
lo la
gli
alle ftp-rum
che feorre pref- fi""
quello pure fa
nemici dandoti alla
medefimai
,
a
•
ma
fuperatoi ed i
fuga furono contenti di poterti ricoverare nella 11 dia Città
in quella
;
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ronu vicino alle Mura fra Occidente, c Settentrione, principiando le
loro operazioni , nelle q-jali erano
molto avanzati, e già i Cittadini di
quella principiavano a difperare delloro divezza
la
Giunte finalmenre Je cofe a un
era per cai che la Città
P° tere de!!e arn " d 1 Cri "
li jhfiitans
.termine
aipIX Ae ^ m
ftiani , alcuni Primari Signori del
Regno dì Gerufalemmc feppero
fraudolcnteinenre perfuadere i Capi
dell' Armata Crillianaalevare l'AfCedio da quella parre della Città)
e rrafportarlo nella parte oppofta ,
cioè all'Oriente, e all'Andro*
dicendo, che da quella binda le
Mura erano
ad
lì
ci
•
e facili
,
facilmente
pronper-
non fupponendoli di avea Armata de Tradi-
ne " a P co P r
parttof tor '
F$*'
,
deboli
con maggior
falciarono
SÌ
S
mn^ m"ìu te
più
acquiltariì
icrifliatii
•""'""'^''fiiadere
sì alta
i
'
sfera
,
gli alloggiamenti
nella parte
oppoita
onde
(i
.
levati di
trasferirono
Ma
trovarono
ivi
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una gran penuria di acqua dalla
quale godevano prima ; o privi furono i foldati di quei vantaggi che
ivi
,
,
loro fom mi ni Aravano l'abbondante
quantità degli Orli , che erano a
Occidente
-
Le Mura fi effe da quella ban- Uvmn r
daj non le trovarono cosi facili al- "JT"1'" *
""
'"
hi conquida, come erano loro fiate '^r r
^
l
-
raDprefenrate . Intanto i loro anti- umnu.
chi alloggiamenti furono occupati
dagl' Infedeli
,
i
quali
ivi
fi
fortifi-
carono Dall' altra parte principiando a mancare nell'Armata Criftiana
le vettovaglie * ed ogni altro ne.
ceffario
far
comodo»
e difperando
di
maggiori progrefli conrro Dafurono coftrerti i Principi
;
lied io %
a lafciare queir
mafco
A
Criftiani
e a tornartene in Geni tal emme
Fin da quei tempi furono 7^-0fi"*?' fi.
rie le
opinioni inrorno al motivo di
^J^'JJf
„
quefto tradimento Fu detto , che i
macil
ero fol imita no cripti»,
Signori del Regno
procurafléro quell'inganno per invi.
G
dia
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dia di Teodorìco Conte di Fiandra , il quale venuto in Terra Santa folta nto ùltimamente col Re di
Francia , aveva già fatto un maneggiato per aver egli il dominio di
Damafco
quando
,
foflè flato
con-
quiitaro.
Altra opinione fii , che i nefi comprailero quello tradimento con delle generofe fomme di danaro sborfate a tempo a quei Signori Ci e ro foli mi tari
Finalmente vi fu chi dirti , che
motore di tutto quelV inganno ne
mici
i
ione flato Raimondo Principe di
Antiochia' per odio, che portava al
Re di Francia , Jtn di allorquando
,
panando
di Antiochia
trattenerli
mi a
,'
non
volle ivi
ed aiutarlo colle fue ar*
i confini del fuo Prin-
dilatare
cipato. In
folt a n za qualunque folle
motivo di sì condannabile inganè certo, che i traditori erano
nelle/Truppe' del 'Re Balduino 11L
il
no,
il
quale per altro
quanto
erafi
non
era feiente di
fegretamente macchi-
,
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nato dagli flefli Grandi del fuo Regno
\! Imperatore Corrado avendo _
,
veduto V elico infelice di quella im- „rnd ia
prcia , e conliderando in qual ma- OccidtHtr
nìera erano fiate delufele fue Truppe, e quelle del Re di Francia,
prete congedo dallo fteflò Re Lo.
dovico VII. e dal Re Balduino , e
imbarcò , facendo vela alla volta
Acaìa , ove giunto lì abboccò
col fuo Cognato (' Imperatore Ma-
s'
dell'
nuel
in
Comneno
ritornandotene poi
Germania
11 Re Lodovico
trattenne nel-
fi
/;
**
*
Santa Città fin dopo la Pafqua
dell' anno 1 1+9. ove vedendo di non omìAmupoter euere utile di più a i vantaggi della Terra Santa , s' imbarcò in
la
Tolemaide, e dopo
tornò ancor
egli
ne
altra foddisfazione
,
i
varie vicende
fuoi Stati fenz'
fe
non
di aver
i Santi Luoghi; refìò bensì
fcolpita nel cuore ad etto, e all'Im-
vìfirati
peratore
Corrado una fvantaggiofc
opinione de
i
Popoli £rifliani della
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Sona»
c particolarmente de
di del
Regno
i
Gran-
di Gerufalemme.Porentiflimo Turco San-
11
guino Signore di Aleppo , e di cui
ho più volte fatta menzione» moNo- r ì i n queft'anno 1149.» ed a lui
faccene il fuo Figliuolo maggiore
Sangtii'i
,
t gii fai.
cede
Mnmfa]
pnft
Norandino, o Nurrcdino.
nuovo Principe Tur-
Quello
che ereditato aveva il valore
,
del Padre, vedendo la debolezza
grande de j Criftiani Occidentali in
quelle parti dell' Oriente , particolarmente dopo 1' infelice imprefa
della Città di Damifco, pensò di
occupare Antiochia 1 per cui li a-
co
dì
"".t".'
'*""J£ *"1
-
vanzò
colle
fue
Truppe
a
quella
volta
11
Po'* ti
P" nc 'P e Raimondo
HcìmòiloM^ troppo
fidan-
nel proprio valore vol-
le andare intrepidamente contro le
armi Turche , ma i di lui Soldati
inferiori di
numero , non potettero
nemiche, onde
«filiere alle forze
fegu) di
e
effi
una fanguinofa
Raimondo medefimo
ftrage
vi lafciò la
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vita
.
Accadde
le facto
il
di
qucfto
29.
deplorabi-
Giugno'
1'
all'
no 1149.(1).
Fece indi Norandino mille »"**»»
danni nelle Terre del Principato
V7WtT
Antiochiano , e feorfe colle lue iti prn .
Truppe
fino al Cartello di
Q_
Tom. Vi.
(1)
I]
Tirio
,
fpeflb difeorde
Harench
o A-
negli
inni
,
•
,
e
KjimonJo %ga\ nella Felli di S. Pietro.e Paolo Udì 17. di Giugno 1148.OCdi
.
amo ab Incarnatici!/ Domini tnititfmo ctntifimo qaaihagrfimo 0cittì anno ttrthdrcìmt
tifai tfi atttem
Savo, Principatti
JHtnfe lunh , vigtfima fiptima étt MenJft, die Frfto SanSomm Apofielarum Petti , ir fault. Tyr. Ubigli. Cap. IX.
Ma la Fedi di quelli Santi Apoftoli , i
Greci , ed i Latini V hanno Tempre celebrata il di io. di detto Mele. In quanto poi alla differenza dell'anno, ficcome
fecondo gii Scrittori Ambi , nelle colè lo-
ro degni di maggior fede, legnano ctye
Norandino fiicceHe al Padre Sanguino l*
anno 544. dell'Egira, che corrilponde
1 gli
anni di N'offro Signore
"49>
per.
ciò non poteva efTo fatto eftet lèguito in
addietro , giacché Norandino non venne
falle Terre di Antiochia, Te non dopo
morie del Padre, che legni nel ms-
li
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0 Arech
,
Antiochia
glia
;
che non era dittante da
fe non circa dodici mi, e lo preiidiò con buo-
>
lo prefe
na guarnigione
11 Re d ' Gerusalemme fenten-
rm,ì»v
ptHi
do
in
Awitihi*
il
pericolo
,
in cui trovavali tut-
to ji p ae fe di Antiochia . pafsò in
quella Città a confinare la Vedova
Principefla Coftanza , e i Cittadini
.
quali lo ricevettero con eftremq
giubbilo , fperando , che la fua prelenza in quelle Par» averebbe in1
cuflo timore ne i nemici 11 primo
penderò del Re fu di fare adunare
quanra genie potevati , coli' idea di
.
riprendere il Gattello di Harench ,
che pafsò ad ailedjarlo • ma eflendo
troppo ben prelìdiato , e vedendo
che a
fuoi
lungamente
potevano eflere anche
penderò» e fi rei
trattenerli ivi
sforzi
inutili) Jafcioqucl
fticul in
//
S'ibm
fhoni,
paffk
Antiochia
Nel tempo medeiimo il SoldanoMd'lconiofT. V. Cap.XV.)
mila
Xur-
At'fiP'"-
.
i
(i)
Solcano, ^ueflo
i unTitolo. che »p-
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Turco
attarli
cui
ti
lì
di gran potere , volle
appiancor eflb dell' agitazione , in
trovavano i Criiìiani per tan-
finiftri
accidenti
,
pafsò
perciò
Alia Minore verfo la Mefopotamia,conquifiò vari Cartelli, e andò poi a porre V afiedio a Tmbefcello , Fortezza della Contèa
Edefla, ove fe ne flava il Conte lodall'
#
fcelino
II.
dopo
la perdita della
Cit-
tà di Edefla. "'
...
...
•
Il Re Baldtiino per impedire,
jÉjZ*
"
che anche quello nuovo nemico non
d*) a Tii<,
racefle
maggiori progreffi
, mandò a
Cartello Hafarth: gli
fortificare
il
fu
facile di
allora
condefcendere il Soldanp d' Iconio ad un
-•
accomodamento, perii quale 'fofee--'^'"1
1
Imo refe al detto Soldaho rutti gli
fchiavi Turchi , che aveva
fatti fuile di lui Terre , e di più gli
donò
far
'
'
Q-»
preflb
i
Califfi
?
Ar-
valeva Generaliffimti delle
Armii. Ma fu in appreso prelò arche
per Tijolo-di Sovranità , -come è qui
(opra iliaco verfo il Soldino d'Iconio.
"
"
.
