URBANISTICA Lo spirito di razionalità dei greci si applicherà, in periodo ellenistico, anche alla progettazione urbana. Nel IV sec. a. C. visse, infatti, Ippodamo da Mileto che, per primo, teorizzò la necessità di costruire le città secondo schemi planimetrici regolari. Se fino allora nascevano prima le case, e lo spazio tra loro divenivano le strade, con la pianificazione urbana teorizzata da Ippodamo da Mileto, venivano prima disegnate le strade, e poi, tra esse, trovavano posto gli edifici. Con ciò si potevano ottenere città non caotiche ma con tracciati viari ordinati tra loro perpendicolari. Pianta di Mileto (Turchia) A.M. 2012 1 Le funzioni militari, civili, religiose, commerciali delle città dispongono ognuna di un'area autonoma; quella destinata alle funzioni civili occupa generalmente il centro della città. L'edilizia privata è livellata in funzione dell'edilizia pubblica. Questi elementi sono sottoposti a un piano unitario che prevede sia le unità di misura che regolano la ripartizione geometrica degli isolati, sia l'orientamento di essi, sia i piani di ampliamento urbano ottenuti suddividendo (già nel progetto) le aree eventualmente lasciandole non costruite: la stessa Mileto ebbe una definizione, per quanto riguarda le aree pubbliche, solo in età romana. Pianta di Mileto 2 Dopo un’insurrezione delle città greche guidate da Mileto contro il dominio persiano, nel 494 a.C., la città fu conquistata e distrutta dai persiani. Successivamente dopo la disfatta dei persiani nel 479, i Milesi ricostruirono la loro città in base ad un piano regolatore ortogonale, moderno ed innovativo. Mileto è pertanto spesso chiamata la “Manhattan dell’antichità”. La penisola di Manhattan (New York) urbanizzata dagli olandesi secondo lo schema ippodameo (1623) 3 I resti della città di epoca arcaica si trovano sulla collina di Kalabaktepe: sono tracce di fortificazioni, di edifici d'abitazione e di un tempietto ionico in antis (seconda metà del sec VI a. C.). La città di Mileto si articola in tre quartieri a pianta ortogonale collegati al centro. L’orientamento degli isolati non è esattamente rivolto sud, bensì a Sudovest; la dimensione di un modulo standard è di 100 x 175 piedi (29,5 x 51,6 metri ) o suddiviso a metà, per meglio inserirlo nel frastagliato perimetro del sito. 4 Il porto principale di Mileto, il porto dei Leoni (1), era fronteggiato da una piazza su cui era il santuario del dio patrono della città, Apollo Delphinios (2); il grande recinto porticato (3) iniziato verso il 470 - 450 a.C., fungeva anche da archivio di stato, conteneva numerose iscrizioni, rilievi votivi e statue onorarie. Dalla piazza del porto iniziava la grande strada (4) che raggiungeva dopo 16 km Didima, la sede del tempio di Apollo, uno dei più importanti santuari oracolari del mondo antico. Presso di essa si trovavano le piazze principali di Mileto, in mezzo a un complesso di edifici pubblici e privati: il vero e proprio centro della città era l’agorà (5) presso cui sorgeva il Buleuterio (175-164 a.C.), contenente all'interno una gradinata semicircolare capace di ospitare ca. 1200 persone (6). Il centro di Mileto 1 2 3 4 6 5 5 Buleuterio di Priene (ricostruzione) BULEUTERIO: il Buleuterio era l’edificio dove aveva sede la Boulè, ossia il Consiglio della città. Consisteva in un edificio a pianta rettangolare in cui i sedili destinati ai membri del consiglio erano disposti a forma di ferro di cavallo e a disposizione sopraelevata. La Boulè era il supremo organo rappresentativo ed esecutivo della città. Ne facevano parte 500 cittadini, sorteggiati tra la popolazione ateniese senza distinzione di censo o di nascita. La carica era originariamente gratuita. Fu Pericle a stabilire che fosse garantita un’indennità giornaliera a tutti coloro che assolvevano un incarico pubblico, in modo da consentire realmente la partecipazione dei cittadini ateniesi al governo della città. 6 Lo stadio di Mileto oggi L'agorà Sud era fiancheggiata da grandi porticati. Presso il porto più interno sorgeva un grande complesso termale di epoca romana; vie era anche il teatro, uno dei più grandi dell'Asia Minore (140 m di diametro), iniziato alla fine del secolo IV a. C. e lo stadio, rettangolare, lungo 194,5 m, capace di ospitare sulle gradinate ca. 14.000 persone. 