Congress Reports Notizie da congressi, simposi, workshop, meeting e convegni medico-scientifici Anno XVI - n. 0/2011 · Reg. del Trib. di Roma n. 544 dell’8/11/1996 · Poste Italiane S.p.A. - Spedizione in A.P. 70% - Roma Periodicità bimestrale · ©2011 Mediprint S.r.l. · Cod. 120/11 · Via Cossignano, 26-28 - 00138 Roma - tel. 06.8845351/2 - fax 06.8845354 [email protected] · Stampa: CSC Grafica Srl - Via A. Meucci, 28 - 00012 Guidonia (RM) · Finito di stampare nel mese di dicembre 2011 2° CONGRESSO AIMO Nuovi sentieri in Oftalmologia Roma, Palazzo dei Congressi 30 settembre - 1 ottobre 2011 Nuovo Approccio alla Terapia Medica del Glaucoma Professor Luca M. Rossetti Direttore della Clinica Oculistica dell’Università degli Studi di Milano - Ospedale San Paolo Nuovo Approccio alla Terapia Medica del Glaucoma Professor Luca M. Rossetti Direttore della Clinica Oculistica dell’Università degli Studi di Milano - Ospedale San Paolo Il glaucoma: correlazione tra progressione del danno e pressione intraoculare Il glaucoma è una neurotticopatia progressiva caratterizzata da danno cronico e progressivo del nervo ottico, con alterazioni caratteristiche di testa del nervo ottico, strato delle fibre nervose retiniche e difetti specifici del campo visivo. La perdita della visione, nel paziente glaucomatoso, è provocata dalla morte per apoptosi delle cellule ganglionari retiniche (CGR) e dalla degenerazione e atrofia dei loro assoni lungo il decorso dalla papilla ottica fino alla corteccia visiva (Fig. 1). Il glaucoma è frequentemente associato, ma non necessariamente, a un aumento della pressione intraoculare (IOP). Esiste una certa variabilità interindividuale per i valori di IOP correlati alla manifestazione del danno glaucomatoso, tuttavia è stato dimostrato che la prevalenza di glaucoma aumenta progressivamente negli individui con valori più elevati di IOP. In genere il glaucoma è percepito come una malattia lenta, con basso impatto sulla qualità di vita del paziente, salvo che negli stadi più evoluti quando, a causa del danno a livello delle fibre del nervo ottico, si creano ampie aree scotomatose nel campo visivo che limitano in modo evidente la visione. È indispensabile diagnosticare precocemente la malattia, intervenire tempestivamente e individuarne la velocità di progressione per rallentarla a una velocità che minimizzi, nel lungo termine, l’impatto del danno funzionale sulla qualità di vita del singolo paziente. È noto infatti che, in assenza di un trattamento Figura 1. Danno alla testa del nervo ottico. adeguato, nelle fasi terminali della malattia il nervo ottico viene completamente distrutto e si instaura una grave compromissione visiva o addirittura la cecità. L’obiettivo del trattamento è quindi il mantenimento della qualità di vita del paziente glaucomatoso ad un costo accettabile; il trattamento interessa in particolare tutti i pazienti con un grado di progressione tale da comprometterne la funzione visiva nell’arco della propria vita. La valutazione della progressione diviene dunque parte integrante del trattamento del glaucoma, del follow-up e dell’obiettivo pressorio. I dati disponibili in letteratura dimostrano che tutti i pazienti glaucomatosi non trattati, se seguiti per un tempo sufficientemente lungo, presentano progressione della malattia; l’entità di tale progressione verso un deficit visivo è influenzata da vari fattori come età, entità del danno visivo, livello di IOP. La percentuale di pazienti in progressione varia però in funzione dello studio: il 54% progredisce in 10 anni nel St. Lucia Study, il 60% progredisce in 5 anni nel Collaborative Normal-Tension Glaucoma Study (CNTGS), e il 62% progredisce in 6 anni nell’Early Manifest Glaucoma Trial (EMGT). Inoltre i risultati dell’EMGT hanno addirittura dimostrato che, nonostante il