Armamento
di dodici Cavalieri , o
fodero piuttofto gli ornamenti i i finimenti , c l'armatore di dodici Cavalli. Se ne andò poi il Soldanoie
liberato
afTedio
Tflo
di
lì
Conte
il
pafsb
>
nel
la
Iofcelino da quell"
il
Cartello
trasferì in
fi
graziare
per
il
giorno medeiidi Hafarrh , e
Antiochi» a rin-
Re dell' opera
Tua liberazione
prefittagli
.
Trattenutoli Balduino in Anuitmwt. 'iochla quel tempo, che poteva cffere ncceffario a mettere in tranquillità gli a/Fari di quel Principato,
ritornò in
mrttùi
«w
Gerufalemme
Regno
n Conte
alla
cura
del fuo
di
EdeiTa
poco
fb-
mentre l'anno
II' pravviflea tali fatti,
1150. nel pattare una notte fegretaménte in Antiochia , ove era flato
chiamato da quel Patriarca, e non
fe non un fuo fervito-
avendo feco
re, fu colto all' improvvifo da alcuni Ludroni, e venne condotto
m
Aleppo , oye
fra
le
afflizioni dell'
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animo
e
,
i
tormenti del corpo
fini
la fua vita
Gli Storici
ci
hanno
lafciato
poco buon nume di quello Principe Il Tirio lo chiama vir fupinus a
patria degener bendiate yfirdibus af.
fiuens
libidine
,
dijfoluttts
,
fpretis
permeiofa fequens. TyrXVII. Cap. XI
Trovandoli il Regno dì Geru- » R*f"~
MG4za
t
in qualche ripofo , il Re '^
meìioribits
lib.
'
falenime
Bildiiino reftaurò in parte la Città
Gaza (i) e
di
fortificò
la
,
elTendonc
±_
Q_3
Gai*
Era quelli Città una delle cm*
qa« Satrapie de i Fili (lèi e toccò in torre alla Tribù di Giuda IoJ~. Cip. XV. -ut.
47. E' li mede ima molto ri mine mata
(i)
.
,
.
Belle Sacre Carte
.
Santone Giudice, eLiberMore del Popolo di Pio trovatori qui rinculalo di i
di notte tempo tolfe le Porte di
,
quella Città , e caricandoli le mede-lime
co'iuoi itipiri, e ferrature ("opra le proprie fpalle le portò nella fommìtà del
Fiiiftéi
M.
,
Vicino Moute.
Cap. XVI.vtr. j.Per
tradimento di Dalidi , venuto poi nelle
mani de i Filiflei, effi gli levarono gli
lo conduKero qui, ove lo forto-
«chi, e
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%4à
Mura
allora fniantcllate le
di abitanti
i
i
L' og-
"
a
i
„
.
.
i
e priva
dette poi la cuilodia dela i Cavalieri Templari!
mede lima
la
•v
tìiiivt
i
Filili.,
Mi
Gaza
Tempio del Loro Dio Uaeon ; lo fecero
qui con dime per fervir loro di [ratinilo, e di divertirne imo t la qual tola ivendo' egli filffétta per qualche tempo,
fi appoggiò poi alle Coloni*, che ttggenano il Tempio i ed invocato il Signore,
perche gli relìituiflé la fui priftina tafli, abbraccia due delle medeìime le it olii-, e fattole cader* cagionò fa rovina di
tutio il Tempio , ove mori egli con
molti Fililtei , ed il nomerò loro Tu ti.
le, che la Santa Scrittura fi efprime ,
che Santone aveva uccili più Filiftéi aio.
rendo, che non «veva Fano nel tempo
di fua vita.
Mutui;
Mulhfytt pioni mtrfnìt
qt'.vn
e»H
vitti tctiJrrét. lu-
Cip- Xfl ver. ?«•
Gaia de i noftri giorni è pluttofto un
grolTo Boigo divifo in due pani, uni fu.
tili.
Giura, ed ha
.periore,
ove
è
il
non»
fonato
lleflb 11
il
e
diltint.
dagli Arabi
patte fu-
Cartello,
ma
fé parata
mente
altra parte inferiore prefa
col
nome
di
1'
,
Ha-
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L'aggettò dì tale imprefa fu
flringere la Cittì di Afcalona
anche dalla parte di Mezzogiorno
banda le rollava la detta
Città di Gaza.
I Criltiani
Occidentali aveva- uiWirmt
no già perfo la Contèa di Edefià, infintfr»
e il Principato di Antiochia era J **! *
/j
s'
*
fpeflò in preda de i nemici
Il Redi
dalia qual
ji
.
gno poi
di
Gernfalemme , confide-
raro in particolare, era tranquillo;
allorquando fi rifvegliò nel Re
Balduina HI. l'ambizione di regnare folo
,
cioè di levarli
dalla iog-
gezione di Melifenda Tua Madre ,
la quale feguirava a governare infìeme con cilo.
Per fcaniare in tali circottanze
ogni lunetta confeguenza , venne
conclufo i che il Regno folle diviSoì fialduino prefe per Tua porzione le Città di Tiro» e d'Acri,, e le
altre Città polle a i Lidi del Mare
con tutte le Terre di loro appartenenza i ed alla Madre rilafciò la Città di Gerufakmmc , e la Città di
CU
Na-
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Napulofc Capirale della Samaria, o
di quel Paefe , che oggi dalla
medefima chiamali Napulocon tutte le Terre
, umilmente
ili
Città
fa
di loro appartenenza
Per poco tempo per altro tettarono
le
cofe in tal guifa
,
mentre
il
Re ftimolaro , e configliato da
alcuni Primarj Signori del Regno *
pretefe di fpogliare la Madre di
quanro
le
aveva concedo
ler egli eflère
l'
afiòluto
, e di voPadrone del
Regno.
La Regina ricevuto un tale
avvilo jteftò piuttofto forprefa, che
maravigliata , onde lafciò immediatamente il foggiorno di Napulofa ,
ove fi era riabilita » e pafsò in Gerufalemme
Balduino intanto andò a Napulofa i e l' all'oggetti) alla di lui
ubbidjenza , indi pafsò oltre , e li
conclude fotto la Santa Città , ove
attediò la
Madre
,
la quale
fi
ritiro
nella Fortezza
I
Cittadini
di
Gerusalemme
non
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non volendo incorrere
nella disgra-
diBalduinojgli aprirono
zia
le
Por-
te i ove egli entrò colla fua gente
colla quale andò Corro la Fortezza
per impedire qualunque foccorfo alRegina Madre» non mancò Baiduino di fare intorno della Fortezla
za, anche delle maggiori oflilità, e
per varj giorni fu combattuto con
quei che erano alla cuftodia della
mede lima
,
.
Re
11
nè di
vere
11
la
era decifo fu Ila fua idea,
fi farebbe partito
fenza aFortezza nelle mani, on-
de alcuni Signori
zo
menerò
lì
e tratrarono la pace
,
fu conclufa
,
con che
nunzialfe la Città di
al
Re
fuo
figlio
,
di
mez-
la
quale
Regina
la
ri-
Gcrufalcmme
contentandoli
el-
Napulofa * come feforma tornò la tran-
la di ritirarli in
gul
,
e in tal
quillità
nel
Regno
,
e nella
Cittì.
Il
Santa
—
S!
Re che
vedeva
ido
il
il
,
.
?»«/ dar
M> » *"*
Princip»-**
iiuiuh
che Tempre
#
tinti*-
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pre non poteva efière lì preferite in
pregiudizio degli affari del fuo Regno i pensò i trovandoli in Antio, di proporre alla Vedova Princhia
Coftanza varj nobilillìmi paracciò ella Itegliene quello che
piaceva , e li rimaritane , ma
volle accettarne alcuno.
Balduirio conofeendo > che
, giacché
cipefla
titi *
più
le
ella
non
Onde
nulla vi èra da concludere
la
Donna
era
occupata da qualche
altro incognito
amore(i) lafciòqucl
Pista*
Da
#
tdt
ci
Antiochia
pafsb
Tri-
in
polì
per procurare 1' accomodamento di alcune differenze , che erano infarto fra il Conte Raimondo
la Contefli Odierna
fu» moglie ; trovavali ivi anthe la
Regina Melifenda i 1» quale veden-
di
Tripoli, e
do»
(i) Coltimi PrincipefTa di Antiochi» Vedova del Principe Riimondo ricusò •Ilori qualunque nobile partito di rimaritarli, per l'ufferio, che portivi a Rinaldo
da Ciftigtione femptive Soldato che /poto poi nei
uff
'
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ìfl
do » che non era flato poflìbile di
riunire gli animi, prefe feco la Conlena per condurla in Napulofa , ove
foggiornava.
Conte Raimondo per altro
non mancò in tale occasione di anli
dare ad accompagnarle per qualche
tratto di itrada fuòri della Città,
ma facendo ritorno fu còlto dagli
fra il Foflò , e le Mura della
Città di Tripoli) ove fu barba-
aflailini
ilella
ramente uccilo
Balduino , che era
in Città
,
feri-
tilo il funefto cafo, fece tornare addietro la Regina, e la Cornetta; e
data onorevole fepoltura al corpo
dell' eftinto
Conte
rare fedeltà a
fece indi giu-
;
Fcudararj d!
confermare quello Srato alla Vedova
Contelìà , e al Giovinetto Raimon-
do
tutti
figlio dell' eftinto
di ciò lafeiò
la
ed inficine colla
verio
il
fuo
i
Conte
Città di
Madra
Regno
.
;
dopo
Tripoli*
s"
inftradò
Y
,.
.
fr'7„só".
Correva l'anno 1151. allora- Al R,gB ,
il R* con buona parte del- <? fi '™-
quando
lue genti irovavafi in
le
NapuloCl.
Nel tempo mede fimo quattro Signori
Turchi , i quali dicevano > che a
lo-
perveniva la Città di Gerufaper titolo di Eredità , mederò infieme un poderofo elerci to per
venire all'acquiUo della medelìma
Andarono intanto a Dani ileo, ove
quel Principe procurò di di (Iliade r li dal renrare queir imprefa , coinè cofa dì dubbio evento.
Nulladirneno > fenza farcafo di
tali avvertimenti) (labili nella loro
rifoluzìone , vennero avanti , e panaro
fi
lemme
to
il
Fiume Giordano s'incammina-
rono verfo la Santa Città , ed arrivarono finalmente a porre il loro
campo fui Monte Olivcto
.
