Menta

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Menta
(Mentha x piperita L )
Famiglia: Labiatae
Descrizione botanica
È una pianta erbacea perenne alta 50-60 cm; provvista di rizoma fibroso, ramificato che forma
numerosi stoloni. Ha il fusto eretto, ramificato; le foglie sono opposte, picciolate, lanceolate,
dentate e ricoperte su entrambe le pagine di peli ghiandolari. I fiori roseo-violacei o bianchi,
quasi sempre sterili, sono raggruppati in verticilli posti su brevi spighe. Il frutto è un
tetrachenio composto da 4 cocchi lisci. Il peso di 1000 semi è di circa 0,05-0,06 g (Catizone
P., Marotti M., Toderi G., Tètènyi P., 1986).
Diffusione e mercato
Il genere Menta è abbastanza complesso come classificazione in quanto in natura c’è
un’estrema facilità di ibridazione tra le specie per cui si creano sempre nuovi ibridi; la più
conosciuta e coltivata è sicuramente Mentha x piperita L., ibrido tra M. aquatica x M. spicata,
che presenta un maggior contenuto in oli essenziali e un aroma più intenso (Beldì F., Accorsi
E., 2008).
È originaria dell’Europa ma si è diffusa poi in Asia, Nord America ed in Australia; cresce sia
in pianura che in collina fino ad altitudini di 800 m.
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Superfici di circa 330 ha sono destinate alla coltivazione di menta, di cui il 90% si trova in
Piemonte, il resto in Toscana, Emilia-Romagna e in altre regioni. Nonostante si siano avuti
problemi per il mantenimento di tale coltura dovuti all’erogazione dei contributi dell’U.E., la
qualità dell’olio essenziale ottenuto dalle produzioni piemontesi ha fatto registrare un
aumento della coltivazione. Nelle altre regioni la coltivazione della menta è piuttosto
marginale e viene praticata per la produzione di foglie da destinare al settore erboristico
(I.S.A.F.A., 2001).
Esigenze pedoclimatiche
La menta si adatta molto bene a quasi tutti i climi, preferendo temperature miti, non teme le
gelate o le brinate tardive, richiede esposizione al sole e non sopporta venti dominanti. Le
temperature ottimali di crescita variano da 18 a 22°C, ma già a 10°C i germogli crescono
velocemente. Gli stoloni sotterranei possono sopportare temperature al di sotto di 0°C
soprattutto se c’è la copertura nevosa. Predilige terreni sciolti, dotati di humus, profondi, con
pH neutro o sub-acido. Teme i suoli siccitosi e quelli troppo argillosi, umidi e freddi (Beldì F.,
Accorsi E., 2008).
Tecnica colturale
Propagazione – Si esegue esclusivamente per via vegetativa.
Le parti utilizzate sono gli stoloni lunghi almeno 15 cm che vengono trapiantati in autunno ad
almeno 10 cm di profondità e successivamente coperti e rullati; si possono utilizzare anche i
germogli radicati, lunghi circa 7-8 cm, che vengono messi a dimora in primavera. Per il
trapianto possono essere utilizzate macchine pianta-patate opportunamente modificate.
Sesti d’impianto – Le distanze da considerare nelle interfile variano tra 50 e 60 cm, mentre
sulla fila 15-20 cm; la densità ottimale è di circa 10-15 piante/m2. Bisogna curare la densità
d’investimento delle piante affinchè non sia inferiore ai valori su indicati perché colture poco
dense tendono a fornire poco olio e di qualità scadente (Ferretti Milesi G., Ferretti Milesi
Massih L., 2001).
Preparazione del terreno – La menta pur essendo una pianta perenne, in coltivazione non
dura più di 2 anni per evitare problemi di riduzione della qualità. Può essere considerata come
pianta da rinnovo e pertanto può seguire un cereale od anche un prato stabile e richiede
un’adeguata preparazione del terreno e rotazioni molto lunghe (10 anni).
Per preparare il terreno ad accogliere le piantine si esegue un’aratura di 30-35 cm di
profondità a cui fa seguito un’erpicatura per amminutare le zolle e mantenere il terreno libero
da malerbe. Dopo il trapianto, fino a quando le piantine non chiudono le file bisogna
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provvedere a sarchiature; inoltre, dopo la raccolta potrebbe essere necessaria una rincalzatura
sulla fila per proteggere le piante dal freddo e favorire la ripresa vegetativa (Raimo et al.,
2007).
Irrigazione – Normalmente nei climi con scarsa piovosità estiva, occorre prevedere
l’irrigazione, fatta generalmente per scorrimento. I momenti più critici sono: il trapianto, la
ripresa vegetativa e la fioritura. I volumi di adacquamento variano in base all’andamento
delle piogge e al terreno di coltivazione.
