Titolo: Studio di processi innovativi per la produzione di fruttosio Premessa Grazie alle proprie caratteristiche di dolcificante il fruttosio sta emergendo nel mondo dei dolcificanti in competizione con un prodotto consolidato come il saccarosio. A differenza di questo, però, il fruttosio non provoca problemi riguardanti l’obesità, la carie dentale, l’arterosclerosi e il diabete [1]. Nonostante abbia un elevato potere dolcificante, pari a circa due volte quello del saccarosio [2], il fruttosio non gode di una vasta espansione commerciale a causa dell’elevato costo di produzione. Ad oggi esso viene prodotto principalmente partendo da amido attraverso tre stadi che si concludono con l’isomerizzazione enzimatica del glucosio [3, 4]. Tuttavia, questo processo soffre di uno sfavorevole equilibrio termodinamico [5], a causa del quale lo sciroppo ottenuto contiene solo il 42% in fruttosio e il 50% di glucosio. Esistono tecniche di concentrazione per aumentare il contenuto in fruttosio nello sciroppo, ma gravano pesantemente sui costi complessivi di produzione [6]. Uno schema del processo è riportato in fig. 1. Fig. 1 Processo tradizionale. Adattato da Epting, Kevin Lee [7] Una nuova tecnica è oggetto di ricerca negli ultimi anni: la produzione di fruttosio per idrolisi dell’inulina da parte dell’enzima inulinasi; l’assenza di limitazioni termodinamiche e la possibilità di ottenere concentrazioni di fruttosio del 95% [8] con un solo stadio di reazione e senza successive concentrazioni rendono questo processo molto promettente. In questo programma di ricerca si intende indagare gli aspetti che caratterizzano questo processo allo scopo di potenziarne quelle fasi che risultano cruciali nel contesto dei costi di produzione. In particolare si condurrà uno studio cinetico della reazione, uno studio della disattivazione dell’enzima, si metteranno in atto tecniche di immobilizzazione dell’enzima finalizzate a un più razionale utilizzo delle sue potenzialità e infine si analizzeranno le prestazioni di reattori enzimatici in cui sarà condotta la suddetta reazione. Stato della ricerca internazionale Un ipotetico processo industriale per la produzione di fruttosio avrebbe come materia prima grezza un vegetale come la cicoria, la quale è nota per avere un elevato contenuto di inulina. Partendo dal primo livello, la coltivazione della cicoria, il processo potrebbe essere suddiviso in diverse fasi, raggruppabili in tre stadi principali: il primo stadio è quello propriamente agricolo, svolto al di fuori del sito produttivo e pertanto indicato come “esterno”; il secondo è uno stadio di “pretrattamento” della materia prima; l’ultimo è il cuore del processo, quello in cui si realizza la trasformazione dell’inulina in fruttosio. Lo schema in fig. 2 mette in evidenza ciascuna fase. Coltivazione della cicoria ↓ Esterno Raccolta cicoria ↓ Trasporto allo stabilimento ↓ Stoccaggio cicoria ↓ Prelavaggio ↓ Dissabbiatura, spietratura ↓ Pre-trattamento Tagliatura ↓ Estrazione inulina ↓ Filtrazione ↓ Reazione di idrolisi ↓ Trasformazione Purificazione dei prodotti ↓ Immagazzinamento Fig. 2 Possibile schema di processo per la produzione di fruttosio La ricerca internazionale sulla produzione di fruttosio da inulina negli ultimi venti anni si è sviluppata attorno al punto cardine del processo, quello relativo alla trasformazione della materia prima in fruttosio. Gli altri stadi infatti sono semplici trattamenti fisici già consolidati in altre applicazioni dell’industria dei dolcificanti. In particolare, sono stati pubblicati diversi lavori sullo studio dell’inulina come reagente del processo, sullla produzione e la caratterizzazione dell’enzima inulinasi (catalizzatore) e sull’utilizzo dell’enzima nella reazione di idrolisi condotta in reattori di diverso tipo. Per quanto riguarda l’inulina, lo stato della ricerca può ritenersi piuttosto avanzato essendo ben note le fonti vegetali [9] da cui essa può essere estratta e le sue caratteristiche come substrato per la reazione di idrolisi (grado di polimerizzazione [9] e di ramificazione [10] della molecola e sua solubilità in acqua [11]). La complessità delle problematiche riguardanti l’enzima inulinasi fa sì che, nonostante le molteplici pubblicazioni, sull’argomento ci sia ancora molto da fare. L’enzima è stato purificato da diversi micro-organismi e una vasta gamma di fonti è nota [1, 12]; tuttavia la ricerca di un micro-organismo che produca inulinasi con caratteristiche che la rendano appetibile economicamente è ancora in