Ciò melTe
lione
i
in
grande appren-
e cofternazione
gli
abitanti
di Gerufalemme , che vedevano il
nemico dalle ftrade , e piazze della
ftefla Città , e più fi trovarono dubbiofi i e incerti della lor forte , confiderando , che la maggior parte della
gente d' arme era a Napulofc
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ove per altro Spedirono
occorrenti notizie
Cubito
le
Frattanto rimedi dal loro pritimore» ponendo ogni fiducia in
mo
Dio
fi Trovarono con
tanto coraggio da ufcire dalla Città , e di andare ad affrontare il nemico riufci;
rono così felicemente nella loro
re-
che non Colo lo sloggia, ma di più
per le difficili j e
che conducono
,
t facendone di effi una
continova rtrage , la quale fu magfoluzionc
,
rono dal Monte Olivero
lo
infegti irono
montuoie
ftrade
verfo Gerico
allorquando fuggendo lì
>
trovarono di fronte anche il Re
Balduino > il quale partito di Napulofa colle fué genti fe ne veniva a
giore
dar foccorfo alla Santa Città
Trovandoli
i
Turchi
in tale
fi-
liazione .convenne loro difordinarlì
interamente , e fuggire in qua , e in
là , e per ogni dove trovarono la
morte , per il che pochillimi furono quelli; che tornarono alle loro cafe . Accadde quefto vittoriofo
'
fatto delle irmi Criflian* il dì 31. di
Novembre dell'anno 11 52.
La ricevuta vittoria dette
mo
a
i
prefa
ani-
l' imAfcalona , Città la quale
aveva faputo reiìftere con, e ebe tuttavia roil dominio de i Califfi,
CriJtiani per tentare
di
fin allora
tro le loro forze
llava fotto
di Egitto.
Re , meflè che ebbe infieme
Truppe , prefo il Legno
Santa Croce, s'incamminò»
11
tutte le fue
della
, e con gli
altri più
cofpicui Pcrionaggi del Regno al-
col Patriarca
la volta di Afcalona> e
il
dì 15. di
Gennaio 1153. pofero 1' Afledfc a
Mare , e per Terra
Erano già due meli, chciCriquando
quella Città per
,
«ftìani flringevano Afcalona,
arrivarono conforme
al
folirp
alla
de i Santi Luoghi molti PelOccidente, i quali dopo
Pafqua, che celebrarono in Gerufalemme, volendo tornare a i lo-
vifita
legrini di
la
ro Paclì
sferirono
,
d' ordine del
Re
li
tra-
ancora. quefti all'Attedio
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di Afcalona, per cni l'Eferciio lì
fece più forte
Gli Afcaloniti , ebe andavano
perdendo le fperanze di poter più
reggere qnell^ Cittì, furono riconfortati
Mefe di Giuuna Flotta Na-
nel profliniq
gno
dall'arrivo di
vale
>
che
portò loro degli aiuti
dalla parte del Calino di Egitto
fenza che le porcile effere impedito 1' infreno nel Porto , giacché
cflendo maggiori le forze Egiziane ,
vollero
i
Legni Criitiani non
tarli colle
lito
loro
cimen-
piccole forze all'o-
troppo incerto di un'attacco
navale
Nel tempo , che
V Attedio
di
Afcalona
continovavafi Nanntiht
,
Norandinn i™<*
Signore di Aleppo pafsb all' impreCittà di Damafco-, la quaprefe colla forza, (cacciandone il
^"'J"-
fa della
le
Principe
A' Criftiani non piacque
troppo, che quella Città venifie in
potere di un Signore sì potente , in
luogo di un Principe debole , edefche prima
.
femminato
,
vi era
,
ma
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L'
imprefa dì Aleatoria
>
gli ritenne
da ogni altro peniiero.
dopo
quella Città
Intanto
a-
Attedio
ver
folletto un rigorolb
lì arrefe alle Ardi cicca fei meli
mi Crifliane il dì n. dì Agolìo
,
ti 53.(1)
concedendo
Afcalo-
agli
niti
(1) Eccoci qui a i Col'ui sbagli di Cionologi3 . In ogni Edizione deiTirio , troviti
che li teli di Afcalom fcguiffe il di u.
di
Apollo' 11 54.
hfnno ièguitato ,
do atientstrrenie
molli
e
Scrittori
io
roa pei alerò
ofler vali-
li Tua Iflorìa
dal
C*p.
XX. il Ctp. XXX del £i*. XML fi veerrore mentre nel Cip. XX. 1' Andri
Anno [X. del Rena 1 1 JJ. lo chiami
gno di Bslduino HI- « 1* Anno 1 1 54. I*
l'
;
I'
Anno X.
dei
Regno qual inno farà flato
Tuo Regno il HiJ. ? ( Di.
,
adunque del
morirai nella line dello torlo Capitolo il
vero anno in cui principiò 1 regnare Bai.
duìno III. ) Di più 1' Attedio di Afcalona
non Teguitò , che circa Tei Meli di tem-
no
onde
fatto nel
Io fteflò
flato
l' acquifto doveva ellere
115], poiché dil Caf. XXI. dei.
Ut. XVII. del Tirìo roedcllmoli può penifGmo congetturare che poCini X A*»'™"'
netlpro l'AITedio alla
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niti
i
?5?
che potettero ufcire colle loco
donne >
e figliuoli
,
e roba
;
e la Cit-
tà congegnata che fu ai Re , quelli
ne conceUe il dominio al fuo Fra,
tello
Almerico Conte
Accadde
circa l'anno
non
di Giaffa.
in quelli tempi cioè n Re rtm.
1155. un fatto, che t* >\f***,
Criftìani^""
troppo onore a
fa
i
R
Tom. VI.
del
A?i'bY't
'
Tonti .
dì 15. Gennaio , il qua! giorno per altro , fecondo la maniera dì conlare del
(utravia fieli' anno tifi,
non principia in quello luogo ,
come altrove a contare 1' Anno Te non
il
Tino, cadeva
giacche
d>l dì
dì
Marzo, la qual confusone
Epoche fece dire anche
di Errori, e di
Padre Paoli Cai. Dipi. pag. 444. che
Cittì di Afcalona folle acquìftara il dì
11. di Agodo it S i. e che vi lì Sofferà
al
la
portati all'Allego
fino dell'antecedente
il
che neppure torna a marmentre, come fi è oltervato pote-
Febbraio
tello!
,
rò i Crilìiani il loro Campo lòtto AlcaIona il di is- Gennaio tnu Urirm pratHBim filitìbm tuffimi «Seva Kalindtit
tebraarii tafiramifti fair. Tyr. Uh.
XVII. Cap. XXI. Involto fra tanti vati'
pareri caddi io pure { in quelto a pag.ij.J
:
ad allenare
la
prefldi Aftalona
il
di la.
di Febbraio ii;x.
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Regno
del
va
Re
il
Gerufalemme
di
concerto
.
Ave-
sbotto di
colto
i
un dato prezzo , ad alcuni Arabi e
Turchi , di quei > che abitano in qua ,
<
e là (biro le
late
il
loro
tende
,
di poter palco-
Belhame ne
Panca
della Città di
>
i
contorni
e particolar-
mente ne i Bofchi circonvicini.
Vennero al folito in queir an-
no,
e
condotto avevano feco a
confueti
pafcoli
i
una quantità mag-
giore di Beftiame , fra il quale
erano de ibellillìmi Cavalli
vi
Alcune avare , e intere fìat e J»erfone del Configlio del Re approfittarono appunto di quella occalione .
eperfualéro Balduino, che egli non
era tenuto a mantenete la parola
data agli Infedeli.
f u perciò rotto
il giuramento»
e andando i Criitiani a forprendere
Arabi , e quei Turchi , che
quegli
fulla parola del
curi a paiolate
la
il
i
Re fc
ne ftjvano fine fu da elfi uccìfa
maggior part efuggirono 3 li altri t ed
Beftiame cadde tutto in potere de i
Criftian]
provate
mi
,
elfi
gailigo
il
fletterò
poco a
dì quella azione.
Norandino divenuto
già Prin-
Pantaleo > pafsò all'aflèdio
A!r.jlt
di Filippo a pisi*.
, o (ia Cefaréa
ne era allora Signore Anfredo di Torone, Grande Scudiere
cipe di
di
Panéa
,
della quale
Regno ,
non poter da
del
il
quale
vedendo di
fc folo far renitenza
a
Norandino, conceflè perciò, col con.
fenfodcl Re, la mera della Città ai
Cavalieri Ofpitalari , i quali Gradarono verfo la Città molte vettovaglie
mini,
>
c
ma
un groiìò rinforzo di uocaddero quelli nelle for-
i nemici ,da i quali
molti ne furono nccilì , e altri fatti
anche tutre le provvi-
ze fuperiori de
prigionieri, e
vennero nelle mani dì Noran-
lioni
dino
,
valieri
per
il
qual fortuito cafo
non vollero
i
Ca-
faper altro della
Città di Panca a loro
, e la redimirono al Grande
Scudiero
Intanto Norandino flrinfe magparte della
aflègnata
R
a
gior-
_
giorjHcnte la Citrà , e refofi gii pa :
drone della medefìma aveva coftretti gli abitanti a rifugiarli nella tortezza, ove gli aveva ridotti all'ultima difperazione ; allorquando pervenute tali nuove al Re Balduino,
Uni quelli le Truppe del Regno e andò verfo Panéa ma Norandino non
,
;
volendo cimentarli ad una battaglia
col
medefimo
Cartello
,
Jafciò
>
l'
aifedio del
avendo prima dato fuoco
alla Città; e fpianarene le
mura
del-
niedefima, lì ritirò fu i confini di
quelle Terre per attendere altrove 1*
occafìone più lìcura di battere le
la
Truppe
Crifiiane.
Confolò
Re
il
gli
afflitti abi-
tami di quella Città , della quale ordinò la riedificazione, avendo perda ogni
banda per follecitarne il riordinamento , prefìdiò poi il Cartello con buociò richiamati gli Artefici
na guarnigione
,
e mefia la dovizia
delle vettovaglie nella Città pensò
a partirfene lafciando ivi tutra la
gente , che aveva a piedi
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Prefa incanto feco tutta li Ca- n *' »
fr
di panare ' '" "
, deliberato aveva
'
v al 1 eria
a Tìberiade , e tenendo il Tuo canimino verfo la volta di Mezzogior-
no
arrivò al
Lago
di
Melcha(i)ovo
fece gli alloggiamenti;
Pervenutane la nuova a Norandìno , fi avanzò quefti vcrfo il
Fiume Giordano i e lo palsò fegretamente in quel luogo i che chiamai»
il Guado di Giacobbe (il.
