IDENTIFICARE IL VALORE DI UN PARTICIPIO Per analizzare un participio è bene esaminare nell’ordine le seguenti possibilità, passando alla successiva nel caso di una mancata corrispondenza. I CASO: il participio è preceduto dall’articolo ad esso riferito, anche non immediatamente ma senza sostantivi concordati intermedi, 1) Se il participio è concordato con un sostantivo secondo la sequenza ARTICOLO + PARTICIPIO + NOME oppure ARTICOLO + NOME + ARTICOLO RIPETUTO + PARTICIPIO → si tratta di un PARTICIPIO AGGETTIVALE ATTRIBUTIVO, da tradurre in italiano • con una subordinata relativa (soluzione più sicura) • con un participio (se è usato in italiano e la diatesi corrisponde) • con un aggettivo corrispondente (se esistente) οἱ θανόντες στρατιῶται / οἱ στρατιῶται οἱ θανόντες “i soldati che sono morti, i soldati morti” 2) se non è concordato con un sostantivo → si tratta di un PARTICIPIO SOSTANTIVATO, da tradurre in italiano • con una relativa preceduta da antecedente dimostrativo o sostantivo generico: “colui, colei, coloro che…” / “quello, -a, -i, -e che…” (se maschile o femminile) “ciò / la cosa / le cose che…” (se neutro) • con un participio sostantivato (preceduto da articolo), se è usato in italiano e la diatesi corrisponde; • con un aggettivo sostantivato o sostantivo corrispondente (se esistente). οἱ θανόντες: “quelli che sono morti, i morti” τὰ προσήκοντα: “le cose che convengono, le cose convenienti, le cose opportune, le opportunità. ATTENZIONE * Un participio sostantivato unito ad un genitivo partitivo corrisponde ad un participio aggettivale οἱ φεύγοντες τῶν βαρβάρων = οἱ φεύγοντες βάρβαροι * Un participio attributivo e sostantivato può essere coordinato attraverso congiunzioni ad altri participi di analogo valore, senza bisogno di ripetere l’articolo, se si vuole attribuire l’azione allo stesso soggetto: οἱ φοβούμενοι καὶ φεύγοντες = “coloro che hanno paura e (che) fuggono” ma οἱ φοβούμενοι καὶ οἱ φεύγοντες = “coloro che hanno paura, e coloro che fuggono” II CASO: il verbo della proposizione da cui il participio dipende può reggere il participio predicativo. Principali verbi: verbi di percezione (ὀράω, αἰσθάνομαι, ἀκούω – che può reggere oggetto e participio predicativo dell’oggetto in genitivo quando esprime percezione fisica –, verbi di inizio e fine e continuazione (ἄρχομαι, παύομαι, διατελέω), verbi di eccellenza o di inferiorità (διαϕέρω, νικάω, ἡττάομαι), verbi dimostrativi (δείκνυμι, ϕαίνω), più alcuni verbi o locuzioni che indicano modi d’essere come τυγχάνω (“sono per caso”), ϕθάνω (“prevengo”), λανθάνω (“mi nascondo”), δῆλός / ϕανερός εἰμι, φαινομαι (“sono evidente”) oltre ai verbi copulativi (εἰμι, γίγνομαι, …). Se il participio è concordato con il soggetto (quindi al nominativo o anche all’accusativo se siamo in un’infinitiva) o con l’oggetto (all’accusativo ma anche al genitivo con il verbo ἀκούω) → si può trattare quasi sicuramente di un PARTICIPIO PREDICATIVO, la cui traduzione dovrà adeguarsi alla costruzione propria del verbo italiano reggente, • con una subordinata dichiarativa ἔμαθον τοὺς πολεμίους πεφευγότας: “seppero che i nemici erano fuggiti” • con un infinito semplice o preceduto da preposizione ὁρῶ σε γελῶντα: “ti vedo ridere”; λήγω ἐσθίων: “finisco di mangiare”; ἀμαρτάνεις τοῦτο ποιῶν “sbagli nel far ciò” • con un participio εἶδον αὐτοὺς ἡσσωμένους: “li videro sconfitti” • con perifrasi più libere nel caso di τυγχάνω (“sono per caso”, quindi “faccio qualcosa per caso, mi trovo a…”), ϕθάνω (“prevengo”, quindi “faccio qualcosa prima di”), λανθάνω (“sfuggo” quindi “faccio qualcosa di nascosto”, o “senza accorgermi”), φαίνομαι, δῆλός / ϕανερός εἰμι “sono evidente” quindi “è evidente che, chiaramente faccio qualcosa”). Ἔφθασαν ἡμᾶς τὴν θυσίαν ἐπιτελέσαντες. = “Compirono il sacrificio prima di noi”. Ἐτύγχανον περιπατῶν = “Per caso passeggiavo (mi trovavo a passeggiare)” Οἱ δὲ ἔλαθον ἡμᾶς ἀποδράντες. “Essi fuggirono di nascosto da noi.” Οἴχομαι ϕεύγων. “Fuggo via.” • Valore più strettamente aggettivale hanno i participi dipendenti da εἰμι, γίγνομαι e verbi copulativi come NOME DEL PREDICATO o PREDICATIVO DEL SOGGETTO, da tradurre con participi, aggettivi o con un unico predicato sintetico. Ἦσαν οἱ Πελασγοὶ βάρβαρον γλῶσσαν ἱέντες: “I Pelasgi parlavano (lett. “erano parlanti”) una lingua barbara.” III CASO: Il participio è concordato con un pronome oppure un nome, che può essere sottinteso, quando corrisponde al soggetto di un verbo di prima o seconda persona, oppure quando ripete quello delle frasi precedenti. 