7 8 • L'importanza archeologica di Priene è dovuta al fatto che fu completamente ricostruita verso la metà del IV° secolo a.C., secondo i criteri urbanistici di Ippodamo di Mileto: i suoi resti sono ben conservati e danno una chiara idea della pianificazione di una città ellenistica. Fu costruita su quattro terrazze tagliate sul fianco del monte Micale, con una pianta composta da isolati rettangolari di dimensioni rigorosamente identiche; anche le vie principali e secondarie rispettavano al centimetro la larghezza fissata per le due categorie. 9 L'agorà era situata al centro della città, più in alto il tempio di Atena Poliàs, celebre nel mondo antico. Altri edifici notevoli erano: il teatro, il ginnasio, lo stadio e il buleterio (il locale di riunione dell'assemblea cittadina). 10 OLINTO (Grecia) 11 La città, che sorgeva su un terreno pianeggiante in cima ad una collina, può essere suddivisa in tre parti: a sud la parte più antica distrutta, nel 479 a.C. dai persiani, a nord i due rioni di ampliamento. Ambedue i rioni avevano piante ippodamiche, cioè ortogonali con isolati rettangolari. La struttura urbana è caratterizzata da assi principali in direzione Nord-Sud e da vie secondarie in asse Est-Ovest. Integrati nella griglia del piano regolatore erano anche l’agora e il teatro, ambedue situati nel rione meridionale. 12 A Olinto, cinque case erano sempre allineate in due schiere. Formavano un isolato delle dimensioni di 120 x 300 piedi. Ogni casa occupava quindi un lotto di 60 x 60 piedi (17,2 x 17,2 metri). 13 Fra gli isolati vi era anche un vicolo di servizio per lo scarico delle acque piovane e di scarto. 14 • Acropoli è un termine derivato dal greco (Ἄκρος "akros", alto, Πὸλις "polis", città) che indica la parte più alta di una città. • Nella Grecia arcaica indicava quella parte della città che veniva costruita per ragioni difensive sulla sommità di una altura e spesso cinta da mura. La "parte alta" delle città greche in età micenea era il luogo di residenza del re, ma col tempo divenne il centro religioso dell'abitato, sede di templi e luoghi di riunione. • Tali fortificazioni non sono riferibili esclusivamente al mondo ellenico, bensì si ritrovano in tutto il Mediterraneo occidentale. • L'acropoli per antonomasia è quella di Atene. 15 L'Acropoli di Atene si può considerare la più rappresentativa delle acropoli greche. È una rocca, spianata nella parte superiore, che si eleva di 156 metri sul livello del mare sopra la città di Atene. Il pianoro è largo 140 m e lungo quasi 280 m. ieri oggi 16 I resti risalenti all'epoca arcaica attestano che delle costruzioni imponenti si elevavano sull'acropoli già dalla fine del VII secolo a.C. Le antiche fortificazioni, le costruzioni e gli edifici templari furono 17 distrutti durante l'occupazione persiana del 480 a.C. Pianta dell’acropoli di Atene 18 Le mura furono ricostruite da Temistocle e Cimone e, per celebrare la vittoria definitiva sui Persiani, fu eretta una statua colossale di Atena Promachos, scolpita da Fidia. Durante l'epoca di Pericle (V sec. a.C.) fu realizzata la ricostruzione dell'acropoli, con la costruzione del Partenone, dei Propilei ed in seguito dell'Eretteo e del Tempio di Atena Nike. 19 (RODI) 20 21 LINDOS - L’ACROPOLI CON LE FORTIFICAZIONI MEDIEVALI L' acropoli di Lindos si trova su una collina a precipizio sul mare alta 116 m. Al suo interno si trovano ancora i resti il tempio dorico di Atena Lindia del (IV secolo a.C.) (1) e anche alcune colonne del III secolo a.C. che facevano parte della vasta stoà del periodo ellenistico (2). Il castello di Lindos giace anch'esso sul sito dell'antica acropoli. Fu rifatto al tempi dei Cavalieri di Rodi nel XIV secolo e ricostruito ai tempi del dominio italiano 1913-1947. Sono inoltre ancora visibili i resti di una chiesa bizantina dedicata a San Giovanni. RICOSTRUZIONE DELL’ACROPOLI 1 1 2 2 22 23 LA STOA’ E LA CHIESA BIZANTINA LA STOA’ E L’INGRESSO DEL PORTO 24 25 I RESTI DEL TEMPIO DI ATENA LINDIA E LA VISTA SULLA BAIA DI AGHIOS PAVLOS 26 I RESTI DEL TEMPIO DI ATENA LINDIA OGGI (IN BUONA PARTE RICOSTRUITO NEL 2004) • Agorà (in greco αγορά) è il