,
.
Melcha
(i)
.
r.
n_
3
Quello Ligo
refi a a
Ponente
di quello ili Tiberiade.di dorè e diftanle circa venti miglia; beoti che il Lago
Metcha non è lo ItelTo.che la Padule
Cendevia
come turino pretelb alcuni
Scrittori, mentre quella, ds dove ha
origine il Fiume Belus Plm. UH. V. Ca.
Pie. IX, rimane ver (b il Carmelo(T. II.
Gap. III. e Cip. IX.)ed è lontana da
Tiberiade circa trenta miglia
Guado di Giacobbe, ed in AraboCiir
Iaacub, cioì Ponte di Giacobbe, il quale rimane fra il Lago di Maron, e quello di Tiberiade, in quella parte del Giordano
che chiamali Minor Giordana
(T. III. Gap. XI.)Qul appreuo rifu poi
fabbricato un Cartello, che portò lo Sttt,
(i)
lo
nome
di
Guado
dì Giacobbe
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i6l
11
Re
la
mattina cónfeemiva
i
fenza timore alcuno levò le tende
dal Lago di Melcha , e fi poie in
marcia per continovare il fuo camverfo Tiberiadei allorché iì
trovò forprefo da i nemici. Procurò di oppor/ì alle forze dei medeiinii , e di far fronte con tutto quel
coraggio , che gli permetteva il nu-
mino
mero
inferiore de
le circoftanze di
prefa,
i
fuoi Soldati
una inafpetrata
ma non potendo
più
,
e
for-
reliile-
all' Ìmpeto nemico , fi dette alla
fuga , ed ebbe tempo di rititarfi nel
Cartello di Saffèr (t) eflcndo fiate
difperfe le fuc Truppe, e molti co-
re
fpkui Perfonaggi caddero prigionieri,
nelle
mani del Turco Norandino.
(ì) Sa»fet. Ciftcllo d; i Cavalieri Tem- plari.
fc'
comune opinione, che queir»
Sacre Cario per l'alTedio pollo Sila roedefima da Oloferne Generale di Nabochodonofor Re di Babilonia, dal quale fu
liberati mediante la morrò darà allo flellò
Olofisin» di Giuditta Li*. Mici
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SuccelTe quello fatto
Giugno
1
il
dì
io. di
156.
Il Re fentendopoì quelle Contrade lìbere dal nemico lafciò il Cali e ilo di Salice , e con quei pochi ,
che avevano avuto luogo di ritirarli
feco, pafsò in Acri, ove fu accolto
con molta allegrezza.
Norandino conlìderando 1 che
V Efercito Criftiano doveva effere indebolito 1 tornò dì nuovo all' alle*
dio di Panca itrignendola a fegno
tale, che l'aveva quafi ridotta nella
trifta lituazione di prima - Ma avvilitone il Re Balduino , queftì man-
dò
dal
Cubito a
domandare
i
foccorit
Principe di Antiochia, e dal
di Tripoli , e adunate ancor
Conte
egli le fue
Truppe,
fi
incamminaro-
no alla volta di Panca , e ti rifeontrarono tutti a Caftel Nuovo in un
luogo chiamato Nera - Guardia , di
dove potevano vedere la vicina Città aflédìata Tyr. Uè. XVIII. Cap.
Ma Notandino , fentendo la moda
dei Criftiani, e che già fi avvicinava4
XK
R
*P
vano
al folito
lafciò
i c
Staio
tà
Tn&rtn
fi
libera là Cit-
ritirò tulio frontiere del
Arrivò
'
in quello
tempo
Tuo
in Ba-
con/* di ruti Teodorico Conte di Fiandra i
Fiandra che altre volte era venuto in Ter-
il'%"ts '
£
Imfrtfi
r.ef*vi.
ra 153,113
'
fo P r*
U
di cui conli S lio
molto contavano quei di Gcrufi-
lemme.
Fu intanto
—
-.-
i
:
deliberato di pori
D...r»
„„,„;,.„.
,1
Conte di Tripoli li avanzarono verta Antiochia) ove unita là gente
loro a quella di Rinajdo Prìncipe di
Tóros
Antiochia, ed a quella
Principe di Armenia , che venne ad
accompagnarti con efli, pattarono
di
O
tonall'imprcfa di Cefaréa full'
te (i) 'la quale attediarono, e prefero per forza, ma non venne in loro potere il Cartello, e ciò a motivo di alcune diflenlioni inforte fra
il Principe di Antiochia i c il Confui Fiume Oronte, oggi taT. V. Cap. XV.
dì CiiAi^A
riffi
ts di Fiandra , onde contenti delle
ricche fpoglie acquiftatc nella Città i la lardarono in abbandono , e
fene tornarono in Antiochia.
Sotto il Re Folco, come a fuo R;
luogo lì èviito,erali acquietato dai «a Cafieiu
un Cartello oltre il Gior- ol "s *
n "" dl"">(i) ìndi tornò quello in potè-
Crilliani
dano
re degi' Infedeli per negligenza» e
poca cura del Prefidio Criftiano
Nel tempo poi, che il Re Baiduirto III. trovavali in Antiochia, per
opera della Regina Melifenda , c parBalduino dell' Itola . a cui il Re parrendo aveva lanciata la cura del Regno , venne di
bel nuovo in porTelTo de i Criftiani »
e cib fu nell'anno 1157MI' a!,,, b.nd. il Re , che A
tuttavia trovavali in Antiochia, au cajltll*
portò Con gli altri Principi all' af-iiff*r«rf*
ticolarmente di
fe-
chiamato d»gU
ti) Queflo Cartello vien
Scrittoti delle Guerre Sacre, Spelo nei, Por-:,
teua di gran con fiderò?.™ e di là rial
Fiume Giocano. Tyr, L.b. XV. Cip. IT.
Kb. XVIII. Cip. XIX. Ut. XXII. Cap. XXI.
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266
Harench
fedio del CaUello di
no ad Antiochia!
sto
gli
vici-
già flato conqui-
Noranvann ne ave-
anni addietro da
dino> e che
allora in
va Balduina
tentato
il
riacquifto
Fu quella volta più felice ,
mentre dopo averlo alTediato, venne indi in fuo potere , e lo contegno al Principe di Antiochia , a cui
perveniva. Lafciò poi il Re quelle
Contrade » ed accompagnato dal
Conte di Tripoli, che lafciò nel fuo
fuo Rej fe ne tornò egli nel
gno inlieme con Teodorico Conte
di Fiandra.
Stato
Venuto
Mmufoi
bfttute
c°'**™''
.
,
-
me,
il
e guarito
il
Re
in
Gerufalem-
Turco Norandino
da una P Er (:olofa malattia, che lo
aveva allalito , elìèndo 1' Eftatc dell'
anno 1158. li portò queili improvvifamente all'allòdio del CaUello
Sueta , limato nella parte Orientale
del Lago di Tiberiade. Il Re ed il
Conte di Fiandra pretto occorfero
'
Truppe.
Norandino fentito,cheilRefi
colà colie loro
ap-
Digilizeò bj
ppproifimava
le
Tue forze
i6 7
venne incontro colBalduino a tale avvi-
gli
,
fu i fatta orazione davanti ii Legno
Croce , che era portala
da Pietro Arcivefcovo di Tiro,
prefemò la Battaglia alle armi di
Norandino > e dopo un fiero comdella Santa
i
dichiarò la Vittoria in faCriftiani
Accadde que"
fio felice fucceflb il dì is. di Luglio 1158. Pafsò Ìndi Balduino fotto l'alfediaro Cartello, e refolo li-
battere
vore de
il
i
.
bero* lo prelìdiò con buone forze >
e tornò in Gerufalemrae lieto della
ricevuta vittoria
Arrivò nel
di quell'anno
Tiro
ratore
Mefe
di Settembre
1158. nel
.
merofa
poi
Tt»it»a
dui'
Porro dìMpotr
Teodora Nipote deirimpa- 7"*^*'
Manuel Comneno deftinata s ™jJ fi
Re Balduino , e con nu- Btl&m
compagnia giunfe
, e nobil
Gcrufalemme , ove furono
fpofa del
in
le
folenni cerimonie delle
Nozze da Almerico Patriarca di
Antiochia , e da eflò fu incoronata
Regina t giacche Almerico nuovo
fatte
Pa-.
Patriarca della Santa Cini dopo la morte di Fulcherio non era
runa via entrato in poifelfo di quella
Sede
La Dote, che
Dst, chi
parti 7>»-Re
ittt.
più
dette
Teodora al
Balduino fu di cenromili Ip'erc diecimila ne dette di
l' Imperatore per fu a liberalità V
iniieme con uh nobile corredo > che
fu valutato altri quarantamila Iperperi, promettendo il Re Balduino,
che dopo la di lui morte ella averebbe avuta in donoyfua vitadurani la Città di Acri con tutte le fue
te
dependenze
dizi'one
Etmftr»"nluì ci.
liti*,
.
e ciò fenz' altra contra-
.•
Sul]a
fim,
del
corrente
ann6
Manuello pafsò
' 1 58. I" Imperaror
nella Cilicta a reprimere le ufurpache Toros Principe degli
Armeni aveva fatte folle Terre dell'
Imperio refendo poi giunto l'Imperazioni
,
tore
(i)
TreipERo. Moneta d'oro «militilo àegV Imperatori dì Coffsntinopoli* la foro
Tilati «« di cir« ano Zecchino.
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Mamiilra , oggi Moplucltia
Rinaldo Principe di Antiochia temendo t che Manuello non volefle
fori: in
venire avanti a prendere vendetta
fopra il fuo Principato per i danni , e tirannie da elfo Rinaldo tifate negli anni addietro neJT Ifola di
Cipro , appartenente all' Impero di
Coftanrinopolii' andò perciò a ritrovarlo , e tutto timore gli do-
mandò perdono
in
una maniera
umile
forfè anche troppo
Tyr. Ub.
conciliarono
,
e
XVUI-
iì
ri-
Caf-
XXIII.
Il
Re
di
no Cernendo
l'
Gerufalemme Balduiavvicinarli
0i/rfl,i„
dell'Impera*
*
Mu-
ratore in quelle Parti , lafciò la cu-f"»™'*"
ra del Regno al Conte di Fiandra,
partì di Gerufalemme, e andò a
ritrovarlo
»
dal quale fa
bene accol-
trattenne con effo dieci gioranche la pace
, ne i quali trattò
fra elio , e il Principe Toros . indi
dopò efière (lato nobilmente rega-
lo
ni
,-
lato
lì
fi
licenziarono
i
ed
il
Re venne
in Antiochia
.