trattamento ipotensivo oculare, si osserva una progressione della malattia nel 45% dei pazienti (Fig. 2) (1-3). Questi risultati lasciano ipotizzare il coinvolgimento di ulteriori meccanismi, oltre alla IOP, nella progressione e nella patogenesi stessa del danno glaucomatoso. Innanzitutto sembrerebbe confermato il ruolo del danno ossidativo nella patogenesi del glaucoma primario ad angolo aperto; si ipotizza, inoltre, un coinvolgimento di altri fattori come scompenso del microcircolo, maggiore deformabilità della lamina cribrosa, danno da glutamFigura 2. Frequenza di progressione del glaucoma. Progressione (%) 100 80 60 40 20 0 2 EMGT Non trattati Trattati 0 12 24 36 48 60 72 84 Follow-up (mesi) 96 108 NUOVO APPROCCIO ALLA TERAPIA MEDICA DEL GLAUCOMA mato, riduzione del trasporto assonale correlato a problematiche mitocondriali adrenalina-dipendenti e degenerazione trans-sinaptica nel nucleo genicolato laterale (NGL). Il sistema immunitario potrebbe avere anch’esso un ruolo attivo nella neuropatia ottica glaucomatosa a causa di un insulto diretto al nervo ottico indotto da specifici auto-anticorpi (Fig. 3). Figura 3. Meccanismi del danno glaucomatoso. Microcircolazione Pressione intraoculare Ischemia-ipossia Nucleo genicolato laterale e altri target Cellule ganglionari retiniche Lamina cribrosa Immunità abberrante Citochine infiammatorie Bloccco di neurotrofine e altri fattori dipendenti dal target Astrociti Eccessiva stimolazione da glutammato Cellule gliali Terapia del glaucoma: basi farmacologiche della neuroprotezione Come si è già accennato la gestione terapeutica del glaucoma si propone di preservare la funzione visiva nel tentativo di rallentare il naturale decorso della malattia e di minimizzare l’impatto della progressione del danno funzionale sulla qualità di vita del singolo paziente. Rallentare la progressione della malattia è un obiettivo difficile che potrebbe necessitare di un approccio integrato. La pressione intraoculare rappresenta uno dei fattori di rischio di glaucoma più importanti e più conosciuti. La sua riduzione, ottenuta con presidi farmacologici o chirurgici, rappresenta ancora oggi il cardine della gestione terapeutica del glaucoma. Tuttavia è evidente che la sola ipotonizzazione oculare non sempre è sufficiente a ridurre il numero di cellule ganglionari in apoptosi, e dunque a ridurre la progressione della malattia. Nonostante l’aggressività della terapia ipotensiva oculare e il raggiungimento di un buon controllo pressorio, una percentuale di pazienti può continuare a progredire a una velocità rischiosa per la propria funzione visiva. Questo suggerisce l’esistenza di altri meccanismi che contribuiscono alla progressione della malattia indipendentemente dalla IOP. Appare dunque chiara la necessità di nuove strategie terapeutiche da affiancare alla ipotonizzazione oculare. In questo quadro si rivela particolarmente interessante la neuroprotezione, strategia terapeutica volta a rallentare o arrestare la progressione della neuropatia ottica glau- comatosa agendo direttamente sulle cellule ganglionari, e indipendentemente dalla riduzione della IOP. La neuroprotezione, accanto a un’aggressiva terapia ipotensiva oculare, rappresenta un tentativo di trattamento integrato del glaucoma, utile per rallentare o prevenire la morte delle CGR e dei loro assoni e garantirne la funzione fisiologica. Tra le varie molecole studiate per le eventuali proprietà neuroprotettive (brimonidina, memantina, calcio-antagonisti), la citidin-5’-difosfocolina (citicolina) si è dimostrata particolarmente interessante per la disponibilità di numerose evidenze scientifiche. Diversi studi sperimentali e trial clinici su pazienti glaucomatosi hanno documentato l’efficacia di questo principio attivo nel glaucoma mediante studi campimetrici e di