Concimazione – Con l’aratura si può interrare letame maturo (300-400 q/ha); ma richiede
anche 150-200 kg/ha di K2O, 100-120 kg/ha di P2O5 distribuiti in pre-trapianto e 100-120
kg/ha di N distribuito all’inizio della primavera e dopo il primo taglio.
Scelta varietale – Data la suscettibilità della menta all’attacco di numerosi patogeni, sono
stati avviati programmi di miglioramento genetico finalizzati all’ottenimento di varietà
resistenti nonché ricchi di principi attivi.
Avversità
Tra i parassiti fungini più temibili per la menta abbiamo: Puccinia menthae (ruggine che
colpisce foglie e steli) il cui sviluppo è favorito dall’eccessiva umidità e da sbalzi di
temperatura e Verticillium dahliae che causa disseccamento delle piante in seguito ad attacco
ai vasi conduttori. La lotta contro suddetti patogeni si basa sulla prevenzione: alla comparsa
dei primi sintomi si esegue uno sfalcio per rinnovare la vegetazione e si riducono gli apporti di
azoto (Beldì F., Accorsi E., 2008).
Tra gli insetti dannosi sono da segnalare: lepidotteri (Syngamia abruptalis, Cacoecia epicyrta)
le cui larve vivono a spese della parte epigea, coleotteri (Chrysomela menthastri, Cassida
viridis) che si nutrono di foglie, emitteri (Aphis mentae, Myzus persicae) che danneggiano gli
apici vegetativi e ritenuti responsabili di trasmissione di virosi; vi sono anche numerosi
nematodi (Meloidogyne sp., Longidorus sp., Pratilenchoides sp.) che attaccano l’apparato
radicale (Catizone P., Marotti M., Toderi G., Tètènyi P., 1986).
Raccolta, resa e utilizzazione
Per usi erboristici si sfalcia l’intera pianta, nelle prime ore del giorno, due volte l’anno: in
prefioritura e a fine estate, considerando però, che il secondo taglio ha un contenuto minore
di principi attivi. Se si vuole ricavare l’olio essenziale tramite distillazione la raccolta deve
avvenire in piena fioritura. È buona norma procedere, subito dopo la raccolta, alla
trasformazione (distillazione, essiccazione)in quanto il prodotto è facilmente fermentescibile
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e perde di quantità e valore. Le produzioni possono variare da 16 a 26 t/ha di prodotto fresco,
mentre il tenore in olio è dello 0,3-0,4% (Beldì F., Accorsi E., 2008).
Della pianta si utilizzano le foglie e le parti terminali fiorite, allo stato fresco o per
l'estrazione di olio essenziale, che contiene essenzialmente mentolo, mentone, mento-furano,
limonene, flavonoidi e molte altre sostanze. Presenta proprietà aromatizzanti, digestive,
carminative, antispasmodiche, diuretiche, rinfrescanti e antisettiche (Hanlidou E. et al.,
2004); tutte queste proprietà ne consentono l’utilizzo nelle industrie farmaceutiche, dolciarie,
cosmetiche e liquoristiche (Raimo et al., 2007). Da recenti studi è emerso che la menta, per i
principi attivi contenuti nelle foglie può essere anche utilizzata in campo veterinario per la
cura di infezioni parassitarie intestinali di svariati animali domestici (Lens C., et al., 2007).
Bibliografia
Beldì F., Accorsi E. (2008) – Le classiche da tisana: menta e melissa. Bio-agricoltura
n.108/2008; pag. 27-30.
Catizone P., Marotti M., Toderi G., Tètènyi P. (1986) – Coltivazione delle piante
medicinali e aromatiche. Patron Editore; pag. 235-244.
Ferretti Milesi G., Ferretti Milesi Massih L. (2001) – La coltivazione delle piante
aromatiche e medicinali. Edagricole Calderini; pag. 78-81.
Hanlidou E., Karousou R., Kleftoyanni V., Kokkini S. (2004) - The herbal market of
Thessaloniki (N Greece) and its relation to the ethnobotanical tradition. Journal of
Ethnopharmacology 91 (2004); pag. 281–299.
ISAFA (2001) – Indagine sulla consistenza e le caratteristiche della produzione di piante
officinali in Italia. Comunicazioni di ricerca 2001/3.
Lens C., et al. (2007) – Ethnoveterinary medicines used to treat endoparasites and stomach
problems in pigs and pets in British Columbia, Canada. Veterinary Parasitology 148 (2007);
pag. 325–340.
Raimo et al. (2007) - Coltivazione di menta e maggiorana nelle aree marginali del
Beneventano. Progetto Co.Al.Ta.1 - Risultati finali 2007; pag. 329-333.
Siti internet consultati:
www.pianteofficinali.org
www.ilgiardinodelleerbe.it
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