L'Im-
L' Imperatore celebrata dipoi h
Pafqua dell'anno 1159. nella Cili'Ìu'au" ci* P>fsÌ) verfo Antiochia . ove arrìvaro andarono incontro al medefimo il Patriarca > il Re Balduino,il
Principe Rinaldo, e tutti gli altri
Grandi del Regno , e del Principato
medelimo , e con gran pompa , e
BélAiw
magnificenza lo introduflèro in Città.
divcrQfiì trattenendoli , per
volta le ore oziofe.era foli-
fi ruppi tiro tal
b '-"' B
"
Caccia, alla quale
lo accompagnava il Re. In una limile occasione accadde , che Baiduino cadendo, da Cavallo fi rompefie un braccio; l'Imperatore mol-
-to divertirli alla
to dolente di queir infortunio , dice l'Uterino Tirio, che con forpre-
ognuno, (montato da cavallo
fi mene a fare le funzio-
fa di
egli freno
Chirurgo , il che fu giudicato
Greci , che folle un troppo abImperatore , ed una co-
ni di
da
i
ballarli dell'
fa indegna della fua grandezza
.
Cbi-
rurgicorum imflens {h»peTator)oJficium,
-
fiexo
aule
eum
genie- tax'
atiam
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pliant tiiius
de Popttìaribus operar*
mìniftrabat diiìgeutem
,
ita ut
cum in*
Ugnatane Siuperent & mìrareniur
&
& Aiigufialem negligens dignìtatem
,
tius
Priticipes
Confanguiiiei
,
,
qutd Maieftatis oblìtus Imperatoria?.,
>
Regi fi exhiberet ita devotum
mi/iarem, quod eùam eorum cui/ibet
videretur ìndignum. Tyr. Lib. XVIII.
Gap. XXV.
La maraviglia , che fece a i Greci di vedere ufare dall' Imperatore
un tal plaufibile atto di umanità
verfo Balduino Re > ad altro non
può attribuirli fe non al fatto , ed alla fuperbia Greca; ogni altro Popolo fuori della barbarie, in cui a gran
palio fi erano avanzati i Greci > averebbe regiftrato quefto fatto frale
memorie Inminofe della vita di un
Sovrano, e non mancano nelle I(ìorie limili efempi, che hanno me*
.
ritaro l'elogio degli Scrittori
Riacquiftara
ftina falute
fi
il
Re
la
.
'
Già pri-
difpofe a partire di
An-
liochia infieme coli' Imperatore per
tlmur».
\ , u
Rt
?**•>,
W»
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andare verfo
da Norandino
Aleppo
a richiedere
Belrrando Conte di
,
Sani' Egidio Figliuolo naturale dell'
Imperatore)
quale trovavaii
il
pri-
gioniere in detta Città
Norandino
reftirui
ancora
>
non volendo
forze de
mentarli colle
ci-
Criftiani
i
Conte con altri Prigioni
dopo di che tornò Manuel-
il
,
Io in Coilantinopoli
,
ed
il
Re
Bali
duino in Gerufalcmme.
Laiciste I' Imperatore quelle
Bat&hn
v-L Kttìt P acl ' * Norandino entrò nel Pacfe
T«« iì del Soldano d'Iconio. Il Re diGeD.imi'fcs. rufalemmc valendoli della lontananza delle
Truppe Turche ,pafsò nel
mene il tut-
Paefc di Damafco , ove
i e fiamma •
to a fuoco
Il
Governarorc di Damafcoi che
ivi era (laro lafciaro da Norandino in
tempo della fua aflenza f ftimò meglio
in quelle circoftanzo di ricercare dal
Re una
tregua
di tre
sborfo di una ragionevol
danaro
Ma
,
ed otrenne
fpirato
il
il
tempo
Meli collo
fomma
di
fuo intento
della tregua
.
tor-
Digitized by
G
torni
ove
dopa
Re nel Paefe nemico, di
il
rettimi nella Santa Città
fpianari varj Caftelli , e fatti
molti Prigionieri
In quello mcdelimo anno 1159.
B Pr!llc;H
Rinaldo Principe di Antiochia andò stinau*
a depredare in quel Paefe , che fu /"*'« pri.
già della
Contèa
occalione
un
no
ricco
di Edefla: in tale
gli riufeì
!""«*•
mettere jnlìeme
bouinp , ma nel fuo ritorMagcdino Generale
fu colto da
di Norandino, e fu condotto prigioniere in A leppo* ciò avvenne il di 33.
di
Novembre dell' anno fuddetto
Gli Antìpchiani trovatili fcnza il loro Principe, e temendo
qualche danno nel Regno ricorfero
%SSf
domandare l' affiftenza al
Gerufalemme , il quale pafso
*
al foliro a
Re
di
in Antiochia
Popoli
,
'
ove riconfortati quei
e méflì in buon ordìnp i ne*
,
gozj di quel Principato
fi
reftituì
nel
fuo Regno.
Correndo l'anno ti io giunGerufalemme
fero al
Re
Tom.
VI
dmbifiim.
Amba-
in
fciatori dalla parte dell' Iniperarore
S
Ma-
a ""L
«' fi».
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Manuel Comneno domandandogli
per
una Spofa , rimettendo in
due fanciulle) cioè
elio
lui la fcelta fra
fra AI eli fenda Sorella del Conte di
Tripoli, e Maria Figliuola di Rai-
mondo
già
Principe di Antiochia
.
Balduino
, a cui era rimclfa la libertà della fcelta, propofe la fan-
ciulla Ai difenda
,
la
quale, accettata
dagli Ambafciatori, andava con gran-
mettendoli all'ordine
diofe
per parare in Cottami nopolt , e già
il Conte di Tripoli aveva fatte fabbricare dodici Galere per accompagnare la forella all'Imperatore.
foefe
Venne a morte in queft' anno
Raimondo del Poggio , primo che
*)*£_ufafre il Titolo di Gran Maeftro
del' Ordine Gerofolimitano , e fu
tana,
eletto in fuo luogo Augerio di Bai-
jHtrtt iil
Primo 0.
'
rifilimi-
^
den,o Balben.
Era
.
già
-
'.'
venuto
'
l'
anno urli.
ed era compito l' anno , che trattato era il Matrimonio della PrincL*'/">'* pefTa Melifenda, allorquando veSSZ m7. dendo Balduino tanta irrefoluzjone
oaltifimi**
trovata
u
Mmtib
-
Digitized by
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dalla parte degli
AmbaCcktori
dell*
Imperatore , che tuttavia fi trattenevano in Tripoli> volle lui medelìmo feoprire l' animo Imperiale ,
per cui fpedì un Ambafciatoré in
Coftantinopoli , di ove tornò colli,
rifpoiìa
,
che Manuello non reftava
foddisfatto di quel
Matrimonio
Gli Ambafciatori Imperiali ve- QiuMifi
dendo di eilère oramai feopèrto ian-i '''Mairiche dal Re , quello , che loro mede-.^J/"
finii forfè fapevano, e temendo ml /UtiniU.
tempo fieno il rifenrimenrodcl Con-'
te di Tripoli s'imbarcarono .dicendo*
di panare alla volta "dell' Ifola di Ci-,
1
prò ; ma in quella vece andarono in>
Antiochia i ove di lì a poco giunto il Re Balduina per rivedere gli
quel Principato » trovo gli'
Arabafciatori , che (lavano trattan»
affari di
do
il
Matrimonio con Maria
della Principeflà
Principe
Coitami , e
":';<
Raimondo.
'
;
figlia
del fii
'r
'r-'r
lo trattauero fegreramèrire fénza-a^
verna fatta yarte
S
i
al
Re *
fupponen-
,
,
,
:
nendolo fdegnato per l'oflèfa ricevuta nel rifiuto di Melifcnda da effo propofta , nulladìmeno contribuì
ancor eflo alla conclusone , e ulti-
mazione di quel trattato t e la Principerà Maria imbarcata finalmente
in Porto San Simeone pafcò in Cofiantinopoii.
Trattenendoli il Re in Antioc '1 ' a 1 c vo' cn ^0 provvedere alia li'pn&'di
firn, curezza di quella Città fabbricò , o
FttMtafi
un Carello, che
il Ponte di Ferro
il quale è
Fiume Oro me lontano cinque, o
miglia da Antiochia, e venne
denominato , il Cartello Ponte di
piurrofto reflaurò
guardava
,
lui
fei
'*
Ferro..;..
'.'
•jtetrJW-
m
la Rigi»t
l
il
Doi»-l«nM» e penofa
n
il di
n.
malat-
di Settembre di quelt
mori in Gernfalemme la
Regina Melifends Madre del Re,
Dònna compianta da ogniùno per
Mtlijnd* anno ii(Si.
.
prudenza;
il
Re, che trovava»" in Antiochia
Scurendo la Motte della Madre dette le più vive dimoftraziora ài dola fua pietà, faviezza, e
lore Quella virtuofa Donna fu fé»
polra nella Ciucia della Madonna
.
nella Valle di Giofafat
Poco
no
all'
foprayvilTe
eftmta
tuttavia la fu a
lì
il
Re Baldui-j^ Al
Genitrice. Facendo r, BmIM.
dimora
fortopofe ad una
in Antiochia
purga , coma
**
fff?
era folito di fare ogni anno. Gli fu-
rono in quella occafione ComminiArate delle pìllole da un Giudèo per
nome Baracche era Medico del Con*
tedi Tripoli nuda quel giorno , che
;
prete quel medicamento gli fi addofsò una febbre lenta accompagnata da un gran nulli) di ventre , e
li convertì poi in febbre Etica i onde fentendofi ogni giorno venir
meno lafciò ta Città di Antiochia*
e pafsò in Tripoli , ove fi trattenne molti giorni fenza alcun miglioramento ; di qui fi fece portare in
Baruti , ma non potendo più refiilere alla forza del male , finalmente mori il dì io. di Febbraio l'art
no 11*1. non fenza fofpetto di ve»
Sì
le-
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leno, nella fua florida età dì circa
(remadue anni
il Tirìo j che quei Prinavevano alloca molla più fii Medici Giudèi , Sammari-
Offerva
af'ÀTririi"?'
ducia ne
.
tani
i
Saracini
e Soriani
»
,
di quella
i loro Medici La^
tini, e che imprudentemente fi mettevano nelle mani di quelli i ancorché follerò più che ignoranti nella
Tifica. Tyr. Ub. XVUl Cip. XXXIV.
non svenerò ne
Il
celebre noftro fcrittore Sig.