elettrofisiologia oculare. Citicolina: meccanismo d’azione ed evidenze scientifiche La citicolina è già da diversi anni utilizzata nell’insufficienza cerebrale, nello stroke, nei traumi cerebrali e nelle malattie neurodegenerative come Parkinson e Alzheimer. Da circa 20 anni tale molecola è stata introdotta anche nel trattamento della malattia glaucomatosa grazie all’intuizione del Professor Michele Virno. Per comprendere le potenzialità neuroprotettive di tale principio attivo deve essere ricordato che la citicolina è un precursore naturale della fosfatidilcolina (PDC), il principale componente delle membrane neuronali e mitocondriali. La PDC possiede un duplice ruolo nella biologia della cellula ganglionare: un ruolo strutturale, in quanto rappresenta il principale fosfolipide di membrana (50%), e un ruolo funzionale in quanto, in seguito all’azione dell’enzima fosfolipasi A2, è fonte di acidi grassi (AA e DAG) che sono importanti messaggeri intracellulari. Nella cellula sottoposta a insulti esterni come stroke, traumi o elevata IOP, si assiste a una iperattivazione della fosfolipasi A2 che determina instabilità strutturale della membrana, a causa dell’aumentato catabolismo della PDC, e provoca invece accumulo di AA e DAG all’interno della cellula, con conseguente compromissione della loro funzionalità di messaggeri intracellulari. Entrambi questi meccanismi sono responsabili del danno a livello di membrana plasmatica e mitocondriale provocando, di conseguenza, un incremento delle concentrazioni intracellulari di calcio e, successivamente, apoptosi cellulare. È stato dimostrato che la citicolina, grazie al suo meccanismo d’azione, può intervenire su questa cascata di eventi e proteggere le CGR dall’apoptosi. La citicolina, precursore del principale fosfolipide costituente la membrana cellulare (PDC), rappresenta un substrato fondamentale per la riorganizzazione della normale integrità di membrana. La citicolina, inoltre, inibisce l’attività della fosfolipasi A2, e pertanto riduce il catabolismo della PDC, favo- 3 L.M. ROSSETTI Figura 4. Meccanismo d’azione di citicolina. Citicolina e neuroprotezione Formazione di fosfatidil-colina nel tessuto nervoso + ↓ L’accumulo di acidi grassi indotto dall’ischemia ↓ Effetto antiapoptotico Numerose evidenze scientifiche hanno dimostrato l’efficacia della citicolina per via sistemica nei pazienti affetti da glaucoma sia a livello del campo visivo, tramite campimetria computerizzata, sia sull’intera via visiva, tramite elettroretinogramma da pattern (PERG) e potenziali evocati visivi (PEV). Uno studio clinico pubblicato su Ophthalmology ha dimostrato che l’effetto stimolante il sistema dopaminergico, sul quale si basa il razionale per l’impiego della citicolina nella terapia del morbo di Parkinson, si è rivelato fondamentale anche a livello della funzione visiva, poiché la dopamina è tra i principali neurotrasmettitori coinvolti nella trasmissione del segnale visivo, sia a livello retinico che post-retinico. I risultati di questo studio hanno infatti dimostrato che il trattamento con citicolina, nei pazienti glaucomatosi, induce un significativo miglioramento delle rispoFigura 5. Campi visivi al baseline e dopo 8 anni in pazienti trattati con: a) terapia ipotonizzante oculare + placebo; b) terapia ipotonizzante oculare + citicolina (da: Parisi V. 2005; mod.). Occhio GP (a) Occhio GC (b) Basale MD: -5,46 dB, CPSD: 4,32 dB MD: -6,28 dB, CPSD: 5,72 dB MD: -7,16 dB, CPSD: 5,72 dB MD: -4,62 dB, CPSD: 3,36 dB 96 mesi 4 ste bioelettriche retiniche e corticali, suggerendo un potenziale utilizzo del principio attivo, in aggiunta al trattamento ipotensivo, nella terapia medica del glaucoma (4). Risultati analoghi sono stati confermati da uno studio clinico della durata di 8 anni che ha evidenziato, dal punto di vista