termine con il quale nella Grecia • • • • antica si indicava la piazza principale della polis. La parola agorà indicò inizialmente la piazza in cui si riuniva l'assemblea di tutti i cittadini. Con l'andare del tempo divenne il centro della polis sia dal punto di vista economico e commerciale, in quanto sede del mercato, che dal punto di vista religioso, poiché vi si trovavano i luoghi di culto del fondatore della città o della divinità protettrice. Ma nella mentalità greca l'agorà rappresenta anche, in quanto sede delle assemblee cittadine, la democrazia. Si può quindi dire che fosse il luogo dove si svolgeva l'attività civile, in cui si mantenevano le relazioni interpersonali. Essendo il centro di ogni attività, si trovava situata nell'astu, la città bassa; la funzione politica venne acquisita quando, terminata l'epoca micenea che vedeva un re al comando, le istituzioni furono spostate appunto nella città bassa. La parola agorafobia, paura dei luoghi affollati, deriva appunto dall'agorà greca nella sua funzione di piazza del mercato. 27 28 L’agorà, la piazza pubblica, era il cuore della vita sociale, politica, amministrativa e commerciale della città, come l’Acropoli era il centro della vita religiosa. Qui Socrate insegnava la sua filosofia e San Paolo, nel 49 d.c., predicava il cristianesimo. Da notare la ricostruita Stoà (porticato) di Attalo, edificata originariamente tra il 159 e il 138 a.c. e ricca di botteghe, che oggi ospita il Museo dell’Agorà. Il tempio di Efesto, o Theséion, sul versante occidentale dell’agorà, risale al 449 a.c. ed è il tempio dorico meglio conservato della Grecia. A nord del tempio si trovano le fondamenta della Stoà di Zeus Eleuterios, uno dei luoghi da cui Socrate parlava al popolo. 29 STOA’: uno degli elementi fondamentali dell’agorà, soprattutto in età ellenistica. Erano i portici (in greco, stoà), che servivano a proteggere dal sole o dalla pioggia i frequentatori delle piazze. L’agorà di Atene era circondata su tutti i lati da portici, che servivano appunto come porticati oppure contenevano negozi e bancarelle . La Stoà Poikile (lato nord) fu il luogo in cui lo stoico Zenone, alla fine del IV sec. a.C., tenne i suoi discorsi filosofici (da qui il termine Stoicismo per indicare il sistema filosofico di Zenone). 30 Edificata nella prima metà del V sec. era ornata di pitture di Polignoto e di altri. Purtroppo oggi, della Stoà Poikile, come delle altre stoà che circondavano la piazza, non rimangono che alcuni resti. Un’idea dei portici dell’antichità la offre la Stoà di Attalo (re di Pergamo che, nel II sec. a.C., offrì alla città l’edificio per accattivarsene i favori) posta sul lato ovest della piazza. Il portico è una ricostruzione americana degli anni ’50 del secolo scorso. 31 TEATRO GRECO • • • Tindari (ME) – Teatro greco Il teatro, come edificio, è nato nella Grecia antica. I primi teatri consistevano in panche di legno poste su una collina in declivio, con uno spazio piano posto davanti per le rappresentazioni. I primi teatri in pietra furono costruiti verso la fine del sesto sec. a.C. I teatri greci erano spesso costruiti fuori città su una collina che una formazione facilmente adattabile alla struttura. 32 Le rappresentazioni erano inizialmente legate alla religione, ma in seguito nascerà la tragedia greca. Tutta la popolazione assisteva agli spettacoli; ogni attività lavorativa era sospesa e la perdita della giornata lavorativa era risarcita ai cittadini più poveri tramite un gettone di presenza, il theorikon. Gli spettacoli, che includevano recitazione ma anche musica, canto e danze, si svolgevano di giorno. Con il teatro greco abbiamo già un ampio uso di macchine sceniche. 33 Il teatro greco era costituito da tre parti fondamentali: l’orchestra (2), una zona circolare usata per le rappresentazioni; vi era poi la cavea (1) ossia una serie di gradoni semicircolari appoggiati al terreno per ospitare gli spettatori, e la skenè (scena) (3) con una costruzione che serviva da fondale (scenografia). 