Dottore Giovanni Targioni
zetti nel T. Il.pag. 19S.
de
Tozi
fuoi
la Tofcaiu > a propolìro
1 che dall' diète
Medici di quelle Parti della SoPalcftina o Soriani , o
( e della
Greci o Ebrèi , o Arabi erano dalle
Leggi Gerofolimitane trattati
barbaramenre ; e ciò per eflbre tenuti
in freno, a qua! propolìto riporta
una Rubrica delle Afiìfe di GcrufaIemrae,che ha per titolo. De lì fiJici, che meditano lì Amatati* dai'
Viaggi per
di ciò fa rcllettere
i
tià
1
doli
medicine
,
Siropi
,
&
altri co-
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quali mori/io
fitti
179
per «ala cura
Ck^. 11 8- ove li offerva , che fecondo
quelle Leggi > fe per maU cura del
Medico moriva uno Schiavo > o una
Schiava egli era tenuto di restituire al
Padrone un altro Schiavo, o Avvero
a sborfarne il prezzai che cattava.
Se poi 1' Uomo . o la Donna
mal curata i e perciò morta rotte fiata pedona Libera , allora ordinava
la legge, che il Medico dovefTe ettere primi fruttato conducendolo per;
la Terra, ove fotte feguiro il fatto*
e che di poi dovette ellere impicca, e tutte le fue facoltà dovevano
to
e fiere devolute al Signore del
Luogo.
Ma torniamo al defunto Re S/jotitr*
Balduino, il Corpo del quale con^'B*'*'»*
pompa fu da Baruti trasfeGerufalemme fpendendo nel
folenne
rito in
viaggio lo
fpazio di otto
giorni
;
giunto nella Santa Città fu fecon-
do
il
fepolto
folito
predecefiorì
,
appretto
,
il
come i fuoi
Monte CalC
li
Re„di Gerufalemnie Balchi-
S 4
no
7"r"
Uiètmnt
Digilized
no
Uomo di alta ftarura i vecorpo , e di capello biondo
fu
Iti.
nuii o di
di grata, e amabil prefenza. Alle
prerogative del corpo non erano
inferiori
tre ebbe
quelle dell' animo , menun vivace ingegno, ed un
naturale profluvio di parole
,
per cui
graniamo li rendeva ad ognuno
non mancando per altro di poca
quando la prudenza lo richiedeva Fu mifericordiofo * e li-
parlare
,
-
ed ebbe femore a cuore 1*
onore della Chiefa , il che lo porrò
berale
,
a venerare le Coftituzìoni Ecilelia-
ftiche, e in ogni tempo feppe tifpectare i Religioni
Fu fobrio nel bere, e nel mangiare, aiuòle belle lettere, e i Letterati , co' quali molto lì compiaceva di trattenerli. Amantiilimo era
delle Iitorie antiche > e volentieri
leggeva le vite de i Re , e degli ottimi Principi
Ma a tante virtù , che più diffiifamente vt
ino raccontare dal
Tirìo
W. XPL
Caf.
I
&
IT.
non
Digitized by
Col
mancò
di
eflém accompagnati
al-
cuni vizj i mentre mollo lì compiacque de i giuochi di fortuna ? e nella prima gioventù non lafcìb anche di fecondare qualche fuapafiione per le donne; bensì, che nel
crefeere degli anni
fecero
in elio
maggiore impreflìorie le virtù , le
quali abbracciò, con defedare il vizio i e le debolezze della gioventù
La fua perdita venne general-
J^yl
mente compiantai e le Morie ci
conoi che mai fi vedde maggior muttemmorte
quanto
Principe. Gli (Velli nemici
avevano concepita una idea grande
di Balduino, e feppero compatire
£
l' eftremo pianto de i Criftiani
Norandino medelimo t configliaro
da i fuoi a valerli del contrattempo
meftizia
di
per la
,
quello
.
di tanta meftizia
Paefe Criftiano
per feorrere fui
non
,
volle aderire
dicendo , che Infognava aver compaflìone del giufto
cordoglio deiCriftiani, giacchèavevano parto ua Principe » che il lìalle
loro iftanze
,
i>
J
affa
mile non aveva il Mondo . Campatiendum eli,
bumani inàulgentorum dolori : so quid
Principem .amifirmit % quaìem reliquis non habet orbis . Tyr- liò. XVUl.
dum. jufto
.
Cap.
Bombila
cbirb pi- fe (t 0
b* fattoli
Regae Al
B' nmé"'.Q ni.
'
XXXIV.
V.veva tuttavia Guglielmo I.
Patriarca Latino di Geruiaallorquando afcefe al So'
emme
gho Reale Balduìno
ilelTo fu
arca
il
III.
anzi egli
quegli, che lo incoronò 1'
morì poi querto Patri-
anno lf++
.
di 17. di Settembre 114.?.
A "' e|
nto Guglielmo
t'
dì i;ruttarlo ,
Settimi' di Gennaio 114S. fuccefle nellaScratrui-i* de Patriarcale di Gerufalemme Ful'
il
e fiorici , quello nella , che nel pallaio Capitolo vedemmo edere andato
a
Roma
a ricevere
il
Pallio dal
Pon-
tefice lnnoccnzio II. allorquando
fu eletto alla detta Chiefa di Tiro.
Quelto Patriarca nel 1148. ricevè in Gerufalemme 1* Imperator
Corrado , ed il Re di Francia Lodovico VII. L'anno (lofio intervenne al Congreffo di Tolemaide. nel
qua-
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quale. fu
mato »
trattato
imprefa
,
l'
Da-
acquifto di
che poi ebbe meli'
. Pafsò an-
infelice fine già defcritco
all'
che quello Patriarca nel i
Città di Afcalona , la
quale nell' anno medefinio fu ™lo-
attedio della
riofamente conquiftata.
Governando
Santa Città lo
la
fìcflo
Chic Ci
della
Fulcherio
,
1"
fi rifugiò in Gerufalemme il Patriarca di Antiochia Almerico per fuggire dalle perfecuzioni di Rinaldo da Cartiglione Principe di Antiochia , fi fermò quivi
qualche tempo eifendo ben vifto » e
anno 1154.
mirato onorificamente
dal
Re Bai-
duino , e dalla Regina Melifenda
Sotto quefto medefimo Patriarca nacquero de t torbidi nella Cincia
me
Gero foli mira n a
fufeitati
confor-
il Tirio Db. XVIII Cap. III.
da i Cavalieri Ofpitalarj , i quali
fecondo elio > principiarono a mole-
dice
fiare
la
giurifdizione
Patriarcale
perchè non volevano più pagare le.
Decime delle Poflélfioni , che per,
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qualunque ragione cadeffero in loro ; perchè ricevevano gii (comunicati* e gl'interdetti alla celebrazio-
ne dei Divini Ufizi,fenza negare loro i Sacramenti , e la Sepoltura ne
j luoghi Sacri, con molte altre cote, tutte contro quell'In (igne Ordine per cui il Bolio T. I. pag. 1^7.
i
fembra , che guidamente abbia rilevato, che ilTirio in quello luogo la
difeorra più da Prelato Orientale,
che da litorico , aggravando di trop-
po
gli Ofpitalarj
Fnlcherio determinò perciò dr
panare in Italia a i piedi di Papa Adrìano IV. pet portare ifuoi lamentat fiti contro i detti Cavalieri
ne l'anno 1155- con divertì Prelati
della Soria, c della Palcftina pan!
dalla (uà Sede alla volta dell' Italia
,
di
A
Giunfe a Otranto nel Regno
Napoli , ove s' imbarcò nuova-
mente
,
parti verfo
vare
quali
il
Ancona
e pafsò in
Roma
,
,
di
lì li
fperando di troquale»
,
il
Pa-
Papa a Narni
sfoggine l'incontro del
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af5
marca Gerofblimitano
era
>
parti-
to da quella Città ; Giunto il Patriarca a Roma , Teppe , che ìl Papa era pattato a Ferento» ove final-
abboccò con eflb , rua non
tu troppo bene accolto ; finalinenre
dopo elleriì Fukherio abboccato Varie volte col Papa, o non riuicendo
nel fuo intento , riguardo al reclamo
contro gli Orpitalarj, prefe licenza , e co' fuoì Prelati fe ne tornò in
PalelHna con peggiori condizioni di
quando ne era partito Mòri poi
mente
il
.
in
Gerufalemme quello
Novembre
Dopo Fulcherio
dì 2o.di
Patriarca
il
1157fu eletro Pa- Attuto»
Almerico Priore della Cbie- 0««<>
p " r -,""
Santo Sepolcro di nazione
Francefe. Il favore della Regina
Melifenda , e quello di Sibilla Con-
triarca
fa del
tefla di
Fiandra, forella del
Re
Bai-
duino molto contribuì a tàrgllattenere quella dignità ; fi trovarono
per altro alcuni Prelati , che fi oppoterò a
fu
quell'elezione, e perciò
mandato a
Ronu
Federigo
Ve-
fcovo di Acri per ottenere dal Pa-
pa
la relbluzione di quelle differenze
Non prefe
perciò fiibiro
il
pof-
Sede Patriarcale i e non lo
aveva ancor prefo nel mefe di Settembre 1 1 58. allorché Balduino fposò Teodora Nipote dell' Imperatore
Manuel Coroneno , mentre , come
gii fi vedde, fu per tal motivo incofeflò della
,
ronata dal Patriarca di Antiochia
attendendoli , che veniffis da Roma 1'
approvazione dell'eletto Almerico,
come fegul di lì a poco col ritorno
del fuddetto Vefcovo di Acri
L'anno utìo. giunfe in Sori*
Giovanni Prete Cardinale del TiroIo di S.
Giovanni
,
, e Paolo
Legato
mandato dal Papa A-
leffàndrolll.
Quello Porporato pre-
Apoflolico
fe terra
con alcuni Legni Gcnoveii
nel Porto di
Biblo
,
oggi
Gebail
T. V. Cap. XV.
La divisone ( che nata era in
Occidente per l'elezione di Papa
Aleflàndro III. d' Antipapa Virtofe fi era eftefa in breve tempo £ n "
in
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in Oriente i ove fe quei Prelati non
per Alelìànfi erano, dichiarati ni
dco, nè per Vittore erano peraltro
pcrpleflì nel dover riconoicere per
Ciudi, o 1'
legittimo Pittore della
uno
,
o
1'
altro.