elettrofisiologico e campimetrico, il miglioramento della conduzione del segnale visivo, sia a livello retinico che di tutta la via ottica, nei pazienti glaucomatosi sottoposti a cicli di trattamento con citicolina (Fig. 5) (5). Inoltre uno studio clinico, che ha valutato l’effetto di cicli ripetuti di citicolina per 10 anni in pazienti glaucomatosi, ha dimostrato che il miglioramento della sensibilità retinica si traduce, a lungo termine, in un effetto clinico protettivo sul campo visivo (Fig. 6) (6). Figura 6. I pazienti trattati con citicolina hanno mostrato un significativo miglioramento della sensibilità retinica (riduzione di NPA) dopo il primo anno che permane stabile per i successivi 9 anni (da: Virno M. 2000; mod.). 12.000 Area di non percezione 10.000 NPA (mm2) rendo la normalizzazione della concentrazione intracellulare di AA e DAG. Infine, grazie all’azione neuromodulativa, l’assunzione di citicolina incrementa la sintesi di alcuni neurotrasmettitori come acetilcolina, serotonina, dopamina e noradrenalina (Fig. 4). 8.000 6.000 4.000 SNK: p<0,05 2.000 0 Terapia antipertensiva Terapia antipertensiva+citicolina Baseline ANOVA: p<0,001 2 4 6 8 10 Anni Citicolina in collirio: nuove prospettive per la terapia del glaucoma Le incoraggianti evidenze cliniche di efficacia nell’uomo suggeriscono l’utilizzo della citicolina per la terapia integrata del glaucoma. Questo principio attivo è stato largamente adoperato per via endovenosa e intramuscolo e, di recente, è stato anche utilizzato per via orale grazie alla disponibilità in commercio di nuove formulazioni in bustine o in soluzione orale bevibile ad alta biodisponibilità (Neukron Ofta). L’utilizzo della via orale ha agevolato l’assunzione del principio attivo a cicli periodici, oltre a favorire la compliance del paziente, di cruciale importanza per l’efficacia di una terapia cronica come quella del glaucoma. Un altro potenziale neuroprotettore come l’NGF è stato testato in collirio con risultati apparentemente incoraggianti nel tentativo di agire direttamente su CGR e testa del nervo ottico (7). Con questo obiettivo, da qualche mese in Italia è addirittura disponibile, in commercio, un nuovo prodotto, denominato OMK1, a base di citicolina in soluzione per uso topico oftalmico. Il prodotto è stato ideato e formulato da un’azienda farmaceutica italiana che ne ha coordinato lo sviluppo industriale, NUOVO APPROCCIO ALLA TERAPIA MEDICA DEL GLAUCOMA Figura 7. Brevetto internazionale OMK1. È noto che numerosi fattori come peso molecolare, solubilità lipidi/acqua, grado di ionizzazione e caratteristiche chimico-fisiche di una formulazione possono influenzare e limitare il passaggio transcorneale dei principi attivi. Grazie allo studio dei meccanismi che regolano la cinetica di passaggio transcorneale, si è riusciti a mettere a punto una formulazione in grado di veicolare un principio attivo come la citicolina (con un peso molecolare di 488 dalton) che da solo non riuscirebbe a raggiungere la parte posteriore dell’occhio in concentrazioni efficaci. Grazie a questa nuova formulazione la citicolina in soluzione, opportunamente veicolata con acido ialuronico ad alto peso molecolare e benzalconio cloruro a bassissimo dosaggio, riesce ad oltrepassare la cornea, attraversa la congiuntiva, sclera e trabecolato, e raggiunge la porzione posteriore dell’occhio (retina e testa del nervo ottico) probabilmente per diffusione attraverso il vitreo o attraverso le vie uveo-sclerali (Fig. 8) (8). Si ipotizzano infatti due vie lungo le quali la citicolina possa raggiungere la retina e il nervo ottico: 1) dalla camera anteriore, seguendo a ritroso il torrente dell’umore acqueo, il principio attivo arriva a lambire il vitreo dal quale viene assorbito facilmente, ed arriva quindi alla retina ed al nervo ottico; 2) dalla camera