34 Segesta (Trapani) Orchestra: in architettura, è il termine usato per indicare quella parte del teatro antico, di forma circolare (o, nel teatro romano, semicircolare) dedicata ad ospitare l'esibizione del coro . La sua posizione era alla base della cavea (kôilon), a frapporsi così tra gli spettatori disposti sulle gradinate e la scena . Il suo nome deriva dal greco ορχήομαι (orchéomai, danzare), a sottolineare come l'esibizione scenica del coro, importantissima nel teatro classico, comprendesse anche la danza oltre che recitativi e musica. Inizialmente l'orchestra era realizzata in terra battuta ed è probabile che, durante le rappresentazioni, venisse ricoperta da stuoie. Successivamente fu lastricata e dotata di un canale per lo scolo delle acque meteoriche e di un altare. 35 L'accesso dei coreuti allo spazio delimitato dall'orchestra avveniva attraverso due corridoi laterali scoperti denominati parodoi. La cavea (koilon) ha pianta di settore circolare (spesso eccedente la metà) nella quale sono disposte le gradinate, suddivise in settori; in genere la cavea è addossata ad una collina per sfruttarne il pendio naturale. La scena (skené), ospitava anche il palcoscenico ed era disposta perpendicolarmente all'asse della cavea, inizialmente semplice e in legno, era situata ad un livello più alto dell'orchestra con la quale comunicava mediante scale; la sua funzione originaria era soltanto pratica, cioè forniva agli attori un luogo appartato per prepararsi senza essere visti, ma ben presto ci si rese conto che offriva molte possibilità se utilizzata come sfondo scenico. Divenne quindi sempre più complessa e abbellita da colonne, nicchie e frontoni. Dal 425 a.C. fu costruita in pietra e con maggiori ornamenti. 36 ATENE – TEATRO DI DIONISO Ipotetica ricostruzione del teatro di Dioniso (dall'enciclopedia Pierers Konversationslexikon, 1891) 37 Il teatro di Dionisio è situato sul declivio dell’acropoli di Atene e fu costruito tra il VI e il V secolo a.C. Si trattava probabilmente della prima struttura teatrale stabile del mondo classico e fu utilizzato dai più importanti tragediografi greci, Eschilo, Sofocle ed Euripide, per la messinscena dei loro testi, in occasione delle festività dedicate al dio Dioniso, il tempio del quale sorgeva di fronte al teatro. 38 La cavea, di forma semicircolare, era suddivisa in settori corrispondenti al censo e alla nobiltà degli spettatori: il posto centrale della prima gradinata, un sedile di marmo riccamente decorato, era riservato al sacerdote della divinità. Ai piedi della cavea si trovava l’orchestra, dove si muoveva il coro, e al centro di questa stava la statua del dio. 39 Atene – Teatro di Dionisio Di fronte alle gradinate trovava spazio il palcoscenico, rialzato rispetto all’orchestra e collegato ad essa tramite alcuni gradini. Sul palcoscenico agiva l’attore e alle sue spalle si trovava la skené, un impianto scenografico fisso costituito da tre porte dal valore simbolico. Tra la cavea ed il palco c’erano due corridoi, detti párodoi, che consentivano agli spettatori l’accesso al teatro, e al coro l’ingresso nell’orchestra. 40 41 Edificato nel IV secolo a.C., è uno dei teatri meglio conservati dell'antichità; l’ampia cavea è costituita da cinquantacinque ordini di gradini, alla cui base è posta l’orchestra circolare, del diametro di 10,15 m, affiancata dai resti della scena, di forma rettangolare. Caratterizzato da un'acustica eccellente, viene tuttora utilizzato per rappresentazioni teatrali e musicali. Quando fu costruito (la tradizione lo vuole come opera di Policleto il Giovane) all'inizio il teatro ospitava 6.200 spettatori, successivamente, nel II sec. a.C. fu ampliato e la sua capienza divenne di 12.300 spettatori. 42 43 DODONI 44 Delfi o Delphi (Δελφοί — Delphoi in greco) 45 46 47 PRIENE 48 49 50 Inizialmente le case greche erano costruite da mattoni di argilla e si snodavano lungo vicoli tortuosi e fangosi . I greci non si curavano di avere una bella casa, ove del resto vivevano quasi esclusivamente di notte. Ci tenevano invece ad avere una bella città, ornata di templi e di edifici pubblici sontuosi : qui essi vivevano, lavorando nelle botteghe , discutendo e contrattando , partecipando alla vita politica. La casa greca tradizionale aveva una 51 struttura modesta. Nella parte centrale c’era un cortile aperto in alto, dal quale prendevano luce le varie stanze; al secondo piano dello stabile si trovava un appartamento riservato alle donne , al quale si poteva accedere mediante una scala di legno. In epoca più tarda si cominciarono ad apprezzare le comodità della casa e venne quindi ampliata con un secondo cortile nella parte retrostante l’edificio. I cortili erano ornati da un elegante porticato a colonne detto "peristilio". 