11 Cardinale,
che aveva già
preveduto, che non larebbe ftaro liberamente introdotto nel Regnocol
Titolo di Legato , ne fcrilie perciò
al Re ricercandolo della fua intenzione , da cui gli fu ribollo, che non
fi avanzalle più oltre nel Regno fino a tanto , che non ii avene più matura deliberazione co' Prelati , e co'
Principi del Regno.
Fu a tal riflelfo convocato un
Concilio in Nazaret, ove intervenne Almerico Patriarca della Santa
Città , tutti Ì Prelati del Regno , e
alcuni Princìpi , ove dopò varj dibattimenti , come fuole avvenire in
Umili circottanze, furono riuniti i
diverfi pareri , e fu conclufo , che
Aleflàndro III. dovette riconofeertì
per il vero Pattare della Chiefa
Cat-
Cattolica
Romana
»
per cui venne
accolto il Cardinale Giovanni , e
riconoiciuto per Legalo del mede-
limo.
Cntufim
di queflt
T. VI-
Da' «m P° » in «« J * Ci »à di
Gerufalemme pafsò in potere de t
CriaUnì Occidentali , cioè dai di i j.
topo, di
di J-uglio
Noiiro Signo-
te lino all'anno 1162. nel quale ter-
mina il prefente Volume 1 regnarono nella Santa Cina cinque Re Lae quella ChicCa Patriarcale fu
governata da otto Patriarchi lìmilmente di Rito Latino
tini
,
Tomo vedremo
cominovata degli uni , c
ìftll' appretto
la
Serie
degli altri fino al 11S7. anno di eterno rammarico per la perdita fatta i Criftiani della Santa Città , nel
libero pofleflo della quale inai più
tornarono
Alla morte
fcritto
pi ava
Re
dell'
ultimo de-
Ba.ldutno IIL
a vedere
,
fi
princi-
che gli affari de i
e
andavano incontro
Criitiani Occidentali nella boriai
pelU
Paleftina
il-
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alla
decadenza.
loro
Regno
II
di
Gerufalemme coniiderato
la
'
in tutta
eftenfione era divifo già in
fna
quattro parti , cioè in quello , che
chiamava!! propriamente il Regno
di Gerufalemme, nella Contea di
Edefla > nel Principato di Antiochia , e nella Contèa di Tripoli
Or di quelle quattro parti gli
anni addietro, era tornata in potere
degl* Infedeli
fa: ed
dopo
il
la
efpofto
,
,
Contèa
trovava!!
di Edef-
Contèa
maggiormente
de i nemici
alle incurfioni
La Città
ancor
la
Principato di Antiochia,
perdita della detta
di Edellà
e/Ta
ad
di
Damafco principiò
efiere di
gran fugge-
zione al Regno di Gerufalemme, alloraqtiando , dopo ellere fiata governata da un Principe debole , ed
cflèmminato , era- venuta in potere
di Norandino , Signore Turco , il
quale non ignorava l' arte della guerra, uomo intraprendente, e coraggìofo
Finalmente, nel proprio ReTarn-
vi
T
gno
Digitized by
Google
gno
,
troppo pìccolo per ranti Prin-
cipi
j
Fcudatarj
,
e Perfori.; di colpi-
cua nafeita , e dignità , e dove il
buon coftume troppo non trionfava , fi accefero i motivi , che a gran
condurrò alla fua total rovina
Regno modellino come meglio fi
palli
il
,
vedrà nel feguenre
Volume,
FINE
DEL SESTO TOMO,
'
IN-
Bigilizix
INDICE
EICÀPITOLI.
Che contiene
il
E
Sedo
MATERIE
Tomo
di
quelli Viaggi
capitolo
i.
'lave CHfiianà torni di («/( .
di. teff e i„
de i C
«ne»
"fi
I G-ifiiam fi iifpmgmt ptr-im
rapi-
ti alla Città
'
AJpiitt
iati ella
Otti.
Pr.fr dell* Chti,
di Tckja entra
Vinte
I Sameipii
'
f,
riurmi,
anter
;:ci:.!
egli
Roti,-,
in
r nel-
la thfibia
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pag.
Si di feflt- Hit tofe dilla Città .
Filtro Erimita ringreziito da i Cri/I inni dilli Città.
Nettafi li Città da' Corpi MirtiQuei dilla Unsi fi arrendane .
Sputa dilla pnjà dì Gertfalemu
CiOfodi Esitai quandi fu prifa
CAPITOLO
.
1
i
i
i
i
la S.
II.
DELLA CITTA DI GERUS ALEMME DOPO LA CONQUISTA FATTANE DA PRINCIPI CRISTIANI, FINO ALL' ARRIVO IN ESSA DI BOEMO NDO PRINCIPE
1
\
I
DI ANTIOCHIA, DI BALDUI-
NO CONTE
I
DI EDhSSA, E DE
PISANI CROCESIGNATI COL
LORO ARCIVESCOVO DA1M11EUTO
17,
.
Adunanza per
1'
elezioni
dil
// Cliro fi appone.
//
di Tchja rilafiie
minia
17,
la Retta dì
ip,
.
Ctitfo di Egitti fpigne
(ìofrcdv
Re.
18.
Cwt
Oervfa Inumi
Filfit elezione di Arnolfo in
Il
le
Patriarca, ib.
fui forze
contro eli Egizi.
1'.
Vi'tiglia di Afialona.
Goffredo tenta 1' atanijlo delia Citta dì
Ajcahna.
ij.
Digilized
ti
Cm*
jì
Tohft
Dmoiberca ji ritira
I
I
affidi*
dall'
a jjè die di Lio -
Princìpi fi pacificanti a
Prìncipi tójHtol pitti
Ojjtrytziant fopra
la
f atrive èt
i Piftini
Gimftltmme
-41.
M
Vcntziani ma Hjj* all' aiavifio
Grraltirmme.
46.
4£i
Gtnovrfi all' icrjuìfit dì Gtrufalertnr :
SI Passi gjgj
<HÌ"flu <>' 0*.
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Cirro
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R»fo *J l&W.
18.
.
5S»-
6,.
CAPITOLO
DI-I
f,
DO
III.
TITTA DI riRRUS ALE M
A
1
M.
DI BIIfiUONB.
Ko,W™, eDahnbit
, fair,.
fJ.v.:-.v;,.r,-,-w,
v.o
•„
-
Betlewmt.
65.
ri£h«
C..;»,,»,
At Patri* rea Dati.
N,.-eì-ie
iwf.td-j
X
klIBrt il
Botmmb.
Goxfalewmr.
P,.„mcn,U
e
,
6S.
Patriarca Sementi.
ili
Ff.u-i.u- chi
t Balduina
Dil,„.d,r fri
prendano f rinv-
/or, Stati
,
il
Re
,
io-
.
Umana al
(7
Ptffr
Cover.
«rea.
Zwj.vt
71.
G-fT'C/ta Buglioni.
M-rte Hi Cff.-rfa .
Ceratura è Otffi-tA.
Cinomi! HA Svito Sepolcro .
71-
Calieri
lumina
7719-
rfrf
;;
fi
S«*M
tempi,
Sffn.iro
del
Sigmt i.
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7^
75-
76-
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Minati BtftiJitliM
Ut»
Mtt Campate
Alia
d-Ile
ufi
Campane
,» m/i
pi E . So-
.
UimUlemmi
,n
So.
.
Campane.
S«ri
3i.
tu
VJi dilli Campane alila Cbitfa Orili.
fi-,
I Marmiti
iti
henna
Libanti
li
Cam.
P*nt.
Ctirjt
ttlr
Si-
Utili
la Levanti
Campanili!
ojjm
83.
.
CAPITOLO
DEL
DELLE
GERUSALEMME
ASSISE
Delle Leggi di
le pic-
IV.
Ri:G\-Q
DI
.
Gim/aiimmi
CAPITOLO
84.
V.
DELLA CITTA* DI GEHO^ALEM MR DALL1ELMIQXB Ubi. SKCONDO'RE LATI VPDI GbRt/ALLA UI LUI MORTE
Saldami finte il bdtflj tbiamnlt ci
Rtgm> di <ier«laltmme
11 Comi Qmmttn f m foJjejfa itU* Rat,
,,".1^Z'':Z"i;
itila S.
Cuti.
M, t
1
1-4
J ;.
Bèi.
-_
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Balbino etiti* Canili
daino dtl Borgo
*
li FJetfa
Brìi,
pag.
.
cri.
06.
Daimbrru grftirà
Bildrnna parti di
a Pittimi
«tlla Ciitfa
UlMon.
06.
I07.
Gtrufaltmm.
H
DaìiKbtrta
riti
a
dalla
fifl.
Il
purista oafefom
Datmbcrta
ikpoflt
puffi in Antiochia
POI
.
a Soma
Tìaimbtrto in
D4
09.
Remi
.
Natisit del V.itriarca Daimbtt
Vari! opinioni intorno al P
Daimbmo
Balduina
paga
Bal&ìm
I.
Ainmflo
di
nitri
il
Olar.
Piani
prnlt Afsùr
Cttart*
di
Palejlmn
ani
Battasi'*
Si' *£'
ftUrtriitì ballami, FramttJ,
,
ni.
"ì-
.
t
P'ffa*, i" Tt.rn Santa.
Battaglia con . Sortemi .
"8.
s.
Affili, di Acri
Acniprtfo.
Htar&ma di i
di Ciafa.
15>.
Saractnl ut Ut
Campagne
'y.
Vittoria foprai Saracini.
Pilltgnm vtngrmo
in
T, S. dall' Ceti-
li Ri batta aleuti Turchi
Affieniti fono battati.
i
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Si
t*M
Pre/a
(H,f,
F
pig. ti).
1:4.
affiti» di Stilla.
ItoJ«A.
di
di
/n
iferiefliBK
V*}it-
tu.
Affid.o.f aeaaiSedì Barati.
fl*;,*»™ >« .n joiaip del luoCtigmo.
Navi
di
1:5.
Fiandra in Savia
Azioniti
afiidiano
d, Sfida
All'Ilo
Aliabmiti
6 d*»™
lardi unirà
1
1:1.
Oerufilemm,
.17.
.