anteriore segue le vie uveo-sclerali ed arriva nello spazio sovracoroideale per poi raggiungere direttamente retina e nervo ottico. L’acido ialuronico ad alto peso molecolare, grazie alle sue proprietà viscoelastiche e mucoadesive, garantisce un’azione lubrificante a livello oculare. Inoltre aumenta il tempo di residenza della citicolina a livello dell’interfaccia superficie oculare/film lacrimale, aumentando di conseguenza il tempo di contatto farmaco/occhio. Il benzalconio cloruro, a bassissima concentrazione, permette invece la temporanea e reversibile stimolazione delle gap junction corneali, favorendo in tal modo la penetrazione del principio attivo in camera anteriore. Uno studio di cinetica, condotto su un modello animale, ha permesso di evidenziare, mediante HPLC accoppiata a spettrometria di massa/massa, la presenza di citicolina in camera vitrea dopo instillazione oculare della soluzione di citicolina per uso topico (OMK1). I risultati hanno permesso di confermare che la soluzione oftalmica OMK1 a base di citicolina, opportunamente veicolata con acido ialuronico ad alto peso molecolare e benzalconio cloruro a bassissima concentrazione, garantisce il passaggio del principio attivo nel segmento posteriore e il raggiungimento di retina e testa del nervo ottico (Fig. 9) (9). Figura 9. Profilo HPLC di un campione di vitreo prelevato da occhi trattati con: a) soluzione oftalmica di citicolina opportunamente veicolata (OMK1); b) soluzione oftalmica di citicolina non veicolata (da: Dossier brevettuale OMK1). OMK1: presenza di citicolina in camera vitrea A 1.600 Intensità (ops) le sperimentazioni su animali, di cinetica e i primi lavori clinici, tutti realizzati presso strutture Universitarie italiane e propedeutici per il Deposito Brevettuale Internazionale e la registrazione del prodotto come Medical Device (Fig. 7). Figura 8. Diffusione del principio attivo citicolina a livello della porzione posteriore dell’occhio (da: Centofanti M. 2011; mod.). 1.200 800 400 0 B 0 0,5 1,0 1,5 2,0 2,5 3,0 3,5 4,0 4,5 5,0 5,5 6,0 6,5 7,0 7,5 Tempo (minuti) Controllo: assenza di citicolina in camera vitrea Intensità (ops) 100 80 60 40 20 0 0 0,5 1,0 1,5 2,0 2,5 3,0 3,5 4,0 4,5 5,0 5,5 6,0 6,5 7,0 7,5 Tempo (minuti) 5 L.M. ROSSETTI Nel corso dello sviluppo industriale della soluzione oftalmica OMK1 diversi studi hanno consentito di valutarne sicurezza e tollerabilità. Si è dimostrata l’attività antimicrobica del conservante e la sterilità della soluzione. Le prove di sensibilità ritardata su cavia non hanno evidenziato reazioni cutanee negli animali trattati e hanno permesso di definire il prodotto non sensibilizzante. Inoltre il prodotto è stato definito non citotossico sulla base dei risultati positivi ottenuti dalla citotossicità per contatto diretto su colture di cellule Balb/C 3T3 (fibroblasti embrionali murini) in fase esponenziale di crescita. Infine, uno studio di irritazione oculare condotto su conigli ha confermato che, anche per utilizzo cronico, OMK1 non è irritante a livello oculare (9). La soluzione oftalmica a base di citicolina opportunamente veicolata è stata inoltre sperimentata su pazienti glaucomatosi con risultati estremamente incoraggianti che ne hanno confermato l’ottima tollerabilità e la possibile efficacia. Un miglior rapporto dose/effetto rispetto alla via di somministrazione per os e i.m. potrebbe spiegare quanto osservato sui campi visivi di alcuni pazienti trattati con OMK1, anche se si tratta di dati preliminari che necessitano di conferma mediante studi controllati attualmente in corso (Fig. 10) (9). OMK1, grazie alla sua specifica formulazione in soluzione oftalmica per uso topico, penetra in camera anteriore e attraversa il vitreo e le vie uveosclerali, assicurando un’elevata concentrazione di principio attivo a livello