52 Le finestre (thirides) erano di dimensioni veramente ridotte, poiché i Greci non conoscevano l'uso del vetro trasparente e cercavano di ridurre al minimo i problemi legati al cattivo tempo: bastava un panno per otturarle; l'uso di finestre piccole e di muri spessi serviva anche a limitare la calura estiva all'interno delle abitazioni. Quando il proprietario di queste abitazioni date in affitto non riceveva il regolare pagamento, non si rivolgeva certo al suo avvocato per un'ingiunzione di sfratto: faceva togliere tutte le tegole del tetto, chiudeva la porta di ingresso o l'accesso al pozzo, finché il suo sgradito inquilino non si fosse deciso a saldare il debito o lasciare libera la casa. 53 Abitazioni a Priene Per la maggioranza dei cittadini ateniesi, i cibi dovevano essere cotti fuori casa, all'aperto, come avviene ancora in numerosi villaggi greci: prima del IV secolo a.C. non si ha notizia di abitazioni dotate di cucina e, comunque, mancava un braciere stabile in una stanza, a causa del problema dell'eliminazione del fumo. Si accendeva un fuoco all'esterno della casa e lo si portava all'interno solo quando si era ormai prodotta la brace e si era ridotta la quantità di fumo; per eliminare quello residuo si aprivano i fori di aerazione (opai) o si utilizzavano i kapnodokè (condutture per il fumo) che ci descrive Erodoto (Er., 4,103), che però sembrano essere appartenuti solo alle abitazioni dei ricchi. 54 Per renderci conto di come potesse apparire una casa di cittadini facoltosi, però, è necessario uscire dall'Attica, dove non sono mai state trovate negli scavi, e recarsi ad Olinto: le abitazioni di questa città, infatti, ci sono giunte, in alcuni casi, in un relativamente ottimo stato di conservazione. Esse avevano una pianta approssimativamente quadrata e tutte le stanze si aprivano su un portico interno 3 (pàstas), preceduto da un cortile (aulè) 2 e da un vestibolo (protiron). Il portico interno era orientato in pieno mezzogiorno, come consiglia Socrate (Xen., Memor. 3,8,9): "Il sole si infiltra negli appartamenti d'inverno, lasciandoci in ombra d'estate, perché passa sopra le nostre teste". Nei secoli successivi all'età di Pericle il pastas venne dotato di portici su più lati. 55 Era presente un salotto 5 (diaiteterion, cioè "luogo per passare il tempo"), collocato sovente a nord, e la sala decorata da mosaici dedicata esclusivamente agli uomini 15 (androon), dove si tenevano i banchetti. Gli altri locali erano l'òikos 14, la sala da pranzo per tutta la famiglia, la sala da bagno 9 e la cucina 11. Il pianterreno, talvolta, era fornito anche di un laboratorio 1 e di una dispensa 13. Le camere da letto, il thalamos 10 (camera nuziale), l'appartamento delle donne 6 (gynaikèion) e le cellette per gli eventuali schiavi erano al primo piano. Il bagno veniva costruito accanto alla cucina, in modo che quest'ultima diffondesse nel locale attiguo il suo calore. Il primo piano delle case, talvolta, veniva dotato di balconi, che, però, lo stato considerava illegali, perché sporgevano rispetto alla strada. 56 La decorazione degli esterni e degli interni era molto semplice e consisteva solo in uno strato di calce, come ci conferma Plutarco, descrivendo la casa di Focione, che era "semplice e nuda" (Plut., Foc., 18); sappiamo, però, che le case di Olinto erano arricchite da mosaici ed il poeta Bacchilide (sicuramente esagerando) parla di abitazioni in cui splendevano oro ed avorio (Ateneo, 2,39). Le case dei ricchi erano ricoperte da tappezzerie sui muri ed avevano soffitti decorati. Abitazioni di questo tipo, tuttavia, erano quasi inesistenti ad Atene nel V secolo: la maggior parte delle abitazioni assomigliava a delle capanne e non conteneva nemmeno il bagno . 57 Olinto – casa dei colori OLINTO – ricostruzione di un isolato 58 59 Ricostruzione di una casa a Delos (II sec. A. C.) 60