Capitolo 12
Produzione, reddito e
occupazione
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La produzione e il prodotto interno lordo (PIL)
Definizione: PIL di una nazione è il valore
complessivo di tutti i beni e servizi finali
prodotti per il mercato in un dato periodo,
all'interno dei confini nazionali
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Valore complessivo...: si somma il valore monetario
di beni e servizi, cioè il numero di unità di moneta a
cui è venduto il bene o servizio
..di tutti i beni e servizi..: beni: merci (pane,
computer, ecc.); servizi: prestazioni (tagli di capelli,
consulenze, ecc.)
..finali..: vedi Figura 1. Questo serve per non
includere nel calcolo del PIL il valore dei beni
intermedi, già inclusi nel bene finale
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...prodotti..: la terra non è prodotta, così come le
azioni e le obbligazioni. Tutto ciò non entra nel
calcolo del PIL
..per il mercato..: quindi non per l'autoconsumo
(lavori domestici, ecc.)
..in un dato periodo..: tipicamente l'anno solare (ma
anche il mese, il trimestre, ecc.)
..all'interno dei confini nazionali..: quindi ad es. nel
PIL dell'Italia c'è quanto prodotto dalle imprese
straniere che operano in Italia, ma non quanto
prodotto dalle imprese italiane operanti all'estero.
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L'approccio della spesa al PIL
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Metodo di calcolo del PIL
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Il prodotto viene diviso in quattro categorie
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Beni e servizi di consumo (C) – acquistati dalle
famiglie
Beni e servizi per investimenti privati (I) –
acquistati dalle imprese
Beni e servizi del settore pubblico (G) - acquistati
dalla pubblica amministrazione
Esportazioni nette (NX) – acquistate dagli stranieri
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Tabella 2: calcolo del PIL degli USA
PIL = C + I + G + NX = 7304 + 1593 + 1973
+ (-424) = 10.446 miliardi di dollari
La spesa per il consumo
Il consumo è la parte di PIL acquistata dalle
famiglie in qualità di consumatori finali
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Pasti al ristorante, vestiti, visite mediche, ecc.
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Non inclusi: beni usati, autoconsumo, ecc.
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Gli investimenti privati
Beni capitali: beni che forniscono servizi lungo
un certo periodo di tempo
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Macchinari, attrezzatura d'ufficio, edifici, ecc.
Stock di capitale: somma del valore di tutti i
beni capitali (di una nazione)
Investimenti privati: incremento dello stock di
capitale di una nazione durante l'anno
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Acquisti di impianti, attrezzature, software, da parte
delle imprese
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Costruzione di edifici ad uso residenziale
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Variazione delle scorte di magazzino
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Acquisti di impianti, attrezzature, software
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Costruzione di edifici ad uso residenziale
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Differenza rispetto ai beni intermedi: questi ultimi
si esauriscono interamente nel processo produttivo
Gli edifici, anche se acquistati e posseduti dalle
famiglie, danno servizi nel tempo, quindi non sono
conteggiati nei beni di consumo
Variazione delle scorte
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Scorte: beni prodotti ma non ancora venduti
Esempio: in un anno si producono automobili per
100 miliardi, ma se ne vendono per 80 miliardi
20 miliardi diventano scorte
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Nel calcolo del PIL, avremmo 80 miliardi come
spesa per consumi, quando però la produzione è
stata di 100 miliardi
Per questo motivo, 20 miliardi vengono conteggiati
nel PIL alla voce “variazione delle scorte” tra gli
investimenti privati
Perchè investimenti? Perchè daranno un servizio
quando saranno vendute, cioè nel futuro
Ragionamento simile per le variazioni negative
delle scorte
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Alcune precisazioni
Gli investimenti privati sono in realtà una
approssimazione della variazione dello stock di
capitale di una nazione
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Lo stock di capitale comprende anche gli
investimenti del settore pubblico (aerei militari,
strade, ecc.)
Alcuni beni contabilizzati tra i beni di consumo,
sono durevoli (come le automobili), quindi sono
assimilabili allo stock di capitale
Lo stock di capitale di una nazione dovrebbe
comprendere anche il capitale umano
L'investimento privato non comprende
l'ammortamento del capitale, cioè la quota di
capitale usurato.
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La spesa pubblica
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Investimenti del settore pubblico: beni durevoli
acquistati dalla PA
Consumo pubblico: spesa per beni e servizi che si
esauriscono durante l'anno (materiali di cancelleria,
benzina per i mezzi pubblici, stipendi dei
dipendenti pubblici, ecc.)
Esportazioni nette
Il prodotto di una nazione può anche essere
acquistato dal settore estero
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Esportazioni nette = esportazioni –
importazioni
Nel computo del PIL
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Si aggiungono le esportazioni: sono beni e servizi
nazionali acquistati da stranieri
Si sottraggono le importazioni: nel computo dei
beni e servizi acquistati da famiglie, imprese e PA,
abbiamo incluso anche quelli acquistati dall'estero.
Quindi dobbiamo sottrarre le importazioni, perchè
le abbiamo già conteggiate in C, I e G.
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Altri approcci al PIL
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L'approccio del valore aggiunto
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Possiamo in questo modo ottenere altre
informazioni sul PIL
Valore aggiunto di una impresa: ricavi della vendita
meno i costi di produzione
E' possibile calcolare il PIL come somma del valore
aggiunto di tutte le imprese del sistema economico.
L'approccio dei pagamenti ai fattori produttivi
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Nel processo produttivo, l'impresa acquista beni
intermedi, e utilizza fattori produttivi (lavoro, terra,
ecc.)