della porzione posteriore del bulbo, e fino alle CGR e alla testa del nervo ottico. OMK1 permette dunque di agire direttamente proprio dove inizia e si propaga il danno glaucomatoso. Grazie all’azione strutturale della citicolina, OMK1 reintegra i fosfolipidi delle membrane nervose danneggiate e protegge le CGR e la testa del nervo ottico. Inoltre l’acido ialuronico conferisce alla soluzione un’azione lubrificante, importante nei pazienti glaucomatosi. OMK1 può essere facilmente utilizzato anche da pazienti molto anziani, senza difficoltà e senza controindicazioni specifiche. I pazienti glaucomatosi hanno un’ottima esperienza con l’impiego dei colliri, inoltre, questa formulazione per uso topico oftalmico permette ai pazienti di seguire accuratamente la terapia anche per lunghi periodi e conseguire migliori risultati di trattamento. La terapia orale garantisce invece un’azione sistemica dal NGL a ritroso lungo le vie ottiche. OMK1 rappresenta un’assoluta novità per l’intera Comunità Scientifica e per tutti i pazienti affetti da glaucoma. Considerati gli incoraggianti risultati ottenuti fino ad oggi, questa formulazione potrebbe rappresentare un’importante strumento per la terapia neuroprotettiva del glaucoma. La ricerca sta proseguendo e ben presto si realizzeranno ulteriori studi con l’obiettivo di confermare i primi dati di efficacia della formulazione nei pazienti con glaucoma. Bibliografia 5. Parisi V. Electrophysiological assessment of glaucomatous visual dy- 1. Wilson MR, Kosoko O, Cowan CL Jr et al. Progression of visual sfunction during treatment with cytidine-5’-diphosphocholine (citico- Figura 10. Risultati campimetrici: a) campo visivo pre-trattamento (MD: -10,39 dB; PSD: 12,15 dB); b) campo visivo post trattamento (MD: -8,06 dB; PSD: 10,25 dB) (da: Dossier brevettuale OMK1). a b field loss in untreated glaucoma patients and glaucoma suspects in St. line): a study of 8 years of follow-up. Documenta Ophthalmologica Lucia, West Indies. Am J Ophthalmol 2002;134(3):399-405. 2005;110(1):91-102. 2. Comparison of glaucomatous progression between untreated pa- 6. Virno M, Pecori-Giraldi J, Liguori A, De Gregorio F. The protective tients with normal-tension glaucoma and patients with therapeutically effect of citicoline on the progression of the perimetric defects in glau- reduced intraocular pressures. Collaborative Normal-Tension Glauco- comatous patients (perimetric study with a 10-year follow-up). Acta ma Study Group. Am J Ophthalmol 1998;126(4):487-497. Ophthalmol Scand Suppl. 2000;(232):56-7. 3. Heijl A, Leske MC, Bengtsson B et al. Reduction of intraocular 7. Lambiase A, Aloe L, Centofanti M et al. Experimental and clinical evi- pressure and glaucoma progression: results from the Early Manifest dence of neuroprotection by nerve growth factor eye drops: Implications Glaucoma Trial. Arch Ophthalmol 2002;120(10):1268-1279. for glaucoma. Proc Natl Acad Sci U S A. 2009;106(32):13469-13474. 4. Parisi V, Manni G, Colacino G, Bucci MG. Cytidine-5’-Diphospho- 8. Centofanti M. Citicolina in collirio: nuove opportunità terapeutiche choline (Citicoline) Improves Retinal and Cortical Responses in Pa- in neuroprotezione. NPT Anno XXI – n. 2/2011. tients with Glaucoma. Ophthalmology 1999;106(6):1126-1134. 9. Dossier Brevettuale OMK1 (Omikron Italia). 6 Citicolina e Acido Ialuronico in Soluzione Oftalmica RIASSUNTO DELLE CARATTERISTICHE DEL PRODOTTO 1. DENOMINAZIONE DEL PRODOTTO OMK1. 2. COMPOSIZIONE QUALITATIVA Acido ialuronico sale sodico 0,2%, Citicolina sale sodico 2%, Sodio fosfato monobasico monoidrato, Sodio fosfato bibasico dodecaidrato, Sodio cloruro, Benzalconio cloruro 0,01%, Acqua per preparazioni iniettabili. 3. FORMA OMK1 è una soluzione oftalmica sterile in flacone da 10 ml per uso topico oftalmico. 