1) può essere un PARTICIPIO CONGIUNTO, CORRISPONDENTE AD UNA SUBORDINATA AVVERBIALE causale, temporale, finale, avversativa, condizionale, concessiva, modale-strumentale o anche finale – quando c’è un participio futuro o più raramente presente – o esclusiva, se c’è una negazione: esso ricorre prevalentemente, ma non sempre, riferito al soggetto, quindi per lo più in nominativo o in accusativo nelle infinitive. Lo si può tradurre A) in forma esplicita. • Tenendo presente il tempo e il significato del participio si avranno formule introdotte da congiunzioni come “poiché, perché, quando, allorché, dopo che, mentre, anche se, se” + indicativo o congiuntivo, “benché, sebbene o – solo se c’è una negazione – “senza che” + congiuntivo. • Si può anche impiegare una subordinata relativa accessoria, cioè separata da una virgola dall’antecedente (da evitare quando il soggetto è un pronome personale sottinteso di prima o seconda persona): in questo caso è obbligatorio fare in modo che l’antecedente preceda immediatamente la relativa. B) In forma implicita • • • con un participio (se è usato in italiano e la diatesi corrisponde) con un gerundio (preceduto da “pur” quando ha valore concessivo), traduzione lecita solo se è riferito al soggetto del verbo della proposizione reggente. con infinito preceduto da preposizione, come “nel, dopo (temporale), con il (modalestrumentale), a, per (causale o finale), senza (esclusiva, solo se c’è una negazione)” + infinito (se il soggetto è quello della reggente) Es.: ὁ ἡγεμὼν τρωθεὶς ὑπὸ τῶν βαρβάρων “Il comandante, poiché era stato ferito, che era stato ferito, dopo essere stato ferito, essendo stato ferito, ferito dai barbari”. Τῷ Ἀλέξανδρῳ τὰ πολεμικὰ φίλα ἦν ἔτι παιδὶ ὄντι. “Ad Alessandro, pur essendo (benché fosse, anche se era, che pur era) ancor fanciullo, le arti della guerra erano care.” ATTENZIONE: • Il participio congiunto futuro, che si presenta spesso preceduto da ὡς e in dipendenza da verbo di moto (al nominativo, quindi riferito al soggetto, se il verbo indica il muoversi; all’accusativo, quindi riferito all’oggetto, se indica l’inviare), ha per lo più valore di subordinata finale: Ὁ Ἀλέξανδρος ἧκε κρατήσων τὴς Ἀσίας. Alessandro era giunto per conquistare l’Asia. Οἱ Ἀθηναῖοι ἔπεμψαν πρέσβεις σπονδὰς ποιησομένους ». Gli Ateniesi mandarono ambasciatori per concludere una tregua. • I participi ἔχων, ἄγων, λαβών, φέρων + accus. corrispondono a un complemento di compagnia. Ὁ Αγησίλαος ἔχων τὸ στράτευμα ἐπορεύετο: “Agesilao avanzava con l’esercito”. • Alcuni participi si usano spesso con valore avverbiale, talora corrispondendo a strutture con il predicativo: es. φέρων / φερόμενος (“velocemente, di slancio”); ἀνύσας (”velocemente”); κατατείνας / διατεινάμενος / διατεταμένος (“a tutta forza”); φθάσας (“prima”); λαθών (“di nascosto”); ἔχων (“continuamente”); κλαίων (“a proprio danno”); οὐ… +χαίρων (“impunemente”); ἀρχόμενος (“al principio”); τελευτῶν (“infine”); διαλιπὼν / ἐπισχὼν / διαλείπων χρόνον (“dopo un po’ di tempo”). 2) se è in genitivo può essere un GENITIVO ASSOLUTO, da tradurre con una proposizione subordinata avverbiale, generalmente separata da una virgola rispetto alla reggente. Le traduzioni corrisponderanno a quelle del participio congiunto, ma con due precisazioni a) Il participio si può tradurre con un gerundio o un participio solo collocando il soggetto dopo di esso, a meno che il soggetto del genitivo non coincida con quello della reggente Ελθόντος τοῦ Καίσαρος, οἱ στρατιῶται ἔχαιρον: “(Essendo) giunto / poiché era giunto Cesare, i soldati si rallegravano”. Στενῶν οὐσῶν τῶν ὁδῶν, οὐ διαβαίνειν οἱ πολέμιοι ἐδύναντο = “Essendo strette le strade (poiché erano strette le strade) i nemici non potevano passare”. Ῥωμαίων ἡττηθέντων, ἀνεκτήσαντο τὴν