Ili,
a Èm! dui no
Ma
Crijtiaat
•
19.
Mejupo1:9.
A/calma 'tarma in potere it i Saralìai
I 1"arili vengano MTfv Anttacbia
.
.
Affidi* di Tiro .
ilaldmao baile gli Arabi
JJO.
1
jo.
IJI.
'il-
.
Aftahniti ajftdiaao su' altra volta Ce.
t>Fabbrica di Mùnti Reale .
11 Re popola Gerusalemme Alitalo ai iilema.de tentato da
IÌ4-
1«.
1
Sa
114.
Turchi vengono ver/o AnthiLia , e fino
1
fugati .
j.
Baldaiao paga al Mar Rogo.
S1 J
Malatlia del Re
M7.
Fabbrica un Cajlell, vicino a Tiro
'VSpedizione del Re ta Bgitto
M7'3?.
Morte del Re /Saldarne L
Stata della Cbttja di Gerajalemme nel
tempo del Regno di Vaiolino J.
-CtniijM di Gerii falcmmt , fa 011 venni
fiafiiKKato l- Imperatore Èxr/u
i
.
Digilized by
Google
DELLA CITTA' DI GERUSALEMME DALL' ELEZIONE DEL TI; II-
DUINO II., FINO ALLA
MORTE
Beliamo Conte di- EdtRa v.iii
flltmme.
Elezione del Re Haldmina II.
Cali/fo di Emetti
Jtrtfr
Omise
DI LU(
45in Otru•
-
144>
mette interne una pa-
Armati.
l.j-t-
-
dei Cavalieri Templari.
MS-
SappreJ/ione dell' Ordine de iTimpiar,.
Morte di Kagfim Principe /li An-
147.
Baldnina
domanda
ielle
Truppe da E-
deffa.
Balduina vittoriofo di Gazi
Re torna in Ant'iicliia.
149.
'
»
149.
11 Re rejla in Antiochia.Baiatimi concede delle liberti itti fio Re1 jo.
gna per il
Balduina torna verfo Antiacbia
Il
'
Munii
Balduina mette in f*[* i
Diw/fi'
'Jf'
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BaUblta prtit.ìt il Céftrlh fi G'ttrra
'55.
He marcia centra Pinzi» Conte di Tri.
fi
pili,* fi pacificano.
tfà.
Balduina di Trifali paga tu Astiatile,
* pai ni Caglila Sari/usa .
I cS.
Prigionia Uri-Ut
t'
Vt*ta*ni in Saria .
£l-t,kit di an Gevtmalort di Gtrofa-
A
Ar*«t* Egizi*
Oh fa liberata
Battaglili
ili
contro Giaffa
.
tUir affé*»,
itìtì.
Ibi.
Azòto.
ria.
l6t,
Gtm.
Guglielmo dt Batti Governatore di
hfmm*.
li
Centi di Ed.-ffa latrate dalla Prieio-
Jnfirliuo
barti,
$
rilira
nel Cantila
di
Turtei.
.
CJiftito Crifiiana fi mgljtr ptr andari a
Il
Re
e prtfa nel CafitUe Kartepet*.
Partenza ptr
Serali/il
1-
afiedia
iti
Cam pai; et
nelle
Tira
di
166.
.
Girala-
lemme.
Stinta raffittì.* Tira.
-
lajteiiaa vince
lil.
.6).
(«7.
Balte.
Aftaloniti verfi
Gerusalemme
-
...
Uefa di Tira.
Cattarne di portare la Santa Onte
Efercito
B
nell'
17 1.
.
Re Balduina
tifatalo
dalla
Pngio
ma.
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)0S
E»"-*' va
alf igeala *" Altpf»
.
0 Ri fM»ia ti Cafiatk di (UiuìtM.
TttpiK i NnWH dilla midtfima ita
i;ì'77-
.
J77-
UslHcib.no
Truffi bg.zian in Mali,*.
«e va vtrf, OjtWw.
Untar/'* 10» Dsldtttr.»».
Pre/i di Raf""'" -
178.
i
Il
Il
Ri va
filco
contro llerftctiao
Cernie
di
1S1.
.
An?iÒ vieni
Terra
In
Santa
de- Pausai torva di Occidente.
Re penta di affidali Damajca.
Vfo
//
J Cnji.am
ha
battati da
7 «.
1U.
ila.
DtUtttim.
va in Antiochia.
Adelaide Vedova di Doemmida
181.
181.
Sf,
iS).
ili.
lìaldnine
II-
fi «fir-
i! S
pi r! trimeìptt*,.
"H7Morti del Ri Raldo.no fi»«.
Caiatttrt dti Rt BaMaima If.
Stato dclU Otifi d. ninfale**,! ni,
,SP
tempo Jet Regio di Baldv.no II.
Latine &
Cornando quarto !:- .......
(ftp.
Otrufalemmi
.
.
-
Sterno finto Patriarca
OngUiimo
fìp. Patriarca
.
IVun.
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Cooj
CAPITOLO
VII.
DELLA CITTA' DI GERUSALEM
MF SfìTTO IL REGNO DI EflEt SO DI
f.O, QUARTO RE LA
-
l'I
MORTE.
T"K- '9''
il'l
,-.J
imo
fi?»
del
Ultifenda.
*
9*.
II Rt tona
La Cootip
Il
/
n
ti*-
**»*«
Ri
Re arrivi
Il
Ut I,!.o, enfia
rè Antittiit
m
di
Ambtti*
Trifali
l?4<
chiede fitnrfi
Re enfiti,* Off' AaliotiÌ4.
J>, .; C-pr„
• 'J5.
I.
Re
io™
,n
Ùi^nf.m fra
Qmlalnmt.
il
R,
,
e
il
tonti d,
Afri»* freìa tf! Pa*t.,
AhR/iinondo Al Aquilana viene
ipp.
thtiia.
Favorita ili Berfabi* , altrimenti Bige-
n
199.
Muore
, e gli fiut100.
Re in aiata dì Raimonda Court di
MI.
Tripoli.
Sonor/o domandati dal Re .
tot.
ile
il
il
Conte di Tripoli
Figlie.
Il
Besenge fitlbrggia Nafalofi,
Difll tizBd
by
Google
Il
Il
B
Re
liberate
Re torna
d'ai
H
Ut tQeiia,
li
Giordana.
Caftli* il Monte Fer.
mm
JO).
e .
Gì rufale
t fremile naCa/lelio olire
iOl.
lerÌ#U*i f*o
tettiti
in»
ict.
Tbetu..
M4>
Sanguina
Ijjda r idea /opra
i
DumaJ0(.
106.
Acanif» di Pania.
Il Re torna in Qer*filtMMf,
li*.
f /beltà*.
Edificali
H
C*lltllo
EHifimg
il
Catella di Bianca Oi/ard-a
l'
.
107.
:cH,
Imperarne Gin. Cemnito domatila ai
Re di andare in Gerujaitmme
Morte Sei Re Felle.
Anno in cai morì il «e Fallo.
Hi.
ttt»' }
Carattere dei Re Folio.
Steli dell' Ctiefi arrofilimit*** fili»
114.
•1 Rlqne del He Folco .
Interna il Re fW« . e la R/eiaa Meli114.
fenda .
Jl Painerié voleva impedire , tte r Ar114tivefiov, di Tiro pajjnf" *
die/a di Tiro fattofaji* é quella di Gt-
&
nò.
Cmttìit
Antiochia del 1141Dedieasieae im tìerufiltmme del Tempie
,16.
aei Sif-re.
117.
Cnciiie di Otrwfaltmme iti 1143CA-
Digilized by
Google
CAPITOLO
BELLA CITTA'
Vili.
DI GEIIUSALEM-
1MJINO
\T7
I
/,\
IH.
!-.
QUINTO UE LATIFINO ALLA~TJI
.SA.
non
yj
,7/
l
i
.
He
di
Gernjalemme
un Csfielli oltre
i
.
dar.
II
Re
V
Imperatore , e il Re di Frónti» par
tana alla vai'» dell» Terra Senta.
ttjiiijia
il
CnraAt arriva
Cjgrtg»
j
in O&antinapali .
Ccrrado rnevt un» R'">
«t!f A/in minore.
Caftantinipoli
Cirri da
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MM
&rrj«b pafia da
Coflantintpoli in
, ra Sani».
Il Re ili Frinii» marti» per V AJia
Tir
M
del Re di Francia fine ntl
nell'Agi Minare,
Re-, ei'EjirthtjyadMie.AJU Miai
il Truppe
il
(sfinita nella Siria
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ri
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tCrlfitani mettono gii nlloggìin.
la patir oppofia .
Levimi r
sfittili
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e 'l'I frinùpt Raìm—do
idi*, ferra per le Terr,
Bai daino
B
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Snidano
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Il
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Teodora Nipote
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Dote
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Impei atore Minine!-
Spafa di tì*IM,,o
ibe parth Tendala.
>ft7.
.
Balduina va a templimenta re
Baldutnt Ji ruppe 00 in
£' Imperatori , e il Re
leppo
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170,
2;
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Il
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Balduina peflà
.
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164.
.
Impreja ili Cefu'ra filT Orante
Utaeq&fiafi en Cajlello oltre
Prmttpe Rinaldi fatte priftowiirt.
Re v* if Antiatkit
17=.
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Digliized by
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m Maxtitl Comuni* al Ré. »7}.
Marti dil Prima Gran Muftì* dtlf Or
AmbtjiiatUTi
dine Girofatìmttaa*
»7*
.
Kan
t approvata da Minati!* la feriti
drlh tumulti Mtltjtnàa.
1/4.
Cntlmitjt il Matrimonia an Maria c
Attutii*.
'TU
17 fi.
Mtrtt Aida Ragna Mimimi*
Marti iti Ut Balduina HI.
Ojjervaziani
Tuia.
.7
.
4
^77-
M
178.
Stpiltura di Balduina .
Caratteri del Hi Balduina III.
di Balduina fa gmralmcnt
ì,9-
La Mftì
itb
Stati della
Cb'ttfa BtrtfiiimittMM. falla
1.1-,
Fulctrri*. Settimi Patriarca Latin.
Alme-nt* Qttav* Patriarca Tjlima
XSi.
CtMCiafiw
in.
dì aui/Ia
T. CI.
-
fine
DKLl'
I
N DI Ct BEL
slS'I'O
tomo.
FIRENZE MDCCLXXII.
nella
stamperia di s. a.
per Gaetano Cambias i
Con Licenza
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