corso. Per quanto riguarda la caratterizzazione dell’attività catalitica dell’enzima, si sa che esso può attaccare in due modi il substrato: alla coda della molecola di inulina (exoinulinasi) oppure in una zona centrale (endo-inulinasi) [6, 13]; inoltre, questo enzima spesso presenta una attività idrolitica nei confronti del saccarosio [12]. L’effetto della temperatura e del pH è stato indagato su inulinasi di diversa provenienza microbica con la determinazione delle condizioni operative ottimali [5, 13, 14, 15], ma sono isolati i casi in cui tale caratterizzazione è sufficiente per conoscere le performance dell’enzima su una larga scala temporale; infatti generalmente non si conosce la cinetica di disattivazione dell’enzima in diverse condizioni di temperatura e pH e ciò non consente un utilizzo razionale delle potenzialità dello stesso. Anche la determinazione dei parametri cinetici della reazione non è quasi mai esauriente, spesso mancando addirittura la proposta di un modello cinetico completo. L’esistenza di alcuni inibitori dell’attività catalitica dell’inulinasi è nota [16, 17], così come gli effetti della variazione delle concentrazioni di substrato e delle sue proprietà fisiche [17]. L’enzima è stato immobilizzato su diversi supporti e la sua attività è stata determinata in diverse condizioni di temperatura e pH [3, 8, 18, 19], ma restano da ricercare migliori tecniche di immobilizzazione che siano semplici da eseguire e che diano buoni risultati in termini di attività dell’enzima. Inoltre la caratterizzazione cinetica dell’inulinasi immobilizzata è ancora ai primi passi e molto si può fare in questo ambito. L’enzima inulinasi è stato impiegato, sia in forma libera sia immobilizzato, in reattori da laboratorio per l’idrolisi dell’inulina. Sono state condotte sia operazioni batch con enzima libero [5, 14] e immobilizzato [6, 8] che operazioni continue con enzima immobilizzato in reattori a letti fisso [18, 19]. Manca una modellazione matematica dei fenomeni di trasporto che si realizzano in questi dispositivi; ciò non consente di prevedere le loro prestazioni in diverse condizioni operative e di utilizzare al meglio l’attività catalitica dell’enzima. Alla luce dell’attuale stato della ricerca, il presente programma prevede di studiare più approfonditamente la cinetica della reazione enzimatica e di determinare un modello cinetico completo che terrà conto degli effetti di disattivazione dell’enzima; questo sarà lo strumento per una più profonda conoscenza del processo e consentirà di migliorarlo ottimizzando la prestazione dei dispositivi in cui si condurrà la reazione. Obiettivi L’obiettivo generale del progetto di ricerca è quello di coprire alcuni degli aspetti, relativi all’enzima e alle sue applicazioni, ancora poco studiati, allo scopo di offrire alla ricerca in questo ambito gli strumenti per potere usufruire pienamente delle potenzialità della reazione di idrolisi enzimatica dell’inulina. Gli obiettivi intermedi sono i seguenti: - caratterizzazione cinetica dell’enzima libero; - determinazione della cinetica di disattivazione; - determinazione della temperatura ottimale di esercizio basata sull’intera “vita” del catalizzatore; - immobilizzazione dell’enzima su membrana; - studio delle cinetiche di reazione e di disattivazione dell’enzima immobilizzato; - ottimizzazione delle prestazioni di reattori enzimatici a membrana. Programma di ricerca Per conoscere o prevedere la risposta in termini di attività enzimatica alle diverse condizioni in cui l’enzima può essere adottato in un processo industriale, è necessario costruire un apparato modellistico che tenga conto di tutti i principali fenomeni che si realizzano all’interno il processo. Il primo passo consiste nel determinare l’equazione cinetica della reazione di idrolisi dell’inulina catalizzata da un enzima inulinasi proveniente da un micro-organismo scelto in base a criteri di resa nella produzione dell’enzima. Come nello studio di qualunque fenomeno reattoristico, la conoscenza dell’equazione cinetica pone le basi per la previsione e il controllo dell’andamento della reazione in esame, nonché per la scelta delle condizioni operative ottimali. In questa prima fase si cercherà la dipendenza della velocità di reazione dalla concentrazione di substrato, ma anche dalla temperatura e dal pH di esercizio. L’opportunità di utilizzare in un processo industriale un enzima piuttosto che un altro è dettata anche dalla durata della “vita” dei diversi enzimi in varie condizioni. Pertanto