τῆς Ἰταλίας δυναστείαν: “I Romani, pur essendo stati vinti (stesso soggetto della reggente), recuperarono la loro supremazia in Italia”. b) Il genitivo assoluto non può avere valore finale né modale. ATTENZIONE: • Quando il participio congiunto o il genitivo assoluto hanno valore causale possono essere preceduti a) da ἅτε per esprimere causa oggettiva (“poiché, per il fatto che”) oppure b) da ὡς per esprimere causa soggettiva o comparativa ipotetica (“perché, come se, immaginando/pensando/ritenendo che”) • Il participio congiunto futuro preceduto da ὡς oltre che esprimere una finale implicita (“per, con l’intenzione di” + infinito; es. Πλέομεν ὡς πλούσιοι γενησόμενοι “navighiamo per diventare ricchi), può anche mantenere il valore comparativo ipotetico riferito al futuro (Δίαγε τὸν βίον ὡς θανούμενος αὔριον “passa la vita come se dovessi morire domani). 3) Se è riferito ad un nome comune può essere un PARTICIPIO AGGETTIVALE, da tradurre in forma simile a quella del participio attributivo, eventualmente inserendo un articolo indeterminativo o partitivo se manca l’articolo in greco. Οὐ πιστεύομεν μαρτυσι ψευδομένοις: “Non crediamo a testimoni che mentono.” IV CASO: Il participio non è concordato con nessun sostantivo o pronome 1) Se il participio è in genitivo può essere un GENITIVO ASSOLUTO con soggetto sottinteso, da tradurre integrando eventualmente il soggetto Οὕτως ἐχόντων (sott. τῶν πραγμάτων) = Stando così le cose 2) Se il participio è in accusativo neutro singolare può essere un ACCUSATIVO ASSOLUTO, in genere concordato con un infinito che funge da soggetto, da tradurre con una subordinata in genere causale o concessiva esplicita o implicita. Formule tipiche: ὄν, ἐξόν, παρόν, παρέχον, ὑπάρχον (“essendo possibile, lecito”); προσῆκον, πρέπον (“essendo conveniente, opportuno”); χρέων, δέον (“essendo necessario”): δοκοῦν (“sembrando bene”); δυνατὸν ὄν (“essendo possibile”); αἰσχρὸν ὄν (“essendo turpe”), ecc. 3) Altrimenti può essere un PARTICIPIO SOSTANTIVATO INDETERMINATO, che può essere tradotto impiegando un pronome indefinito come antecedente della relativa o un sostantivo con articolo indeterminato o partitivo. Εἰδότι θαυμαστὸν οὐδέν ἐστι: “per uno / per un uomo che sa niente è stupefacente” 4) Infine nelle strutture infinitive, si può trovare un PARTICIPIO CONGIUNTO RIFERITO A UN SOGGETTO INDETERMINATO IN ACCUSATIVO, traducibile con un gerundio o anche, se accompagnato da negazione, con una esclusiva. Καλόν ἐστι τὸ μηδὲν καμόντα πανταχοῦ περιπολεῖν = “E’ bello il viaggiare per ogni dove non faticando per niente / senza faticare”. E’ comunque talora molto sottile e discutìbile distinguere un participio sostantivato da un participio congiunto riferito ad un soggetto non precisato. Οὐκ ἔστιν ἄρχειν μὴ διδόντα μισθὸν = “Non è possibile comandare senza dare la paga” (= “che comandi uno che non dà la paga”). ATTENZIONE: • Quando troviamo la sequenza articolo + μέν/ δέ + participio non concordato con un nome, l’articolo a) può avere funzione di pronome, e quindi il participio seguente sarà congiunto (o eventualmente predicativo del verbo della reggente, se esso lo richiede). b) oppure può sostantivare il participio. Ad esempio la frase Οἰ μὲν ἀνδρείως πολεμοῦντες ἐσῴζοντο, οἰ δὲ φεύγοντες ἐσφάζοντο può avere due interpretazioni distinte, corrispondenti a queste possibili scansioni: 1) Οἰ μὲν // ἀνδρείως πολεμοῦντες ἐσῴζοντο, οἰ δὲ // φεύγοντες ἐσφάζοντο “Gli uni, combattendo valorosamente, si salvavano, gli altri, mentre fuggivano, venivano uccisi”. 2) Οἰ μὲν ἀνδρείως πολεμοῦντες// ἐσῴζοντο, οἰ δὲ φεύγοντες // ἐσφάζοντο “Quelli che combattevano valorosamente si salvavano, quelli che fuggivano venivano uccisi”. Evidentemente la prima lettura si giustifica soprattutto se il testo ha già distinto due gruppi. Così la frase οἱ δὲ ὁρῶὁντες τοὺς πολεμίους οὐκ ἐταράσσοντο si potrà rendere 1) “Ed essi vedendo i nemici non erano spaventati”. 2) “Quelli che vedevano i nemici non erano spaventati”. Purtroppo in greco la grafia abituale non prevede l’impiego regolare delle virgole per separare dal soggetto un participio congiunto e distinguerlo così da quello sostantivato.