4. INFORMAZIONI OMK1 è una soluzione oftalmica allo 0,2% di acido ialuronico ad alto peso molecolare e citicolina sale sodico al 2%. L’acido ialuronico, ottenuto per sintesi biotecnologica, dà origine a soluzioni mucomimetiche, mucoadesive e viscoelastiche, utili per migliorare la stabilità del film lacrimale, così da mantenere lubrificata, idratata e protetta la superficie oculare. Inoltre le soluzioni a base di Acido Ialuronico sono in grado di instaurare un microambiente favorevole ai processi di riparo della superficie oculare nei casi di danno agli epiteli corneale e congiuntivale. La presenza di Citicolina in OMK1 conferisce un utile e favorevole supporto strutturale nel ripristino dell’integrità delle membrane cellulari nervose danneggiate. 4.1 Indicazioni Le proprietà umettanti e protettive del prodotto conferiscono sollievo agli occhi nel caso di irritazione, bruciore e sensazione di corpo estraneo dovuti a fattori ambientali come vento, sole, aria secca, acqua salata, fumo, luce intensa, aria condizionata, riscaldamento, uso prolungato di videoterminale oppure chirurgia oculare, congiuntivite o utilizzo di lenti a contatto. La presenza di citicolina conferisce inoltre un supporto strutturale per le membrane cellulari nervose danneggiate. Il prodotto deve essere usato entro 30 giorni dalla prima apertura del flacone. Tenere il preparato fuori dalla portata e dalla vista dei bambini. Il prodotto è solo per uso oftalmico esterno. Non disperdere il flacone nell’ambiente dopo l’uso. 5. PROPRIETA’ Proprietà attribuite ai singoli componenti dalla Letteratura Internazionale: Acido Ialuronico: È un polimero naturale ad alto peso molecolare che a causa della sua struttura chimica è molto polare e, di conseguenza, ha un’elevata solubilità e capacità di trattenere elevati volumi di acqua. Conferisce alle soluzioni che lo contengono proprietà mucomimetiche e viscoelastiche tali da garantire un’adeguata lubrificazione della superficie oculare. Le soluzioni a base di acido ialuronico mantengono correttamente umidificata la superficie oculare ed aumentano la stabilità del film lacrimale pre-corneale. Citicolina sale sodico: La citicolina è un naturale precursore nella sintesi dei fosfolipidi delle membrane nervose. La citicolina è un favorevole supporto, strutturale e funzionale, ai meccanismi di crescita cellulare e nei processi di ripristino delle membrane cellulari. In caso di insufficienza di citicolina, è stata dimostrata una diminuzione di fosfatidilcolina e sfingomielina a livello delle membrane cellulari ed una contemporanea attivazione dei processi di morte cellulare a livello di cornea, cellule ganglionari retiniche e testa del nervo ottico. Benzalconio cloruro: Conservante che garantisce prevenzione della contaminazione microbica della soluzione dopo l’apertura. 6. ULTERIORI INFORMAZIONI 4.2 Posologia e modo d’impiego Instillare 1 goccia di OMK1 2-3 volte al giorno, secondo necessità. 4.3 Precauzioni e avvertenze Non usare se il contenitore è danneggiato. Non usare in caso di incompatibilità verso qualsiasi componente della preparazione. Non usare dopo la data di scadenza indicata sulla confezione. Non toccare gli occhi con la punta del contenitore. Dopo la somministrazione, può verificarsi un temporaneo offuscamento visivo. È conveniente quindi attendere qualche secondo prima di intraprendere qualunque attività che richieda chiarezza visiva. Lasciar trascorrere 10-15 minuti dopo l’uso prima di instillare farmaci per uso oftalmico esterno. 6.1 Periodo di validità 24 mesi dalla data di produzione. 6.2 Speciali precauzioni per la conservazione Conservare il prodotto in luogo fresco e asciutto a temperatura inferiore ai 25°C. 6.3 Natura e contenuto della confezione Astuccio contenente 1 flacone da 10 ml. OMK1 è un Dispositivo Medico CE Classe 1S. È un brevetto Omikron Italia s.r.l.