si studieranno le modalità con cui avviene la disattivazione e le relative cause e si cercherà un modello matematico che descriva la caduta dell’attività enzimatica nel tempo; particolare attenzione sarà dedicata alla disattivazione termica dell’enzima. La conoscenza della cinetica di disattivazione insieme con l’equazione cinetica permette di stabilire le migliori condizioni in cui far avvenire la reazione, sia sotto l’aspetto della velocità di reazione, ma anche dal punto di vista della durata dell’attività enzimatica. Molto spesso negli studi precedenti vengono determinate le condizioni operative ottimali tenendo conto dei soli effetti reversibili della disattivazione, in altre parole osservando il comportamento dell’enzima su brevi intervalli di tempo. Tuttavia, nell’intenzione di condurre l’idrolisi enzimatica dell’inulina a fruttosio verso uno sviluppo come processo industriale, non si può pensare di utilizzare l’enzima solo per “brevi periodi”, ma bisogna sfruttarlo fin tanto che esso è capace di esercitare una sufficiente attività idrolitica; nel fare ciò gli effetti irreversibili della disattivazione non possono essere trascurati. L’obiettivo ultimo della prima parte del presente programma di ricerca è quello di determinare il valore ottimo di temperatura su più cicli di reazione batch e la durata di ciascun ciclo. Dati i promettenti risultati che l’immobilizzazione di enzimi sta offrendo in diverse applicazioni di bio-ingegneria, la seconda parte di questo progetto sarà dedicata all’applicazione di tecniche di immobilizzazione e allo studio delle caratteristiche dell’inulinasi immobilizzata. Anche in questo caso, come per l’enzima allo stato nativo, l’approccio vuole essere esaustivo, in grado di offrire tutti gli strumenti per condurre al meglio un dispositivo in cui si usi l’enzima immobilizzato come catalizzatore. L’enzima inulinasi sarà immobilizzato su membrana e in questa forma saranno caratterizzate la sua cinetica di reazione e quella di disattivazione; esperimenti batch analoghi a quelli previsti per l’enzima libero saranno effettuati. Sarà costruito un apparato sperimentale per studiare le prestazioni di un reattore enzimatico a membrana. Un modello matematico dei fenomeni di trasporto che si realizzano nel reattore sarà creato e confrontato con i dati sperimentali; seguirà una ottimizzazione delle prestazioni del dispositivo. Per l’acquisizione delle tecniche di immobilizzazione di enzimi su supporti solidi è previsto un periodo di studio presso una sede specializzata in questo settore. Il presente programma di ricerca avrà come esito la produzione di almeno due pubblicazioni scientifiche, uno sulla prima parte del programma concernente gli enzimi allo stato nativo e l’altro recante i risultati degli studi sugli enzimi immobilizzati, da proporre all’attenzione di riviste scientifiche e di convegni internazionali. La sequenza delle attività che compongono il programma è mostrata in fig. 4 in un diagramma di Gantt, tipicamente utilizzato per la pianificazione e la valutazione di programmi di attività complesse. DIAGRAMMA DI GANTT Scelta dell’enzima e purificazione stato nativo stato nativo Determinazione cinetica di reazione stato nativo Dipendenza della velocità di reazione (v) da T e pH stato nativo Studio prestazioni batch su larga scale temporale e.imm Scelta e acquisto della membrana enzima immobilizzato Immobilizzazione e.imm. Dipendenza di v dalla concentrazione di substrato e.imm. Dipendenza di v da T e pH e.imm. Studio della disattivazione dell' enzima enzima imm. Ottimizzazione prestazioni dispositivi a membrana tempo [mesi] 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12 Fig. 4 Diagramma di Gantt. Bianco: studio dell'enzima allo stato nativo; giallo: enzima immobilizzato. Riferimenti bibliografici [1] Vandamme, E.J. and D.G. Derycke, 1983. Microbial inulinases: fermentation process, properties and applications. Adv. Appl. Microbiol., 29: 139-176. [2] Fleming, S. E. and GrootWassink, J. W. D.: Preparation of high-fructose syrup from the tubers of the Jerusalem artichoke (Helianthus tuberosus L.). CRC Crit. Rev. Food Sci. Nutr., 12, l-28 (1979). [3] Gupta AK, Kaur M, Kaur N and Singh R, A comparison of properties of inulinases of Fusarium oxysporum immobilized on various supports. J Chem Technol Biotechnol 53:293.296 (1992). [4] Curcio S., Calabrò V., Iorio G., Isomerization of glucose in syrup al high content of fructose with immobilized enzyme. 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