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Dopo avere sottratto dai ricavi il costo dei beni
intermedi, quello che rimane è il valore aggiunto
Il valore aggiunto viene distribuito sotto forma di
pagamenti ai fattori produttivi:
Interessi: a chi ha prestato fondi o capitale
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Rendita: ai proprietari della terra
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Salari: ai lavoratori
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Profitti: remunerazione della attività imprenditoriale
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Siccome il PIL può essere misurato in base al
valore aggiunto, il PIL può essere anche espresso
come somma di tutti i redditi generati nel sistema
economico
Il PIL è pari al reddito totale guadagnato nel
sistema economico.
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PIL reale e PIL nominale
Il PIL è misurato in termini monetari, per cui se
i prezzi cambiano nel tempo potrebbe essere
difficile misurarne le variazioni
Variabile nominale: variabile misurata nel
tempo senza effettuare correzioni per il
cambiamento del valore della moneta
Variabile reale: variabile misurata nel tempo
effettuando correzioni per il cambiamento del
valore della moneta
Importanza del valore reale: da esso dipende il
nostro benessere
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L'utilizzo del PIL
Il tenore di vita di una nazione è misurato
tipicamente dal PIL pro capite
PIL pro capite = PIL totale / popolazione
Per avere aumenti del PIL pro capite, il PIL
totale deve aumentare più velocemente della
popolazione
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Es. se la popolazione aumenta dell'1% all'anno,
allora il PIL totale deve aumentare di più dell'1%
affinchè il PIL pro-capite aumenti
Figura 2: andamento del tasso di crescita del PIL
degli USA
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L'aumento del PIL reale in relazione alla
crescita della popolazione è importante in
relazione alla crescita di posti di lavoro
necessari per mantenere occupata la
popolazione.
Inoltre: tipicamente ogni anno aumenta la
produttività dei lavoratori, cioè quello che sono
in grado di produrre in una unità di tempo.
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Quindi, per mantenere costante il numero di
occupati (e non fare aumentare la disoccupazione),
la crescita del PIL reale deve compensare non solo
la crescita della popolazione, ma anche la crescita
della produttività. Torna a Fig. 2
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Problemi relativi al PIL
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E' difficile misurare adeguatamente cambiamenti
qualitativi nelle componenti del PIL (es. lame per
rasoio che radono più in profondità, ecc.)
Non tiene conto della economia sommersa
Il fatto di contabilizzare dei servizi che in passato,
ad esempio, non passavano per il mercato, può fare
aumentare il PIL senza che la produzione sia
aumentata.
In generale, questi aspetti possono rendere il
PIL uno strumento non sempre adeguato a
misurare l'andamento del sistema economico.
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Occupazione e disoccupazione
Disoccupazione fa pensare alla perdita di un
lavoro, alla difficoltà di trovarlo, ecc.
Tipicamente si definisce disoccupato:
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chi non sta lavorando e sta cercando attivamente un
lavoro
Esistono diverse tipologie di disoccupazione
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Disoccupazione frizionale: riguarda chi sta
cambiando impiego, sta entrando nel mercato del
lavoro per la prima volta o sta rientrando dopo
lungo tempo. E' un fenomeno di breve periodo
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Disoccupazione stagionale: dipende da fattori
metereologici o stagionali. E' un fenomeno di breve
periodo
Disoccupazione strutturale: dipende dalla mancata
corrispondenza tra le qualifiche richieste dalle
imprese e tra quelle possedute dai disoccupati. Può
diventare fenomeno di lungo periodo.
I tre tipi di disoccupazione visti finora hanno
natura microeconomica, e difficilmente
possono essere eliminati completamente
Le politiche pubbliche possono però facilitarne
o meno la riduzione.
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Ad es: politiche che favoriscono la riqualificazione
della forza lavoro possono ridurre la
disoccupazione strutturale. Eccessive
regolamentazioni possono farla aumentare
Esiste un quarto tipo di disoccupazione di
natura macroeconomica
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La disoccupazione ciclica: Figura 3: in periodi di
recessione la disoccupazione aumenta
Questo tipo di disoccupazione è quella studiata
tipicamente dai macroeconomisti
Quando la disoccupazione ciclica è pari a zero, si
dice che l'economia si trova in piena occupazione.
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Il tasso di disoccupazione nei periodi di piena
occupazione non è zero, perchè può rimanere la
disoccupazione frizionale, stagionale e
strutturale
Come si fa a misurare la disoccupazione
ciclica?
Tipicamente si elaborano stime di quella che
potrebbe essere la disoccupazione frizionale,
stagionale e strutturale, l'eventuale differenza è
dovuta al ciclo.
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I costi della disoccupazione
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Due tipi di costi
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Costi economici: costo opportunità per il mancato
prodotto.
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Figura 4: concetto di PIL potenziale, quello che si
potrebbe produrre in piena occupazione
Costi non economici: costi in termini di salute, di
danni psicologici; problemi sociali: violenza,
alcolismo, ecc.; aumento della disuguaglianza
(anche tra diversi gruppi etnici o tra diverse
regioni)
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Come si misura la disoccupazione
E' disoccupato chi è disponibile a lavorare ma
non può farlo.
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Non sono disponibili: i giovanissimi, gli anziani, le
persone malate, i carcerati, i militari, ecc.
ma anche le casalinghe, gli studenti universitari, i
pensionati, ecc.
Figura 5: metodo di rilevazione
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Figura 6: dimensione della forza lavoro rispetto
alla popolazione civile non residente in istituti
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Forza lavoro: occupati + disoccupati
Tasso di disoccupazione = disoccupati / forza
lavoro
Figura 7: dato per l'Italia